Volvo, un nuovo modo di pensare l’auto

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Il mondo dell’auto si sta preparando a importantissimi cambiamenti: i motori elettrici sostituiranno quelli a benzina e a gasolio – anche se nessuno, ancora, sa dire quando questo passaggio avverrà davvero, né se la sostituzione sarà totale o solo territoriale (nelle città, per esempio) – mentre i computer supporteranno sempre più l’essere umano alla guida, fino a renderlo “superfluo”. E poi c’è Volvo, che il cambiamento ha deciso non di inseguirlo ma di anticiparlo. Come? Con un approccio innovativo a 360°, diverso da quello degli altri brand automobilistici. In che senso lo vediamo attraverso un “viaggio” nella gamma XC, ovvero quella dei SUV della Casa svedese.

Come è cambiata, di fatto, Volvo

Un percorso che ci permetterà di apprezzare non solo come il progresso venga condiviso fra tutti i modelli della gamma – senza riservarlo alle auto più grandi e costose – ma come il rispetto di una filosofia comune non significhi fare copia-incolla fra un’auto e l’altra. Prima di iniziare, un cenno a tre iniziative che la dicono lunga sull’approccio più unico che raro di questa azienda all’automotive: una è la limitazione della velocità massima dei propri veicoli a 180 km/h (una velocità non bassissima, ok, ma è pur sempre un limite in un mondo che di limiti non se ne pone quasi mai).

La seconda è la condivisione del proprio archivio digitale di dati, raccolti in 40 anni di incidenti stradali che coinvolgono le proprie auto: rilevazioni effettuate dagli ingegneri che analizzano i “rottami” e cercano di capire come migliorare la sicurezza passiva e attiva dei veicoli.

Terza, la scelta di abbandonare il diesel (a partire dalla nuova S60) e di produrre solo motorizzazioni elettrificate a partire già da quest’anno.

Tutto inizia con la seconda generazione della Volvo XC90

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Il nuovo corso Volvo inizia con la seconda generazione della XC90, in cui tutto concorre a far capire che il marchio ha cambiato marcia. Partiamo dal design: da qualunque parte la si guardi è lampante che si tratta di una Volvo, eppure non c’è un elemento che si ispiri al passato. Le superfici sono tirate come non mai, le luci anteriori accolgono per la prima volta lo stilema del “martello di Thor”, disegnato dalle strisce di LED, mentre all’interno un tablet verticale dà accesso a quasi tutte le funzioni, riducendo al minimo il numero di pulsanti fisici.

Il meglio, però, è forse ciò che non si vede: se Volvo è famosa da sempre per la ricerca sulla sicurezza passiva (la protezione in caso di incidenti), con l’XC90 fa passi da gigante in quella attiva, cioè sulla prevenzione. Grazie al Pilot Assist basta infatti regolare la distanza del veicolo che precede e si ha la netta sensazione che il domani, senza mani sul volante e piedi sui pedali, sia ormai molto vicino. Limitandoci all’oggi, la sensazione di sicurezza che infonde quest’auto è più unica che rara. E, una volta che ci si è abituati, è davvero dura tornare indietro: sensori e cervellone elettronico tengono la distanza fino a 130 km/h agendo autonomamente su freni, acceleratore e sterzo.

Sì, la XC90 è una delle primissime auto a gestire anche la direzione, pur non sostituendosi – non ancora – all’arbitrio del guidatore. Non è da meno il comfort: se quasi tutti i costruttori vanno in direzione della sportività, Volvo sembra quasi andare orgogliosa della sua scelta in controtendenza in favore della comodità. Ed è un gran viaggiare, sempre.

Passaggio di consegne con la XC60

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Che la XC90 rappresenti la “nuova” Volvo se ne ha conferma quando viene presentata la sorella più piccola, la XC60. Che, attenzione, non è una XC90 in scala ridotta (cosa che invece accade con alcuni marchi della concorrenza, che ripropongono le stesse linee su auto di dimensioni differenti), ma ha una propria distinta personalità, con dei richiami, questi sì, alla “sorella maggiore”.

La spinta all’innovazione però è ciò che più preme dalle parti di Göteborg, sede di Volvo: così, sebbene con la XC90 si potesse vivere di rendita per qualche anno, la Volvo XC60 sposta l’asticella ancora più in alto. Arriva infatti l’aggiornamento del sistema “City Safety”, che introduce il supporto alla sterzata quando la frenata automatica, da sola, non è sufficiente a evitare un impatto. Debutta anche il sistema “Oncoming Lane Mitigation”, attivo fra i 60 e i 140 km/h, che aiuta il guidatore a evitare impatti con veicoli che sopraggiungono dalla parte opposta. Ultimo, ma non meno importante, il “Blind Spot Information System”, che segnala al conducente la presenza di veicoli negli angoli ciechi e introduce la funzione della sterzata assistita che evita eventuali collisioni con veicoli che si trovano nell’angolo cieco.

Volvo XC40: la più piccola, ma solo nelle misure

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Prima, il colpo d’occhio: la XC40 – nominata Auto dell’Anno nel 2018 – è diversa e coraggiosa, nella misura in cui, dell’apprezzatissima XC60, c’è pochissimo, al di là degli ovvi richiami nella forma della calandra, dei fari e di qualche altro dettaglio. Sulla “piccola”, la carrozzeria ha uno sviluppo più verticale e, soprattutto, una personalità tutta sua nella vista laterale. Più simile a quello delle sorelle maggiori l’abitacolo, che spicca per praticità: fra le tante soluzioni intelligenti ci sono il cassetto sotto al sedile del guidatore, il gancio davanti al passeggero per appendere le borse e le tasche nei pannelli portiera, che sono così grandi da ospitare persino un laptop.

Non manca ovviamente la sicurezza: oltre a tutti i dispositivi presenti sulle sorelle maggiori, qui debutta il sistema che aiuta a scartare pedoni, ciclisti e animali: funziona in tandem con la frenata automatica e – in parole semplici – aiuta a sterzare per evitare l’ostacolo quando è troppo tardi per fermarsi. Non gira al posto di chi guida, ma gli “consiglia” la manovra corretta, dando una sorta di invito allo sterzo.

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