Ferdinand Piëch: il Kaiser dell’auto

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Sarebbe riduttivo considerare Ferdinand Piëch solo come l’uomo che ha trasformato la Volkswagen in un colosso globale. Questo ingegnere austriaco scomparso il mese scorso, nipote di Ferdinand Porsche, è uno dei personaggi più rilevanti dell’automobilismo tedesco: scopriamo insieme la sua storia.

Ferdinand Piëch: la biografia

Ferdinand Piëch nasce il 17 aprile 1937 a Vienna (Austria): nipote di Ferdinand Porsche (la madre Louise è la figlia dell’inventore del Volkswagen Maggiolino), consegue nel 1962 la laurea in ingegneria meccanica al Politecnico di Zurigo con una tesi sui motori di F1.

Gli anni in Porsche

Nel 1963 Ferdinand entra in Porsche e diventa responsabile dello sviluppo motorsport dell’azienda di famiglia.

Tre anni più tardi vede la luce la 906 (vincitrice della Targa Florio con il belga Willy Mairesse e lo svizzero Herbert Müller) mentre nel 1969 è la volta della 917, la più grande auto da corsa di tutti i tempi. Il suo palmarès? Due Mondiali Sportprototipi, due 24 Ore di Le Mans (nel 1970 con il britannico Richard Attwood e il tedesco Hans Herrmann e nel 1971 con l’austriaco Helmut Marko e l’olandese Gijs van Lennep), due Can-Am e tanto altro.

La rinascita Audi

Ferdinand Piëch si trasferisce all’Audi nel 1972 in seguito alla decisione di Porsche di rimuovere dal management tutti i membri della famiglia. In pochi anni trasforma la Casa di Ingolstadt in un brand “premium” specializzato nell’innovazione tecnologica (motori a 5 cilindri e trazione integrale) e attivo nelle corse.

La coupé Quattro del 1980 è il simbolo di questa svolta: una sportiva a quattro ruote motrici capace di aggiudicarsi quattro Mondiali rally (due Piloti – 1983 con il finlandese Hannu Mikkola e 1984 con lo svedese Stig Blomqvist – e due Costruttori nel 1982 e nel 1984).

L’epopea Volkswagen

Quando Ferdinand Piëch, nel 1993, viene nominato amministratore delegato del Gruppo Volkswagen l’azienda di Wolfsburg è sull’orlo del fallimento. In pochi anni il colosso tedesco viene risollevato grazie a una politica di riduzione dei costi e nel 1998 fa “shopping” tra le Case di lusso acquistando Bentley, Bugatti, Lamborghini e Rolls-Royce (quest’ultima ceduta a BMW nel 2002).

Nel 2002 – anno in cui Ferdinand diventa presidente del consiglio di sorveglianza – viene presentata la Volkswagen Phaeton, il punto più alto mai raggiunto dalla Casa teutonica: un’elegantissima ammiraglia creata per sconfiggere BMW serie 7 e Mercedes classe S prodotta senza badare a spese in una fabbrica trasparente a Dresda. Purtroppo sarà un flop.

Fine di un’epoca

Ferdinand Piëch si dimette nell’aprile del 2015 per via della decisione del consiglio di amministrazione Volkswagen di appoggiare Martin Winterkorn. Cinque mesi più tardi il gruppo teutonico viene coinvolto nel dieselgate. L’imprenditore tedesco scompare il 25 agosto 2019 a Rosenheim (Germania).

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