Alfa Romeo P2: la prima auto campionessa del mondo

Alfa Romeo P2Alfa Romeo P2

L’Alfa Romeo P2 merita un posto di rilievo nella storia del motorsport: stiamo infatti parlando della prima auto di sempre ad aver vinto un campionato del mondo (quello del 1925).

Scopriamo insieme la storia della sportiva lombarda, una vettura che ha dato al Biscione tante gioie (2 GP d’Italia, una Targa Florio, un Gran Premio di Francia e un GP del Belgio) e un grande dolore (la morte di Antonio Ascari) e che ha regalato alla Scuderia Ferrari la prima vittoria di sempre.

Alfa Romeo P2: la storia

L’Alfa Romeo P2 nasce nel 1924 per rimpiazzare la poco prestazionale P1. La prima vettura del Biscione realizzata da Vittorio Jano (nominato responsabile dell’ufficio progettazione della Casa lombarda dopo aver fatto vincere alla Fiat le prime due edizioni del GP di Monza – nel 1922 e nel 1923 – e il Gran Premio di Francia del 1922) è anche la prima Alfa di sempre dotata di un motore a 8 cilindri.

Sotto il cofano scalpita infatti un 2.0 a otto cilindri in linea sovralimentato (compressore Roots) in grado di generare una potenza di 140 CV.

1924

L’Alfa Romeo P2 inizia alla grande la propria carriera vincendo al debutto: merito di Antonio Ascari primo a Cremona il 9 giugno.

Il primo successo importante arriva il 3 agosto nel GP di Francia con Giuseppe Campari mentre il 19 ottobre le P2 – con la potenza aumentata a 145 CV – dominano il GP d’Italia con quattro vetture nelle prime quattro posizioni e con Ascari sul gradino più alto del podio.

1925

Nel 1925 l’Alfa Romeo partecipa alla prima edizione del campionato del mondo costruttori: la P2 – come tutte le Case europee – salta la prima tappa a Indianapolis ma il 28 giugno permette ad Ascari di trionfare a Spa nel GP del Belgio.

Il 26 luglio Ascari perde la vita al volante della sportiva del Biscione durante il GP di Francia sul circuito di Montlhéry e il 6 settembre la Casa milanese si aggiudica il primo titolo iridato della storia dell’automobilismo grazie al successo di Gastone Brilli-Peri a Monza nel GP d’Italia.

Dopo questo successo il logo Alfa Romeo viene impreziosito da una corona d’alloro che rimarrà fino al 1972.

Cambio di regolamento

Il nuovo regolamento introdotto nel 1926 limita la cilindrata a 1,5 litri ed esclude quindi l’Alfa Romeo P2 dalle competizioni importanti.

A “mantenere in vita” la sportiva del Biscione ci pensa Giuseppe Campari: vince due edizioni consecutive della Coppa Acerbo nel 1927 e nel 1928 e successivamente vende la vettura ad Achille Varzi, il quale nel 1929 porta a casa quattro successi (Alessandria, Roma, Montenero e Monza), a cui si affiancano i trionfi di Brilli-Peri a Cremona e a Tunisi.

La rinascita del 1930

Nel 1930 l’Alfa Romeo riacquista tre esemplari di P2 (dei sei costruiti) e li elabora (potenza portata a 175 CV).

Gli ultimi successi importanti arrivano con Varzi (primo ad Alessandria e alla mitica Targa Florio) ma non va sottovalutato il trionfo di Tazio Nuvolari nella corsa in salita Trieste-Opicina, la prima vittoria di sempre per la Scuderia Ferrari.

L’Alfa Romeo P2 scende per l’ultima volta in pista il 28 settembre 1930 a Brno e conquista un terzo posto con Mario Umberto Borzacchini e Nuvolari.

Passione Alfa Romeo

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