Blocco camion aprile 2022: il calendario e le date

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L’elenco dei giorni di aprile 2022 nei quali i camion e i mezzi pesanti oltre le 7,5 tonnellate non potranno circolare (salvo deroghe) fuori dai centri abitati è stato stabilito da un decreto del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.

Conoscere le date in cui non circolano i camion e i TIR è importante, soprattutto in un mese come questo ricco di giorni festivi (Venerdì SantoPasquaPasquettaFesta della liberazione).

Di seguito troverete il calendario completo del divieto di circolazione per i mezzi pesanti disposto dal Ministero e relativo ad aprile 2022. Come potete vedere dall’elenco questo mese i blocchi interesseranno nove date.

Aprile 2022: i giorni di divieto per i TIR

  • Domenica 3 aprile 2022 dalle 09:00 alle 22:00
  • Domenica 10 aprile 2022 dalle 09:00 alle 22:00
  • Venerdì 15 aprile 2022 dalle 14:00 alle 22:00
  • Sabato 16 aprile 2022 dalle 09:00 alle 16:00
  • Domenica 17 aprile 2022 dalle 09:00 alle 22:00
  • Lunedì 18 aprile 2022 dalle 09:00 alle 22:00
  • Martedì 19 aprile 2022 dalle 09:00 alle 14:00
  • Domenica 24 aprile 2022 dalle 09:00 alle 22:00
  • Lunedì 25 aprile 2022 dalle 09:00 alle 22:00

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MotoGP 2022 – GP Argentina a Termas de Rio Hondo: gli orari TV su Sky e TV8

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Credits: Johannes P. Christo/Anadolu Agency via Getty Images

Termas de Rio Hondo torna in MotoGP dopo due anni di assenza a causa della pandemia di Covid-19: il GP dell’Argentina, terza tappa del Motomondiale 2022, sarà trasmesso in diretta su Sky e in differita su TV8 (di seguito troverete gli orari TV).

 

Nella corsa sudamericana non vedremo al via Marc Márquez: il centauro spagnolo ha accusato un nuovo episodio di diplopia dopo il brutto incidente nel warm-up del Gran Premio d’Indonesia e il suo posto in sella alla Honda verrà preso dal tedesco Stefan Bradl.

MotoGP 2022 – GP Argentina: cosa aspettarsi

Il circuito di Termas de Rio Hondo – sede del GP dell’Argentina, terzo appuntamento della MotoGP 2022 – è un tracciato molto scorrevole che non presenta particolari insidie.

Di seguito troverete il calendario del Gran Premio dell’Argentina, gli orari TV su SkyTV8 e il nostro pronostico.

MotoGP of Indonesia – Race

Credits: Robertus Pudyanto/Getty Images

Qualifying race of MotoGP Pertamina Grand Prix of Indonesia

Credits: Johannes P. Christo/Anadolu Agency via Getty Images

2022 MotoGP Pertamina Grand Prix of Indonesia – Race

Credits: Johannes P. Christo/Anadolu Agency via Getty Images

MOTO-PRIX-INA

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MotoGP of Indonesia – Practice

Credits: Steve Wobser/Getty Images

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MotoGP 2022 – Termas de Rio Hondo, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Sabato 2 aprile 2022
13:45-14:25 Moto3 – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP)
14:40-15:20 Moto2 – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP)
15:35-16:20 MotoGP – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP)
16:35-17:15 Moto3 – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP)
17:30-18:10 Moto2 – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP)
18:25-19:10 MotoGP – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP)
19:35-20:15 Moto3 – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP)
20:30-21:10 Moto2 – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP)
21:25-21:55 MotoGP – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP)
22:05-22:45 MotoGP – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP)
Domenica 3 aprile 2022
14:30-14:50 Moto3 – Warm-up (diretta su Sky Sport MotoGP)
15:00-15:20 Moto2 – Warm-up (diretta su Sky Sport MotoGP)
15:30-16:00 MotoGP – Warm-up (diretta su Sky Sport MotoGP)
17:00 Moto3 – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP, differita alle 19:00 su TV8)
18:20 Moto2 – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP, differita alle 20:30 su TV8)
20:00 MotoGP – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP, differita alle 22:15 su TV8)

MotoGP – I numeri del GP dell’Argentina
LUNGHEZZA CIRCUITO 4,8 km
GIRI 25
RECORD IN PROVA Marc Márquez (Honda) – 1’37”683 – 2014
RECORD GARA Valentino Rossi (Yamaha) – 1’39”019 – 2015

MotoGP – Il pronostico del GP dell’Argentina 2022

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1° Pol Espargaró (Honda)

Pol Espargaró si troverà in Argentina a dover ricoprire il ruolo di prima guida Honda a causa dell’assenza di Marc Márquez.

Il pilota iberico ha iniziato bene la MotoGP 2022 con il terzo posto in Qatar e può vantare due podi negli ultimi quattro Gran Premi disputati. Migliorabili, invece, i suoi precedenti a Termas de Rio Hondo: un sesto posto come miglior risultato ottenuto nel lontano 2016.

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2° Johann Zarco (Ducati)

Johann Zarco ama molto il GP dell’Argentina: nel 2018 a Termas de Rio Hondo ha portato a casa un secondo posto.

Il centauro francese – ringalluzzito dal podio in Indonesia – farà di tutto per rimanere nelle zone alte della classifica Piloti della MotoGP 2022.

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3° Jack Miller (Ducati)

Jack Miller ha iniziato male la stagione e ha bisogno di un podio a Termas de Rio Hondo per tornare ai vertici.

I precedenti del centauro australiano nel GP dell’Argentina? Due quarti posti.

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Da tenere d’occhio: Andrea Dovizioso (Yamaha)

Sarebbe bello tornare a vedere Andrea Dovizioso in “top 10” (evento che non si verifica dalla fine del 2020) ma la sua Yamaha non sembra essere all’altezza.

Il romagnolo ha dimostrato in passato di trovarsi a proprio agio nel GP dell’Argentina conquistando due podi in MotoGP.

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La moto da seguire: Ducati

Non tutti sanno che l’ultima vittoria di una moto non giapponese in Argentina nella classe regina del Motomondiale risale al lontano 1963 (Mike Hailwood, MV Agusta).

La Casa di Borgo Panigale – reduce da tre successi negli ultimi quattro appuntamenti iridati della MotoGP – cercherà di riportare il tricolore davanti a tutti.

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Esperienze inattese: al Volvo Studio Milano si incontrano musica e danza

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Al Volvo Studio Milano si incontrano la musica di Saturnino e la danza di Nicola Galli


Anche se dovremmo essere abituati alle contaminazioni, questa ci stupisce. E molto positivamente. Non capita tutti i giorni che all’interno di una spazio di una Casa automobilistica risuonino le note di un basso elettronico in accompagnamento a un’esibizione di danza moderna. Eppure è successo: il 25 marzo, al Volvo Studio di Milano, le note di Saturnino, produttore e bassista di fama internazionale, si sono incrociate con la danza di Nicola Galli, coreografo e performer tra i più interessanti della scena giovanile italiana. Il primo evento di una serie nata in collaborazione tra Volvo Studio e Triennale Milano Teatro, intitolata Esplorazioni.

“Siamo orgogliosi della collaborazione con Triennale Milano, di certo una delle realtà di riferimento nel panorama culturale internazionale,” ci ha dichiarato Chiara Angeli, Head of Commercial Operations Volvo Car Italia e responsabile delle attività del Volvo Studio Milano. “Il progetto che ha preso il via con la performance di Saturnino e Nicola Galli permette al Volvo Studio Milano di toccare una nuova vetta espressiva nel percorso intrapreso sin dall’inizio e finalizzato al racconto dei valori del nostro brand attraverso l’ottica delle discipline artistiche più diverse”.

Volvo Studio infatti è una struttura accogliente, nella quale l’auto svedese è una presenza discreta e l’insieme comunica i valori di un brand del nord Europa molto attento da sempre alle tematiche ambientali, alla sicurezza e al comfort delle persone. Così, oltre a incontri dedicati più strettamente all’evoluzione della mobilità, quasi sempre a inviti, si alternano e sommano eventi aperti al pubblico, com’è il caso di Esplorazioni, il cui prossimo appuntamento è il 22 giugno con Stefania Tansini e Trio Messa/Bonaita/Patria. Stefania Tansini – una delle artiste oggi più promettenti nell’ambito delle performing arts – continua il suo percorso di sperimentazione sul corpo, alla ricerca di un contatto con l’altro. In questa performance, l’altro è rappresentato dal trio composto dalle musiciste Valentina Messa, Francesca Bonaita e Camilla Patria, interpreti tra le più promettenti della musica classica italiana. Seguiranno con date da definire Annamaria Ajmone e Bunny Dakota (lei danzatrice e coreografa tra le più rilevanti della scena contemporanea incontra il sound della dj e producer Bunny Dakota, artista che crea paesaggi sonori e multi-percettivi) e mk / Michele Di Stefano e Painé Cuadrelli (Un “concerto coreografia” in cui i movimenti e i gesti della compagnia mk offrono una forma alle sonorità di Painé Cuadrelli, sound designer, producer e dj).

Ricordiamo poi che tra aprile e maggio il Volvo Studio Milano ospiterà i quattro appuntamenti del ciclo Un Mare di Suoni – Musiche dal Mediterraneo, un inedito viaggio musicale tra i suoni di un’area geografica che da sempre evoca storie di popoli che si incontrano. Partendo da musica napoletana, taranta, tradizione romagnola e sarda, le influenze si mescolano al contatto con terre e culture diverse. Infine il Volvo Studio Milano sarà per il quinto anno consecutivo luogo di Piano City Milano ospitando il 21 e 22 maggio prossimi alcuni concerti nell’ambito dell’edizione 2022 di uno dei più grandi festival musicali del mondo per numero di spettacoli e affluenza di pubblico.

Conclude Roberto Lonardi, public relations Volvo Italia: “Il Volvo Studio Milano, inaugurato nel 2017, si conferma un luogo chiave per la strategia di comunicazione di Volvo e ribadisce il proprio ruolo come punto di riferimento per la diffusione della cultura in senso lato nella città di Milano”.

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Auto ibride: cosa significa la sigla MHEV?

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Le auto a zero emissioni si stanno diffondendo sempre più sul nostro mercato. Sono tanti i modelli con motorizzazione elettrica, le Case automobilistiche si stanno preparando alla totale transizione energetica. Molte di loro infatti, nel prossimo decennio, diranno definitivamente addio ai motori endotermici, per fare posto alle vetture 100% elettriche. Ad oggi i problemi legati a questi modelli sono ancora molti: la scarsità di colonnine di ricarica sul territorio nazionale, i prezzi di listino ancora elevati, l’autonomia non sempre di alto livello. Non per ultima, la crisi del settore automobilistico, che ha messo in seria difficoltà tutti gli attori del comparto e che oggi cerca di rialzarsi dopo una pandemia durata più di due anni (e non ancora terminata), la mancanza di microchip e materie prime e la guerra in atto tra Russia e Ucraina.

Le motorizzazioni a zero emissioni sono spinte dagli incentivi auto, che anche nel 2022 saranno varati dal Governo e che, oltre ai modelli elettrici, sosterranno anche (molto probabilmente) quelli ibridi. Ma che cosa sono? Ne abbiamo già parlato in differenti occasioni, ci sono diverse tipologie di vetture hybrid, che di distinguono in base a differenti sigle. Vediamo oggi quelli che vengono identificati sul mercato con la dicitura di ibrido MHEV.

Sistema ibrido MHEV: di che cosa si tratta

Innanzitutto spieghiamo che cosa significa la sigla: è l’acronimo di Mild Hybrid Electric Vehicle e indica le vetture ibride leggere, ovvero i modelli in cui il motore termico viene supportato leggermente da un propulsore elettrico di piccole dimensioni, che si attiva solo in alcune fasi di sforzo, grazie anche al funzionamento di una piccola batteria ad esso dedicata, in grado di recuperare energia anche in frenata.

I veicoli MHEV, nei listini, sono quelli più economici. Costano meno e sono, in genere, alla portata di tutti. Sono auto che possono essere molto utili sia per un buon risparmio sui consumi, che per una diminuzione del livello di emissioni inquinanti. Come funzionano? In determinate fasi di marcia del veicolo, il motore elettrico interviene e dà a quello termico un booster di potenza, in modo da rendere il mezzo più “brillante” nelle prestazioni.

La tecnologia MHEV oggi è ormai presente su molti modelli, tante Case automobilistiche presentano a listino auto Mild Hybrid Electric sia su motori benzina che diesel, sia con cambio manuale che automatico, e con differenti tipologie di trazione.

Un altro vantaggio da considerare è che le auto MHEV in genere beneficiano di speciali agevolazioni, che variano di regione in regione. Per fare degli esempi:

  • l’esenzione dal pagamento dei parcheggi con le strisce blu;
  • sconti sul bollo auto;
  • esenzione dal Superbollo, se hanno più di 250 cavalli di potenza.

Come funziona il sistema ibrido leggero

Le vetture MHEV sono dotate di un alternatore-starter azionato a cinghia (MHSG o BSG). Si tratta nello specifico di un dispositivo elettrico reversibile in grado di generare corrente e di suppore l’avviamento del motore termico in fasi come lo start/stop.

L’utilizzo dell’alternatore BAS (Belt Alternator Starter) consente di aggiungere funzionalità ibride come start-stop, power assist e frenata rigenerativa. È proprio il fulcro del sistema MHEV, che in genere funziona a 48 Volt insieme alla batteria agli ioni di litio e a un software che si occupa della gestione.

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Kia EV9 Concept: la grande SUV elettrica del futuro

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Si chiama EV9 Concept ed è un prototipo Kia che anticipa le forme e i contenuti della grande SUV elettrica della Casa coreana che arriverà sul mercato europeo nel 2023.

Di seguito troverete tutti i dettagli della Kia EV9 Concept, crossover per famiglie sviluppata sul pianale E-GMP portato al debutto dalla EV6.

Kia EV9 Concept: le dimensioni

La Kia EV9 Concept è lunga 4,93 metri, larga 2,06 metri e alta 1,79 metri. Il passo è di 3,10 metri.

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Kia EV9 Concept: il design esterno

Lo stile della Kia EV9 Concept è ispirato alla semplicità e alla perfezione della natura: la vernice esterna, ad esempio, riproduce la profondità dell’oceano.

Nel frontale spicca una nuova griglia che esibisce un intricato display con motivo a nuvola di stelle che si nasconde dietro un pannello della carrozzeria quando la vettura è parcheggiata mentre per quanto riguarda il profilo segnaliamo i tagli netti, i muscoli possenti e i cerchi da 22” dal design poligonale. Molto originale la coda, contraddistinta dall’andamento triangolare del montante D.

La Kia EV9 Concept è una Sport Utility efficiente (pannelli solari sul cofano) e aerodinamica: i mancorrenti sul tetto sono retrattili e quando non sono in uso si chiudono verso l’interno mentre gli specchietti retrovisori esterni sono stati rimpiazzati da telecamere.

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Kia EV9 Concept: gli interni

Sedili disposti su tre file, un display interattivo ultra-wide da 27” e il volante a scomparsa: sono queste le caratteristiche principali dell’abitacolo della Kia EV9 Concept. Una lounge di prima classe sostenibile ed ecologica: materiali derivanti dal riciclo di reti da pesca per il pavimento, tessuto dei sedili ottenuto dal riciclo di bottiglie di plastica e di fibre di lana e grande uso di pelle vegana.

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A cosa serve e quanto costa la rettifica della testata del motore

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La revisione e la rettifica della testata del motore sono interventi che richiedono molto tempo e una manodopera specializzata. Questo è il motivo per cui, impiegando un’intera giornata, e spesso, anche oltre, i costi da sostenere sono in genere molto elevati per chi richiede questa tipologia di lavoro. Vediamo cosa bisogna sapere.

I sintomi di un malfunzionamento

L’auto potrebbe presentare:

  • il problema del consumo eccessivo di carburante;
  • strappi in fase di accelerazione;
  • difficoltà ad accendersi.

Il meccanico prende in carico il mezzo e analizza:

  • livello del carburante;
  • danni perimetrali della vettura;
  • adeguatezza dei documenti di circolazione.

Si tratta degli elementi che tutelano il cliente e l’officina.

Come fare la revisione della testata

Prima di tutto il meccanico esegue una diagnosi di prima accensione, poi passa alla diagnosi elettronica. Tutto serve per verificare l’accensione e il funzionamento dei cilindri.

Se il problema è questo, si procede con lo smontaggio delle candele eventualmente danneggiate e con la prova di compressione dei cilindri. In mancanza completa di compressione è necessario rimuovere la testata.

I costi

Con le informazioni date sinora, è possibile fare un primo preventivo di massima per il cliente: per lo stacco della testa e la visione del danno in genere la spesa può variare dai 200 ai 250 euro. Attenzione: se il danno supera il valore reale dell’auto, il cliente può anche decidere di non ripararla.

Lo smontaggio e la rettifica della testata

Nello smontaggio della testa, a seconda del problema, il meccanico può decidere di smontare anche la coppa per controllare i pistoni. L’officina specializzata si occupa della rettifica, che prevede:

  • rettifica piano testa;
  • sostituzione sedi valvole;
  • sostituzione valvole;
  • prova idraulica;
  • registrazione punterie.

Attenzione anche al piano blocco motore, da pulire. Infine si passa alla verifica delle fasce dei pistoni, alla pulizia della coppa e al check del pescaggio olio.

Fase di riassemblaggio

Dopo l’intervento appena descritto, è necessario controllare che non siano presenti residui di rettifica. Si può quindi procedere con il riassemblaggio:

  • inserire i pistoni grazie al mandafasce;
  • stringere le bielle usando i corretti Nm di serraggio;
  • richiudere la coppa;
  • posizionare la guarnizione nuova;
  • montare la testata revisionata.

I bulloni della testa devono essere obbligatoriamente sostituiti, da stringere con i corretti Nm e nella sequenza esatta.

La fase di collaudo

Una volta rimontata la testa, si passa al collaudo. Prima si inseriscono il nuovo olio e il liquido antigelo, in seguito si fa lo spurgo dell’aria dell’impianto di raffreddamento:

  • accendere l’auto;
  • attendere che l’elettroventola si inserisca più volte;
  • controllare i valori in real-time della temperatura del motore;
  • lasciare raffreddare per circa 30 minuti;
  • rabboccare il liquido mancante e azzerare gli errori in centralina.

È possibile provare l’auto su strada, per almeno 15 chilometri (consigliati). Al rientro in officina è necessario controllare ancora il livello dell’antigelo e dell’olio.

Prima di consegnare la macchina, il meccanico la prova insieme al cliente. Un lavoro di questo tipo può costare, in media, circa 1500/1600 euro, di cui fanno parte:

  • il prezzo della rettifica della testata, presentato dall’officina specializzata;
  • la manodopera;
  • il materiale per i ricambi, tra cui – ad esempio – kit distribuzione e kit smeriglio, pompa acqua, mastice per riguarnitura coppa dell’olio, tiranti/bulloni per la testa, olio motore e filtro dell’olio, liquido antigelo, filtro dell’aria, filtro abitacolo.

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Mazda CX-60: le versioni, i prezzi e le rivali

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La Mazda CX-60SUV media a trazione integrale – è la prima ibrida plug-in della storia della Casa giapponese.

L’ecologica crossover di Hiroshima – rivolta a chi cerca un veicolo “premium” spazioso e raffinato – è offerta in quattro allestimenti (Prime Line, Exclusive Line, Homura e Takumi) e monta un motore 2.5 ibrido plug-in benzina in grado di generare una potenza totale di 327 CV abbinato a una batteria da 17,8 kWh che garantisce un’autonomia di 63 km in modalità elettrica (fino a una velocità massima di 100 km/h). Più avanti vedremo due unità mild hybrid 48V a sei cilindri in linea (un 3.0 a benzina e un 3.3 turbodiesel) disponibili anche a trazione posteriore.

Di seguito troverete tutti i dettagli della nuova Mazda CX-60: versioni, prezzi, rivali e chi più ne ha più ne metta.

Mazda CX-60: le versioni

Le versioni della Mazda CX-60 sono quattro: Prime LineExclusive LineHomuraTakumi.

Mazda CX-60 Prime Line

La dotazione di serie della Mazda CX-60 Prime Line comprende:

Esterni

  • Cerchi in lega da 18″
  • Fari anteriori e posteriori a LED
  • Griglia anteriore a nido d’ape con cornice cromata
  • Paraurti inferiore, cornici passaruota e listelli sottoporta con finiture nere
  • Retrovisori esterni colore carrozzeria regolabili, riscald. e ripieg. elettr. e automaticamente

Interni

  • Rivestimenti interni in tessuto nero
  • Sedili anteriori con regolazioni manuali a 6 vie
  • Volante multifunzione rivestito in pelle
  • Sedile posteriore divisibile 40/20/40
  • Illuminazione interna a LED

Comfort

  • Strumentazione digitale con display 12,3″
  • Climatizzatore automatico bi-zona con sensore umidità
  • Cruise Control
  • Sensori luce/pioggia
  • Sensori di parcheggio posteriori
  • Antifurto con sensore anti-intrusione

Infotainment

  • Display centrale da 12,3″, Bluetooth, Android Auto wireless, Apple Carplay wireless, navigatore satellitare
  • Servizi connessi con smartphone mediante MyMazda App
  • Impianto audio Mazda Harmonics Acoustics con radio digitale DAB e 8 altoparlanti
  • 2xUSB-C anteriori

Tecnologia & sicurezza

  • Kinematic Posture Control (KPC)
  • Airbag frontali e laterali (guidatore e passeggero) e a tendina
  • Airbag anteriori ginocchia lato guidatore
  • Sistema di assistenza alla partenza in salita (HHL) e controllo veicolo in discesa (HDC)
  • Sensori pressione pneumatici (TPMS)
  • Sistema di chiamata di emergenza e-Call
  • Selettore di guida Mi-Mode
  • Sistema intelligente frenata in città (SCBS) con rilevamento pedoni anche notturno
  • Sistema di monitoraggio angoli ciechi (BSM) con rilevazione pericolo uscita parcheggio posteriore (RCTA) e funzione rilevazione pericolo apertura portiere
  • Sistema rilevazione stanchezza guidatore (DAA)
  • Sistema riconoscimento segnali stradali (TSR)
  • Sistema di mantenimento della carreggiata (Lane-keep Assist System)
  • Sistema di frenata di emergenza in prossimità di incroci (TAP)
  • Sistema intelligente di frenata automatica in autostrada (SBS)
  • Towing Mode per gancio traino
  • Cavi di ricarica Tipo 2 e Tipo 3

Mazda CX-60 Exclusive Line

La Mazda CX-60 Exclusive Line costa 2.000 euro più della Prime Line e aggiunge:

Esterni

  • Cerchi in lega da 20″
  • Fari anteriori e posteriori con LED signature
  • Griglia anteriore Nero Lucido con cornice cromata
  • Montanti portiere Nero Lucido

Interni

  • Interni con elementi cromati e finiture in materiale “Soft Touch” e similpelle
  • Sedile guidatore con regolazione manuale a 8 vie
  • Winter Pack (sedili anteriori, volante e parabrezza riscaldabili elettricamente)
  • Illuminazione interna tunnel centrale e zona piedi anteriore

Comfort

  • Head Up Display – proiezione informazioni sul parabrezza
  • Bocchette aerazione posteriori
  • Smart Key
  • Sensori di parcheggio anteriori e posteriori
  • Videocamera posteriore

Infotainment

  • 2xUSB-C posteriori

Tecnologia & Sicurezza

  • Sistema di controllo automatico fari abbaglianti (HBC)

Mazda CX-60 Homura

La Mazda CX-60 Homura costa 2.400 euro più della Exclusive Line e aggiunge:

Esterni

  • Cerchi in lega da 20″ Nero Lucido
  • Griglia anteriore a nido d’ape Nero Lucido con cornice scura
  • Paraurti inferiore, cornici passaruota e listelli sottoporta colore carrozzeria e finiture Nero Lucido
  • Retrovisori esterni Nero Lucido regolabili, riscald. e ripieg. elettr. e automaticamente

Interni

  • Rivestimenti interni in pelle Black
  • Ambient Light (illuminazione pannelli portiere e zona piedi posteriore)

Mazda CX-60 Takumi

La Mazda CX-60 Takumi costa 1.500 euro più della Homura e aggiunge:

Esterni

  • Cerchi in lega da 20″ Nero Lucido e finiture Machining
  • Griglia anteriore Nero Lucido con cornice cromata
  • Paraurti inferiore, cornici passaruota e listelli sottoporta colore carrozzeria e finiture cromate
  • Retrovisori esterni colore carrozzeria regolabili, riscald. e ripieg. elettr. e automaticamente

Interni

  • Rivestimenti interni in pelle Nappa White con elementi Chromo e Legno
  • Volante in pelle con cuciture White

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Mazda CX-60: i prezzi e le rivali

Mazda CX-60 Prime Line 49.950 euro

Mazda CX-60 Exclusive Line 51.950 euro
DS 7 Crossback E-Tense Business 54.100 euro
Suzuki Across Top 56.900 euro
Toyota RAV4 PHEV Dynamic+ 55.500 euro

Mazda CX-60 Homura 54.350 euro
DS 7 Crossback E-Tense Business 54.100 euro
Suzuki Across Top 56.900 euro
Toyota RAV4 PHEV Dynamic+ 55.500 euro

Mazda CX-60 Takumi 55.850 euro
Audi Q5 50 TFSI e 59.750 euro
DS 7 Crossback E-Tense Performance Line 55.100 euro
Toyota RAV4 PHEV Dynamic+ 55.500 euro
Volvo XC60 T6 Recharge Essential 60.650 euro

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F1 2022: Verstappen re dell’Arabia Saudita con la Red Bull

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Credits: Eric Alonso/Getty Images

Max Verstappen ha vinto il GP dell’Arabia SauditaGedda con la Red Bull: il pilota olandese si è aggiudicato la seconda tappa del Mondiale F1 2022 davanti alle due Ferrari di Charles LeclercCarlos Sainz Jr..

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Credits: ANDREJ ISAKOVIC/AFP via Getty Images

F1 Grand Prix of Saudi Arabia

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F1 Grand Prix of Saudi Arabia

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La corsa mediorientale è stata molto tormentata: durante le prove libere del venerdì un missile yemenita ha colpito un deposito petrolifero situato a 20 km dal circuito mentre ieri Mick Schumacher è stato vittima di un bruttissimo incidente con la sua Haas (fortunatamente senza conseguenze, salvo la mancata partecipazione alla gara di oggi) durante le qualifiche.

Mondiale F1 2022 – GP Arabia Saudita: le pagelle

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Charles Leclerc (Ferrari)

Tutto sommato Charles Leclerc può ritenersi soddisfatto del GP dell’Arabia Saudita Gedda: secondo posto, giro veloce e primato consolidato nel Mondiale F1 2022 davanti al compagno Sainz Jr.

Il pilota monegasco ha guadagnato il primo posto al 16° giro approfittando del pit-stop sfortunato di Pérez e ha mantenuto il primato anche durante la ripartenza post safety-car grazie a un’eccellente strategia su Verstappen. Intorno alla metà della gara ha fatto il possibile per mantenere su Max un vantaggio superiore al secondo (per impedirgli di azionare il DRS) ma è stato tutto vanificato con l’introduzione della Virtual Safety-Car e Charles si è dovuto arrendere all’olandese a pochi giri dalla bandiera a scacchi.

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Max Verstappen (Red Bull)

La prima vittoria stagionale di Max Verstappen ha riscattato la delusione del Bahrein.

Il campione del mondo in carica, partito dalla quarta posizione, ha subito superato Sainz Jr. e si è preso il secondo posto grazie alla sfortuna del compagno Pérez. Da quel momento in poi ha braccato Leclerc per quasi tutto il GP dell’Arabia Saudita riuscendo ad avvicinarsi dopo la Virtual Safety Car e a passarlo pochi giri dopo.

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Carlos Sainz Jr. (Ferrari)

Ancora un podio – il terzo consecutivo – per Carlos Sainz Jr.

Al via della gara di Gedda si è fatto beffare da Verstappen uscendo fuori dalla “top 3” e dopo il cambio gomme in regime di safety-car si è ritrovato Pérez che non gli ha dato la precedenza in uscita dalla pit-lane. Il messicano gli ha ceduto la terza piazza dopo la ripartenza e non prima, impedendogli così di lottare subito con la prima guida della Red Bull.

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Sergio Pérez (Red Bull)

Dopo la pole-position strepitosa di ieri e l’ottima partenza di oggi Sergio Pérez sembrava avviato verso la vittoria nel GP dell’Arabia SauditaGedda e invece per la sesta volta consecutiva è finito fuori dal podio.

Tutto è cambiato al 16° giro quando il pilota messicano ha effettuato il pit-stop e poco dopo Latifi è andato a muro. Il risultato? L’ingresso della safety-car ha avvantaggiato tutti gli altri piloti che sono riusciti a cambiare le gomme in meno tempo e Sergio si è ritrovato terzo. Ma non è tutto: la seconda guida Red Bull è infatti stata costretta a cedere la terza piazza a Sainz Jr. per non aver dato la precedenza in uscita dalla pit-lane al driver spagnolo.

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Ferrari

La Ferrari non ha vinto ma è tutto fuorché triste.

La scuderia di Maranello è riuscita di nuovo a portare due monoposto sul podio e ha incrementato il vantaggio sulla Mercedes (ancora seconda nel Mondiale F1 2022 Costruttori).

Mondiale F1 2022 – I risultati del GP dell’Arabia Saudita

Prove libere 1

1 Charles Leclerc (Ferrari) 1:30.772
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:30.888
3 Valtteri Bottas (Alfa Romeo) 1:31.084
4 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:31.139
5 Pierre Gasly (AlphaTauri) 1:31.317

Prove libere 2

1 Charles Leclerc (Ferrari) 1:30.074
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:30.214
3 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:30.320
4 Sergio Pérez (Red Bull) 1:30.360
5 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:30.513

Prove libere 3

1 Charles Leclerc (Ferrari) 1:29.735
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:29.768
3 Sergio Pérez (Red Bull) 1:29.833
4 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:30.009
5 Valtteri Bottas (Alfa Romeo) 1:30.030

Qualifiche

1 Sergio Pérez (Red Bull) 1:28.200
2 Charles Leclerc (Ferrari) 1:28.225
3 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:28.402
4 Max Verstappen (Red Bull) 1:28.461
5 Esteban Ocon (Alpine) 1:29.068

Le classifiche
La classifica del GP dell’Arabia Saudita 2022
Max Verstappen (Red Bull) 1h24:19.293
Charles Leclerc (Ferrari) + 0,5 s
Carlos Sainz Jr. (Ferrari) + 8,1 s
Sergio Pérez (Red Bull) + 10,8 s
George Russell (Mercedes) + 32,7 s
Classifica Mondiale Piloti
Charles Leclerc (Ferrari) 45 punti
Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 33 punti
Max Verstappen (Red Bull) 25 punti
George Russell (Mercedes) 22 punti
Lewis Hamilton (Mercedes) 16 punti
Classifica Mondiale Costruttori
Ferrari 78 punti
Mercedes 38 punti
Red Bull 37 punti
Alpine-Renault 16 punti
Haas-Ferrari 12 punti

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Come si calcola la pressione corretta per i nostri pneumatici?

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La pressione delle gomme dovrebbe sempre essere tenuta sotto controllo, è fondamentale per viaggiare sicuri in auto. Vediamo come fare i controlli e quando.

L’importanza della pressione delle gomme

Gli pneumatici della macchina dovrebbero sempre esse gonfi – e non solo – anche alla pressione corretta, per assicurare ottime performance, consumi e, soprattutto, sicurezza. Sappiamo che viaggiare con le gomme sgonfie non è assolutamente una buona idea, ma è vero che anche muoversi con gli pneumatici eccessivamente gonfi non è la scelta giusta. I motivi:

  • quando una gomma è sgonfia, aumenta la resistenza del battistrada sul fondo/terreno, e anche semplici manovre e azioni quali accelerazione, frenata e sterzata, possono diventare complesse e si rischia di perdere il controllo dell’auto;
  • per contro, anche uno pneumatico troppo gonfio può essere pericoloso: diminuisce infatti l’aderenza sull’asfalto, i tempi di frenata aumentano e, con essi, anche la possibilità di sbandare.

Attenzione: la pressione delle gomme errata, sia in difetto che in eccesso, porta a consumi di carburante più elevati e ad un’usura eccessiva di battistrada e cerchioni.

Se le gomme sono troppo gonfie, il battistrada si consuma principalmente nella porzione centrale, al contrario – se le gomme sono sgonfie – il rischio è che il cerchione si deformi, visto che l’usura interessa soprattutto i lati del battistrada.

Pressione corretta: a cosa fare attenzione

La pressione ideale delle gomme non esiste, ogni pneumatico è a sé, non possiamo dare numeri validi per tutti. Infatti è importante leggere all’interno del manuale d’uso dell’auto, per poter consultare la tabella in cui viene consigliata la pressione degli pneumatici per quel modello di macchina.

Ricorda comunque che la pressione viene misura in bar, che le gomme anteriori dovrebbero averla più alta rispetto a quelle posteriori (leggermente) e che il livello ottimale in genere è compreso tra i 2 e i 3 bar.

Come si legge la tabella di pressione delle gomme

In genere la tabella, sul manuale, è divisa in quattro differenti aree:

  • la prima indica il modello di auto;
  • poi la potenza del motore;
  • la tipologia della gomma;
  • la pressione ottimale (in bar).

Quando bisogna controllare la pressione delle gomme e come fare

Viaggiare in auto, soprattutto su strade sconnesse, comporta una perdita della pressione delle gomme. Il nostro consiglio è quello di fare un controllo mensile degli pneumatici, fondamentale per avere una pressione sempre ottimale e quindi viaggiare in sicurezza.

Come fare il controllo autonomamente, si tratta di un’operazione semplice, alla portata di tutti:

  • prima di tutto è fondamentale che le gomme siano fredde, perché l’aria al loro interno si espande con il calore e rende difficoltosa o addirittura impossibile una misurazione della pressione precisa e veritiera;
  • leggere sul manuale dell’auto qual è la pressione consigliata per le gomme;
  • svitare il tappo della valvola sullo pneumatico;
  • inserire il manometro sulla valvola, facendo pressione;
  • la lancetta del manometro indica quindi la pressione delle gomme.

Una volta eseguiti questi passaggi, devi gonfiare e sgonfiare man mano, fino a raggiungere la pressione consigliata dalla Casa produttrice e scritta sul manuale dell’auto. Ricordati di fare questo controllo almeno una volta al mese, è fondamentale per la tua sicurezza e degli altri utenti sulla strada. Inoltre, una pressione ottimale ti permette anche di ridurre i consumi.

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Che cos’è una hypercar? La definizione

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L’hypercar è la vera e propria evoluzione del concetto di auto sportiva, che cambia e diventa qualcosa di nuovo, estremamente potente, ma non solo. Vediamo quindi quali modelli di auto intendiamo quando parliamo di hypercar e quali sono le loro caratteristiche dominanti.

Hypercar o supercar? La differenza

Si è sempre parlato di supercar, facendo riferimento – negli anni – a vetture potenti, costose e lussuose, non di certo alla portata di tutti, ma di pochi eletti. Auto in grado di far provare il brivido delle monoposto di Formula 1, o quasi. Oggi però tutto viene portato all’estremo, e lo possiamo vedere in svariati settori: il comparto tecnologico è senza dubbio l’esempio più evidente, che dimostra quanto la velocità stia diventando un fattore talmente notevole, che ci sfugge quasi di mano.

Ed è proprio per questo che si passa dal concetto (e dalla definizione) di supercar a quello di hypercar, ulteriore estremizzazione di quello che abbiamo espresso finora. Le hypercar sono vetture potenti, veloci e anche lussuose e molto costose, che in pochi possono permettersi di comprare. In genere il prezzo è di alcune centinaia di migliaia di euro. Ma queste sono le caratteristiche che, in realtà, possiedono anche le supercar. E quindi, dove sta la differenza?

Quello che è cambiato negli anni e che ha fatto emergere il concetto di hypercar (nonostante i due termini spesso siano usati come sinonimi) riguarda l’ulteriore estremizzazione. Se le supercar possiedono quindi tutte le peculiarità mozzafiato che abbiamo elencato qui sopra, le hypercar vogliono portare all’estremo il concetto, ma in senso opposto.

Ci spieghiamo meglio. Un esempio? Le hypercar potrebbero essere in grado di percorrere almeno 160 km con solo 4 litri di carburante. Si parla sempre di auto costose ed estreme, ma si cerca di portare i consumi ai livelli di un motorino (ove possibile). E come si riesce in quest’opera che pare infattibile? Si può ottenere questo ottimale livello di consumi da una sportiva dalla potenza esagerata puntando su elementi meccanici di alta ingegneria, che giustificano i prezzi di listino altissimi, e puntano sulle scocche, sui motori, sulla leggerezza e su ogni soluzione che può farle volare.

È proprio così che il mercato delle supercar è cambiato e oggi possiamo parlare anche di hypercar, una nuova frontiera di sportive superlusso, destinata solo a chi ha un portafoglio “pieno”.

Quali sono le più famose hypercar oggi sul mercato

Possiamo definire hypercar, e non solo supercar, la meravigliosa e estrema Bugatti Chiron. È la prima che ci viene in mente, con una potenza da urlo di 1.500 cavalli, fornita da un motore 8.0 a 16 cilindri. La sportiva è in grado di viaggiare fino a 420 km/h e costa quasi 3 milioni di euro, il prezzo è proibitivo – per pochi eletti.

Ma anche il mondo delle elettriche entra in quello delle hypercar, e ne è un esempio lampante la Rimac Concept S, in grado di raggiungere i 365 km/h di velocità massima e di scattare da 0 a 300 km/h, addirittura, in soli 13,1 secondi. La potenza? 1.384 cavalli, con un listino di 1.200.000 euro.

E quindi, se generalmente la supercar si riconosce per un aspetto su tutti, è infatti la tipica auto sportiva che presenta un grado di lusso molto elevato, l’hypercar ha quella marcia in più in termini di prestazioni e consumi. Sia le hypercar che le supercar si fanno notare quando passano su strada, presentano uno stile molto personale e accattivante, in genere anche il sound è strepitoso e fa girare chiunque al suo passaggio.

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