Multa autovelox, come evitare la decurtazione dei punti

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Conosciamo tutti gli autovelox, strumenti che gli automobilisti temono, che controllano la velocità di percorrenza delle vetture su determinate tratte di strada in cui vengono installati. Si tratta di dispositivi che scattano una foto alla targa dei veicoli che procedono ad una velocità che va oltre i limiti consentiti dalla Legge. In seguito viene inviata la multa al possessore della vettura che ha commesso l’infrazione.

Questo significa che si deve pagare obbligatoriamente una sanzione pecuniaria e a volte anche delle sanzioni accessorie, come la decurtazione dei punti dalla patente, la sospensione o la revoca della stessa. La multa deve essere pagata entro e non oltre 5 giorni dalla notifica, se si vuole beneficiare della riduzione del 30%, oppure entro 60 giorni.

Ma oggi vediamo una notizia che riguarda la decurtazione dei punti dalla patente, gli automobilisti multati saranno contenti di sapere che la Corte di Cassazione, con l’ordinanza 9555/2018 depositata dalla Seconda sezione civile, ha deciso che non è più obbligatorio sapere chi c’era al volante, da parte del proprietario di un’auto, nell’istante in cui è stata scattata la foto dall’autovelox. Se non si comunicano quindi i dati del conducente oggi non scatta più la seconda sanzione e nemmeno la decurtazione dei punti, vediamo cosa succede.

Come evitare il taglio dei punti e la seconda sanzione in caso di multa con autovelox

Tutte le infrazioni che non possono essere contestate al momento, come quelle per eccesso di velocità rilevate grazie alla presenza dell’autovelox, in passato prevedevano la spedizione della multa direttamente a casa del proprietario del veicolo incriminato entro i 90 giorni successivi al momento in cui era stato captato l’errato comportamento alla guida. Con la multa, arrivava a destinazione anche l’invito a comunicare i dati della persona che si trovava effettivamente al volante in quell’istante.

Dovevano essere trasmessi nome, cognome e numero di patente del soggetto che aveva commesso l’infrazione. Questo serviva per avere le generalità della persona a cui decurtare i punti. La comunicazione doveva essere fatta anche se al volante c’era il proprietario stesso del veicolo; se le Forze dell’Ordine non ricevevano alcun dato richiesto senza una ragione particolare e dichiarata, allora il titolare dell’auto riceveva una seconda multa di valore compreso tra i 282 e i 1142 euro.

Ora però le cose sono cambiate, la Corte ha deciso che il proprietario della macchina ‘incriminata’ può anche esonerarsi da questa responsabilità di comunicazione, dimostrando di non avere la possibilità di risalire alla persona che guidava nel momento in cui è stata commessa l’infrazione per eccesso di velocità; in questo caso non è costretto comunque né a pagare la seconda multa e nemmeno a perdere punti sulla propria patente di guida. Le persone che ricevono una multa rilevata dall’autovelox oggi possono quindi limitarsi a pagare la multa principale, evitando la decurtazione dei punti e la seconda sanzione per non aver comunicato i dati anagrafici della persona che ha infranto il Codice della Strada.

Per farlo devono però rispondere entro 60 giorni alla Polizia, affermando di avere un’auto condivisa con altri familiari e di non poter risalire al soggetto che si trovava al volante nel momento in cui è stata rilevata l’infrazione, visto anche il tempo trascorso. Ovviamente alla fine spetta comunque al giudice incaricato valutare, uno ad uno, quali casi meritano davvero di essere accolti e quali invece restano obbligati al pagamento della seconda sanzione e alla decurtazione dei punti della patente.

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