Monthly Archives: Settembre 2021

Audi Q4 50 e-tron quattro: il suv compatto a zero emissioni della Casa di Ingolstadt

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IconWheels per AUDI

Audi Q4 50 e-tron quattro: la prova su strada del suv compatto


Nasce elettrico, il nuovo Audi Q4 e-tron, sulla piattaforma dedicata MEB del Gruppo Volkswagen e si contraddistingue per un look piuttosto sportivo e muscolare: sbalzo anteriore ridotto e calandra single frame ottagonale sono il biglietto da visita della parte frontale, sulla quale spiccano i proiettori Audi Matrix LED che consentono di scegliere fra quattro diversi disegni luminosi.

Dimensioni simili a quelle di una Q3 (è lungo 4 metri e 59 cm) e spazio a bordo da suv di categoria superiore: nuovo Audi Q4 e-tron si contraddistingue anche per il baricentro basso e l’equilibrata distribuzione dei pesi, anche grazie alla collocazione della batteria nella zona centrale, tra i due assali.

La versione in prova per Icon Wheels è la versione S line, con una vocazione decisamente sportiva, visibile sia all’esterno con una riduzione dell’altezza dell’assetto da terra di 15 millimetri sia da alcuni particolari “sportiveggianti”, presenti nell’abitacolo, dove non mancano elementi hi-tech, con tanto di volante futuristico con corona appiattita. Per supportare il guidatore, sono presenti – di serie – l’head up display con realtà aumentata, il monitor da 11,6 pollici MMI touch, con piattaforma d’infotainment MIB 3 e i comandi a “sfioramento” del volante, simili a quelli disponibili sugli smartphone.

Oltre alla nostra versione da 299 CV – la più potente di tutta la gamma – ce ne sono altre declinate in differenti livelli di potenza: da 170 e 204 CV, oltre alla versione da 265 dotata, invece, di trazione integrale. Il nostro esemplare  in prova è in grado di raggiungere la velocità massima di 180 Km/h e brucia lo 0/100 in poco più di sei secondi. Audi Q4 50 e-tron quattro ha un’autonomia dichiarata di quasi 500 km, secondo il ciclo di omologazione WLTP e si ricarica, con una colonnina fast charge, per l’80% in poco meno di 40 minuti.

Già disponibile nelle concessionarie, la nostra versione in prova parte da 62.100 Euro; il prezzo d’attacco della gamma, invece, è fissato a 45.700 Euro.

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Il Porsche Experience Centre d’Italia, in Franciacorta

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In Italia non c’era. O meglio c’erano tanti circuiti dove far lievitare l’adrenalina e consumare gomme e freni di Carrera e Turbo. Ma non un luogo dedicato, non un piccolo tempio della velocità in cui adorare i sei cilindri boxer (o i quattro cattivelli delle Boxter e Cayman). Parliamo ovviamente del mondo Porsche che vuol dire gratificazione estetica, piacere del possesso, gioia meccanica, turismo veloce. Ma anche voglia di sfogare i cavalli in pista, senza necessariamente fare le gare, ma anche soltanto sentirsi piloti per un giorno e in tutta sicurezza. Ora tutto questo, il sogno, è diventato realtà. L’11 settembre, con fuochi d’artificio veri, ha aperto il cancello il Porsche Experience Centre d’Italia, sorto sulle impronte e gli edifici preesistenti del circuito di Franciacorta, luogo che richiama anche il piacere del vino e del cibo, a poco più di un’ora da Milano e dal di lei aeroporto i Linate, 15 minuti da Brescia, insomma facilmente raggiungibile da ogni dove sia terra di appassionati porschisti.

“L’abbiamo annunciato a gennaio 2020 e con uno sforzo immenso, anche finanziario, 28 milioni di euro, siamo riusciti a portarlo a termine in tempi davvero ristretti. Siamo molto orgogliosi, è l’ottavo Centro Porsche nel mondo ed è anche il più grande, sviluppandosi per ben 62 ettari”, ha detto Pietro Innocenti, ad di Porsche Italia.

Il Centro Porsche è un piccolo mondo che si articola intorno alla pista, molto tecnica, lunga 2,5 chilometri, omologata 2Fia, così che ci si possono disputare pure le gare della Carrera Cup. Si entra in una grande struttura luminosa ad archi, progettata dallo studio di Antonio Gioli (dove prima c’era un capannone) e lì abbiamo Ristorante, Business Centre, Shop, una piccola arena attrezzabile per esporre le auto od organizzare conferenze. Perché l’idea non è soltanto di attirare i clienti Porsche o gli appassionati del marchio, ma anche di offrire un luogo per convention o meeting aziendali, in una cornice del tutto particolare.

All’esterno, oltre il parcheggio, troviamo una pista per kart elettrici, un edificio che servirà come Porsche training centre, una pista a bassa aderenza per divertirsi col drifting (e vai di sbandata controllata) e un percorso in fuoristrada per chi all’asfalto preferisce la terra, in modo da sbizzarrirsi con i SUV muscolosi di Stoccarda, Macan e Cayenne.

I colori sono rigorosamente quelli amati da Porsche, il bianco e il nero soprattutto. Molta attenzione alla sostenibilità, con il 30% dell’energia prodotta dal fotovoltaico e il resto da fonti rinnovabili.

Domanda finale: come si chiama il ristorante? 911! Sbagliato, Speedster!

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Catena moto: come pulirla, regolarla e lubrificarla

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Una parte fondamentale di tutte le moto è costituita dal famoso trittico composto da catena, corona e pignone, che lavorano insieme e, molto spesso, si sostituiscono anche contemporaneamente. Si tratta di elementi molto importanti, perché sono loro che trasferiscono la potenza del motore alla ruota posteriore e quindi chiedono una manutenzione adeguata, per poter funzionare sempre al meglio. Vediamo tutto quello che bisogna sapere, soprattutto per quanto riguarda pulizia, regolazione e lubrificazione della catena.

Manutenzione moto: catena, corona e pignone

Le tre componenti fondamentali di cui abbiamo appena parlato, hanno bisogno di manutenzione costante, a intervalli temporali che possono variare a seconda del tipo di utilizzo della moto. Chiaramente, se il pilota pratica fuoristrada, allora è fondamentale pulire e ingrassare catena, corona e pignone dopo ogni uscita. Se invece si fa un utilizzo turistico o brevi viaggi per lavoro o svago, allora è possibile aumentare gli intervalli di manutenzione. Attenzione al sale depositato sulle strade, se usate la moto d’inverno: può rovinare la carrozzeria e le parti meccaniche della due ruote. In ogni caso, sarebbe meglio ingrassare il trittico dopo ogni uscita.

Come ingrassare la catena della moto

Vediamo il procedimento di pulizia e ingrassaggio del trittico:

  • proteggere il pavimento con scatole di cartone appiattite da mettere sotto la moto;
  • è utile procurarsi un pennello, uno spazzolino e degli stracci, oltre a una bacinella in cui raccogliere il petrolio bianco;
  • fare il lavoro usando dei quanti in lattice;
  • mettere la moto sul cavalletto centrale e togliere la marcia;
  • lavare catena, corona e pignone. Come? Il modo più efficace è utilizzando petrolio bianco, per sgrassare la catena e eliminare ogni impurità. Il petrolio può essere anche sostituito dal gasolio, non usate mai la benzina verde. È necessario applicare il petrolio bianco con pennello o spazzolino, lavando prima la moto con un getto d’acqua ad alta pressione;
  • terminata la pulizia, si può applicare il prodotto con lo spazzolino, pulendo le maglie della catena;
  • una volta che avete sgrassato e spazzolato la catena, potete farla scorrere su un panno pulito, eliminando tutti i residui di sporco;
  • ora è il momento di applicare nuovamente il grasso sulla catena, senza schizzare il disco posteriore dei freni, fate attenzione.

Il lubrificante deve penetrare bene all’interno delle maglie della catena, quindi una volta finito il lavoro aspettate e non rimettetevi in sella immediatamente, in modo da non schizzare olio ovunque.

Come abbiamo detto in precedenza, questo non è l’unico metodo utile per pulire la catena della moto. Ci sono anche dei lavori un po’ meno ‘fai da te’, che anche un pilota meno esperto può eseguire. In commercio esistono degli sgrassatori specifici che permettono di ottenere ottimi risultati con un minimo sforzo. L’unico aspetto svantaggioso è il prezzo, che sicuramente è più alto rispetto a quello del gasolio o del petrolio bianco.

Ci sono anche prodotti che dispongono di una gamma completa e che offrono lo sgrassatore per la catena, il lubrificante e l’ingrassatore per la catena; per chi ne avesse bisogno (se accidentalmente, durante il lavoro fai da te, si sporca il disco posteriore) ci sono anche i pulitori per i freni della moto. Chiaramente si tratta di prodotti appositi che hanno un prezzo più alto rispetto al semplice petrolio bianco ma sono più veloci e facili da usare.

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Come si utilizza il cavo AUX in auto?

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Il cavo AUX si può usare in auto per aumentare quelle che sono le prestazioni dell’impianto audio collegando dei lettori esterni, degli amplificatori o le cuffie. Le vetture moderne in genere presentano sistemi di infotainment con accessori e dispositivi multimediali già incorporati, tra cui l’impianto audio con radio, lettore CD e MP3, e porte AUX e USB, in cui inserire appunto i cavi specifici.

Cavo AUX, come funziona?

Si tratta del cavo che deve essere inserito nell’ingresso apposito, che si presenta come un foro circolare, attraverso un jack di 3.5 mm di diametro. I cavi AUX più diffusi sono quelli degli auricolari e delle cuffie e permettono a conducente o passeggeri di ascoltare stereo o radio senza altoparlanti.

È possibile anche migliorare le prestazioni dell’autoradio usando l’AUX. Se le frequenze radio non vengono recepite in maniera chiara e pulita, e le cause possono essere differenti (anche l’antenna datata) oppure se l’impianto non regge musica ad alto volume, allora grazie all’AUX si può collegare un lettore esterno all’impianto, tra cui per esempio l’iPod o lo smartphone e altri dispositivi.

È possibile usare lo stesso insert anche per attaccare casse ed amplificatori, aumentando le prestazioni dell’autoradio. Il nostro consiglio, per i migliori risultati, è usare un cavo AUX stereo.

Cavo AUX per auto: i costi

A seconda delle esigenze dell’utente, esistono differenti tipologie di cavi AUX per autoradio:

  • con mini jack a entrambe le estremità (il doppio ‘maschio’);
  • con doppia presa, AUX da una parte e USB femmina da 2.0 dall’altra;
  • con spinotto specifico per autoradio o per un particolare modello di auto.

Può cambiare anche la lunghezza, in genere i più usati e diffusi sono quelli da 1 metro, il jack ha sempre diametro 3.5 mm. Il prezzo è modesto, in genere parte da 5 euro e non supera mai i 20 euro, accessibile a tutti.

Come si installa il cavo AUX in auto?

Un’autoradio di serie potrebbe non essere dotata di ingresso AUX, soprattutto se molto datata. All’impianto stereo della macchina è possibile aggiungere, se compatibile ovviamente, il cavo AUX con il jack maschio. Attenzione: fate eseguire questi lavori sempre e solo al vostro elettrauto di fiducia, a meno che non siate esperti o non sappiate già dove mettere le mani, e quindi vogliate affidarvi al fai da te.

Quali sono i pregi e difetti del cavo AUX in auto? Vediamoli insieme

Decidere di equipaggiare la propria autoradio un po’ datata con un cavo AUX, come abbiamo visto sinora, ha il grande pregio di essere fattibile in maniera semplice e molto economica. Infatti non è necessario un grande esborso di denaro e nemmeno un procedimento molto laborioso e complesso. Questi quindi sono gli aspetti positivi legati all’aggiunta del cavo AUX in auto, ma bisogna dire che ci sono anche degli aspetti negativi, per cui bisogna sapere che è necessario scendere a compromessi.

Innanzitutto la qualità audio migliora, ma sicuramente non si può paragonare a quella offerta dai sistemi audio tecnologicamente avanzati, come gli impianti Hi-Fi. Il motivo è semplice, in questo casi infatti (col cavo AUX) il segnale audio viene amplificato. Altra difficoltà riguarda invece il punto di vista pratico, infatti la gestione del lettore esterno che riproduce musica (es. smartphone) potrebbe non essere sempre semplice e essere anzi d’impaccio (senza dimenticare che il telefono o altri dispositivi collegati per la musica tendono chiaramente a scaricarsi molto più rapidamente).

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F1 2021: doppietta McLaren a Monza, vince Ricciardo

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Credits: Lars Baron/Getty Images

Grande festa McLarenMonza: la scuderia britannica ha portato a casa una sorprendente doppietta nel GP d’Italia, quattordicesima tappa del Mondiale F1 2021, grazie alla vittoria di Daniel Ricciardo e al secondo posto di Lando Norris davanti a Valtteri Bottas (Mercedes). Una tripletta di monoposto dotate di motori della Stella: un evento che non si verificava dal Gran Premio del Messico 2015 (doppietta delle frecce d’argento con Nico Rosberg e Hamilton e terza piazza di Bottas con la Williams)

I due protagonisti del campionato – Max VerstappenLewis Hamilton – sono finiti entrambi fuori alla Curva 1 al 25° giro e il sette volte campione del mondo è stato salvato dall’halo: per l’olandese tre posizioni di penalità in griglia nel prossimo Gran Premio di Russia.

F1 Grand Prix of Italy

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F1 Grand Prix of Italy

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F1 Grand Prix of Italy

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La Ferrari può ritenersi abbastanza soddisfatta della gara di casa: Charles Leclerc ha tagliato il traguardo in quarta posizione mentre Carlos Sainz Jr. è arrivato sesto.

Mondiale F1 2021 – GP Italia: le pagelle

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Valtteri Bottas (Mercedes)

Valtteri Bottas è il vincitore morale del GP d’Italia Monza: dopo il miglior tempo nelle qualifiche del venerdì e la vittoria (corredata da tre punti bonus) nella sprint race è stato costretto a scattare dall’ultima fila a causa della sostituzione della power unit.

Nonostante questo ha dato vita a una gara pazzesca portando a casa il terzo posto finale grazie alla penalizzazione di Pérez. Un risultato importante (il quinto podio negli ultimi sette Gran Premi del Mondiale F1 2021) che ha permesso alla Mercedes di consolidare il primato iridato tra i Costruttori.

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Daniel Ricciardo (McLaren)

Daniel Ricciardo è tornato sul gradino più alto del podio dopo oltre tre anni (l’ultimo successo a Monte Carlo nel 2018) e, non contento, si è preso anche due punti bonus (uno ieri con la terza piazza nella sprint race e uno oggi con il giro più veloce).

Balzato subito in testa al via, è rimasto al comando fino al 22° giro quando è andato a effettuare il pit-stop e ha ripreso il primo posto tre tornate dopo con l’arrivo della safety-car e la sosta ai box di Leclerc.

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Lando Norris (McLaren)

Lando NorrisMonza ha tenuto dietro Hamilton per una ventina di giri ed è rientrato in zona podio con la safety-car. Poco dopo ha superato Leclerc e ha mantenuto la seconda posizione dietro al compagno Ricciardo.

Per il pilota britannico si tratta del ritorno in “top 3” dopo oltre due mesi di digiuno.

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Max Verstappen (Red Bull)

L’unica notizia positiva del GP d’Italia di Max Verstappen è il secondo posto nella sprint race che ha consentito al pilota olandese di incrementare il vantaggio nel Mondiale F1 2021 su Hamilton.

Dopo essersi fatto beffare al via da Ricciardo ha ripreso la testa della corsa dopo il pit-stop dell’australiano ma si è ritrovato a rientrare decimo dopo il cambio gomme a causa di un problema al pneumatico anteriore destro. La sua corsa è terminata alla 25° tornata quando è finito fuori pista in curva 1 insieme al rivale Lewis: in Russia sarà penalizzato di tre posizioni in griglia.

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McLaren

Era da nove anni (Brasile 2012, Jenson Button) che la McLaren non vinceva un Gran Premio ed era addirittura dal GP del Canada 2010 (primo Hamilton, secondo Button) che il team inglese non otteneva una doppietta.

Merito dei piloti ma anche di un motore Mercedes adatto alle caratteristiche del circuito di Monza.

Mondiale F1 2021 – I risultati del GP d’Italia

Prove libere 1

1 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:20.926
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:21.378
3 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:21.451
4 Lance Stroll (Aston Martin) 1:21.676
5 Pierre Gasly (AlphaTauri) 1:21.719

Qualifiche

1 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:19.555
2 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:19.651
3 Max Verstappen (Red Bull) 1:19.966
4 Lando Norris (McLaren) 1:19.989
5 Daniel Ricciardo (McLaren) 1:19.995

Prove libere 2

1 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:23.246
2 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:23.468
3 Max Verstappen (Red Bull) 1:23.662
4 Sergio Pérez (Red Bull) 1:23.917
5 Esteban Ocon (Alpine) 1:24.263

Qualifiche sprint

1 Valtteri Bottas (Mercedes) 27:54.078
2 Max Verstappen (Red Bull) + 2,3 s
3 Daniel Ricciardo (McLaren) + 14,5 s
4 Lando Norris (McLaren) + 18,9 s
5 Lewis Hamilton (Mercedes) + 20,0 s

Le classifiche
La classifica del GP d’Italia 2021
Daniel Ricciardo (McLaren) 1h21:54.365
Lando Norris (McLaren) + 1,7 s
Valtteri Bottas (Mercedes) + 4,9 s
Charles Leclerc (Ferrari) + 7,3 s
Sergio Pérez (Red Bull) + 8,7 s
Classifica Mondiale Piloti
Max Verstappen (Red Bull) 226,5 punti
Lewis Hamilton (Mercedes) 221,5 punti
Valtteri Bottas (Mercedes) 141 punti
Lando Norris (McLaren) 132 punti
Sergio Pérez (Red Bull) 118 punti
Classifica Mondiale Costruttori
Mercedes 362,5 punti
Red Bull-Honda 344,5 punti
McLaren-Mercedes 215 punti
Ferrari 201,5 punti
Alpine-Renault 95 punti

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MotoGP 2021: Bagnaia re d’Aragona, prima vittoria nella classe regina

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Francesco Bagnaia ha ottenuto la prima vittoria in carriera in MotoGP conquistando con la Ducati il GP d’Aragona ad Alcañiz, tredicesima tappa del Motomondiale 2021.

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Credits: LLUIS GENE/AFP via Getty Images

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MotoGP of Aragon – Qualifying

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MotoGP of Aragon – Free Practice

Credits: Steve Wobser/Getty Images

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Il centauro torinese ha sconfitto Marc Márquez (Honda) dopo un intenso duello mentre al terzo posto si è piazzato Joan Mir in sella alla Suzuki.

MotoGP 2021 – GP Aragona: le pagelle

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Francesco Bagnaia (Ducati)

Francesco Bagnaia ha dovuto aspettare parecchio prima di vincere la sua prima corsa nella classe regina ma è stato ricompensato con un trionfo pazzesco, ottenuto tenendosi dietro Marc Márquez su una delle piste preferite dal sei volte campione del mondo.

Un successo (impreziosito dalla pole position di ieri) che coincide con il secondo podio negli ultimi tre appuntamenti iridati e, soprattutto, con la conquista della seconda piazza nella MotoGP 2021.

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Marc Márquez (Honda)

Quasi tutti si aspettavano entro la fine del GP d’Aragona il sorpasso definitivo di Marc Márquez su Bagnaia. Il centauro spagnolo non è invece riuscito a tagliare per primo il traguardo nonostante diversi attacchi.

Il pilota Honda è tornato sul podio dopo quasi tre mesi di digiuno: dopo la vittoria nella sua pista preferita (Germania) una seconda piazza nel suo secondo tracciato preferito (Alcañiz).

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Jack Miller (Ducati)

Jack Miller non sale sul podio da sei gare e anche nel GP d’Aragona ha perso una grande occasione.

Partito secondo, si è fatto beffare al via da Marc Márquez e ha perso il piazzamento in “top 3” a metà gara per un errore in staccata.

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Joan Mir (Suzuki)

Un GP d’Aragona all’insegna dell’inseguimento per Joan Mir, capace di conquistare la terza posizione a metà gara approfittando dell’errore di Miller e passando prima l’australiano e poco dopo Aleix Espargaró.

Per il pilota iberico si tratta del terzo podio negli ultimi cinque Gran Premi.

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Ducati

Dire che la Ducati (alla quarta vittoria stagionale) è stata velocissima nel GP d’Aragona non toglie nulla ai meriti di Bagnaia.

Altri piloti non sarebbero stati capaci di difendersi così bene dagli attacchi di Márquez.

MotoGP 2021 – I risultati del GP d’Aragona

Prove libere 1

1 Marc Márquez (Honda) 1:48.048
2 Joan Mir (Suzuki) 1:49.019
3 Francesco Bagnaia (Ducati) 1:49.193
4 Álex Márquez (Honda) 1:49.206
5 Jack Miller (Ducati) 1:49.262

Prove libere 2

1 Jack Miller (Ducati) 1:47.613
2 Aleix Espargaró (Aprilia) 1:47.886
3 Cal Crutchlow (Yamaha) 1:47.897
4 Johann Zarco (Ducati) 1:47.988
5 Jorge Martín (Ducati) 1:48.023

Prove libere 3

1 Fabio Quartararo (Yamaha) 1:46.926
2 Aleix Espargaró (Aprilia) 1:46.949
3 Joan Mir (Suzuki) 1:46.982
4 Francesco Bagnaia (Ducati) 1:46.984
5 Jack Miller (Ducati) 1:47.059

Prove libere 4

1 Marc Márquez (Honda) 1:48.116
2 Enea Bastianini (Ducati) 1:48.264
3 Francesco Bagnaia (Ducati) 1:48.299
4 Fabio Quartararo (Yamaha) 1:48.413
5 Jack Miller (Ducati) 1:48.446

Qualifiche

1 Francesco Bagnaia (Ducati) 1:46.322
2 Jack Miller (Ducati) 1:46.688
3 Fabio Quartararo (Yamaha) 1:46.719
4 Marc Márquez (Honda) 1:46.736
5 Jorge Martín (Ducati) 1:46.878

Warm up

1 Francesco Bagnaia (Ducati) 1:48.054
2 Takaaki Nakagami (Honda) 1:48.084
3 Joan Mir (Suzuki) 1:48.332
4 Jack Miller (Ducati) 1:48.454
5 Aleix Espargaró (Aprilia) 1:48.537

Le classifiche
La classifica del GP d’Aragona 2021
Francesco Bagnaia (Ducati) 41:44.422
Marc Márquez (Honda) + 0,7 s
Joan Mir (Suzuki) + 3,9 s
Aleix Espargaró (Aprilia) + 9,3 s
Jack Miller (Ducati) + 11,9 s
Classifica Mondiale Piloti
Fabio Quartararo (Yamaha) 214 punti
Francesco Bagnaia (Ducati) 161 punti
Joan Mir (Suzuki) 157 punti
Johann Zarco (Ducati) 137 punti
Jack Miller (Ducati) 129 punti

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Estintore per auto: di cosa si tratta e a cosa serve

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L’estintore per auto è un accessorio molto utile da tenere sempre in macchina, infatti lo scoppio di un incendio è un evento imprevedibile, ed essere pronti è sempre buona cosa per la propria sicurezza. Vediamo tutto quello che dobbiamo sapere.

Estintore auto: di che cosa si tratta

È un apparecchio mobile di sicurezza che fa parte del kit di emergenza per auto e che serve per spegnere fuochi che interessano l’auto stessa. È costituito da:

  • valvola, che permette alla sostanza di uscire;
  • serbatoio, che contiene la sostanza estinguente;
  • manichetta, il tubo flessibile che serve a indirizzare la sostanza sulle fiamme, per spegnerle.

L’estintore scelto deve avere una dichiarazione di conformità del produttore e un manuale.

È obbligatorio averlo in auto? Non esiste una legge che lo impone per le auto private, invece per quelle usate per la professione sì. Il D.lgs. 81/08 dice che “il datore deve offrire un sistema di protezione contro gli incendi, che tuteli il lavoratore”. Quindi in macchina bisognerebbe avere un mini estintore per auto, leggero e poco ingombrante.

Dove si tiene l’estintore auto?

Si sconsiglia di tenerlo libero nel bagagliaio, non è possibile raggiungerlo subito in caso di pericolo e potrebbe urtare altri oggetti. Si può eventualmente fissare vicino all’apertura del bagagliaio, altrimenti tenere sotto il sedile del passeggero anteriore o del guidatore, per averlo a portata di mano.

L’estintore si può comprare nei negozi di autoricambi, venduto insieme al supporto per montarlo. Quando hai scelto la posizione per fissarlo, segnala con delle viti sulla plastica dell’abitacolo, mantieni fermo il supporto e inserisci le quattro viti con un avvitatore, senza rovinare il supporto. Infine devi agganciare l’estintore.

Come si usa l’estintore per auto?

In caso di incendio, se vedi delle fiamme uscire dalla tua macchina (dal cofano) allora spostati immediatamente in un luogo sicuro, tipo a bordo strada. Indossa velocemente i guanti, prendi l’estintore e apri il cofano con attenzione. Togli la spoletta di sicurezza dell’estintore, tieni bene l’apparecchio dall’impugnatura e non dal grilletto di erogazione, cercando di non farti prendere dal panico. Azionalo, indirizzando i getti con attenzione, da sinistra a destra, sulla base della fiamma e sopra vento. Dovresti stare a 2-3 metri di distanza.

Attenzione: è necessario sempre chiamare i soccorsi e i Vigili del Fuoco.

Quale estintore per auto scegliere

Sicuramente l’apparecchio scelto deve rispettare i parametri delle direttive CE e soprattutto la norma UNI EN3/7:2004 in materia di estinguenti portatili. Deve inoltre essere stato testato per verificarne il funzionamento e la facilità d’uso.

Per scegliere il giusto estintore bisogna sapere la differenza tra i fuochi da spegnere, che si dividono nelle seguenti classi:

  • A: causati da combustibili fossili (gomma o carta);
  • B: da combustibili liquidi come benzina, solventi;
  • C: da fuoriuscite di gas come metano, idrogeno;
  • D: dai metalli (potassio, zinco e titanio);
  • F: da oli e grassi vegetali o animali;
  • E: da un’apparecchiatura elettrica in tensione.

L’estintore per auto va scelto in base alla classe A, B e C. Sull’etichetta è segnata la classe di incendio, oltre alla capacità estinguente. Non dimenticare inoltre che deve essere leggero e maneggevole. Le dimensioni e il peso dipendono anche dalla tipologia di auto. L’estinguente comunque non deve superare i 5 kg, il peso ideale di un mini estintore per auto è di 2 kg o anche un kg.

Estintore auto: i costi

L’estintore per auto non è molto costoso, in genere il prezzo si aggira tra i 20 e i 40 euro.

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Esistono delle app che possono aiutare con la scelta dell’auto?

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Comprare un’auto nuova non è mai semplice, anzi. I modelli sul mercato sono moltissimi, le tipologie di motorizzazione (con l’avvento delle vetture elettriche ibride) anche, e è fondamentale fare un’accurata analisi del budget che si ha a disposizione. Si tratta comunque di un investimento importante, su cui non si può sbagliare. E per rendere l’operazione più semplice è possibile usare una delle app che servono proprio per scegliere l’auto giusta.

Tutte le app per scegliere quale auto nuova acquistare

Tra le migliori applicazioni troviamo:

  • AutoScout24, che funziona sia per iOS che per Android. Serve per fare compravendita di veicoli e per valutare le offerte. Si tratta del mercato auto online più grande d’Europa, dove ci sono più di 2 milioni e mezzo di veicoli nuovi e usati. Per la ricerca è possibile impostare una serie di caratteristiche e parametri, come il prezzo. È possibile anche scrivere al venditore per sapere informazioni. L’app offre anche il sigillo di garanzia, quando viene applicato su un modello significa che il team ha provato personalmente il mezzo;
  • Quattroruote, sempre per Android e iOS, si riferisce al sito web che sicuramente tutti conoscete, leader nel settore e per tutti gli appassionati di auto. Dall’app è possibile accedere alla rivista e inserire tutti i filtri utili per la ricerca. Si possono selezionare fasce di prezzo, colori, optional ecc… ed è possibile anche salvare gli annunci più interessanti;
  • DriveK, per Android e iOS, si basa sul machine learning. Permette quindi all’utente di trovare l’auto a seconda dei propri gusti e della propria personalità, scegliendo tra circa 50 marchi, più di 500 modelli e oltre 5.000 veicoli. In seguito è possibile affinare la ricerca in base alla tipologia di mezzo, al suo aspetto, al prezzo e ad altre caratteristiche;
  • AutoUncle (Android e iOS), presenta una raccolta di oltre 11 milioni di auto usate proveniente da 1.900 siti web in Europa. Tutto è catalogato in base alla valutazione sul prezzo, per trovare le offerte più convenienti. Le classi di prezzo sono 5: molto cara, cara, super prezzo, ottimo prezzo e buon prezzo. È possibile inoltre avere a disposizione nell’app un assistente di ricerca personale, che avvisa su eventuali variazioni di prezzi o altre informazioni utili all’utente;
  • e infine, ultimo ma assolutamente non per importanza, TrovitAuto (Android e iOS), che aiuta a trovare l’auto perfetta per le proprie esigenze. L’app è in grado di informare l’utente sulle offerte più convenienti. La ricerca viene effettuata per caratteristiche, vengono quindi filtrati tutti i risultati. Ogni utente può scegliere di selezionare differenti parametri, tra cui la città di residenza, la data dell’annuncio, la marca dell’auto che si desidera, il modello, l’anno, i chilometri percorsi, il numero di porte ovviamente anche il prezzo. È possibile poi salvare i modelli che incuriosiscono di più, per affinare in seguito la scelta. Ci sono foto e descrizioni minuziose, per aiutare ogni utente.

Grazie alle app appena suggerite quindi la scelta dell’auto nuova diventa molto più semplice. Si tratta infatti di strumenti utile per poter aiutare l’utente nella scelta e selezione del suo veicolo ideale.

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Quando si può fare ricorso per una multa presa sulle strisce blu?

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Come ben sappiamo, sui parcheggi con le strisce blu c’è l’obbligo di pagare il ticket per tutti, tranne alcune particolari categorie di utenti e veicoli che sono esentate. È necessario versare la somma richiesta dal Comune, a parte appunto permesse particolari concessi.

Chi trasgredisce a questa regola e quindi non paga, non emettendo alcun ticket sul cruscotto dell’auto, è punibile ovviamente con una sanzione amministrativa. Ma ci sono dei casi in cui l’automobilista può presentare ricorso, anche se non è sempre facile. Vediamo quello che bisogna sapere a riguardo, è bene infatti essere informati.

Mancata esposizione del ticket nei parcheggi a strisce blu: la multa

La sanzione amministrativa in questo caso consiste nel versamento di una somma pari a 41 euro, importo ridotto del 30% nel caso in cui il pagamento venga effettuato entro 5 giorni dalla notifica (se si paga in questo breve termine chiaramente non è più possibile poi presentare eventuale ricorso).

Fate bene quindi le vostre valutazioni, perché in alcuni casi il Giudice di Pace o il Prefetto possono dare ragione all’automobilista che presenta il ricorso. Un esempio? Chi paga il ticket per il parcheggio ma non lo espone, in questo la Cassazione parla chiaro, perché il mancato acquisto del biglietto è diverso infatti dalla mancata esposizione. In questo caso la multa può essere annullata, se ovviamente l’automobilista ha conservato il ticket. C’è da dire però che l’annullamento della multa ha un costo, perché il tribunale riconosce il comportamento corretto del verbalizzante, e quindi le spese processuali devono essere divise in parti uguali.

Ricorso per assenza di parcheggi: cosa significa

Questa è una motivazione che può dare ragione al conducente che ha preso la multa e che presenta ricorso, ma che spesso non è per niente facile da dimostrare. Infatti si può vincere se la motivazione del mancato pagamento del ticket è l’assenza o la carenza di parcheggi gratuiti. Infatti per legge bisognerebbe mantenere un certo equilibrio tra il numero di posti bianchi e quello di posti blu.

Se la superficie occupata dai parcheggi con strisce blu è eccessiva rispetto a quella occupata dai parcheggi gratis, con conseguente difficoltà a trovare un parcheggio libero, allora è possibile richiedere, e anche ottenere, l’annullamento della multa. L’unica ‘pecca’ è che per fare ricorso è necessario ottenere la mappa ufficiale da parte del Comune, in cui è possibile vedere la distribuzione dei parcheggi.

Strisce blu poco visibili o imprecise: come chiedere ricorso

Ci sono dei casi in cui la progettazione delle stesse strisce blu purtroppo ha subito dei problemi e quindi sono presenti degli errori. Un esempio? Le zone di sosta a pagamento non dovrebbero, per legge, mai impedire o rendere difficile la circolazione delle auto. Le multe comminate in queste circostanze potrebbe essere annullate.

All’articolo 7 del Codice della Strada comma 6 si legge: “Le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico”.

Attenzione anche alla visibilità delle strisce blu, che deve sempre essere ben chiara, argomentazione che purtroppo non viene sempre considerata valida, a meno che le righe di colore blu non siano per niente visibili.

Ultimo punto da considerare, sia i vigili urbani che gli ausiliari del traffico possono fare questa tipologia di multe, ma non i dipendenti delle società che gestiscono le aree di parcheggio; quindi eventuali multe di questi soggetti sono da annullare.

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Le dieci auto più sicure secondo Euro NCAP

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Il modo migliore per scoprire quali sono le auto più sicure in commercio è rivolgersi a Euro NCAP, l’ente europeo che dal 1997 valuta la sicurezza delle vetture attraverso crash test.

Di seguito troverete le dieci auto più sicure secondo Euro NCAP, dieci modelli che non si sono accontentati di portare a casa le ambite cinque stelle ma che sono stati anche capaci di ottenere voti alti in tutte e quattro le “materie” (protezione adultiprotezione bambiniprotezione pedoni e ciclisti e dotazione di sicurezza).

La classifica delle dieci auto più sicure secondo Euro NCAP (basata sulla media tra i quattro voti ottenuti nelle singole categorie) è composta principalmente da vetture tedesche e da berline medie, anche se non mancano veicoli di altre nazioni e di altre categorie. Scopriamoli insieme.

Le dieci auto più sicure secondo Euro NCAP: la classifica

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1° Volvo XC60 (2017) – 89%

La Volvo XC60  – l’auto più sicura testata da Euro NCAP insieme alla Subaru Outback – ha ottenuto il massimo punteggio nell’urto laterale contro la barriera e il palo. Il tutto impreziosito da un sistema di frenata automatica eccellente. Gli unici “nei” sono arrivati nella protezione del torace del passeggero posteriore in caso di urto frontale “pieno” contro la barriera e nella salvaguardia della testa del pedone in caso di urto con alcune zone del cofano

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1° Subaru Outback (2021) – 89%

La Subaru Outback – l’auto più sicura testata da Euro NCAP insieme alla Volvo XC60 – è stata promossa in tutti i test (eccetto che nel funzionamento del sistema di riconoscimento del pedone in retromarcia) e può vantare una ricchissima dotazione di sistemi di assistenza alla guida. Le uniche criticità sono state riscontrate nella protezione del torace del conducente in caso di urto frontale e del bambino seduto posteriormente in caso di crash laterale.

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3° Mercedes classe A (2018) – 88,5%

La Mercedes classe A si è comportata bene nella protezione dei bambini, degli adulti e degli utenti vulnerabili e ha mostrato qualche criticità solo nell’assistenza del mantenimento della corsia e nell’assenza del sistema di monitoraggo degli angoli ciechi.

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4° Mercedes CLA (2019) – 88,25%

La Mercedes CLA ha ottenuto punteggi alti nella protezione dei bambini a bordo e degli utenti vulnerabili (pedoni e ciclisti) mostrando qualche pecca solo nel sistema di mantenimento di corsia.

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5° BMW Z4 (2019) – 87,75%

La BMW Z4 ha brillato nella protezione degli utenti vulnerabili e dei passeggeri e nei sistemi di sicurezza attiva (come ad esempio il cofano attivo in caso di investimento pedone) mentre si è registrata qualche défaillance nel riconoscimento del pedone e nel mantenimento di corsia.

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6° Tesla Model 3 (2019) – 87,5%

La Tesla Model 3 ha mostrato qualche lacuna solo nella protezione del torace del conducente nell’urto laterale contro il palo.

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7° Volkswagen Arteon (2017) – 87%

La Volkswagen Arteon ha ottenuto risultati ottimi specialmente nella protezione dei pedoni e nella dotazione di sicurezza.

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7° Polestar 2 (2021) – 87%

La Polestar 2 ha ottenuto un punteggio eccellente nella protezione dei pedoni grazie al cofano motore attivo.

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9° BMW serie 3 (2019) – 86,75%

La BMW serie 3 se l’è cavata benissimo nelle prove di urto laterale contro la barriera e nella frenata automatica a velocità urbana e ha mostrato qualche criticità nella valutazione del sistema di mantenimento della corsia, nella protezione del pedone nell’urto contro il parabrezza e in alcune aree del bacino.

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10° Subaru Forester (2019) – 86,5%

La Subaru Forester ha ottenuto voti molto alti nella protezione dei bambini a bordo e nelle prove di urto laterale mentre non ha convinto del tutto nel test del ciclista e nella protezione del torace del passeggero posteriore nello scontro frontale pieno.

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