Il Porsche Experience Centre d’Italia, in Franciacorta

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In Italia non c’era. O meglio c’erano tanti circuiti dove far lievitare l’adrenalina e consumare gomme e freni di Carrera e Turbo. Ma non un luogo dedicato, non un piccolo tempio della velocità in cui adorare i sei cilindri boxer (o i quattro cattivelli delle Boxter e Cayman). Parliamo ovviamente del mondo Porsche che vuol dire gratificazione estetica, piacere del possesso, gioia meccanica, turismo veloce. Ma anche voglia di sfogare i cavalli in pista, senza necessariamente fare le gare, ma anche soltanto sentirsi piloti per un giorno e in tutta sicurezza. Ora tutto questo, il sogno, è diventato realtà. L’11 settembre, con fuochi d’artificio veri, ha aperto il cancello il Porsche Experience Centre d’Italia, sorto sulle impronte e gli edifici preesistenti del circuito di Franciacorta, luogo che richiama anche il piacere del vino e del cibo, a poco più di un’ora da Milano e dal di lei aeroporto i Linate, 15 minuti da Brescia, insomma facilmente raggiungibile da ogni dove sia terra di appassionati porschisti.

“L’abbiamo annunciato a gennaio 2020 e con uno sforzo immenso, anche finanziario, 28 milioni di euro, siamo riusciti a portarlo a termine in tempi davvero ristretti. Siamo molto orgogliosi, è l’ottavo Centro Porsche nel mondo ed è anche il più grande, sviluppandosi per ben 62 ettari”, ha detto Pietro Innocenti, ad di Porsche Italia.

Il Centro Porsche è un piccolo mondo che si articola intorno alla pista, molto tecnica, lunga 2,5 chilometri, omologata 2Fia, così che ci si possono disputare pure le gare della Carrera Cup. Si entra in una grande struttura luminosa ad archi, progettata dallo studio di Antonio Gioli (dove prima c’era un capannone) e lì abbiamo Ristorante, Business Centre, Shop, una piccola arena attrezzabile per esporre le auto od organizzare conferenze. Perché l’idea non è soltanto di attirare i clienti Porsche o gli appassionati del marchio, ma anche di offrire un luogo per convention o meeting aziendali, in una cornice del tutto particolare.

All’esterno, oltre il parcheggio, troviamo una pista per kart elettrici, un edificio che servirà come Porsche training centre, una pista a bassa aderenza per divertirsi col drifting (e vai di sbandata controllata) e un percorso in fuoristrada per chi all’asfalto preferisce la terra, in modo da sbizzarrirsi con i SUV muscolosi di Stoccarda, Macan e Cayenne.

I colori sono rigorosamente quelli amati da Porsche, il bianco e il nero soprattutto. Molta attenzione alla sostenibilità, con il 30% dell’energia prodotta dal fotovoltaico e il resto da fonti rinnovabili.

Domanda finale: come si chiama il ristorante? 911! Sbagliato, Speedster!

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