Partenza in salita: tutti i consigli per evitare errori

Partire in salita, per chi è alle prime armi, è davvero un incubo. Una delle cose più difficili da imparare quando si guida l’auto per la prima volta. È complesso durante le lezioni di guida con l’istruttore, ma anche nelle esercitazioni autonome con il foglio rosa. Si tratta di un ostacolo tra i più complicati, a cui bisogna far fronte. Vediamo alcuni consigli utili per non farsi trovare impreparati all’esame di guida e anche dopo. Ci sono infatti molte persone che faticano a partire in salita anche dopo aver conseguito la patente, si tratta di una delle manovre più difficili per tanti automobilisti.
Partenza in salita con cambio manuale
Tanti usano il freno a mano per aiutarsi e assicurarsi che l’auro resti immobile. È una tecnica che viene utilizzata in molti casi. Ma è possibile partire in salita anche senza tirare il freno a mano, usando i piedi nel modo corretto e nei tempi giusti: pedale del freno, della frizione e dell’acceleratore devono essere pigiati nel momento giusto e con la pressione corretta. All’inizio sembra difficile, ma poi diventa un vero gioco da ragazzi.
I consigli per partire in salita senza far spegnere il motore e senza alzare troppo i giri:
- “ascoltare” la propria auto, eliminando incertezze e agitazione;
- da fermi, immettere la prima marcia con la frizione premuta, mentre con il piede destro tenere premuto il freno;
- sollevare quindi il piede sinistro, per far staccare la frizione;
- in questo momento si può sentire il momento esatto in cui la marcia è pronta a entrare in azione;
- in quell’istante passare il piede destro dal freno all’acceleratore, per dare gas e far partire l’auto senza strappi;
- l’auto si muove in avanti e il gioco è fatto.
L’errore più comune
Molti sbagliano e fanno “pattinare” la frizione, facendo passare troppo tempo tra il punto di stacco e la partenza. Il movimento dei piedi deve essere perfettamente sincronizzato e immediato. Nel momento dello stacco bisogna mollare il freno e accelerare, rilasciando progressivamente il pedale della frizione. L’auto non dovrebbe muoversi all’indietro nemmeno di un centimetro.
Come aiutarsi con il freno a mano
Come accennato prima, è possibile anche aiutarsi con il freno a mano, sempre con auto con cambio manuale. Il freno a mano serve principalmente:
- quando non si ha ancora confidenza con la partenza fatta con il solo pedale del freno;
- se la pendenza della strada è importante;
- se l’auto è molto carica.
Il meccanismo di base è praticamente lo stesso di quello descritto in precedenza, ma invece di tenere premuto il pedale del freno si tiene il freno a mano tirato. In questo modo non si deve spostare il piede destro dal freno all’acceleratore, ma si può tenere sempre posizionato sopra quest’ultimo, per una partenza più immediata e meno “sincronizzata”. In questo modo la partenza in salita risulta più agevole, con il piede destro libero. Ma è meglio imparare a partire senza aiuti.
Cambio automatico e partenza in salita
In questo caso è tutto più facile, perché le auto con cambio automatico non hanno il pedale della frizione. Basta quindi premere il pedale del freno per tenere ferma l’auto, innestare la marcia e lasciare il freno. L’auto resta ferma fino a quando non si inizia ad accelerare gradualmente. C’è anche un meccanismo di assistenza alla guida (nei modelli recenti), che aiuta certamente in salita. Si tratta dell’Hill Start Assist, o Hill Holder, che blocca automaticamente l’auto per alcuni secondi in caso di strada in salita. La macchina non scivola all’indietro e la ripartenza è un gioco da ragazzi.
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Esistono differenti tipologie di impianti GPL

Partiamo innanzitutto con la definizione di GPL, che è il Gas Petrolio Liquefatto, un prodotto che può essere usato come carburante dei veicoli al posto della benzina e del diesel, che deriva dalla raffinazione del petrolio. Le vetture che funzionano con il GPL sono generalmente modelli a benzina adattati anche per funzionare con questo gas particolare, che hanno quindi un secondo serbatoio apposito. Il conducente può, in qualsiasi momento, decidere quale tipologia di carburante selezionare e utilizzare per le sue fasi di viaggio, tra benzina e GPL, appunto.
I vantaggi del GPL
Il vantaggio principale del Gas Petrolio Liquefatto è legato al prezzo. Costa infatti molto meno rispetto al diesel e alla benzina, con conseguente risparmio da parte dell’automobilista. Nei decenni passati purtroppo, a fronte di questa convenienza economica, si dovevano “pagare” però alcuni svantaggi, tra cui:
- pochi distributori sul territorio nazionale;
- calo nelle prestazioni molto avvertibile;
- limitazioni dell’utilizzo (parcheggi pubblici coperti);
- scarsità di vetture con impianto GPL già montato di fabbrica.
Oggi molti di questi disagi sono stati superati e le auto GPL si sono diffuse sempre più.
Le difficoltà economiche odierne degli italiani e i prezzi del carburante alle stelle hanno contribuito all’aumento del numero di modelli GPL immatricolati. Tanti gli automobilisti che hanno deciso di passare a questa soluzione, alcuni dei quali hanno deciso di installare un impianto GPL after market, alla propria vettura benzina già posseduta.
Le differenti tipologie di impianto GPL per auto: quale scegliere
Oggi moltissime Case automobilistiche, anzi, tutti i principali brand del settore, hanno a listino delle vetture GPL. Spesso questi modelli particolari sono offerti al cliente anche allo stesso prezzo dei veicoli a benzina. Chi vuole comprare una vettura nuova e risparmiare sui costi del carburante – quindi – ha un’ampia scelta.
Come abbiamo detto, però, è anche possibile convertire la propria auto a benzina in benzina-GPL, facendo installare un impianto GPL da professionisti del settore. Vi sono differenti tipologie di componenti e sistemi, che si adattano alle caratteristiche specifiche del motore dell’auto.
Per essere sicuri quindi di far montare il nuovo sistema in maniera ottimale, con la certezza che vengano utilizzati i componenti adeguati, è necessario rivolgersi a officine specializzate, che prima di tutto consigliano al cliente quale impianto GPL è meglio installare sulla propria vettura, e poi come inserirlo per farlo funzionare in maniera sicura e affidabile, senza superare il 2-3% di perdita prestazionale che avviene in genere in questi casi.
Perché affidarsi a un’officina specializzata
Sarebbe bene scegliere professionisti esperti del settore, che siano noti per aver eseguito già lavori su vetture della stessa tipologia di quella su cui si vuole intervenire. Questo diminuisce senza dubbio la possibilità di riscontrare dei problemi di irregolarità di funzionamento del motore, come per esempio la perdita di liquidi, la rumorosità o ancora la mancata tenuta del minimo. Per evitare queste problematiche è fondamentale che il sistema sia montato e tarato a regola d’arte.
Quanto costa la conversione dell’auto?
Il costo dell’installazione di un impianto GPL su un veicolo a benzina può andare da un minimo di 1.400 a un massimo di 2.200 euro circa, il prezzo cambia sicuramente in base al marchio scelto per l’impianto, ma anche a seconda della complessità del lavoro. Si tratta di un intervento che generalmente necessita di circa 15/16 ore di lavoro, a cui bisogna aggiungere poi taratura dell’impianto e tutte le pratiche utili per aggiornare i documenti dell’auto.
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Fiat E-Ulysse: space shuttle

Prima di iniziare a parlare della Fiat e-Ulysse bisogna chiarire un punto importante: la multispazio elettrica torinese – gemella di Citroën ë-SpaceTourer, Opel Zafira-e Life, Peugeot e-Traveller e Toyota Proace Verso Electric – non è rivolta alle famiglie (parola che non viene mai citata, d’altronde, nel comunicato stampa ufficiale) bensì ai servizi di trasporto per hotel, taxi e VIP transfer.
Uno shuttle a emissioni zero – anzi, uno “space” shuttle considerando le dimensioni esterne ingombranti (5,31 metri di lunghezza, unica taglia disponibile) e l’abitacolo immenso – in grado di entrare in qualsiasi ZTL e anche nei parcheggi sotterranei vista l’altezza inferiore a 1,90 metri. Un salotto su ruote silenzioso e comodo che punta a spostare cose – ma soprattutto persone – nel modo più sostenibile possibile.
Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la Fiat e-Ulysse più elegante (e costosa) del listino: la Lounge. Scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.
Fiat E-Ulysse: autonomia, batteria e ricarica
La batteria da 75 kWh della Fiat e-Ulysse garantisce un’autonomia di 330 km: sulla base dell’andamento della carica nel corso del nostro test (effettuato adottando uno stile di guida normale e usando spesso la modalità Eco) possiamo ipotizzare percorrenze reali di circa 250 km con un “pieno” di energia.
Per quanto riguarda la ricarica in corrente alternata ci vogliono 47 ore a 1,8 kW, 11 ore a 7,4 kW e 7 ore e mezza a 11 kW (On Board Charger optional a 600 euro) mentre per quella in corrente continua a 100 kW sono sufficienti 45 minuti per portare gli accumulatori da 0 all’80%.

Fiat E-Ulysse: il motore
La Fiat E-Ulysse ospita sotto il cofano un motore elettrico:
- un motore elettrico da 136 CV
Questo propulsore – già visto su molte auto del gruppo Stellantis (Citroën ë-C4, DS 3 Crossback E-Tense, Opel Corsa-e e Mokka-e e Peugeot e-208 e e-2008) – riesce a muovere senza problemi anche un veicolo ingombrante come la multispazio piemontese. In modalità Eco o Normal sembra un po’ strozzato ma basta spostare il manettino su Sport per ricevere in cambio una spinta interessante.

Fiat E-Ulysse: prestazioni e piacere di guida
La Fiat E-Ulysse è una vettura che nasce per essere caricata: di persone, di valigie e di elettroni. Il divertimento non è il suo mestiere: mentre le “gemelle” franco/giapponesi sono offerte anche in versioni più corte la torinese è disponibile esclusivamente nella mastodontica variante Long.
Oltre 5,30 metri di lunghezza, 7 posti configurabili in 16 posizioni diverse (otto sedili e 12 configurazioni per l’allestimento “base” più economico), un assetto quasi automobilistico – la base è quella del furgone Scudo – che garantisce al guidatore e ai passeggeri un buon livello di comfort ma anche un peso considerevole (più di 2,3 tonnellate a vuoto) unito a uno sterzo poco sensibile e a un comportamento stradale più rassicurante che divertente: è questa, in sintesi, la multispazio elettrica piemontese.

Fiat E-Ulysse: spazio e finiture
Si presenta bene la Fiat E-Ulysse nell’allestimento Lounge protagonista del nostro primo contatto: fuori (finestrini posteriori extraoscurati per la privacy dei VIP) e dentro. La plancia è realizzata in plastica rigida (però assemblata con cura) ed è impossibile non notare i sedili anteriori elettrici, riscaldati e massaggianti e il climatizzatore automatico trizona. Senza dimenticare alcune parti in pelle e in alluminio spazzolato che regalano un tocco di eleganza e il tetto panoramico in vetro (due pannelli da 40 cm x 1 metro) che illumina l’abitacolo.
Gli interni sono accoglienti – sette posti (2+2+3) spaziosi e un dispositivo per la sanificazione di bordo che elimina la maggior parte dei batteri che penetrano nell’abitacolo – e il bagagliaio soddisfa quasi tutte le esigenze: fino a 3.600 litri e la possibilità di caricare oggetti lunghi fino a tre metri e mezzo.

Fiat E-Ulysse: il design
Le forme della E-Ulysse sono identiche a quelle delle sorelle Citroën, Opel, Peugeot e Toyota. L’elemento stilistico distintivo – la mascherina frontale – è impreziosito da un lettering Fiat simile a quello della Tipo ma più vistoso per via delle dimensioni maggiori. Nella coda e sul volante troviamo invece il tradizionale logo con sfondo rosso.

Fiat E-Ulysse: prezzo e dotazione
La Fiat E-Ulysse Lounge protagonista del nostro primo contatto ha un prezzo alto (66.500 euro) ma in linea con quello delle rivali e una dotazione di serie che comprende:
Tech
- Radio a colori touch screen da 7″ Apple Car Play Android (4HP + 4 speakers) + 1 USB + 2 prese 12v e sistema di navigazione
- Head-up display su cruscotto guidatore
- Fast charge 100 kW
- Cavo di ricarica mode 3 e mode 2
ADAS
- Sensori di parcheggio con retrocamera
Comfort
- Configurazione 2+2+3 con tavolo
- Porte laterali con apertura automatica (piede)
- Portellone con lunotto apribile
- Sedili scorrevoli con pavimento in moquette e tappetini
- Clima automatico 3 zone con autonomia su unità postewriore
- Visibility pack (sensori crepuscolari, tergicristalli automatici, proiettori autoregolanti)
- Specchietto per area passeggeri
- Tavolino ripiegabile su prima fila
- Tendine parasole laterali su seconda fila
- Cappelliera e rete ferma bagagli
Style
- Rifiniture in pelle e decorazioni in alluminio spazzolato
- Sedili anteriori elettrici, riscaldati e massaggianti in pelle
- Climatizzatore automatico a tripla zona con unità posteriore indipendente
- Finestrini posteriori extra oscurati
- Fari allo xeno
- Tetto panoramico in vetro con illuminazione d’ambiente e tendina
- Cerchi in lega da 17″
Tra gli optional che ci sentiamo di consigliare segnaliamo la telecamera e i sensori anteriori (250 euro), fondamentali su un mezzo così ingombrante, e l’On Board Charger da 11 kW (600 euro).

Fiat E-Ulysse: le novità in cinque punti
- La prima Fiat elettrica dotata di porte posteriori
- Nuovo sistema di sanificazione dell’aria
- Solo elettrica
- Solo in versione Long
- Fino a 330 km di autonomia
Scheda tecnica
| Lunghezza | 5,31 metri |
| Larghezza | 1,92 metri |
| Altezza | 1,89 metri |
| Velocità max | 130 km/h |
| Capacità batteria | 75 kWh |
| Caratteristiche motore | motore elettrico, potenza massima di 136 CV |
| Autonomia | 330 km |
| Prezzo | 66.500 euro |
Dove l’abbiamo guidata
Abbiamo guidato la Fiat E-Ulysse tra Torino e Stupinigi: un percorso breve (che non ci ha permesso di analizzare nel dettaglio l’autonomia della multispazio piemontese) ma abbastanza vario nel quale siamo riusciti ad affrontare percorsi urbani, strade statali e la tangenziale. Durante il primo contatto abbiamo potuto apprezzare la silenziosità della vettura e il buon livello di comfort: come già scritto in precedenza la base tecnica condivisa con Citroën, Opel, Peugeot e Toyota è una delle più “automobilistiche” nel segmento dei veicoli commerciali.
NON TUTTI SANNO CHE – La Palazzina di caccia di Stupinigi – residenza sabauda patrimonio dell’umanità Unesco – nel 1996 ha ospitato un’edizione completa del programma TV Giochi senza frontiere.

Dove vorremmo guidarla
Avremmo voluto guidare la Fiat E-Ulysse su qualche strada in salita ricca di curve: la multispazio torinese a emissioni zero non nasce per fare le corse ma potrebbe essere acquistata come navetta da molti hotel in montagna.
Le concorrenti
| Citroën ë-SpaceTourer 75 kWh XL Shine | La Fiat E-Ulysse ha quattro sorelle gemelle identiche nel design e sotto la pelle meno raffinate ma con una gamma più ricca. Come la variante più costosa della multispazio elettrica del Double Chevron a 8 posti. |
| Opel Zafira-e Life 75 kWh Elegance L | Per chi la vuole tedesca: otto posti a sedere e paraurti neri non molto eleganti. |
| Peugeot e-Traveller 75 kWh Long Allure | Otto posti e una mascherina frontale più chic di quella Fiat. |
| Toyota Proace Verso Electric 75 kWh L2 Luxury | Per chi la vuole giapponese: 8 posti e una garanzia più lunga. |
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BMW Italia Ceccato Racing al CIGT 2022

Saranno Timo Glock e Jens Klingmann i due piloti del team BMW Italia Ceccato Racing nel CIGT 2022: i due driver tedeschi affronteranno il Campionato Italiano GT al volante di una BMW M4 GT3.
Timo Glock: la biografia
Timo Glock – nato il 18 marzo 1982 a Lindenfels (Germania Ovest) – ha iniziato a farsi conoscere nell’ambiente del motorsport aggiudicandosi il titolo ADAC Formula Junior Cup nel 2000 e il campionato tedesco Formula BMW nel 2001.
Nel 2004 ha debuttato in F1 con la Jordan (quattro GP disputati) ma non è riuscito a rimanere nel Circus: l’anno seguente si è trasferito negli USA (miglior debuttante 2005 nella serie Champ Car) e nel 2006 ha esordito in GP2 portando a casa il titolo l’anno successivo.
Timo Glock è rientrato in F1 con la Toyota nel 2008 e in due stagioni con il team giapponese ha conquistato tre podi e un giro veloce. Nel biennio 2010/2011 ha corso con la Virgin, team che ha cambiato nome in Marussia nel 2012 (ultima stagione nella massima serie automobilistica per il pilota teutonico).
Dopo nove stagioni nel campionato turismo tedesco DTM Glock prenderà parte al campionato italiano Gran Turismo con la BMW M4 GT3.

Jens Klingmann: la biografia
Jens Klingmann – nato il 16 luglio 1990 a Heidelberg (Germania) – si è laureato nel 2007 campione tedesco Formula BMW e nello stesso anno è arrivato terzo nelle finali mondiali.
Il pilota teutonico è passato alle ruote coperte nel 2009 e ha ottenuto come risultato più importante un terzo posto nel campionato ADAC GT Masters nel 2015 e una seconda piazza alla 24 ore di Spa del 2018. Nel 2022 disputerà il CIGT con la BMW M4 GT3.

CIGT 2022 – Il calendario
- 24 aprile 2022 – Monza (Sprint)
- 15 maggio 2022 – Pergusa (Endurance)
- 5 giugno 2022 – Misano Adriatico (Sprint)
- 17 luglio 2022 – Mugello (Endurance)
- 4 settembre 2022 – Imola (Sprint)
- 18 settembre 2022 – Vallelunga (Endurance)
- 9 ottobre 2022 – Monza (Endurance)
- 23 ottobre 2022 – Mugello (Sprint)
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Come si ipoteca un’automobile? Cosa dobbiamo sapere

Forse non tutti ne sono a conoscenza, ma i creditori possono tutelarsi – oltre che servendosi dell’ipoteca sugli immobili – anche iscrivendo la stessa su un veicolo, e non soltanto su terreni e case come siamo abituati a sentire. Non è una possibilità che conoscono tutti, ma esiste. E a tale proposito l’ACI anni fa ha pubblicato un manuale in cui sono indicati i termini e le modalità di esercizio dell’ipoteca a tutela dei creditori.
Ipoteca sull’auto: a che cosa serve
È utile per dare una garanzia al creditore che abbia concesso un finanziamento al proprietario del mezzo. L’ipoteca crea un vincolo sulla cosa, ma questo non significa che il proprietario della vettura ipotecata non possa utilizzarla, anzi. Ne può disporre, può decidere anche di donarla e/o venderla (ovviamente l’ipoteca segue, in tal caso, il veicolo) e anche guidarla.
Come si iscrive l’ipoteca su un veicolo?
L’ipoteca sui veicoli si costituisce con annotazione al PRA. Su una stessa macchina possono anche essere iscritte più di una sola ipoteca, eventualmente si parla di ipoteca di primo grado, di secondo grado e così via. I creditori vengono man mano soddisfatti a seconda del grado dell’ipoteca.
La durata
Il periodo massimo dell’ipoteca di un veicolo è di 5 anni, ma le parti possono anche decidere per una durata minore a quella standard (mai di più). Alla scadenza resta comunque possibile per tutti rinnovare l’ipoteca per altri 5 anni.
È da ricordare che la scadenza dell’ipoteca non coincide con quella del credito, si tratta di due scadenza distinte. L’iscrizione ipotecaria dell’auto conserva il suo effetto per 5 anni dalla sua data, la sua efficacia termina se non è rinnovata prima della scadenza del termine; in ogni caso, però, il credito può anche avere anche una durata differente dai 5 anni; e quindi l’iscrizione dell’ipoteca al PRA riporta comunque una durata del finanziamento di 6 anni ma l’efficacia dell’ipoteca stessa non può durare più dei 5 canonici anni (ovviamente con possibilità di rinnovo). Questo accade anche se il credito non è estinto alla scadenza del quinquennio. Una volta passati i 5 anni quindi il credito per il finanziamento non è più assistito da ipoteca.
Le tipologie di ipoteca speciale automobilistica
Ci sono tre tipi differenti di ipoteca auto:
- legale, a favore del venditore di un’auto, a garanzia del prezzo o della quota di prezzo pattuita, ma non ancora corrisposta nel momento in cui viene stipulato il contratto di compravendita. Questo tipo di ipoteca si costituisce anche senza il consenso del debitore, è infatti prevista dalla legge. Nel momento in cui si costituisce, bisogna allegare alla formalità il certificato di proprietà del veicolo;
- ipoteca convenzionale o volontaria, è prevista a garanzia di un credito, che non deriva per forza dall’acquisto del mezzo stesso. Qui però serve un accordo preciso tra debitore e creditore; per questo tipo di ipoteca basta la dichiarazione unilaterale del debitore, proprietario del bene, con scrittura privata autenticata o atto notarile. È necessario presentare allo sportello il certificato di proprietà o il vecchio foglio complementare;
- le sentenze che condannano una persona al pagamento di una somma di denaro oppure anche all’adempimento di un’altra tipologia di obbligazione o ancora al risarcimento dei danni costituiscono un titolo per iscrivere ipoteca sui beni del debitore.
Anche l’accordo raggiunto in sede di negoziazione assistita da un avvocato è titolo esecutivo per l’iscrizione di ipoteca giudiziale.
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BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022: il calendario

Il calendario della BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022 – seconda edizione del campionato monomarca riservato alla variante più cattiva della precedente generazione della serie 2 Coupé – comprenderà sei appuntamenti sui principali circuiti del Paese.
BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022: l’auto
La protagonista del campionato BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022 sarà la BMW M2 CS Racing, variante cattivissima della precedente serie della serie 2 Coupé progettata per l’uso in pista ma dotata di ausili alla guida specifici per le competizioni come l’ABS e il DSC.
Il motore 3.0 biturbo a benzina a sei cilindri in linea – abbinato a un cambio a doppia frizione a 7 rapporti – genera una potenza di 450 CV e una coppia di 550 Nm.

BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022: i circuiti
L’edizione 2022 della BMW M2 CS Racing Cup Italy si svolgerà su cinque circuiti: Monza, Misano Adriatico, Mugello, Imola e Vallelunga.

BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022: le gare
Ogni tappa della BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022 si svilupperà all’interno degli ACI Racing Week-end su due giornate e prevederà due turni di prove libere (durata complessiva di 60 minuti), due sessioni di qualifiche (15 minuti cadauna) e due gare (30 minuti + 1 giro ciascuna). Sono previsti uno o due piloti per vettura, a scelta del team.

BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022: i montepremi
Al termine di ogni gara viene assegnato il seguente montepremi: 1.800 euro per il primo classificato, 1.300 euro per il secondo classificato e 900 euro per il terzo classificato.
Il montepremi finale ammonta invece a 10.000 euro per il vincitore (con l’aggiunta di una vettura della gamma BMW M in uso gratuito per 3 settimane), 5.000 euro per il secondo e 3.000 euro per il terzo. Il miglior pilota under 25 avrà anche la possibilità di testare una BMW M4 GT3 nell’ambito delle attività racing dello Junior Team di BMW Motorsport.
Sono inoltre previsti 6.000 euro per il miglior team e tre coppe per i primi tre classificati del Trofeo Hankook (riservato a piloti non professionisti).

BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022: il calendario
- 23-24 aprile 2022 – Monza
- 4-5 giugno 2022 – Misano Adriatico
- 16-17 luglio 2022 – Mugello
- 3-4 settembre 2022 – Imola
- 17-18 settembre 2022 – Vallelunga
- 22-23 ottobre 2022 – Mugello 2
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Case automobilistiche americane: guida completa a tutti i marchi

Le Case automobilistiche americane (sarebbe più corretto chiamarle statunitensi) in commercio in Italia sono cinque e incidono per oltre il 12% sul totale delle immatricolazioni nel nostro Paese.
Le due regine sono Ford e Jeep ma non va sottovalutato il contributo di Tesla nel segmento delle elettriche.
Di seguito troverete una guida completa a tutte le Case automobilistiche statunitensi presenti nei listini italiani comprensiva dei modelli. Non abbiamo preso in considerazione i pick-up in quanto immatricolabili esclusivamente come autocarro.

Cadillac
Cadillac – fondata nel 1902 – è una Casa automobilistica di proprietà di General Motors dal 1909. Da noi vende soltanto SUV.
La gamma Cadillac
- XT4
- Escalade

Chevrolet
Chevrolet – fondata nel 1911 da Arthur Chevrolet, Louis Chevrolet e William C. Durant – è una Casa automobilistica che da noi vende solo sportive. Il brand statunitense appartiene al colosso General Motors dal 1917.
La gamma Chevrolet
- Camaro
- Camaro Cabriolet
- Corvette
- Corvette Convertible

Ford
Ford è una Casa automobilistica fondata nel 1903 da Henry Ford.
La gamma Ford
- Fiesta
- Focus
- Focus SW
- Mondeo
- Mondeo SW
- S-Max
- Mustang
- Mustang Convertible
- EcoSport
- Puma
- Kuga
- Explorer
- Tourneo Connect
- Mustang Mach-E

Jeep
Jeep – attiva nella produzione di fuoristrada e SUV per uso civile dal 1945 – è un’azienda che appartiene al Gruppo Fiat dal 2009. Ora fa parte del colosso Stellantis.
La gamma Jeep
- Renegade
- Compass
- Wrangler
- Wrangler Unlimited

Tesla
Tesla – fondata nel 2003 – è una Casa automobilistica specializzata nella produzione di modelli elettrici.
La gamma Tesla
- Model 3
- Model Y
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Seat Arona, la tecnologia sigla per sigla

La Seat Arona è una delle piccole SUV più versatili in circolazione: la “baby” crossover spagnola offre un mare di spazio e tanta tecnologia ed è il mezzo ideale per chi cerca un mezzo accessibile e pratico.
Di seguito troverete un glossario per capire meglio cosa significano le sigle che identificano tutti gli accessori tecnologici della Sport Utility iberica.
Seat Arona: la tecnologia sigla per sigla
ACC
L’ACC (acronimo di Adaptive Cruise Control) è il cruise control adattivo.
ACT
Il sistema ACT (acronimo di Active Cylinder Technology) disattiva due cilindri su quattro quando la potenza richiesta non è elevata.
Climatronic
Il Climatronic è il climatizzatore automatico della Seat Arona.
DAB
La sigla DAB (Digital Audio Broadcasting) indica la radio digitale della Seat Arona.
DSG
La sigla DSG (acronimo di Direct-Shift Gearbox) identifica il cambio automatico a doppia frizione della Seat Arona.
EcoTSI
La sigla EcoTSI identifica il motore 1.0 turbo tre cilindri a benzina della Seat Arona.
High beam assist
L’High beam assist evita l’abbagliamento, passando automaticamente dagli abbaglianti agli anabbaglianti.
Hill Hold Control
L’Hill Hold Control è un sistema di ausilio per la partenza in salita.
Kessy
Il sistema Kessy (acronimo di Keyless Entry, Start and Exit System) riconosce la chiave e permette al veicolo di aprirsi quando si sollecitano le maniglie anteriori o posteriori. Il motore si avvia semplicemente premendo un pulsante.
Lane Assist
Il Lane Assist è l’assistente per il mantenimento della corsia: attraverso una telecamera multifunzionale rileva le linee per tenere il veicolo sempre in carreggiata.
Lane Assist Plus
Il Lane Assist Plus è come il Lane Assist ma offre in più il mantenimento del centro corsia.
Seat Drive Profile
Il Seat Drive Profile è un programma di controllo dello stile di guida che consente al conducente di adattare alcuni parametri in base alle proprie preferenze.
Seat Full Link
Seat Full Link è un sistema di connettività.
Seat Virtual Cockpit
Il Seat Virtual Cockpit è un cruscotto digitale evoluto.
TGI
La sigla TGI identifica il motore 1.0 turbo tre cilindri a metano della Seat Arona.
TSI
La sigla TSI identifica il motore 1.5 turbo benzina della Seat Arona.
XDS
La sigla XDS identifica il differenziale elettronico.
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Per quale motivo il car detailing è importante

Abbiamo già parlato in passato del car detailing, un termine che viene usato sempre più spesso per descrivere differenti fasi di cura del veicolo. Non tutti conoscono, in realtà, che cosa si nasconde dietro questa dicitura, ma lo spieghiamo in pochissime parole. Si tratta di tutte le fasi che riguardano la manutenzione dell’auto, la sua pulizia e la lucidatura. Tutti interventi molto utili per far tornare il veicolo al suo aspetto originale o mantenerlo “come nuovo” più a lungo possibile. Oggi riprendiamo in mano la questione car detailing e vediamo quando, come e perché è fondamentale.
Le caratteristiche del car detailing
Il primo aspetto da considerare è che il car detailing è personalizzabile, quindi ogni automobilista ha la possibilità di interpretarlo come meglio crede. Nonostante questo, chiaramente esistono delle specifiche procedure di lavorazione e pulizia, i prodotti adatti da usare e gli attrezzi del mestiere indispensabili per una buona riuscita.
Un esperto di car detailing, più o meno esigente, ha un solo e unico obiettivo principale: migliorare l’aspetto e l’estetica dell’auto, ripristinarne le caratteristiche originali, migliorare le performance dei veicoli, ottimizzarne i tempi di risposta o i risultati. Soltanto un professionista può davvero indicare qual è la strada giusta per avviare il car detailing in maniera seria.
Solitamente il car detailing è collegato alle concessionarie e alle relative officine, ma oggi in realtà è ormai diventato il core business di molte aziende, che offrono un servizio mirato e più professionale ai propri clienti. Si tratta di una pratica sempre più diffusa, che mira alla cura nel dettaglio dell’auto e all’ottimizzazione del suo aspetto e delle sue funzioni. Vediamo tutto quello che dobbiamo sapere a riguardo e perché è fondamentale occuparsene.
Cosa intendiamo per car detailing
Si tratta di un termine solo che mette insieme differenti azioni, le quali hanno un unico obiettivo: andare a ripristinare le condizioni originali del veicolo. Non possiamo parlare quindi di semplice pulizia, del lavaggio abituale degli interni e degli esterni dell’auto, ma si tratta di un lavoro di precisione, che viene effettuato dagli esperti di car detailing con dei prodotti specifici studiati appositamente per questi interventi e con attrezzature professionali.
Qual è il lavoro del car detailer
Il car detailer si occupa di tre fasi fondamentali di lavoro, che possono certamente variare in base alle condizioni della vettura, ma che in genere sono:
- prima di tutto la pulizia generale del mezzo;
- la sanificazione e l’igienizzazione degli interni dell’auto;
- la lucidatura e la rifinitura.
Quali sono gli interventi principali di cui si occupa il professionista
Il car detailer può eseguire differenti tipologie di lavorazione, a seconda delle esigenze del cliente e delle condizioni del veicolo. Alcuni tra i principali interventi:
- lavaggio completo della tappezzeria;
- eliminazione di ogni macchia negli interni;
- pulizia profonda dei sedili, che si macchiano anche solo con il contatto con vestiti e altri oggetti;
- pulizia dei cerchi e lucidatura;
- eliminazione di graffi dalla carrozzeria;
- igienizzazione dell’abitacolo con macchinari appositi;
- lavaggio professionale delle parti vetrate.
Perché è così importante il car detailing
C’è chi pensa che si tratta di una pratica utile solo per auto di valore, ma non è così, anzi. Tutti i veicoli hanno bisogno del car detailing, un servizio che infatti si è diffuso molto velocemente anche su vetture di fascia media per un motivo molto importante. Tutte le fasi di lavorazione possono riportare l’auto al suo aspetto originale, sia esteticamente che qualitativamente. Si tratta di un servizio che andrebbe effettuato regolarmente, per mantenere l’auto sempre in ottime condizioni e per allungarne la vita media.
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Crash test Euro NCAP aprile 2022: cinque stelle per la DS 4 (ma con gli ADAS)

Nella sessione di aprile 2022 dei crash test Euro NCAP la DS4 (quella con la dotazione completa di ADAS, però) ha conquistato cinque stelle.
La seconda vettura testata questo mese – la Honda HR-V – si è invece dovuta accontentare di quattro stelle.
La seconda generazione della DS 4 – la vettura migliore provata ad aprile – ha ottenuto ottimi risultati in tutte le prove (specialmente nell’urto laterale contro la barriera) mostrando qualche criticità solo nella protezione del torace del conducente (marginale nel crash frontale e contro il palo). La compatta francese ha portato a casa quattro stelle nell’equipaggiamento standard e le cinque stelle sono arrivate solo per gli esemplari con la dotazione di sicurezza più completa (e-call avanzato e sistema di frenatura automatica di emergenza di ultima generazione con telecamera accoppiata a un radar).
La Honda HR-V ha conquistato solo quattro stelle a causa della marginale protezione del torace del passeggero posteriore e dell’insufficiente salvaguardia della testa del bambino in caso di urto laterale. Ottimi, invece, i sistemi di assistenza alla guida.
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