Auto giapponesi full hybrid: l’elenco completo (con i prezzi)

Il Giappone crede molto nelle auto full hybrid: le “vere” ibride a doppia alimentazione benzina/elettrica in grado di percorrere pochi chilometri a emissioni zero offrono consumi contenuti.
Di seguito troverete l’elenco completo (con i prezzi) di tutte le auto giapponesi full hybrid in commercio: tante proposte per tutti i gusti e (quasi) tutte le tasche.
Auto giapponesi full hybrid: l’elenco completo (con i prezzi)

Honda
- Jazz da 23.200 euro
- Civic da 34.200 euro
- HR-V da 31.800 euro
- CR-V da 37.950 euro

Lexus
- ES da 62.000 euro
- LS da 115.000 euro
- LC Hybrid da 124.000 euro
- UX da 42.000 euro
- NX Hybrid da 62.000 euro
- RX da 76.000 euro

Mazda
- Mazda2 Hybrid da 21.150 euro

Nissan
- Juke HEV da 30.300 euro
- Qashqai e-Power da 36.270 euro

Suzuki
- Swace da 29.500 euro

Toyota
- Yaris Hybrid da 23.600 euro
- Corolla 1.8 da 30.500 euro
- Corolla 2.0 da 35.050 euro
- Corolla Touring Sports 1.8 da 30.800 euro
- Corolla Touring Sports 2.0 da 36.050 euro
- Prius da 30.900 euro
- Yaris Cross da 27.450 euro
- C-HR 1.8 da 32.600 euro
- C-HR 2.0 da 36.650 euro
- Corolla Cross da 38.000 euro
- RAV4 HV 2WD da 40.000 euro
- RAV4 HV AWD-i da 42.500 euro
- Highlander da 57.500 euro
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Moto Guzzi V100 Mandello, orgoglio italiano ben riposto

La strada che porta per svariati e stretti tornanti da Lecco a Canzo e poi ancora su verso Asso per poi ridiscendere altrettanto stretta verso Onno è baciata per le due ruote e anche per scattare buone immagini. Al pit stop, per farci immortalare in piega tra i tornanti, il collega tedesco, tolto il casco integrale, esclama infatti con un buon accento “What a narrow road!” Ma ce l’avevano detto, in partenza, dallo stabilimento storico Moto Guzzi di Mandello del Lario. Qui le stradine son così, magari non potrete sfruttare tutto l’allungo del motore, però divertimento alla guida assicurato. Perché siam qui per provare la prima vera nuovissima Moto Guzzi, la prima col motore raffreddato a liquido. Perché senza nulla togliere alla V850 o alla V85TT, che col loro migliorato motore a due cilindri raffreddato ad aria restano tra le più godibili e facili del mercato, qui siamo di fronte a un progetto totalmente nuovo, annunciato per il centenario del 1921, festeggiato con un anno di ritardo questo settembre causa covid.
Vista alla scorsa Fiera del motociclico di Milano, a novembre 2021, la V100 Mandello aveva subito intrigato. Per due motivi innanzitutto: il motore compact block sempre a due cilindri a V ma accreditato di 115 CV per 1045 cc di cilindrata, quattro valvole in testa, due alberi a camme comandati da catena frontale e trasmisione con albero a cardano contenuto in un forcellone totalmente nuovo (la V85 ne ha un’ottantina di cavalli) e poi per la tecnologia impiegata. Che, come da filosofia Guzzi, deve essere quanto basta per divertirsi senza eccessi.
E quindi evviva pure la strada verso Asso (nel pomeriggio ci sarà invece quella che da Mandello ti fa fare il giro intorno alla Grigna) per vedere davvero quanto è maneggevole la V100 Mandello (alla prossima! per i curvoni autostradali). E lo vedi e lo provi anche grazie ai passaggi ripetuti davanti ai fotografi: la moto piega che è un piacere, telaio fantastico, puoi pestare sul freno senza patemi (dischi da 320mm, impianto super by Brembo) e riprendere di gas (leggera tendenza al sottosterzo, senza intraversamenti in accelerazione, cornering con nuova centralina elettronica Marelli) nemmeno spalancando (drive by wire e controllo di trazione, voilà) con un ritmo più alto (sulla versione S, quella provata c’è anche il cambio a sei marce col quickshifter, si cambia senza frizione, ottimo dalla terza in poi, un po’ meno efficace sulla nostra moto dalla prima alla seconda) rispetto a una turistica e però meno stressante e violento di una sportiva. L’obiettivo dichiarato di Guzzi è di offrire un compromesso tra una Tourer e una Roadster, per noi una Tourer sportiva, alla fine e comunque compatta e per tutti, a partire dall’altezza della sella di 81,5 cm, buona statisticamente per il 90 per cento della popolazione. Vero, perché il sottoscritto, alto 1,74 a misurazione da militare, lì sopra ci stava benone, toccando terra benissimo (non come su altre che fai fatica con la punta di un piede e ti sembra di governare un mammuth o una cabina del telefono su due ruote).
La pausa serve pure per ammirare la linea della Guzzi: filante senza essere arcigna, col faro che disegna frontalmente il motivo dell’aquila ad ali spiegate, cupolino che si può regolare elettricamente per ridurre la forza dell’aria sul pilota fimo al 22% e aerodinamica attiva (unicità!), ovvero appendici ai lati del serbatoio che si aprono per migliorare protezione, penetrazione e carico. La linea laterale è filante con un foro all’estremità della sella per aggangiare, senza bisogno di telaietti aggiuntivi, le borse per i viaggi, disegnate da Guzzi in esclusiva per questa moto. Il motore ha le teste in controcolore, e dal bianco al rosso fino al verdone della Mandello S, la V100 si offre alla vista come un prodotto particolare, che si fa notare.
E infatti, intanto, che siamo fermi altri si fermano, due motociclisti in sella a due ruote molte lontane da Guzzi e poi addirittura un ciclista. Commento comune: ah che bella! E poi ovviamente giù domande, su come va, potenza… etc etc. E il ciclista aggiunge: sono fiero di essere italiano quando vedo una Guzzi. E sottovoce mi chiede: ma quelli lì con voi sono crucchi? Certo colleghi della stampa tedesca. E che ne dicono? Per ora soltanto bene! Eh ci mancherebbe!!
Pronti via, si riparte, il motore è bellicoso, ha qualche vibrazione indomita dovuta alla conformazione del V a 90°, ma spinge che è un piacere e consuma poco (non siamo stati precisi per dimenticanza, ma fa più di venti km di sicuro con un litro). Si hanno a disposizione peraltro quattro modalità di guida: Pioggia, Sport, Turismo e Strada: la Turismo ci è sembrata la più equilibrata e rotonda, la Sport un po’ ruvida, la Pioggia per fortuna non abbiamo dovuto testarla.
I prezzi ci sembrano giusti in rapporto alla bontà del progetto e delle dotazioni: 15.499 euro per la base e 17.999 per la Mandello S (meglio equipaggiata, Ohlins al retrotreno per esempio).
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SUV spagnole: l’elenco completo (con i prezzi)

La Spagna non sembra avere una grande tradizione in fatto di SUV. Sono ben cinque, invece, le crossover iberiche presenti nei nostri listini. Tra cui una delle più amate: la Cupra Formentor.
Di seguito troverete l’elenco completo di tutte le SUV spagnole (con i prezzi): tante proposte per tutti i gusti e tutte le tasche. Scopriamole insieme.
SUV Cupra: l’elenco completo (con i prezzi)

Cupra Ateca
La Cupra Ateca è una SUV compatta sportiva a trazione integrale che condivide il pianale con la Seat Ateca, la Skoda Karoq e la Volkswagen T-Roc Cabriolet. Il motore è un 2.0 turbo benzina TSI da 300 CV e il prezzo è di 51.350 euro.

Cupra Formentor
La Cupra Formentor è una SUV compatta disponibile a trazione anteriore o integrale che condivide il pianale con la Leon. Prezzi da 34.250 euro e una gamma motori composta da otto unità turbo: cinque TSI a benzina (un 1.5 da 150 CV, tre 2.0 da 190, 245 e 310 CV e un 2.5 a cinque cilindri in linea da 390 CV), due 1.4 ibridi plug-in benzina e-Hybrid da 204 e 245 CV e un 2.0 diesel TDI da 150 CV.
SUV Seat: l’elenco completo (con i prezzi)

Seat Arona
La Seat Arona è una piccola SUV sviluppata sullo stesso pianale della Ibiza. Prezzi da 20.350 euro e una gamma motori composta da quattro unità turbo: tre a benzina (due 1.0 EcoTSI a tre cilindri da 95 e 110 CV e un 1.5 TSI da 150 CV) e un 1.0 tre cilindri TGI a metano da 90 CV.

Seat Ateca
La Seat Ateca è una SUV compatta disponibile a trazione anteriore o integrale sviluppata sullo stesso pianale di Cupra Ateca, Skoda Karoq e Volkswagen T-Roc Cabriolet. La gamma motori è composta da cinque unità turbo: tre a benzina (un 1.0 a tre cilindri da 110 CV, un 1.5 da 150 CV e un 2.0 da 190 CV) e due 2.0 diesel TDI da 116 e 150 CV. I prezzi? Da 26.100 euro.

Seat Tarraco
La Seat Tarraco è una SUV media disponibile a trazione anteriore o integrale sviluppata sulla stessa piattaforma della Skoda Kodiaq. Prezzi da 33.400 euro e una gamma motori composta da cinque unità turbo: tre TSI a benzina (un 1.5 da 150 CV e due 2.0 da 190 e 245 CV) e due 2.0 diesel TDI da 150 e 190 CV.
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F1 2022: Verstappen vince anche negli USA, Red Bull conquista il Mondiale Costruttori

Max Verstappen ha vinto anche il GP degli USA 2022 a Austin davanti a Lewis Hamilton (Mercedes) e Charles Leclerc (Ferrari). Un successo che ha permesso alla Red Bull di conquistare il Mondiale F1 Costruttori dopo nove anni in un weekend funestato dalla scomparsa di Dietrich Mateschitz, fondatore del team austriaco.
Una corsa da dimenticare, quella di Austin, per Carlos Sainz Jr.: il pilota spagnolo, autore della pole position, è stato costretto al ritiro subito dopo il via dopo un contatto con George Russell (penalizzato di cinque secondi).
Mondiale F1 2022 – GP USA: le pagelle

Max Verstappen (Red Bull)
Max Verstappen a Austin ha portato a casa la settima vittoria negli ultimi otto appuntamenti del Mondiale F1 2022.
Partito secondo, ha beffato Sainz Jr. al via. Rientrato in seconda posizione dopo un pit-stop al 14° giro, si è ritrovato nuovamente in testa poco dopo approfittando della sosta del compagno Pérez. Nonostante un momento di difficoltà al 36° giro (secondo cambio gomme rallentato a causa di problemi alla ruota anteriore sinistra) ha saputo riprendersi rapidamente: tornato sesto dietro Leclerc, ha impiegato solo tre tornate per riprendersi il podio con un sorpasso proprio su Charles. Non contento, si è preso la seconda piazza dopo la sosta (lunghissima) di Vettel e ha conquistato la vetta al 50° giro vincendo il duello con Hamilton.

Charles Leclerc (Ferrari)
Il quinto podio consecutivo di Charles Leclerc non basta per essere soddisfatti visto che la vittoria manca ormai da quasi quattro mesi.
A Austin il driver monegasco ha ottenuto il secondo miglior tempo in qualifica ma è stato costretto a partire dalla 12° posizione per via delle dieci posizioni di penalità rimediate per aver sostituito due elementi della power unit. Nonostante la penalizzazione il primo pilota Ferrari è riuscito a entrare in zona podio già al 14° giro dopo un sorpasso su Stroll e a prendersi la seconda piazza una tornata dopo in seguito al pit-stop di Pérez. Rientrato in pista quarto al 19° giro dopo un pit-stop agevolato dalla presenza della safety-car, ha fatto un “sorpassone” su Pérez al 30° giro e si è ritrovato secondo alla 35° tornata dopo la sosta di Hamilton. Nel secondo pit-stop al 36° giro è riuscito addirittura a uscire dai box davanti a Verstappen sfruttando l’errore dei meccanici Red Bull, tre giri più tardi si è ripreso la zona podio sfruttando i cambi gomme dei rivali ma l’ha persa poco dopo in un duello con Max. Il terzo posto definitivo è arrivato al 42° giro dopo la sosta disastrosa di Vettel.

Lewis Hamilton (Mercedes)
Nel GP degli USA Lewis Hamilton è tornato sul podio dopo cinque gare di digiuno.
Scattato terzo e passato in seconda posizione dopo l’incidente di Sainz Jr., ha effettuato un pit-stop al 13° giro rientrando settimo. Tornato in zona podio tre tornate dopo grazie al pit-stop di Stroll e balzato secondo dopo la sosta di Leclerc al 19° giro, ha effettuato un pit-stop anticipato alla 35° tornata per cercare di portare a casa la vittoria. Tornato in “top 3” al 37° giro dopo il cambio gomme del compagno Russell e in seconda posizione due tornate dopo in seguito alla fermata ai box di Pérez, è riuscito a prendere la vetta della corsa al 41° giro con un sorpasso su Vettel ma ha dovuto arrendersi nove tornate dopo a un Verstappen imbattibile.

Sergio Pérez (Red Bull)
Sergio Pérez ha ottenuto il quarto tempo in qualifica ma nel GP degli USA a Austin è partito nono per via delle cinque posizioni di penalità rimediate per aver sostituito alcuni elementi della power unit.
Entrato in “top 3” al 13° giro sfruttando il pit-stop di Hamilton, è balzato addirittura al comando della corsa la tornata seguente dopo le soste di Verstappen e Russell. Rientrato sesto in pista al 15° giro dopo il primo cambio gomme, si è ripreso la zona podio quattro tornate dopo in seguito al cambio gomme di Leclerc. Dopo aver subito un gran sorpasso da Charles alla 30° tornata, si è ripreso la terza piazza cinque giri dopo in seguito al pit-stop di Hamilton ed è passato nuovamente al comando dopo la doppia sosta Verstappen-Leclerc al 36° giro. Rientrato quinto al 39° giro dopo un cambio pneumatici, ha terminato la corsa in quarta posizione.

Red Bull
Nel weekend della scomparsa del “patron” Dietrich Mateschitz la Red Bull ha conquistato il Mondiale F1 Costruttori: un titolo che mancava da ben nove anni.
Il team austriaco ha dominato la stagione e a Austin ha centrato l’ottavo successo consecutivo.
Mondiale F1 2022 – I risultati del GP degli USA
Prove libere 1
1 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:36.857
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:37.081
3 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:37.332
4 Lance Stroll (Aston Martin) 1:37.460
5 Sergio Pérez (Red Bull) 1:37.515
Prove libere 2
1 Charles Leclerc (Ferrari) 1:36.810
2 Valtteri Bottas (Alfa Romeo) 1:37.525
3 Daniel Ricciardo (McLaren) 1:37.627
4 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:38.232
5 Mick Schumacher (Haas) 1:39.507
Prove libere 3
1 Max Verstappen (Red Bull) 1:35.825
2 Charles Leclerc (Ferrari) 1:36.145
3 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:36.271
4 Sergio Pérez (Red Bull) 1:36.397
5 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:36.401
Qualifiche
1 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:34.356
2 Charles Leclerc (Ferrari) 1:34.421
3 Max Verstappen (Red Bull) 1:34.448
4 Sergio Pérez (Red Bull) 1:34.645
5 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:34.947
Le classifiche
La classifica del GP degli USA 2022
| Max Verstappen (Red Bull) | 1h42:11.687 |
| Lewis Hamilton (Mercedes) | + 5,0 s |
| Charles Leclerc (Ferrari) | + 7,5 s |
| Sergio Pérez (Red Bull) | + 8,3 s |
| George Russell (Mercedes) | + 44,8 s |
Classifica Mondiale Piloti
| Max Verstappen (Red Bull) | 391 punti (CAMPIONE DEL MONDO) |
| Charles Leclerc (Ferrari) | 267 punti |
| Sergio Pérez (Red Bull) | 265 punti |
| George Russell (Mercedes) | 218 punti |
| Carlos Sainz Jr. (Ferrari) | 202 punti |
Classifica Mondiale Costruttori
| Red Bull | 656 punti (CAMPIONE DEL MONDO) |
| Ferrari | 469 punti |
| Mercedes | 416 punti |
| Alpine-Renault | 144 punti |
| McLaren-Mercedes | 138 punti |
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Bollo auto: quanto pagano le Suzuki

Le auto Suzuki hanno abbracciato da tempo la tecnologia ibrida: oggi l’intera gamma della Casa giapponese è composta da modelli a doppia alimentazione benzina/elettrica mild, full e plug-in.
Calcolare il bollo dei veicoli Suzuki è semplice: sulle vetture ibride mild, full e plug-in bisogna tener conto esclusivamente dei cavalli del motore termico. Segnaliamo inoltre che molte regioni prevedono esenzioni dal bollo per i mezzi elettrificati.
Quanto pagano di bollo le auto Suzuki

Suzuki Swift
- 1.2 157,38 euro
- Sport 245,10 euro

Suzuki Swace
- 1.8 185,76 euro

Suzuki Ignis
- 1.2 157,38 euro

Suzuki Vitara
- 1.4 245,10 euro
- 1.5 216,72 euro

Suzuki S-Cross
- 1.4 245,10 euro

Suzuki Across
- 2.5 Plug-In Hybrid 397,32 euro
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Bollo auto: quanto pagano le Skoda

Le Skoda sono auto apprezzate da chi cerca sostanza e concretezza: le vetture della Casa ceca sono ricche di qualità e sono caratterizzate da costi di gestione non esagerati.
Calcolare il bollo dei veicoli Skoda è semplice: sui modelli a benzina e a metano “normali” basta moltiplicare 2,58 euro per ogni kW fino a 100 kW (oltre si sale a 3,87) e sulle ibride mild e plug-in bisogna tener conto esclusivamente dei cavalli del motore termico. Per quanto riguarda le elettriche fa invece fede la voce P2 della carta di circolazione, cioè i “puledri” erogabili e mantenibili per almeno 30 minuti e non il valore massimo. Segnaliamo inoltre che molte regioni prevedono esenzioni dal bollo per i veicoli a emissioni zero (totale in Piemonte e in Lombardia e per i primi cinque anni nelle altre) e gli ibridi.
Quanto pagano di bollo le auto Skoda

Skoda Fabia
- 1.0 65 CV 123,84 euro
- 1.0 80 CV 152,22 euro
- 1.0 TSI 95 CV 180,60 euro
- 1-0 TSI 110 CV 208,98 euro
- 1.5 TSI 296,70 euro

Skoda Scala
- 1.0 TSI 95 CV 180,60 euro
- 1.0 TSI 110 CV 208,98 euro
- 1.5 TSI 296,70 euro
- 1.0 G-Tec 170,28 euro

Skoda Octavia
- 1.0 e-TEC 208,98 euro
- 1.5 e-TEC 296,70 euro
- 1.0 TSI 208,98 euro
- 1.5 TSI 296,70 euro
- 1.5 G-TEC 247,68 euro
- 2.0 TDI 116 CV 219,30 euro
- 2.0 TDI 150CV 296,70 euro
- 2.0 TSI RS 567,60 euro
- Plug-In Hybrid 296,70 euro
- Plug-in Hybrid RS 296,70 euro
- 2.0 TDI RS 439,89 euro

Skoda Octavia Station
- 1.0 TSI 208,98 euro
- 1.5 TSI 296,70 euro
- 2.0 TSI RS 567,60 euro
- 1.0 e-TEC 208,98 euro
- 1.5 e-TEC 296,70 euro
- 1.4 TSI iV 204 CV 296,70 euro
- 1.4 TSI iV RS 296,70 euro
- 2.0 TDI 116 CV 219,30 euro
- 2.0 TDI 150 CV 296,70 euro
- 2.0 TDI RS 437,89 euro
- 1.5 G-TEC 247,68 euro

Skoda Superb
- 1.5 TSI 296,70 euro
- 2.0 TSI 1.006,95 euro
- Plug-In Hybrid 296,70 euro
- 2.0 TDI 150 CV 296,70 euro
- 2.0 TDI 200 CV 437,89 euro

Skoda Superb Station
- 1.5 TSI 296,70 euro
- 2.0 TSI 1.006,95 euro
- 1.4 TSI iV 296,70 euro
- 2.0 TDI 150 CV 296,70 euro
- 2.0 TDI 200 CV 439,89 euro

Skoda Kamiq
- 1.0 TSI 95 CV 180,60 euro
- 1.0 TSI 110 CV 208,98 euro
- 1.5 TSI 296,70 euro
- 1.0 G-Tec 170,28 euro

Skoda Karoq
- 2.0 TSI 412,80 euro
- 2.0 TDI 150 CV 296,70 euro
- 1.0 TSI 208,98 euro
- 1.5 TSI 296,70 euro
- 2.0 TDI 116 CV 219,30 euro

Skoda Kodiaq
- 1.5 TSI 296,70 euro
- 2.0 TSI 190 CV 412,80 euro
- RS 567,60 euro
- 2.0 TDI 150 CV 296,70 euro
- 2.0 TDI 200 CV 439,89 euro

Skoda Enyaq iV
- 60 180,60 euro
- 80 180,60 euro
- 80x 203,82 euro
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Auto giapponesi mild hybrid: l’elenco completo (con i prezzi)

Quando si parla di auto giapponesi ibride il primo pensiero va ai modelli full hybrid. Eppure basta dare un’occhiata ai listini per trovare tante proposte “leggere” mild hybrid rivolte a chi cerca un mezzo elettrificato più accessibile.
Di seguito troverete l’elenco completo (con i prezzi) di tutte le auto giapponesi mild hybrid in commercio in Italia: tanti modelli per tutti i gusti e tutte le tasche.
Auto giapponesi mild hybrid: l’elenco completo (con i prezzi)

Mazda Mazda2 M-Hybrid
La Mazda Mazda2 M-Hybrid è la variante mild hybrid benzina della terza generazione della piccola giapponese. Prezzi da 19.400 euro e, sotto il cofano, un motore 1.5 mild hybrid benzina da 90 CV.

Mazda Mazda3
La quarta generazione della Mazda Mazda3 è una compatta mild hybrid benzina disponibile a trazione anteriore o integrale. In vendita a prezzi che partono da 26.500 euro, ha una gamma motori composta da tre 2.0 mild hybrid benzina da 122, 150 e 186 CV.

Mazda Mazda3 4 porte
La Mazda Mazda3 4 porte è la variante con la coda della quarta generazione della compatta mild hybrid giapponese. Prezzi da 29.200 euro e una gamma motori composta da tre 2.0 mild hybrid benzina da 122, 150 e 186 CV.

Mazda CX-30
La Mazda CX-30 è una SUV compatta mild hybrid giapponese disponibile a trazione anteriore o integrale. Prezzi da 27.350 euro e una gamma motori composta da tre 2.0 mild hybrid benzina da 122, 150 e 186 CV.

Mazda CX-60 MHEV
La Mazda CX-60 MHEV è la variante mild hybrid diesel della SUV media giapponese. Disponibile a trazione posteriore o integrale e in vendita a prezzi che partono da 49.900 euro, ha una gamma motori composta da due 3.3 turbodiesel mild hybrid a sei cilindri in linea e-Skyactiv D da 200 e 249 CV.

Nissan Qashqai MHEV
La Nissan Qashqai MHEV è la variante mild hybrid benzina della terza generazione della SUV compatta giapponese. Sviluppata sullo stesso pianale della Renault Mégane, è disponibile a trazione anteriore o integrale e ha una gamma motori composta da due 1.3 turbo mild hybrid benzina MHEV da 140 e 158 CV.

Subaru Impreza MHEV
La Subaru Impreza MHEV è la variante mild hybrid benzina della quinta generazione della compatta giapponese a trazione integrale. Sviluppata sullo stesso pianale della XV e della Forester e in vendita a prezzi che partono da 33.600 euro, ospita sotto il cofano un motore 2.0 mild hybrid boxer benzina da 150 CV.

Subaru XV MHEV
La Subaru XV MHEV è la variante mild hybrid benzina della seconda generazione della SUV compatta giapponese a trazione integrale. Sviluppata sullo stesso pianale della Impreza e della Forester e in vendita a prezzi che partono da 34.450 euro, monta un motore 2.0 mild hybrid boxer benzina da 150 CV.

Subaru Forester
La quinta generazione della Subaru Forester è una SUV media mild hybrid benzina a trazione integrale che condivide il pianale con la Impreza e la XV. Prezzi da 37.750 euro e, sotto il cofano, un motore 2.0 mild hybrid boxer benzina da 150 CV.

Suzuki Swift
La sesta generazione della Suzuki Swift è una piccola mild hybrid benzina disponibile a trazione anteriore o integrale. Prezzi da 19.500 euro e una gamma motori composta da due unità mild hybrid benzina: un 1.2 da 83 CV e un 1.4 turbo Boosterjet da 129 CV.

Suzuki Ignis
La terza generazione della Suzuki Ignis è una piccola SUV mild hybrid giapponese disponibile a trazione anteriore o integrale. Prezzi da 18.900 euro e, sotto il cofano, un motore 1.2 mild hybrid benzina da 83 CV.

Suzuki Vitara 1.4
La Suzuki Vitara 1.4 è la variante mild hybrid della seconda generazione della piccola SUV giapponese. Disponibile a trazione anteriore o integrale e in vendita a prezzi che partono da 24.600 euro, monta un motore 1.4 turbo mild hybrid benzina da 129 CV.

Suzuki S-Cross
La seconda generazione della Suzuki S-Cross è una piccola SUV mild hybrid giapponese disponibile a trazione anteriore o integrale. Prezzi da 29.090 euro e, sotto il cofano, un motore 1.4 turbo mild hybrid benzina da 129 CV.
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MotoGP 2022: Bagnaia vince in Malaysia, il Mondiale è a un passo

Francesco Bagnaia (Ducati) ha vinto il GP della Malaysia a Sepang davanti a Enea Bastianini (Ducati) e Fabio Quartararo (Yamaha) ma non ha ancora conquistato matematicamente il campionato del mondo MotoGP 2022.
Il centauro torinese è a un passo dal titolo iridato: fra due settimane a Valencia gli basterà portare a casa due punti.
MotoGP 2022 – GP Malaysia: le pagelle

Enea Bastianini (Ducati)
Enea Bastianini è tornato sul podio dopo tre gare a secco.
Partito secondo e beffato da Bagnaia alla prima curva, si è ripreso la seconda piazza al 7° giro approfittando della caduta di Martín. Quattro tornate dopo ha soffiato a Pecco il primo posto ma non è stato abbastanza veloce per conservarlo e al 14° giro ha perso il duello con il pilota torinese.

Francesco Bagnaia (Ducati)
Francesco Bagnaia – all’ottavo podio negli ultimi nove appuntamenti iridati – è tornato al successo dopo quasi due mesi ed è a un passo dal campionato del mondo MotoGP 2022: gli basterà arrivare 14° a Valencia.
A Sepang Pecco è stato protagonista di una partenza pazzesca (da nono a secondo dopo la prima curva) e si è ritrovato al comando dopo la caduta di Martín. A metà gara ha duellato con Bastianini per la prima posizione e ha prevalso passando davanti a tutti sotto la bandiera a scacchi.

Marco Bezzecchi (Ducati)
Partito quarto, arrivato quarto (nel mezzo una partenza errata e una gran rimonta): è stato questo il GP della Malaysia di Marco Bezzecchi.
Il centauro riminese a Sepang ha portato a casa il secondo piazzamento consecutivo in “top 5”. Davvero niente male.

Álex Rins (Suzuki)
Álex Rins è arrivato quinto nel GP della Malaysia.
Dopo il trionfo in Australia un’altra ottima prestazione per il pilota spagnolo della Suzuki.

Ducati
Un GP della Malaysia da ricordare per Ducati.
La Casa di Borgo Panigale ha centrato la doppietta a Sepang, ha conquistato la settima vittoria nelle ultime nove gare della MotoGP 2022 e ha portato a casa con il team ufficiale il titolo iridato tra le scuderie. In attesa del Mondiale Piloti…
MotoGP 2022 – I risultati del GP della Malaysia
Prove libere 1
1 Brad Binder (KTM) 1:59.479
2 Álex Rins (Suzuki) 1:59.576
3 Marc Márquez (Honda) 1:59.623
4 Enea Bastianini (Ducati) 1:59.875
5 Joan Mir (Suzuki) 1:59.951
Prove libere 2
1 Cal Crutchlow (Yamaha) 2:05.710
2 Francesco Bagnaia (Ducati) 2:06.610
3 Álex Márquez (Honda) 2:06.896
4 Jack Miller (Ducati) 2:07.553
5 Johann Zarco (Ducati) 2:08.589
Prove libere 3
1 Jorge Martín (Ducati) 1:58.583
2 Marco Bezzecchi (Ducati) 1:58.772
3 Maverick Viñales (Aprilia) 1:58.796
4 Luca Marini (Ducati) 1:58.806
5 Joan Mir (Suzuki) 1:58.920
Prove libere 4
1 Marco Bezzecchi (Ducati) 1:59.925
2 Enea Bastianini (Ducati) 1:59.996
3 Jorge Martín (Ducati) 2:00.021
4 Álex Rins (Suzuki) 2:00.289
5 Francesco Bagnaia (Ducati) 2:00.297
Qualifiche
1 Jorge Martín (Ducati) 1:57.790
2 Enea Bastianini (Ducati) 1:58.246
3 Marc Márquez (Honda) 1:58.454
4 Marco Bezzecchi (Ducati) 1:58.490
5 Álex Rins (Suzuki) 1:58.575
Warm up
1 Johann Zarco (Ducati) 2:02.442
2 Marc Márquez (Honda) 2:03.134
3 Álex Márquez (Honda) 2:03.617
4 Miguel Oliveira (KTM) 2:03.998
5 Álex Rins (Suzuki) 2:04.089
Le classifiche
La classifica del GP della Malaysia 2022
| Francesco Bagnaia (Ducati) | 40:14.332 |
| Enea Bastianini (Ducati) | + 0,3 s |
| Fabio Quartararo (Yamaha) | + 2,8 s |
| Marco Bezzecchi (Ducati) | + 5,4 s |
| Álex Rins (Suzuki) | + 11,9 s |
Classifica Mondiale Piloti
| Francesco Bagnaia (Ducati) | 258 punti |
| Fabio Quartararo (Yamaha) | 235 punti |
| Aleix Espargaró (Aprilia) | 212 punti |
| Enea Bastianini (Ducati) | 211 punti |
| Jack Miller (Ducati) | 189 punti |
Passione MotoGP
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Le Mans ‘66 – La grande sfida, la storia vera della sfida Ford-Ferrari

“Le Mans ‘66 – La grande sfida” del 2019 – vincitore di due premi Oscar (miglior montaggio e miglior montaggio sonoro) – è uno dei film “automobilistici” migliori di sempre. La pellicola racconta (a volte in modo un po’ troppo romanzato) il duello Ford–Ferrari nella 24 Ore di Le Mans 1966.
Qui troverete la storia vera di questa corsa leggendaria, l’evoluzione della rivalità tra la Casa statunitense e quella di Maranello, lo sviluppo della Ford GT40 e il primo successo nella corsa endurance più famosa del mondo di una Casa non europea. Attenzione, però: quello che leggerete saranno spoiler.
24 Ore di Le Mans 1966 – La storia
La storia raccontata nel film “Le Mans ‘66 – La grande sfida” non inizia nel 1966 ma tre anni prima quando la Ford offre 12 milioni di dollari a Enzo Ferrari per acquistare tutta la Casa di Maranello (capace, fino a quel momento, di conquistare sette 24 Ore di Le Mans, nove dei primi undici Mondiali sportprototipi e sei titoli iridati in F1).
Enzo Ferrari vuole vendere ma al tempo stesso rimanere al comando del reparto corse e avere la massima libertà di azione: quando scopre che nel contratto qualsiasi sforamento al budget annuale di 450 milioni di lire dev’essere approvato dalla Casa statunitense fa saltare l’accordo.
Henry Ford II – figlio di Edsel, nipote di Henry Ford nonché amministratore delegato del brand dell’Ovale Blu – decide due giorni dopo il “gran rifiuto” del Drake di fare tutto quanto in suo potere per sconfiggere il Cavallino in pista.

Nasce la GT40
Per realizzare l’auto che dovrà sconfiggere la Ferrari Henry Ford II contatta i più importanti costruttori di vetture da corsa (Eric Broadley della Lola, Colin Chapman della Lotus e John Cooper) e sceglie il primo, che impiega pochi mesi ad allestire i prototipi.
L’1 aprile 1964 appoggia per la prima volta le ruote su un circuito la Ford GT40: la sportiva “yankee”, chiamata così per via dell’altezza di 40 pollici (solo 1,02 metri) e dotata di un motore 5.0 V8, viene affidata al francese Jo Schlesser e al britannico Roy Salvadori, i quali notano seri problemi di affidabilità e di stabilità nei rettilinei. Due mesi più tardi tre esemplari spinti dallo stesso propulsore 4.2 V8 della Lotus capace di vincere l’anno prima la 500 Miglia di Indianapolis con Jim Clark vengono schierati alla 24 Ore di Le Mans ma nessuno di questi riesce a tagliare il traguardo.
Shelby e la Mk II
Dopo le delusioni del 1964 Carroll Shelby (ex pilota – vincitore a Le Mans nel 1959 – e noto anche per aver realizzato la mitica AC Cobra) viene chiamato dalla Ford per gestire il progetto GT40 e sviluppa un’evoluzione della sportiva americana – la Mk II – caratterizzata da numerosi miglioramenti tecnici e da un possente motore 7.0 V8.
La rinnovata coupé di Dearborn si rivela subito l’auto da battere nelle corse di durata e si aggiudica la prima gara del Mondiale Sportprototipi – la 2000 km di Daytona – con il britannico Ken Miles (driver che ha contribuito allo sviluppo del veicolo) e lo statunitense Lloyd Ruby.
Alla 24 Ore di Le Mans 1965 Ford tira fuori l’artiglieria pesante con sei esemplari schierati (due Mk II gestire direttamente dall’Ovale Blu, due con un 5.3 V8 e due con un 4.7 V8) e ottiene la pole position con lo statunitense Phil Hill e il neozelandese Chris Amon ma anche in questa occasione nessuna vettura riesce a transitare sotto la bandiera a scacchi.
Il 1966
La Ford GT40 inizia alla grande il Mondiale Sportprototipi 1966 con due successi di Miles e Ruby alla 24 Ore di Daytona (con una Mk II) e alla 12 Ore di Sebring con una X-1, una specie di variante scoperta della supercar di Detroit.

La 24 Ore di Le Mans 1966
Ford si presenta al via della 24 Ore di Le Mans 1966 con otto esemplari di GT40 Mk II – tutti colorati con tinte presenti nella gamma Mustang – dotati di un motore 7.0 V8 da 482 CV.
Tre vetture sono gestite dal team Shelby (una guidata da un equipaggio neozelandese composto da Bruce McLaren e Amon, una con Miles e un altro neozelandese – Denny Hulme (inserito al posto di Ruby, coinvolto in un incidente aereo poche settimane prima) – e una tutta statunitense con Dan Gurney e Jerry Grant), tre dalla scuderia Holman & Moody (una “all-american” con Ronnie Bucknum e Dick Hutcherson, una con l’americano Mario Andretti e il belga Lucien Bianchi e una con lo statunitense Mark Donohue e l’australiano Paul Hawkins) e altre due del team inglese Alan Mann: una guidata dal britannico Graham Hill e dall’australiano Brian Muir (chiamato al posto dell’americano Dick Thompson, squalificato per aver abbandonato la scena di un grave incidente durante le qualifiche) e l’altra dall’inglese John Whitmore e dall’australiano Frank Gardner.
La Ferrari, imbattuta alla 24 Ore di Le Mans dal 1960, risponde con la 330 P3 – dotata di un motore 4.0 V12 a iniezione da 426 CV – ma la situazione a Maranello non è delle migliori: John Surtees, accusato ingiustamente dal direttore sportivo Eugenio Dragoni di spionaggio industriale, dichiara pubblicamente che il responsabile delle corse del Cavallino farebbe di tutto per veder vincere in F1 un pilota italiano. Enzo Ferrari non può fare altro che cacciare il pilota inglese e mettere al suo posto Ludovico Scarfiotti.
Tre gli esemplari schierati: due gestiti dalla Ferrari (uno con Lorenzo Bandini e il francese Jean Guichet, l’altro con Scarfiotti e il britannico Mike Parkes) e una Spyder del team americano NART guidata dallo statunitense Richie Ginther e dal messicano Pedro Rodríguez.
Nelle qualifiche la Ford domina piazzando quattro GT40 nelle prime quattro posizioni: pole position per Gurney/Grant davanti a Miles/Hulme, Whitmore/Gardner e McLaren/Amon.
Henry Ford II dà il via alla gara che inizia subito in salita per Miles, costretto ad andare ai box al primo giro per chiudere la portiera dopo un contatto con Whitmore. Dopo la prima ora tre GT40 (Gurney, Hill e Bucknum) sono al comando mentre dopo quattro ore di corsa la vettura di Miles/Hulme prende la testa davanti a quella di Gurney e alla Ferrari di Rodríguez.
Alla sesta ora inizia a piovere e la Ferrari di Ginther conquista la vetta davanti alle Ford di Miles e Gurney ma durante la notte le P3 cominciano ad avere problemi di surriscaldamento e quella di Scarfiotti/Parkes abbandona la corsa in seguito a un incidente, seguita all’11° ora dalla Spyder.
A metà gara le Ford GT40 stanno dominando la 24 Ore di Le Mans 1966 con quattro Mk II nelle prime quattro posizioni e con altri tre esemplari in quinta, sesta e ottava piazza. Dal muretto chiedono di andare più piano per preservare i motori ma Miles e Gurney continuano a tirare come degli ossessi.
Alla 17° ora si ritira l’ultima Ferrari 330 P3 (quella di Bandini/Guichet) mentre 60 minuti dopo la Ford di Gurney/Grant abbandona per un problema al radiatore mentre si trova al primo posto in classifica.
In casa Ford si comincia a parlare di ordini di scuderia e viene deciso di assegnare la vittoria alla vettura che si trova al comando all’ultimo pit-stop. L’auto di Miles/Hulme è la prescelta ma McLaren e Henry Ford II propongono di fare un arrivo in parata con le tre GT40 in modo da scattare una foto che simboleggi la superiorità dell’Ovale Blu in terra di Francia.
All’ultima curva passa per primo Miles e si fa raggiungere da McLaren, seguito dalla terza Ford GT40 staccata però di 12 giri. Ken Miles arriva primo per pochi centimetri ma la vittoria viene assegnata a Bruce McLaren e a Chris Amon in quanto – partiti quarti anziché secondi – hanno percorso più strada nell’arco di 24 ore.
Ken Miles – deluso dall’esito finale della corsa, anche per via di tutto il lavoro svolto in fase di sviluppo – continua a lavorare per la Ford e scompare due mesi più tardi – il 17 agosto 1966 sul circuito di Riverside, in California – mentre sta testando l’erede della GT40 Mk II. La Casa dell’Ovale Blu conquisterà la 24 Ore di Le Mans anche nei successivi tre anni chiudendo con quattro trionfi consecutivi, la Ferrari – dopo la cocente sconfitta del 1966 – non vincerà mai più la gara di durata più famosa del mondo.
“Le Mans ’66 – La grande sfida”: i protagonisti
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SUV a 7 posti: l’elenco completo (con i prezzi)

Le SUV a 7 posti hanno gradualmente rimpiazzato le monovolume e oggi sono le vetture più desiderate dalle famiglie numerose. Versatilità, spazio e una terza fila di sedili pronta all’uso: queste le caratteristiche principali di queste pratiche crossover.
Di seguito troverete l’elenco completo (con i prezzi) di tutte le SUV a 7 posti in commercio in Italia: tante proposte per tutti i gusti e tutte le esigenze. Scopriamole insieme.
SUV a 7 posti: l’elenco completo (con i prezzi)

Audi
- Q7 7 posti da 76.030 euro

Bentley
- Bentayga 7 posti da 211.016 euro

BMW
- X7 da 104.300 euro

Cadillac
- Escalade 7 posti da 139.969 euro

DFSK
- Glory 580 26.490 euro

Ford
- Explorer da 82.900 euro

Hyundai
- Santa Fe da 56.300 euro

Kia
- Sorento da 49.450 euro

Land Rover
- Defender 110 7 posti da 76.157 euro
- Range Rover LWB 7 posti 152.000 euro

Lexus
- RX L da 80.000 euro

Mercedes
- GLS da 100.758 euro

Peugeot
- 5008 da 36.270 euro

Skoda
- Kodiaq 7 posti da 35.550 euro

Ssangyong
- Rexton 7 posti 57.300 euro

Toyota
- Land Cruiser 5 porte 7 posti 82.450 euro
- Highlander da 57.500 euro

Volkswagen
- Tiguan Allspace 7 posti da 43.665 euro

Volvo
- XC90 7 posti da 78.600 euro
Il mondo Land Rover
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