Come funzionano le minicar elettriche?

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Le minicar, ovvero le piccole vetture che si possono guidare “senza patente” (in realtà non è così) oggi si stanno diffondendo sempre più e, in particolare, ci sono anche sempre più modelli elettrici. Vediamo quindi insieme quali modelli ci sono sul mercato, quale patente serve per guidare le microcar elettriche, i vantaggi che possono offrire e tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Che cosa sono le microcar

Si tratta di auto che, indipendentemente dalla tipologia di motorizzazione, sono caratterizzate per le piccole dimensioni. Per legge sono considerate quadricicli a motore e possono rientrare in due differenti categorie: quadricicli leggeri o quadricicli pesanti. I primi sono considerati dal Codice della Strada come dei ciclomotori e possono essere guidati solo ed esclusivamente da soggetti che hanno almeno il patentino (patente AM), che si può conseguire a partire dai 14 anni. Per essere considerati tali, devono presentare le seguenti specifiche tecniche:

  • massa in ordine di marcia non superiore a 350 kg;
  • velocità massima di 45 km/h;
  • motore termico non superiore a 50 cm3;
  • potenza non superiore a 4 kW (5,4 CV).

I quadricicli pesanti invece possono essere guidati da chi ha conseguito almeno la patente B1, che può essere conseguita a partire dai 16 anni d’età. Le specifiche tecniche per questi veicoli, secondo la legge, sono le seguenti:

  • massa in ordine di marcia inferiore o uguale a 400 kg;
  • velocità massima di 80 km/h;
  • potenza non superiore a 15 kW (20 CV).

Microcar elettriche: serve la patente?

Per potersi mettere alla guida di una microcar, a motore o elettrica, è necessario avere la patente, al contrario di quello che molti credono. Il Codice della Strada prevede che, per le microcar più piccole (quadricicli leggeri) serva, come abbiamo detto sopra, la patente AM, ovvero il cosiddetto motorino che si prende dai 14 anni in su. Le microcar più grandi (quadricicli pesanti) possono essere guidate dai 16 anni in su, solo da coloro che hanno già la patente B1.

Come sono fatte le microcar elettriche

Come è successo con le automobili normali, anche per le microcar si stanno sempre più diffondendo i modelli con motorizzazione 100% elettrica, era inevitabile. Per queste vetture così piccole, tra l’altro, la motorizzazione elettrica è perfetta e si addice alla vocazione prettamente urbana, al comodo utilizzo in città, senza emissioni. L’autonomia limitata non rappresenta un gran problema.

Oltretutto, la motorizzazione elettrica è perfetta per questo tipo di vetture che, visti il peso, l’economia e lo spazio, non hanno una perfetta insonorizzazione nell’abitacolo – e nemmeno all’esterno – anzi. Chi guida una microcar elettrica quindi si trova ad avere a che fare con meno vibrazioni e rumori vari. La potenza del motore è limitata, ma la coppia disponibile immediatamente assicura la spinta perfetta per muoversi nel traffico. Il peso delle batterie riesce a garantire anche una maggior stabilità alla vettura e, di conseguenze, più sicurezza a bordo.

I prezzi

Vista la dimensione delle minicar, sono i molti a pensare che si possano comprare a prezzi accessibili a tutti. In realtà non è proprio così, in alcuni casi infatti il listino si avvicina molto a quello delle auto standard. Ci sono microcar che partono da circa 7.000 euro, ma anche modelli più recenti che arrivano a superare i 13.000 euro di listino.

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Si possono portare passeggeri durante le esercitazioni con foglio rosa?

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La legge e, nel caso specifico, il Codice della Strada, descrive quelle che sono le condizioni per poter fare le esercitazioni alla guida del veicolo con foglio rosa, senza però specificare in modo chiaro e comprensibile quanti passeggeri possono salire in auto. Cosa dobbiamo sapere a riguardo.

Passeggeri in auto con foglio rosa

Chi ottiene il suo foglio rosa ha il diritto di trasportare persone in auto, ma è assolutamente necessario il rispetto di alcune condizioni:

  • innanzitutto le altre persone possono salire in auto solo durante la circolazione diurna su strade urbane, è vietato invece su strade extraurbane principali, in autostrada e nelle ore serali e notturne (da mezz’ora dopo il tramonto fino a mezz’ora prima dell’alba),
  • i passeggeri devono essere seduti sul sedile posteriore, con le cinture di sicurezza obbligatoriamente allacciate. Sul sedile anteriore infatti deve sedersi il soggetto designato come istruttore.

Limiti di velocità durante le esercitazioni

L’aspirante patentato è obbligato a rispettare i limiti di velocità seguenti:

  • 90 km/h su strade extraurbane principali;
  • 100 km/h in autostrada.

I contrassegni obbligatori

Le vetture usate per le esercitazioni di guida devono essere munite di contrassegni con la lettera “P” (che sta ad indicare la parola principiante) sul parabrezza e sul lunotto posteriore. In questo modo anche gli altri utenti della strada conoscono la sua inesperienza. Il contrassegno deve essere posizionato in modo da non ostruire la visibilità.

La P deve essere nera e retroriflettente su fondo bianco. I cartelli devono rispettare, oltretutto, delle dimensioni specifiche:

  • larghezza 12 cm, altezza 15 cm, lettera larga 9 cm e alta 12 cm per il contrassegno anteriore;
  • 30 cm di larghezza x 30 cm di altezza, con la lettera larga 18 cm e alta 20 cm al posteriore.

Esercitazioni di guida obbligatorie: di cosa si tratta

Chi mira al conseguimento della patente di guida, secondo quanto prescritto dall’articolo 122 del Codice della Strada, deve fare delle esercitazioni anche sulle strade extraurbane e sulle autostrade, e pure in condizioni di visione notturna presso un’autoscuola e con un istruttore abilitato e autorizzato. Sono le ore obbligatorie per legge e si dividono come segue:

  • 2 ore di guida durante le ore notturne su strade urbane strette e larghe, con veicoli parcheggiati ai lati e non, su incroci regolati da segnaletica verticale e semafori;
  • 2 ore su strade urbane di scorrimento o su strade extraurbane secondarie;
  • 2 ore su autostrade o strade extraurbane principali o strade extraurbane secondarie, viaggiando anche oltre la velocità di 50 km/h e usando la quinta marcia, adeguando chiaramente le marce alla velocità.

Le multe

Se un soggetto guida senza essere autorizzato all’esercitazione, con al suo fianco una persona con patente di guida valida per la stessa categoria o per la categoria superiore (in qualità di istruttore), rischia comunque il pagamento di una multa che va da un minimo di 431 a un massimo di 1.734 euro. Stessa sanzione che paga anche la persona che fa da istruttore, e pure i soggetti che, anche se autorizzati per l’esercitazione, guidano senza avere a fianco un guidatore esperto, con patente di guida valida. Si rischia anche la sanzione accessoria del fermo amministrativo del veicolo per 3 mesi.

Chi non rispetta le norme sulle esercitazioni di guida obbligatorie rischia il pagamento di una multa da 87 euro a 345 euro, come anche chi viola le disposizioni sui contrassegni con la lettera “P”.

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Esclusivo: visita al centro tecnologico DS di Versailles

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Negli ultimi anni il team Ferrari è stato avido di soddisfazioni per i tifosi a differenza dello scorso weekend, anche in questi “anni bui” il sogno di ogni uomo appassionato di motori è sempre stato quello di guidare un’auto di Formula 1. Un’aspirazione non sempre facile da realizzare, in compenso noi ci siamo messi alla prova con un vero simulatore professionale di Formula E, la competizione dedicata a vetture totalmente elettriche. Un’esperienza adrenalinica e non banale, in grado di riprodurre fedelmente gli aspetti più tecnici di questa dimensione al volante anche se non quelli emotivi e considerate le sempre più attuali esigenze di sostenibilità ambientale, più al passo con i nostri tempi.

Ad ospitarci è stata sede DS Perfomance a Versailles, poco lontano da Parigi. Il simulatore è quello su cui i due piloti del team DS Techeetah due volte campione del mondo in Formula E s’allenano per memorizzare il percorso prima di ogni gara.

Per ogni tappa del campionato in media António Felix Da Costa e Jean-Eric Vergne passano una giornata a testa se non di più nel mondo virtuale, ancora più della Formula 1 perché il campionato elettrico prevede circuiti cittadini allestiti per l’occasione, non praticabili per le prove durante tutto il resto dell’anno.

Il simulatore è diviso in due stanze collegate, una di controllo con i computer e i relativi sei schermi, l’altra dove al centro è posizionato un vero e proprio telaio dell’auto da corsa posizionato su una base semovente. A questi spazi, s’aggiunge un atrio con tutte le strumentazioni del paddock per simulare fedelmente anche a livello di team le possibili situazioni di gara.

Per far funzionare il simulatore sono necessari due ingegneri, altrettanti sono impegnati nello sviluppo del software e dei relativi aggiornamenti del percorso o delle vetture.

L’abitacolo è stretto, ma tutto sommato vivibile, il volante è identico a quello da gara: pulsanti, ghiere e un display il cui contenuto è d’importanza rilevante per i piloti, al punto che non è stato possibile fotografarlo o filmarlo durante la prova.

Una volta seduti, la vista all’orizzonte comprende solo il pannello avvolgente su tre lati su cui sono proiettate le immagini della realtà virtuale per un’esperienza il più possibile “immersiva”.

Il percorso è quello di Roma, ci accorgiamo da subito di come la frenata sia la manovra più complessa, il freno è molto pesante e una volta premuto il pedale s’avverte tutto il peso della vettura sulle spalle e sul volante. Questo e l’acceleratore sono rigidi, ma rispondono in maniera eccellente.

Dopo il primo giro, con tanto d’istruzioni in cuffia, ci ricordiamo da subito il percorso, facile quindi capire come lo strumento sia perfetto anche per i piloti per memorizzare ogni dettaglio.

Lo spunto in accelerazione è notevole, ma più progressivo del previsto e tutto l’insieme spinge a una guida molto pulita perché ogni minima sbavatura, per esempio su un cordolo, richiede sforzi ulteriori per rispondere alle forti sollecitazioni sul volante.

Scendiamo un po’ frastornati e impressionati per l’aspetto realistico di tutto il sistema anche senza occhiali per la realtà virtuale, “spesso persino i piloti tra una sessione e l’altra hanno bisogno di una boccata di aria fresca”, ci spiega uno dei due ingeneri addetti a questo strumento. Sbirciamo in una sala a fianco che ci hanno detto essere “top secret” dove sotto un velo è custodito un simulatore ancora più evoluto, di cui riusciamo solo a vedere la base e i suoi meccanismi.

L’idea in DS Preformance è “sviluppare il più possibile la vettura e tutti i sui aspetti internamente” ci spiega Thomas Chevaucher (DS Performance Director and Team Principal  DS Techeetah) “Formula E è da sempre per noi un laboratorio per la mobilità elettrica, utile per accelerare lo sviluppo di queste tecnologie e portarle poi nelle auto per il grande pubblico”.

Per una vettura dedicata alle competizioni sono necessari otto mesi di lavoro, il laboratorio DS dedicato ai motori per la Formula E vanta degli specialisti del raffreddamento, ma gli aspetti più importanti dello sviluppo in questo ambito riguardano da un lato i componenti come motore e batteria, dall’altro le questioni strategiche con un impatto più sul breve termine anche sul mercato come l’efficienza energetica e il recupero d’energia.

Una delle grosse differenze che caratterizzano l’auto elettrica è il recupero dell’energia durante la frenata, migliorare il più possibile questo aspetto è fondamentale sia per le auto da gara sia per quelle da strada. Un buon esempio è la DS9 E-Tense 4×4 sviluppata direttamente con l’aiuto di Vergne” continua Chevaucher. Per l’aerodinamica visto che non è possibile provarla in pista, il centro DS prevede due sale test di cui una dedicata ai motori. Il campionato di Formula E sconta quindi alcune defezioni e non sembra più destinato a un radioso futuro come nei primi anni, ma i suoi effetti e la sua efficacia sullo sviluppo dell’elettrico sono palesi, ancora di più dopo un’esperienza come questa.

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Toyota RAV4, la tecnologia sigla per sigla

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La Toyota RAV4 – arrivata alla quinta generazione – è una SUV media apprezzatissima dagli automobilisti italiani: la crossover nipponica – ricca di tecnologia – ha saputo conquistare il pubblico grazie all’affidabilità e alla tecnologia ibrida (full o plug-in).

Di seguito troverete un glossario per capire meglio cosa significano le sigle che identificano tutti gli accessori tecnologici dell’ecologica Sport Utility nipponica.

Toyota RAV4: la tecnologia sigla per sigla

AHB

La sigla AHB (acronimo di Auto High Beam) identifica gli abbaglianti automatici.

ASL

L’ASL (acronimo di Adaptive Speed Limiter) è il limitatore di velocità intelligente.

AWD-i

La sigla AWD-i è usata per identificare le Toyota RAV4trazione integrale.

BA

Il BA (acronimo di Brake Assist) è l’assistente alle frenate di emergenza.

BSM

Il sistema BSM (acronimo di Blind Spot Monitor) è il rilevatore dell’angolo cieco.

Drive Mode Select

Il Drive Mode Select della Toyota RAV4 prevede diverse modalità di guida su asfalto.

EBD

L’EBD è il ripartitore elettronico della forza frenante: il sistema regola elettronicamente la forza frenante applicata non solo alle ruote anteriori e posteriori (come una tradizionale valvola di ripartizione della frenata) ma anche a quelle interne ed esterne in caso di frenata in curva o su una superficie con aderenza non omogenea. Applicando una forza frenante maggiore sulle ruote che in quel momento hanno un maggior limite di aderenza (quelle anteriori e quelle esterne nel caso di frenata in curva, o comunque quelle che rotolano su una superficie con maggior aderenza), l’EBD riduce gli spazi di frenata e mantiene la stabilità del mezzo anche in caso di brusche manovre in curva e in frenata.

EPB

L’EPB è il freno di stazionamento elettrico.

EPS

L’EPS (acronimo di Electronic Power Steering) è il servosterzo elettrico ad assistenza variabile.

HAC

L’HAC (acronimo di Hill start Assist Control) è l’assistente alle ripartenze in salita.

i-ACC

L’i-ACC (acronimo di Intelligent Adaptive Cruise Control) della Toyota RAV4 è un cruise control adattivo Full Range con Stop&Go.

ICS

La sigla ICS (acronimo di Intelligent Clearance Sonar) identifica i sensori di parcheggio con frenata automatica anticollisione.

Isofix

Isofix è un sistema di fissaggio universale e standard dei seggiolini per bambini.

LTA

L’LTA (acronimo di Lane Trace Assist) è un sistema di mantenimento attivo della corsia.

PCS

Il PCS (acronimo di Pre-Collision System) è un sistema pre-collisione con riconoscimento pedoni (diurno/notturno) e ciclisti.

PVM

IL PVM (acronimo di Panoramic View Monitor) combina le immagini catturate da quattro telecamere per creare una visuale 3D a 360° di tutto ciò che circonda l’auto.

RCTA-B

Il Rear Cross Traffic Alert Brake (RCTA-B) è l’avviso di presenza ostacoli posteriori con frenata automatica.

RSA

Il sistema RSA (acronimo di Road Sign Assist) riconosce i segnali stradali.

Smart Rear View Mirror

Lo Smart Rear View Mirror è uno specchietto retrovisore con schermo e telecamera integrata sul lunotto.

SRS

L’SRS (acronimo di Supplemental Restraint System) è il sistema di ritenuta supplementare degli airbag: in caso di collisione determina istantaneamente l’attivazione dei cuscini attenuando l’impatto del conducente o del passeggero contro il volante o il cruscotto.

Toyota Touch

Toyota Touch è il sistema multimediale della RAV4.

TRC

Il TRC non è altro che il controllo della trazione.

TSC

Il TSC è il controllo elettronico del rimorchio.

VSC+

La sigla VSC+ identifica il controllo elettronico della stabilità.

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Che cos’è e a cosa serve un salvagente stradale?

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Il salvagente, secondo la definizione che possiamo trovare nel Codice Stradale, è quella porzione di strada, delimitata e protetta oppure rialzata, che serve per fornire riparo o una zona di sosta ai pedoni. Si trova in corrispondenza delle fermate dei mezzi di trasporto collettivi oppure vicino agli attraversamenti pedonali.

L’utilità del salvagente stradale: a che cosa serve

Il nome dice già tutto sulla destinazione d’uso del salvagente stradale: in effetti possiamo definirlo come quell’area di riparo per i pedoni che sono intenti nella discesa da un mezzo di trasporto pubblico (come il bus o il tram) o nell’attraversamento della strada. Si tratta quindi di una zona che, sulla strada, potremmo paragonare a una sorta di “oasi per i viaggiatori nel deserto”. Una specie di “isoletta” che serve proprio per offrire un “approdo sicuro” ai pedoni che stanno circolando in mezzo al traffico (che può essere molto pericoloso, soprattutto nelle grandi città).

Ma questa non è l’unica (anche se la principale) funzione del salvagente stradale: in effetti serve anche come base per la segnaletica verticale. I salvagenti stradali infatti generalmente non sono spogli, senza cartelli e segnalazioni. Molto spesso servono per l’installazione del classico cartello direzionale blu con la freccia obliqua bianca che indica agli automobilisti (e tutti coloro che circolano su strada) qual è il senso giusto di percorribilità nelle intersezioni tra più percorsi stradali.

Si può parcheggiare in prossimità di un salvagente stradale?

È assolutamente vietato sostare e fermarsi con il proprio mezzo su un salvagente stradale, la legge non lo permette e punisce ovviamente i trasgressori: si tratta di un’area dedicata esclusivamente ai pedoni, non dimentichiamolo. Gli unici casi eccezionali sono quelli definiti di grave necessità e urgenza, da valutare in base alla situazione specifica. La multa va da un minimo di 40 a un massimo di 164 euro per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote, e da 85 a 338 euro per tutti gli altri veicoli. È possibile subire anche la decurtazione di due punti dalla patente.

Sorpasso in prossimità del salvagente: che cosa dice la legge

Nel Codice della Strada è contemplata un’ipotesi di sorpasso a destra prevista proprio in prossimità del salvagente stradale. Ovviamente sappiamo che, per legge, il superamento di un veicolo che ci precede deve essere effettuato sempre (salvo rare eccezioni e casi particolari) sulla sinistra, con il rientro immediato, una volta conclusa la manovra di sorpasso.

Il sorpasso a destra è permesso solo in casi eccezionali, appunto. E uno di questi riguarda i mezzi pubblici e la presenza del salvagente. Secondo quanto dice il Codice della Strada: dove la fermata dei tram o dei filobus è corredata dall’isola salvagente a destra dell’asse della strada, allora tutti i mezzi che transitano, salvo diversa segnalazione, possono circolare indifferentemente a destra o a sinistra del salvagente, ma devono sempre e comunque restare nella porzione di carreggiata relativa al loro senso di circolazione e non devono in alcun modo intralciare il movimento dei viaggiatori. Se filobus o tram sono fermi in mezzo alla carreggiata per far salire e scendere i passeggeri, il sorpasso a destra, in assenza di salvagente, è severamente vietato.

E allora, quando si può superare a destra un salvagente stradale? Solo se destinato ai passeggeri di un mezzo pubblico (non sugli attraversamenti pedonali) e solo se non c’è pericolo per i viaggiatori, se non c’è un segnale di divieto e se si ha la possibilità di rimanere comunque all’interno della carreggiata del proprio senso di marcia.

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Specchietto dell’auto rotto: a quanto ammonta la multa?

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Gli specchietti retrovisori dell’auto sono quelli che abbiamo esternamente, sui due lati della vettura, che ci consentono di vedere cosa accade dietro (lateralmente) di noi. Sono dotati di un vetro piatto, in grado di trasmettere un’immagine fedele di ciò che appare sul retro della nostra macchina. Che cosa succede se si circola con lo specchietto rotto? Vediamolo insieme.

Le caratteristiche dello specchietto

Circolare con lo specchietto dell’auto rotto chiaramente porta a delle conseguenze, più o meno gravi. Si tratta di uno strumento molto utile per la sicurezza in macchina. Nonostante all’interno ci sia anche lo specchietto centrale, chiaramente quelli laterali sono indispensabili. Si tratta di dispositivi regolabili a seconda dell’altezza e della visibilità del conducente, si possono spostare in base alle proprie esigenze.

Ci sono specchietti dotati di modalità diurna e notturna e altri che addirittura offrono l’oscuramento automatico della riflessione durante le ore più buie. Usano dei fotosensori che servono a misurare il livello di luce che viene riflessa dallo specchio stesso: quando è troppo elevato, lo specchio si regola automaticamente e diminuisce il riflesso, in modo da non infastidire gli altri utenti della strada.

I rischi dello specchietto dell’auto rotto

La cosa importante è che ogni conducente deve poter regolare gli specchietti per adattarli alla propria altezza e visibilità, e deve quindi poter guardare e vedere cosa accade dietro di lui. Si tratta di un’operazione che deve essere eseguita prima di iniziare a guidare (soprattutto si procede in retromarcia). Dando la possibilità di vedere cosa c’è dietro l’auto, gli specchietti aiutano a prevenire gli incidenti.

Se l’auto non ha uno specchietto oppure se lo stesso vetro è rotto, bisogna provvedere immediatamente alla sostituzione. Nel caso degli specchietti laterali il rischio altrimenti è quello di incorrere in una sanzione, per quello centrale invece non è prevista alcuna multa, l’automobilista infatti non corre gravi rischi.

Come regolare lo specchietto

Lo specchietto centrale interno all’auto è dotato di vetro piatto e dà un’immagine fedele di ciò che si trova dietro al conducente, non distorta; è più semplice quindi rendersi conto della velocità e della distanza del traffico che segue.

È necessario, come per gli specchietti laterali, regolare quello centrale in base alla propria altezza e visibilità. Consigliamo di farlo prima di partire, con la macchina ferma, seduti nella normale posizione di guida. Per evitare i segni delle dita sul vetro, che possono disturbare la visuale, suggeriamo di tenere lo specchio ai bordi quando si sistema la sua posizione. Il conducente dovrebbe regolare lo specchietto in modo da potervi vedere tutto il lunotto. Nel caso in cui non sia possibile, deve almeno poter vedere il lato in alto a destra del lunotto.

Specchietti retrovisori: le sanzioni per chi non li ha o viaggia col vetro rotto

Il Codice della Strada, nello specifico l’articolo 72, fissa le regole fondamentali da seguire in ambito di specchietti auto. La norma dice che è vietato circolare senza lo specchietto di sinistra, quello a lato guidatore, invece è possibile viaggiare senza quello di destra, da parte al passeggero anteriore. La presenza dello specchietto laterale sinistro è obbligatoria dal 1° gennaio 1977.

Cosa succede quindi se gli specchietti laterali mancano o sono rotti? Chi circola rischia una multa che va da un minimo di 80 a un massimo di 318 euro. Per questo consigliamo di sostituire lo specchietto rovinato o rotto immediatamente.

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Bonus pneumatici 2022: tutti i dettagli

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Il bonus pneumatici – un incentivo di 200 euro per l’acquisto di gomme con etichettatura di classe A o B per quanto riguarda la minore resistenza al rotolamento o il minore spazio di frenata – è stato chiesto attraverso un emendamento nel DL Energia a firma di Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle.

Di seguito troverete tutti i dettagli del bonus pneumatici: a quanto ammonterebbe il fondo, i rimborsi, etc…

Cosa dice il testo dell’emendamento?

L’emendamento punta a inserire dopo l’art. 22 del DL Energia un art. 22-bis relativo alle “Misure a favore degli automobilisti in materia di sicurezza e riduzione delle emissioni nocive dei veicoli, nonché contenimento dell’aumento del costo dei carburanti”.

A quanto ammonterebbe il fondo?

Nell’emendamento i firmatari istituiscono nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico un fondo con una dotazione di 20 milioni di euro per il 2022 destinato alla concessione, fino ad esaurimento delle risorse, di buoni di 200 euro per l’acquisto e il montaggio di quattro pneumatici di classe C1, così come definiti dal Regolamento (CE) 661/2009.

Quali pneumatici potrebbero essere acquistati con il bonus?

Tutti quelli aventi un’etichettatura di classi “A” o “B” sia in relazione alla resistenza al rotolamento (con effetti diretti sul consumo di carburante) sia in relazione all’aderenza su bagnato.

Come funzionerebbero i buoni per il bonus pneumatici?

I buoni – non cedibili, non costituenti reddito imponibile del beneficiario e non rilevanti ai fini del computo del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente – andrebbero spesi entro il 31 dicembre 2022.

Il gommista – previa emissione della relativa fattura o scontrino fiscale – avrebbe la possibilità di richiedere il rimborso del valore del buono fruito dall’utente non oltre 120 giorni dalla data di emissione del documento fiscale di riferimento.

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Mondiale F1 2022 – GP Arabia Saudita a Gedda: gli orari TV su Sky e TV8

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Il GP dell’Arabia SauditaGedda – seconda tappa del Mondiale F1 2022 – sarà trasmesso in diretta su Sky e in differita su TV8 (di seguito troverete gli orari TV).

La FerrariCharles Leclerc sono i favoriti della corsa (con Max Verstappen e la Red Bull subito dietro) ma non vanno sottovalutati a nostro avviso Carlos Sainz Jr. e Lewis Hamilton, quest’ultimo capace di salire sul podio domenica scorsa nonostante una Mercedes poco performante.

F1 2022 – GP Arabia Saudita: cosa aspettarsi

Il circuito di Gedda – sede del GP dell’Arabia Saudita, secondo appuntamento del Mondiale F1 2022 – è un tracciato cittadino velocissimo e molto usurante per gli pneumatici. Prepariamoci a vedere tanta confusione, diversi pit-stop e – soprattutto – molte safety-car che potrebbero incidere notevolmente sul risultato finale della gara.

Di seguito troverete il calendario del Gran Premio dell’Arabia Saudita, gli orari TV su SkyTV8 e il nostro pronostico.

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Formula One Grand Prix of Bahrain

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F1 Grand Prix of Bahrain

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Ahead of the Bahrain Grand Prix 2022

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F1 Grand Prix of Bahrain

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F1 2022 – Gedda, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Venerdì 25 marzo 2022
15:00-16:00 Prove libere 1 (diretta su Sky Sport F1)
18:00-19:00 Prove libere 2 (diretta su Sky Sport F1)
Sabato 26 marzo 2022
15:00-16:00 Prove libere 3 (diretta su Sky Sport F1)
18:00-19:00 Qualifiche (diretta su Sky Sport F1, differita alle 21:30 su TV8)
Domenica 27 marzo 2022
19:00 Gara (diretta su Sky Sport F1, differita alle 21:30 su TV8)

F1 – I numeri del GP dell’Arabia Saudita
LUNGHEZZA CIRCUITO 6.174 m
GIRI 50
RECORD IN PROVA Lewis Hamilton (Mercedes F1 W12) – 1’27”511 – 2021
RECORD IN GARA Lewis Hamilton (Mercedes F1 W12) – 1’30”734 – 2021
RECORD DISTANZA Lewis Hamilton (Mercedes F1 W12) – 2h06’15”118 – 2021

F1 – Il pronostico del GP dell’Arabia Saudita 2022

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1° Lewis Hamilton (Mercedes)

Lewis Hamilton c’è. Nonostante una Mercedes più lenta di Ferrari e Red Bull il pilota britannico (aiutato anche da molta fortuna) è riuscito a salire sul podio anche domenica scorsa allungando a quota sette la striscia di piazzamenti consecutivi in “top 3” nel Mondiale F1.

Lo scorso anno il sette volte campione iridato ha trionfato in una delle gare più pazze della storia e sappiamo tutti quanto è bravo a gestire le safety-car.

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2° Max Verstappen (Red Bull)

Solo un problema tecnico alla sua monoposto ha impedito a Max Verstappen di salire sul podio domenica scorsa in Bahrein.

Il campione del mondo in carica – secondo lo scorso anno nel GP dell’Arabia Saudita – è stato l’unico in grado di contrastare le Ferrari e ha buone possibilità di fare bene anche a Gedda.

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3° Valtteri Bottas (Alfa Romeo)

A Sakhir abbiamo visto un Valtteri Bottas in formissima: nonostante un problema al via ha portato a casa il terzo piazzamento consecutivo in “top 6”.

L’Alfa Romeo quest’anno va molto forte – merito del motore Ferrari – e il pilota finlandese ama parecchio questo circuito (terzo nel 2021).

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Da tenere d’occhio: Carlos Sainz Jr. (Ferrari)

E se Carlos Sainz Jr. tagliasse il traguardo del GP dell’Arabia Saudita davanti a Leclerc? Un’ipotesi del tutto plausibile a nostro avviso.

Il driver spagnolo – ottavo lo scorso anno a Gedda – è in un eccellente stato di forma (secondo podio consecutivo e sedici gare di seguito a punti) e guida una Ferrari che in Bahrein è stata velocissima.

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La squadra da seguire: Mercedes

Gedda – pista che lo scorso anno ha esaltato le caratteristiche della Mercedes – scopriremo se le frecce d’argento hanno perso davvero lo smalto di un tempo o se il Gran Premio del Bahrein è stato solo un passo falso.

Le monoposto tedesche salgono sul podio da 17 corse consecutive e non hanno alcuna intenzione di interrompere questa striscia.

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Come si riverniciano i cerchioni dell’auto?

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È possibile riverniciare i cerchi della propria auto da soli, con il fai da te. Sia che si tratti di meravigliosi cerchi in lega, sia che la vostra auto abbia dei comuni cerchioni in plastica, si possono personalizzare come meglio desiderate. Gli esperti sono in grado di apportare modifiche anche ai terminali di scarico o agli ammortizzatori, i neofiti del tuning in genere iniziano montando kit fari xenon oppure appunto modificando il colore dei cerchi e/o delle pinze freno. Vediamo come.

Come modificare i cerchi

Prima di cominciare con un lavoro di riverniciatura fate attenzione alle condizioni climatiche e assicuratevi che il meteo sia dalla vostra parte. Umidità e pioggia non sono sicuramente alleati dei prodotti che si usano per questi interventi, e sarebbe bene lavorare con temperature comprese tra i 15 e i 25 gradi, così da migliorare la resa dei prodotti usati.

Procedimento:

  • pulire la zona da lavoro, non deve esserci polvere, che influenza il risultato finale;
  • pulire bene i cerchioni usando un prodotto sgrassante o con alcol denaturato;
  • se i cerchi in metallo sono vecchi e con ruggine o superficie irregolare, allora è necessario pulire molto bene, usare carta abrasiva, passare un primer ferma ruggine;
  • smontare il cerchione o l’intera ruota;
  • coprire per bene tutte le parti da non riverniciare con della carta e/o scotch.

Cosa usare per dipingere i cerchi? Può essere molto utile la vernice spray per auto oppure delle vernici apposite in grado di creare uno strato colorato in microfilm.

Pellicole spray per verniciare i cerchi auto

Sono pellicole spray removibili che si possono usare sui cerchi in lega, ma anche sulla plastica e sull’acciaio. Come si usano? È necessario stendere almeno tre mani di prodotto, a volte anche quattro, in base all’effetto desiderato. La pellicola aderisce anche su superfici cromate. Per evitare fastidiose e antiestetiche colature, è consigliato applicare la pellicola spray in più strati e riprese, agitando molto frequentemente la bomboletta, anche tra una spruzzata e l’altra, per evitare che il prodotto si depositi sul fondo e non garantisca quindi un’ottima tenuta nel tempo.

Un consiglio: la stessa vernice può essere usata anche per fare altre piccole modifiche e personalizzazioni alla vostra vettura, si possono colorare ad esempi lo spoiler, le calotte degli specchietti laterali e altri elementi.

Come preparare la ruota prima di iniziare a verniciare

Prima di iniziare con il colore, è bene tenere presente la preparazione necessaria. Il cerchio si può dipingere anche senza smontare la ruota dall’auto, è una decisione personale.

Se non smontate la ruota, allora è assolutamente necessario fare attenzione a proteggere le parti dell’auto da non dipingere. Quindi bisogna munirsi di carta e nastro isolante, per coprire dischi, bulloni, pinze dei freni e tutto quello che non volete colorare. Se invece decidete di smontare la ruota, allora l’unica cosa da coprire saranno chiaramente le gomme.

Attenzione: ricordatevi di coprire bene anche il pavimento con la carta di giornale, per evitare di macchiare tutto con la vernice. Non importa se decidete di fare il vostro lavoro da soli o aiutati da qualcuno, nel vostro garage di casa o in cortile: è fondamentale tappezzare alla perfezione tutte le parti che non volete colorare e volete proteggere dalla vernice spray che scegliete di usare per personalizzare i vostri cerchioni.

L’articolo Come si riverniciano i cerchioni dell’auto? proviene da Icon Wheels.

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Honda Civic e:HEV: le foto e i dati

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Honda ha svelato le foto e i dati della Civic e:HEV destinata all’Europa: l’undicesima generazione della compatta giapponese sarà – per il momento – solo ibrida e arriverà il prossimo autunno.

Honda Civic e:HEV: il motore

Il motore della Honda Civic e:HEV è lo stesso già visto sotto il cofano della CR-V: un 2.0 ibrido benzina (full hybrid) a iniezione diretta e ciclo Atkinson abbinato a due propulsori elettrici in grado di generare una potenza totale di 184 CV e una coppia di 315 Nm.

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Honda Civic e:HEV: il design

Lo stile sportivo ed elegante della Honda Civic e:HEV è caratterizzato da una linea del cofano più bassa di 2,5 cm rispetto alla serie precedente, da un parabrezza dalla visuale più ampia e dalla base del montante anteriore spostata più indietro fino ad allinearsi con il centro delle ruote.

Segnaliamo inoltre gli specchietti laterali disposti lateralmente sulle portiere (soluzione presente solo su un’altra Civic: la Hybrid prodotta dal 2006 al 2011).

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Honda Civic e:HEV: gli interni

Il passo più lungo di 3,5 cm ha permesso ai tecnici Honda di ricavare sulla Civic e:HEV un abitacolo più spazioso e di migliorare le prestazioni e la stabilità in rettilineo.

Nella plancia spicca l’ampia bocchetta dell’aria in metallo con motivo a nido d’ape.

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Honda Civic e:HEV: ADAS e sicurezza

La Honda Civic e:HEV può vantare una dotazione di assistenti alla guida più ricca rispetto alla generazione precedente: troviamo ad esempio una nuova telecamera grandangolare da 100°, sensori sonar (quattro all’anteriore e quattro al posteriore), il monitoraggio del traffico in manovra e il Traffic Jam Assist (assistenza nel traffico).

Per quanto riguarda la sicurezza passiva è invece impossibile non citare le barre aggiuntive nelle portiere (per migliorare i risultati nel crash test laterale), le piastre alla barra del paraurti anteriore (per assorbire l’energia dell’impatto e ridurre i danni alle gambe e alle ginocchia) e 11 airbag tra cui quelli laterali dei sedili posteriori, quelli per le ginocchia dei passeggeri anteriori e quello centrale anteriore posizionato nel sedile del guidatore per evitare collisioni con il passeggero a fianco.

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