L’Autobianchi Primula, l’Alfa Romeo Giulia e l’automobilista che cambia: intervista a Piero Mocarelli

A una persona non abituata al mondo dell’automotive, l’energia e la chiarezza dimostrata da un uomo con oltre 50 anni di lavoro alle spalle potrebbe causare stupore.Ma per sopravvivere in un mercato come quello dell’auto – in continuo cambiamento, caratterizzato da numerosi alti e bassi, e che sta uscendo solo negli ultimi mesi da una profonda crisi – ci vuole anche questo.Per questo motivo l’intervista con Piero Mocarelli, fondatore e testa pensante dietro il Mocauto Group (una delle realtà di vendita/servizio legati al mondo delle auto più importante del Nord Italia) è stata tanto interessante.Anche perché ci ha fornito uno spaccato sulla storia dell’automobile in Italia, a partire dagli anni della motorizzazione italiana fino ai giorni nostri, dove il modo di pensare e vivere l’auto è completamente diverso rispetto a cinquant’anni fa."Negli anni sessanta l’acquisto era totalmente emozionale, era un sogno per l’italiano avere l’automobile. L’auto era uno status symbol, e doveva essere la più bella possibile", ci racconta Mocarelli con una certa nostalgia. "Oggi l’auto è un ‘male necessario’: si deve avere, ma senza la magia di un tempo".Gli acquisti di oggi? Tutta razionalità…"Una volta l’automobilista teneva l’auto per tempi decisamente minori, con un cambio di modello più frequente. Ora le auto vengono conservate per anni" ci racconta Mocarelli, che di acquirenti se ne intende avendone visti parecchi dalla nascita di Mocauto (nel 1963)."L’approccio all’acquisto oggi è molto razionale, molto funzionale, molto legato a un’esperienza d’acquisto che se solo andiamo indietro di dieci anni non poteva esserci".Cambiano i tempi, cambiano i desideri: se prima l’occhio era alle prestazioni, alla bellezza del design, ora si tiene conto anche molto del portafoglio. "Il piacere di guida di una automobile moderna è spostato verso ambiente e emissioni", sottolinea il Presidente di Mocauto.L’auto italiana fra ricordi e speranze futureDobbiamo metterci l’anima in pace e dimenticarci i grandi fasti del passato?Beh, anche i modelli attuali promettono buone soddisfazioni, ci ha detto Mocarelli. Come ad esempio la nuova Alfa Romeo Giulia, che ha acceso gli animi degli appassionati di auto: "Ne penso molto bene: è un’auto molto bella, e molto Alfa. Ho parlato con il gruppo delle persone che ci hanno lavorato su, un gruppo eccezionale, e so che hanno fatto un lavoro ottimo. Lo spirito dell’Alfa originale era quello di essere un’auto di ottimo livello non solo in fatto di motori, ma anche di handling e comfort".Certo, quelle di qualche decennio fa erano auto con un fascino tutto particolare. "L’Autobianchi A112 è stata una macchina mitica. Ci facevamo i rally, con la serie A112 Abarth: anche Bettega ne guidò una e ci vinse un monomarca. C’è un’altra macchina che aveva grande carattere, che era la Primula: la prima Autobianchi costruita dal gruppo Fiat. E poi la Lancia Thema, una macchina che non c’è italiano di classe media o media-superiore – gente che oggi va in giro con Audi, Mercedes o BMW – che ai tempi non abbia avuto".Un mercato che torna a crescere?Con la sua esperienza di concessionario multimarca – Mocauto, il gruppo fondato da Piero Mocarelli, gestisce numerosi brand: da quelli italiani agli stranieri come Ford e Mazda – Mocarelli ci dà anche una idea di come il mercato automotive stia andando, negli ultimi mesi.Una piccola speranza: dopo la grave crisi che ci ha accompagnato negli ultimi anni, una crisi nera, sembra che le cose stiano migliorando: "La realtà oggi è una realtà positiva per tutto il mondo Ford e le altre marche che rappresentiamo, stiamo tornando a vendere e a crescere di fatturato. E siamo anche molto fiduciosi per la crescita della gamma FIAT, Jeep. E Alfa Romeo, ovviamente".


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