Porsche 911 Turbo S: potenza infinita

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Lo ammetto subito, il meccanismo psicologico è infantile ai massimi livelli. Avete presente Beep Beep, il road runner, ovvero lo struzzo iperveloce inseguito da Willy il coyote? Ebbene al volante della nuova Porsche 911 Turbo S scatta mentalmente proprio questo, le altre auto appaiono come tanti Willy coyote, che s’ingegnano in tutti i modi di raggiungervi, senza alcun successo.

Così si guida sommessamente fino a quando nello specchietto non compare la AMG wrappata oro del milanese imbruttito che chiede strada lampeggiando e, con un affondo di gas lo vedete sparire negli specchietti, avvolto in quella mezza tonnellata di decibel che il flat six in modalità aggressiva sportiva gli riversa addosso. Va beh, l’abbiamo fatto e un po’ ce ne dispiace… ma insomma andare in giro con la Turbo S è una gioia per quello che si può maneggiare, ma anche un po’ frustrante per la giusta giustissima necessità di rispettare la legge e i suoi limiti di velocità. Servirebbe una pista, un pistino… oppure una bella strada di montagna, dove il limite di novanta all’ora quasi mai si infrange tra un tornante e l’altro, nemmeno uscendo in terza a palla di fucile.

Perché oltre ad avere la trazione integrale, tendenzialmente con la potenza tutta dietro le vostre spalle e che risale sull’asse anteriore se dietro si perde aderenza o se il muso tende ad allargare in curva, questa Porsche di cavalli ne ha un numero che sembra pressoché infinito, 650. D’altra parte la scale del tachimetro arriva a 350 e non è messa lì a caso, perché la porsche (questa di 3.700 cc di cilindrata) non li manca per poco, è data per i 330km/h. Dichiarazione che abbiamo preso per buona, ovviamente, almeno in questo primo assaggio, sempre sperando di trovare un rettilineo abbastanza lungo. Confessione: i 300 km/h li ho presi una volta solo lungo un rettilineo ricavato da una pista di decollo di un aeroporto mezzo in disuso in Germania. E serve un po’ di strada per frenare… Va beh comunque sul cockpit davanti a chi guida potete far scorrere le informazioni che hanno umiliato il wrappato ignorante. Il trasferimento di potenza sugli assi, i cavalli utilizzati in quel momento, l’accelerazione compresi i cosiddetti G di forza (spavento) nonché i consumi.

Che non è proprio un dato di secondaria importanza: a 130 in autostrada, cambio in ottavo rapporto (sic) il motore ruota a 1800 giri, il che equivale se abbiamo ben guardato a tipo 11-12 km con un litro di benza. Pazzesco. Se si schiaccia, le cose cambiano, ma allora è meglio cambiare schermata, abbiamo visto scorrere un 15 litri per 100 chilometri. D’altra parte i 100 km/h si beccano in 2,7 secondi.

Ma tutto questo per dire che pure questa Porsche, nonostante le prestazioni da capogiro, resta una vettura usabile quasi quotidianamente, come è sempre stato dalla 356 in poi. Sportive ma sicure, robuste, affidabili e con un comfort di marcia come quasi nessun altra vettura. Certo si sta belli sdraiati verso il suolo, eppure dopo 250 chilometri di autostrada non abbiamo dovuto chiedere aiuto per uscire dalla macchina.

L’interno è sempre di altissimo livello, finiture e materiali al top, con il vezzo dell’accensione mantenuta a sinistra del volante, per lasciar libera – alla partenza delle competizioni negli Settanta – la mano destra di inforcare la prima. Un vezzo perché la Porsche ha un cambio sequenziale spettacolare che si può usare in manuale, ma con i paddle al volante. Comunque ci sta. Spettacolari i sedili e buona la visibilità. Dietro va un po’ capita, ma non è difficile da gestire grazie anche alla videocamera. Il prezzo? Informazione che non si vorrebbe conoscere, magari qualcuno ce la regalasse. In ogni caso son 220 mila euro.

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