Scott Pruitt: chi è il nuovo capo dell’EPA voluto da Donald Trump

L’Agenzia per la Protezione Ambientale americana, l’EPA (Environmental Protection Agency), è diventata famosa lo scorso anno per l’apertura del Dieselgate contro Volkswagen.Pochi giorni fa, poi, ritornava sulle copertine di tutti i giornali per l’apertura di un’indagine nei confronti di FCA negli USA. Insomma, un ente governativo di controllo in grado di influenzare in maniera decisiva gli equilibri del mercato dell’automotive a suon di regolamentazioni rivolte a contenere le emissioni. In teoria, un cane da guardia contro le violazioni ambientali da parte delle grandi imprese, soprattutto quelle automobilistiche. In tutto questo polverone mediatico sollevato dall’ultimo caso FCA, bisogna però sapere che, a breve (questione di giorni), la struttura dell’EPA cambierà profondamente. Si, perché l’Agenzia è governativa e a controllarla è l’amministrazione americana. Donald Trump, neo presidente USA, a dicembre ha nominato come nuovo capo dell’EPA Scott Pruitt, procuratore generale dell’Oklahoma (uno dei maggiori stati produttori di petrolio negli USA) molto vicino alle grandi imprese produttrici di combustibili fossili.Un uomo perfettamente in linea con la politica di deregulation del Tycoon e contrario, come Trump, alla teoria dell’influenza umana sul riscaldamento globale (che sarebbe, secondo il magnate newyorkese, un’invenzione della Cina). E ancora, nemico diretto e dichiarato dell’EPA, contro la quale ha portato avanti diverse iniziative legali rivolte ad abrogare numerose regolamentazioni ecologiche introdotte dall’Agenzia per la Protezione Ambientale, secondo lui dannose al business.Insomma, dopo le minacce di rinegoziazione del trattato NAFTA con Messico e Canada, Trump si impossesserà, a breve, anche della bacchetta magica dell’EPA. Come la userà? Come proseguirà l’indagine appena aperta contro FCA? Staremo a vedere. 
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