Pulire a mano l’auto senza rovinarla: consigli utili

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Mantenere l’auto sempre pulita, sia all’interno che all’esterno, è molto importante sia per l’aspetto generale della vettura, sia per igienizzare l’abitacolo e mantenerlo in ordine. Non sempre però è così semplice, a volte per mancanza di tempo, altre a causa delle condizioni climatiche e meteo (se piove o nevica la carrozzeria si sporca, i tappetini si bagnano o addirittura si riempiono di fango) altre ancora non si ha voglia o non si sa come procedere al meglio. Se si decide di adottare una procedura di lavaggio a mano fai da te, allora è bene seguire questi consigli. L’operazione sembra semplice, è vero, ma è sempre bene fare attenzione, per ottenere ottimi risultati e evitare di graffiare o rovinare la macchina, usando anche i prodotti adeguati.

Pulizia dell’auto fai da te, i primi consigli indispensabili

Due consigli assolutamente indispensabili per la pulizia dell’auto fai date sono: lavare la macchina sempre e solo all’ombra e usare due secchi (con acqua pulita e sporca). Il lavaggio a mano della vettura infatti sembra un’operazione molto semplice, ed effettivamente lo è, ma servono comunque degli accorgimenti. Per esempio, se non si hanno due secchi a disposizione, si potrebbe rischiare di rigare la carrozzeria con i residui di sporco che rimangono nel panno o nell’acqua. O ancora, usare i migliori prodotti per la detersione, come detersivi appositi e panni morbidi (preferibilmente in microfibra) garantisce un risultato ottimale. Anche il panno in pelle sintetica è un buono strumento, serve per evitare di lasciare aloni durante l’asciugatura. Le operazioni di lavaggio a mano dell’auto dovrebbero essere effettuate preferibilmente su un’area piana, in cemento e, come abbiamo detto, all’ombra. Questo eviterà che il sole asciughi troppo in fretta la carrozzeria, lasciando fastidiosissimi segni e aloni. La pulizia dovrebbe essere fatta ogni 10-15 giorni.

Pulire l’auto a mano, i preparativi

Prima di eseguire il lavaggio dell’auto è bene preparare ogni cosa, in modo da avere tutto a portata di mano e procedere con ogni passaggio in maniera ottimale, riducendo anche il tempo necessario alle operazioni. Operare più velocemente diminuisce anche il rischio di formare difetti sul veicolo, che poi vengono rimossi a fatica o necessitano addirittura di altre operazioni specifiche, quali ad esempio la lucidatura.

Pulire a mano l’auto senza rovinarla, a cosa fare attenzione

Di seguito riassumiamo tutti i nostri suggerimenti per una pulizia dell’auto fai da te, evitando di rovinare o graffiare la carrozzeria o altri elementi della vettura:

  • inizialmente serve lavare la macchina con un getto d’acqua adeguato, per eliminare lo sporco, che potrebbe rigare la vernice;
  • non insistere mai con il getto vicino alla capote, se presente;
  • il lavaggio deve cominciare dal basso, parti inferiori della vettura e cerchioni, che solo le zone più difficili da pulire. Per questo è bene usare una spazzola delicata o una spugna;
  • insaponare tutta l’auto con il guanto in microfibra, immergendo nel primo secchio e usando movimenti rotatori delicati;
  • il guanto deve essere risciacquato spesso nel secondo secchio di acqua pulita, per evitare di spargere lo sporco in altri punti della carrozzeria e di rovinare l’auto;
  • insaponare e risciacquare la vettura sezione per sezione, procedere subito al risciacquo di ogni piccola zona con la canna dell’acqua, per non far seccare il sapone e creare macchie;
  • infine procedere con l’asciugatura, che dovrebbe essere eseguita con un panno in pelle sintetica, per evitare aloni;
  • se dovessero rimanere residui di calcare o acqua, procedere con un panno in microfibra.

Ora la vostra auto è pulita, splendida e lucente. Per una detersione completa aspirate la tappezzeria e i sedili, pulite gli elementi interni e i vetri.

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Auto elettriche: tutti i modelli in commercio (e i loro prezzi)

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Le auto elettriche sono le vetture più ecologiche in commercio ma non sono veicoli adatti a tutti: costano tanto, percorrono ancora – salvo alcune eccezioni virtuose – pochi chilometri con un “pieno” di energia e necessitano di lunghi tempi di ricarica. Sono invece la soluzione ideale per chi ha un box e un contratto di fornitura dell’energia ottimizzato per la ricarica domestica e per gli amanti dell’ambiente che non hanno problemi di budget e che non fanno molta strada.

Auto elettriche: gli incentivi

Tutte le auto elettriche con un prezzo di listino fino a 61.000 euro beneficiano di un incentivo di 4.000 euro (una cifra che sale a 6.000 euro in caso di rottamazione). Sono esclusi quindi dall’Ecobonus i modelli Audi, Jaguar, Mercedes, Porsche e Toyota più tutte le Tesla tranne la Model 3 a trazione posteriore e la Long Range.

I mezzi a batteria accedono anche gratuitamente nelle ZTL, ricevono sconti sul pagamento del bollo (o addirittura esenzioni) e possono parcheggiare gratis nelle zone di sosta a pagamento e nei posti residenti.

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Auto elettriche: autonomia e batteria

L’autonomia delle auto elettriche dipende molto dalla temperatura esterna (più fa freddo meno strada si percorre) e dallo stile di guida: bisogna evitare ad esempio le accelerazioni brusche, le andature poco costanti, le velocità elevate e le salite (anche se va detto che in discesa si recupera molta carica).

Tendenzialmente più la batteria è grande migliore è l’autonomia: le Tesla Model X e Model S montano ad esempio un accumulatore da 100 kWh e quest’ultima, non a caso, è il mezzo che percorre più strada con una carica (fino a 632 km dichiarati per la variante Long Range).

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Auto elettriche: ricarica e tempi

La ricarica di un’auto elettrica può essere effettuata in casa, in ambienti privati o su suolo pubblico. I tempi dipendono dalla capacità della batteria (più kWh ci sono più dura il “rifornimento”) e dalle modalità di ricarica (esistono quelle lente e quelle veloci).

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Auto elettriche: i connettori

I connettori di ricarica più comuni per auto elettriche sono la spina Mennekes (tipo 2) per il caricamento in corrente alternata e la spina CCS che permette anche la ricarica veloce in corrente continua. Senza dimenticare i connettori proprietari usati da alcune Case.

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Auto elettriche: i consumi

La batteria, come abbiamo visto, è importante per l’autonomia ma anche la capacità di consumare poca energia durante la marcia aiuta. Come per le vetture tradizionali il peso ridotto contribuisce ad aumentare le percorrenze: le tre citycar elettriche “gemelle” Volkswagen e-up!, Skoda Citigoe IV e Seat Mii electric sono ad esempio tra le elettriche più parsimoniose con un consumo dichiarato di 12,9 kWh ogni 100 km.

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Auto elettriche e neopatentati: potenza di picco e potenza omologata

Molte auto elettriche possono essere guidate dai neopatentati anche se hanno più di 95 CV (70 kW). Questo perché la voce P2 della carta di circolazione – quella che sulle vetture tradizionali indica la potenza – dei modelli a batteria non segna la potenza di picco bensì la potenza omologata (cioè quella erogabile e mantenibile per almeno 30 minuti).

Tra le vetture a emissioni zero guidabili da chi ha conseguito la patente da meno di un anno troviamo tutti i modelli Hyundai, Renault, Seat, Skoda e Smart e la Volkswagen e-up!.

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Auto elettriche: c’è anche l’idrogeno

Anche le vetture a idrogeno – l’unica attualmente in commercio nel nostro Paese è la Toyota Mirai – sono auto elettriche: montano un motore elettrico come le EV “tradizionali” e non rilasciano emissioni inquinanti (l’unico prodotto di scarto è l’acqua che viene espulsa attraverso il tubo di scappamento).

A differenza delle elettriche non vanno attaccate alla spina: “basta” – si fa per dire visto che c’è un solo distributore aperto al pubblico in Italia e si trova a Bolzano – fare il pieno di idrogeno (sotto forma di gas). L’idrogeno e l’ossigeno contenuto nell’aria arrivano fino alle celle a combustibile dove – attraverso una reazione chimica senza combustione – vengono generate elettricità e acqua. La prima alimenta il motore, la seconda viene espulsa.

Di seguito troverete l’elenco completo di tutte le auto elettriche in commercio: non abbiamo preso in considerazione i veicoli commerciali in quanto immatricolabili esclusivamente come autocarro.

Auto elettriche: l’elenco completo

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Audi

  • e-tron 50 313 CV da 73.100 euro
  • e-tron 55 408 CV da 85.100 euro
  • e-tron SPB 50 313 CV da 75.400 euro
  • e-tron SPB 55 408 CV da 87.400 euro

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BMW

  • i3 170 CV da 40.600 euro
  • i3 s 184 CV da 44.400 euro

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DS

  • DS 3 Crossback E-Tense 136 CV da 39.600 euro

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Hyundai

  • Ioniq Electric 136 CV da 41.200 euro
  • Kona EV 39 kWh 136 CV 38.300 euro
  • Kona EV 64 kWh 204 CV da 43.300 euro

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Jaguar

  • I-Pace 400 CV da 82.460 euro

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Mercedes

  • EQC 408 CV da 76.839 euro

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Mini

  • Mini Cooper SE 184 CV da 33.900 euro

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Nissan

  • Leaf 40 kWh 150 CV da 36.700 euro
  • Leaf e+ 218 CV da 44.775 euro
  • e-NV200 Evalia 109 CV da 45.460 euro

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Opel

  • Corsa-e 136 CV da 30.800 euro

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Peugeot

  • e-208 136 CV da 33.600 euro
  • e-2008 136 CV da 38.050 euro

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Porsche

  • Taycan 4S 435 CV 111.636 euro
  • Taycan Turbo 680 CV 159.338 euro
  • Taycan Turbo S 761 CV 193.498 euro

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Renault

  • Zoe R110 109 CV da 25.900 euro (noleggio batterie escluso)
  • Zoe R135 CV 136 CV da 27.700 euro (noleggio batterie escluso)
  • Kangoo Maxi Combi Z.E. 40.083 euro

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Seat

  • Mii electric 83 CV 23.250 euro

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Skoda

  • Citigoe IV 83 CV da 22.300 euro

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Smart

  • fortwo EQ 82 CV da 25.027 euro
  • fortwo cabrio EQ 82 CV da 28.394 euro
  • forfour EQ 82 CV da 25.649 euro

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Tesla

  • Model 3 RWD 287 CV 50.480 euro
  • Model 3 Dual Motor 351 CV 57.920 euro
  • Model 3 Performance 462 CV 64.590 euro
  • Model S Long Range 423 CV 89.880 euro
  • Model S Performance 613 CV 106.680 euro
  • Model X Long Range 423 CV 95.380 euro
  • Model X Performance 680 CV 111.880 euro

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Toyota

  • Mirai (idrogeno) 154 CV 78.750 euro

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Volkswagen

  • e-up! 83 CV 23.350 euro
  • e-Golf 136 CV 32.950 euro

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Volvo

  • XC40 Recharge 59.600 euro

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Bentley Bacalar: l’esclusiva roadster inglese

Saranno solo 12, già tutti venduti, gli esemplari che Bentley produrrà (artigianalmente) della nuova Bacalar.

Caratterizzata dall’esclusiva carrozzeria in stile ‘barchetta’ e esteticamente ispirata alla concept car Bentley EXP 100 GT, sarà la versione rodaster a due posti secchi della Continental GT Convertible. Tra i segni di riconoscimento troviamo anche i cerchi in lega dedicati da 22 pollici di diametro, le componenti della carrozzeria in alluminio e fibra di carbonioe una sola tinta per la carrozzeria in Yellow Flame finitura metallica per la quale è usata la cenere dei gusci di riso.

L’abitacolo della Bentley Bacalar sfoggia rivestimentiin pelle Khamun e Alcantara, con rifiniture in lana naturale Wilton di origine britannica e inserti della plancia in Riverwood invecchiato di 5.000 anni . Senza contare, poi, altri dettagli in titanio anodizzato scuro, bronzo scuro metallizzato e titanio nero notte.

La nuova Bentley Bacalar è spinta dal motore a benzina 6.0 TSI W12 biturbo da 660 CV di potenza e 900 Nm di coppia massima, abbinato sia alla trazione integrale permanente che al cambio automatico a doppia frizione ed otto rapporti. Infine, la dotazione di serie comprende anche il set di bagagli Schedoni anch’essi su misura.

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Bugatti Chiron Pur Sport: più leggera e aggressiva

Bugatti ha svelato una nuova inedita versione della Chiron denominata Pur Sport’. Questa limited edition dell’hypercar francese verrà prodotta in solo 60 esemplari, ognuno dei quali costerà 3 milioni di euro, tasse escluse.

Stesso motore ma più ‘tirato’

Il powertrain della nuova Bugatti Chiron Pur Sport rimane il W16 da 1.500 CV della Chiron ‘standard’ ma estende la zona rossa del contagiri fino a 6.900 giri (+150 giri), grazie a importanti modifiche alla trasmissione dotata di nuovi ingranaggi che consentono dei rapporti più corti.

Cura dimagrante

Ma soprattutto la nuova Bugatti Chiron Pur Sport è stata sottoposta a una cura dimagrante che ne ha fatto scendere il peso sotto le due tonnellate, fcon 1.976 kg. 16 dei kg sono persi grazie ai nuovi cerchi ultraleggeri in magnesio, il cui contribuisce a migliorare anche l’aerodinamica e gli altri 3 kg in meno derivano invece dai freni in magnesio con nuovi dischi e pasticche in titanio.

Segni di riconoscimento

Fuori la Bugatti Chiron Pur Sport si fa riconoscere i vari elementi della carrozzeria in fibra di carbonio a vista, mentre il paraurti frontale è dotato di prese d’aria maggiorate e il diffusore posteriore è stato ridisegnato, oltre a integrare due nuovi terminali di scarico in titanio, stampati in 3D. Ma la novità più vistosa è il grande alettone posteriore da 1,90 metri di larghezza, che non solo aiuta a migliorare l’aerodinamica della Chiron Pur Sport ma le da anche un look molto più aggressivo.

Interni

L’abitacolo della Bugatti Chiron Pur Sport è rivestito quasi completamente in Alcantara, presente non solo sui sedili, ma anche sul volante, sul pavimento e sulla parte interna dei pannelli delle portiere. Anche dentro non manca la fibra di carbonio che riveste il tunnel centrale, la cornice del quadro strumenti e le portiere. La denominazione Pur Sport è inoltre presente, ben in vista, sullo sportellino del serbatoio, sui poggiatesta dei sedili e sulle sezioni laterali del tunnel centrale.

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Gomme runflat, cosa sono: vantaggi e svantaggi

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Gli pneumatici runflat sono una particolare categoria di gomme auto nata negli anni Ottanta dalla Casa Bridgestone. La grande qualità che li contraddistingue da tutti gli altri pneumatici è il fatto che, in caso di foratura con perdita di pressione, le runflat non si appiattiscono sull’asfalto come le gomme classiche, ma riescono a sostenere il peso dell’auto, si deformano leggermente, ma permettono di raggiungere il più vicino gommista senza fare danni ulteriori. Questo è possibile grazie ai rinforzi interni alle spalle laterali, che quindi sono più rigide e resistenti. Un effetto collaterale però lo hanno: infatti gli pneumatici runflat sono meno confortevoli e oltretutto sono più soggetti a danni dovuti a urti.

Pneumatici runflat, perché sceglierli: tutti i vantaggi

Questa tipologia di gomme è molto comoda nel caso di foratura, bucare infatti è una delle seccature più pesanti per un automobilista, e può essere anche molto pericoloso quando avviene all’improvviso e mentre si guida a velocità sostenuta. Per non parlare del cambio della gomma, magari al lato della strada, mettendosi in una posizione in cui si rischia di essere investiti e soprattutto dovendo utilizzare attrezzi sconosciuti alla maggior parte degli automobilisti.

Ecco perché sono comodi gli pneumatici runflat in questi casi, si può inoltre evitare di avere una ruota di scorta nel bagagliaio (che consente un buon risparmio) e soprattutto danno la possibilità di raggiungere un gommista che si occupi del cambio gomma dopo la foratura, senza deformarsi e sgonfiarsi completamente in poco tempo, reggendo il peso dell’auto.

Riassumendo quindi i vantaggi delle gomme runflat:

  • si possono percorrere senza alcun problema 20 o 30 km per raggiungere il gommista più vicino, alla velocità massima di 80km/h;
  • si può lasciare l’auto parcheggiata con la gomma forata e poi riprendere la marcia, non c’è un limite di tempo entro cui bisogna necessariamente procedere al cambio gomme;
  • non avere la ruota di scorta permette di risparmiare spazio nel bagagliaio;
  • anche il peso dell’auto ne beneficia, visto che si riduce, non essendo necessaria la ruota di scorta e nemmeno gli attrezzi per la sostituzione, come chiave e cric.

Gomme runflat: alcuni svantaggi

Come abbiamo detto, questa tipologia particolare di gomme ha una struttura unica, i rinforzi interni rendono gli pneumatici più rigidi, quello che ne consegue però è un comfort minore, soprattutto nei tratti di strada sconnessi. Inoltre, dopo la foratura, non possono essere riparati, ma devono essere assolutamente sostituiti. Dal punto di vista economico quindi sono sicuramente più dispendiosi, in Italia costano anche fino al 20% in più rispetto a tutte le altre tipologie di gomme.

Un’altra cosa importante da sapere è che le gomme runflat necessitano di cerchioni specifici, che servono per assicurare il funzionamento corretto nel caso di foratura. Questi devono essere dotati di risalti speciali (Extendend Hump o Extended Hump+) collocati all’interno del canale della ruota necessari a trattenere il tallone della gomma. I cerchi non si devono deformare in caso di urti e oltretutto le auto che montano gomme runflat devono essere dotate di sensori che rilevino la pressione delle gomme e avvisino il guidatore il caso di foratura.

Altri svantaggi di questa tipologia di pneumatici rispetto a quelli classici:

  • sono più costosi da acquistare;
  • anche il montaggio e lo smontaggio sono più cari, sono infatti necessarie speciali attrezzature;
  • sono più rigidi e meno confortevoli alla guida;
  • devono essere sostituiti dopo una foratura, non solo la gomma buca, ma anche l’altra che si trova sullo stesso asse, per avere due pneumatici con lo stesso livello di usura.

Chiunque decida di passare da pneumatici normali a runflat dovrebbe far controllare la regolazione delle sospensioni da un professionista esperto e dalla Casa produttrice.

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Promozioni auto marzo 2020: le occasioni del mese

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Anche a marzo 2020 – “grazie” a un mercato in crisi – è possibile approfittare di promozioni auto molto interessanti.

Gli sconti più corposi del mese riguardano soprattutto SUV compatte e vetture italiane anche se non mancano modelli di altri segmenti e di altre nazioni. Scopriamoli insieme.

Promozioni auto marzo 2020: le occasioni del mese

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Abarth 595

2.900 euro: è questo lo sconto (da 20.900 a 18.000 euro) previsto dalle promozioni Abarth di marzo 2020 sulla 595 “base”.

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Alfa Romeo Giulietta

Proseguono anche a marzo 2020 le promozioni Alfa Romeo che permettono di comprare la Giulietta “entry level” – la 1.4 Turbo – con 18.900 euro anziché 24.600. La cifra può scendere a 16.900 euro se si aderisce al finanziamento contributo Prezzo (TAN fisso 6,45% salvo arrotondamento rata, TAEG 9,88%): anticipo di 5.020 euro e 60 rate mensili da 249 euro.

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Audi A6 Avant

L’Audi A6 Avant 40 TDI Business quattro costa ufficialmente 60.150 euro ma grazie alle promozioni di marzo 2020 della Casa tedesca bastano 52.915,52 euro per acquistarla. L’offerta comprende l’estensione di garanziaAudi Extended Warranty” di un anno/60.000 km ed è valida esclusivamente in caso di permuta di una vettura di proprietà da almeno tre mesi e se si aderisce al finanziamento Audi Financial Services (TAN fisso 3,49%, TAEG 4,11%): anticipo di 17.342,30 euro, 35 rate da 379 euro e una maxirata finale da 25.844,04 euro.

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Cupra Ateca

Le promozioni Cupra di marzo 2020 consentono di comprare la Ateca con 37.900 euro (anziché 44.665). L’offerta è valida solo per vetture in stock e comprende una garanzia aggiuntiva di 2 anni o 40.000 km mentre il finanziamento abbinabile (TAN fisso 3,99%, TAEG 4,72%) prevede un anticipo di 8.388 euro, 35 rate da 299 euro e una maxirata finale di 22.142,63 euro.

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Dacia Duster

A marzo 2020 la Dacia Duster “base” – la 1.0 TCe Access – costa 11.100 euro invece di 12.400. Uno sconto di 1.300 euro ottenibile solo se si aderisce al finanziamento (TAN fisso 4,99%, TAEG 6,56%): anticipo zero, 60 rate da 150,03 euro e una maxirata finale da 5.084 euro.

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DR dr Evo5

Per tutto il mese di marzo 2020 la DR dr Evo5 è offerta con uno sconto di 2.000 euro (da 14.900 a 12.900 euro). Una promozione valida per un numero limitato di autovetture e abbinabile esclusivamente a un finanziamento (TAN fisso 7,98%, TAEG 9,54%): 96 rate da 186,50 euro.

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Land Rover Range Rover Evoque

La Land Rover Range Rover Evoque mild hybrid diesel più economica in listino – la 2.0D 150 CV AWD – con l’aggiunta dello Smartphone pack (Android Auto, Apple CarPlay e InControl Apps) e dei vetri posteriori oscurati costa ufficialmente 46.063 euro ma grazie alle promozioni di marzo 2020 della Casa britannica sono sufficienti 42.750 euro per acquistarla.

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Mercedes GLE

Grazie al leasing myDrivePass (36 mesi/60.000 km, TAN fisso 4,90%, TAEG 5,49%) a marzo 2020 la Mercedes GLE 300 d Sport è offerta con uno sconto di 4.000 euro (da 72.947 euro a 68.947 euro). Anticipo di 17.550 euro, 35 canoni da 590 euro e un riscatto finale di 37.277 euro.

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Mitsubishi Space Star

La Mitsubishi Space Star è scontata a marzo 2020: la versione “base” della piccola giapponese – la 1.0 Invite – costa 8.750 euro incece di 12.860 in caso di rottamazione. Una cifra che può scendere ulteriormente (7.950 euro) se si aderisce al finanziamento EcoShock (TAN fisso 6,83%, TAEG fisso 9,50%): anticipo zero e 72 rate mensili da 150,50 euro.

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Seat Leon

La Seat Leon verrà presto rimpiazzata da un nuovo modelloMarzo è quindi il mese migliore per approfittare delle promozioni sulla versione “base” attualmente in listino: la 1.0 TSI Style si porta a casa con 17.400 euro (invece di 22.550). Un’offerta valida solo su vetture in stock e abbinabile esclusivamente al finanziamento (TAN fisso 3,99%, TAEG 5,34%): anticipo di 3.366,80 euro, 35 rate mensili da 149 euro e una maxirata finale da 10.275,35 euro. Il tutto con una garanzia aggiuntiva di 2 anni o 40.000 km.

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AC Cobra MK IV (1987): frutto della passione

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La AC Cobra MK IV – nata nel 1983 e commercializzata ufficialmente in Italia tra il 1987 e il 1992 – è il frutto della passione di un uomo (Brian Angliss) che negli anni ‘80 del XX secolo decise di far rinascere una leggenda dell’automobilismo. Questa spider britannica – introvabile nel nostro Paese – si trova abbastanza facilmente nel Regno Unito e le sue quotazioni si aggirano intorno ai 130.000 euro.

AC Cobra MK IV (1987): le caratteristiche principali

La AC Cobra MK IV prende vita ufficialmente all’inizio degli anni ‘80 quando il britannico Brian Angliss – proprietario della Autokraft (azienda specializzata nel restauro, nella fornitura di ricambi e nella creazione di repliche della mitica sportiva inglese nata nel 1962 grazie a Carroll Shelby) – decide di produrre un’evoluzione di questa vettura.

L’auto – chiamata inizialmente Autokraft MK IV – debutta nel 1983 (15 anni dopo l’addio alle scene della 427) e cambia nome in AC Cobra MK IV tre anni più tardi, quando Angliss insieme a Ford acquista il marchio AC dai vecchi proprietari.

La scoperta inglese conquista molti clienti nostalgici, attirati dal design esterno aggressivo (molto simile a quello delle serie precedenti). Meno convincenti gli interni – con una plancia troppo moderna – e le prestazioni.

Nel 1992 Angliss acquista le quote di Ford ma quattro anni dopo è costretto a cedere l’attività alla Pride Automotive.

AC Cobra MK IV (1987): la tecnica

La AC Cobra MK IV sbarca ufficialmente nei listini italiani nel 1987: sospensioni a quattro ruote indipendenti, quattro freni a disco e un motore 4.9 V8 Ford da 238 CV non particolarmente brioso.

Questo modello abbandona le scene nel 1989, rimpiazzato due anni più tardi dalla versione Lightweight, più leggera di un centinaio di chili e con un propulsore più potente (308 CV) sotto il cofano.

AC Cobra MK IV (1987): le quotazioni

La AC Cobra MK IV è introvabile in Italia mentre è possibile rintracciare nel Regno Unito alcuni esemplari – marchiati Autokraft o AC – che costano circa 130.000 euro.

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Skoda Octavia RS iV: sportiva e ibrida plug-in

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La Skoda Octavia RS iV è la variante più sportiva della quarta generazione della berlina ceca: una “segmento D” ibrida plug-in (ossia ricaricabile attraverso una presa di corrente) disponibile in due varianti di carrozzeria (cinque porte e Wagon).

Skoda Octavia RS iV: il motore

Il motore della Skoda Octavia RS iV è un 1.4 TSI turbo benzina Euro 6d abbinato a un’unità elettrica integrata nel cambio automatico DSG  a doppia frizione a sei rapporti in grado di generare una potenza totale di 245 CV e una coppia di 400 Nm. Il tutto con emissioni medie di CO2 di circa 30 g/km.

La batteria agli ioni di litio da 13 kWh e 37 Ah collocata nel bagagliaio toglie spazio alle valigie (il vano della berlina ha una capienza di 450 litri, la Wagon risponde con 490 litri) e al serbatoio (40 litri, cinque in meno delle varianti termiche tradizionali), offre un’autonomia fino a 60 km a emissioni zero e può essere caricata con una presa domestica o un wall-box attraverso la presa collocata nella parte anteriore sinistra della fiancata.

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Skoda Octavia RS iV: il design

Facile distinguere esteticamente una RS iV da una Skoda Octavia “normale”: la grintosa segmento D esteuropea presenta numerose componenti in nero lucido (calandra, air-curtains anteriori, diffusore posteriore e appendici aerodinamiche). La berlina monta uno spoiler nero sul bordo del cofano posteriore mentre la Wagon è dotata di uno spoiler ampliato in tinta con la carrozzeria che prosegue la linea del tetto.

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Skoda Octavia RS iV: gli interni

Nell’abitacolo della Skoda Octavia RS iV – contraddistinto da un ambiente nero – spiccano il volante multifunzionale in pelle con logo vRS e paddle per i comandi del cambio DSG, i sedili sportivi ad alto contenimento con appoggiatesta integrato rivestiti da tessuto nero, gli inserti decorativi RS, la pedaliera in metallo e le cuciture a contrasto rosse o argento su sedili, volante, appoggiatesta e inserto decorativo in plancia.

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Skoda Octavia RS iV: la dotazione di serie

La dotazione di serie della Skoda Octavia RS iV comprende – tra le altre cose – i cerchi in lega da 18”, i fendinebbia LED specifici, le pinze freno verniciate in rosso, lo sterzo progressivo e lo specifico set up delle sospensioni.

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Skoda Octavia RS iV: gli optional

Tra gli optional più interessanti disponibili sulla Skoda Octavia RS iV segnaliamo i cerchi in lega da 19” e i sedili Ergo con rivestimento in Alcantara e pelle e possibilità di regolazioni ampliate.

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Skoda Octavia RS iV: la gamma ibrida

La RS iV non è l’unica Skoda Octavia elettrificata. La gamma ibrida della quarta generazione della berlina ceca comprende infatti altre tre varianti a doppia alimentazione benzina/elettrica: una plug-in iV (1.4 TSI da 204 CV) e due mild hybrid TSI 48V e-TEC (1.0 tre cilindri da 110 CV e 1.5 da 150 CV).

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Porsche 911 Turbo S: le foto, i dati, i prezzi e le rivali

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La nuova Porsche 911 Turbo S è – per il momento – la variante più “cattiva” della 992: disponibile nelle varianti Coupé e Cabriolet, arriverà in Italia a maggio 2020.

Di seguito troverete le foto, i dati, i prezzi e le rivali della Porsche 911 Turbo S, l’ultima evoluzione dell’ottava generazione della leggendaria supercar tedesca.

Porsche 911 Turbo S: il motore

Il motore della Porsche 911 Turbo S è un 3.8 boxer a sei cilindri biturbo benzina da 650 CV e 800 Nm di coppia abbinato a un cambio automatico PDK a doppia frizione a otto rapporti. Il sistema di trazione integrale può trasferire fino a 500 Nm di coppia sulle ruote anteriori.

Le prestazioni? Pazzesche. 330 km/h di velocità massima, “0-100” in 2,7 secondi e “0-200” in 8,9 secondi.

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Nuova Porsche 911 Turbo S: il design

Sezione anteriore con prese d’aria più larghe, spoiler frontale ridisegnato ed estendibile pneumaticamente e – nel posteriore – terminali di scarico rettangolari con finitura nera lucida: sono questi gli elementi di design più interessanti presenti sulla nuova Porsche 911 Turbo S.

Il sistema aerodinamico attivo include alette di ventilazione attive nella sezione anteriore e un’ala posteriore più grande che consente di ottimizzare ulteriormente la deportenza, la scocca è più larga di 4,5 sull’asse anteriore (1,84 metri) e di 2 cm su quello posteriore (1,90 metri) mentre la carreggiata è più larga di 4,2 cm davanti e di 1 cm dietro.

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Porsche 911 Turbo S: gli interni

Gli interni della nuova Porsche 911 Turbo S sono interamente in pelle con inserti in fibra di carbonio abbinati a dettagli in tinta Light Silver. Nell’abitacolo della supercar di Zuffenhausen troviamo anche sedili sportivi regolabili a 18 vie con impunture che omaggiano la prima 911 Turbo, il volante sportivo GT, il pacchetto Sport Chrono con la nuova app integrata Porsche Track Precision e l’impianto audio Bose Surround Sound.

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Pneumatici diversi

Per la prima volta nella storia la Porsche 911 Turbo S presenta pneumatici di dimensioni diverse: 255/35 con cerchi da 20” all’anteriore e 315/30 con cerchi da 21” al posteriore.

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Porsche 911 Turbo S: gli optional

Tra gli optional più sfiziosi presenti nel listino della nuova Porsche 911 Turbo S troviamo il telaio sportivo ribassato di 1 cm con sistema PASM di regolazione elettronica degli ammortizzatori e l’impianto di scarico con alette regolabili.

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Porsche 911 Turbo S: i prezzi e le rivali

Porsche 911 Turbo S Coupé 224.527 euro
Nissan GT-R Nismo 210.800 euro

Porsche 911 Turbo S Cabriolet 238.435 euro

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Autovelox fissi, come capire quando sono attivi

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Gli autovelox sono tra gli strumenti più antichi e più diffusi per rilevare a distanza la velocità di percorrenza delle auto. Possiamo distinguere i dispositivi in mobili e fissi, i primi vengono montati su cavalletto o sulle auto della Polizia e vengono presidiati sempre da una pattuglia che ne verifica il funzionamento corretto. Quelli fissi invece sono posizionati ai bordi della strada e protetti solitamente da un box colorato; funzionano automaticamente, senza il bisogno di una pattuglia della Polizia.

Come funzionano gli autovelox fissi

Un autovelox fisso non si troverà mai in città, infatti nei centri urbani è vietato fare multe per eccesso di velocità con controlli elettronici senza fermare l’automobilista all’istante e quindi dargli la possibilità di contestare eventualmente la sanzione ricevuta. Invece al di fuori dei centri urbani è consentita la contestazione differita, ovvero il controllo della velocità con successivo invio della multa a casa dell’automobilista.

L’autovelox fisso ha le seguenti caratteristiche:

  • funziona anche senza una pattuglia della Polizia;
  • può controllare le contravvenzioni in modo autonomo e automatico;
  • può trovarsi solo fuori dai centri urbani.

Autovelox fissi: quando sono valide le multe

Perché le multe con autovelox fissi siano valide, è necessario che i dispositivi siano segnalati con un cartello stradale che avvisi anticipatamente i conducenti che percorrono quel tratto di strada. Tra la segnaletica di avviso e la postazione di controllo della velocità non ci possono essere più di 4 km di distanza. Nel caso in cui ci siano svincoli o intersezioni, allora il segnale deve essere ripetuto opportunamente.

Oltretutto, il Codice della Strada considera fonti di prova tutte le apparecchiature debitamente omologate dal Ministero dei Trasporti, che possono essere utilizzabili senza operatori (agenti) di Polizia Stradale. Questo significa che gli accertamenti automatici delle violazioni per eccesso di velocità sono effettuati correttamente solo se eseguiti con apparecchiature con specifica omologazione per questo utilizzo. Un’altra cosa molto importante è che gli autovelox fissi devono essere controllati e tarati almeno ogni anno, la data della taratura deve rientrare nel verbale, pena la nullità dello stesso.

Quando funzionano gli autovelox fissi?

Già da qualche anno è aperta la polemica sul fatto che spesso troviamo i box, ai margini della strada, contenenti anche autovelox non funzionanti. Secondo la Legge questi non possono essere considerati a norma e dovrebbero essere eliminati, potendo rappresentare anche un pericolo molto serio per la circolazione stradale. Inoltre, all’interno delle città, come abbiamo già specificato, non possono essere usati; alcuni Comuni li usano ugualmente nei centri urbani, ma i controlli non possono essere considerati validi. Sono gli organi di Polizia oggi a doversi occupare di provvedere all’impiego regolato, segnalato e presidiato degli strumenti, nel caso in cui manchi l’idoneità prefettizia riconosciuta all’accensione in modalità automatica.

Altra pecca di cui siamo a conoscenza oggi è che purtroppo tanti box installati a bordo strada in realtà sono vuoti al loro interno, privi del sistema di rilevamento della velocità di percorrenza delle auto di passaggio, non nascondono alcuno strumento di controllo elettronico. La Direttiva Minniti impone l’obbligo di utilizzo di cartelli luminosi che servono a segnalare la presenza di autovelox. È ovvio che, anche nel caso in cui vediamo un segnale con la scritta luminosa “autovelox attivo”, se le luci sono spente, allora non può essere elevata la contravvenzione. Questo per l’obbligo di trasparenza a cui deve sottostare la Pubblica Amministrazione, che non può trarre in inganno gli automobilisti in alcun modo.

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