Auto a idrogeno: i pro e i contro della tecnologia del futuro

Toyota Mirai  Toyota Mirai

Toyota Mirai       Toyota Mirai

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Toyota Mirai cambioToyota Mirai cambio

 

L’elettrificazione delle auto segue il suo corso in maniera inarrestabile. Ma sarà veramente la tecnologia elettrica, con batterie agli ioni di litio, a caratterizzare l’auto del futuro? Le Case automobilistiche investono e puntano sempre di più sull’elettrico e i nuovi modelli a zero emissioni proposti sul mercato crescono in maniera quasi esponenziale.

Ma i numeri sono ancora molto lontani per poter parlare di svolta della mobilità. In Italia, ad esempio, nel 2017, sono state vendute solo 1.967 auto elettriche, lo 0,1% del mercato. Tra i problemi che bloccano l’espansione della mobilità elettrica c’è l’autonomia dei veicoli ancora ridotta, la dipendenza dalla rete ancora non sviluppata, oltre ai grandi problemi industriali ed economici legati alle batterie ad alta capacità.

E qui entra in gioco l’idrogeno, l’alternativa al momento presa più in considerazione dalle Case automobilistiche.

La tecnologia c’è e promette bene

Due tra gli ultimi esempi visti recentemente sono la Hyundai Nexo e la Toyota Fine-Confort Ride Concept. La prima è una SUV da 163 CV, poco più grande della Tucson e grazie al suo sistema ad idrogeno è in grado di percorrere fino a 800 km con un pieno. La seconda è il prototipo di familiare che anticipa la nuova generazione di elettrica a idrogeno della Casa giapponese. I suoi 4 motori elettrici sono posizionati ognuno in una delle ruote e l’elettricità generata dalla sua riserva di idrogeno le permette di percorrere fino a 1.000 km prima di rifornire.

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Come funziona l’auto a idrogeno

L’auto a pila a combustibile produce elettricità facendo reagire l’idrogeno accumulato nel deposito con l’aria. Da questa reazione, che avviene in delle celle speciali, si genera l’elettricità e si libera acqua sotto forma di vapore. L’elettricità rimane immagazzinata in una batteria e viene impiegata per alimentare i motori elettrici dell’auto. Alle basse velocità l’auto si muove ottenendo energia solo dalla batteria, mentre a velocità più elevate, come ad esempio in autostrada, la pila a combustibile apporta una potenza extra ai motori e allo stesso tempo ricarica la batteria (che sfrutta anche l’energia rilasciata in frenata per ricaricarsi).

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I contro

Ma gli inconvenienti della tecnologia ad idrogeno sono ancora diversi e non trascurabili. In primo luogo va considerato che, anche se l’idrogeno è l’elemento più abbondante sulla terra, non esiste allo stato puro. Per ottenerlo in grandi quantità occorre separarlo dagli idrocarburi e il processo in questione produce grandi quantità di CO2. In alternativa, l’idrogeno si più ottenere anche attraverso l’elettrolisi o la termolisi, in entrambi i casi, però, è necessaria una grande quantità di energia per avviare il processo di separazione dell’idrogeno. D’altro canto, l’immagazzinamento dell’idrogeno richiede molto spazio, in concreto il triplo rispetto a quello necessario per la benzina o il gasolio. Il che naturalmente a scapito dello spazio a bordo. In terzo luogo, poi, l’infrastruttura di rifornimento, anche in questo caso inesistente, richiederebbe grandi investimenti economici. E per finire, i costi di produzione di un’auto con pila a combustibile sono considerevolmente più levati rispetto ad un’auto convenzionale. La tecnologia stessa e la necessità di ricorrere all’uso di metalli preziosi, come il platino, fanno lievitare i costi del prodotto finale. Toyota è stata la prima a mettere in commercio un’auto a idrogeno, la Mirai, disponibile su alcuni mercati europei e con prezzi vicini ai 70.000 euro.

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I pro

Anche se la pila a combustibile di idrogeno non sta avendo uno sviluppo così rapido come altre alternative, il suo apporto alla mobilità a basse emissioni è comunque innegabile. Per prima cosa bisogna infatti considerare che, mentre circolano, le auto a idrogeno non emettono emissioni nocive, visto che l’unica sostanza di scarto è il vapore acqueo. Inoltre, e questo è un grande vantaggio rispetto alle elettriche tradizionali, i tempi di ricarica sono praticamente annullati, visto che per rifornire basta fare il pieno di idrogeno, con gli stessi tempi, quindi, necessari a rifornire un’auto a benzina o a gasolio. E per finire, potendo ottenere l’idrogeno attraverso l’uso di energie rinnovabili, queste potrebbero essere accumulate e riutilizzate nei momenti di assenza di sole o acqua.

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