Rodolfo Bonetto, il suono del design

Rodolfo BonettoRodolfo Bonetto

Rodolfo Bonetto è stato un designer diverso dagli altri: a differenza dei colleghi non ha mai amato molto l’architettura e l’arredamento e ha preferito concentrarsi su oggetti funzionali. Scopriamo insieme la storia dello stilista milanese, attivo nel mondo automotive tra gli anni ’70 e ’80.

Rodolfo Bonetto: la biografia

Rodolfo Bonetto nasce a Milano il 18 settembre 1929. Grazie allo zio pilota Felice Bonetto (vincitore della Targa Florio del 1952) inizia ad appassionarsi alle auto e la sua bravura nel disegno gli consente di trovare un posto come consulente alla Pininfarina.

Costretto a scegliere tra il design e la musica (la sua seconda professione è quella di batterista jazz), decide nel 1958 di concentrarsi esclusivamente sullo stile aprendo un proprio studio, collaborando con la Veglia Borletti (azienda specializzata in strumentazioni per automobili) e realizzando bozzetti di carrozzerie per Boneschi, Vignale e Viotti.

Gli anni ’60

Rodolfo Bonetto è un autodidatta ma grazie alle proprie doti trova nel 1961 una cattedra presso la prestigiosa scuola di design tedesca di Ulm. Nel 1964 conquista il Compasso d’Oro (il primo di otto totali) per la sveglia Sfericlock disegnata per Borletti e l’anno seguente abbandona la Germania.

Alla fine del decennio inizia a lavorare per la Olivetti rendendo esteticamente più gradevoli le numerose macchine utensili a controllo numerico presenti nell’azienda di Ivrea. Tra le opere più interessanti di quel periodo segnaliamo il televisore Autovox Linea 1 del 1969.

Le auto

Nella seconda metà degli anni ’70 Rodolfo Bonetto torna ad occuparsi di auto e inizia a lavorare con il Gruppo Fiat. Nel 1979 conquista il Compasso d’Oro per gli interni della 131 Supermirafiori svelata l’anno prima mentre pochi anni più tardi cura lo stile esterno del motore FIRE e la plancia dell’Autobianchi Y10 e della prima generazione della Fiat Croma.

Gli ultimi anni

Alla fine degli anni ’80 Rodolfo Bonetto realizza il telefono pubblico Rotor IPM (1987) e gli interni della prima serie della Fiat Tipo. Scompare a Milano il 29 marzo 1991.

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