Monthly Archives: Settembre 2015

DS5 BlueHDi 180 S&S EAT6 Sport Chic, la nostra prova su strada

Nel segmento D – quello di AudiA4 e BMW serie3 – per intenderci –non si è mai vista un’auto audace come la DS5: la sua linea esotica esprime un mix unico di dinamismo e sportività, un ibrido tra una monovolume sportiva e una station wagon.L’originalità del design prosegue anche negli interni, che vantano ottime finiture e molti accessori tecnologici come l’head up display, la retrocamera con sensori di parcheggio, sedili regolabili e tetto panoramico apribile in tre parti separate.

Fonte

Audi R8 RECON MC8 by Potter e Rich

Con la nuova generazione della Audi R8 già introdotta sul mercato c’è chi non molla l’osso e si ostina a “ottimizzare” la prima generazione della supercar dei Quattro Anelli.È il caso di Potter & Rich, preparatore londinese che ha ribattezzato l’Audi R8 V10 sotto la denominazione di RECON MC8.Naturalmente le modifiche alla super sportiva tedesca sono molte, rendendola molto più radicale, potente e attraente.Per cominciare, meccanicamente si è rinunciato alla trazione integrale Quattro, sostituita da una configurazione RWD la cui potenza viene inviata alle ruote attraverso un differenziale a slittamento limitato Drexler Sports, mantenendo comunque la trasmissione S-Tronic a sette rapporti.L’upgrade al V10 da 5,2 litri (originariamente da 550 CV e 540 Nm) è forse la modifica più impressionante all’Audi R8 di Potter & Rich.Dopo il trattamento all’inglese, infatti, la potenza sale alla bellezza di 950 CV e 900 Nm ottenuta grazie all’uso di un compressore, alla riprogrammazione della centralina e a numerose modifiche che hanno fatto si che la potenza si moltiplicasse praticamente per due…Naturalmente il sistema frenante è stato potenziato con un impianto Brembo Motorsport, così come anche il reparto sospensioni con l’introduzione di una KW specifica con sistema idraulico. Per finire il sound risuona ora ancora più cupo grazie al nuovo sistema di scarico Capristo.

Fonte

Mercedes, la regina delle SUV

Non tutti sanno che la Mercedes è la Casa automobilistica che presenta il maggior numero di SUV nel listino italiano: ben sei modelli adatti a tutte le esigenze capaci di offrire eleganza, qualità, comfort e un comportamento stradale efficace anche in fuoristrada.GLA, GLC, classe G, GLE, GLE Coupé e GL: scopriamo insieme la gamma completa delle Sport Utility della Stella.Mercedes GLALa Mercedes GLA è la SUV più economica della Casa tedesca: realizzata sulla stessa base di classe A, classe B e CLA e disponibile a trazione anteriore o integrale, ha una gamma motori composta da sette unità. Quattro a benzina (1.6 da 122 e 156 CV e 2.0 da 211 e 381 CV) e tre turbodiesel (1.5 da 109 CV e 2.1 da 136 e 170 CV).Mercedes GLCLa Mercedes GLC si distingue dall’erede GLK per le forme più arrotondate. È sviluppata sulla stessa piattaforma della classe C e monta tre motori: un 2.0 a benzina da 211 CV e due 2.1 turbodiesel da 170 e 204 CV.Mercedes classe GL’inossidabile Mercedes classe G (è nata nel 1979) è un’icona nel mondo dei fuoristrada e non ha nessuna intenzione di andare in pensione: la gamma motori comprende tre unità a benzina (4.0  V8 da 421 CV, 5.5 V8 da 571 CV e 6.0 V12 da 629 CV) e un 3.0 V6 turbodiesel da 245 CV.Mercedes GLELa Mercedes GLE non è altro che un restyling della ML: disponibile a trazione posteriore o integrale, ha una gamma motori composta da sette unità. Quattro propulsori a benzina (3.0 V6 da 333 CV, 4.7 V8 da 435 CV e 5.5 V8 da 557 e 585 CV), un 3.0 V6 ibrido benzina da 449 CV e due turbodiesel (2.2 da 204 CV e 3.0 V6 da 258 CV).Mercedes GLE CoupéLa Mercedes GLE Coupé è una variante “sportiva” della GLE caratterizzata da linee più sinuose che punta a rubare clienti alla BMW X6. Cinque i motori in gamma: quattro a benzina (3.0 V6 da 333 e 367 CV e 5.5 V8 da 557 e 585 CV) e un 3.0 turbodiesel V6 da 258 CV.Mercedes GLLa Mercedes GL è la SUV più ingombrante e versatile (sette posti) della Casa teutonica: realizzata sul pianale (allungato) della GLE, ha una gamma motori composta da tre unità a benzina (3.0 V6 da 333 CV, 4.7 V8 da 435 CV e 5.5 V8 da 557 CV) e da un 3.0 turbodiesel BlueTEC da 258 CV.


Fonte:

Lanchester 40 (1919): la prima auto della Regina Elisabetta

La Lanchester 40, nata ufficialmente nel 1919, rappresenta un pezzo di storia del Regno Unito: creata per sfidare la mitica Rolls-Royce Silver Ghost, ebbe molti clienti facoltosi. Il più importante? Senza dubbio il duca di York, l’uomo che nel 1936 diventerà re Giorgio VI (la sua storia è stata raccontata nel film “Il discorso del re” del 2010).Albert Frederick Arthur George acquistò questa vettura nel 1925 per farla usare soprattutto alla moglie Elizabeth Bowes-Lyon (meglio nota con il titolo di Regina madre) e l’attuale Regina Elisabetta II fece il suo primo viaggio in auto – nel 1926, sei settimane dopo la nascita – proprio su questo modello. Oggi per acquistare questa prestigiosa ammiraglia ci vogliono oltre 80.000 euro: peccato che sia introvabile.Lanchester 40 (1919): le caratteristiche principaliLa Lanchester 40 debutta al Salone di Londra del 1919: più cara della rivale diretta – la Rolls-Royce Silver Ghost svelata 13 anni prima – ma anche tecnicamente più evoluta, viene prodotta in meno di 400 esemplari.Estremamente lussuosa e incredibilmente spaziosa (il passo è di 3,53 metri), conquista numerosi automobilisti facoltosi nel Regno Unito e nelle varie colonie britanniche sparse per il mondo: termina la propria carriera alla fine degli anni ’20, anche per via della crisi del 1929.Lanchester 40 (1919): la tecnicaIl motore della Lanchester 40 del 1919 è un 6.2 a sei cilindri da 96 CV abbinato ad un cambio a tre marce: questa unità permette all’ammiraglia british di raggiungere una velocità massima di 129 km/h (superiore a quella della Rolls-Royce Silver Ghost). Nel 1924 arrivano i freni anteriori mentre nel 1925 il propulsore beneficia di alcuni miglioramenti.Lanchester 40 (1919): le quotazioniAl momento del debutto, nel 1919, la Lanchester 40 costava più della Rolls-Royce Silver Ghost (che ora ha raggiunto quotazioni stratosferiche) mentre oggi “bastano” circa 80.000 euro per entrare in possesso di un esemplare ben conservato. Trovarne una, però, è praticamente impossibile: chi ce l’ha se la tiene ben stretta (è pur sempre una delle auto che simboleggiano la famiglia reale inglese) e sono ben pochi i modelli messi in vendita nelle aste.

Fonte

Autobianchi A112 Abarth 58 CV (1971): la più desiderata

L’Autobianchi A112 Abarth – nata nel 1971 – è una delle auto d’epoca più amate dagli italiani: la citycar pepata lombarda preparata dallo Scorpione ha un design ancora oggi gradevole, regala prestazioni vivaci, è divertentissima da guidare e presenta costi di gestione abbordabili. Le prime due generazioni – contraddistinte dalla presenza di un motore da 58 CV – sono meno potenti di quelle arrivate dopo ma sono anche le più desiderate: si trovano abbastanza facilmente ma per entrare in possesso di un esemplare ben tenuto bisogna sborsare più di 10.000 euro.Autobianchi A112 Abarth 58 CV (1971): le caratteristiche principaliL’Autobianchi A112 Abarth prende forma nel 1970 quando Carlo Abarth (fondatore della Casa dello Scorpione), intuendo le potenzialità della “baby” lombarda (mostrata l’anno prima), realizza una versione sportiva di questa vettura e convince la Fiat a produrla.La prima serie vede la luce al Salone di Torino del 1971: meno cara della Mini Cooper (la rivale diretta), è contraddistinta da una tinta rossa impreziosita da alcuni elementi neri opachi (cofano, fasce laterali, codolini passaruota, fascione anteriore e piano posteriore al di sotto del portellone). Nell’abitacolo spiccano invece il volante a tre razze in pelle, i tre strumenti supplementari (voltmetro, termometro olio e manometro olio) e i sedili con appoggiatesta.L’Autobianchi A112 Abarth 58 CV impiega pochissimo tempo a conquistare i giovani automobilisti italiani, affascinati dalle prestazioni brillanti e dal comportamento stradale impeccabile. Tra i difetti più rilevanti segnaliamo invece la scarsa affidabilità (surriscaldamento dell’olio, semiassi fragili), il comfort ridotto all’osso (sospensioni rigidissime e motore molto rumoroso), le finiture poco curate e il poco spazio a disposizione dei passeggeri posteriori.Nel 1972 arriva un piccolo radiatore dell’olio che risolve il problema al sistema di lubrificazione: per quanto riguarda l’estetica notiamo invece l’introduzione di due versioni monocolore (grigia e arancione) e l’incremento della plastica (le cromature rimangono solo sui paraurti e sulle maniglie).La seconda serie dell’Autobianchi A112 Abarth 58 CV viene presentata ufficialmente al Salone di Ginevra del 1973: identica nella meccanica alla generazione precedente, si distingue per i paraurti in plastica e per i sedili con appoggiatesta regolabile. Arriva una nuova versione monocolore blu mentre il nero opaco resta solo sul cofano degli esemplari rossi.Autobianchi A112 Abarth 58 CV (1971): la tecnicaIl motore dell’Autobianchi A112 Abarth 58 CV svelata nel 1971 è un 982 cc derivato dal “mitico” 903 e caratterizzato dalla corsa allungata, dal rapporto di compressione più elevato e dalla rivisitazione dell’albero a camme e delle sedi delle valvole. Senza dimenticare lo scarico rivisto e il carburatore doppio corpo Weber. L’impianto frenante è più potente di quello delle versioni “normali”: merito dei dischi anteriori più grandi e del servofreno.Nonostante l’aumento di potenza (da 44 a 58 CV) il propulsore si rivela meno assetato di quello delle A112 “standard”: l’unità presente sotto il cofano della citycar pepata lombarda è meno pronta ai bassi regimi ma sensibilmente più reattiva agli alti. Notevole l’incremento della velocità massima: da 135 a 150 km/h.Autobianchi A112 Abarth 58 CV (1971): le quotazioniLa prima serie dell’Autobianchi A112 Abarth 58 CV è stata prodotta in soli 4.641 esemplari ma è abbastanza facile da trovare: le sue quotazioni superano abbondantemente i 10.000 euro. Più semplice da rintracciare (nonché più abbordabile: oltre 8.000 euro) la seconda serie, realizzata in 13.759 esemplari.

Fonte

Range Rover Sentinel: blindata…

Land Rover presenta la nuova Range Rover Sentinel, a pochi giorni dal suo debutto di fronte al pubblico del salone della Difesa ed Equipaggiamento di Sicurezza Internazionale (DSEI) che si celebrerà tra il 15 e il 18 settembre prossimi a Londra.Si tratta della prima Range Rover blindata sviluppata e fabbricata dal dipartimento SVO (Special Vehicle Operations) di Jaguar Land Rover, lo stesso team responsabile di modelli come la Range Rover SVR o la Jaguar F-Type Project 7.Su base AutobiographyLa nuova Range Rover blindata è stata disegnata e fabbricata a mano dal dipartimento Special Vehicle Operations della firma britannica che ha usato come base la variante di produzione in serie più lussuosa della gamma, la Range Rover Autobiography.Sotto la carrozzeria di questa 4×4 si nasconde una cellula di sicurezza composta da sette parti realizzate in acciaio ad alta resistenza al quale bisogna aggiungere i nuovi vetri di sicurezza che, insieme, hanno permesso alla Range Rover Sentinel di ottenere il certificato di blindaggio VR8.Un blindato di lusso…Ci sono molte altre modifiche che riguardano questa versione speciale della Range Rover, come il sistema di scarico anti-sabotaggio, le batterie ausiliari di emergenza – con sistema di ricarica indipendente – il serbatoio di combustibile capace di sigillarsi da solo in caso di perdite o un’uscita di emergenza nel caso in cui le porte siano bloccate.Land Rover non ha dichiarato nessun dato relativo al peso della Sentinel ma ha annunciato che consente un peso di carico di 650 Kg ed è dotata di una messa a punto specifica per le sospensioni e i controlli elettronici.


Fonte:

L’Autobianchi Primula, l’Alfa Romeo Giulia e l’automobilista che cambia: intervista a Piero Mocarelli

A una persona non abituata al mondo dell’automotive, l’energia e la chiarezza dimostrata da un uomo con oltre 50 anni di lavoro alle spalle potrebbe causare stupore.Ma per sopravvivere in un mercato come quello dell’auto – in continuo cambiamento, caratterizzato da numerosi alti e bassi, e che sta uscendo solo negli ultimi mesi da una profonda crisi – ci vuole anche questo.Per questo motivo l’intervista con Piero Mocarelli, fondatore e testa pensante dietro il Mocauto Group (una delle realtà di vendita/servizio legati al mondo delle auto più importante del Nord Italia) è stata tanto interessante.Anche perché ci ha fornito uno spaccato sulla storia dell’automobile in Italia, a partire dagli anni della motorizzazione italiana fino ai giorni nostri, dove il modo di pensare e vivere l’auto è completamente diverso rispetto a cinquant’anni fa."Negli anni sessanta l’acquisto era totalmente emozionale, era un sogno per l’italiano avere l’automobile. L’auto era uno status symbol, e doveva essere la più bella possibile", ci racconta Mocarelli con una certa nostalgia. "Oggi l’auto è un ‘male necessario’: si deve avere, ma senza la magia di un tempo".Gli acquisti di oggi? Tutta razionalità…"Una volta l’automobilista teneva l’auto per tempi decisamente minori, con un cambio di modello più frequente. Ora le auto vengono conservate per anni" ci racconta Mocarelli, che di acquirenti se ne intende avendone visti parecchi dalla nascita di Mocauto (nel 1963)."L’approccio all’acquisto oggi è molto razionale, molto funzionale, molto legato a un’esperienza d’acquisto che se solo andiamo indietro di dieci anni non poteva esserci".Cambiano i tempi, cambiano i desideri: se prima l’occhio era alle prestazioni, alla bellezza del design, ora si tiene conto anche molto del portafoglio. "Il piacere di guida di una automobile moderna è spostato verso ambiente e emissioni", sottolinea il Presidente di Mocauto.L’auto italiana fra ricordi e speranze futureDobbiamo metterci l’anima in pace e dimenticarci i grandi fasti del passato?Beh, anche i modelli attuali promettono buone soddisfazioni, ci ha detto Mocarelli. Come ad esempio la nuova Alfa Romeo Giulia, che ha acceso gli animi degli appassionati di auto: "Ne penso molto bene: è un’auto molto bella, e molto Alfa. Ho parlato con il gruppo delle persone che ci hanno lavorato su, un gruppo eccezionale, e so che hanno fatto un lavoro ottimo. Lo spirito dell’Alfa originale era quello di essere un’auto di ottimo livello non solo in fatto di motori, ma anche di handling e comfort".Certo, quelle di qualche decennio fa erano auto con un fascino tutto particolare. "L’Autobianchi A112 è stata una macchina mitica. Ci facevamo i rally, con la serie A112 Abarth: anche Bettega ne guidò una e ci vinse un monomarca. C’è un’altra macchina che aveva grande carattere, che era la Primula: la prima Autobianchi costruita dal gruppo Fiat. E poi la Lancia Thema, una macchina che non c’è italiano di classe media o media-superiore – gente che oggi va in giro con Audi, Mercedes o BMW – che ai tempi non abbia avuto".Un mercato che torna a crescere?Con la sua esperienza di concessionario multimarca – Mocauto, il gruppo fondato da Piero Mocarelli, gestisce numerosi brand: da quelli italiani agli stranieri come Ford e Mazda – Mocarelli ci dà anche una idea di come il mercato automotive stia andando, negli ultimi mesi.Una piccola speranza: dopo la grave crisi che ci ha accompagnato negli ultimi anni, una crisi nera, sembra che le cose stiano migliorando: "La realtà oggi è una realtà positiva per tutto il mondo Ford e le altre marche che rappresentiamo, stiamo tornando a vendere e a crescere di fatturato. E siamo anche molto fiduciosi per la crescita della gamma FIAT, Jeep. E Alfa Romeo, ovviamente".


Fonte:

Mondiale F1 2015 – GP Italia: gli orari TV su Rai e Sky

Monza, GP d’Italia: l’appuntamento più atteso del Mondiale 2015 dagli appassionati di F1 del nostro Paese. I tifosi Ferrari potranno vedere per la prima volta Sebastian Vettel correre sul tracciato lombardo con la Rossa ma la Mercedes e Lewis Hamilton faranno di tutto per rovinare la festa e portare a casa un altro successo.La dodicesima tappa del campionato sarà trasmessa in diretta da Rai e Sky (di seguito troverete gli orari TV dell’evento): una gara che promette grandi emozioni.F1 2015 – GP Italia: cosa aspettarsiIl circuito di Monza – sede del GP d’Italia 2015 – è il più veloce del Mondiale: la pista, caratterizzata da lunghissimi rettilinei e da brusche frenate, mette a dura prova gli pneumatici. Le prove libere e le qualifiche dovrebbero disputarsi sotto la pioggia mentre per domenica – giorno della gara – è previsto bel tempo.Conquistare la pole position qui è fondamentale: nelle ultime cinque edizioni chi ha vinto in Lombardia è sempre partito davanti a tutti e negli ultimi dieci anni solo Michael Schumacher nel 2006 e Rubens Barrichello nel 2009 sono stati capaci di salire sul gradino più alto del podio scattando dietro.F1 2015, Monza, il calendario e gli orari TV su Rai e SkyVenerdì 4 settembre 2015
10:00-11:30 Prove libere 1 (diretta su Rai Sport 1 e Sky Sport F1)14:00-15:30 Prove libere 2 (diretta su Rai Sport 1 e Sky Sport F1)Sabato 5 settembre 2015
11:00-12:00 Prove libere 3 (diretta su Rai Sport 1 e Sky Sport F1)14:00  Qualifiche (diretta su Rai 2 e Sky Sport F1)Domenica 6 settembre 201514:00  Gara (diretta su Rai 1 e Sky Sport F1)F1 – I numeri del GP d’Italia 2015
LUNGHEZZA CIRCUITO: 5.793 metri
GIRI: 53
RECORD IN PROVA: Juan Pablo Montoya (Williams FW26) – 1’19”525 – 2004
RECORD IN GARA: Rubens Barrichello (Ferrari F2004) – 1’21”046 – 2004RECORD DISTANZA: Michael Schumacher (Ferrari F2003-GA) – 1h14’19”838 – 2004F1 – Il pronostico del GP d’Italia 20151° Lewis Hamilton (Mercedes)Due vittorie negli ultimi tre GP d’Italia e tre pole position totali: è questo il palmarès di Lewis Hamilton a Monza.Il pilota britannico è saldamente in testa al Mondiale e difficilmente si lascerà sfuggire l’occasione di allungare ulteriormente il vantaggio in classifica sui rivali su un tracciato a lui favorevole.2° Sebastian Vettel (Ferrari)Monza è la pista più amata da Sebastian Vettel: qui, nel 2008, conquistò il primo successo in carriera ed è oltretutto salito sul gradino più alto del podio in altre due occasioni.La sua Ferrari non è veloce quanto le Mercedes ma il quattro volte iridato sfrutterà le sue doti di “staccatore” per tenersi dietro almeno una freccia d’argento. Vuole riscattare la delusione di Spa e secondo noi ci riuscirà.3° Nico Rosberg (Mercedes)Nico Rosberg non è un fan dei circuiti veloci: l’unico podio in carriera al GP d’Italia è arrivato solo lo scorso anno (2°).Guida però una Mercedes velocissima e secondo noi gli basterà puntare sulla potenza del motore senza strafare per chiudere per la seconda volta consecutiva in “top 3”.Da tenere d’occhio: Felipe Massa (Williams)Felipe Massa quest’anno si sta rivelando un pilota molto concreto e anche a Monza ha svolto sempre il “compitino” senza mai esagerare con due podi e quattro piazzamenti in “top 5” nelle ultime cinque edizioni.Punta al quarto posto nel Mondiale F1 2015 dietro all’irraggiungibile trio composto da Hamilton, Rosberg e Vettel e secondo noi dopo il GP d’Italia si troverà in classifica generale davanti a Räikkönen.La squadra da seguire: MercedesIl ruolino di marcia della Mercedes è impressionante: quattro doppiette negli ultimi cinque GP e un Mondiale F1 2015 Costruttori che solo secondo la matematica non è stato ancora vinto ufficialmente.Prepariamoci a vedere di nuovo le due monoposto teutoniche sul podio, anche se non necessariamente in prima e seconda posizione…

Fonte

Patrick Dempsey: da Grey’s Anatomy alla F1

Patrick Dempsey – attore statunitense noto per telefilm come Grey’s Anatomy e per film come “Come d’incanto” nonché appassionato di motorsport (22° assoluto alla 24 Ore di Le Mans 2015 – sta lavorando ad una serie TV sulla F1 e più precisamente sul Mondiale 1961. La sceneggiatura sarà basata sul libro “The limit”, scritto nel 2011 da Michael Cannell, e sarà incentrata sul rapporto tra Denise McCluggage – giornalista di motori americana scomparsa lo scorso maggio – e i driver di quel periodo.Il Mondiale F1 1961 fu caratterizzato dalla sfida tra i due piloti di punta della Ferrari: lo “yankee” Phil Hill e il tedesco Wolfgang von Trips. Il primo conquistò matematicamente il titolo iridato nella penultima gara stagionale sul circuito di Monza: nella stessa corsa il rivale perse la vita in un incidente nel quale morirono anche 14 spettatori.

Fonte

Jenson Button, un futuro nel rallycross?

Jenson Button ama molto il rallycross e quando terminerà la carriera in F1 seguirà molto probabilmente le orme del padre John, campione di questa disciplina recentemente scomparso, e si cimenterà in un nuovo Mondiale.Per il momento il campione del mondo F1 2009 (attualmente pilota McLaren) si è accontentato ieri di testare sul circuito britannico di Lydden Hill (sede della tappa inglese del campionato World RX) due vetture: una Volkswagen Maggiolino del 1974 simile a quella usata in gara dal padre e una Mini Countryman con la quale ha sfidato David Coulthard (vicecampione del mondo F1 nel 2001), il quale a sua volta guidava una DS DS3.Jenson Button, nato a Frome (Regno Unito) il 19 gennaio 1980, gareggia in F1 dal 2000: ha disputato 276 GP in carriera con sette scuderie (Williams, Benetton, Renault, BAR, Honda, Brawn GP e McLaren) portando a casa un Mondiale (2009), 15 vittorie, 8 pole position, 8 giri veloci e 50 podi.

Fonte