Moto Guzzi V100 Mandello, orgoglio italiano ben riposto

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La strada che porta per svariati e stretti tornanti da Lecco a Canzo e poi ancora su verso Asso per poi ridiscendere altrettanto stretta verso Onno è baciata per le due ruote e anche per scattare buone immagini. Al pit stop, per farci immortalare in piega tra i tornanti, il collega tedesco, tolto il casco integrale, esclama infatti con un buon accento “What a narrow road!” Ma ce l’avevano detto, in partenza, dallo stabilimento storico Moto Guzzi di Mandello del Lario. Qui le stradine son così, magari non potrete sfruttare tutto l’allungo del motore, però divertimento alla guida assicurato. Perché siam qui per provare la prima vera nuovissima Moto Guzzi, la prima col motore raffreddato a liquido. Perché senza nulla togliere alla V850 o alla V85TT, che col loro migliorato motore a due cilindri raffreddato ad aria restano tra le più godibili e facili del mercato, qui siamo di fronte a un progetto totalmente nuovo, annunciato per il centenario del 1921, festeggiato con un anno di ritardo questo settembre causa covid.

Vista alla scorsa Fiera del motociclico di Milano, a novembre 2021, la V100 Mandello aveva subito intrigato. Per due motivi innanzitutto: il motore compact block sempre a due cilindri a V ma accreditato di 115 CV per 1045 cc di cilindrata, quattro valvole in testa, due alberi a camme comandati da catena frontale e trasmisione con albero a cardano contenuto in un forcellone totalmente nuovo (la V85 ne ha un’ottantina di cavalli) e poi per la tecnologia impiegata. Che, come da filosofia Guzzi, deve essere quanto basta per divertirsi senza eccessi.

E quindi evviva pure la strada verso Asso (nel pomeriggio ci sarà invece quella che da Mandello ti fa fare il giro intorno alla Grigna) per vedere davvero quanto è maneggevole la V100 Mandello (alla prossima! per i curvoni autostradali). E lo vedi e lo provi anche grazie ai passaggi ripetuti davanti ai fotografi: la moto piega che è un piacere, telaio fantastico, puoi pestare sul freno senza patemi (dischi da 320mm, impianto super by Brembo) e riprendere di gas (leggera tendenza al sottosterzo, senza intraversamenti in accelerazione, cornering con nuova centralina elettronica Marelli) nemmeno spalancando (drive by wire e controllo di trazione, voilà) con un ritmo più alto (sulla versione S, quella provata c’è anche il cambio a sei marce col quickshifter, si cambia senza frizione, ottimo dalla terza in poi, un po’ meno efficace sulla nostra moto dalla prima alla seconda) rispetto a una turistica e però meno stressante e violento di una sportiva. L’obiettivo dichiarato di Guzzi è di offrire un compromesso tra una Tourer e una Roadster, per noi una Tourer sportiva, alla fine e comunque compatta e per tutti, a partire dall’altezza della sella di 81,5 cm, buona statisticamente per il 90 per cento della popolazione. Vero, perché il sottoscritto, alto 1,74 a misurazione da militare, lì sopra ci stava benone, toccando terra benissimo (non come su altre che fai fatica con la punta di un piede e ti sembra di governare un mammuth o una cabina del telefono su due ruote).

La pausa serve pure per ammirare la linea della Guzzi: filante senza essere arcigna, col faro che disegna frontalmente il motivo dell’aquila ad ali spiegate, cupolino che si può regolare elettricamente per ridurre la forza dell’aria sul pilota fimo al 22% e aerodinamica attiva (unicità!), ovvero appendici ai lati del serbatoio che si aprono per migliorare protezione, penetrazione e carico. La linea laterale è filante con un foro all’estremità della sella per aggangiare, senza bisogno di telaietti aggiuntivi, le borse per i viaggi, disegnate da Guzzi in esclusiva per questa moto. Il motore ha le teste in controcolore, e dal bianco al rosso fino al verdone della Mandello S, la V100 si offre alla vista come un prodotto particolare, che si fa notare.

E infatti, intanto, che siamo fermi altri si fermano, due motociclisti in sella a due ruote molte lontane da Guzzi e poi addirittura un ciclista. Commento comune: ah che bella! E poi ovviamente giù domande, su come va, potenza… etc etc. E il ciclista aggiunge: sono fiero di essere italiano quando vedo una Guzzi. E sottovoce mi chiede: ma quelli lì con voi sono crucchi? Certo colleghi della stampa tedesca. E che ne dicono? Per ora soltanto bene! Eh ci mancherebbe!!

Pronti via, si riparte, il motore è bellicoso, ha qualche vibrazione indomita dovuta alla conformazione del V a 90°, ma spinge che è un piacere e consuma poco (non siamo stati precisi per dimenticanza, ma fa più di venti km di sicuro con un litro). Si hanno a disposizione peraltro quattro modalità di guida: Pioggia, Sport, Turismo e Strada: la Turismo ci è sembrata la più equilibrata e rotonda, la Sport un po’ ruvida, la Pioggia per fortuna non abbiamo dovuto testarla.

I prezzi ci sembrano giusti in rapporto alla bontà del progetto e delle dotazioni: 15.499 euro per la base e 17.999 per la Mandello S (meglio equipaggiata, Ohlins al retrotreno per esempio).

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