Enzo Ferrari, il pilota

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Credits: – Enzo Ferrari con il meccanico Michele Conti.
– L’auto e una Alfa Romeo 20-40 HP
– Prima gara di Ferrari con l’Alfa.
– Si classifico al 2°posto assoluto (1° di categoria)

Enzo Ferrari è diventato una leggenda grazie alle sue auto ma prima di tutto questo è stato un semplice ragazzo modenese che sognava di diventare un pilota. Ci riuscì ma lasciò tutto al culmine della carriera: scopriamo insieme la storia di quegli anni.

Enzo Ferrari, il pilota: la storia

Enzo Ferrari – nato il 18 febbraio 1898 a Modena – debutta nelle corse nel 1919 quando, dopo essere stato assunto dalla Casa automobilistica CMN, acquista una vettura di questa azienda (la 15/20 HP) e si presenta il 5 ottobre al via della Parma-Poggio di Berceto. Termina la gara in 11° posizione e arriva invece 9° alla Targa Florio.

Dalla Isotta Fraschini all’Alfa Romeo

L’anno seguente Enzo cerca una vettura più potente e la trova: con un’Isotta Fraschini 100/110 IM Corsa conquista il primo podio in carriera (3° alla Parma-Poggio di Berceto) ma è costretto al ritiro in altre due corse (Mugello e Coppa della Consuma). Deluso dall’inaffidabilità dell’auto si reca all’Alfa Romeo per acquistare un altro mezzo e si ritrova addirittura ingaggiato come pilota di rincalzo dalla Casa del Biscione. Sorprende tutti con un secondo posto assoluto alla Targa Florio con una 20-40 mentre nel chilometro lanciato di Gallarate si piazza in quarta posizione.

Nel 1921 con l’Alfa Romeo 20-30 ES Sport Enzo Ferrari si ritira alla Parma-Poggio di Berceto ma si riscatta con un quinto posto alla Targa Florio, una seconda piazza al Mugello e con altre due quinte posizioni rimediate alla Coppa delle Alpi e alla Aosta-Gran San Bernardo.

Calo di prestazioni

Ferrari viene confermato pilota Alfa nel 1922 ma le vetture del Biscione sono inferiori alla concorrenza: 16° alla Targa Florio, 7° alla Coppa della Consuma e ritiro al Mugello. Enzo, deluso dal mezzo, si presenta al via della Aosta-Gran San Bernardo per la prima e unica volta nella sua vita al volante di una vettura straniera (l’austriaca Steyr) e conclude la gara in 8° posizione.

L’anno successivo si ritira alla Targa Florio, si ritira al Mugello, ottiene la prima vittoria in carriera con una RL al Circuito del Savio e porta a casa un quarto posto alla Coppa delle Alpi. Nonostante i buoni risultati Enzo Ferrari capisce di non essere talentuoso come i compagni di scuderia e inizia ad amare sempre di più il lato organizzativo di un team. L’8 settembre muore l’amico fraterno – nonché pilota di punta del Biscione – Ugo Sivocci ma Enzo non viene promosso a prima guida dai vertici della Casa lombarda.

1924: Lione, il primo addio alle corse e il Cavallino

Il 1924 è uno degli anni più significativi della vita di Enzo Ferrari: mandato dall’Alfa Romeo in Svizzera per rappresentare l’azienda al Salone di Ginevra ottiene un quarto posto nel chilometro lanciato della città elvetica (prima e unica corsa disputata dal Drake fuori dall’Italia) e – libero dalla responsabilità di non essere uno dei driver più importanti del Biscione – porta a casa nel corso della stagione piazzamenti molto interessanti. Secondo alla Coppa Verona, seconda vittoria consecutiva sul Savio, successo nel Polesine e trionfo alla prima edizione della Coppa Acerbo (che gli consente di essere – a 26 anni – uno dei più giovani Cavalieri d’Italia di sempre).

L’Alfa torna a interessarsi a lui e lo convoca a sorpresa per il GP d’Europa a Lione: Enzo Ferrari si sente inadeguato a gestire la potentissima P2, si rifiuta di prendere parte alla gara e lascia le corse. Al termine della stagione riceve dalla madre di Francesco Baracca – che lo aveva già premiato al Savio pochi mesi prima (nel 1923 a consegnargli il riconoscimento fu invece il padre del celebre aviatore) – il simbolo presente sulla carlinga dell’aereo del figlio: un cavallino rampante.

Il ritorno

Dopo due anni trascorsi come rappresentante Alfa Romeo Enzo Ferrari torna a fare il pilota con le meno impegnative vetture Sport per motivi commerciali (in parole povere per vendere più auto del Biscione sfruttando la pubblicità derivante dai successi) e vince per due anni consecutivi ad Alessandria (nel 1927 con una RL, nel 1928 con una 6C 1500) e a Modena (1927 e 1928 con la 6C 1500). Sempre con la 6 cilindri milanese ottiene anche un terzo posto al Mugello nel 1928.

Nasce la Scuderia Ferrari

Nel 1929 – dopo un ritiro ad Alessandria, un quinto posto al Circuito del Pozzo e un’ottava piazza al Mugello con una 6C 1750 GS – Enzo Ferrari fonda la Scuderia Ferrari, una specie di squadra corse Alfa Romeo non ufficiale.

L’anno successivo il Drake guida per la prima volta un’Alfa Romeo della sua Scuderia – una 6C 1750 GS – ad Alessandria arrivando terzo mentre al Circuito delle Tre Province e a Pescara è costretto al ritiro.

L’ultimo anno da pilota

Nel 1931 Enzo Ferrari conquista l’ultima vittoria in carriera alla Bobbio-Passo del Penice con una 8C 2300 mentre nell’ultima corsa disputata – il 9 agosto al Circuito delle Tre Province – si deve accontentare della seconda piazza. La nascita del figlio Alfredo – meglio noto come Dino – il 19 gennaio 1932 spingerà il Commendatore ad appendere definitivamente il casco e i guanti al chiodo.

Passione Ferrari

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