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Ford Fiesta ST o Volkswagen Polo GTI? / Icon Wheels FACE-OFF

La Ford Fiesta ST e la Volkswagen Polo GTI sono due piccole sportive, entrambe compatte, relativamente economiche da comprare e da mantenere.
Ma offrono entrambe prestazioni e divertimento, senza però rinunciare alla versatilità.
Quello delle utilitarie sportive è un segmento davvero interessante: questi giocattolini ormai sono notevoli, e anche tecnologia, comfort e spazio a bordo sono cresciuti parecchio.
Abbiamo deciso di metterle a confronto, una contro l’altra.
In breve
Ford Fiesta ST
| Anno di commercializzazione | |
| Motore | Benzina turbo |
| Cilindrata | 1.5 / Tre cilindri |
| Potenza | 200 CV |
| Coppia | 260 Nm a 1600 giri |
| PREZZO | Da 26.300 euro |
Volkswagen Polo GTI
| Anno di commercializzazione | |
| Motore | Benzina turbo |
| Cilindrata | 2.0 / Quattro cilindri |
| Potenza | 200 CV |
| Coppia | 320 Nm a 1500 giri |
| PREZZO | Da 24.600 euro |

Dimensioni
Sulla carta, le due compatte sportive sono molto simili.
La Volkswagen Polo GTI è larga 175 cm, e lunga 407 cm, la Ford Fiesta ST è appena più stretta (174 cm) e lunga uguale. Ma sull’ago della bilancia si ferma a 1262 Kg, contro i 1325 kg della rivale tedesca.
La Fiesta ha anche un passo più corto di 6 cm rispetto a quello della Polo (249 contro 255 cm), il che significa che è anche più agile e reattiva. La segmento B di Volkswagen però fa leggermente meglio con la capacità di carico: 305 litri contro i 292 della Ford.
Sulla carta, quindi, la Ford Fiesta appare più leggera e agile ma meno spaziosa, mentre la Volkswagen Polo è più pesante ma leggermente più comoda e sfruttabile. A voi la scelta.

Potenza
Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, entrambe hanno 200 CV ma erogati da due motori differenti:
- la Volkswagen Polo GTI monta un motore 2.0 litri TSI turbo quattro cilindri, che eroga 200 CV a 5500 giri/min e 320 Nm di coppia a 1500 giri/min.
- la Ford Fiesta ST monta un piccolo motore 1.5 litri turbo tre cilindri, che produce 200 CV a 6000 giri/min e 290 Nm di coppia a 1600 giri/min.
Entrambe hanno il cambio manuale a 6 rapporti e la trazione anteriore, ma la Fiesta utilizza un differenziale meccanico a slittamento limitato, mentre la Polo un sistema che “pinza” la ruota con meno aderenza.
Anche qui: la Polo ha più coppia, il che è ottimo per la guida di tutti i giorni, mentre la Fiesta eroga la potenza a un regime più alto, quindi si adatta meglio a una guida più sportiva.
Inoltre il differenziale autobloccante aiuta tantissimo a fornire trazione e direzionalità in uscita di curva. Preferite la sportività o la versatilità?

Prestazioni
Il peso inferiore della Ford Fiesta ST la porta in vantaggio nello scatto da 0 a 100 km/h: 6,5 secondi, contro i 6,7 della Polo GTI.
La Polo però ha una velocità di punta superiore e tocca i 240 km/h, mentre la Fiesta si ferma a 232 km/h.
Vicini i consumi dichiarati: 6,2 l/100 km per la tedesca, 6,0 l/km per la Ford, che anche qui riesce a ottenere un leggero vantaggio grazie al peso inferiore.
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Wrong-way driver warning, mai più veicoli contromano

Lo sviluppo di tecnologie pensate per migliorare giorno dopo giorno la sicurezza degli automobilisti (e non solo) è da sempre una delle mission del marchio Bosch, che grazie al wrong-way driver warning sta dimostrando che bastano poche migliaia di righe di codice informatico per proteggere vite umane dal pericolo di ritrovarsi contro auto che percorrono la strada contromano.
Un avviso che avverte i conducenti delle “auto interessate”
Parliamo nello specifico di un servizio basato su cloud, disponibile in 13 Paesi europei, che non solo avverte il conducente che sta procedendo nel senso di marcia sbagliato, ma allerta anche gli altri guidatori che si trovano nell’area di pericolo, inviando con la massima velocità notifiche push. Al momento, ben 15 app di navigazione, streaming e radio hanno integrato la funzione app sviluppata da Bosch. Con essa il servizio è in grado di raggiungere diversi milioni di persone in Europa, dall’Irlanda all’Italia e dal Portogallo alla Polonia.
Presto sui sistemi di infotainment delle auto
Per rilevare se una macchina imbocca l’autostrada nel senso opposto di marcia, la tecnologia basata su cloud confronta i movimenti effettivi del veicolo con la direzione di marcia consentita. Le informazioni vengono memorizzate in un database e in caso di “anomalie” le parti interessate riceveranno delle notifiche direttamente sul proprio veicolo. Infine, Bosch utilizzerà un nuovo modulo software per integrare il wrong-way driver warning direttamente nei sistemi di infotainment dei veicoli futuri.
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Fiat 500: la prossima generazione sarà elettrica

La Fiat 500, come urban city car per antonomasia quale è, è da sempre stata una potenziale candidata a convertirsi in auto elettrica al 100%. Di fatto, sembrerebbe che a partire dal 2020, la piccola dell’ex -Lingotto diventerà una EV a zero emissioni.
Lo ha confermato ai microfoni della rivista Autoexpress Olivier François, direttore marketing di FCA. E il Salone di Ginevra 2020 sarà l’evento internazionale in cui debutterà in anteprima mondiale.
“La nuova Fiat 500 rispetterà tutto ciò che conosciamo della gamma, ma sarà completamente nuova. Sotto pelle il cambio sarà radicale, ma nonostante ciò la si riconoscerà immediatamente per le sue dimensioni e proporzioni”.
Il responsabile di FCA ha fatto riferimento all’uso di una piattaforma elettrica completamente nuova, la stessa che probabilmente sfrutterà anche il modello di produzione derivato dal prototipo Centoventi visto quest’anno alla kermesse svizzera.
Olivier François ha fatto riferimento anche all’importanza del prezzo della nuova Fiat 500:
“L’inizio del nostro cammino elettrico con la Fiat 500 è molto importante. È chiaro che non possiamo vendere la 500 elettrica allo stesso prezzo di accesso della gamma attuale, ma a noi è anche chiaro che oltre la metà dei nostri clienti non compra modelli entry level. Per questo un prezzo attorno ai 24.000 euro sarebbe accettabile”.
La 500 elettrica però non sarà sola, entro fine anno infatti sembrerebbe che arriverà una variante mild-hybrid. Ma con la prossima generazione Fiat punterà sull’elettrica e François ha parlato chiaro:
“Lo facciamo sia per la voglia di creare un’auto elettrica redditizia, sia per evitare multe potenziali per non rispettare il nuovo limite EU sulle emissioni di CO2.”
che a partire dal 2020 sarà di 95g/km.
WheelsTV / Saloni
Fiat Concept Centoventi
Un anticipo della futura Fiat Panda
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Metano self-service: tutto quello che c’è da sapere

Il metano self-service è (quasi) realtà: lo schema di decreto che modifica il testo, attualmente in vigore, della norma inerente l’esercizio degli impianti di distribuzione stradale del gas naturale per autotrazione che permetterà il rifornimento di metano in modalità self-service è stato pubblicato lo scorso 20 marzo 2019 in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore dopo 30 giorni dalla data di pubblicazione.
Di seguito troverete una guida completa a tutte le novità relative al metano self-service in Italia: i dettagli sul testo del decreto e i requisiti che i proprietari di veicoli a gas dovranno possedere per poter rifornire in maniera autonoma la propria auto.
Quali sono le novità relative al metano self-service introdotte dal decreto?
Prima del decreto il blocco dell’erogazione nei dispositivi self-service avveniva attraverso il rilascio del dispositivo che comanda l’erogazione del gas. Ora invece si dovrà premere un pulsante di ritenuta (posizionato ad adeguata distanza dall’apparecchio di distribuzione in uso, comunque non inferiore alla lunghezza della manichetta di carico del veicolo e collocato in modo da consentire all’utente una completa visione dell’apparecchio al fine di controllo della regolare erogazione).
Il decreto consente inoltre il rifornimento di gas naturale per autotrazione in modalità self-service non presidiata presso impianti dotati di un sistema di riconoscimento dell’utente (identificato mediante l’inserimento dello strumento di pagamento elettronico che fornisce il consenso all’erogazione dell’apparecchio di distribuzione asservito al dispositivo self-service).
Gli utenti che intendono usufruire della modalità self-service devono essere preventivamente istruiti in merito alle modalità di effettuazione del rifornimento, ai rischi ad esso connessi, alle avvertenze, alle limitazioni, ai divieti, ai comportamenti da tenere in caso di emergenza, alle conseguenze relative a comportamenti scorretti o non permessi ed essere inseriti all’interno di una specifica banca dati (la registrazione avverrà secondo modalità individuate dal Ministero dell’interno e condivise con i Ministeri dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti o potrà essere effettuata su un portale telematico implementato da una società regolata dall’Autorità di regolamentazione per energia reti e ambiente o, in subordine, sul portale di un sito internet di un organismo che opera nel settore delle infrastrutture del gas presente su tutto il territorio nazionale, previo assenso del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Come avvengono le modalità di istruzione sul metano self-service?
L’istruzione deve avvenire preso un distributore di gas naturale per autotrazione con impianto self-service a cura del gestore o di personale dallo stesso delegato (che deve provvedere anche un addestramento sul corretto utilizzo del distributore self-service e deve essere accompagnata da apposito opuscolo dimostrativo: il completamento dell’istruzione comporta la registrazione dell’utente, nella banca dati precedentemente citata, da parte del gestore) o avvalendosi di un tutorial sul portale precedentemente citato.
In entrambe le modalità di istruzione l’utente dovrà dichiarare di essere stato adeguatamente istruito sulle modalità di effettuazione del rifornimento self-service e dei rischi connessi assumendosi ogni responsabilità in merito al corretto uso di tale sistema di rifornimento e dichiarare di utilizzare personalmente lo strumento elettronico di pagamento confermando ulteriormente, prima di iniziare l’erogazione del carburante, le precedenti dichiarazioni sull’istruzione e i requisiti del veicolo.
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Mitsubishi Eclipse Cross Knight: il lato ‘dark’ della SUV giap

Esclusiva, dal taglio premium e soprattutto ‘Dark’. La SUV coupé di Casa Mitsubishi si veste da cavaliere nero con l’edizione speciale Knight esclusiva per l’Italia.
La nuova Mitsubishi Eclipse Cross Knight esalta il lato oscuro della gamma con la calandra Dynamic Shield verniciata in Total Black. L’eleganza e la sportività di questa special edition si concentrano anche al posteriore con lo spoiler Knight, l‘antenna shark, gli specchietti retrovisori neri e i finestrini Chrome Pack oscurati.
Un ulteriore tocco di stile è dato dalle rifiniture “red line” delle minigonne, dei tappetini e del battitacco delle portiere anteriori e posteriori.
Quattro saranno infine le diverse tinte disponibili per la carrozzeria: Polar White Pastello, Sterling Silver Metallizzato, Titanium Grey Metallizzato, Amethyst Black Metallizzato.
La versione Knight della Mitsubishi Eclipse Cross potrà godere della motorizzazione Turbodiesel da 16 valvole DOHC con Auto Stop & Go, abbinata al sistema di trazione integrale Super All Wheel Control (S-AWC).
Prova su Strada
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Hyundai Tucson: look sportivo con la N Line

Il popolare SUV compatto coreano appena aggiornato con un restyling di metà carriera, tra le novità ha ricevuto diverse varianti semi-ibride che gli hanno conferito l’etichetta ECO. Anche il design della Hyundai Tucson è evoluto con un’immagine più moderna e l’equipaggiamento è stato arricchito. Ora, però, è arrivato il momento della versione sportiva.
La nuova Hyundai Tucson N Line si posizionerà in gamma come variante top dal taglio sportivo e se la vedrà sul mercato con concorrenti come la Seat Ateca FR o la Skoda Karoq Sportline. La sua indole racing si fermerà, però, soltanto all’aspetto estetico, sotto al cofano pulseranno infatti i già noti motori della gamma attuale con potenze comprese tra i 136 e i 185 CV. Per la Tucson veramente arrabbiata bisognerà perciò aspettare un’eventuale variante ’N’ con il quattro cilindri turbo da 250 o 270 CV della i30 N.
Veste sportiva
Intanto però la Hyundai Tucson N Line farà sfoggio di un body-kit che ne metterà in mostra i muscoli con elementi aerodinamici derivati proprio dalla i30 N, come i paraurti specifici, la griglia a rete e i fari bruniti, i cerchi da 19 pollici e gli specchietti retrovisori, le maniglie delle portiere e lo spoiler posteriore verniciati in nero. Dentro spiccano i sedili neri in pelle con logo N e cuciture a contrasto in rosso e la pedaliera in lega.
Motorizzazioni: da 136 a 185 CV
Per quanto riguarda la meccanica i clienti potranno scegliere tra il CRDi da 1.6 litri e 136 CV di potenza e il turbodiesel 2.0 da 185 CV. Entrambi Euro 6dTemp, sono dotati di tecnologia mild-hybrid con sistema a 48 volt e batterie al litio da 0,44 kW/h, generatore di avviamento e convertitore a basso voltaggio.
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Husqvarna Svartpilen 701, arriva “la Freccia Nera”

In svedese Svartpilen vuol dire Freccia Nera e il concetto, a giudicare dal design della moto, rappresenta perfettamente l’essenza di questo nuovo
modello. Presentata per la prima volta a Eicma 2018 a Milano, la nuova Husqvarna Svartpilen 701 debutta nelle concessionarie italiane (e non solo). Esploratrice stradale ispirata dal flat track, fa parte della nuova gamma ‘Real Street’ 2019.
Per i motociclisti attenti allo stile
La Svartpilen 701 è stata progettata per conquistare gli appassionati di moto più attenti allo stile, monta fari a LED premium ed è costruita attorno a un potente motore monocilindrico che eroga 75 CV e 72 Nm. È dotata di cambio elettronico Quickshift up/down, per poter passare da un rapporto all’altro senza l’utilizzo della frizione, di una frizione anti-saltellamento e di un ride by wire multimappa. La ciclistica si avvale di sospensioni WP completamente regolabili, i freni sono Brembo e l’ABS è firmato Bosch.
Ampiamente personalizzabile
Essendo la Svartpilen 701 una moto che fa dello stile e del dinamismo i suoi principali punti di forza, fermo restando il piacere di guida tipico delle Husqvarna, sono tanti gli accessori originali realizzati per poter permettere a ciascun cliente di personalizzare la propria moto in base al gusto o alla destinazione d’uso.
Le altre novità dal mondo delle due ruote
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F1 – I più grandi ritorni di sempre
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Credits: epa04003677 (FILE) A file picture dated 17 March 2012 shows German Formula One driver Michael Schumacher of Mercedes AMG at the Albert Park circuit for the Australian Formula 1 Grand Prix in Melbourne, Australia. Retired Formula One legend Schumacher on 30 December 2013 still was in a critical condition, after he underwent emergency surgery after being admitted in a coma with a cranial trauma following a ski accident in Meribel, according to the hospital in Grenoble. EPA/DIEGO AZUBEL
La storia della F1 è ricca di ritorni: piloti che dopo aver lasciato il magico mondo del Circus hanno nuovamente dato spettacolo nella massima competizione automobilistica.
Di seguito troverete i cinque più grandi ritorni della storia della F1.
F1 – I più grandi ritorni di sempre

1° Niki Lauda (Austria)
Dopo due Mondiali vinti (1975 e 1977) intervallati dal pauroso incidente al Nürburgring del 1976 Niki Lauda decide di lasciare la F1 al termine della stagione 1979 dopo un’annata deludente con la Brabham.
Il pilota austriaco crea la compagnia aerea Lauda Air e per motivi economici torna a correre nel Circus nel 1982: ingaggiato dalla McLaren, vince il terzo GP stagionale (USA Ovest) e si ripete in Gran Bretagna.
Niki Lauda sorprende il mondo nel 1984: conquista il terzo Mondiale in carriera con mezzo punto di vantaggio su Alain Prost grazie a cinque vittorie (Sudafrica, Francia, Gran Bretagna, Austria e Italia) e si ritira definitivamente nel 1985 dopo una vittoria in Olanda e la rottura del polso nelle prove del Gran Premio del Belgio.

2° Alain Prost (Francia)
Alain Prost – già tre volte campione del mondo F1 negli anni ’80 (1985, 1986 e 1989) – si prende un anno sabbatico nel 1992 dopo essere stato licenziato dalla Ferrari al termine del GP del Giappone 1991 (penultima tappa del campionato) per aver paragonato la monoposto di Maranello a un camion.
Tornato nel 1993 con la Williams, si aggiudica il quarto titolo in carriera con sette vittorie (Sudafrica, San Marino, Spagna, Canada, Francia, Gran Bretagna e Germania) e 12 podi in 16 gare. Al termine della stagione appende definitivamente il casco al chiodo.

3° Kimi Räikkönen (Finlandia)
A soli 30 anni – dopo un Mondiale vinto nel 2007 e un 2009 passato a guidare una Ferrari poco performante – Kimi Räikkönen lascia la F1 per correre nel Mondiale Rally. Il pilota finlandese si cimenta nel WRC e nella NASCAR e torna nel Circus nel 2012 con la Lotus.
Due vittorie in due stagioni con la scuderia britannica (Abu Dhabi 2012 e Australia 2013) e un rientro alla Ferrari nel 2014 impreziosito – quattro anni più tardi – dal trionfo nel GP degli USA. Dal 2019 corre con l’Alfa Romeo.

4° Michael Schumacher (Germania)
Nel 2006 Michael Schumacher lascia la F1 dopo aver dominato questo sport (sette Mondiali: 1994, 1995, 2000-2004). Resta in Ferrari come collaudatore nel 2007 e nel 2008 ma quando, nel 2009, ha la possibilità di tornare come pilota del Cavallino per rimpiazzare Felipe Massa (colpito in faccia da una molla durante le qualifiche del GP d’Ungheria) è costretto a rinunciare per problemi al collo.
Il Kaiser rientra in Formula 1 nel 2010 come pilota Mercedes, scuderia tornata nel Circus dopo ben 55 anni di assenza. Corre per tre stagioni con il team tedesco ottenendo i migliori risultati nell’ultimo anno di carriera: miglior tempo in qualifica a Monte Carlo (costretto però a partire dalla sesta posizione in griglia a causa di una penalità rimediata per aver provocato un incidente nel GP di Spagna due settimane prima), terzo posto nel Gran Premio d’Europa a Valencia e giro veloce in Germania.

5° Nigel Mansell (Regno Unito)
Nigel Mansell si ritira dalla F1 nel 1992 per dissapori con la Williams dopo aver vinto, anzi dominato, il Mondiale.
L’anno seguente si trasferisce negli USA e conquista il campionato IndyCar al debutto, nel 1994 viene richiamato dalla Williams per correre quattro Gran Premi di Formula 1 al posto dello scomparso Ayrton Senna e porta a casa l’ultima corsa stagionale in Australia. Nel 1995 passa alla McLaren ma rescinde anticipatamente il contratto a causa delle prestazioni deludenti della monoposto inglese.
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Redux BMW E30: come ridare vita alla mitica M3
Un preparatore poco conosciuto ha ridato vita all’iconica BMW M3 di fine Anni ’80, con un aggiornamento moderno e una nuovo nome: Redux BMW M3 E30. Ne saranno prodotti solo 30 esemplari basati sulla più iconica di sempre della gamma sportiva bavarese, la E30.
I clienti potranno restaurare il loro esemplare o Redux si incaricherà di trovarne uno da cui ripartire. In entrambi i casi la E30 ritornerà come nuova, o anche meglio. Il preparatore si occuperà di rimuovere tutta la vernice, riparare qualsiasi imperfezione e sostituire eventuali pannelli ossidati o deteriorati. Una volta riportata allo stato originale la carrozzeria, Redux passerà al reparto meccanico.
Il 2.3 litri aspirato verrà sostituito con una nuova unità da 2.5 litri con pistoni e albero motore personalizzati da BMW Motorsport. Inoltre ci sarà la possibilità di montare un turbocompressore per elevare la potenza fino a 390 CV e 528 Nm di coppia. La trasmissione sarà affidata al cambio manuale a cinque marce.
Per quanto riguarda il telaio la M3 E30 di Redux verrà equipaggiata con un impianto frenante con dischi da 330 mm all’anteriore e da 304 mm al posteriore, con pinze Ap Racing a sei pistoncini e sospensioni EXE-TC COmpetition con ammortizzatori regolabili.
Per terminare il quadro estetico, oltre alla nuova verniciatura per la carrozzeria, la M3 E30 di Redux monterà cerchi monodado. Gli interni potranno infine essere equipaggiati con due diversi tipi di rollbar di sicurezza e rifiniture personalizzate a gusto del cliente.
Tuning
BMW M3 (E90): il risveglio del V8 aspirato
Il preparatore tedesco MR Car Design “resuscita” la quarta generazione della BMW M3
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Renault, Nissan e Mitsubishi: ecco l’Intelligent Cloud

Alliance Intelligent Cloud è la nuova piattaforma annunciata dall’Alleanza che permetterà ai rispettivi membri (Renault, Nissan e Mitsubishi Motors) di fornire servizi connessi a bordo dei veicoli venduti in quasi tutti i 200 mercati coperti. Viene considerato dai protagonisti il programma per veicoli connessi più ambizioso di tutta l’industria automobilistica e sarà realizzato grazie alle tecnologie Cloud, di intelligenza artificiale e di Internet of Things fornite da Microsoft Azure. Azure propone all’Alleanza una piattaforma mondiale destinata a raccogliere, gestire ed analizzare enormi volumi di dati generati dai veicoli connessi per fornire servizi intelligenti.
Renault Clio e Nissan LEAF i primi veicoli con la nuova tecnologia
I primi veicoli lanciati con la tecnologia dell’Alliance Intelligent Cloud saranno Nuova Renault Clio e alcune versioni di Nissan LEAF, commercializzate in Giappone ed Europa. Queste auto, dotate della piattaforma Microsoft per veicoli connessi, saranno anche le prime ad essere proposte ai clienti su larga scala e disporranno di accesso permanente a Internet per beneficiare di diagnosi remote dettagliate, sviluppo software continuo, aggiornamenti di firmware e accesso ai servizi di infotainment. Inoltre, in futuro l’Alliance Intelligent Cloud sarà in grado di connettere i veicoli dell’Alleanza a un’infrastruttura di smart city, in via di sviluppo, e a potenziali partner. Questa nuova iniziativa consentirà ai vari potenziali partner dell’Alleanza di beneficiare di un punto di ingresso unico per avere accesso ai dati attuali e futuri dei veicoli connessi.
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