Valentino Rossi, un’altra occasione sprecata?

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Non è tanto una questione “ha fatto bene” o “ha fatto male”. Poteva fare semplicemente meglio, Valentino: soprattutto alla luce della sua età, della sua grande esperienza e del suo smisurato talento. Tenere separati i rapporti professionali da quelli personali – come ha detto di voler fare, giustificando il suo comportamento – non vuol dire necessariamente rifiutare le scuse di un collega o rifiutarsi di stringergli la mano.

Già in Argentina andavano accettate le scuse e invece è venuto fuori un teatrino di pessimo gusto; era palese che Marquez in quel caso non aveva nessuna intenzione di far cadere Rossi di proposito, sportellava con tutti (sbagliando, ci mancherebbe) e Valentino ha avuto solo la sfortuna di mettere le ruote sull’erba. Eppure Vale e il suo team l’hanno presa incomprensibilmente sul personale. Ripeto: incomprensibilmente.

Adesso, invece, non c’è stato nessun episodio in pista, solo un’intervista, molto bella peraltro. Dove veniva fuori un altro segnale di distensione. “Si vabbe’, la stretta di mano sarebbe stata falsa”, sostiene qualcuno. Perché invece dire “non devo fare pace perché per me è tutto ok, va bene così” (e non stringi la mano) non è una falsità?

Ci sono gesti che possono far bene allo sport e possono essere dettati semplicemente dal buonsenso; poi gli amici uno se li sceglie diversamente. Basta guardare quanto si siano animate in queste ultime ore le due fazioni “pro-Rossi” e “anti-Rossi” sui social network, dove l’insulto è sempre dietro l’angolo, per rendersi conto di quanto tutto ciò probabilmente poteva (e doveva) essere affrontato diversamente.

Anche perché alla vigilia di uno degli appuntamenti della MotoGP più attesi, soprattutto per il pubblico italiano, sarebbe stato bello parlare di moto. Serenamente. Poi non lamentiamoci dei fischi a fine gara sotto al podio…

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