Aprilia Dorsoduro 900, il test

Aprilia Dorsoduro 900 - IraceAprilia Dorsoduro 900 - Irace

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Dopo il debutto a Eicma 2016, arriva sul mercato la nuova Aprilia Dorsoduro 900, versione aggiornata della fun bike che ha sempre fatto del divertimento e del piacere di guida le sue armi principali. Lascia pressoché invariato il suo look, che conserva un ottimo appeal nonostante l’età, e adotta oggi una base tecnica (condivisa in gran parte con la sorella Shiver) ancora più evoluta e performante. Tra le novità principali spiccano il motore Euro 4, cresciuto in cilindrata e potenza, la nuova forcella, il nuovo ride by wire e il Traction Control. È già disponibile nelle concessionarie con prezzi a partire da 9.740 euro (750 euro in più rispetto al modello uscente). L’ho provata per voi sulle strade di Madonna di Campiglio alla ricerca di pregi e difetti.

Aprilia Dorsoduro 900, com’è fatta

Come anticipato, la nuova Aprilia Dorsoduro 900 non cambia dal punto di vista estetico, se non per le nuove grafiche. Adotta inoltre una nuova strumentazione TFT a colori e nuovi cerchi a tre razze sdoppiate più leggeri di oltre 2 kg, Il telaio è quello di sempre, a traliccio stretto in tubi d’acciaio, abbinato a piastre in alluminio laterali. Il mono posteriore, regolabile in estensione e precarico con escursione da 160 mm, si fa notare nella sua posizione laterale e dialoga con il forcellone in alluminio. Davanti debutta la nuova forcella Kayaba upside-down con steli da 41 mm più leggera di 450 grammi, regolabile nell’idraulica e nel precarico con un escursione di 160 mm; prima c’era una Showa da 43mm. Il motore è un’evoluzione del bicilindrico a V di 90° da 750 cc: è cresciuto fino a 900 cc ed è omologato ora Euro 4.

Disponibile anche nella versione depotenziata a 35 kW per neopatentati, è capace ora di garantire una potenza di 95,2 CV – pari a 70 kW, limite massimo per poter ottenere la versione depotenziata – a 8.750 giri/min e una coppia di 90 Nm a 6.500 giri/min (contro i 92 CV e 82 Nm del vecchio 750 cc): tale risultato è frutto non solo della crescita della corsa di 11 mm, ma anche di un lavoro di fino effettuato per migliorare tutte le componenti interne al propulsore. L’elettronica guadagna una nuova centralina Marelli 7SM che gestisce il nuovo acceleratore ride by wire più leggero di 550 gr (con tre modalità di guida: Touring, Sport e Rain), il nuovo controllo di trazione regolabile ed escludibile e l’ABS. Infine, l’impianto frenante prevede pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini su una coppia di dischi flottanti in acciaio da 320 mm e una pinza a singolo pistoncino su un disco posteriore da 240 mm.

Aprilia Dorsoduro 900, come va

Non era facile migliorare un prodotto già estremamente performante, per questo Aprilia ha agito su piccoli dettagli senza grossi stravolgimenti. La posizione di guida resta quella di sempre: busto eretto, manubrio largo e sella alta e stretta. Per poggiare con sicurezza i piedi a terra bisogna però essere abbastanza alti: quelli che non superano il metro e settantacinque potrebbero avere qualche problema, soprattutto nelle manovre da fermo e al semaforo. Il motore è cresciuto leggermente nella potenza ma è diventato più lineare, quasi più docile. La spinta è vigorosa (ma non spaventa) sin dai bassi regimi e si esaurisce poco prima dei 9.000 giri. C’è maggiore elasticità che in passato: riprendere in sesta da velocità basse è decisamente meno problematico. Quando si spinge si è portati ad usare spesso il cambio, migliorato ma comunque più duro rispetto a quello della Shiver (a causa del leveraggio).

La leva della frizione è molto più morbida e consente una guida rilassata e meno stancante. La sella, invece, è ancora un po’ duretta – non si chiama Dorsoduro a caso, ecco – e alla lunga stanca: in optional c’è quella in gel che garantisce un comfort maggiore. Ma d’altronde la Dorsoduro non è una moto pensata per i viaggi, nonostante tra gli accessori ci siano borse morbide pratiche ed efficienti. Nasce, infatti, come fonte di pura adrenalina (nelle mani dei più esperti) in curve e tornanti, garantendo allo stesso tempo agilità e maneggevolezza nella giungla cittadina. La ciclistica resta uno dei suoi punti di forza, la nuova forcella da 41 non fa rimpiangere quella da 43 mm, anzi: è più leggera ma ugualmente performante. In curva la Dorsoduro è stabile ed estremamente precisa. La butti giù in un attimo, piega tanto ed è rapidissima nei cambi di direzione. Altro punto di forza è senza dubbio la frenata, sempre efficace e decisa: non è necessario strizzare la leva del freno anteriore, essa “morde” subito, come è giusto che sia su una moto che fa della sportività il suo biglietto da visita.

Pregi

Motore

Ciclistica

Freni

Difetti

Sella e cambio duri

Abbigliamento

Scorpion ADX-1 Anima

Alpinestars T-Jaws WP jacket

Alpinestars Cooper Out denim pants

Alpinestars GP Plus R Gloves

Alpinestars SMX-6 boots

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