Audi Q5 Sportback, dinamismo ecologico

title

Credits: photo: Simon Palfrader©/Red

“Hey Audi!”. Chiamatela così la vostra nuova Audi Q5 Sportback, pronta a rispondere e interagire con voi, offrendovi i più alti livelli di connettività e navigazione possibili, grazie al sistema MMI di tecnologia avanzata, condiviso con Audi Q5 – il modello AUDI più venduto al mondo, da cui la sorella più “atletica” prende in prestito anche elementi di design – e cuore pulsante dell’ultima arrivata nella casa dei quattro anelli: SUV, coupé, hi-tech e, prima di tutto, ibrida (motorizzazioni mild hybrid e plug-in hybrid) .

La riconoscerete ovunque, con la sua spiccata identità Q e le sue forme decise, declinate secondo i dettami delle sportback più energiche e l’eleganza di una coupé, le cui linee armoniche si incontrano ed esprimono al meglio nel posteriore, dove i gruppi ottici con tecnologia OLED esaltano e proteggono.

L’abbiamo provata lungo le strade delle Langhe, tra vigneti e colline, con piccoli tragitti in sterrato, dove la modalità ibrida plug-in si fa apprezzare ancor più che in città, perché si gira silenziosamente in mezzo alla natura, ci si sente di non offendere e inquinare, il Suv non è un nemico dell’ambiente, e si può riaccendere il motore soltanto quando si rientra sulla strada asfaltata. Un breve test ma sufficiente ad apprezzare anche il comfort eccellente, la qualità delle finiture tedesche, il gioco di luci nell’abitacolo e la possibilità di guidare in grande relax, grazie agli assistenti alla guida di ultima generazione.

La versatilità di questa moderna maestà delle sport utility, prodotta nello stabilimento messicano di San José Chiapa e disponibile con tecnologia PHEV o MHEV (a 12 o a 48 volt), va oltre il vigore estetico, mostrando il suo lato migliore sotto il profilo tecnico: con tre varianti d’assetto – sportivo per le versioni mild-hybrid, escluso il 35 TDI S-tronic, ammortizzatori elettroidraulici regolabili o sospensioni pneumatiche adattive e, su richiesta, anche lo sterzo dinamico a demoltiplicazione e servoassistenza variabili – e fino a sette programmi di guida.

Audi Q5 Sportback accontenta tutti, lasciando a voi la scelta tra trazione anteriore o integrale quattro, unite a propulsori turbobenzina e turbodiesel a quattro o sei cilindri, e a trasmissioni a doppia frizione S-tronic a 7 rapporti o Tiptronic a 8 rapporti.

Ma è nella gamma 100% ibrida, con due step di potenza da 299 e 367 CV per la variante plug-in, che Audi Q5 Sportback raggiunge e sancisce la sua acme; in termini di offerta, con sette motorizzazioni al lancio, prestazioni (da 0 a 100 km/h in 5,3 secondi), efficienza (la batteria da 17,9 kWh permette di percorrere sino a 62 chilometri WLTP di autonomia a zero emissioni, mentre la tecnologia quattro ultra è in grado di ridurre anche del 60% la differenza nei consumi, senza nulla sottrarre al divertimento), e vantaggi fiscali.

Sia che scegliate la variante d’ingresso Q5 Sportback, o la Business Advanced, S line o S line plus, non sentirete la mancanza di un pacchetto in più o di un dispositivo in meno, visto che nel primo equipaggiamento l’offerta è già ampia, con un lungo elenco di dotazioni di serie dedicate all’ausilio alla guida, alla sicurezza e al massimo del comfort.

Se siete convinti, le porte dei concessionari italiani sono già aperte da giugno 2021, per vedere e assaporare Audi Q5 Sportback dal vivo o, ancora meglio, su strada. I prezzi partono da 54.250 euro e da 62.750 euro per le versioni plug-in, mentre Audi SQ5 Sportback TDI è disponibile a 86.100 euro.

photo: Simon Palfrader©/Rededitorial use only

Credits: photo: Simon Palfrader©/Red

photo: Simon Palfrader©/Rededitorial use only

Credits: photo: Simon Palfrader©/Red

photo: Simon Palfrader©/Rededitorial use only

Credits: photo: Simon Palfrader©/Red

photo: Simon Palfrader©/Rededitorial use only

Credits: photo: Simon Palfrader©/Red

photo: Simon Palfrader©/Rededitorial use only

Credits: photo: Simon Palfrader©/Red

photo: Simon Palfrader©/Rededitorial use only

Credits: photo: Simon Palfrader©/Red

photo: Simon Palfrader©/Rededitorial use only

Credits: photo: Simon Palfrader©/Red

photo: Simon Palfrader©/Rededitorial use only

Credits: photo: Simon Palfrader©/Red

photo: Simon Palfrader©/Rededitorial use only

Credits: photo: Simon Palfrader©/Red

/

L’articolo Audi Q5 Sportback, dinamismo ecologico proviene da Icon Wheels.

Fonte:

I migliori trucchi per spannare il vetro dell’auto

title

Credits: iStock

Accendere la macchina e trovarsi con il vetro completamente appannato è una vera seccatura, oggi vediamo alcuni semplici consigli utili per riuscire a spannare i vetri usando l’aria condizionata e avere quindi la giusta visibilità, senza rischiare di partire mettendo a repentaglio la propria sicurezza o quella altrui.

Parabrezza dell’auto appannato: cosa fare

Il parabrezza è il vetro più importante per la visibilità in auto, per questo motivo è assolutamente indispensabile partire e guidare solo quando è completamente spannato. È fondamentale avere una visibilità chiara e totale, usando l’aria condizionata e alcune altre funzioni specifiche è possibile eliminare tutta la condensa in pochi minuti. Ma ci sono dei trucchetti che potete usare per indirizzare i flussi d’aria nel modo corretto e velocizzare tutta l’operazione che serve per spannare i vetri. Vediamo insieme tutti i migliori consigli utili per affrontare il freddo durante la stagione invernale e il conseguente appannamento dei vetri dell’auto. È importante saper sfruttare a pieno il potenziale del sistema di riscaldamento/raffreddamento della macchina in sicurezza.

Per spannare i vetri serve l’aria calda o l’aria fredda? I chiarimenti

Attenzione, attenzione: è assolutamente necessario usare l’aria calda per poter spannare i vetri durante l’inverno, chiariamo qualsiasi dubbio. La temperatura ideale da tenere a bordo in auto durante l’inverno si aggira attorno ai 21 gradi, guidare invece con temperature che superano i 30 gradi può mettere a rischio la lucidità e l’attenzione del conducente al volante, creando pericoli e possibili disagi.

Per poter raggiungere la temperatura ideale in auto durante l’inverno ovviamente è possibile usare l’impianto di aria condizionata dell’auto oppure il riscaldamento, che consente di risparmiare sui consumi.

Parabrezza appannato: come sbrinarlo rapidamente

Se volete spannare immediatamente la condensa dal vetro dell’auto, allora il nostro consiglio è quello di lasciare accesa l’aria condizionata calda per alcuni minuti, con la funzione specifica di anti-appannamento, che fa uscire l’aria direttamente da feritoie e bocchette che sono direzionate proprio verso il parabrezza. Le bocchette della plancia invece, durante questa fase di ‘spannamento’, dovrebbero essere indirizzate verso i finestrini per poterli far tornare trasparenti in tempi minori.

Per quanto riguarda invece il lunotto posteriore basta accendere l’interruttore dedicato, come per il parabrezza, che invece di presentare l’icona curva (quella per il vetro davanti appunto) ne ha una rettangolare (vetro posteriore).

Consigli utili per spannare i vetri dell’auto e cosa evitare

Prima di tutto, prima di mettervi in marcia, se salite in auto e i vetri sono completamente appannati, allora accendete la macchina e iniziate con le operazioni di cui abbiamo parlato finora stando fermi. Iniziate a muovervi soltanto quando avrete recuperato la piena visibilità, per viaggiare in sicurezza.

La vostra auto ha i sedili riscaldabili? Potrebbero essere un valido aiuto per portare l’abitacolo a temperatura ideale, oltre che per riscaldare il conducente e i passeggeri. Attenzione: non esagerate e non tenete quindi i sedili accesi per tutto il viaggio, abbassate gradualmente la temperatura fino a spegnerli.

Non passate mai il panno quando state guidando, a parte che non dà lo stesso risultato dell’aria condizionata, ma può essere davvero pericoloso perché i gesti che servono per spannare il vetro possono distratte il conducente e mettere a rischio la circolazione. Evitate di guidare con cappotti, guanti e berretti, perché impacciano i movimenti, soprattutto nel caso siano necessarie manovre improvvise. Può essere rischioso anche lo scarto termico quando si esce dall’abitacolo.

L’articolo I migliori trucchi per spannare il vetro dell’auto proviene da Icon Wheels.

Fonte:

Gomme gonfiate ad azoto: quali sono le differenze?

title

Credits: iStock

Per viaggiare in sicurezza, come ben sappiamo, è importante gonfiare sempre le gomme dell’auto in maniera corretta. Questo ci consente di non correre rischi inutili e di evitare problemi e incidenti, soprattutto quando dobbiamo percorrere lunghi tratti di strada.

I valori di pressione corretta degli pneumatici dell’auto si possono trovare di norma nel libretto di uso e manutenzione del veicolo e le indicazioni vengono scritte direttamente dal produttore. Una delle soluzioni per gonfiare le gomme dell’auto che forse non tutti conoscono prevede l’uso dell’azoto. Ma vediamo di cosa si tratta e tutto quello che bisogna sapere.

Perché gonfiare le gomme dell’auto con l’azoto

In differenti settori, da molti anni, si usa l’azoto per il gonfiaggio degli pneumatici; parliamo ad esempio del comparto delle competizioni automobilistiche oppure di quello dell’aviazione. Le gomme delle vetture sportive che gareggiano infatti sono gonfiate ad azoto, anche quelle della Formula 1, gli appassionati lo sanno bene. Nonostante si tratti di realtà ovviamente distanti dal nostro quotidiano, è possibile comunque gonfiare anche le gomme delle nostre macchine ad azoto, considerando che l’aria stessa è costituita per il 78% da questo gas.

I vantaggi dell’azoto

Innanzitutto di tratta di un elemento chimico privo di impurità e di umidità, oltre che in grado di riscaldarsi più lentamente. Per questo è adatto a rallentare l’usura degli pneumatici provocata dagli sbalzi termici; oltretutto l’azoto riesce a limitare anche la formazione della ruggine e consente alle gomme di presentare un minor rischio di sgonfiarsi e di esplodere, anche la resistenza al rotolamento è più bassa.

Con l’aumentare delle temperature esterne o in caso di guida sportiva la pressione nelle gomme gonfiate con l’azoto resta più o meno sempre uguale, in questo modo anche le performance rimangono costanti.

Perché evitare di gonfiare le gomme con l’azoto

Non solo vantaggi ma anche svantaggi, l’utilizzo dell’azoto non ci rende autonomi: è necessario che l’operazione di gonfiaggio sia eseguita da un esperto in officina o in una stazione di servizio che utilizza questo tipo di gas per gli pneumatici auto.

Chiaramente cambia il costo, visto che su gomme di media grandezza parliamo di circa 20 euro. C’è da dire anche che, in genere, per gli automobilisti il gonfiaggio delle gomme ad azoto non vale la pena. Si utilizza questo gas performante infatti soprattutto su auto estreme, che sollecitano molto gli pneumatici, fino a scaldarli tanto da arrivare a temperature molto alte. È chiaro che i vantaggi per chi ha una normalissima city car o una qualsiasi vettura di piccola/media cilindrata, non sono percettibili.

Gonfiaggio degli pneumatici ad azoto: come si fa?

L’operazione è simile a quella che tutti conosciamo, fatta con l’aria compressa. Il gommista alza l’auto con un sollevatore meccanico, toglie il meccanismo interno alle valvole e sgonfia le gomme, rimette il meccanismo interno della valvola e inietta l’azoto o direttamente dalla bombola o attraverso un impianto speciale.

Il generatore consente di ricavare l’azoto direttamente dall’aria e può essere usato per gonfiare gli pneumatici anche in differenti postazioni di lavoro, chiaramente la spesa da sostenere per realizzarlo è molto alta.

Cosa fa il tecnico dopo il gonfiaggio delle gomme dell’auto con l’azoto? Mette dei cappuccetti colorati sulla valvola della ruota per poter segnalare l’avvenuto gonfiaggio speciale con questo gas speciale. In genere viene applicato anche un adesivo apposito nella portiera dell’auto, dove devono essere indicate la data e la temperatura esterna al momento in cui è avvenuta l’operazione.

L’articolo Gomme gonfiate ad azoto: quali sono le differenze? proviene da Icon Wheels.

Fonte:

Multe, come funziona la rateizzazione e quando usufruirne?

title

Credits: iStock

Prima di parlare della possibilità di rateizzare l’importo delle multe prese in auto, diamo una breve introduzione all’argomento sottolineando che la circolazione nel nostro Paese è regolamentata dal Codice della Strada, un complesso di norme che regola il comportamento dei pedoni, dei veicoli e degli animali. Le regole stradali cambiano da nazione a nazione: ogni Stato definisce il contenuto, le modalità di esecuzione e attuazione del Codice Stradale in base al proprio ordinamento giuridico interno e agli accordi internazionali.

Ovviamente i soggetti che non rispettano le norme presenti all’interno del Codice della Strada rischiano sanzioni amministrative che vengono comminate in base al tipo di violazione. Si va dalla multa alla sospensione o al ritiro della patente.

Per fare alcuni esempi, una delle infrazioni più comuni commesse dagli utenti della strada in Italia è quella della mancata revisione. Circolare con l’auto priva di revisione costa una multa di 173 euro. Sono troppi anche gli automobilisti che guidano senza patente, purtroppo. Comportamento molto grave, che viene punito con una multa severa di 5.100 euro a cui si aggiungono ulteriori 397 euro destinati al proprietario del veicolo per incauto affidamento.

Ma non è tutto, altre infrazioni molto comuni nel nostro Paese riguardano il mancato rispetto della segnaletica stradale e altre ‘sviste’, tra cui tenere il motore acceso durante la sosta, la mancata esibizione del disco orario e la guida con un braccio rotto o simili. Ma è possibile rateizzare l’importo da versare per una multa? Sì, vediamolo nel dettaglio.

La rateizzazione della multa

È possibile richiedere il pagamento di una multa in più rate solo se rientrano nei limiti fissati dalla normativa che prende in considerazione sia l’importo che il reddito del creditore. Oggi è possibile rateizzare le sanzioni amministrative, ma possono essere pagati in rate mensili solo i verbali di importo superiore ai 200 euro, per una o più violazioni accertate contestualmente, sempre che i soggetti presentino difficoltà economiche.

Attenzione: una cosa da sapere è che la domanda di rateizzazione implica la rinuncia alla facoltà di ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace.

Quando un soggetto viene definito in difficoltà economica dalla norma? Nella misura di 10628,16 euro di reddito imponibile (incrementati di 1032,91 euro per ogni familiare convivente), con aggiornamento biennale che deve essere fatto con decreto del Ministero dell’Economia in relazione all’indice ISTAT dei prezzi al consumo FOI (Famiglie di Operai ed Impiegati).

Rateizzazione delle multe: come funziona

Se un soggetto vuole richiedere la rateizzazione di una o più multe, allora deve presentare la domanda entro 30 giorni dalla data di contestazione o di notificazione delle violazioni. A quale soggetto bisogna fare riferimento:

  • al Prefetto per le violazioni accertate dai funzionari, ufficiali e agenti dello Stato, da funzionari e agenti delle Ferrovie;
  • al Presidente della Giunta Regionale, al Presidente della Giunta Provinciale o al Sindaco, per violazioni accertate da funzionari, ufficiali e agenti delle Regioni, Province o Comuni.

Il provvedimento adottato entro 90 giorni dalla presentazione dell’istanza stabilisce il numero delle rate in base al totale dell’importo da versare e al reddito del soggetto.

Il numero di rate deve essere:

  • 12 rate al massimo per importi fino a 2.000 euro;
  • 24 rate per importi fino a 5.000 euro;
  • 60 rate per importi superiori a 5.000 euro.

Nel caso in cui l’istanza venga rigettata, allora il soggetto può pagare l’importo entro 30 giorni in un’unica soluzione. Se invece, accolta la richiesta di rateizzazione, l’utente non paga la prima rata o di due rate consecutive, allora il beneficio decade.

L’articolo Multe, come funziona la rateizzazione e quando usufruirne? proviene da Icon Wheels.

Fonte:

Guidare in galleria, tutti i consigli per farlo in sicurezza

title

Credits: iStock

Non sempre ci soffermiamo a pensare ad alcuni comportamenti specifici da tenere in auto, a degli atteggiamenti che, se evitati o al contrario adottati, aumentano di gran lunga la nostra sicurezza mentre guidiamo e anche quella degli altri utenti che incontriamo sul nostro percorso.

Ci sono particolari tipologie di strada che oltretutto richiedono una maggiore attenzione, delle accortezze differenti. Una di queste per esempio è la galleria, e oggi diamo alcuni suggerimenti per guidare in sicurezza appunto nelle gallerie, cosa fare in caso di coda, di incendi, di incidenti o altre situazione potenzialmente pericolose.

I consigli per guidare sicuri in galleria

Non tutti gli automobilisti amano guidare in galleria, anzi. Ci sono dei soggetti che addirittura le evitano, soprattutto chi è claustrofobico e odia rimanere diverso tempo all’interno di una galleria o rischiare di restarci imbottigliato nelle ore di punta. Ci sono però dei percorsi in cui è inevitabile attraversarle, come per esempio in autostrada, soprattutto nelle zone di montagna.

Quali comportamenti bisognerebbe adottare per guidare in galleria? Vediamo i nostri consigli più utili.

Come guidare in galleria

Fortunatamente oggi le gallerie non sono più buie come una volta, ma dotate di illuminazione, anche se in alcuni punti in effetti scarseggia. Questo è il motivo per cui bisogna sempre tenere accese le luci anabbaglianti, anche di giorno, durante l’attraversamento. E evitare ovviamente di procedere a velocità sostenuta.

Altro consiglio importantissimo è quello di rispettare le distanze, in galleria si deve andare più lentamente ed è naturale che in alcuni momenti della giornata si formino code. Per evitare incidenti e tamponamenti pericolosi, è necessario aumentare la distanza abituale che si tiene dal veicolo che ci precede.

Il sorpasso, manovra molto delicata. La galleria può essere molto stretta e il sopraggiungere di altri veicoli potrebbe rivelarsi difficoltoso; spesso purtroppo accadono (per questo e altri motivi) dei pericolosi tamponamenti a catena, meglio evitare quindi sorpassi azzardati. La velocità in galleria deve sempre essere moderata, il clacson non deve mai essere suonato, a meno che ci si trovi in situazioni di emergenza (il rumore all’interno della galleria è amplificato e può dare molto fastidio agli altri conducenti).

Incidente in galleria: cosa fare

Primo consiglio in assoluto, valido su qualsiasi strada, è cercare di mantenere la calma, soprattutto se non è successo nulla di grave e nessuno sta male. Meglio attivare immediatamente le luci di segnalazione lampeggianti e accostare l’auto a destra in prossimità del marciapiede o della linea che limita la carreggiata.

Non dimenticate mai di posizionare il triangolo di emergenza, spegnere il motore e lasciare la chiave nel quadro. Sarebbe bene chiamare immediatamente il 112 per segnalare il sinistro (se c’è campo) altrimenti scendere dall’auto e raggiungere la colonnina SOS più vicina. Attenzione: camminare sempre e solo a lato strada.

Cosa succede in caso di incendio?

Se l’auto prende fuoco o inizia ad emettere fumo sarebbe bene procedere subito verso l’uscita della galleria. Nel caso in cui non sia possibile uscire, allora è necessario accostare l’auto sul lato destro e accendere le luci di avvertimento, spegnere il motore, anche in questo caso lasciare le chiavi nel cruscotto, abbandonare l’auto e segnalare subito il pericolo.

Alcuni consigli per la guida in galleria

Se portate gli occhiali da sole, toglieteli quando entrate in galleria, la scarsa illuminazione rende la vista con le lenti scure più difficile. Non tenete mai il volume della radio troppo alto, è importante non infastidire gli altri guidatori e sentire ogni rumore esterno.

L’articolo Guidare in galleria, tutti i consigli per farlo in sicurezza proviene da Icon Wheels.

Fonte:

Golf ibrida, anima green in corpo atletico

title

Ci sono oggetti che raggiungono forme definitive. Nel senso che hanno quasi la perfezione delle linee della goccia d’acqua o dell’uovo, come si diceva del Maggiolino o della bottiglia della Coca Cola. La Volkswagen Golf appartiene a questo empireo materiale di diritto: certo, dalla prima serie è molto cambiata, ovvio, ma l’originaria intuizione di Giorgetto Giugiaro si è sviluppata fino all’attuale serie, la ottava, che non stravolge anzi lima i concetti stilistici di quella precedente, disegnata a sua volta da due maestri quali Walter De Silva e Flavio Manzoni. E infatti l’ultima Golf appare come un canto del cigno, quasi impossibile chiedersi che cosa avrebbe potuto caratterizzarla di più. Scusate il paragone ma è un po’ come alcune donne, bellezze assolute, nere o bianche che siano, nessuno si mette a criticare lo stacco di gonna se è un centimetro in più o in meno di un presunto ideale.

Di questa nuova Golf, accertato il piacere delle forme e dei montaggi precisi alla tedesca, è l’interno ad essere più sorprendente: basta quadranti con lancette che salgono e scelgono e spazio a un cockpit tutto digitale con comandi a sfioramento d’alta classe col quale ci si può perdere, nel senso che le opzioni delle schermate sono davvero tante e alla fine si fatica a sceglierne una, perché tutte sono importanti. Detto questo, sulla Golf che vedete, siglata eTSI, debutta una tecnologia mai vista prima, il mild hybrid. Il che vuol dire che il motore 1500 cc turbo benzina da 150 CV in accelerazione e ripresa viene aiutato da un generatore che all’occorrenza fa da motore elettrico (sistema a 48 volt) e dando un boost di potenza riduce consumi ed emissioni.

Insomma, la Golf richiede meno benzina, fino a 0,4 litri per 100 km rispetto all’analoga versione tradizionale, con una media di 21,6 chilometri per litro.
Il digitale si sposa all’ibrido e al cambio DSG a sette rapporti in modo che si possano scegliere le reattività che si preferiscono, ovvero dalla modalità ECO a quella più sportiveggiante tagliata sulla vostra individualità di driver, il tutto accompagnato da una linea di led che taglia l’abitacolo e che cambia colore dal bianco al rosso, molto scenografico, va detto.

Alla fine, insomma numero due, quello che è difficile da trasferire ma è anche quello che ci è piaciuto di più è proprio l’anima multipla di questa vettura, green sempre, cattivella quando serve, comoda, giusta per quattro, spaziosa. Continuando nei paragoni sciocchi è la moglie ideale, perché sappiamo che, volendo c’è sempre la sorella trasgressiva, la GTE. E qui i cavalli e le emozioni salgono. Prezzo da 26 mila euro.

L’articolo Golf ibrida, anima green in corpo atletico proviene da Icon Wheels.

Fonte:

Auto e città: sfida verde

title

La sorpresa è reale. Vedi Olivier Francois, Ceo di Fiat, che sfreccia per le vie dietro la Biblioteca degli alberi a Milano su un monopattino in direzione del Bosco Verticale, il grattacielo tutto una pianta. Lo attende e sta arrivando guidando una 500 elettrica chi il Bosco Verticale lo ha progettato, costruito e ora lo sta diffondendo in altre parti del mondo, l’architetto Italo Boeri.

Il motivo dell’incontro, ovviamente all’interno del Bosco Verticale, è di trasferire le rispettive visioni sul futuro delle città e della mobilità che, altrettanto ovviamente, dovranno essere il più possibili verdi ed ecosostenibili, per far respirare chi in città deve o vuole continuare a vivere. Un incontro figlio del nostro tempo, in occasione peraltro della Giornata Mondiale dell’ambiente.

Con un annuncio: a settembre verrà inaugurato La Pista, ovvero la trasformazione del tetto del Lingotto a Torino, dove c’era l’anello di prova delle automobili prodotte a Torino, in una zona totalmente green, con piante, spazi comuni per fare sport o passeggiare, una specie di Bosco orizzontale, sviluppato dall’architetto Benedetto Camerana che lavora abitualmente per la Casa italiana. E alla cui inaugurazione Francois ha invitato giustamente Boeri, nella convinzione di aver fatto meritevole opera green.

Il rapporto tra Fiat e Boeri risale in realtà a più di un anno fa, quando, per realizzare lo spot di lancio della 500 elettrica, la città ideale attraversata dall’automobile a zero emissioni e guidata per l’occasione nientemeno che da Leonardo Di Caprio era stata concepita ispirandosi alle idee e alle realizzazioni dell’architetto milanese in varie parti del mondo.

Francois e Boeri condividono la stessa visione sulle tematiche ambientali, per rendere più vivibili le città migliorando l’aria che respiriamo. Ovvero architetture che assorbano anidride carbonica come per l’appunto il Bosco Verticale (27 mila piante) e una mobilità non inquinante come quella possibile con la Fiat 500 elettrica.

Ha dichiarato infatti Olivier Francois: “Il nostro dovere è di offrire al mercato, al più presto possibile compatibilmente con la riduzione del costo delle batterie, auto elettriche che non costino più di quelle a combustione. Stiamo esplorando il territorio della mobilità sostenibile per tutti, questo è il nostro progetto. Tra il 2025 e il 2030, gradualmente, la nostra gamma di prodotto diventerà solo elettrica. E questo sarà un cambiamento radicale per Fiat”.

Insomma la sfida è di portare l’auto elettrica da scelta elitaria a soluzione democratica, per tutti. In modo da poter viaggiare all’interno delle metropoli e tra le metropoli e le città più piccole senza produrre inquinanti e anidride carbonica. Un percorso analogo a quanto sta accadendo nell’edilizia, dove l’esperimento del Bosco Verticale deve diventare il prototipo di una soluzione per tutti e non per ricchi. Tanto che Stefano Boeri ha voluto precisare così il cammino che intravvede: “Se consideriamo che le città sono responsabili non solo dell’emissione di oltre il 70% di CO2, fenomeno all’origine del riscaldamento globale, ma anche dell’emissione di inquinanti che sono la principale causa di malattie e mortalità da problemi respiratori, appare evidente come proprio le città siano i primi luoghi su cui intervenire con un profondo cambiamento… Abbiamo già a disposizione diverse soluzioni che possono aiutarci: proteggere e aumentare le superfici permeabili e verdi creando nuovi parchi e giardini, dentro e intorno alle nostre città; trasformare i tetti cittadini in prati e orti; promuovere gli orti comunitari e l’agricoltura urbana; utilizzare le radici degli alberi per decontaminare i suoli inquinati; creare una rete di corridoi verdi per collegare parchi, foreste ed edifici verdi”.

Il dibattito integrale a due è visibile su youtube al link  https://www.youtube.com/watch?v=wnn6y8MkXd8

 

L’articolo Auto e città: sfida verde proviene da Icon Wheels.

Fonte:

Milano Monza Motor Show 2021: il programma, le Case presenti e le date

title

Il Milano Monza Motor Show 2021 si terrà dal 10 al 13 giugno: la prima edizione del nuovo Salone dell’auto lombardo sarà un evento svolto in completa sicurezza, con i modelli esposti su pedane corredate ognuna da un codice QR in grado di sostituire l’interazione tra pubblico e personale.

Ogni codice QR, stampato in grande in modo da essere inquadrabile anche a distanza, rimanderà alla pagina specifica del modello con schede tecniche, immagini, video e link al sito ufficiale, al configuratore e ai test drive.

Il MIMO 2021 (abbreviazione di Milano Monza Motor Show) vedrà nel centro del capoluogo lombardo installazioni di 63 brand e numerose anteprime mondiali e nazionali.

Di seguito troverete una guida completa al Milano Monza Motor Show 2021: il programma, le Case presenti e le date.

Milano Monza Motor Show 2021: le date del Salone dell’auto lombardo

Il MIMO 2021 si terrà da giovedì 10 giugno a domenica 13 giugno.

Milano Monza Motor Show 2021: i biglietti

L’ingresso al Milano Monza Motor Show 2021 è libero e gratuito. L’evento si terrà nel centro del capoluogo lombardo dal Castello Sforzesco a Piazza San Babila attraversando Largo Beltrami, Via Dante, Piazzale Cordusio, Via Mercanti, Piazza della Scala, Piazza Duomo e Corso Vittorio Emanuele.

Le attività del MIMO 2021 all’Autodromo di Monza saranno invece chiuse al pubblico. Potranno accedere solo su invito le Case automobilistiche, i giornalisti, i grandi club e i collezionisti privati.

Milano Monza Motor Show 2021: le anteprime mondiali

Il Milano Monza Motor Show 2021 vedrà dieci anteprime mondiali:

  • Anteprima Bugatti (il nome verrà svelato giovedì)
  • Bugatti Bolide
  • Cupra Born
  • DR 5.0
  • DR 6.0
  • Ducati (il nome verrà svelato a breve)
  • Pagani Huayra R
  • Pambuffetti PJ-01
  • Supercar che verrà svelata venerdì 11 giugno

Milano Monza Motor Show 2021: le Case presenti

Quasi tutte le Case automobilistiche saranno presenti con almeno una pedana al MIMO 2021. Si fa quindi prima a scrivere le assenti: Abarth, Alpine, Dacia, Jaguar, Mahindra, Mercedes, Nissan, Smart, Ssangyong, Subaru, Tesla e Volvo.

Milano Monza Motor Show 2021: il programma

Oltre alla passeggiata di quasi 3 km per il centro di Milano i visitatori del Milano Monza Motor Show 2021 potranno accedere al Focus auto elettriche e ibride (organizzato insieme a Enel X) davanti al Castello Sforzesco dalle 09:00 alle 19:00 per vedere le ultime novità ibride ed elettriche e per poterle guidare. Tra le novità “eco” più interessanti disponibili per il test drive segnaliamo le Renault Captur Plug-in Hybrid e Clio Hybrid e la Suzuki Ignis.

Per accedere all’area bisogna pre-registrarsi nella sezione apposita del sito www.milanomonza.com.

Per quanto riguarda gli eventi chiusi al pubblico dell’Autodromo di Monza troviamo:

Venerdì 11 giugno 2021

  • Trackday – dalle 09:30 alle 12:00, dalle 15:30 alle 18:30 (costo per slot di 30 minuti: 120 euro a vettura per sessione)
  • Journalist Parade – 13:00
  • Supercar Night Parade – 19:00

Domenica 13 giugno 2021

  • ACI Storico Festival

L’articolo Milano Monza Motor Show 2021: il programma, le Case presenti e le date proviene da Icon Wheels.

Fonte:

Buche stradali, si può chiedere il risarcimento per eventuale incidente?

title

Credits: iStock

L’asfalto dissestato è un problema che purtroppo riscontriamo in molte delle nostre città, le buche possono essere davvero pericolose per chi viaggia in auto, e soprattutto per i motociclisti, i ciclisti e i pedoni. Il manto stradale non uniforme, e caratterizzato spesso purtroppo da veri e propri ‘crateri’ nell’asfalto, minaccia seriamente la sicurezza della circolazione.

Viaggiare in auto su una strada caratterizzata da buche profonde o dai bordi acuminati alza il rischio di bucare le gomme, ma anche di rovinare e danneggiare le sospensioni e i cerchi. Purtroppo può rivelarsi pericoloso perché strade così dissestate possono anche provocare sbandamenti e quindi conseguenti incidenti con altri veicoli, ma anche la caduta di chi viaggia in biciclette, in bici e anche a piedi.

I responsabili della manutenzione stradale possono essere chiamati a rispondere dei danni quando veicoli o persone subiscono dei danneggiamenti a causa del manto stradale disconnesso. Non possiamo parlare però di risarcimento automatico, devono essere verificate differenti condizioni per poter procedere. Vediamo insieme di cosa stiamo parlando e cosa fare.

Cosa dice la legge in ambito di incidenti causati da buche stradali

La norma parla di questi episodi principalmente in due articoli:

  • 2043 del Codice Civile – “Risarcimento per fatto illecito” – che dice: “Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”;
  • 2051 del Codice Civile – “Danno cagionato da cosa in custodia” – che recita che “ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito”.

Va aggiunto anche l’art. 14 del Codice della Strada, che obbliga i proprietari di una strada a occuparsi della manutenzione.

Come abbiamo anticipato, è possibile ottenere il risarcimento dei danni per danneggiamenti avvenuti a causa di una strada dissestata. Per poterlo pretendere però:

  • l’ente proprietario della strada deve avere l’effettivo controllo del bene e la possibilità di rimuovere il pericolo;
  • la buca deve essere poco visibile dal danneggiato, per poter essere considerata ‘insidia occulta’ e rappresentare un pericolo effettivo per chiunque, quindi quella che viene definita ‘insidia oggettiva’ (una sorta di trabocchetto).

Quando è possibile ottenere il risarcimento dei danni derivanti da buche stradali

Secondo l’art 2051 del Codice Civile, come abbiamo visto, si presuppone la responsabilità dell’ente proprietario o del gestore della strada, che ha l’obbligo di custodire e manutenere la strada stessa per evitare qualsiasi tipo di pericolo per la circolazione.

La responsabilità quindi ricade sul gestore nel caso in cui l’incidente e i danni siano il risultato di cattiva manutenzione. Come abbiamo visto, la buca deve essere considerata un’insidia. In questo caso quindi il proprietario o gestore della strada è responsabile di quanto accaduto (eventuali sinistri e danni ai veicoli e/o alle persone) e è tenuto al risarcimento.

Il risarcimento può essere anche respinto

Ci sono dei casi in cui però il gestore della strada può non essere responsabile dell’incidente causato dalle buche, l’articolo 2051 del Codice Civile infatti annulla la responsabilità del proprietario o gestore dell’infrastruttura nel caso in cui venga accertato il ‘caso fortuito’ e quindi un evento atmosferico anomalo o una frana che causano buche e discontinuità al fondo stradale.

Anche quando la buca è facilmente visibile e di modeste dimensioni il gestore non è responsabile e quindi non è tenuto al risarcimento dei danni. La richiesta di risarcimento può quindi essere respinta.

L’articolo Buche stradali, si può chiedere il risarcimento per eventuale incidente? proviene da Icon Wheels.

Fonte:

Usato premium: SUV 3.0 diesel a sei cilindri a meno di 50.000 euro

title

Le SUV premium Euro 6 diesel sono auto usate perfette per chi percorre molti chilometri e cerca versatilità e prestigio. Nella “top five” di questo mese, vinta dall’Audi Q5, abbiamo analizzato cinque proposte del 2017 con cambio automatico con quotazioni che non superano i 50.000 euro.

La Sport Utility di Ingolstadt ha superato la connazionale BMW X6. le britanniche Land Rover Range Rover VelarRange Rover Sport e la nostra Maserati Levante. Scopriamo insieme la classifica, che prende in considerazione modelli 3.0 turbodiesel a trazione integrale con potenze comprese tra 275 e 315 CV.

title

7.1
/10

1° Audi Q5 3.0 TDI Business Sport

“Piccola” è meglio. L’Audi Q5 3.0 TDI Business Sport è la proposta più compatta (4,66 metri di lunghezza) tra quelle analizzate in questa “top five ma anche la più piacevole da guidare: merito del peso relativamente contenuto che incide positivamente sull’agilità nelle curve e sui consumi (17,5 km/l dichiarati offerti da un motore pronto ai bassi regimi). Ovviamente la praticità non è il suo forte: lo spazio a disposizione dei passeggeri posteriori e delle valigie è poco se paragonato alle altre SUV presenti in questa lista.

Da nuova la Sport Utility teutonica aveva un ottimo rapporto dotazione/prezzo (“solo” 62.700 euro), oggi è introvabile usata – più semplice rintracciare le più economiche Sport – e le sue quotazioni recitano 49.400 euro.

 

title

7.0
/10

2° BMW X6 xDrive40d Msport

La BMW X6 xDrive40d Msport ospita sotto il cofano un raffinato motore a sei cilindri in linea ricco di cavalli (313) ma non molto reattivo ai bassi regimi.

Costruita con grande cura, si trova facilmente di seconda mano a 43.700 euro.

title

7.0
/10

2° Land Rover Range Rover Velar 3.0 V6 SD6

Il punto di forza della Land Rover Range Rover Velar 3.0 V6 SD6 R-Dynamic HSE? Senza dubbio il comfort.

La SUV britannica costava tantissimo da nuova – 93.400 euro – e oggi si trova senza problemi a poco più di 40.000 euro.

title

6.4
/10

4° Land Rover Range Rover Sport 3.0 SDV6 HSE Dynamic

La Land Rover Range Rover Sport 3.0 SDV6 HSE Dynamic è una SUV adatta a chi affronta spesso il fuoristrada (se la cava quasi meglio in off-road che su asfalto) e ha bisogno di spazio: i passeggeri posteriori hanno un mare di centimetri a disposizione delle spalle e della testa e il bagagliaio è immenso.

Facile da trovare a meno di 30.000 euro, monta un motore un po’ troppo assetato di gasolio abbinato a un cambio automatico (convertitore di coppia) eccellente in grado di regalare passaggi marcia fluidi.

title

4.4
/10

5° Maserati Levante V6 Diesel 275 CV Gransport

La Maserati Levante V6 Diesel 275 CV Gransport è una SUV ingombrante (cinque metri di lunghezza sono complicati da gestire nel traffico) ma spaziosa (i passeggeri posteriori hanno tanti centimetri a disposizione delle gambe) che si trova facilmente usata a meno di 45.000 euro. Un po’ povera la dotazione di serie.

Il peso elevato unito a un motore carente di cavalli e di coppia e a un cambio automatico non molto reattivo nella guida sportiva incidono in modo rilevante sul piacere di guida nelle curve, sulle prestazioni (“0-100” in 6,9 secondi) e sui consumi (13,9 km/l dichiarati).

L’articolo Usato premium: SUV 3.0 diesel a sei cilindri a meno di 50.000 euro proviene da Icon Wheels.

Fonte