BMW serie 1: la tecnologia sigla per sigla

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La BMW serie 1 – arrivata alla terza generazione – è una compatta tedesca disponibile a trazione anterioreintegrale rivolta a chi cerca una “segmento C” premium coinvolgente da guidare.

Di seguito troverete un glossario per capire meglio cosa significano le sigle che identificano tutti gli accessori tecnologici del modello più accessibile della Casa bavarese.

BMW serie 1: la tecnologia sigla per sigla

Active Cruise Control

L’Active Cruise Control con funzione Stop&Go, basato su radar + telecamera anteriore, include le seguenti funzioni: Cruise Control Adattivo con riconoscimento dei veicoli che precedono e possibilità di variare la distanza di sicurezza secondo 4 livelli, Speed Limit Info con indicatore di divieto di sorpasso, avvertimento di presenza pedoni e rischio di tamponamento con funzione di frenata City.

Active Guard Plus

L’Active Guard Plus comprende: avvertimento anticollisione frontale con funzione di frenata basato su telecamera, avvisatore di cambio accidentale corsia di marcia con ritorno attivo in corsia e Speed Limit.

BMW Connected Drive Services

Il pacchetto BMW Connected Drive Services consente l’utilizzo delle funzioni dell’App BMW Connected/My BMW App in vettura e la tecnologia “BMW Apps” per l’utilizzo di selezionate app compatibili presenti sullo smartphone iOS/Android attraverso i comandi della vettura.

BMW Connected Package

Il BMW Connected Package comprende: Remote Services (durata illimitata) e Concierge Service (validità di 3 anni rinnovabile tramite BMW ConnectedDrive store).

BMW Connected Package Professional

Il BMW Connected Package Professional comprende: Smartphone Integration (con durata illimitata), Remote Services, Concierge Service, In-Car Experiences, Connected Navigation con Connected Parking e BMW Connected Music con validità 3 anni.

BMW Digital Key

La BMW Digital Key permette di utilizzare il proprio smartphone (se compatibile) come chiave e di condividere la chiave con altre persone.

BMW Intelligent Emergency Call

Il sistema BMW Intelligent Emergency Call non è altro che la chiamata di emergenza.

BMW Live Cockpit

Il BMW Live Cockpit comprende un display da 5,7″ nel quadro strumenti, un Control Display da 8,8″ con funzione touch, 1 presa USB Type A 1,5A con funzione trasferimento dati e ricarica nella consolle centrale, 1 presa USB Type C 3A con funzione ricarica nel bracciolo centrale anteriore, un’interfaccia Bluetooth e la radio.

BMW Live Cockpit Plus

Il BMW Live Cockpit Plus aggiunge al Live Cockpit il sistema di navigazione (con aggiornamento mappe Over The Air in automatico per 2 anni e l’iDrive controller con funzione touch. La presa USB nel bracciolo centrale anteriore è Type C con funzione trasferimento dati e ricarica.

BMW Live Cockpit Professional

Il BMW Live Cockpit Professional comprende un Control Display ad alta risoluzione da 1,25″ con funzione touch e un quadro strumenti con display digitale da 10,25″. Senza dimenticare l’Intelligent Personal Assistant attivabile tramite il comando vocale “Ciao BMW”.

BMW Sat Vehicle Guardian

Il sistema di antifurto BMW Sat Vehicle Guardian – sempre operativo e alimentato dalla vettura – registra i dati dell’auto e utilizza la tecnologia satellitare GPS e telefonica GSM/GPRS per una maggiore precisione nella localizzazione.

Comfort Access

Il Comfort Access consente di lasciare le chiavi in tasca. Per sbloccare/bloccare la vettura è sufficiente toccare la maniglia delle portiere.

Cornering Brake Control

Il Cornering Brake Control amplia le funzioni dell’ABS aumentando la stabilità nelle curve veloci in caso di frenata leggera.

DCT

La sigla DCT (acronimo di Dual Clutch Transmission) identifica il cambio automaticodoppia frizione.

Driving Assistant

Il Driving Assistant, basato su radar + telecamera, include i seguenti sistemi di sicurezza attiva: avvertimento di presenza pedoni e rischio di tamponamento con funzione frenata City, Speed Limit Info con indicatore di divieto di sorpasso, avvertimento di traffico trasversale posteriore, segnalatore di presenza veicoli nei punti ciechi e avvertimento di collisione posteriore.

DSC

Il DSC è il controllo dinamico di stabilità BMW.

Follow me home

La funzione Follow me home mantiene accese le luci anabbaglianti a veicolo spento (durata regolabile tramite il control display).

High-Beam assistant

L’High-Beam assistant aiuta a prevenire l’abbagliamento del traffico incrociante o degli altri utenti della strada.

iDrive

L’iDrive è un controller che permette di gestire diverse funzioni della vettura attraverso una rotella.

Parking Assistant

L’assistente al parcheggio Parking Assistant offre una serie di funzioni che permettono di parcheggiare in modo confortevole e automatico sia in parcheggi paralleli alla carreggiata che in parcheggi trasversali oppure a pettine rispetto alla strada.

PDC

La sigla PDC (acronimo di Park Distance Control) identifica i sensori di parcheggio.

Steptronic

Steptronic è il nome usato da BMW per identificare il cambio automatico.

Tyre Repair Kit

Il Tyre Repair Kit della BMW serie 1 comprende lo spray sigillante e il compressore elettrico 12V.

xDrive

La sigla xDrive è usata da BMW per identificare i modelli a trazione integrale.

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Max Mosley: molti meriti e poche colpe

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Max Mosley – scomparso ieri – è stato ricordato in molti modi: come figlio del più importante fascista britannico, come un “dittatore” della F1 (definizione di Luca Cordero di Montezemolo) e come protagonista di un’orgia che ha messo fine alla sua carriera nel motorsport.

Il dirigente inglese, però, è stato anche molto altro: scopriamo insieme la storia di un uomo che ha fatto crescere economicamente la Formula 1 e che ha contribuito a rendere più sicure le monoposto e le auto di tutti i giorni.

Max Mosley: la storia

Max Mosley nasce il 13 aprile 1940 a Londra (Regno Unito). Il padre – Oswald Mosley – è un noto esponente politico di estrema destra: fondatore dell’Unione Britannica dei Fascisti (partito attivo prima della Seconda Guerra Mondiale) e, dopo il conflitto, dello Union Movement.

Dopo aver conseguito la laurea in fisica a Oxford nel 1961 Max studia legge alla Gray’s Inn, diventa barrister nel 1964 e si specializza nei processi relativi ai brevetti e ai marchi registrati.

Mosley pilota

Negli anni ‘60 Max Mosley scopre il mondo del motorsport e alla fine del decennio si cimenta come pilota senza brillare particolarmente.

Nel 1968, ad esempio, prende parte ad alcuni GP del campionato europeo di F2 e dopo aver assistito in prima persona a tre decessi nell’arco di quattro mesi (tra cui quello del britannico Jim Clark in Germania il 7 aprile) si rende conto della necessità di aumentare la sicurezza nelle corse automobilistiche.

La March

Max Mosley capisce anche di non avere un futuro come pilota e nel 1969 fonda la scuderia March insieme a Alan Reed, Graham Coaker e Robin Herd (la M di March sta proprio per Mosley) occupandosi della parte commerciale del team.

La squadra debutta in F1 nel 1970 e disputa la sua migliore stagione di sempre conquistando il terzo posto nel Mondiale Costruttori e vincendo un GP alla seconda apparizione grazie a Jackie Stewart, primo in Spagna al volante di una monoposto affidata al team privato Tyrrell.

L’anno seguente lo svedese Ronnie Peterson si laurea vicecampione del mondo alla sua seconda stagione nel Circus grazie a una notevole quantità di podi (tra cui quattro secondi posti: Monaco, Gran Bretagna, Italia e Canada) e nel 1972 porta a casa solo una seconda piazza in Germania. Il britannico James Hunt debutta in Formula 1 proprio con la March nel 1973 e arriva secondo negli USA.

Un periodo ricco di soddisfazioni per Max Mosley, tra i fondatori nel 1974 della FOCA (Formula One Constructors’ Association), associazione che difende gli interessi delle scuderie inglesi e di quelle private non legate alle Case automobilistiche.

La March intanto porta a casa il secondo successo della sua storia (con il nostro Vittorio Brambilla primo in Austria nel 1975) e l’ultimo (Peterson Monza 1976). Al termine della stagione 1977 Max lascia il team inglese per lavorare a tempo pieno per la FOCA.

La guerra FISA-FOCA

La guerra con la FISA – Féderation Internationale du Sport Automobile, l’ente che all’epoca si occupa della gestione degli eventi sportivi della FIA (Féderation Internationale de l’Automobile) – scoppia alla fine degli anni ‘70 quando Bernie Ecclestone diventa amministratore delegato della FOCA.

Dopo numerosi scontri il 5 marzo 1981 viene siglato il patto della Concordia (rinnovato nel 1987) che lascia alla FOCA la possibilità di sviluppare gli affari legati alle corse gestendo ad esempio le trattative per i diritti TV.

Nel 1989 Max Mosley crea insieme all’ingegnere britannico Nick Wirth la Simtek, azienda specializzata in consulenze ingegneristiche in ambito motorsport, ma cede le sue quote due anni più tardi.

Prima la FISA e poi la FIA

L’ottimo lavoro della FOCA porta molti soldi a tutte le scuderie di F1, comprese quelle legate alla FISA, e per questo motivo Max Mosley viene nominato presidente della Federazione Internazionale dello Sport Automobile al posto del “nemico” francese Jean-Marie Balestre.

Due anni dopo Mosley viene eletto presidente della FIA e cambia radicalmente la federazione affidandole anche la responsabilità del motorsport (cancellando in questo modo la FISA).

Sicurezza in F1 e non solo

La morte di Roland Ratzenberger e Ayrton Senna a Imola nel GP di San Marino 1994 cambia radicalmente il mondo della F1.

Mosley si reca ai funerali del pilota austriaco anziché a quelli del campione brasiliano per omaggiare il driver meno noto tra i due, istituisce la FIA Expert Advisory Safety Committee (comitato di sorveglianza sulla sicurezza) e nomina presidente il britannico Sid Watkins, medico ufficiale del Circus dal 1978. Una scelta importante che porterà ad avere una Formula 1 senza decessi per 20 anni.

Ma non è tutto: nel 1996 la FIA contribuisce alla creazione dei protocolli di sicurezza Euro NCAP, ancora oggi fondamentali per valutare il livello di protezione delle automobili in commercio.

L’alleanza con Ecclestone

In qualità di presidente FIA Max Mosley rafforza l’alleanza con Bernie Ecclestone estendendo i diritti commerciali della F1 alla sua Formula One Administration (controllata dalla FOM, Formula One Management) prima dal 1995 al 2009 e poi fino al 2110 (non è un errore di stampa) in cambio di un pagamento annuale da parte dell’imprenditore inglese.

Tra le altre iniziative controverse segnaliamo la proroga del divieto di sponsorizzazione da parte dell’industria del tabacco (ottenuta per lasciare ai team il tempo di trovare altre fonti di guadagno), entrato in vigore nel 2007 anziché alla fine degli anni ‘90.

Lo scandalo

Nel 2008 il tabloid britannico News of the World pubblica un video che ritrae Max Mosley tra i protagonisti di un’orgia.

Il presidente della FIA decide di non ricandidarsi nel 2009 per il quinto mandato ma vince la causa contro il giornale inglese che aveva parlato di una “festa” a tema nazista (una delle partecipanti aveva un’uniforme militare generica) e contro Google relativa alla diffusione di spezzoni del filmato e di fotogrammi.

Max Mosley scompare il 23 maggio 2021.

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Incidente stradale contro l’albero, come funziona per i danni?

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Guidando l’auto purtroppo può capitare di perdere il controllo e di uscire fuori strada, andando a sbattere contro il tronco di un albero. Se la velocità di percorrenza era bassa e se si è fortunati, ci si salva senza alcun ferito più o meno grave, ma i danni al veicolo sono praticamente certi.

Questa tipologia di incidente può avvenire sia per disattenzione, che per eccesso di velocità, che ancora per danni sul manto stradale o, peggio, per uso di alcol o sostanze stupefacenti da parte di chi si trova al volante del veicolo.

Vediamo cosa succede quando avviene un incidente stradale di auto contro albero e chi deve pagare i danni. La responsabilità di risarcimento dipende dalla condotta tenuta rispettivamente da tutti i soggetti coinvolti. Il conducente del mezzo deve rispettare le regole di circolazione su strada, l’ente proprietario o che gestisce il tratto di strada potrebbe essere chiamato a risarcire i danni se non sono state eseguite la pulizia e la manutenzione. Ci sono anche altri aspetti da tenere in considerazione, vediamoli.

Distanza minima degli alberi dalla strada

Il Codice Civile e il Codice della strada regolamentano la distanza che devono avere alberi e siepi dalla sede stradale, stabilendo le fasce di rispetto all’interno e fuori dei centri abitati, per garantire la sicurezza della circolazione. Di seguito le regole:

  • centri abitati: distanza minima tra vegetazione e confine stradale 3 metri per gli alberi ad alto fusto, 1,5 metri per alberi a basso fusto e 0,5 metri per siepi e arbusti;
  • fuori dai centri abitati: la distanza è maggiore, ma mai inferiore a 6 metri dal confine stradale, 3 metri per le siepi o piantagioni.

La responsabilità per incidente stradale contro un albero

La responsabilità dell’incidente sarà solo ed esclusivamente del conducente nel caso di guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Si tratta infatti di una condotta illecita, che provoca sanzioni amministrative e penali. I passeggeri trasportati da conducente ubriaco o drogato devono essere risarciti dall’assicurazione Rc Auto del veicolo incidentato.

Altrimenti sussiste la responsabilità del proprietario della strada, che deve risarcire i danni provocati dal pericolo latente costituito da alberi o siepi che eventualmente non rispettano le distanze prescritte dalla legge e che hanno provocato il problema che ha fatto sbandare l’auto, che ha causato quindi il sinistro contro l’albero stesso.

Cosa intendiamo per manutenzione stradale?

Lo Stato attraverso gli enti territoriali quali Province e Comuni è proprietario della strada; ci sono inoltre i gestori, come per esempio ANAS, che hanno l’obbligo di custodia della strada e devono quindi occuparsi della manutenzione, gestione e pulizia della sede viaria, compresi i marciapiedi e le piste ciclabili adiacenti.

È un dovere che riguarda sia la sede stradale che la banchina, che è il tratto in genere non asfaltato che si trova tra i margini della carreggiata e il limite della sede stradale. Questo significa, per esempio, che se ci sono delle radici nell’asfalto, allora chi è vittima di un sinistro contro un albero potrebbe ottenere il risarcimento da parte del gestore della strada, anche se le piante e gli alberi sono piantati rispettando le distanze.

Il risarcimento danni per incidente contro un albero

In caso di scontro di un mezzo contro un albero in prossimità della sede stradale generalmente la responsabilità viene attribuita all’ente proprietario della strada se non esegue la manutenzione a cui è obbligato oppure se non rispetta le distanze per la piantumazione di alberi e piante (quelle prescritte dal Codice).

L’obbligo di pulizia, manutenzione e gestione della strada però oggi, secondo una nuova sentenza del Tribunale di Milano “non si estende a tutto quanto presente in fondi adiacenti la sede stradale” , soprattutto se si tratta di strade di proprietà di soggetti privati, “laddove l’asserita insidia non si trovi proprio ai margini della carreggiata”, perché costituirebbe “un concreto ed effettivo pericolo per la circolazione veicolare o pedonale” che il proprietario deve prevenire (potrebbe ad esempio usare una segnaletica apposita).

Quindi secondo i giudici del Tribunale di Milano “se le piante sono di proprietà altrui, possono essere soggette alla manutenzione, gestione e pulizia da parte dell’amministrazione locale soltanto se sono soggette ad uso pubblico”. Chiaramente se il conducente esce di strada per condotta imprudente o violazione delle regole del Codice della Strada viene meno il nesso di causalità tra la manutenzione omessa e il sinistro. Non si ha quindi diritto al risarcimento dei danni.

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Volkswagen T-Roc Cabriolet: effetto wow garantito

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Tolte le supercar, va detto che l’effetto wow! ovvero stupore e meraviglia da parte delle persone davanti a una nuova automobile, sta diventando fenomeno sempre più raro. E questo nonostante un impegno crescente dei centri stile che cercano di dare forme originali ad oggetti con vincoli aerodinamici e di sicurezza sempre più forti. Quindi soddisfazione magna cum lauda a riuscirci e per di più con una vettura, la VW T-Roc Cabriolet che non ulula come una Porsche o scoppietta come una Audi RS. Ma che colpisce per colore, linee pulite e una meravigliosa capote elettrica che si apre dolcemente e senza sussulti, scoprendo un abitacolo grande, comodo e bello a vedersi. Pochi secondi tenendo schiacciato il tasto dietro al cambio e pochi secondi e si chiude con precisione millimetrica senza bisogni di agganci e ganci supplementari per ancorare la tela (e che tela, triplo strato, isolante al massimo) ai montanti del parabrezza. Giochino che, in crisi di infantilismo, ti verrebbe anche da replicare, per gioco e godimento narcisistico. Comunque il bello della cabrio, tanto ammirata quanto poco comprata in Italia e non si capisce perché se non per certe sportive, è il fuori stagione: non dico inverno, ma certamente primavera, prima del caldone estivo che la trasforma in fornace ambulante. E nemmeno l’autostrada, dove il risucchio e i vortici dell’aria fanno arrivare a destinazione con la testa come un pallone e quindi di rigore la capote va chiuso.

Quindi provinciali, quindi statali, quindi meglio montagna o mare. E questo non è un limite ma un vantaggio. Perché la Cabrio di nuova generazione come questa T-Roc non fa rimpiangere il buon isolamento acustico della versione col tetto di metallo, ma permette di godersi aria fresca e profumi viaggiando per turismo.

E se si vuole anche divertendosi alla guida. La T-Roc ha un nuovo motore 4 cilindri benzina 1.500 cc turbo TSI da 150 CV abbinabile con soddisfazione al collaudato e precisissimo cambio sequenziale DSG a doppia frizione con sette rapporti e paddle al volante.  La macchina per di più non pesa tanto, siamo sui 1540 kg, mezza tonnellata in meno di tante SUV, quindi i cavalli bastano e avanzano per muoversi in velocità, sui 9 secondi per arrivare a 100 km/h, velocità massima oltre 200 km/h, con consumi che – attenzione – si mantengono nell’ambito dell’umano, oscillando tra i cinque e i sette litri per 100 chilometri a seconda di quanto siete nervosi.

E poi è una Cabrio a quattro posti veri, un po’ e meglio di quanto offriva la Golf Cabriolet, con però più spazio per i bagagli, avendo dietro le spalle 284 litri di baule molto regolare, ma si sa la capote richiusa un po’ di spazio lo ruba. In due poi è baciata, ricordatevi soltanto di prendere tra gli optional la paratia antivento posteriore che taglia molto bene i vortici di aria.

Se poi vi piacciono i dettagli sportivelli la R-Line vi gratifica con cerchioni e particolari più corsaioli. Prezzo? Siamo sui 40 mila euro, non pochi ma giusti, stante il livello della vettura.

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Mondiale F1 2021 – GP Monaco a Monte Carlo: Verstappen principe con la Red Bull

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Credits: Sebastian Nogier – Pool/Getty Images

Max Verstappen ha vinto a sorpresa il GP di Monaco a Monte Carlo: un successo che ha permesso al pilota olandese e alla Red Bull di balzare in testa alle due classifiche del Mondiale F1 2021, quella riservata ai Piloti e quella dei Costruttori.

F1 Grand Prix of Monaco

Credits: Mark Thompson/Getty Images

F1 Grand Prix of Monaco

Credits: Sebastian Nogier – Pool/Getty Images

F1 Grand Prix of Monaco

Credits: Sebastian Nogier – Pool/Getty Images

F1 Grand Prix of Monaco – Previews

Credits: Mark Thompson/Getty Images

F1 Grand Prix of Monaco – Practice & Qualifying

Credits: Mark Thompson/Getty Images

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La corsa del Principato ha visto anche il primo podio stagionale della Ferrari grazie a Carlos Sainz Jr., secondo davanti a Lando Norris (McLaren). Charles Leclerc, dopo la fantastica pole position, non ha invece potuto prendere parte alla gara a causa di un problema al semiasse sinistro – dovuto all’incidente di ieri del pilota monegasco – riscontrato poco prima del via.

Mondiale F1 2021 – GP Monaco: le pagelle

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Max Verstappen (Red Bull)

Il primo podio a Monte Carlo di Max Verstappen coincide con il primo successo del pilota olandese (poco amante del GP di Monaco) nel Principato.

Per la prima volta in carriera il pilota olandese della Red Bull si trova in testa al Mondiale F1: merito dei due trionfi e dei tre secondi posti nei primi cinque appuntamenti della stagione 2021.

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Carlos Sainz Jr. (Ferrari)

Tutti si aspettavano Leclerc e invece il primo piazzamento stagionale in “top 3” del Cavallino è arrivato grazie a Carlos Sainz Jr..

Il driver spagnolo – tornato sul podio (2°) dopo quasi nove mesi di digiuno – è stato fenomenale a Monte Carlo ed è stato aiutato da una Ferrari velocissima.

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Lewis Hamilton (Mercedes)

Un weekend da dimenticare per Lewis Hamilton e la Mercedes: il sette volte campione del mondo e la scuderia tedesca hanno perso la vetta del Mondiale F1 2021.

Il pilota britannico – settimo al traguardo (era da Monza 2020 che non mancava il podio) e con il punto bonus del giro veloce – ha sofferto ieri in qualifica facendo peggio del compagno Bottas e oggi in gara si è ritrovato in mezzo al traffico senza brillare.

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Sergio Pérez (Red Bull)

Sergio Pérez ha deluso parecchio in qualifica ma ha disputato un GP di Monaco concreto tagliando il traguardo in quarta posizione.

Un piazzamento importante (il quarto in “top 5” nei primi cinque Gran Premi del Mondiale F1 2021) che ha aiutato la Red Bull a superare la Mercedes nella classifica Costruttori.

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Red Bull

Dopo otto anni – e per la prima volta nell’era ibrida – la Red Bull è tornata in testa al Mondiale F1 Costruttori.

Il team austriaco – reduce da una striscia positiva di sei Gran Premi consecutivi con almeno una monoposto sul podio – è in uno splendido stato di forma.

Mondiale F1 2021 – I risultati del GP di Monaco

Prove libere 1

1 Sergio Pérez (Red Bull) 1:12.487
2 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:12.606
3 Max Verstappen (Red Bull) 1:12.648
4 Pierre Gasly (AlphaTauri) 1:12.929
5 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:12.995

Prove libere 2

1 Charles Leclerc (Ferrari) 1:11.684
2 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:11.796
3 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:12.074
4 Max Verstappen (Red Bull) 1:12.081
5 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:12.107

Prove libere 3

1 Max Verstappen (Red Bull) 1:11.294
2 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:11.341
3 Charles Leclerc (Ferrari) 1:11.552
4 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:11.765
5 Sergio Pérez (Red Bull) 1:11.817

Qualifiche

1 Charles Leclerc (Ferrari) 1:10.346
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:10.576
3 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:10.601
4 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:10.611
5 Lando Norris (McLaren) 1:10.620

Le classifiche
La classifica del GP di Monaco 2021
Max Verstappen (Red Bull) 1h38:56.820
Carlos Sainz Jr. (Ferrari) + 9,0 s
Lando Norris (McLaren) + 19,4 s
Sergio Pérez (Red Bull) + 20,5 s
Sebastian Vettel (Aston Martin) + 52,6 s
Classifica Mondiale Piloti
Max Verstappen (Red Bull) 105 punti
Lewis Hamilton (Mercedes) 100 punti
Lando Norris (McLaren) 56 punti
Valtteri Bottas (Mercedes) 47 punti
Sergio Pérez (Red Bull) 44 punti
Classifica Mondiale Costruttori
Red Bull-Honda 149 punti
Mercedes 148 punti
McLaren-Mercedes 80 punti
Ferrari 78 punti
Aston Martin-Mercedes 19 punti

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La F1 torna a Monte Carlo dopo un anno di assenza causa Covid-19: il GP di Monaco – quinta tappa del Mondiale F1 2021 – sarà trasmesso in diretta in chiaro anche su TV8 (oltre che su Sky). Di seguito troverete gli orari TV.

La MercedesLewis Hamilton sono i favoriti: Max Verstappen, infatti, non ama molto questo tracciato…

F1 2021 – GP Monaco: cosa aspettarsi

Il circuito cittadino di Monte Carlo – sede del GP di Monaco – è il più noto tra quelli presenti nel calendario del Mondiale F1 2021 ma sicuramente non il più gradevole. Sorpassare è impossibile: dal 1986 a oggi solo Olivier Panis nel 1996 è stato capace di trionfare nel Principato senza scattare dalle prime tre posizioni della griglia.

Attenzione alla pioggia prevista per sabato che potrebbe scombussolare le qualifiche. Di seguito troverete il calendario del Gran Premio di Monaco, gli orari TV su SkyTV8 e il nostro pronostico.

F1 2021 – Monte Carlo, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Giovedì 20 maggio 2021
11:30-12:30 Prove libere 1 (diretta su Sky Sport F1)
15:00-16:00 Prove libere 2 (diretta su Sky Sport F1)
Sabato 22 maggio 2021
12:00-13:00 Prove libere 3 (diretta su Sky Sport F1)
15:00-16:00 Qualifiche (diretta su Sky Sport F1 e TV8)
Domenica 23 maggio 2021
15:00 Gara (diretta su Sky Sport F1 e TV8)

F1 – I numeri del GP di Monaco
LUNGHEZZA CIRCUITO 3.337 m
GIRI 78
RECORD IN PROVA Lewis Hamilton (Mercedes F1 W10) – 1’10”166 – 2019
RECORD IN GARA Max Verstappen (Red Bull RB14) – 1’14”260 – 2018
RECORD DISTANZA Daniel Ricciardo (Red Bull RB14) – 1h42’54”807 – 2018

F1 – Il pronostico del GP di Monaco 2021

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1° Lewis Hamilton (Mercedes)

Lewis Hamilton è il favorito assoluto del GP di Monaco secondo i bookmaker (e anche secondo noi). Il sette volte campione del mondo F1 può vantare nel Principato tre vittorie, sette podi totali e due pole position.

Era dal 2015 che il pilota britannico non iniziava così bene un Mondiale: tre successi e un secondo posto nei primi quattro appuntamenti stagionali.

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2° Max Verstappen (Red Bull)

Max Verstappen ha iniziato benissimo il Mondiale F1 2021 con una vittoria e tre secondi posti nei primi quattro Gran Premi stagionali.

Il driver olandese, però, non ama Monte Carlo: mai sul podio nel Principato, mai in prima fila in griglia e un quarto posto nel 2019 come miglior risultato.

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3° Valtteri Bottas (Mercedes)

Valtteri Bottas nel 2019 ha conquistato il primo (e per il momento) unico podio in carriera nel GP di Monaco portando a casa un terzo posto.

Il driver finlandese ha terminato in terza posizione tre delle prime quattro gare del Mondiale F1 2021 e ha buone possibilità di ripetersi anche domenica.

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Da tenere d’occhio: Daniel Ricciardo (McLaren)

Daniel Ricciardo ama moltissimo Monte Carlo: una vittoria nel 2018, quattro piazzamenti complessivi in “top 3” e due pole position.

Il pilota McLaren (scuderia che correrà il GP di Monaco 2021 con una sexy livrea retrò Gulf) non ha però iniziato bene il campionato del mondo: quattro arrivi a punti – ma mai nelle prime cinque posizioni – e un podio che manca da oltre sei mesi.

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La squadra da seguire: Mercedes

Anche nel Mondiale F1 2021 la Mercedes sarà la scuderia da battere: tre vittorie nelle prime quattro corse stagionali.

Il team tedesco ha conquistato cinque podi a Monte Carlo e nelle ultime sette edizioni del GP di Monaco ha tagliato per primo il traguardo per cinque volte.

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Pressione gomme, come cambia con l’arrivo della bella stagione?

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Abbiamo già visto in differenti articoli quanto sia importante la pressione delle gomme, che non deve mai scendere sotto un determinato valore, ma che non deve nemmeno mai essere eccessiva, altrimenti può diventare pericolosa.

Gomme troppo gonfie o sgonfie possono infatti mettere a rischio la sicurezza dell’auto su strada, vediamo come cambia la pressione degli pneumatici con il caldo e con l’arrivo della bella stagione.

Pressione gomme auto: cosa sapere

Si tratta di un parametro molto importante, sia quando fa caldo che quando fa freddo. La temperatura atmosferica infatti provoca delle variazioni di pressione alle gomme dell’auto. Non è fondamentale solo controllare la pressione degli pneumatici almeno una volta ogni 2-4 settimane, ma anche ogni cambio stagione. Quando inizia la primavera e le giornate diventano più calde infatti la pressione cambia. Vediamo come e per quale motivo.

Pressione gomme: cosa succede in estate

Come abbiamo detto in precedenza, la pressione degli pneumatici subisce delle variazioni a seconda della temperatura. Questo è il motivo per cui in inverno e in estate è molto differente, durante i periodi più freddi diminuisce, per poi aumentare non appena le giornate iniziano ad essere più calde.  Qual è la causa? L’aumento di volume dell’aria riscaldata.

Ma spieghiamolo meglio: l’aumento della temperatura in primavera ha effetto anche sulla pressione delle gomme, che infatti diventa maggiore rispetto a quella che viene consigliata dal costruttore e che possiamo leggere sul manuale dell’auto. Si tratta dell’effetto opposto che accade durante l’inverno, quando il freddo abbassa la pressione degli pneumatici.

Pressione gomme troppo alta: cosa succede

Come è sconsigliato viaggiare con la pressione delle gomme troppo bassa, anche il sovragonfiaggio causato dal caldo è pericoloso, perché causa un’irregolare usura degli pneumatici stessi, che si consumano soprattutto in centro, un comportamento di guida poco piacevole e anche una riduzione dell’aderenza delle gomme al suolo.

Per questo motivo ogni Casa auto prescrive dei valori per la pressione delle gomme, indicando:

  • il valore standard, consigliato per il massimo comfort di guida;
  • il valore a pieno carico, in caso di trasporto di persone e/o bagagli;
  • il valore massimo per ridurre i consumi e aumentare l’efficienza.

Controllo pressione gomme: come procedere durante le stagioni calde

Se guidando la vostra auto vi accorgete che c’è qualcosa che non va, che il comfort di guida diminuisce e che questa situazione potrebbe essere causata da un aumento eccessivo della pressione degli pneumatici, allora è necessario fare un controllo e correggere appunto la pressione degli stessi. Attenzione: non fate mai l’errore di sgonfiare le gomme quando sono calde, è sempre meglio aspettare che si raffreddino.

Ma come è meglio controllare la pressione quando fa caldo? Basta seguire alcuni piccoli e semplici accorgimenti:

  • come abbiamo anticipato, prima di fare la verifica, è sempre meglio che gli pneumatici siano freddi. L’auto quindi dovrebbe essere ferma all’ombra da almeno un paio d’ore, dopo aver guidato meno di 3 chilometri a velocità contenute;
  • la pressione a caldo si può regolare solo in caso di emergenza, aggiungendo 0.3 bar al valore che la Casa auto consiglia a freddo. Questa deve essere un’eccezione, e non la regola, ed è comunque meglio ricontrollare la pressione quando le gomme sono fredde;
  • eliminare il falso mito dell’azoto, questo metodo di gonfiaggio non assicura una migliore pressione per tempi più prolungati. Limita il problema dello sgonfiaggio, è vero, ma non lo risolve.

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Come e quando si scalano le marce in modo sicuro per l’auto?

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Quando ancora non si ha la patente dell’auto e non ci si è mai messi alla guida di una vettura, il pensiero di prendere in mano il volante, premere coi piedi sui pedali di acceleratore, freno e frizione e in contemporanea cambiare marcia usando la leva del cambio, sembra quasi una missione impossibile.

Una volta che si inizia a guidare e ovviamente dopo aver preso la patente, il meccanismo di cambiare e scalare le marce diventa praticamente automatico (magari non subito, ma in poco tempo). Ogni guidatore, o quasi, acquisisce questa capacità e malizia, anche se ci sono degli accorgimenti utili da sapere per capire come usare le marce in modo corretto, senza rischiare di rovinare l’auto o danneggiare il cambio. Vediamo insieme alcuni consigli.

Come cambiare le marce dell’auto in modo corretto

Imparare a guidare è una cosa, saper guidare correttamente, cambiando le marce nel modo giusto, è un’altra; e importante per la salute della propria vettura. Basta imparare i passaggi giusti e l’uso del cambio e di quello che chiamiamo ‘freno motore’, che consente di rallentare l’auto senza dover usare sempre e solo il pedale del freno.

Partiamo con le nozioni base, le auto con cambio manuale in genere sono dotate di 5 marce in tutto (a volte anche 6). La prima marcia serve praticamente solo per partire, oppure per compiere le prime manovre, a velocità minime, e per parcheggiare. La seconda viene inserita immediatamente dopo la prima, quando l’auto inizia a prendere velocità, e man mano fino alla quinta o alla sesta marcia.

Per non sbagliare bisognerebbe sempre tenere sotto controllo il numero dei giri e aumentare la marcia quando vediamo che il motore arriva a circa 2.000. In modo molto semplificato, questa è la procedura base per aumentare di velocità in auto. Ma, come abbiamo detto, è possibile anche rallentare e frenare la macchina semplicemente usando il cambio, scalando le marce.

Come scalare le marce dell’auto

Quando l’auto ha preso velocità e avete bisogno invece di rallentare potete:

  • frenare semplicemente premendo sul pedale;
  • scalare le marce.

La seconda opzione consente di preservare la salute delle pastiglie dei freni e l’impianto frenante in generale, è un’operazione che può essere molto utile soprattutto nelle lunghe discese di montagna o nel traffico intenso. Può servire anche prima di affrontare una strada in salita, per avere i giri motore sufficienti ad affrontarla senza perdere troppa potenza.

È importante sapere comunque come rallentare correttamente scalando le marce. Basta premere a fondo la frizione, senza frenare né accelerare, e scalare la marcia, passando a quella appena inferiore rispetto alla vostra. Poi è necessario semplicemente rilasciare la frizione per sentire la macchina rallentare, e continuare a scalare se è necessario rallentare di più.

Scalare le marce dell’auto: consigli utili

La prima cosa da sapere è non scalare mai di due marce in meno, se non si è attenti conoscitori del motore e delle prestazioni della macchina; si rischia infatti di rompere il motore (soprattutto ad alti regimi).

Non dimenticare inoltre di scalare marcia prima della salita, della discesa o della curva che dovete affrontare, per prepararvi all’immissione; non bisogna mai scalare durante l’esecuzione di questi particolari tratti di strada, per non perdere stabilità. Scalare significa a sfruttare il ‘freno motore’, anche se sulle vetture moderne, con acceleratore elettronico, la risposta è senza dubbio minore.

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Mini Cooper S 2021: come va il secondo restyling

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La Mini è di nuovo cambiata: la quarta generazione della piccola a tre porte britannica – nata nel 2013 e sottoposta a un lifting nel 2018 – ha beneficiato quest’anno di un secondo restyling che ha coinvolto più l’estetica che la tecnica.

Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la Mini Cooper S nel nuovo e raffinato allestimento Yours, rivolto a chi vuole divertirsi ma non può rinunciare all’eleganza. Scopriamo insieme i suoi pregidifetti.

Mini 3 porte: cosa è cambiato con il secondo restyling

Le modifiche più rilevanti introdotte in occasione del secondo restyling della Mini 3 porte protagonista del nostro primo contatto hanno riguardato prevalentemente l’estetica: fari a LED di serie su tutta la gamma, una griglia del radiatore più dominante con un contorno esagonale che occupa molto più spazio, la striscia centrale del paraurti nel colore della carrozzeria e non più nera e le luci di posizione rimpiazzate da prese d’aria verticali poste molto all’esterno.

Nel profilo troviamo invece nuovi contorni dei bordi dei passaruota, cerchi in lega rivisti e indicatori laterali a LED mentre nella coda spiccano le luci posteriori a LED Union Jack di serie, una cornice nera che riprende la forma esagonale della griglia anteriore e un faro antinebbia integrato nella grembialatura posteriore come unità LED ristretta.

Non vi basta? Sappiate che ci sono due nuove vernici metallizzate – Rooftop Grey e Island Blue – e un’inedita personalizzazione del tetto chiamata Multitone Roof: in poche parole si tratta di una gradazione che si estende dalla cornice del parabrezza alla zona posteriore con tre tonalità di colore applicate una dopo l’altra in un processo di verniciatura bagnato su bagnato.

Per quanto riguarda gli interni – lievemente modificati –  segnaliamo le bocchette d’aerazione centrali più arrotondate (che però a nostro avviso hanno perso un po’ di personalità) mentre sotto la pelle ci sono la nuova funzione Frequency-Selective Damping (smorzamento selettivo in funzione della frequenza) per il telaio adattivo, la disponibilità del freno di stazionamento elettrico (in combinazione con un cambio automatico, il Driving Assistance Package opzionale e cerchi in lega da almeno 17″), la funzione Stop & Go per il cruise control adattivo e il nuovo Lane Departure Warning (avviso di uscita di corsia). Cambiamenti che hanno migliorato la dotazione di ADAS della Mini ma non ancora abbastanza per essere al livello delle concorrenti più moderne.

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Mini 2021: come va la Cooper S

Molto bene, come sempre. Certo, il go-kart feeling delle prime due serie firmate BMW si è un po’ attenuato: il pacchetto composto da sterzo (diretto e preciso), cambio (l’esemplare protagonista del nostro primo contatto era dotato di un eccellente Steptronic sportivo a doppia frizione a 7 rapporti fluido e rapido nei passaggi marcia) e freni (potenti) continua a rasentare la perfezione ma nelle curve la Mini Cooper S è diventata più matura, meno reattiva ma comunque coinvolgente. In poche parole è cresciuta e ha messo la testa a posto.

Il motore 2.0 turbo benzina da 178 CV regala prestazioni interessanti, una risposta pronta e corposa ai bassi regimi e sa anche essere poco assetato di carburante quando non viene sollecitato troppo. Raggiungere le percorrenze dichiarate dalla Casa inglese (tra 15,4 e 17,2 km/l) è impossibile ma con uno stile di guida tranquillo siamo riusciti persino ad avvicinarci a quota 15.

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Mini 2021: i motori

La gamma motori della Mini 2021 non è cambiata rispetto al primo lifting ed è composta da sei unità:

  • un 1.5 turbo tre cilindri a benzina da 75 CV
  • un 1.5 turbo tre cilindri a benzina da 102 CV
  • un 1.5 turbo tre cilindri a benzina da 136 CV
  • un 2.0 turbo benzina da 178 CV
  • un 2.0 turbo benzina da 231 CV
  • un motore elettrico da 184 CV

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Mini Cooper S restyling: prezzo e dotazione di serie

La Mini Cooper S Yours protagonista del nostro primo contatto costa 32.900 euro e ha una dotazione di serie che comprende:

  • Comfort Access
  • Sensori di parcheggio posteriori
  • Cruise control
  • Pacchetto Comfort (pacchetto retrovisori esterni, retrovisore interno autoanabbagliante, bracciolo anteriore, climatizzatore automatico bizona e pacchetto porta oggetti)
  • Mini Connected Media
  • Contenuto Mini Yours (sedili sportivi pelle Lounge Mini Yours Carbon Black, volante sportivo in pelle Nappa con badge Mini Yours, tappetini in velluto con badge Mini Yours, padiglione color antracite, Ambient Light, luci interne a LED, cerchi in lega da 18″ Mini Yours British Spoke, tetto e specchietti in Melting Silver, superfici interne Mini Yours Alluminium e Mini Driving Modes)
  • Griglia anteriore con cornice cromata, nido d’ape e presa d’aria sul cofano
  • Side Scuttles cromati con indicatori di direzione integrati
  • Sedili sportivi con rete portaoggetti nel retro dei sedili anteriori
  • Terminale di scarico doppio centrale cromato

Molte (troppe) cose sono però optional. Sorprende ad esempio dover pagare a parte accessori utili come la predisposizione Apple CarPlay (950 euro nel pacchetto Mini Connected Navigation che comprende anche: modulo di navigazione, Remote Services, ConnectedDrive Services, TeleServices, Intelligent Emergency Call, Real Time Traffic Information e quadro strumenti digitale). Android Auto, invece, non è ancora disponibile.

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Mini restyling: le novità in cinque punti

  • Design esterno rivisto
  • Interni nuovi
  • Tetto Multitone Roof (optional)
  • Lane Departure Warning (optional)
  • Inediti pacchetti di equipaggiamento

 

Scheda tecnica
Lunghezza 3,88 metri
Larghezza 1,73 metri
Altezza 1,41 metri
Acc. 0-100 km/h 7,5 s
Bagagliaio 211/731 litri
Caratteristiche motore turbo benzina, 4 cilindri, 1.998 cc, 178 CV
Prezzo 32.900 euro

Dove l’abbiamo guidata

Nel nostro primo contatto abbiamo guidato la Mini Cooper S 2021 tra Milano e la Val Tidone su un percorso prevalentemente extraurbano ricco di curve che ha esaltato la piccola britannica. Un’auto “old style” nella dotazione di ADAS ma abbastanza moderna per quanto riguarda l’infotainment: una “segmento B” premium caratterizzata da finiture curatissime, da una posizione di seduta bassa e sportiva rivolta a chi cerca un mezzo agile nelle curve e nel traffico (le ampie superfici vetrate e le dimensioni esterne contenute rendono pressoché impossibile sbagliare un parcheggio) e sconsigliata a chi ha bisogno di praticità (il bagagliaio è piccolino).

NON TUTTI SANNO CHE – In provincia di Piacenza si trova il comune meno popoloso dell’Emilia-Romagna: Zerba (68 abitanti)

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Dove vorremmo guidarla

Avremmo voluto un asfalto più liscio: le strade piene di buche tipiche della provincia di Pavia non sono l’habitat ideale di un’auto rigida come la Mini Cooper S.

Le concorrenti

Audi A1 Sportback 35 TFSI Identity Black Decisamente meno sportiva della Mini Cooper S ma più versatile: merito delle cinque porte.
Ford Fiesta ST-Edition La variante più cattiva della piccola statunitense è rivolta a chi cerca il massimo divertimento: 200 CV e uno “0-100” da 6,5 secondi
Mini Cabrio Cooper S La Cooper S scoperta “base” costa come la Yours chiusa: dipende tutto da quanto amate viaggiare con il vento tra i capelli.
Mini Cooper SE Più potente della Cooper S, più scattante e più ecologica (è elettrica).

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I break musicali di Volvo

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Credits: Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Cambiano i colori delle città, si ricomincia a vivere all’aperto. A Milano, al Volvo Studio, nei pressi di piazza Gae Aulenti e della BAM, Biblioteca degli alberi, di cui peraltro la Casa svedese è sponsor, hanno ripreso una bella iniziativa in outdoor. Si chiama Break in Jazz, un ciclo di appuntamenti con protagonisti giovani jazzisti laureati ai Civici Corsi di Jazz del capoluogo lombardo, Accademia di alta qualità, fondata e diretta dal maestro Enrico Intra.

I prossimi appuntamenti, in totale sicurezza, sono programmati per il 9 e il 16 giugno. La prima data avrà come protagonista Andrea Giustiniani con Omaggio a Mick Goodrick, metre il 16 sarà la volta di Emma Lecchi con un omaggio a Dee Dee Bridgewater.

La proposta dei concerti di Break in Jazz al Volvo Studio Milano punta a valorizzare i giovani talenti e le eccellenze (in linea con l’approccio tipico di Volvo che mette sempre la persona al centro) accompagnando al tempo stesso la città nel suo rilancio, analogamente a quanto accaduto nel 2020 alla conclusione del primo lockdown.

«Anche quest’anno è per noi importante dimostrare come nulla possa sbarrare la strada al pensiero creativo» dice Chiara Angeli, Head of Commercial Operations di Volvo Car Italia e responsabile dell’attività del Volvo Studio Milano: «Ospitando i concerti di Break in Jazz intendiamo offrire al pubblico la possibilità di ascoltare ottima musica prodotta da giovani talenti, in una situazione di massimo confort e in tutta tranquillità. Così, il Volvo Studio non fa che ribadire la propria missione: diffondere i valori della Cultura in senso lato oltre che del marchio Volvo. Ci piace dunque pensare che questo sia il nostro contributo alla nuova ripresa di Milano, una città alla quale dobbiamo molto e che ha accolto il Volvo Studio con il più grande favore fin dall’inizio».

Il Volvo Studio Milano è un punto di riferimento a Milano, non è uno store, ma un concept globale di Volvo Car Group che ha trovato proprio in questa città la prima applicazione. Inaugurato nel 2017, è concepito come un ambiente tipicamente scandinavo, con forme modellate dalla luce e realizzato con materiali ecologici, in primis il legno. È insomma un luogo per ritrovarsi (oltre che per vedere le ultime novità di Volvo): non a caso dedica ampio spazio all’arte e alla musica, ospitando regolarmente concerti di due delle rassegne musicali più importanti di Milano: Piano City e JAZZMI.

Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Credits: Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Credits: Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Credits: Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Volvo Studio Milano 34

Credits: Volvo Studio Milano 34

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Parcheggio moto: in marcia o in folle? Cosa bisogna sapere

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Parcheggiare la propria moto potrebbe sembrare un’operazione automatica, basta fermarsi, scendere e appoggiarla sul cavalletto, infine rimuovere le chiavi e il gioco è fatto. In realtà però non è così, vediamo come bisogna fare e soprattutto se lasciarla con la marcia inserita oppure in folle.

Il pensiero dei motociclisti

Ogni motociclista la pensa a modo suo, c’è chi infatti lascia la sua moto parcheggiata con la prima inserita, chi con la seconda marcia e chi invece la lascia in sosta sempre in folle. Ci sono poi quelli che decidono di parcheggiare distanti dalle altre moto e anche chi invece decide di metterla con la ruota dietro appoggiata al marciapiede. Facciamo un po’ di chiarezza.

Una negativissima esperienza che può accadere ad un motociclista è quella di trovare la sua due ruote a terra, caduta a causa di un parcheggio sbagliato. Il rischio è alto quando si parcheggia vicino ad altre moto, quando ci si trova su strade difficoltose e sconnesse oppure in discesa.

Parcheggio perpendicolare al marciapiede oppure a 35 gradi

Se dobbiamo lasciare la moto parcheggiata su una strada piana e non possiamo posizionarla parallela al marciapiede, allora il consiglio è quello di lasciarla perpendicolare al marciapiede, deve formare un angolo di 90 gradi rispetto alla parte esterna della carreggiata.

In questo modo si riesce a riprendere la marcia più facilmente e tornare in circolazione senza molte manovre. La marcia deve essere inserita e innescata solo dopo che una delle due gomme è a contatto con il marciapiede.

Il parcheggio più difficile per un motociclista è quello su una strada in pendenza. In questo caso non deve mai essere parcheggiata perpendicolare rispetto al marciapiede, l’angolazione giusta è di 35 gradi rispetto al cordolo. In questo modo si aumenta la stabilità della moto, caricando il baricentro verso il cavalletto, che deve essere aperto nel verso opposto rispetto alla discesa. La moto non deve ‘barcollare’, solo una volta verificata la sua stabilità, si può inserire la marcia (quando lo pneumatico è a contatto con il marciapiede).

Attenzione anche al tipo di terreno, se parcheggiamo su ghiaia, sabbia o asfalto, la situazione cambia. La due ruote deve essere stabile sul cavalletto, è necessario quindi prestare la massima attenzione.

Parcheggiare la moto con la marcia inserita

Se decidiamo di parcheggiare la moto con la marcia inserita, allora non dobbiamo fare movimenti bruschi, ma spegnerla senza lasciare la frizione, abbassare il cavalletto, appoggiarla e assicurarci che sia ferma e stabile. Solo allora è possibile lasciare lentamente la leva della frizione, senza muovere la moto con la marcia inserita.

Parcheggiare la moto in folle

Se lasciamo la moto nel parcheggio di casa o su un terreno piano, allora è meglio lasciarla in folle. In questo modo evitiamo possibili danni che possono accadere con la marcia inserita, anche se lievi e non immediati (al cambio). I problemi infatti possono nascere quando la due ruote viene spostata da noi o da altri senza tirare la leva della frizione, non ricordando di aver lasciato la marcia inserita. In questo caso la moto si muove di qualche centimetro e poi si blocca. Anche solo un piccolo movimento, a lungo andare, può creare danni gravi alle ruote dentate degli ingranaggi che, col tempo, possono anche diventare irrimediabili. Per questo il nostro consiglio è quello di lasciare la moto in folle, se siamo sicuri di parcheggiare su uno spazio pianeggiante.

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