Toyota e Uber: l’investimento strategico

C’è chi fa la guerra alla sharing economy e chi, invece, cerca di farsi alleati i tanto temuti avversari della nuova economia della condivisione.Nel settore automotive anche i Big in scala mondiale, come in questo caso Toyota, stanno capendo che i servizi di trasporto alternativo, come quelli proposti dalla startup Uber, non sono una minaccia per le auto private, ma si offrono come proposta in più per la mobilità a medio e lungo termine.Ecco perché la Casa giapponese e l’azienda californiana hanno firmato un accordo di “investimento strategico” che, tra le altre cose, offrirà l’uso di automobili Toyota e Lexus per i servizi di Uber.Anche se, al moneto, sono stati rilasciati pochissimi dettagli su questa nuova partnership, sembra che l’accordo possa prevedere delle forme di noleggio flessibile per gli autisti che potranno coprire le rate dell’auto con i guadagni di Uber.Shigeki Tomoyama, presidente della Connected Company ha dichiarato che “Il ridesharing ha enormi potenzialità di dare forma alla mobilità del futuro e attraverso la collaborazione con Uber, esploriamo nuovi modi di fornire ai clienti nuovi servizi di mobilità”.Non si tratta del primo accordo tra i giganti dell’automotive e le tanto temute startup informatiche: pochi giorni fa Volkswagen siglava un investimento di 300 mln con il rivale numero uno di Uber, Gett, mentre a inizio 2016 General Motors ha investito 500 mln di Euro in un’altra famosa compagnia di ridesharing, Lyft.
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