Clemente Biondetti, il re della Mille Miglia

Clemente BiondettiClemente Biondetti

Clemente Biondetti è un pilota noto agli appassionati di motorsport per due motivi: per il record di vittorie alla Mille Miglia (4) e per essere stato l’unico a guidare in F1 una Ferrari priva di un motore “made in Maranello”. Scopriamo insieme la sua storia.

Clemente Biondetti: la storia

Clemente Biondetti nasce il 18 agosto 1898 a Buddusò (Sassari) e inizia a correre con le moto in Toscana (sua terra d’adozione) agli inizi degli anni ’20.

Il debutto con le auto

Biondetti – reduce da un brutto incidente con le due ruote – decide di passare alle gare automobilistiche nel 1927: debutta alla Coppa Ciano al volante di una Salmson 1100 e porta a casa un settimo posto.

Nel 1930 arriva la prima vittoria importante per Clemente Biondetti – la Coppa della Consuma conquistata con una Bugatti T35 – mentre l’anno seguente porta a casa un terzo posto nel GP di Francia con Maserati e un successo a Pontedera con la Bugatti.

La prima Mille Miglia

Clemente vince la sua prima Mille Miglia nel 1938 con l’Alfa Romeo 8C 2900B e con la Casa del Biscione conquista anche un quarto posto nel GP d’Italia e il trionfo alla Coppa Acerbo del 1939. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale interrompe la sua carriera.

Dopo la guerra

Nel 1947 Clemente Biondetti, pressoché dimenticato dai tifosi e dagli addetti ai lavori nonostante i trionfi importanti ottenuti alla fine degli anni ’30, conquista a sorpresa la seconda Mille Miglia in carriera (sempre con l’Alfa Romeo 8C 2900B).

1948/1949: il biennio d’oro

La stagione 1948 è la migliore di sempre per Biondetti, che regala alla Ferrari i primi successi di sempre alla Targa Florio (con la 166 S) e alla Mille Miglia (con la 166 C).

Clemente Biondetti si ripete l’anno successivo nonostante l’età avanzata (51 anni): Targa Florio con la Ferrari 166 SC e Mille Miglia (la quarta e ultima in carriera) con la 166 MM del Cavallino.

La Ferrari-Jaguar

Nel 1950 Biondetti entra nella storia della F1 correndo il GP d’Italia con una vettura da lui realizzata: una Ferrari motorizzata Jaguar (3.4 a sei cilindri in linea XK) con cui ottiene il 25° posto in griglia prima di ritirarsi. Sarà la prima e unica apparizione nel Circus di una monoposto del Cavallino priva di un motore “made in Maranello”.

Gli ultimi anni

Nonostante il cancro Clemente Biondetti continua a correre e a vincere in gare minori: nel 1952 porta a casa la 10 ore di Messina con una Ferrari 212 Export e la Coppa della Toscana con una Lancia Aurelia.

Nel 1954 Biondetti conquista l’ultima vittoria in carriera (3 ore di Bari con una Ferrari 735 Mondial) e appende il casco al chiodo dopo il Giro d’Italia affrontato con la Lancia Aurelia. Scompare il 24 febbraio 1955 a Firenze.

Motorsport d’epoca italiano

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