Cadillac Eldorado, la storia della sportiva lussuosa statunitense

Per quasi mezzo secolo (49 anni per l’esattezza) la Cadillac Eldorado ha rappresentato il massimo dell’esclusivita “made in USA”. Sono ben undici le generazioni della sportiva statunitense, nota al grande pubblico per essere stata una delle tante auto possedute da Elvis Presley e per aver sempre montato solo motori V8. Scopriamo insieme la storia di questa vettura.Cadillac Eldorado prima generazione (1953)La prima generazione della Cadillac Eldorado viene prodotta in pochissimi esemplari (532) nel 1953. Disponibile esclusivamente cabriolet e con quattro colori, è lunghissima (5,61 metri) e monta un motore 5.4.Realizzata sulla stessa base della Series 62 Convertible, viene venduta al doppio del prezzo (7.750 dollari, per la prima serie della Chevrolet Corvette ne bastano 3.500) per via delle finiture più curate.Cadillac Eldorado seconda generazione (1954)Per risparmiare sui costi di produzione la seconda generazione della Eldorado  – mostrata nel 1954 – condivide la stessa carrozzeria con altri modelli Cadillac. La gamma motori comprende un 5.4 e un 6.0.L’anno successivo il design diventa più personale con l’introduzione di forme più squadrate (in un panorama automobilistico contraddistinto da linee curve), del parabrezza avvolgente e delle pinne posteriori – ispirate agli aerei e corredate da gruppi ottici simili a razzi – mentre nel 1956 è la volta della coupé Seville.Cadillac Eldorado terza generazione (1957)La terza generazione della Cadillac Eldorado nel 1957 si distingue dall’antenata nella zona posteriore, profondamente rivista. Disponibile nelle varianti scoperta e chiusa, monta un motore 6.0.La versione più nota di questa serie è senza dubbio la Brougham, ancora oggi considerata l’auto americana più raffinata di sempre: quattro porte senza montante centrale (con quelle posteriori ad apertura controvento), prezzo di oltre 13.000 dollari (più di una Rolls-Royce dell’epoca) e una dotazione di serie che comprende, tra le altre cose, le sospensioni pneumatiche e i sedili anteriori con memoria di posizione.Cadillac Eldorado quarta generazione (1959)Le Cadillac Eldorado appartenenti alla quarta generazione del 1959 sono note per essere quelle con le pinne posteriori più pronunciate. Disponibili – come sempre – nelle varianti hardtop e Convertible, montano un motore 6.4.Cadillac Eldorado quinta generazione (1961)In occasione della quinta generazione, lanciata nel 1961, la Eldorado viene commercializzata solo nella versione scoperta. Non troppo diversa dalla de Ville, monta un motore 6.4, rimpiazzato tre anni dopo da un 7.0.Cadillac Eldorado sesta generazione (1965)Una versione (Convertible) e un propulsore (7.0): è questa la sesta generazione della Cadillac Eldorado presentata nel 1965. Alla voce “design” segnaliamo l’introduzione di pinne più sobrie.Cadillac Eldorado settima generazione (1967)La vera svolta per la Eldorado arriva nel 1967 in occasione del lancio della settima generazione: spariscono le pinne e buona parte delle cromature, abbandona le scene la variante cabriolet (rimpiazzata da una coupé) e – soprattutto – arriva la trazione anteriore. Una scelta dovuta all’adozione di un nuovo pianale condiviso con la Oldsmobile Toronado.Questa evoluzione della Cadillac Eldorado, caratterizzata da forme squadrate, conquista il pubblico nonostante i prezzi di listino elevati: l’unico motore al lancio è un 7.0, affiancato l’anno seguente da un 7.7 e nel 1970 da un mostruoso 8.2 da ben 405 CV.Cadillac Eldorado ottava generazione (1971)Con l’ottava generazione la Eldorado beneficia di altre importanti modifiche: le più rilevanti sono il pianale completamente rivisto e il ritorno dei passaruota posteriori parzialmente carenati. Sotto il cofano si trova il propulsore 8.2.Nella gamma della Eldorado ritorna la variante Convertibile, uscita dal listino nel 1976: in quell’anno 14.000 clienti la acquistano convinti di fare un investimento (la Cadillac aveva promesso in una pubblicità che sarebbe stata “l’ultima cabriolet americana”) ma quando il marchio ripropone nel 1984 una versione scoperta del suo modello di punta aderiscono ad una “class action” (persa). Nel 1977 entra in commercio un motore 7.0.Cadillac Eldorado nona generazione (1979)Per rispondere alla crisi petrolifera la nona generazione della Eldorado – la più venduta di sempre – è più compatta e monta motori dalla cubatura inferiore (4.1, 4.5, 5.7, 5.7 diesel e 6.0). Nonostante la riduzione degli ingombri esterni è più spaziosa: merito delle nuove sospensioni posteriori a ruote indipendenti.Nel 1981 la gamma propulsori della Cadillac Eldorado si arricchisce con l’arrivo dell’unità 6.0 V8-6-4 (non molto affidabile, a dire il vero) che per ridurre i consumi può attivare quattro o sei cilindri mentre la tenuta di strada viene migliorata posizionando una pesante lastra d’acciaio sotto il sedile del guidatore. Nel 1984 viene invece reintrodotta la cabriolet.Cadillac Eldorado decima generazione (1986)Continua la politica di “downsizing” della Eldorado: progettata in base alle indicazioni di alcuni consulenti GM (che prevedono, sbagliando, l’aumento del prezzo della benzina a 3 dollari al gallone: la cifra si attesterà a 1,5 dollari), si rivela troppo compatta (4,86 metri di lunghezza anziché 5,19 e un motore 4.1, rimpiazzato nel 1988 da un 4.5, a sua volta sostituito da un 4.9 nel 1991) per il pubblico “yankee” e viene snobbata.Non potendo modificare la carrozzeria (esclusivamente coupé) il marketing Cadillac decide l’anno seguente di incrementare la dotazione della Eldorado per attirare la clientela: nel listino degli optional viene introdotto addirittura un telefono cellulare Motorola (2.850 dollari) inserito nel poggiabraccia anteriore con un microfono montato tra le alette parasole per parlare in vivavoce e un sistema che spegne automaticamente la radio durante la conversazione.Cadillac Eldorado undicesima generazione (1992)L’ultima generazione della Eldorado – l’undicesima – vede la luce nel 1992. Più grande della serie precedente, viene lanciata con un motore 4.9, sostituito l’anno successivo da un più evoluto 4.6.

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