Quanti tipi di colonnine di ricarica per auto elettriche esistono?

Nel mondo delle auto elettriche, dei connettori e delle colonnine per la ricarica, ci sono infiniti termini e sigle da dover ricordare, e a volte è possibile fare confusione. Cerchiamo quindi di riassumere, in questo articolo, tutte le principali nozioni da sapere.
La prima distinzione: colonnine pubbliche o private
Il primo argomento pare scontato ma in realtà non lo è per niente. Parliamo della distinzione tra i punti di ricarica pubblica e quelli privati, i primi sono, ad esempio, quelli che si installano nel garage di casa o nel parcheggio di un’azienda. Gli altri sono quelli che troviamo in genere nei parcheggi, in città, o sulle strade, a volte nei pressi di distributori di benzina.
Potenza e velocità
In questo caso dobbiamo fare un’altra distinzione comunque fondamentale: quella tra velocità e potenza del rifornimento di energia all’auto elettrica. Ci sono infatti colonnine di ricarica alternata (AC) e colonnine in corrente continua (DC, ultrarapide). I punti collegati alla rete domestica in genere sono in corrente alternata, le colonnine pubbliche invece possono essere DC o AC. Vediamone le caratteristiche principali.
Colonnine di ricarica AC
Iniziamo a parlare, prima ancora delle colonnine, delle normali prese domestiche (Modo 1) che installiamo in garage, che lavorano in corrente alternata a 230 Volt fino ad una tensione massima di 7,4 kW, che permette di connettere qualsiasi dispositivo senza alcun rischio per la propria sicurezza. Chiaramente in questo caso la ricarica dell’auto richiede parecchie ore. Altrimenti è possibile installare il control box (Modo 2) alla corrente domestica, quello che conosciamo come wall-box, che arriva fino a 22 kW di potenza massima e garantisce tempi di ricarica dell’auto elettrica più brevi.
A seconda di queste tipologie di colonnine, si utilizzano appunto i connettori differenti e quindi:
- Modo 1, costituito da spina tipo 1 o Shuko;
- Modo 2, spina tipo 2;
- Modo 3, spina tipo 3.
La Shuko è la più comune, però arriva fino a 2,3 kW di potenza massima, con la monofase, tipo 1, si arriva invece a 7,4 kW, con la tipo 2 (Mennekes), la più diffusa, è possibile caricare l’auto in corrente alternata monofase o trifase. E poi ci sono le spine di tipo 3, che si dividono in 3A (monofase per veicoli leggeri, con potenza massima di 3,7 kW) e 3C, che arrivano a 22 kW.
Colonnine di ricarica DC
Modo 4: è la ricarica in corrente continua, che permette di rifornire l’auto elettrica di energia a 400 V, con tempi super rapidi. Possiamo riconoscere immediatamente queste colonnine, che si distinguono dalle altre dal caricabatteria, che in questo caso si trova infatti all’interno della struttura; oltretutto i due standard di connettori sono il CHAdeMO e il CCS COMBO 1 e 2. Le caratteristiche:
- CHAdeMO: standard per la ricarica veloce in corrente continua più diffuso, arriva fino a 50 kW di potenza massima (attualmente);
- CCS COMBO 1 e CCS COMBO 2, il primo è usato soprattutto dalle Case automobilistiche giapponesi e statunitensi, il secondo da BMW e Volkswagen e simili. Permette la ricarica rapida in corrente continua, ma anche la ricarica lenta in corrente alternata.
L’adattatore modulare
Si chiama Juice Booster 2 ed è un cavo di ricarica a struttura modulare che può caricare le auto elettriche usando qualsiasi tipologia di collegamento (dalle AC pubbliche a quelle domestiche). È una sorta di colonnina portatile: da un lato c’è la presa Type-2 da collegare alla vettura e dall’altro invece è possibile decidere quale tipologia di presa (e quindi di colonnina) scegliere.
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Come si guida un’auto sulla sabbia? Consigli utili

Guidare sulla sabbia, come anche su terreni ricoperti di fango o altro materiale cedevole, necessita di una buona dose di attenzione e anche di una certa esperienza al volante, per evitare incidenti e pericoli di ogni tipo. Per potersi muovere con tranquillità sulla sabbia è necessario adottare particolari precauzioni, ma anche valutare in maniera molto attenta qual è la consistenza della superficie, la stabilità del fondo. La cosa importante comunque resta sapere che è necessario adottare le giuste misure per muoversi senza rimanere bloccati e immobili. Vediamo quello che bisogna sapere.
La consistenza della sabbia
Non tutta la sabbia è uguale, la consistenza può cambiare e influenzare molto i movimenti del veicolo. I piloti esperti sono in grado di distinguere una distesa sabbiosa da una duna al primo sguardo, al contrario di chi è meno preparato sull’argomento. In genere le superfici più solide e consistenti appaiono alla vista più lucide e con dei granuli maggiormente marcati. Questo infatti suggerisce che saranno in grado di sostenere meglio anche veicoli più pesanti, al contrario della sabbia fine.
In presenza di eventuali dossi, la consistenza della sabbia cambia ed è maggiore. Si tratta di punti in cui il vento soffia maggiormente, ‘pulendo’ la superficie e spingendo a valle i detriti più leggeri, la sabbia più fine e soffice, lasciando quindi pressoché al loro posto le parti più solide e resistenti. Attenzione invece alle conche sabbiose, dove c’è il rischio di rimanere intrappolati nella sabbia soffice: non dimentichiamo che si tratta di terreni in salita, l’inclinazione del terreno si accentua e quindi aumenta il carico sull’assale posteriore e anche il lavoro che devono svolgere gli pneumatici posteriori per spingere l’auto.
Come procedere
Nei tratti con elevati dislivelli è necessario procedere con andatura sostenuta, in modo che il veicolo possa avanzare senza che le ruote facciano troppo sforzo. Su tutti i fondi con scarsa aderenza, e quindi anche sulla sabbia, è necessario evitare brusche accelerate o frenate improvvise. Attenzione anche alla partenza da fermo: consigliamo di ingranare la seconda o terza ridotta, per non far slittare le ruote o la frizione. Durante la guida invece l’ideale è mantenere una velocità costante, evitando cambi di marcia, o sterzate improvvise.
Frenare sulla sabbia: i consigli
Molto dipende dalle condizioni della sabbia, prima di tutto attenzione alle curve: non rallentare troppo e prendetele in modo ampio, le curve strette rischiano altrimenti di rallentare troppo l’auto o, ancora peggio, di bloccarla. Per guidare sulla sabbia è necessario mantenere il motore “sempre in tiro”, quindi usando sempre una marcia lunga e con manovre di arresto e partenza dolci. Come frenare? Senza usare i freni, sarà il peso stesso del veicolo, durante la fase di decelerazione, ad arrestarlo.
Per ripartire invece, come accennato precedentemente, è necessario usare una marcia più lunga, per evitare di scavare delle buche sotto le ruote. In discesa, dove possibile, il consiglio è di fermare il mezzo per fare in modo che sia il peso a dare lo slancio al momento di ripartire, senza rischiare di restare fermi, bloccati nella sabbia.
Attenzione alla pressione delle gomme: il consiglio è di tenerla tendenzialmente bassa, in modo che la superficie di appoggio sul fondo aumenti. Una cattiva pratica è quella di seguire i solchi lasciati dal passaggio di altre auto, è sempre meglio invece evitarli, e procedere su zone attigue. Avvallamenti e dune andrebbero evitati, visto che rallentano il mezzo e aumentano il rischio di rimanere bloccati.
Cosa fare se l’auto tende a fermarsi
Se la vettura, nonostante si cerchi di ripartire con la rincorsa, rischia di bloccarsi, allora il consiglio è di assecondare la fermata, senza insistere. In questo modo si evita di affondare, per provare a rimanere “in superficie”. È necessario poi provare a inserire la retromarcia dolcemente e provare la risalita, prendendo una rincorsa maggiore.
Auto insabbiata: come uscirne
Nel caso in cui l’auto rimanga comunque bloccata, è bene usare pedane e altri mezzi per liberarla.
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In quali Paesi vale la patente italiana?

È bene ricordare che, anche oggi, nonostante siano state abolite le frontiere e abbiamo assistito all’armonizzazione delle regole nella maggior parte dei Paesi del mondo, chi ha la patente di guida conseguita nel suo Paese d’origine o di residenza non può in ogni caso farla valere ovunque. E della patente italiana che cosa possiamo dire? Vediamo le informazioni inerenti la sua validità all’estero.
Validità della patente italiana in Europa
La prima cosa da sapere è che, se amate viaggiare e spostarvi, ogni volta che andate all’estero dovete verificare la validità della vostra patente di guida, per evitare problemi e sanzioni anche molto pesanti. Per quanto riguarda l’Unione Europea, possiamo dire che purtroppo, nonostante in passato le promesse erano state differenti, dall’entrata in vigore della direttiva sulle patenti 2006/126 ci sono ancora molti diversi modelli di documento (negli Stati membri).
È vero anche, però, che per la circolazione per brevi periodi di tempo, gli Stati membri ritengono valide le patenti degli altri Paesi. Questo significa che, in Europa, è possibile guidare automaticamente con un documento idoneo al veicolo e ovviamente valido.
Dove è valida la patente italiana
La regola per la patente italiana quindi ritiene il documento valido per 10 anni, nei seguenti Paei:
- Bulgaria;
- Croazia;
- Repubblica Ceca;
- Estonia;
- Spagna;
- Finlandia;
- Ungheria;
- Irlanda;
- Lituania;
- Lettonia;
- Lussemburgo;
- Malta;
- Paesi Bassi;
- Portogallo;
- Romania;
- Slovenia;
- Svezia:
- Regno Unito (per ora).
La patente italiana invece è valida 15 anni nei seguenti stati comunitari:
- Austria;
- Belgio;
- Cipro;
- Germania;
- Danimarca;
- Grecia;
- Francia;
- Polonia;
- Slovacchia.
Cosa succede in caso di cambio residenza
Se cambiate residenza da uno Stato dell’Unione Europea a un altro, allora potete usare la vostra patente solo fino alla scadenza, e poi potete decidere se trasformarla con quella del nuovo Paese senza dare nuovamente l’esame. Mantenendo invece il documento di guida vecchio è necessario tornare nello Stato precedente per procedere al rinnovo.
Quello che forse non tutti sanno è che dal mese di gennaio 2013 c’è un modello di patente unico che vale per tutta l’Unione Europea per quanto riguarda l’aspetto. Infatti ovunque troverete la patente uguale alla nostra italiana, una tessera formato carta di credito realizzata con elementi anticontraffazione sofisticati.
Patenti extra-UE: che cosa bisogna sapere a riguardo
Il nostro Paese non ha firmato accordi di reciprocità sulle patenti con tutti gli Stati. Questo significa che per guidare nei Paesi che non fanno parte dell’Unione Europea, come ad esempio la Russia, l’automobilista deve richiedere una patente internazionale di guida che dovrà affiancare la propria italiana, ovviamente in corso di validità.
I permessi sono due differenti:
- Ginevra 1949, che vale negli Stati Uniti, in Giappone e in Thailandia per un anno;
- Vienna 1968, che vale per differenti altri stati nel mondo e ha invece una durata di tre anni, tutti riconosciuti in base allo Stato di destinazione.
Attenzione: in caso di trasferimento è obbligatorio convertire la patente.
Negli Stati Uniti d’America cambia la legislazione in base allo Stato. Per quanto riguarda la patente italiana, nello specifico, possiamo dire che è valida:
- in California e in Nevada;
- in Montana, ma solo per 30 giorni;
- nel Michigan, ma solo per 90 giorni.
Serve altrimenti la patente internazionale, e lo stesso discorso vale in Canada.
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La nuova Suzuki Vitara full hybrid 140 Volt

La nuova Suzuki Vitara full hybrid presentata da Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia
C’è sempre una prima volta e questa volta tocca a Suzuki Vitara, icona del marchio giapponese in materia di off-road. Fa il suo debutto, infatti, la tecnologia – 100% Suzuki – 140 Volt, ultima evoluzione dell’elettrificazione secondo la Casa di Hamamatzu.
Nuova Suzuki Vitara è ora disponibile con motore 1.500 DualJet “particolarmente attento all’efficienza e al rispetto dell’ambiente” – ha dichiarato Massimo Nalli, Presidente di Suzuki Italia – “senza rinunciare al comfort e alle prestazioni”. Si tratta di un inedito sistema di propulsione ibrida che utilizza la sinergia fra il motore termico 1.500 quattro cilindri da 102 CV e il modulo ibrido costituito da due elementi: una batteria da 140V e un motogeneratore da 24,6 kW.
La batteria – al litio titanato – si trova nel doppio fondo del bagagliaio. Si tratta di una batteria di ultima generazione che garantisce quattro vantaggi significativi rispetto alle tradizionali batterie al litio: ovvero massima efficienza in un range più ampio di temperature, maggiore efficienza in fase di ricarica, maggiore durata e maggior affidabilità.
Il motogeneratore (MGU) collegato tramite il riduttore ad un albero parallelo all’albero primario del cambio, garantisce trazione alla vettura sia in maniera autonoma sia in combinazione con il motore termico. In fase di frenata o rallentamento ha una doppia funzione sia da generatore sia di ricarica della batteria 140V. Il quadro si completa con l’ISG (Intergrated Starter Generator), che svolge le funzioni di motorino di avviamento e alternatore, alimentando anche i sistemi di bordo durante le fermate e nella guida in modalità elettrica.
Suzuki Vitara 140 Volt è abbinata al cambio robotizzato a sei rapporti. “Ha un comportamento simile al cambio a doppia frizione – ha sottolineato il Presidente Nalli – e risulta molto fluido, soprattutto fra i passaggi da una marcia all’altra, con una progressione lineare e risposte pronte”.
Quattro le modalità di guida (auto, sport, snow e lock) a cui si aggiunge EV, ovvero quella elettrica che – con la batteria carica – entra in funzione nelle fasi di partenza e nelle manovre a bassa velocità. Con la batteria completamente carica, in modalità elettrica, è possibile raggiungere gli 80 km/h oppure coprire una distanza fino a 4,5 km.
Suzuki Vitara 140V è disponibile sia a due sia a quattro ruote motrici, in un unico allestimento “Starview” che prende il nome dalla presenta del tetto panoramico apribile in vetro. L’unico optional è la vernice metallizzata. Di serie tutti i più avanzati sistemi di sicurezza e di guida autonoma di livello 2.
Prezzi a partire da 30.400 euro per la versione 2WD ai 32.900 per la 4WD. È previsto una promozione per il lancio della vettura di 2.500 euro in caso permuta o rottamazione.
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Volkswagen Polo, la tecnologia sigla per sigla

La Volkswagen Polo – arrivata alla sesta generazione – è una delle piccole più longeve in circolazione (la prima serie è nata nel 1975): la “segmento B” tedesca ha conquistato milioni di clienti grazie all’affidabilità e alla concretezza ma non va dimenticata la tecnologia presente a bordo.
Di seguito troverete un glossario per capire meglio cosa significano le sigle che identificano tutti gli accessori tecnologici di uno dei modelli più amati della Casa di Wolfsburg.
Volkswagen Polo: la tecnologia sigla per sigla
ACC
La sigla ACC (acronimo di Adaptive Cruise Control) è usata per identificare il cruise control adattivo.
App-Connect
App-Connect è il sistema di connettività Volkswagen che permette di collegare il proprio smartphone alla vettura attraverso Android Auto o Apple CarPlay.
ASR
L’ASR è il sistema di controllo della trazione e regola automaticamente lo slittamento di una o più ruote motrici.
City Emergency Brake
Il City Emergency Brake della Volkswagen Polo è la frenata automatica.
Climatronic
Il Climatronic è il climatizzatore automatico bizona della Volkswagen Polo.
Coming Home e Leaving Home
La funzione Coming Home si attiva quando si scende dalla vettura e dopo un certo periodo spegne gli anabbaglianti, le luci integrate nei gusci degli specchietti retrovisori, le luci posteriori e l’illuminazione della targa.
La funzione Leaving Home accende tutte le luci precedentemente citate quando il conducente apre il bloccaggio delle porte con il radiocomando.
DAB
La sigla DAB (Digital Audio Broadcasting System) indica la radio digitale.
DCC
La sigla DCC (acronimo di Dynamic Chassis Control) indica la regolazione adattiva dell’assetto.
Digital Cockpit
Il Volkswagen Digital Cockpit è un cruscotto digitale.
DSG
Il DSG (acronimo di Direct-Shift Gearbox) è il cambio automatico a doppia frizione della Volkswagen Polo.
Dynamic Light Assist
Il Dynamic Light Assist permette di viaggiare con gli abbaglianti sempre inseriti: il fascio luninoso viene rimodulato automaticamente al sopraggiungere dei veicoli provenienti dal senso contrario.
Emergency Call
Emergency Call è il sistema di chiamata d’emergenza.
ESC
La sigla ESC identifica il controllo elettronico di stabilità.
EVO
La sigla EVO è usata per identificare il motore aspirato a benzina della Volkswagen Polo.
Fatigue Detection
Il Fatigue Detection è il sistema di riconoscimento della stanchezza del guidatore.
Front Assist
Il Front Assist è un sistema di controllo perimetrale.
Keyless
Keyless è il sistema di apertura/chiusura e avviamento senza chiave.
Lane Assist
Il Lane Assist avvisa il guidatore in caso di un’uscita o cambio di carreggiata involontario (senza l’utilizzo degli indicatori di direzione).
Multi Collision Brake
Il sistema di frenata anti collisione multipla Multi Collision Brake ferma completamente il veicolo dopo un incidente per evitare danni ulteriori.
Park Pilot
Il Park Pilot identifica i sensori di parcheggio anteriori e posteriori della Volkswagen Polo.
Rear View
Rear View è la videocamera per retromarcia.
TGI
La sigla TGI è usata per identificare il motore turbo a metano della Volkswagen Polo.
Travel Assist
Il Travel Assist è un sistema di assistenza alla guida in grado di accelerare autonomamente, di mantenere la vettura all’interno della corsia e la distanza dai veicolo che precedono e di cambiare corsia (se la strada è libera) quando si inserisce l’indicatore di direzione.
TSI
La sigla TSI (acronimo di Turbocharger Stratified Injection) viene usata su tutti i motori turbo benzina della Volkswagen Polo.
We Connect
We Connect è il pacchetto di servizi online della Volkswagen Polo.
XDS
Il differenziale elettronico a bloccaggio trasversale XDS impedisce il pattinamento della ruota interna alla curva migliorando la trazione e riducendo la tendenza al sottosterzo.
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Che cos’è la guida preventiva? Definizione e usi

Abbiamo parlato di guida difensiva, quindi è giusto che approfondiamo anche il discorso che riguarda la guida preventiva.
Innanzitutto, sappiamo benissimo quanto sia importante guidare in modo consapevole, fondamentale per riuscire a circolare su strada in maniera più sicura e serena per sé stessi e per gli altri, riducendo il rischio di sinistri, più o meno pericolosi. È possibile però anche prevenire i rischi alla guida: ogni conducente, per farlo, dovrebbe rispettare costantemente e perennemente le basi della guida sicura, senza comportamenti disattenti e avventati, che sono tra le principali cause degli incidenti.
Guida sicura e guida difensiva: cosa dobbiamo sapere
Stare al volante della propria auto tenendo un comportamento che possiamo definire di “guida sicura” significa essere in grado di identificare i pericoli su strada e tenere sempre un’andatura e una velocità di percorrenza ottimali per evitare di essere a rischio incidente. Oltre a conoscere i cartelli stradali, i limiti di velocità e tutti i comportamenti che, per legge, bisogna tenere quando si conduce un mezzo, la guida sicura e difensiva consente anche di saper anticipare situazioni pericolose e prendere decisioni che variano a seconda delle condizioni stradali, al fine di evitare ogni possibile pericolo e rischio.
La guida sicura quindi aiuta ogni automobilista a mantenere il focus sulla sicurezza e guidare in modo consapevole, la guida difensiva invece ha un obiettivo simile, ma attenzione: non deve distorcere la percezione dell’ambiente che circonda il conducente. Approfondiamo il discorso.
Cosa vuol dire guida sicura
Cosa significa guidare in maniera sicura e quali sono i nostri consigli:
- la distanza di sicurezza: fondamentale per evitare incidenti. Con una guida attenta basta anche un solo secondo per accorgersi del pericolo e frenare, senza causare danni. Ma visto che nessuno si trova mai in condizioni perfette alla guida, è meglio affidarsi alla regola dei 3 secondi, e mantenere una distanza dal veicolo che ci precede tale da evitare qualsiasi pericolo (o quasi): dal momento in cui il mezzo davanti a noi supera l’ostacolo a quando lo facciamo noi devono passare almeno 3 secondi;
- osservare attentamente l’ambiente che ci circonda: bisogna essere consapevoli delle proprie azioni al volante, sempre e costantemente, ma anche di quello che succede attorno a noi. Bisogna essere sempre attenti al comportamento degli altri utenti della strada, per poter individuare potenziali pericoli e agire in tempo, per evitare incidenti;
- attenzione ai limiti di velocità: non superare mai quelli imposti dalla legge, ma adattali anche in base alle condizioni di visibilità della strada e al meteo;
- usare le frecce per segnalare una svolta o l’intenzione di cambiare corsia: è fondamentale che gli altri utenti della strada conoscano le tue intenzioni.
Guida preventiva: cosa significa
E quindi, con queste premesse: difendersi o prevenire? In italiano la guida difensiva dovrebbe indicare ogni atteggiamento tenuto al volante e volto a proteggersi “da possibili attacchi” (in questo caso pericoli su strada, incidenti). È difficile però usare questo termine per riferirsi al traffico, perché a volte si tende, in questo modo, a ritenere il guidatore sempre perfetto, privo di errori, ma costretto a difendersi da tutti gli altri utenti che circolano sulla stessa strada, certamente meno bravi e attenti.
Non è certo così, o meglio: è vero che dobbiamo essere sempre prudenti quando siamo alla guida, perché siamo costantemente a contatto con altri soggetti che, potenzialmente, potrebbero rappresentare un pericolo. È fondamentale però tenere sempre a mente che noi possiamo essere ritenuti quindi una eventuale fonte di pericolo/sinistro per gli altri utenti.
È per queste ragioni, non condivise da tutti, che forse è meglio parlare di guida preventiva e non difensiva (come invece avevamo già fatto): prevenire significa anticipare quello che succede, e non solo riferito alle azioni degli altri, ma anche a quelle che commettiamo noi al volante, distrazioni comprese (che possono essere molto pericolose).
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Che cosa sono le auto semestrali e quando convengono

Parliamo oggi di una tipologia di vetture che forse non tutti conoscono, ma che possono essere un’alternativa molto utile in differenti casistiche particolari. Si tratta delle auto semestrali, che portano con sé alcuni benefici e vantaggi. Vediamo insieme di che cosa si tratta.
Auto semestrali: la definizione
Sono auto che hanno tra i 6 e i 12 mesi di “età” a partire dalla data di immatricolazione, possono aver percorso già alcune migliaia di chilometri, arrivano in genere ad un massimo di 10.000 km circa, o poco più. Sono modelli che spesso vengono usati dai dipendenti delle concessionarie, che le comprano per beneficiare di sconti o promozioni speciali, le usano per poco tempo e decidono di rivenderle prima che perdano il loro valore sul mercato.
Ci sono anche vetture semestrali che hanno percorso molti meno chilometri, perché magari sono state usate solo per determinati eventi della concessionaria, per pubblicizzare appunto il modello. Per contro, quelle che invece vengono usate dal dipendente di una concessionaria per lavoro, spesso arrivano anche a 15.000 chilometri percorsi o poco più. Insomma, la cifra sul contachilometri quindi più variare, si tratta comunque di macchine semi-nuove e usate relativamente poco.
Attenzione però: l’unico parametro che non può variare oltre un certo limite è però l’età. L’auto semestrale infatti non può avere più di un anno dalla data di produzione e minimo sei mesi dall’immatricolazione. Le condizioni invece possono cambiare, la macchina può essere tenuta benissimo e pari al nuovo, oppure presentare segni d’usura (mai comunque eccessivi, vista “l’età” del veicolo). La legge non si esprime a riguardo e il prezzo varia in funzione appunto delle condizioni del mezzo.
Auto semestrali: sono diverse dalle vetture a km 0?
Delle auto a km 0 abbiamo parlato già in differenti occasioni, sappiamo quindi che cosa sono. Anche se apparentemente simili alle auto semestrali, non devono essere confuse tra loro:
- auto a km 0: hanno meno di un anno di vita dalla data di immatricolazione, hanno percorso generalmente pochissimi chilometri, anche meno di 100. Vengono usate solitamente per esposizioni e eventi promozionali dal venditore. Sono praticamente nuove e in pronta consegna, particolarmente convenienti in alcuni periodi dell’anno (esempio: quando viene lanciato un nuovo modello e il vecchio deve essere venduto rapidamente);
- auto semestrale: la più grande differenza è il chilometraggio, perché queste possono aver percorso anche migliaia di chilometri (come abbiamo visto), al contrario delle auto a km 0 (chiamate così proprio perché la percorrenza si avvicina di molto allo zero). Per quanto riguarda l’età, invece, potrebbe anche non esserci alcuna differenza.
La differenza con le auto aziendali
Le macchine aziendali sono quelle usate per lavoro da un’impresa, che le sostituisce spesso, visto che percorrono molti chilometri l’anno. Per le aziende infatti è sempre meglio avere una vettura sempre nuova o seminuova, in modo da risparmiare sui costi di manutenzione e sui consumi.
Quado si compra una macchina aziendale quindi, generalmente, si ha a che fare con una vettura che ha dai 6 ai 24 mesi, ma un chilometraggio non indifferente (spesso chi le usa per lavoro percorre anche più di 20.000 chilometri l’anno).
Il vantaggio dell’auto semestrale quindi, in questo caso, è che quasi sicuramente si tratta di un veicolo più nuovo e con meno chilometri percorsi. L’acquirente si sente più sicuro a comprare un veicolo semestrale rispetto ad uno aziendale, perché ritiene che possa essere meno stressato e sfruttato.
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Sebastian Vettel positivo al Covid-19

Sebastian Vettel è risultato positivo al Covid-19: il pilota tedesco dell’Aston Martin – quattro volte campione del mondo di F1 – salterà il GP del Bahrein a Sakhir, prima tappa del Mondiale 2022. Il suo posto verrà preso dal connazionale Nico Hülkenberg.
Nico Hülkenberg – nato il 19 agosto 1987 a Emmerich am Rhein (Germania Ovest) – ha corso in F1 nel 2010 con la Williams, nel 2012 con la Force India e nel 2013 con la Sauber. L’anno seguente è tornato a gareggiare con la scuderia indiana fino al 2016 e nel triennio 2017-2019 è stato pilota Renault. Ultime, ma non meno importanti, le due apparizioni nel 2020 al volante della Racing Point per rimpiazzare due piloti risultati positivi al Covid-19. Il palmarès nel Circus del pilota teutonico comprende un 7° posto nel Mondiale Formula 1 (2018), una pole position e due giri veloci mentre per quanto riguarda i trionfi nelle altre categorie del motorsport segnaliamo il campionato tedesco Formula BMW ADAC (2005), il titolo A1 GP (2007), i Masters di F3 (2007), il titolo europeo F3 (2008), il campionato GP2 (2009) e – soprattutto – la 24 Ore di Le Mans del 2015.
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Auto Ford: l’elenco completo (con i prezzi)

Le auto Ford sono le straniere più amate degli italiani: merito di una gamma completa di modelli per tutti i gusti e tutte le tasche.
Di seguito troverete l’elenco completo di tutte le auto Ford in commercio in Italia (con i prezzi): tanti modelli benzina, GPL, mild hybrid benzina, diesel, full hybrid benzina, ibridi plug-in benzina ed elettrici in grado di soddisfare qualsiasi esigenza.
Auto Ford: l’elenco completo (con i prezzi)

Ford Fiesta
La settima generazione della Ford Fiesta è una piccola in vendita a prezzi che partono da 18.000 euro. La gamma motori è composta da quattro unità: due 3 cilindri a benzina (1.1 aspirato da 75 CV e 1.5 turbo EcoBoost da 200 CV), un 1.1 tre cilindri a GPL da 75 CV e un 1.0 turbo tre cilindri mild hybrid benzina EcoBoost da 125 CV.

Ford Focus
La quarta generazione della Ford Focus è una compatta in vendita a prezzi che partono da 28.550 euro. La gamma motori è composta da quattro unità turbo: un 2.3 EcoBoost da 280 CV, due 1.0 tre cilindri mild hybrid benzina EcoBoost da 125 e 155 CV e un 1.5 diesel EcoBlue da 120 CV.

Ford Focus SW
La Ford Focus SW è la variante station wagon della quarta serie della compatta statunitense. Prezzi da 29.550 euro e una gamma motori composta da due unità turbo: un 1.0 tre cilindri EcoBoost mild hybrid benzina da 125 CV e un 1.5 diesel EcoBlue da 120 CV.

Ford Mondeo
La quarta generazione della Ford Mondeo è un’ammiraglia ibrida (full hybrid) spinta da un motore 2.0 ibrido benzina da 187 CV. I prezzi? Da 37.750 euro.

Ford Mondeo SW
La Ford Mondeo SW è la variante station wagon della quarta serie dell’ammiraglia ibrida (full hybrid) americana. Prezzi da 39.000 euro e, sotto il cofano, un motore 2.0 ibrido benzina da 187 CV.

Ford S-Max
La seconda generazione della Ford S-Max è una monovolume ibrida (full hybrid) offerta anche a 7 posti spinta da un motore 2.5 ibrido benzina da 190 CV. I prezzi? Da 45.750 euro.

Ford Mustang
La sesta generazione della Ford Mustang è una coupé spinta da un motore 5.0 V8 a benzina da 449 CV. I prezzi della sportiva “yankee”? Da 50.250 euro.

Ford Mustang Convertible
La Ford Mustang Convertible è la variante cabriolet della sesta serie della sportiva americana. Motore 5.0 V8 a benzina da 449 CV e prezzi da 54.750 euro.

Ford EcoSport
La Ford EcoSport è una piccola SUV spinta da un motore 1.0 turbo tre cilindri a benzina EcoBoost da 125 CV. I prezzi partono da 23.250 euro.

Ford Puma
La Ford Puma – arrivata alla seconda generazione – è una piccola SUV in vendita a prezzi che partono da 23.900 euro. La gamma motori è composta da tre unità turbo EcoBoost a tre cilindri: un 1.5 a benzina da 200 CV e due 1.0 mild hybrid benzina da 125 e 155 CV.

Ford Kuga
La terza generazione della Ford Kuga è una SUV compatta disponibile a trazione anteriore o integrale in vendita a prezzi che partono da 33.600 euro. La gamma motori è composta da tre unità: un 2.5 ibrido benzina da 190 CV, un 2.5 ibrido plug-in benzina da 225 CV e un 1.5 turbodiesel EcoBlue da 120 CV.

Ford Explorer
La Ford Explorer è una grande SUV ibrida plug-in benzina 7 posti a trazione integrale spinta da un motore 3.0 biturbo ibrido plug-in benzina V6 PHEV da 457 CV. I prezzi? Da 82.900 euro.

Ford Tourneo Connect
La Ford Tourneo Connect è una multispazio – gemella della Volkswagen Caddy – disponibile a trazione anteriore o integrale offerta anche a 7 posti e nella variante lunga Grand. Prezzi da 25.750 euro e una gamma motori composta da tre unità turbo: un 1.5 EcoBoost a benzina da 114 CV e due 2.0 diesel EcoBlue da 102 e 122 CV.

Ford Mustang Mach-E
La Ford Mustang Mach-E è una SUV media elettrica disponibile a trazione posteriore (un motore da 269 o 294 CV) o integrale (due motori da 269, 351 o 487 CV). I prezzi? Da 51.900 euro.
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Mondiale F1 2022 – GP Bahrein a Sakhir: gli orari TV su Sky e TV8

La F1 è tornata: il GP del Bahrein a Sakhir – prima tappa del Mondiale 2022 nonché primo appuntamento iridato in notturna – sarà trasmesso in diretta su Sky e in differita su TV8 (di seguito troverete gli orari TV).
Quest’anno assisteremo nuovamente al duello Verstappen/Hamilton o la Ferrari riuscirà a ritagliarsi uno spazio tra Mercedes e Red Bull? Lo scopriremo domenica…
F1 2022 – GP Bahrein: cosa aspettarsi
Il circuito di Sakhir – sede del GP del Bahrein, prima gara del Mondiale F1 2022 – è un tracciato molto usurante per gli pneumatici. Partire bene qui è fondamentale: nelle precedenti 17 edizioni ha sempre vinto un pilota scattato dalle prime due file della griglia.
Di seguito troverete il calendario del Gran Premio del Bahrein, gli orari TV su Sky e TV8 e il nostro pronostico.
F1 2022 – Sakhir, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Venerdì 18 marzo 2022
| 13:00-14:00 | Prove libere 1 (diretta su Sky Sport F1) |
| 16:00-17:00 | Prove libere 2 (diretta su Sky Sport F1) |
Sabato 19 marzo 2022
| 13:00-14:00 | Prove libere (diretta su Sky Sport F1) |
| 16:00-17:00 | Qualifiche (diretta su Sky Sport F1, differita alle 21:30 su TV8) |
Domenica 20 marzo 2022
| 16:00 | Gara (diretta su Sky Sport F1, differita alle 21:30 su TV8) |
F1 – I numeri del GP del Bahrein
| LUNGHEZZA CIRCUITO | 5.412 m |
| GIRI | 57 |
| RECORD IN PROVA | Lewis Hamilton (Mercedes F1 W11) – 1’27”264 – 2020 |
| RECORD IN GARA | Pedro de la Rosa (McLaren MP4-20) – 1’31”447 – 2005 |
| RECORD DISTANZA | Fernando Alonso (Renault R25) – 1h29’18”531 – 2005 |
F1 – Il pronostico del GP del Bahrein 2022

1° Lewis Hamilton (Mercedes)
Lewis Hamilton è il favorito del GP del Bahrein secondo i bookmaker (e anche secondo noi): il pilota britannico adora Sakhir e in questa corsa ha portato a casa cinque vittorie (tre negli ultimi 3 anni), dieci podi (otto negli ultimi 8 anni) e tre pole position.
Ha perso il Mondiale 2021 all’ultima gara ma è anche reduce da tre vittorie e sei piazzamenti in “top 3” negli ultimi sei appuntamenti iridati.

2° Max Verstappen (Red Bull)
Max Verstappen, a differenza di Hamilton, non ama Sakhir e non è mai salito sul gradino più alto del podio del GP del Bahrein (una pole lo scorso anno e due secondi posti nelle ultime due edizioni).
Il campione del mondo in carica ha chiuso però la stagione con tre vittorie e otto podi complessivi nelle ultime otto gare del Mondiale F1 e la sua Red Bull sembra la monoposto più in forma (almeno stando a quanto visto nei test invernali).

3° Valtteri Bottas (Alfa Romeo)
Più un desiderio che un pronostico quello di tornare a vedere un’Alfa Romeo sul podio in F1. Nei test invernali la monoposto del Biscione si è rivelata veloce ma non molto affidabile: staremo a vedere…
Il nuovo acquisto Valtteri Bottas – reduce da un finale della stagione 2021 non entusiasmante (due piazzamenti in “top 3” nelle ultime sei corse) – non ha mai vinto il GP del Bahrein: quattro podi e una pole position.

Da tenere d’occhio: Sebastian Vettel (Aston Martin)
Domenica capiremo cosa vuole fare da grande l’Aston Martin: la scuderia britannica non ha brillato nei test invernali e ha deluso anche nel finale della scorsa stagione, con Sebastian Vettel andato a punti una sola volta negli ultimi quattro Gran Premi.
I precedenti del pilota tedesco nel GP del Bahrein sono però molto interessanti: quattro vittorie, cinque podi complessivi e tre pole position.

La squadra da seguire: Mercedes
La Mercedes resta la monoposto da battere nonostante dei test invernali non del tutto convincenti: otto Mondiali Costruttori consecutivi e sedici gare di seguito con almeno una monoposto in “top 3”.
I precedenti delle frecce d’argento nel GP del Bahrein? Pazzeschi: sei successi, sei pole position e da otto anni consecutivi con almeno una vettura in “top 3”.
Passione F1
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