Viaggio nel Mondo Lexus

A Fukuoka, mille chilometri da Tokyo, c’è un autosalone che sembra un hotel a cinque stelle. Atmosfera rarefatta, lieve musica di sottofondo, il sorriso composto di giovani ragazze dalle acconciature perfette, divanetti di lusso, mega schermi a LED, venditori discreti. Rigorosamente uomini. È in luoghi come il Fukuoka Higashi Retailer, nato nel 2005, che si diventa clienti Lexus, marchio di automobili assai orientato al servizio e al piacere di seguire il cliente passo dopo passo, prima e dopo l’acquisto.
Così, con un’attenzione maniacale a dettagli e qualità, tra officine come beauty farm e servizi a domicilio per le emergenze, il luxury brand scommette sulla fedeltà della clientela alta. Siamo in Giappone. Terra di contrasti, fatta di inchini, gentilezza, atmosfere e stretti protocolli che sono, innanzitutto, uno stato mentale. Qui linee, forme, luci e colori si miscelano come in un’equazione il cui risultato è l’innovazione ispirata alla tradizione. Quella stessa che ha portato il brand premium del gruppo Toyota a «realizzare auto di lusso ai massimi livelli di qualità e tecnologia, ispirata dalla cultura giapponese di anticipazione delle esigenze del cliente e dalla capacità di combinare elementi apparentemente contrastanti in soluzioni innovative», come ha sintetizzato Eiji Toyoda, l’uomo che ha reso grande la Toyota e che ha inventato il brand Lexus.
Le origini e la storia di Lexus
Era il 1983 quando, in una giornata d’agosto, riunito a Nagoya lo stato maggiore della Toyota Motor Corporation, Toyoda si mise a dettare l’agenda del giorno con un quesito: siamo capaci di fare un’auto in grado di battere i grandi marchi del lusso tedeschi, inglesi e americani? Ebbe allora inizio il progetto F1, dove F sta per flagship (ammiraglia) al quale iniziarono a lavorare 1.400 ingegneri, 2.300 tecnici e 60 designer che realizzarono 450 prototipi per un investimento stimato, all’epoca, di 3 miliardi di dollari. Obiettivo: contrastare sul mercato statunitense, oltre ai tedeschi, Acura, brand premium di Honda.
Detto, fatto. Nel 1988 arrivava sul mercato un nuovo marchio, presentato al Salone di Los Angeles. Era nata la Lexus. Toyota aveva, in altre parole, deciso di non limitarsi a realizzare un solo modello di lusso e mise in produzione una gamma di raffinate automobili. La scelta si rivelò vincente e la casa di auto giapponese decise che il progetto Lexus andava fatto conoscere al mondo. Nel 1990 venne pertanto progressivamente introdotto in Europa e nel 2005 anche in Giappone, dove è la prima marca di lusso nazionale a essere commercializzata. +
E oggi la percezione, girando nei luoghi dove le automobili Lexus si producono con meticolosa attenzione, è che il progetto Lexus non sia stato solo una scommessa (peraltro vinta) ma un obiettivo preciso, una pianificazione accuratissima, che ha previsto nei minimi dettagli un attacco scientifico al mercato del prestigio, con la forza della cultura giapponese e la potenza di un grande gruppo industriale.
DNA giapponese al 100%
Salendo a bordo delle auto Lexus, il comfort è da top class: c’è tutto e tutto è esattamente dove ci si aspetta che sia. I posti anteriori sono accoglienti e avvolgenti. I volumi sono ben proporzionati e i dettagli al top. Come per esempio la traforatura della pelle dei sedili che segue un pattern matematico per ricalcare l’effetto della griglia esterna o il suono della chiusura delle portiere e ancora il comando delle bocchette dell’aria che dà un effetto di tridimensionalità quando si illumina.
L’impronta giapponese sta tutta qui: nel tocco inimitabile della manodopera umana contrapposto all’efficienza, alla rapidità e alla precisione della tecnologia. E ancora il futuro dell’artigianato contrapposto all’ascesa dell’intelligenza artificiale, che svela al mondo che ci vogliono 60.000 ore di training in Giappone per diventare un Takumi, e cioè un artigiano.
Il futuro in una concept car: Lexus LF-1 Limitless concept
«Un concetto che è stato al centro del marchio Lexus da quando abbiamo iniziato, 30 anni fa», ha raccontato Koichi Suga, chief designer di Lexus Design Division, l’uomo incaricato di creare e orientare la direzione del design di tutti i futuri prodotti Lexus. È con lui che abbiamo parlato del futuro del design del marchio, all’interno del quartier generale del design Lexus, a Toyota City, prefettura di Aichi, il nucleo di attività di progettazione del gruppo Toyota dal 1948. E in particolare della Lexus LF-1 Limitless concept, prototipo di crossover presentato al Salone di Detroit 2018, dall’accattivante interpretazione futurista, che anticipa il nuovo corso del marchio attraverso inedite soluzioni di design. Ideata per essere al vertice della gamma, ha un’originale impostazione dell’abitacolo, sempre più tecnologico e ricco di sistemi hi-tech.
«Queste sono le linee del futuro. Ora dobbiamo pensare a come tradurle al meglio. Pensiamo sempre a creare nuovi prodotti ma vogliamo che durino nel tempo. Perché accada, credo che la chiave sia l’attenzione ai dettagli, come l’uso del vetro Kiriko o dei pannelli di tessuto pieghettati. Il coraggio è uno degli elementi centrali del design Lexus; cerchiamo sempre nuovi elementi stilistici che ci rendano unici. L’interior design sta diventando sempre più importante. Per esempio oggi i clienti tendono a preferire il touch screen. Lavoreremo in questa direzione. Infine, impresa non facile, dobbiamo anche negoziare l’introduzione di nuovi spunti di progettazione con gli ingegneri!».
Il Design Dome ospita l’intero processo creativo, dagli schizzi ai rendering 3D fino ai prototipi. L’ultimo piano ha un tetto retrattile da 200 tonnellate, in modo che i nuovi modelli possano essere esaminati alla luce del giorno, in completa segretezza, mentre un altro piano è dotato di un teatro a grandezza naturale e di una suite di realtà virtuale per la valutazione di progetti generati al computer.
Il team di Aichi ha creato l’attuale ammiraglia Lexus LS e anche il Suv RX e la coupé LC, auto che ha vinto numerosi premi internazionali di design. La strategia che, solo nel 2015, ha permesso all’azienda giapponese di far crescere le sue vendite europee del 20%, per un totale di quasi 65.000 unità, è fatta da una complessa combinazione di elementi. Innanzitutto il prodotto. Lexus punta infatti sulla tecnologia Full Hybrid, proposta su tutti i modelli della gamma a coprire i segmenti di Suv, crossover, berline sportive, coupé e ammiraglie. Le vetture presentate negli ultimi anni testimoniano inoltre uno sforzo sempre maggiore di offrire prodotti dal design emozionale, come la griglia a clessidra o lo schema a L dei gruppi ottici.
Lexus UX: il concetto engawa che disegna gli interni
Gli interni sono la vera cifra della modernità di Lexus: i designer hanno voluto cancellare il confine tra interni ed esterni della vettura.
Si chiama engawa, ed è un concetto architettonico testimoniato nelle verande delle case tradizionali giapponesi.
A testimonianza è il nuovo SUV compatto UX: abitacolo e carrozzeria sono connessi, con la sezione superiore del quadro strumenti che sembra estendersi oltre il parabrezza.
Lo stesso vale per il cofano, che sembra quasi congiungersi con la plancia, per un effetto bello e funzionale per il campo visivo. O la traforatura dei sedili in pelle liscia, con il metodo di cucitura sashiko, usato per le uniformi di arti marziali di judo e kendo per oltre 1.200 anni.
Infine il principio Seat in Control, che concentra le funzioni principali del veicolo attorno al posto guida, integrando tutti i comandi in uno spazio grande quanto il palmo di una mano.
Omotenashi: la parola d’ordine Lexus
Potevano auto del genere nascere in un luogo diverso dal Giappone?
La risposta è no, perché ogni passaggio, dalla progettazione alla realizzazione, che deve essere il più fedele possibile al prototipo, è guidato da un principio cardine della cultura del Sol Levante, l’omotenashi, ovvero l’ospitalità.
Che si traduce nel tentativo di anticipare le esigenze dei clienti, nello sforzo di rendere unica l’esperienza di acquisto e nell’applicazione di tecnologie sempre più avanzate.
E se robotica e computerizzazione hanno trasformato i processi di produzione, resta la convinzione che gli occhi e le mani dell’essere umano siano gli strumenti migliori per assicurare il massimo della qualità.
Per questo il selezionato team di artigiani Takumi si occupa di controllare personalmente ogni singola vettura e di assicurare gli standard di processi come la sabbiatura a mano nella fase di verniciatura, o le cuciture (sempre a mano) dei rivestimenti in pelle.
Senza dimenticare i luxury space Intersect by Lexus, dove gli ospiti possono interagire e sperimentare il mondo luxury del brand nipponico.
L’articolo Viaggio nel Mondo Lexus proviene da Icon Wheels.
BMW C 400: scooter per distinguersi

Quella che, nel corso della sua lunga storia, è stata definita come una delle Case più conservatrici del panorama mondiale, è oggi all’avanguardia, in tutto. Da metà anni 90 ha rivoluzionato come nessun’altra. Quindi non solo boxer – l’icona per i fans della Casa tedesca – ma motori di ogni genere per poter seguire i gusti, sempre mutevoli, del mercato. Uno, due, quattro, sei cilindri e non sono solo numeri. Tutte le moto firmate BMW sono all’avanguardia, nello stile come nei contenuti. Siano cruiser, GT, enduro o sportivissime.
Con un brand come BMW Motorrad che ha un richiamo fortissimo sugli appassionati e che va a braccetto col settore automobilistico, altrettanto evoluto, raffinato e tecnologico. Per una Casa, dunque, che ha saputo rinnovarsi così rapidamente entrando con successo in ogni segmento motociclistico, non poteva mancare una decisa attenzione anche allo scooter. Che, possiamo anche dirlo apertamente, è la tipologia di mobilità che prende un po’ dall’auto e un po’ dalla moto.
Da subito unconventional
Ora, che la BMW metta in produzione qualcosa che sia convenzionale oppure ispirato al made in Japan (o meglio a tutto ciò che nasce nel Far East) è inimmaginabile. Quando ha iniziato ad approcciarsi al mondo dello scooter ha da subito fatto capire che il suo prodotto non si poteva confondere con nessun altro. Ricordate il C1 realizzato negli anni Novanta in collaborazione con Bertone? Aveva il tetto che fungeva da cellula di sicurezza, le cinture per il pilota ed era omologato per la guida senza casco. Sicurezza è del resto un must della BMW, che, sottolineiamo, è stata anche la prima al mondo a introdurre l’ABS sulle moto (anni Ottanta, sulla serie K).
Il C1 non ebbe fortuna, d’accordo, forse era troppo avanti per i tempi, e pure qualche difetto lo mostrava, come il baricentro troppo alto, o il passeggero piazzato dietro la “cellula” del pilota, dunque non protetto e per di più seduto contromarcia. Ma fece capire al mondo che la BMW cercava strade nuove per la mobilità, senza ispirarsi ad altri.
Più avanti nel tempo ha realizzato il 650, un maxi scooter dalle prestazioni top, al debutto nel 2012 e proposto in due allestimenti, Sport e GT. 60 e 63 CV, rispettivamente la potenza, come a dire che le prestazioni non hanno rivali. Un duro colpo per il Yamaha T-Max 500, un successo per la BMW, naturalmente nel settore d’élite della mobilità. Serviva poi un altro modello, questa volta di fascia media per inserirsi in quel mercato che fa numeri piuttosto alti. E allora ecco che alla fine del 2018 si tolgono i veli al C 400, anch’esso con due allestimenti, GT e X (lo sportivo).
La scheda tecnica
Le misure
| Peso | 204 kg (212 GT) |
| Velocità massima | 139 km/h |
| Cilindrata | 350 cc |
I consumi
| Autonomia teorica | 366 km |
| Consumo combinato | 3,5 litri/ 100 km |
| Emissioni di CO2 | 81g/km |
Stile proprio, carattere unico
Che già a guardarlo non ha nulla da condividere con i rivali come il Kymco Downtown 350i e Xciting 400i S, il Piaggio Beverly 350, il Suzuki Burgman 400 o il Yamaha Xmax 400. Il centro stile BMW ha colpito nel segno, dando un family feeling ai suoi scooter e dove chiunque può trovare richiami alle moto tedesche, GS in primis. La serie C 400 la riconosci anche in mezzo a una miriade di due ruote!
Ovviamente c’è tutta la più evoluta tecnologia BMW, dall’ABS al controllo di trazione, ma anche accessori per farne un’ammiraglia confortevolissima: manopole e sella riscaldati, portapacchi e bauletti, sistema Connectivity che tramite uno schermo TFT da sei pollici dialoga con lo smartphone e l’interfono.
E poi, diremmo scontato, il sistema GPS. Il monocilindrico 4 valvole a iniezione spinge bene il BMW C 400: ha 34 CV e 3,6 kgm, quanto basta per affrontare ogni situazione dinamica, dalla città alla salita, al lungo viaggio in due. Tra X e GT cambia qualcosa oltre al frontale: l’assetto in sella e la protezione dall’aria sono migliori sul GT, mentre l’X ha un’immagine più sportiva e un’ergonomia che privilegia la guida aggressiva.
Comfort anche per i lunghi viaggi
In ogni caso, la solidità del telaio, la sicurezza offerta dai tre freni a disco e la prontezza con cui risponde il motore – grazie anche all’ottima trasmissione automatica – rendono la guida del BMW C 400 ben più che piacevole. E non solo in città. Con lo scooterone tedesco si possono affrontare anche le trasferte per i weekend estivi, pure in due, senza che la passeggera abbia da lamentarsi. Infatti, la sella è ampia e confortevole e chi sta dietro può trovare il comfort adeguato, con pratiche maniglie per reggersi, appoggiapiedi che non costringono a piegare troppo le ginocchia e, se si ha l’accortezza di montare il bauletto, un sostegno per la parte bassa della schiena. Tutte caratteristiche che giustificano il prezzo da premium: 6.950 euro il C 400 X, 7.950 euro il C 400 GT.
L’articolo BMW C 400: scooter per distinguersi proviene da Icon Wheels.
Volvo, un nuovo modo di pensare l’auto

Il mondo dell’auto si sta preparando a importantissimi cambiamenti: i motori elettrici sostituiranno quelli a benzina e a gasolio – anche se nessuno, ancora, sa dire quando questo passaggio avverrà davvero, né se la sostituzione sarà totale o solo territoriale (nelle città, per esempio) – mentre i computer supporteranno sempre più l’essere umano alla guida, fino a renderlo “superfluo”. E poi c’è Volvo, che il cambiamento ha deciso non di inseguirlo ma di anticiparlo. Come? Con un approccio innovativo a 360°, diverso da quello degli altri brand automobilistici. In che senso lo vediamo attraverso un “viaggio” nella gamma XC, ovvero quella dei SUV della Casa svedese.
Come è cambiata, di fatto, Volvo
Un percorso che ci permetterà di apprezzare non solo come il progresso venga condiviso fra tutti i modelli della gamma – senza riservarlo alle auto più grandi e costose – ma come il rispetto di una filosofia comune non significhi fare copia-incolla fra un’auto e l’altra. Prima di iniziare, un cenno a tre iniziative che la dicono lunga sull’approccio più unico che raro di questa azienda all’automotive: una è la limitazione della velocità massima dei propri veicoli a 180 km/h (una velocità non bassissima, ok, ma è pur sempre un limite in un mondo che di limiti non se ne pone quasi mai).
La seconda è la condivisione del proprio archivio digitale di dati, raccolti in 40 anni di incidenti stradali che coinvolgono le proprie auto: rilevazioni effettuate dagli ingegneri che analizzano i “rottami” e cercano di capire come migliorare la sicurezza passiva e attiva dei veicoli.
Terza, la scelta di abbandonare il diesel (a partire dalla nuova S60) e di produrre solo motorizzazioni elettrificate a partire già da quest’anno.
Tutto inizia con la seconda generazione della Volvo XC90

Il nuovo corso Volvo inizia con la seconda generazione della XC90, in cui tutto concorre a far capire che il marchio ha cambiato marcia. Partiamo dal design: da qualunque parte la si guardi è lampante che si tratta di una Volvo, eppure non c’è un elemento che si ispiri al passato. Le superfici sono tirate come non mai, le luci anteriori accolgono per la prima volta lo stilema del “martello di Thor”, disegnato dalle strisce di LED, mentre all’interno un tablet verticale dà accesso a quasi tutte le funzioni, riducendo al minimo il numero di pulsanti fisici.
Il meglio, però, è forse ciò che non si vede: se Volvo è famosa da sempre per la ricerca sulla sicurezza passiva (la protezione in caso di incidenti), con l’XC90 fa passi da gigante in quella attiva, cioè sulla prevenzione. Grazie al Pilot Assist basta infatti regolare la distanza del veicolo che precede e si ha la netta sensazione che il domani, senza mani sul volante e piedi sui pedali, sia ormai molto vicino. Limitandoci all’oggi, la sensazione di sicurezza che infonde quest’auto è più unica che rara. E, una volta che ci si è abituati, è davvero dura tornare indietro: sensori e cervellone elettronico tengono la distanza fino a 130 km/h agendo autonomamente su freni, acceleratore e sterzo.
Sì, la XC90 è una delle primissime auto a gestire anche la direzione, pur non sostituendosi – non ancora – all’arbitrio del guidatore. Non è da meno il comfort: se quasi tutti i costruttori vanno in direzione della sportività, Volvo sembra quasi andare orgogliosa della sua scelta in controtendenza in favore della comodità. Ed è un gran viaggiare, sempre.
Passaggio di consegne con la XC60

Che la XC90 rappresenti la “nuova” Volvo se ne ha conferma quando viene presentata la sorella più piccola, la XC60. Che, attenzione, non è una XC90 in scala ridotta (cosa che invece accade con alcuni marchi della concorrenza, che ripropongono le stesse linee su auto di dimensioni differenti), ma ha una propria distinta personalità, con dei richiami, questi sì, alla “sorella maggiore”.
La spinta all’innovazione però è ciò che più preme dalle parti di Göteborg, sede di Volvo: così, sebbene con la XC90 si potesse vivere di rendita per qualche anno, la Volvo XC60 sposta l’asticella ancora più in alto. Arriva infatti l’aggiornamento del sistema “City Safety”, che introduce il supporto alla sterzata quando la frenata automatica, da sola, non è sufficiente a evitare un impatto. Debutta anche il sistema “Oncoming Lane Mitigation”, attivo fra i 60 e i 140 km/h, che aiuta il guidatore a evitare impatti con veicoli che sopraggiungono dalla parte opposta. Ultimo, ma non meno importante, il “Blind Spot Information System”, che segnala al conducente la presenza di veicoli negli angoli ciechi e introduce la funzione della sterzata assistita che evita eventuali collisioni con veicoli che si trovano nell’angolo cieco.
Volvo XC40: la più piccola, ma solo nelle misure

Prima, il colpo d’occhio: la XC40 – nominata Auto dell’Anno nel 2018 – è diversa e coraggiosa, nella misura in cui, dell’apprezzatissima XC60, c’è pochissimo, al di là degli ovvi richiami nella forma della calandra, dei fari e di qualche altro dettaglio. Sulla “piccola”, la carrozzeria ha uno sviluppo più verticale e, soprattutto, una personalità tutta sua nella vista laterale. Più simile a quello delle sorelle maggiori l’abitacolo, che spicca per praticità: fra le tante soluzioni intelligenti ci sono il cassetto sotto al sedile del guidatore, il gancio davanti al passeggero per appendere le borse e le tasche nei pannelli portiera, che sono così grandi da ospitare persino un laptop.
Non manca ovviamente la sicurezza: oltre a tutti i dispositivi presenti sulle sorelle maggiori, qui debutta il sistema che aiuta a scartare pedoni, ciclisti e animali: funziona in tandem con la frenata automatica e – in parole semplici – aiuta a sterzare per evitare l’ostacolo quando è troppo tardi per fermarsi. Non gira al posto di chi guida, ma gli “consiglia” la manovra corretta, dando una sorta di invito allo sterzo.
L’articolo Volvo, un nuovo modo di pensare l’auto proviene da Icon Wheels.
Kia XCeed il SUV per l’Europa

Si scrive XCeed, si legge “Ceed SUV”: l’ultima nata di Casa Kia è l’anello di congiunzione tra la Stonic e la Sportage. Un mezzo che unisce la praticità tipica degli Sport Utility al dinamismo di una compatta tradizionale, un crossover basso e sportivo disponibile esclusivamente a trazione anteriore rivolto a chi cerca un veicolo versatile ma al tempo stesso è stufo delle pseudofuoristrada alte e goffe (che di 4×4 hanno solo l’estetica) che tanto vanno di moda da una decina d’anni a questa parte.
Venduta solo in Europa, prodotta in Slovacchia e – come tutti gli altri modelli del marchio coreano – offerta con una lunghissima garanzia di sette anni o 150.000 km, la nuova Kia XCeed va ad allargare ancora di più la famiglia delle “segmento C” del brand asiatico (che già comprende cinque modelli: la Ceed “normale”, le station wagon Ceed SW e ProCeed e i SUV Niro e Sportage).
Look grintoso
Il pianale è lo stesso della Ceed (passo identico: 2,65 metri) ma il design è completamente diverso: gli unici due elementi invariati sono le portiere anteriori. Fuori troviamo un frontale più aggressivo impreziosito da prese d’aria maggiorate, dodici tinte a disposizione e una vistosa protezione sottoscocca posteriore che strizza l’occhio al mondo off-road e che regala un ulteriore tocco di personalità a una zona posteriore già contraddistinta da forme muscolose. Per quanto riguarda gli interni la plancia è identica a quella della Ceed – anche se tra gli optional non mancano pacchetti che rendono l’ambiente più colorato – ma la posizione di seduta leggermente più alta (+ 4,2 centimetri) consente di dominare meglio il traffico.
Le dimensioni della nuova Kia XCeed
La Kia XCeed è lunga 4,40 metri (9 cm più della Ceed), alta 1,49 metri (4 cm più di una Ceed, 16 meno di una Sportage) ed è più larga di 2,6 cm rispetto alla “segmento C” da cui deriva. Il bagagliaio è più ampio (426 litri che diventano 1.378 quando si abbattono i sedili posteriori, numeri non roppo dissimili da quelli offerti dalla più ingombrante Sportage)
e può vantare il divano 40:20:40, il doppio fondo e il piano di carico regolabile in altezza.
I dati tecnici
Le prestazioni
| Accelerazione 0-100 km/h | 7,5 secondi |
| Potenza | 204 CV a 5.500 giri |
| Coppia | 265 Nm a 1.500 giri |
| Velocità massima | 220 km/h |
| Cilindrata | 1.591 cm3 |
Più morbida ma c’è anche la modalità sport
Più praticità, nonostante il design sportivo, ma anche più comfort: se è vero che per la nuova Kia XCeed è prevista la modaltà di guida Sport, per chi desidera una maggiore reattività, è altrettanto vero che le sospensioni sono più morbide di quelle della Ceed (del 7% all’anteriore, del 4% al posteriore). Chi affronta spesso superfici sconnesse può inoltre beneficiare di un’altezza da terra maggiorata: 17,4 cm per la variante con cerchi in lega da 16” (montati su pneumatici 205/60) e 18,4 cm per la versione con cerchi da 18” e pneumatici 235/45.
Equipaggiamento completo
Kia XCeed è un crossover moderno ricco di tecnologia: tra gli optional troviamo infatti il sistema di infotainment UVO Connect (display da 10,25”, SIM dedicata per mantenere l’auto connessa e aggiornata in tempo reale, Android Auto, Apple CarPlay e possibilità di gestire tre applicazioni in contemporanea) e lo scenografico cruscotto digitale Supervision da 12,3”. Sempre rimanendo negli accessori a pagamento segnaliamo altre pregevolezze come l’impianto audio JBL premium, il parabrezza riscaldabile e i sedili posteriori riscaldabili. Decisamente ricca anche la dotazione di sicurezza: cruise control adattivo con Stop&Go, monitoraggio angolo cieco, frenata automatica con riconoscimento pedoni, mantenimento di corsia e abbaglianti automatici.
La gamma motori
Ultima – ma non meno importante – la gamma motori della XCeed, che comprende cinque unità (tutte turbo e tutte già viste sotto il cofano di Ceed e ProCeed): tre T-GDi a benzina (1.0 tre cilindri da 120 CV, 1.4 da 140 CV e 1.6 da 204 CV) e due 1.6 diesel CRDi da 115 e 136 CV. Bisognerà attendere il 2020 per vedere in listino le varianti più ecologiche: la ibrida plug-in (ossia ricaricabile attraverso una presa di corrente) e la mild hybrid 48V (tecnologia introdotta dalla sorella maggiore Sportage).
Primo contatto
Kia Ceed, atto terzo: questione di feeling
La terza generazione della compatta coreana si rinnova completamente nel look, diventa più sicura e migliora l’handling
L’articolo Kia XCeed il SUV per l’Europa proviene da Icon Wheels.
Hyundai Tucson N-Line: bella con grinta
Avete presente quegli allestimenti pseudo-sportivi tutto fumo e niente arrosto che pretendono di aumentare la grinta di un’auto solo con qualche personalizzazione estetica?
Non è certo il caso del pack N-Line della Hyundai Tucson, che oltre a regalare un look più cattivo alla seconda generazione del SUV coreano (il modello più venduto in Europa del marchio asiatico) offe due soluzioni che aumentano il piacere di guida: l’assetto più rigido – dell’8% all’anteriore e del 5% al posteriore – e lo sterzo più diretto.
Il Pack N-Line per la Hyundai Tucson è disponibile esclusivamente in abbinamento alla versione XPrime e solo se si acquista il Techno Pack (600 euro: caricatore wireless per smartphone e impianto audio Krell Premium Sound System a 8 canali con sub-woofer e amplificatore esterno). Oppure in abbinata col Safety Pack (1.000 euro: avviso ostacoli in avvicinamento durante le manovre in retromarcia, sistema di assistenza anti-collisione frontale con riconoscimento veicoli e pedoni, sistema di monitoraggio degli angoli ciechi e sistema di rilevamento della stanchezza del conducente).
Insomma l’abbinamento porta il costo a 2.500 o 2.900 euro, ma offre davvero tanto.
I segni di riconoscimento della Tucson N-Line
Un paraurti anteriore ridisegnato e impreziosito da cromature scure, cerchi in lega scuri montati su pneumatici sportivi 245/45 R19, uno spoiler posteriore nero lucido, specchietti retrovisori neri e il logo N-Line sulla fiancata.
Un look grintoso anche dentro, come dimostrano i sedili sportivi N rivestiti in tessuto scamosciato e pelle con cuciture a contrasto rosse (presenti anche sul volante con razze in metallo e sul pomello del cambio in pelle) e la pedaliera in alluminio.
Il tutto senza trascurare in alcun modo il comfort. Qualche esempio? Sedili anteriori riscaldabili e sensori di parcheggio anteriori (che si aggiungono a quelli posteriori e alla retrocamera già presenti nella dotazione di serie).
Ultima, ma non meno importante, la garanzia lunghissima di cinque anni a chilometraggio illimitato perfetta per i macinatori di chilometri che percorrono molta strada per lavoro o per piacere.

La scheda tecnica
Le prestazioni
| Accelerazione 0-100 km/h | 11,8 secondi |
| Autonomia teorica | 1.384 km |
| Velocità massima | 180 km/h |
| Cilindrata | 1.598 cc |
I consumi
| Ciclo combinato | 23,8 km/litro |
| Emissioni di CO2 | 110g/km |
Normale o mild hybrid
La Hyundai Tucson con il Pack N-Line – disponibile a trazione anteriore o integrale e in abbinamento a un cambio manuale a sei marce o a una trasmissione automatica DCT a doppia frizione a sette rapporti – è offerta con due motori 1.6 turbodiesel CRDi da 136 CV: uno “normale” e l’altro mild hybrid 48V.
Quest’ultimo, grazie a una batteria da 48 Volt collegata al tradizionale sistema a 12V tramite un convertitore DC/DC (soluzione che consente di utilizzare parte dell’energia stoccata nel sistema a 48V per stabilizzare l’alimentazione a 12V) e a un generatore MHSG (acronimo di Mild Hybrid Starter Generator) da 12 kW – promette una riduzione dei consumi e delle emissioni fino all’11% (usando come criterio il ciclo NEDC 2.0) e può vantare – tra le altre cose – il recupero dell’energia in frenata o in decelerazione, la funzione start/stop estesa fino a 30 chilometri orari, ripartenze più confortevoli che si sommano a un’accelerazione più pronta ed efficiente e – soprattutto – l’accesso alle zone a traffico limitato, parcheggi gratuiti e possibilità di circolare durante i blocchi del traffico.
Il mezzo ideale, omologato ibrido, per chi non può rinunciare alla convenienza del diesel ma al tempo stesso vuole mettersi al riparo dai limiti alla circolazione che penalizzano spesso le auto con motore a gasolio.
L’articolo Hyundai Tucson N-Line: bella con grinta proviene da Icon Wheels.
Suzuki Jimny: così migliora un best-seller

Suzuki Jimny, reinterpretare un classico. Potrebbe essere il titolo di un saggio di design industriale o di una case history di successo, il modo in cui i giapponesi hanno preso un modello storico ma ormai superato e ne hanno ricavato un fenomeno di vendite, 49 anni dopo.
Ovvio, si sta parlando comunque di una vettura di nicchia – un fuoristrada autentico nell’ingombro di una citycar (3,65 metri di lunghezza, 1,65 di larghezza e 1,72 di altezza) – quindi le vendite non potranno mai essere di massa, però basta guardarsi attorno per capire che la Jimny piace, e molto, anche a chi presumibilmente ha nella rampa del box l’ostacolo più grande da superare.
Suzuki Jimny: un’auto, una filosofia
Vale dunque la pena ripercorrere, anche se solo brevemente, la storia della Jimny. Prima, però, è doveroso dare atto a Suzuki di aver tenuto fede alle tradizioni con caparbietà tutta giapponese. Laddove altre Case avrebbero ripescato il nome, magari qualche elemento di design (la forma di un faro, per esempio), ma avrebbero virato su un crossover a due ruote motrici, con gli inserti nell’abitacolo in tinta con la carrozzeria e lo spoiler da granturismo, Suzuki ha riproposto la stessa formula del 1970, con gli standard qualitativi e di sicurezza di oggi.
Pensate, 50 anni fa il motore aveva una cilindrata che oggi andrebbe stretta a una moto (359 cc), i cilindri erano due e il raffreddamento era ad aria, per 21 CV di potenza. Si capisce che le prestazioni erano modeste, nonostante il peso estremamente contenuto (620 kg circa) del mezzo. Tutto nacque dalla voglia dei giapponesi, una volta conclusa la Seconda Guerra Mondiale, di provare a replicare il fenomeno dei fuoristrada americani ed europei (come ad esempio il Jeep Willys e il Land Rover) ma a modo loro: in scala ridotta.
Così uguale, così diversa
Reinterpretare, dunque. Quando hai per le mani un pezzo di storia come la Suzuki Jimny è un attimo farsi prendere dalla “sindrome del braccino”, dalla paura di osare e, alla fine, giungere a un risultato per nulla soddisfacente. Non è questo il caso del team di lavoro che ha definito la 4×4 nipponica nata nel 2018: da qualunque parte la si guardi si percepisce immediatamente che è una Jimny, anche se volumi e proporzioni sono stati completamente stravolti.
I dati tecnici
Le prestazioni
| Potenza | 102 CV |
| Autonomia teorica | 588 km |
| Velocità massima | 145 km/h |
| Cilindrata | 1.462 cm3 |
I consumi
| Ciclo combinato | 6,8 l/100 km |
| Emissioni di CO2 | 154 g/km |
Una Jimny più unica che rara
A rendere speciale la nuova Suzuki Jimny è il fatto che di concorrenti dirette non ne ha: le sole tre auto al mondo caratterizzate dalla stessa filosofia sono la Jeep Wrangler, la Land Rover Defender (presto vedremo la nuova generazione) e la Mercedes Classe G. Tutte, però, decisamente più grandi e costose.
A proposito: il listino parte dai 22.900 euro necessari per acquistare la versione dotata di cambio manuale e sale ai 24.400 euro della variante con trasmissione automatica a quattro rapporti (convertitore di coppia). La trazione è rigorosamente integrale (posteriore + anteriore inseribile) è l’unico motore disponibile è un 1.500 quattro cilindri aspirato a benzina da 102 CV.
Il bagagliaio? In configurazione quattro posti offre 85 litri di capacità, non moltissimi a dire la verità; abbattendo gli schienali del sedile posteriore si arriva a 830. Quanto alle prestazioni, la velocità massima è pari a 145 km/h, 140 per la variante automatica.
Ma non è certo con i numeri che ti conquista una macchina come la Suzuki Jimny. La sua forza è la linea, così diversa dalla “solita noia”, che varrebbe la pena valorizzare con colori vivaci come ad esempio il Giallo Kinetic. Ma qui siamo nel campo dei gusti personali.
Primo contatto
Suzuki Jimny: passione off-road
La quarta generazione della Suzukina rimane una delle poche fuoristrada pure sul mercato
L’articolo Suzuki Jimny: così migliora un best-seller proviene da Icon Wheels.
Seat inizia la produzione del nuovo cambio manuale del Gruppo Volkswagen

Uno dei tre centri produttivi di Seat (Seat Componentes), insieme a Martorell e Barcellona, ha iniziato la produzione di un nuovo componente chiave per il Gruppo Volkswagen. Si tratta della nuova trasmissione manuale, a sei marce, nota con il nome in codice MQ281.
Il nuovo cambio manuale a sei marce – in grado di gestire una coppia massima compresa tra i 200 e i 340 Nm – verrà adottato dai modelli Volkswagen, Audi e Skoda e, quando verranno raggiunti i ritmi di produzione massimi, la fabbrica spagnola sarà in grado di costruirne 450.000 unità all’anno.
Negli ultimi anni Seat Componentes ha lavorato duro per migliorare l’efficienza e incrementare la produttività dello stabilimento. È per questo che i responsabili di questo centro di produzione assicurano che l’assegnazione della produzione della nuova trasmissione è un vero riconoscimento da parte del Gruppo Volkswagen.
Precisamente lo stabilimento industriale Seat Componentes si trova nella località El Prat de Llobregat, a due passi da Barcellona. Attualmente in questo stabilimento vengono prodotti componenti in alluminio, ingranaggi e gli assi. Può contare su impianti di fusione, meccanizzazione, montaggio e banchi di prova. Durante lo scorso anno, inoltre, Seat Componentes ha fabbricato 700.000 trasmissioni MQ200, il 56% della cui produzione è stato esportato.
Seat Componentes è una delle nuove installazioni dedicate alla produzione di trasmissioni che il Gruppo Volkswagen ha sparse per il mondo. Da lavoro a 1.000 impiegati e occupa 155.000 metri quadrati. Attualmente la capacità massima di produzione giornaliera è di 3.500 trasmissioni e, grazie all’ottimizzazione delle linee di montaggio il volume giornaliero è stato aumentato di ulteriori 300 unità.
Complessivamente Seat Componentes produrrà un totale di 800.000 trasmissioni all’anno (MQ200 e MQ281). Il primo modello a montare la nuova trasmissione MQ281 sarà la Volkswagen Passat.
L’articolo Seat inizia la produzione del nuovo cambio manuale del Gruppo Volkswagen proviene da Icon Wheels.
Ducati “25° Anniversario 916”, l’edizione limitata che celebra i 25 anni della 916
Ha scelto Laguna Seca (dove la Superbike ha corso il nono round stagionale) Ducati per presentare al pubblico di appassionati la “25° Anniversario 916”, edizione limitata (500 esemplari) su base Panigale V4 S realizzata per celebrare un quarto di secolo del celebre modello sportivo del marchio bolognese.
D’altronde la Ducati 916 non è stata solo una moto di grande successo commerciale, ma è stata anche estremamente vincente nelle competizioni del Campionato Mondiale Superbike: 120 vittorie, 8 titoli costruttori e 6 titoli piloti, di cui 4 con Carl Fogarty. L’inglese, in sella alle Ducati 916 SBK e 996 SBK, ha conquistato 43 delle 55 gare vinte complessivamente con la Casa bolognese. “King” Carl, insieme alla 916, rappresentano ancora oggi l’accoppiata di maggior successo nella storia delle Rosse di Borgo Panigale in SBK.

Arriverà in Italia a ottobre a 41.900 euro la “25° Anniversario 916”, arricchita di contenuti tecnici racing derivati dalla Panigale V4 R, come, ad esempio, il telaio “Front Frame” disegnato su specifiche Ducati Corse. Esteticamente si distingue per la livrea dedicata, i cerchi forgiati in magnesio, lo scarico omologato Akrapovič in titanio e la ricca lista di componenti Ducati Performance.
Infine, la presentazione è stata anche l’occasione per ricordare Carlin Dunne, il pilota californiano del team Spider Grips Ducati, recentemente scomparso alla Pikes Peak. Jason Chinnock ha annunciato la decisione di Ducati di “ritirare” dal mercato l’esemplare contrassegnato dal 5, numero che Dunne usava in gara. La moto verrà battuta all’asta e il ricavato sarà destinato alla raccolta fondi per offrire supporto alla madre di Carlin.

L’articolo Ducati “25° Anniversario 916”, l’edizione limitata che celebra i 25 anni della 916 proviene da Icon Wheels.
BMW M3 E30: ICONICARS

La BMW M3 è una pietra miliare dell’automobilismo: ha ispirato ogni singola berlina sportiva prodotta dagli anni ’80 in poi, divenendo un vero e proprio punto di riferimento per ogni competitor.
Come la VW Golf GTI o la Porsche 911, la BMW M3 è sempre stata una sportiva sfruttabile, bilanciata, perfetta per l’utilizzo di tutti i giorni.
La prima M3
La prima BMW M3 è nata nel 1986, dalla base delle Serie3 E30. Il motore 2 litri quattro cilindri era lo stesso della 320is, ma i tecnici della divisione Motorsport “M” lo modificarono aumentandone la cilindrata a 2,3 litri e dotandolo delle 4 valvole per cilindro.
La potenza così passò dai circa 170 Cv (del 2.0 litri) ai 195 CV a 6.750 giri, 200 Cv nella versione non catalizzata. La M3 scattava da 0 a 100 km/h in 6,9 secondi e toccava i 235 km/h di velocità massima.
L’impianto frenante era dotato di 4 dischi autoventilati e ABS, mentre sospensioni, cambio e scatole dello sterzo vennero adattate ad un uso più sportivo.
Esteticamente era un’auto davvero speciale.
Tocchi sportivi ma di classe, con targhette M nei punti giusti, un leggero spoiler posteriore, cerchi in lega dedicati, prese d’aria maggiorate e interni più curati.
La qualità costruttiva era davvero alta, e questo ha fatto sì che il prezzo fosse molto elevato e i tempi di consegna molto lunghi.

Le evoluzioni
I primi esemplari vennero venduti nel 1987, ma già dall’anno successivo BMW decise di aggiornare la M3. La prima BMW M3 “Evolution” era assai più muscolosa: la potenza del quattro cilindri aumentò a 215 CV mentre la carrozzeria venne modificata con sedili più leggeri e corsaioli, finestrini più sottili, uno splitter anteriore più grande e un alettone posteriore efficace.
L’anno seguente (1989) vennero prodotte anche le versioni cabrio (780 esemplari) equipaggiate con il motore da 200 Cv della prima versione, e una versione più estrema della M3, la Sport Evolution o Evo3, prodotta in soli 600 esemplari.
La BMW M3 Evolution 3, grazie al motore portato alla cilindrata di 2.467 cc e ad altre modifiche, produceva 238 Cv a 7.000 giri. Scattava da 0 a 100 km/h in 6,1 secondi e toccava i 250 km/h.
La versione Sport Evolution era anche dotata di uno splitter anteriore regolabile, di prese d’aria supplementari (montate al posto dei fendinebbia) e di un alettone posteriore maggiorato.
Altri articoli su auto sportive
![]()
Credits: HONG KONG, CHINA – AUGUST 02: A BMW M3 car is on display during the BMW Motorshow ‘Joy is timeless’ at Harbour City on August 2, 2018 in Hong Kong, China. BMW Motorshow ‘Joy is timeless’ is held from July 26 to August 5 to celebrate its 50th anniversary of the brand’s arrival in Hong Kong. (Photo by VCG)
L’articolo BMW M3 E30: ICONICARS proviene da Icon Wheels.
Autovelox e Tutor: dove sono? (15-21 luglio 2019)

Numerosi Autovelox e Tutor saranno presenti sulle strade e sulle autostrade d’Italia.
Di seguito troverete l’elenco completo di tutte le postazioni fisse e mobili attive nel nostro Paese. Nove i nuovi Tutor installati: due sulla A1 in provincia di Modena, due sulla A4 in Lombardia, uno sulla A8 in provincia di Varese, due sulla A13 in Emilia-Romagna e due sulla A14 (uno nella città metropolitana di Bari e l’altro nella città metropolitana di Bologna).
Autovelox mobili dal 15 al 21 luglio 2019
VALLE D’AOSTA
15/07-21/07 T1 Traforo Monte Bianco AO
PIEMONTE
15/07-21/07 A4 Torino-Trieste TO
15/07-21/07 A4 Torino-Trieste NO
15/07-21/07 A21 Torino-Alessandria-Piacenza-Brescia AL
15/07-21/07 A A26 km 76+500 ADP Rio Anda Nord AL
15/07-21/07 SS32 Ticinese NO
15/07-21/07 SS703 Tangenziale Est Novara NO
15/07-21/07 SP142 del Biellese NO
15/07-21/07 SP229 Lago d’Orta NO
15/07-21/07 SP299 della Valsesia NO
16/07-21/07 A26 Genova Voltri-Gravellona Toce NO
15/07 A6 Torino-Savona CN
15/07 SS34 del lago Maggiore VB
16/07-17/07 SS33 del Sempione VB
16/07 SS231 di Santa Vittoria AT
17/07 A6 Torino-Savona TO
17/07 SP1 delle Grange VC
17/07 SP28 Asti-Alessandria AT
18/07 SP458 Asti-Chivasso AT
18/07 SP54 del Lago di Mergozzo VB
19/07-21/07 SS231 di Santa Vittoria AT
19/07 A6 Torino-Savona CN
19/07 SS33 del Sempione VB
20/07 SS34 del lago Maggiore VB
21/07 SS33 del Sempione VB
LIGURIA
15/07 A15 Parma-La Spezia SP
16/07 A6 Torino-Savona SV
16/07 A12 Genova-Roma GE
17/07 SS1 Aurelia IM
18/07 SP29 del Colle di Cadibona SV
20/07 SS28 del colle di Nava IM
21/07 SS1 Aurelia SP
21/07 SP1 Aurelia GE
LOMBARDIA
15/07 SS36 del lago di Como e dello Spluga LC
15/07 SP671 della Valle Seriana BG
16/07 SS233 Varesina VA
16/07 SS9 via Emilia LO
16/07 SP142 Boltiere-Pontirolo-Treviglio BG
16/07 SP235 di Orzinuovi LO
17/07 SS712 Tangenziale Est di Varese VA
18/07 SS9 via Emilia LO
18/07 SP235 di Orzinuovi LO
19/07 A4 Torino-Trieste BS
19/07 A7 Milano-Genova PV
19/07 A9 Lainate-Chiasso CO
19/07 SS36 del lago di Como e dello Spluga MI
19/07 SS36 dello Spluga SO
19/07 SP10 Padana Inferiore MN
20/07-21/07 SS9 via Emilia LO
20/07-21/07 SP235 di Orzinuovi LO
20/07 SS36 del lago di Como e dello Spluga LC
20/07 SP69 di Santa Caterina VA
21/07 A7 Milano-Genova PV
21/07 SS233 Varesina VA
TRENTINO-ALTO ADIGE
15/07 SS48 delle Dolomiti TN
15/07 SP47 della Valsugana TN
16/07 SS12 del Brennero BZ
16/07 SS45 bis Gardesana Occidentale TN
16/07 SS49 della Val Pusteria BZ
16/07 SP47 della Valsugana TN
17/07 SS43 di Val di Non TN
18/07 SS240 di Loppo e di Val di Ledro TN
19/07 SS48 delle Dolomiti TN
19/07 SP47 della Valsugana TN
20/07 SS242 Val Gardena BZ
VENETO
15/07-21/07 SS53 Postumia TV
15/07-16/07 SS13 Pontebbana TV
15/07-16/07 SR15 Cadore Mare TV
15/07-16/07 SR89 Treviso Mare TV
15/07-16/07 SP100 di Montebelluna TV
15/07 A4 Torino-Trieste VR
15/07 A31 Vicenza-Piovene Rocchette VI
15/07 SR348 Feltrina TV
15/07 SR47 della Valsugana VI
15/07 SP667 di Caerano TV
15/07 SP71 del Ponte della Muda TV
15/07 SC Tangenziale Padova PD
16/07 A4 Torino-Trieste VE
16/07 SS434 Transpolesana RO
16/07 SP248 Schiavonesca Marosticana TV
16/07 SC Tangenziale Sud Vicenza VI
17/07 A4 Torino-Trieste VR
17/07 A4 Torino-Trieste VI
17/07 SP667 di Caerano TV
17/07 SC Tangenziale Padova PD
18/07-19/07 SC Tangenziale Sud Vicenza VI
18/07 A4 Torino-Trieste VE
18/07 SP102 Postumia Romana TV
19/07-21/07 SS13 Pontebbana TV
19/07-21/07 SR15 Cadore Mare TV
19/07-21/07 SR348 Feltrina TV
19/07-21/07 SR89 Treviso Mare TV
19/07-21/07 SP100 di Montebelluna TV
19/07 SR47 della Valsugana VI
19/07 SP248 Schiavonesca Marosticana TV
19/07 SP68 di Istrana TV
19/07 SP71 del Ponte della Muda TV
19/07 SC Tangenziale Sud Vicenza VI
20/07-21/07 A4 Torino-Trieste PD
20/07 A31 Vicenza-Piovene Rocchette VI
20/07 SP19 di Vedelago TV
20/07 SP245 Castellana TV
21/07 SR245 Castellana TV
21/07 SP71 del Ponte della Muda TV
21/07 SC Tangenziale Sud Vicenza VI
FRIULI-VENEZIA GIULIA
15/07-18/07 A4 Torino-Trieste UD
15/07-18/07 A23 Palmanova-Tarvisio UD
15/07 SS13 Pontebbana UD
15/07 SS14 della Venezia Giulia TS
15/07 SS202 Triestina TS
15/07 SS58 della Carniola TS
15/07 SR353 della Bassa Friulana UD
15/07 SP1 del Carso TS
15/07 SP95 di Madrisio UD
16/07 SS14 della Venezia Giulia UD
16/07 SS15 via Flavia TS
16/07 SS352 di Grado UD
16/07 SR252 di Palmanova UD
16/07 SP35 di Opicina TS
16/07 SC viale Miramare TS
17/07 A34 GO
17/07 RA13 A4 Sistiana-Fernetti TS
17/07 RA14 Villa Opicina-Fernetti TS
17/07 SS13 Pontebbana UD
17/07 SR353 della Bassa Friulana UD
17/07 NSA326 Lacotisce Rabuiese TS
18/07-19/07 SS352 di Grado UD
18/07 SS14 della Venezia Giulia UD
18/07 SS14 della Venezia Giulia TS
18/07 SS202 Triestina TS
18/07 SS676 Tangenziale UD
18/07 SP35 di Opicina TS
19/07 RA13 A4 Sistiana-Fernetti TS
19/07 RA14 Villa Opicina-Fernetti TS
19/07 SS56 di Gorizia UD
19/07 SC1 del Carso TS
20/07 A4 Torino-Trieste UD
20/07 A23 Palmanova-Tarvisio UD
20/07 SS13 Pontebbana UD
20/07 SS15 via Flavia TS
20/07 SS202 Triestina TS
20/07 SR353 della Bassa Friulana UD
20/07 SP14 di Muggia TS
EMILIA-ROMAGNA
15/07-20/07 RA08 Ferrara-Porto Garibaldi FE
15/07-20/07 SS16 Adriatica FE
15/07 SS16 Adriatica RA
15/07-20/07 SS309 Romea FE
15/07-17/07 SS63 R Variante Cispadana RE
15/07 SS9 via Emilia FC
15/07-16/07 SP523 Fondovalle PR
15/07 SP Busseto PR
16/07 SS12 Nuova Estense MO
16/07 SS16 Adriatica RN
16/07 SS3 Bis Tiberina FC
16/07 SS72 di San Marino RN
16/07-18/07 SS9 via Emilia BO
16/07-17/07 SS9 via Emilia PR
16/07 SP62 R Variante Cispadana RE
17/07 SS16 Adriatica RA
17/07 SS727 Tang. Forlì FC
17/07 SS Busseto PR
18/07 SS12 var. Mirandola MO
18/07 SS16 Adriatica RN
18/07 SS3 Bis Tiberina FC
18/07 SS72 di San Marino RN
18/07 SP62 R Variante Cispadana RE
19/07 A21 Torino-Alessandria-Piacenza-Brescia PC
19/07-20/07 SS63 R Variante Cispadana RE
19/07 SS67 Tosco Romagnola FC
19/07 SS Busseto PR
19/07 SC Complanare Luigi Einaudi MO
20/07 SS727 Tang. Forlì FC
21/07 SS67 Tosco Romagnola FC
21/07 SP258 Marecchia RN
TOSCANA
15/07-18/07 A1 Milano-Napoli AR
15/07-17/07 A1 Milano-Napoli FI
15/07 A12 Genova-Roma LU
15/07 A15 Parma-La Spezia MS
15/07 RA03 Siena-Firenze SI
15/07 SS1 Aurelia LI
16/07-18/07 A11 Firenze-Pisa Nord PT
16/07-17/07 A12 Genova-Roma LI
16/07 SP/SGC Firenze-Pisa-Livorno LI
17/07-20/07 RA06 Bettolle-Perugia AR
17/07-19/07 A15 Parma-La Spezia MS
18/07 A12 Genova-Roma LU
19/07-20/07 A12 Genova-Roma LI
19/07 SS1 Aurelia LI
19/07 SS223 di Paganico GR
20/07-21/07 A1 Milano-Napoli FI
20/07-21/07 A11 Firenze-Pisa Nord PT
20/07 SS1 Aurelia MS
21/07 A12 Genova-Roma LU
21/07 A15 Parma-La Spezia MS
21/07 SS1 Aurelia LI
MARCHE
15/07-21/07 A14 Bologna-Taranto PU
15/07-21/07 A14 Bologna-Taranto FM
15/07-21/07 RA11 Ascoli-Porto d’Ascoli AP
15/07-21/07 SS16 Adriatica AN
15/07-21/07 SS16 Adriatica PU
15/07-21/07 SS3 Flaminia PU
15/07-21/07 SS73 Bis di Bocca Trabaria PU
15/07-21/07 SS76 della Valle d’Esino AN
15/07-21/07 SP423 Urbinate PU
UMBRIA
16/07-17/07 SS3 Bis Tiberina PG
16/07-17/07 SS E45 Loc. Acquasparta PG
LAZIO
15/07 A A24 Tang.Est/Castel Madama RM
16/07 A A12 Roma-Civitavecchia RM
18/07 SS148 via Pontina LT
18/07-19/07 SR156 dei Monti Lepini FR
20/07 SS Racc. A/1 km 15 loc. Cortona FR
21/07 SS675 Umbro-Laziale VT
ABRUZZO
15/07-21/07 RA Raccordo Autostradale Chieti-Pescata CH
15/07-21/07 SS16 Adriatica CH
15/07-21/07 SS649 di Fondo Valle Alento CH
15/07-21/07 SS650 Fondo valle Trigno CH
15/07-21/07 SS652 di Fondo Valle Sangro CH
15/07-21/07 SS656 Val Pescara e Chieti CH
15/07-21/07 SS714 var. Francavilla al mare CH
MOLISE
15/07-21/07 SS647 Fondo Valle del Biferno CB
15/07 SS650 Trignina IS
20/07 SS158 della Valle del Volturno IS
CAMPANIA
15/07-20/07 A1 Milano-Napoli CE
15/07-20/07 A3 Napoli-Salerno-Reggio Calabria NA
15/07-20/07 A3 Napoli-Salerno-Reggio Calabria SA
15/07-20/07 A16 Napoli-Canosa AV
15/07-20/07 A2 del Mediterraneo SA
15/07-20/07 A30 Napoli-Salerno SA
15/07-20/07 RA02 Salerno-Avellino AV
15/07-20/07 SS268 del Vesuvio NA
15/07-20/07 SS7 Appia CE
15/07-20/07 SS7 Appia Quater via Domitiana CE
15/07-19/07 A30 Napoli-Salerno CE
15/07 RA09 di Benevento BN
15/07 SP430 SA
16/07 SR562 Omingardina SA
17/07 RA09 di Benevento BN
17/07 SS517 Variante Bussentina SA
18/07 SS18 Tirrena Inferiore SA
19/07 SP430 SA
20/07 SS18 Tirrena Inferiore SA
BASILICATA
15/07-20/07 SS407 Basentana MT
17/07 SS658 Potenza-Melfi PZ
18/07-19/07 SS598 di Fondo Valle d’Agri PZ
18/07 RA05 Scalo Sicignano-Potenza PZ
20/07 SS658 Potenza-Melfi PZ
PUGLIA
15/07-21/07 SS379 Egnazia e delle Terme di Torre Canne BR
15/07 SP367 Maglie-Galatina LE
18/07 SS16 Adriatica FG
18/07 SP367 Maglie-Galatina LE
20/07 SS16 Adriatica FG
CALABRIA
19/07-21/07 SS106 Jonica RC
20/07-21/07 SS682 Jonio-Tirreno RC
SICILIA
15/07-21/07 A20 Messina-Catania ME
15/07-21/07 A29 Palermo-Mazara del Vallo TP
15/07-21/07 SS113 Settentrionale Sicula ME
15/07-21/07 SS121 PA
15/07-21/07 SS189 AG
15/07-17/07 SS115 RG
15/07 SS114 Orientale Sicula CT
16/07 A18 Messina-Palermo ME
16/07 A29 Palermo-Mazara del Vallo PA
16/07 SS114 SR
16/07 SS284 CT
17/07-19/07 A19 Palermo-Catania PA
17/07 SS114 Orientale Sicula CT
17/07 SS117 Bis e 4 Turistica EN
17/07 SS417 CT
18/07-20/07 A29 Palermo-Mazara del Vallo PA
18/07 A18 Messina-Palermo ME
18/07 SS114 SR
18/07 SS284 CT
19/07 SS117 Bis e 4 Turistica EN
19/07 SS417 CT
20/07 A18 Messina-Palermo ME
20/07 SS115 RG
21/07 A19 Palermo-Catania PA
SARDEGNA
15/07-20/07 SS131 Dir. Centrale Nuorese NU
15/07 SS131 Carlo Felice OR
15/07 SS131 Dir. Centrale Nuorese SS
17/07 SS729 Sassari-Olbia SS
18/07 SS131 Carlo Felice NU
18/07 SS131 Carlo Felice SS
18/07 SS131 Dir. Centrale Nuorese SS
19/07 SS131 Carlo Felice CA
19/07 SS389 di Buddusò e del Correboi NU
20/07 SS125 Orientale Sarda CA
20/07 SS131 Dir. Centrale Nuorese SS
21/07 SS125 Orientale Sarda NU
21/07 SS131 Carlo Felice CA
21/07 SS291 della Nurra SS
Autovelox fissi in autostrada: dove sono
PIEMONTE
T4 Traforo del Frejus interno galleria (dir. Francia Italia) Bardonecchia (TO)
VENETO
A4 Torino-Trieste km 423+850 (dir. Ovest) Noventa di Piave (VE)
A4 Torino-Trieste km 417+900 (dir. Ovest) Meolo (VE)
A4 Torino-Trieste km 406+950 (dir. Est) Quarto d’Altino (VE)
A4 Torino-Trieste km 417+350 (dir. Est) Meolo (VE)
TOSCANA
A1 Milano-Napoli km 305+500 (dir. Nord) Bagno a Ripoli (FI)
A1 Milano-Napoli km 362+500 (dir. Sud) Civitella in Val di Chiana (AR)
A11 Firenze-Pisa Nord km 35,500 (dir. Ovest) Serravalle Pistoiese (PT)
A12 Livorno-Rosignano km 200+500 (dir. Sud) Rosignano Marittimo (LI)
A15 Parma-La Spezia km 53+000 (dir. Nord) Berceto (PR)
MARCHE
A14 Bologna-Taranto km 154+060 (dir. Sud) Pesaro (PU)
A14 Bologna-Taranto km 254+340 (dir. Nord) Potenza Picena (MC)
A14 Bologna-Taranto km 290+540 (dir. Nord) Campofilone (FM)
RA11 Ascoli-Mare km 03+800 (dir. Est) Ascoli Piceno (AP)
UMBRIA
RA6 Raccordo Autostradale Bettolle-Perugia km 57+050 (dir. Est) Perugia (PG)
CAMPANIA
RA2 Avellino-Salerno km 17+015 (dir. Sud) Montoro (AV)
PUGLIA
A14 Bologna-Taranto km 683+397 (dir. Sud) Bitritto (BA)
A14 Bologna-Taranto km 689+715 (dir. Nord) Sannicandro di Bari (BA)
Autovelox fissi sulle strade statali: dove sono
LOMBARDIA
SS336 dell’Aeroporto di Malpensa km 08+550 (dir. Ovest) Cardano al Campo (VA)
SS336 dell’Aeroporto di Malpensa km 17+680 (dir. Est) Lonate Pozzolo (VA)
SS336 dell’Aeroporto di Malpensa km 32+700 (dir. Ovest) Inveruno (MI)
SS336 dell’Aeroporto di Malpensa km 33+700 (dir. Est) Meseno (MI)
FRIULI VENEZIA GIULIA
SR463 km 49+300 (dir. Sx) San Vito al Tagliamento (PN)
SR463 km 50+225 (dir. Dx) San Vito al Tagliamento (PN)
SR464 km 13+930 (dir. Sx) Spilimbergo (PN)
SR464 km 14+837 (dir. Dx) Spilimbergo (PN)
SR251 km 79+903 (dir. Sx) Claut (PN)
SR251 km 94+596 (dir. Dx) Erto e Casso (PN)
UMBRIA
SS3 bis (Itinerario E45) Terni-Ravenna (SS Tiberina Bis) km 72+500 (dir. Nord) Perugia
SS3 bis (itinerario E45) Terni-Ravenna (SS Tiberina Bis) km 73+500 (dir. Sud) Perugia
SS3 bis (itinerario E45) Terni-Ravenna (SS Tiberina Bis) km 39+750 (dir. Nord) Todi (PG)
SS3 bis (itinerario E45) Terni-Ravenna (SS Tiberina Bis) km 40+800 (dir. Sud) Todi (PG)
SS675 Viterbo-Terni (SS Umbro-Laziale) km 52+120 (dir. Sud) Narni (TR)
MARCHE
SS73 Fano Grosseto km 95+150 (dir. Est) Colli al Metauro (PU)
SS73 Fano Grosseto km 102+550 (dir. Ovest) Cartoceto (PU)
SS77 Foligno-Civitanova Marche (SS della Valle del Chienti) km 88+600 (dir. Est) Corridonia (MC)
SS16 Venezia-Otranto (SS Adriatica) km 294+620 (dir. Nord) Ancona
PUGLIA
SS16 Venezia-Otranto (SS Adriatica) km 609+000 (dir. Nord) Chieuti (FG)
BASILICATA
SS658 Potenza-Melfi km 2+600 (dir. Nord) Potenza
CALABRIA
SS106 Reggio Calabria-Taranto (SS Jonica) km 240+900
Crotone
Tutor: dove sono
A1 Milano-Napoli
Direzione Nord
San Vittore-Cassino
Cassino-Pontecorvo
Colleferro-Valmontone
Allacciamento Racc. Roma Nord per A1-Ponzano Romano
Ponzano Romano-Magliano Sabina
Magliano Sabina-Orte
Firenzuola-Badia
Reggio Emilia-Campegine
Campegine-Parma
Modena Sud Dir Nord-Modena Nord Dir Nord
Direzione Sud
Badia-Firenzuola
Allacciamento A1 per Roma Sud-Colleferro
San Vittore-Caianello
Modena Sud Dir Sud-All A14 A1 N dir Sud
A4 Torino-Trieste
Direzione Ovest
Dalmine Dir Ovest-Capriate Dir Ovest
Capriate Dir Ovest-Cavenago Dir Ovest
A7 Milano-Genova
Direzione Nord
Busalla-Ronco Scrivia
Ronco Scrivia-Isola del Cantone
A8 Milano-Varese
Direzione Nord
Castellanza Dir Nord-Busto Arsizio Dir Nord
A10 Genova-Ventimiglia
Direzione Ovest
Celle Ligure-Albisola
Direzione Est
Albisola-Celle Ligure
A13 Bologna-Padova
Direzione Nord
Bologna Interporto-Altedo
Altedo-Ferrara Sud
Direzione Sud
Ferrara Nord-Ferrara Sud Dir Sud
Ferrara Sud Dir Sud-Altedo Dir Sud
A14 Bologna-Taranto
Direzione Nord
Forlì-Faenza
Faenza-All. Ravenna Sud
Bari Nord Dir Nord-Bitonto Dir Nord
Valle del Rubicone-Cesena
Direzione Sud
Faenza-Forlì
Castel San Pietro Dir Sud-Imola Dir Sud
Cesena-Valle del Rubicone
Valle del Rubicone-Rimini
A16 Napoli-Canosa
Direzione Ovest
Monteforte-Baiano
Direzione Est
Monteforte-Avellino Ovest
A26 Genova-Gravellona Toce
Direzione Nord
Masone-Broglio
Direzione Sud
Masone-Massimorisso
A30 Caserta-Salerno
Direzione Nord
Sarno-Palma Campania
Direzione Sud
Allacciamento A1 per A30-Nola
Sarno-Nocera Pagani
A5 Torino-Monte Bianco
Direzione Francia
Traforo Monte Bianco Sud-Traforo Monte Bianco Nord
Direzione Italia
Traforo Monte Bianco Nord-Traforo Monte Bianco Sud
A56 Tangenziale di Napoli
Direzione Ovest
Camaldoli Dir. Ovest-Vomero Dir. Ovest
Fuorigrotta Dir. Ovest-Agnano Dir. Ovest
Direzione Est
Agnano Dir. Est-Fuorigrotta Dir. Est
Arenella Dir. Est-Capodimonte Dir. Est
L’articolo Autovelox e Tutor: dove sono? (15-21 luglio 2019) proviene da Icon Wheels.
























