L’auto che non c’è (più)

Le auto d’epoca non hanno solo il compito di ricordarci il passato ma possono esserci utili per comprendere il futuro di un marchio. Analizzando la gamma attuale di dieci importanti brand e confrontandola con le vetture presenti in listino negli scorsi anni abbiamo notato numerose assenze: segmenti prima coperti e ora abbandonati che non ci dispiacerebbe rivedere.Non è un caso che in questo elenco manchino le Case tedesche “premium”: se sono riuscite ad affrontare la crisi e a superarla senza strascichi è stato anche grazie ad un’offerta completa di modelli in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. Di seguito troverete invece esempi di aziende a cui manca una vettura “chiave”.Alfa RomeoDa anni si parla di una SUV Alfa Romeo ma, salvo una concept mostrata nel lontano 2003, non si è mai visto finora niente di concreto. E pensare che all’inizio degli anni Cinquanta il Biscione si cimentò nel segmento delle fuoristrada con la Matta: una 4×4 adatta ai percorsi più duri basata sul pianale della Jeep. A quando un nuovo incontro tra questi due brand? In fondo ora fanno parte della stessa famiglia…CitroënApprezziamo il fatto che la Citroën abbia deciso di riproporre il nome DS per ribattezzare modelli esclusivi. Ora resta solo da creare una rivisitazione in chiave moderna di una delle ammiraglie più seducenti di sempre.FiatLa gamma delle vetture tradizionali Fiat oggi si ferma alla Bravo: chi vuole un mezzo più spazioso deve necessariamente puntare sulle monovolume o sulle SUV. Molti, però, rimpiangono le vecche berline della Casa torinese: dalla 131 alla Marea passando per la Regata e la Tempra.FordUna piccola coupé – erede della Ford Puma – realizzata sullo stesso pianale della Fiesta ridarrebbe vita al segmento delle piccole sportive, molto in voga negli anni ’90.LanciaCerchiamo di essere realisti: nei prossimi anni la Lancia opererà solo in Italia e venderà esclusivamente Ypsilon. Inutile, quindi, sognare sportive grintose ed eleganti che non vedremo mai. Voliamo basso, quindi: una berlina su pianale Delta allungato (naturalmente disponibile anche station wagon, segmento inspiegabilmente abbandonato dal Gruppo Fiat) – erede di Dedra e Lybra  – non sarebbe una cattiva idea.NissanCon il lancio della compatta Pulsar la Nissan ha dimostrato al mondo di voler puntare nuovamente sulle auto “normali” dopo averci riempiti di SUV e crossover. Il passo successivo potrebbe essere quello di sfruttare un pianale del “segmento D” per realizzare una nuova Primera, berlina abbandonata nel 2008.OpelLa Opel Insignia ha un buon pianale e un design sportivo. Basterebbe, a nostro avviso, davvero poco per realizzare su questa base una grande coupé a due porte in grado di ripercorrere le orme della Calibra.PeugeotCosì come le Case italiane hanno dimenticato le station wagon quelle francesi hanno smesso di produrre ammiraglie. In questi ultimi anni la Peugeot – con la 308 e la 508 – ha dimostrato di poter competere ad armi pari con le tedesche. Sarebbe un’ottima mossa – a nostro avviso – riprendere il discorso della 607, un’auto tanto valida quanto sottovalutata: contribuirebbe secondo noi a migliorare ulteriormente l’immagine del brand.RenaultStesso discorso per la Renault. Manca una vettura di rappresentanza transalpina: non è possibile che il presidente francese debba viaggiare su un’auto come la Citroën DS5, ottima ma pur sempre lunga solo quattro metri e mezzo. La Latitude – non commercializzata nel nostro Paese – non basta, anche perché è assemblata in Corea. Ci vuole un modello più raffinato, che simboleggi la “grandeur”: una berlinona a cinque porte simile nell’impostazione alla 25 e alla Safrane.ToyotaL’auto che vorremmo nel listino della Toyota? Una spider a trazione posteriore erede della MR2. Non sarebbe una cattiva idea riproporre il motore centrale ma in tempi di crisi ci accontentiamo del pianale della GT86.

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