L’altro Aleix Espargaró: felice, lavoratore, esigente

Aleix EspargaróAleix Espargaró

“Credo di essere nella mia forma migliore e vorrei lottare per il podio. Certo, se poi arrivasse la prima vittoria, sarebbe fantastico”

Alla nona stagione nella MotoGP (la quindicesima nel Motomondiale), Aleix Espargaró è più carico che mai.

Il pilota catalano, classe 1989, corre per il secondo anno nell’Aprilia Racing Team Gresini: il suo obiettivo a lungo termine? “Concludere il campionato tra nella top ten” risponde senza esitare.

Oltre alla sua RS-GP, però, in questo periodo il fratellone di Pol, suo avversario in griglia di partenza (nella scuderia Red Bull KTM Factory Racing) ha altro in mente: “Sto per realizzare uno dei sogni che tengo nel cassetto da un po’: diventare padre. Mia moglie (Laura Montero, ndr) è in attesa di due gemelli. Nasceranno a giugno e io sono la felicità in persona” racconta.

Sei pronto a destreggiarti tra pappe e pannolini?

“Non vedo l’ora! Di sicuro i bambini mi rivoluzioneranno la vita, a partire dalla routine quotidiana, ma mi renderanno molto felice”.

Tua moglie ti ha sempre accompagnato nei circuiti: come vi organizzerete?

“Spero che mi raggiunga la famiglia al completo. Magari non per le solite 10 o più gare, però sono sicuro che Laura troverà il modo per seguirmi”.

Con tanti anni di carriera alle spalle dove trovi la motivazione per continuare?

“Semplice: sfido me stesso. Anche quest’anno punto a superarmi e a migliorarmi rispetto alla scorsa stagione”.

Hai mai pensato di appendere il casco al chiodo?

“Sì, ogni anno che passa valuto i pro e i contro. Per adesso vincono i pro: sono ancora abbastanza giovane per posticipare valutazioni del genere. Di sicuro non correrò fino a 40 anni: di Valentino Rossi ce n’è uno”.

Hai idea di cosa farai, poi?

“No, ma sicuramente starò nell’ambiente sportivo. E magari scriverò un’autobiografia: ho il pallino per la scrittura e la lettura”.

Vero: una volta mi avevi detto che, se non avessi sfondato come pilota, avresti provato a diventare giornalista sportivo.

“Sì, mi interessa molto scoprire chi è veramente la persona che sta dietro l’atleta. Non a caso divoro autobiografie e biografie”.

L’ultima?

“La biografia di Alejandro Valverde, il ciclista del Team Movistar. L’ho letta d’un fiato perché parla di ciclismo dalla prospettiva interna all’ambiente: sono appassionatissimo di questo sport”.

Un campione che ti piacerebbe intervistare?

“Lance Amstrong: vorrei sapere di più su quello che ha passato”.

Questa intervista come la intitoleresti?

“L’altro Aleix Espargaró”.

Come ti descriveresti in tre parole?

“Felice, mi piace stare bene e fare stare bene chi ho accanto. Lavoratore: sono un lottatore e mi alleno come un matto per tenere il peso leggero. Esigente: con me stesso e la squadra, per dare il massimo”.

A proposito di squadra, guidi una moto italiana, con tanto di livrea tricolore (disegnata da Aldo Drudi, ndr): pregi e difetti di fare parte di un gruppo italiano?

“Il lato positivo è che ci capiamo: siamo popoli simili di carattere e abbiamo sempre la battuta pronta. Quello negativo? Meglio non dirlo: devo trascorrere ancora molto tempo nel box!”.

Ti senti un po’ italiano, per qualche motivo?

“A tavola, per cominciare: vivo in mezzo gli italiani da una vita italiani ho imparato molto sulla cucina. Adoro pizza e pasta, peccato che la mia dieta ferrea mi costringa ad asseggiarle di rado”.

Il punto forte e il punto debole della RS-GP?

“La stabilità in frenata, il telaio nuovo, che distribuisce i pesi in modo differente, e la ciclistica sono eccellenti, mentre va perfezionata l’erogazione della potenza in accelerazione. In Qatar abbiamo fatto un passo avanti e confido di continuare così, gara dopo gara.

Il progetto è il più giovane della classe regina ed è in continua evoluzione: la versione 18 ha anche airbox, sospensioni, forcellone in carbonio e impianto di scarico inediti. Aprilia è il costruttore europeo che ha vinto più gare nel Motomondiale, 294: con una storia così prestigiosa è naturale che miti a tornare al top”.

Che rapporto hai con tuo fratello?

“Splendido: Pol è anche il mio migliore amico. Condividiamo tantissimo e ad Andorra, dove abitiamo, stiamo insieme praticamente tutto il giorno. Spesso pranziamo o ceniamo: a cucinare sono sempre io, però!”.

Nel paddock vi vedete?

“Di sfuggita, perché siamo concentrati sulla moto e sulla gara”.

Esiste l’amicizia tra piloti?

“Sì. Mi trovo bene con tutti e ho un rapporto più stretto con Maverick Viñales e Alex Rins, che abitano ad Andorra. Anche con Andrea Dovizioso c’era stata subito intesa, quando ero approdato alla MotoGP”.

L’articolo L’altro Aleix Espargaró: felice, lavoratore, esigente proviene da Panoramauto.

Fonte:

Lascia un commento