Pio Manzù, il giovane talento del design italiano

Pio Manzù può essere considerato uno dei più importanti designer italiani di sempre. Gli appassionati di design lo ricordano per l’orologio Cronotime e per la lampada Parentesi (sviluppata in seguito da Achille Castiglioni) mentre per gli esperti di auto è il ragazzo che morì a soli 30 anni mentre stava andando a mostrare ai vertici Fiat il progetto definitivo della 127. Scopriamo insieme la storia di questo “enfant prodige” dello stile.Pio Manzù, la biografiaPio Manzù (vero nome Pio Manzoni) nasce a Bergamo il 2 marzo 1939. Figlio del noto scultore Giacomo Manzù, dopo aver conseguito il diploma classico a Milano si trasferisce nel 1960 in Germania per studiare nella prestigiosa Scuola di Design di Ulm.Appassionato di auto, vince il suo primo premio già a 23 anni quando si aggiudica il concorso internazionale Annèe Automobile con un progetto su base Austin Healey 3000 realizzato da Pininfarina ed esposto ai Saloni di Londra e Torino.I primi lavoriPio Manzù riceve un altro riconoscimento nel 1963 (dall’Associazione Industriale tedesca) e l’anno seguente alterna il lavoro di assistente presso la scuola di Ulm con alcune collaborazioni con il Corriere della Sera e con riviste di design.Nel 1965 termina gli studi in disegno industriale a Ulm e si diploma con una tesi dal titolo “Design di un trattore da 80 CV”: un mezzo caratterizzato da un roll-bar che protegge il guidatore in caso di ribaltamento. Nello stesso anno realizza due concept “marchiate” Autonova: la GT (una sportiva che viene mostrata allo stand NSU del Salone di Francoforte) e la monovolume Fam (in grado di offrire tanto spazio e cinque porte in soli tre metri e mezzo di lunghezza).La famaPio Manzù viene riconosciuto come uno dei designer italiani più talentuosi in circolazione: nel 1967 diventa membro della giuria del premio “Compasso d’oro” ADI, realizza un autobus per l’azienda tedesca Magirus-Deutz e un portamatite da scrivania per Kartell e svolge servizi di consulenza per Fiat (che per la prima volta nella sua storia si rivolge ad uno stilista esterno), Piaggio e Olivetti.L’anno successivo vengono svelate le prime due collaborazioni con la Casa automobilistica torinese: il Fiat City Taxi, un concept di taxi da città esposto al Salone di Torino il cui design servirà come spunto per la 126, e l’Autobianchi Coupé, prototipo di una sportiva a basso costo con motore centrale e carozzeria in poliestere. Degno di nota anche Cronotime, il primo orologio italiano a transistor: un oggetto ancora oggi presente nel catalogo Alessi esposto nientepopodimeno che al MOMA di New York.La 127 e la morteIl 26 maggio 1969 Pio Manzù perde la vita in un incidente stradale a Brandizzo, in provincia di Torino, al volante della sua Fiat 500 mentre si sta recando dai vertici della Casa piemontese per mostrare il modello in scala 1:1 della vettura che diventerà – nel 1971 – la 127. Sempre in quell’anno debutterà sul mercato la lampada Parentesi: una sua idea – sviluppata da Achille Castiglioni – vincitrice del Compasso d’Oro 1979 e ancora oggi nel catalogo Flos.
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