Qual è la giusta temperatura da mantenere in automobile?

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Credits: Car air conditioning

Né troppo alta, né troppo bassa. Quando si parla della giusta temperatura da tenere in auto, vale l’antico detto latino “In media stat virtus”. La virtù sta nel mezzo. E nel caso dell’abitacolo della vettura, questo proverbio vale più che mai: tanto una temperatura troppo bassa quanto una troppo alta incide negativamente sul comfort di guida e sul benessere di chi si trova all’interno del veicolo.

Resta da capire, a questo punto, qual è la giusta temperatura da tenere in automobile e quali sono i fattori esterni (ma anche interni) che possono influenzarla. Ad esempio, cambia qualcosa se ci troviamo in inverno o in estate? Il numero di occupanti del veicolo incide sul benessere all’interno dell’abitacolo (in termini di temperatura, ovviamente)?

Domande cui potrebbe non essere facile dare una risposta, dal momento che scegliere la migliore temperatura dipende da diversi fattori. E non tutti analizzabili in maniera “scientifica”. Ad esempio, una persona potrebbe prediligere una temperatura più fredda, mentre altri potrebbero volere il termostato impostato a una temperatura più elevata. Insomma, trovare la “media” di latina memoria è tutt’altro che semplice.

Temperatura in auto: i fattori che incidono

Quando si cerca la temperatura ottimale da impostare nell’abitacolo dell’automobile si devono fare prima i conti con i vari fattori che influenzano questa scelta. I più comuni, solitamente, sono:

  • la temperatura esterna al veicolo;
  • il livello di comfort personale legato al fatto che si soffra maggiormente le temperature elevate o le temperature basse;
  • la potenza del climatizzatore dell’auto;
  • il carico e i consumi del motore;
  • il numero di persone che sono all’interno del veicolo.

Tra questi, i due che finiranno con l’incidere maggiormente sulla scelta della temperatura nell’automobile sono la situazione esterna al veicolo e il livello di comfort personale. Quando fuori fa molto caldo, ad esempio, potremmo trovare più confortevole impostare il climatizzatore su temperature estremamente basse; al contrario, con temperature polari si vorrebbe impostare il termostato oltre i 26 gradi centigradi. Va sottolineato, però, che non bisogna mai esagerare troppo, né in un senso né in un altro. Il rischio è quello di subire un fortissimo choc termico non appena usciti dall’abitacolo, con tutto ciò che ne consegue.

Solitamente, impostare il climatizzatore tra i 22 e i 24 gradi centigradi dovrebbe consentire di raggiungere un comfort ottimale all’interno del veicolo, tanto d’estate quanto d’inverno. Un ruolo di primaria importanza, però, verrà giocato dai gusti personali. Come già accennato, alcune persone potrebbero avere un maggior livello di sopportazione del freddo; altre, invece, potrebbero non soffrire il caldo.

Stabilire con precisione quale sia la temperatura giusta da mettere in auto, dunque, è un compito meno semplice di quello che potrebbe sembrare. Anzi, molto probabilmente non esiste una temperatura perfetta quanto, piuttosto, un range che può variare da situazione a situazione.

Perché è importante mettere la giusta temperatura in automobile

Ora che abbiamo visto quale sia la temperatura migliore da tenere all’interno del veicolo, vale la pena anche tentare di capire perché non debba essere troppo bassa ma, soprattutto, troppo alta. Se ci dovessimo mettere alla guida con un abitacolo rovente o quasi, infatti, sarebbe come guidare dopo aver bevuto qualche drink di troppo.

Il caldo, infatti, “annebbia” i riflessi e rallenta le risposte agli stimoli che arrivano dall’esterno, trasformandoci così in un pericolo ambulante. Il rischio che si corre, in casi come questi, è quello di causare degli incidenti, mettendo così a rischio la nostra incolumità e quella delle altre persone che si trovano in strada.

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Autonomia auto elettriche: stima realistica per partire in sicurezza

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State progettando di acquistare un’auto elettrica ma, come moltissime altre persone nella vostra situazione, avete paura che l’autonomia del veicolo potrebbe essere un fattore fortemente limitante per i vostri lunghi spostamenti. Anche se negli ultimi anni si sono registrati diversi miglioramenti sotto questo punto di vista, le auto elettriche hanno ancora diverse decine (se non centinaia) di chilometri di autonomia in meno rispetto a un’auto a benzina o un’auto diesel.

Sapere come calcolare l’autonomia delle auto elettriche, dunque, potrebbe tornare utile sia per sapere quanti chilometri è possibile fare con la batteria completamente carica, sia quando la batteria è a metà carica. Quest’ultima informazione può essere di particolare interesse nel caso in cui ci stiamo per mettere in viaggio e dobbiamo valutare quale colonnina di ricarica raggiungere.

Fortunatamente, il calcolo dell’autonomia di un’auto elettrica non è affatto complicato. Basta conoscere un paio di dati e saper fare le operazioni a due cifre. E, nel caso in cui quest’ultima passaggio risultasse complicato, la calcolatrice dello smartphone andrà più che bene.

Come calcolare l’autonomia delle auto elettriche

Per calcolare quanti chilometri si percorrono con un “pieno” di un’auto elettrica è necessario, come accennato, conoscere due dati: la capacità del battery pack (espressa in kWh) e il consumo medio del veicolo (espresso in kWh ogni 100 chilometri). Per calcolare l’autonomia basta effettuare questa semplice operazione: capacità del battery pack diviso il consumo medio, tutto moltiplicato per 100.

Se, ad esempio, la nostra auto elettrica ha un pacco batterie da 80 kWh e un consumo medio di 16 kWh ogni 100 chilometri, la sua autonomia sarà di 500 chilometri (80:16 e il risultato moltiplicato per 100). Così, nel caso in cui la batteria sia carica al 40% (carica residua di 32 kWh), i chilometri di autonomia saranno 200. Insomma, delle operazioni piuttosto semplice, che potranno essere svolte con l’ausilio della calcolatrice del telefonino o (per i più avvezzi con la matematica) anche a mente.

I dati possono essere facilmente reperiti sul sito web del produttore o attraverso una semplice ricerca web. Tutto quello che si deve fare è aprire un motore di ricerca, digitare “capacità batteria Tesla model S” oppure “capacità batteria Peugeot 208 elettrica” e “consumo medio Tesla model 3” oppure “consumo medio Nissan Leaf” e trascrivere i dati di cui si ha bisogno.

Autonomia auto elettriche: la classifica

Per conoscere l’autonomia delle auto elettriche a piena carica, si può far riferimento anche ai dati diffusi dai vari produttori. In questo caso, i chilometri che il veicolo può percorrere sono calcolati in base alla Worldwide Harmonised Light-Duty Vehicles Test Procedure (più conosciuta con l’abbreviazione WLTP), una procedura standardizzata e utilizzata a livello mondiale da tutti i produttori. Il valore espresso, in questo caso, è frutto di una media tra i dati ottenuti da percorrenza in ciclo urbano, ciclo extraurbano e ciclo misto.

Le auto elettriche con maggiore autonomia oggi sul mercato sono:

  1. Tesla Model S Long Range: 610 chilometri
  2. Tesla Model 3 Long Range: 560 chilometri
  3. Tesla Model X: 510 chilometri
  4. Hyundai Kona: 490 chilometri
  5. Jagua I-Pace: 470 chilometri
  6. Kia eNiro: 455 chilometri
  7. Audi e-tron Sportback: 444 chilometri
  8. Mercedes EQC: 429 chilometri

C’è da dire, però, che le prove su ciclo WLTP non tengono conto di fattori secondari che possono incidere sulla durata della batteria (come l’utilizzo del climatizzatore nelle calde giornate estive, ad esempio). Si tratta, quindi, di una stima non esattamente realistica e, solitamente, più elevata degli effettivi chilometri che si potranno percorrere. Dunque, dovranno essere sempre presi con il beneficio del dubbio.

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Pressione pneumatici in viaggio: come fare i controlli

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Siamo nel pieno della stagione estiva, molti sono già partiti per le loro vacanze, tanti altri invece stanno aspettando il giorno della partenza. Per chi ha deciso di viaggiare con la propria automobile, è importante ricordare che, prima di mettersi in marcia per molti km, è decisamente consigliato far controllare la macchina ad un meccanico specializzato. È fondamentale infatti verificare i livelli di olio e acqua, la condizione dei freni e anche quella delle gomme, per non avere alcun problema durante il viaggio e soprattutto non compromettere la propria sicurezza su strada.

Ci sono ancora troppi automobilisti che partono semplicemente caricando i bagagli in auto e senza pensieri, mettendo a rischio sé stessi e anche la propria famiglia o i propri amici, le persone che sono in viaggio con loro. Ogni vettura deve essere nelle condizioni ideali per affrontare un lungo percorso e raggiungere le località scelte per le vacanze. Per potersi mettere alla guida, soprattutto nelle calde giornate estive, con tutta la serenità necessaria per affrontare un lungo viaggio prima di godersi le tanto attese ferie, è assolutamente indispensabile che l’auto sia in sicurezza, vediamo quali regole bisogna seguire, soprattutto relative agli pneumatici, troppo spesso dimenticati.

Partenza per le vacanze estive: il controllo delle gomme

La prima cosa da controllare prima di partire per un lungo viaggio (sarebbe buona abitudine farlo sempre) sono gli pneumatici dell’auto, che rappresentano l’unico punto di contatto tra la macchina e il manto stradale e che devono sempre essere efficienti. Il battistrada deve essere in buone condizioni e anche la pressione di gonfiaggio. La prima verifica da fare è che non siano accese delle spie di malfunzionamento o rischio in generale, e in particolare i TPMS (Tyre Pressure Monitoring System), cioè i nuovi sistemi di monitoraggio della pressione dei pneumatici.

Se la vostra auto non è tra le più recenti e quindi non monta alcun sistema di monitoraggio elettronico, è ancora più importante andare dal gommista, anche se effettivamente noi lo consigliamo in ogni caso. In questo modo sarà l’esperto a verificare la pressione degli pneumatici con tutti gli strumenti adatti e affidabili, tarati regolarmente: uno specialista è in grado di effettuare subito la corretta manutenzione. Una raccomandazione da fare: la pressione delle gomme va sempre misurata a freddo e quindi evitate di farlo durante le brevi soste dal benzinaio lungo il viaggio per le vacanze.

Pneumatici sgonfi in estate: quali sono i rischi

Cosa succede se uno pneumatico è gonfiato ad una pressione inferiore rispetto a quella consigliata dal costruttore? Tende a surriscaldarsi più del dovuto, soprattutto in estate, e a usurarsi più in fretta, facendo consumare più carburante. Una gomma sgonfia si usura più rapidamente, troppo gonfia invece non garantisce una tenuta di strada ottimale.

Attenzione anche al livello di usura degli pneumatici, forature e diversi inconvenienti infatti si presentano maggiormente quando le gomme sono eccessivamente consumate. Per verificare l’usura del battistrada, basta sapere che quando raggiunge le piccole “barrette” in rilievo che si trovano sul fondo degli intagli, significa che le gomme sono arrivate al limite legale di 1,6 mm. Sarebbe comunque meglio sostituirle prima, non c’è un kilometraggio fisso, dipende dall’utilizzo dell’auto. Tenete conto che, anche se si percorrono pochi km ogni anno, gli pneumatici invecchiano, quindi è meglio far controllare comunque al gommista lo stato dell’auto.

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MotoGP 2020 – GP Andalusia a Jerez: gli orari TV su Sky, DAZN e TV8

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Credits: Mirco Lazzari gp/Getty Images

Il GP d’Andalusia – seconda tappa della MotoGP 2020 – si terrà (come il GP di Spagna della scorsa settimana) sul circuito di Jerez e sarà trasmesso in diretta su SkyDAZN e in differita su TV8 (di seguito troverete gli orari TV).

In quella che molto probabilmente sarà l’unica corsa del Motomondiale senza Marc Márquez – reduce dalla frattura all’omero destro e da un’operazione – DucatiYamaha si daranno battaglia per soffiare il maggior numero di punti al sei volte campione del mondo.

MotoGP 2020 – GP Andalusia: cosa aspettarsi

Il circuito di Jerez – sede del GP d’Andalusia – è lo stesso tracciato che ha ospitato domenica scorsa il Gran Premio di Spagna: una pista ricca di punti nei quali sorpassare.

Di seguito troverete il calendario del GP d’Andalusia, gli orari TV su SkyDAZNTV8 e il nostro pronostico.

MotoGP of Spain – Qualifying

Credits: Mirco Lazzari gp/Getty Images

MotoGP of Spain – Race

Credits: Mirco Lazzari gp/Getty Images

MotoGP of Spain – Race

Credits: Mirco Lazzari gp/Getty Images

MotoGP of Spain – Media Opportunity

Credits: Mirco Lazzari/Getty Images

MotoGP of Spain – Media Opportunity

Credits: Mirco Lazzari/Getty Images

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MotoGP 2020 – Jerez, il calendario e gli orari TV su Sky, DAZN e TV8
Venerdì 24 luglio 2020
09:00-09:40 Moto3 – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
09:55-10:40 MotoGP – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
10:55-11:35 Moto2 – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
13:15-13:55 Moto3 – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
14:10-14:55 MotoGP – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
15:10-15:50 Moto2 – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
Sabato 25 luglio 2020
09:00-09:40 Moto3 – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
09:55-10:40 MotoGP – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
10:55-11:35 Moto2 – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
12:35-13:15 Moto3 – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
13:30-14:00 MotoGP – Prove libere 4 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
14:10-14:50 MotoGP – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
15:10-15:50 Moto2 – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
Domenica 26 luglio 2020
08:20-08:40 Moto3 – Warm-Up (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
08:50-09:10 Moto2 – Warm-Up (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
09:20-09:40 MotoGP – Warm-Up (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
11:00 Moto3 – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN, differita alle 14:00 su TV8)
12:20 Moto2 – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN, differita alle 15:30 su TV8)
14:00 MotoGP – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN, differita alle 17:00 su TV8)

MotoGP – I numeri del GP di Andalusia
LUNGHEZZA CIRCUITO 4,4 km
GIRI 25

MotoGP – Il pronostico del GP d’Andalusia 2020

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1° Andrea Dovizioso (Ducati)

Approfittare di una gara senza Márquez per ottenere il massimo risultato: è questo l’obiettivo di Andrea Dovizioso in Andalusia.

Un traguardo a nostro avviso raggiungibile per un pilota che ha sempre fatto della continuità il suo punto di forza: tre podi e quattro piazzamenti in “top 5” nelle ultime cinque corse iridate.

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2° Fabio Quartararo (Yamaha)

Fabio Quartararo ha conquistato il primo successo in carriera in MotoGP la settimana scorsa sulla stessa pista ed è – secondo noi – il principale rivale di Dovizioso nella lotta per la vittoria del GP d’Andalusia.

Il pilota francese, reduce da due podi negli ultimi due Gran Premi, dovrà confermarsi anche domenica prossima: aspettiamoci un’altra grande prova da parte sua.

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3° Jack Miller (Ducati)

Anche nel GP d’Andalusia assisteremo a un’altra ottima prestazione di Jack Miller? Probabilmente sì.

Il pilota australiano – quarto una settimana fa a Jerez – ha ottenuto due podi e tre piazzamenti in “top 5” negli ultimi quattro Gran Premi disputati dimostrando di meritare ampiamente il posto da pilota Ducati ufficiale (dal 2021).

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Da tenere d’occhio: Maverick Viñales (Yamaha)

Maverick Viñales è reduce da un buon secondo posto a Jerez ma sta soffrendo il confronto contro un Quartararo “non ufficiale” ma più veloce.

Il centauro spagnolo, oltretutto, non è molto continuo e questo non aiuta in una MotoGP 2020 estremamente concentrata nella quale è vietato commettere errori.

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La moto da seguire: Ducati

A meno di sorprese da parte di Honda (poco probabili) il GP d’Andalusia sarà un affare a due tra YamahaDucati ma secondo noi domenica sarà la Casa di Borgo Panigale a spuntarla.

Le moto emiliane non vincono in MotoGP da quasi un anno: è il momento di approfittare dell’unica corsa che probabilmente Márquez salterà per tentare l’assalto al gradino più alto del podio.

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Proteggere l’auto dal sole: tutto ciò che bisogna fare

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Il sole, specialmente con il caldo estivo, può mettere a dura prova gli automobilisti, sia quelli che restano intrappolati nel traffico cittadino per andare a lavoro sia quelli che utilizzano la propria vettura per recarsi al mare, in montagna oppure ad una gita fuori porta. L’abitacolo di ogni auto, se esposto ai raggi del sole, si surriscalda molto facilmente. I sedili diventano roventi e rendono molto difficile sedersi prima di aver atteso diversi minuti per ripristinare una temperatura quantomeno accettabile.

Il volante, poi, diventa bollente a tal punto che posare le mani su di esso per mettersi alla guida appare una missione quasi impossibile. Al tempo stesso, la carrozzeria può scolorirsi, presentando anche macchie ed effetti antiestetici che richiedono un intervento di ripristino. Ecco alcune semplici regole da seguire per proteggere la propria vettura dagli effetti negativi della prolungata esposizione ai raggi solari.

Parcheggiare l’auto all’ombra quando fa caldo

Quello di provare a parcheggiare l’auto all’ombra è un suggerimento tanto ovvio quanto fondamentale. Trovare parcheggio è spesso difficile e tanti automobilisti, dopo una ricerca estenuante, lasciano la propria vettura nel primo spazio disponibile, anche sotto il sole. L’ideale sarebbe parcheggiare l’auto in box, spazi seminterrati, tettoie o zone coperte dall’ombra. Si consiglia di prestare sempre attenzione al movimento del sole in caso di sosta prolungata: lo spostamento della zona d’ombra potrebbe far sì che la vettura si ritrovi esposta al sole nelle ore più calde del giorno.

Esporre al sole solo la parte posteriore della vettura

Onde evitare l’eccessivo surriscaldamento dell’abitacolo, in caso di possibilità di parcheggio limitate, è preferibile posizionare l’automobile in modo che la parte più esposta al sole sia quella posteriore e non il muso. Così facendo si riuscirà a contenere il surriscaldamento della parte frontale, evitando che volante, pomello del cambio e sedile del guidatore diventino bollenti. Si consiglia, al tempo stesso, di evitare gli sbalzi improvvisi di temperatura quando si sale a bordo dell’auto: azionare subito il climatizzatore può danneggiare il parabrezza e provocare uno choc termico agli occupanti dell’abitacolo.

Coprire l’auto con un parasole o un telo

Il parasole rappresenta un accessorio economico e funzionale per proteggere la propria vettura dai raggi del sole. Posizionato sulla parte posteriore dell’automobile, mette al riparo il cruscotto e il volante. L’ideale sarebbe utilizzare un parasole di materiali e colori riflettenti, che permettono di schermare ulteriormente i raggi solari. Utilizzare il parasole offre dei vantaggi non indifferenti: consente di evitare l’esposizione diretta della corona del volante e della plancia e di contenere l’irraggiamento dell’abitacolo. Il telo copriauto è uno strumento altrettanto utile: offre la protezione integrale dell’automobile anche se posizionarlo e toglierlo richiede dei tempi più lunghi per gli automobilisti.

Lavare frequentemente la vettura d’estate

Lavare l’automobile con maggiore frequenza durante i mesi estivi è un’operazione che può contribuire a salvaguardare la carrozzeria della propria vettura. I residui di resina, la salsedine e in generale lo sporco che si accumula sulla superficie esterna di un’auto, da ferma o durante un viaggio, possono macchiare in maniera indelebile gli esterni. Il consiglio, dunque, è quello di sottoporre l’auto a lavaggi frequenti cercando di mantenerla il più possibile pulita. Il lavaggio non deve avvenire mai quando la carrozzeria è calda, soprattutto se è stata esposta molto tempo al sole, per evitare che la schiuma, asciugandosi, crei macchie e aloni.

Usare trattamenti protettivi nelle calde giornate estive

Nei casi in cui la carrozzeria e la vernice dell’automobile siano state danneggiate dalla prolungata esposizione ai raggi del sole, si rende necessario l’utilizzo di trattamenti protettivi in grado di schermare la verniciatura e renderla meno vulnerabile. Una volta esposti per lungo tempo ai raggi solari, i materiali dell’automobile possono screpolarsi, perdere la lucentezza e il colore originario. In commercio sono disponibili diversi tipi di cere e prodotti che vanno a creare una sorta di pellicola protettiva sulle zone dell’automobile che sono state più esposte al sole.

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Le nuove Honda Jazz e Jazz Crosstar

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Credits: Honda

Honda arricchisce la sua gamma con le nuove Honda Jazz e Jazz Crosstar, efficienti e brillanti grazie alla tecnologia ibrida e:HEV. Jazz, parte integrante della nuova gamma green e:TECHNOLOGY di Honda, è il primo dei sei modelli elettrificati che la casa prevede di lanciare in Europa entro il 2022.

Per la nuova Jazz, Honda si è concentrata su una nuova filosofia di design, racchiusa nel concetto giapponese di “Yoo no bi” che riconosce la bellezza negli oggetti di uso quotidiano perfezionati nel tempo ed ergonomicamente soddisfacenti: linee morbide che seguono il frontale corto, mantenendo lo stesso tratto stilistico distintivo delle generazioni precedenti e dando vita ad un profilo immediatamente riconoscibile. Il tutto senza rinunciare al comfort e alla versatilità di Jazz, da sempre ai vertici della categoria.

Il sistema ibrido e:HEV è stato sviluppato ad hoc per la nuova Jazz, con l’obiettivo di regalare un’esperienza di guida brillante. Tale sistema prevede due motori elettrici compatti, un motore a benzina i-VTEC DOHC da 1.5 litri, una batteria agli ioni di litio e un’innovativa trasmissione a rapporto fisso.

Ma le migliorie tecnologiche non si fermano qui: l’Infotainment di ultima generazione, tra cui l’Assistente Personale Honda e l’app My Honda+, e la tecnologia a bordo permettono agli utilizzatori di restare sempre connessi.

E la sicurezza? La nuova Jazz offre sull’intera gamma la più completa ed avanzata serie di funzioni di sicurezza attiva e di assistenza alla guida, oltre che un’esclusiva dotazione di sistemi di sicurezza passiva.

Jazz è disponibile anche nella versione Crosstar, con un look che trae ispirazione dai SUV, pensata per chi ama uno stile di vita più attivo e sportivo grazie a una maggiore altezza dal suolo, un diverso disegno della griglia anteriore, tessuti impermeabili e mancorrenti integrati sul tetto.

Honda Jazz e:HEV

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Honda Jazz e:HEV

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Honda Jazz Crosstar e:HEV

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Honda Jazz Crosstar e:HEV

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Honda Jazz e Jazz Crosstar, gli interni

Credits: Honda

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Nissan Leaf e+: sempre più in alto

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Appeal Meno scenografica di una Tesla.
Contenuti tecnologici Numerosi: un motore elettrico, una grande batteria e ADAS a profusione.
Piacere di guida Scattante ma più orientata al comfort che al divertimento. Freni poco potenti.
Stile I designer hanno lavorato più sull’efficienza aerodinamica che sulla bellezza. Giusto così.

Il mondo delle auto elettriche somiglia molto a quello degli smartphone: non solo novità e restyling ma anche aggiornamenti periodici che portano importanti miglioramenti di prodotto.

Un esempio su tutti? La Nissan Leaf. La seconda generazione della compatta elettrica giapponese – nata tre anni fa con un pacco accumulatori da 40 kW (qui il nostro test) – è stata affiancata alla fine del 2019 dalla variante e+: più potenza, più autonomia, più prestazioni, una batteria più grande e prezzi più alti.

Nella nostra prova su strada abbiamo testato l’ultima evoluzione della Nissan Leaf, la e+, nel più ricco (e costoso) allestimento Tekna ProPilot Park: scopriamo insieme i suoi pregidifetti.

Nissan Leaf e+: cosa cambia rispetto alla 40 kWh

La Nissan Leaf e+ costa circa 6.000 euro più della variante 40 kWh a parità di allestimento ma può vantare un motore più potente (218 CV anziché 150 e 340 Nm di coppia invece di 320) e prestazioni più briose: 157 km/h di velocità massima e “0-100” in 6,9 secondi (la versione “base” della compatta elettrica nipponica si ferma rispettivamente a 144 km/h e 7,9 secondi).

I miglioramenti più importanti riguardano però l’autonomia (385 km dichiarati contro 270): se con la versione 40 kWh si possono percorrere realmente oltre 200 km con un “pieno” – sfruttando le modalità di guida Eco (che limita l’erogazione del motore) e B Mode (recupero di energia più incisivo in fase di frenata) e attivando l’e-Pedal che consente di guidare usando esclusivamente il pedale dell’acceleratore (la vettura frena quando si solleva il piede) – con la batteria da 62 kWh si può superare quota 300.

Valori interessanti per la categoria ma migliorabili: nella fascia di prezzo sotto i 50.000 euro troviamo infatti SUV coreane piccole e compatte più efficienti nonostante un design esterno meno aerodinamico. Per quanto riguarda i tempi di ricarica ci vuole circa un’ora e mezza per passare dal 20% all’80% con un caricatore rapido.

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Nissan Leaf e+: prezzo e dotazione

La Nissan Leaf e+ Tekna ProPilot Park protagonista della nostra prova su strada ha un prezzo piuttosto alto – 47.150 euro – abbinato a una dotazione di serie ricchissima:

Batteria

  • Batteria da 62 kWh
  • Carica batteria 6,6 kW
  • Carica batteria rapida CHAdeMO
  • Attivazione timer ricarica remoto
  • Timer di bordo per la ricarica

Esterni

  • Calotte specchietti retrovisori in tinta
  • Maniglie portiere cromate
  • Cerchi in lega 17″ 215/50 R17

Interni

  • Volante D-Shape regolabile in altezza con comandi integrati
  • Volante in pelle
  • Bracciolo guidatore
  • Sedili con parti in ecopelle ed Ultrasuede

Sicurezza

  • Airbag lato guida e passeggero
  • Airbag laterali
  • Airbag a tendina
  • ESP + ABS + EBD
  • Sistema acustico per sicurezza pedoni
  • Ruotino di scorta + kit di montaggio
  • Attacchi Isofix
  • Sistema di frenata di emergenza intelligente con riconoscimento pedoni e ciclisti
  • Sistema di avviso e prevenzione cambio corsia involontario intelligente
  • Sistema intelligente attivo di copertura angolo cieco
  • Sistema intelligente di rilevamento posteriore degli ostacoli in movimento
  • Sistema intelligente attenzione guidatore
  • Limitatore di velocità con comandi al volante
  • Sistema di riconoscimento segnaletica stradale
  • Sistema di monitoraggio della pressione dei pneumatici

Visibilità

  • Fari automatici crepuscolari e dispositivo “Follow me home”
  • Fari a LED con regolazione manuale
  • Fari fendinebbia anteriori a LED con funzione cornering
  • Fari automatici intelligenti
  • Tergicristalli automatici con sensore pioggia

Comfort

  • Selettore automatico di marcia (Shift by wire)
  • Specchietti regolabili elettricamente
  • Specchietti ripiegabili elettricamente ed automaticamente
  • Riscaldamento e condizionamento automatico con filtro antipolline
  • Climatizzatore automatico con pompa di calore
  • Sedili anteriori reclinabili e regolabili longitudinalmente
  • Volante, specchietti, sedili anteriori e posteriori riscaldabili
  • Strumentazione con finitura tecnica
  • Attivazione climatizzatore da remoto
  • Timer di bordo per attivazione climatizzatore
  • Apertura elettrica e illuminazione vano di ricarica

Portiere e finestrini

  • Vetri privacy
  • Alzacristalli anteriori e posteriori elettrici (lato guida con funzione “one touch”)
  • Nissan Intelligent Key con pulsante di avviamento

Tecnologia

  • e-Pedal
  • ProPilot
  • ProPilot Park
  • Freno di stazionamento elettrico
  • Sistema di partenza assistita in salita e in discesa
  • Intelligent Cruise Control
  • Intelligent Around View Monitor
  • Retrocamera per il parcheggio
  • Sensori di parcheggio anteriori e posteriori
  • Specchietto retrovisore intelligente con funzione antiabbagliamento
  • Display HD a colori da 7″ integrato
  • 2 USB posteriori
  • Radio DAB con lettore MP3, AUX, Bluetooth, 1 USB ant., comandi al volante e 7 altoparlanti e impianto Premium Bose
  • NissanConnect EV: navigatore sat. A-IVI con schermo touch screen da 8″ con integrazione smartphone (Apple CarPlay e Android Auto)
  • Sistema riconoscimento vocale telefono
  • Sistema riconoscimento vocale funzioni EV
  • Computer di bordo con indicatori di consumo energetico medio e istantaneo
  • Sistema di frenata rigenerativa
  • Modalità di guida ECO
  • Modalità di guida B-Mode (freno motore maggiorato)
  • Telematica Off Board
  • Telematica On Board

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A chi si rivolge

La Nissan Leaf e+ è rivolta a chi cerca una compatta elettrica e affronta spesso percorsi extraurbani. Oltre 300 chilometri di autonomia reali sono più che sufficienti per avventurarsi – ogni tanto – fuori dalla città.

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Alla guida: primo impatto

Nei primi chilometri percorsi al volante della Nissan Leaf e+ non abbiamo notato grosse differenze rispetto alla variante 40 kWh: l’abitacolo – spazioso e caratterizzato da assemblaggi curati (ma anche da troppa plastica rigida – non è cambiato e il secondo guadagnato sullo “0-100” non si nota più di tanto su una vettura già briosa nella sua versione “base”.

Nonostante l’incremento considerevole di potenza la compatta nipponica a emissioni zero si conferma una vettura più orientata al comfort che al piacere di guida: sospensioni morbide, grande silenziosità, uno sterzo leggero che mostra le cose migliori in città e un impianto frenante poco potente.

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Alla guida: valutazione finale

Dopo un centinaio di chilometri si inizia ad apprezzare il miglioramento più importante apportato alla Nissan Leaf e+, quello relativo all’autonomia: trovarsi con ancora due terzi di carica anziché con metà “serbatoio” come sulla 40 kWh riduce di molto l’ansia.

Nonostante l’incremento della percorrenza la “segmento C” asiatica a emissioni zero continua a trovarsi a proprio agio più in città che fuori. Nel traffico urbano sa essere molto efficiente ed è impossibile sbagliare un parcheggio grazie a una ricca dotazione di aiuti: Intelligent Around View Monitor (videocamera 360°), ProPilot Park (parcheggio automatico), rilevamento posteriore degli ostacoli in movimento, sensori di parcheggio anteriori e posteriori e telecamera posteriore.

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Cosa dice di te

Sei un automobilista attento all’ambiente alla ricerca di un mezzo in grado di cavarsela senza problemi negli spostamenti a corto e medio raggio. Sei probabilmente alla prima esperienza con un’elettrica e difficilmente tornerai indietro ai vecchi modelli termici.

Scheda tecnica
Motore elettrico
Batteria 62 kWh
Potenza 160 kW (218 CV)
Coppia 340 Nm
Autonomia 385 km (WLTP)
Trazione anteriore
Peso in ordine di marcia 1.709/1.726 kg
Acc. 0-100 km/h 6,9 s
Velocità max 157 km/h
Prezzo 47.150 euro

Le concorrenti

Audi A3 Sportback e-tron Admired La variante ibrida plug-in della precedente generazione della compatta di Ingolstadt ha un’autonomia di circa 40 km in modalità elettrica e costa meno della Leaf. Una “segmento C” utilizzabile senza limitazioni grazie alla presenza di un propulsore termico sotto il cofano.
Hyundai Ioniq Electric Prime La compatta a emissioni zero coreana ha una batteria più piccola di quella della Leaf e questo si ripercuote – ma non più di tanto – sull’autonomia. Il motore ha solo 136 CV, 82 meno della rivale nipponica, ma anche i prezzi sono più bassi.
Mercedes A 250 e Premium La variante ibrida plug-in della classe A costa meno della Leaf ma può percorrere solo una settantina di chilometri in elettrico. Il propulsore termico rende la compatta della Stella più sfruttabile nell’uso quotidiano.
Volkswagen e-Golf La Golf elettrica costa molto meno della Leaf ma è anche meno potente e meno briosa. Senza contare l’autonomia inferiore.

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Parcheggi negli aeroporti italiani: come prenotare e perché

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Si avvicinano le vacanze estive ormai per molti italiani, alcuni sono già partiti, altri stanno facendo il conto alla rovescia. Per chi parte in aereo spesso un punto di domanda è rappresentato dal parcheggio in aeroporto, che non sempre è al coperto e custodito. Per questo si ha il terrore di trovarsi davanti a brutte sorprese una volta rientrati dalle vacanze, oltre che a sprechi di soldi e di tempo.

Ci sono casi in cui i parcheggi si trovano molto vicino ai terminal, altri in cui invece sono distanti e quindi è necessario controllare che vi sia anche il servizio navetta che porta direttamente all’aeroporto, altrimenti il rischio è quello di dover percorrere a piedi tanti metri, oltretutto con il peso delle valigie, e con la paura di perdere il volo. Vediamo tutti i consigli per chi vuole prenotare il parcheggio in aeroporto, ricordando che un metodo vincente è la prenotazione online, che comporta alcuni vantaggi.

Come si prenota il parcheggio dell’aeroporto?

Se hai deciso di prenotare il parcheggio dell’aeroporto online, allora dovrai fornire tutti i tuoi dati anagrafici, ovviamente le date di partenza e ritorno dal viaggio e il modello di auto. Spesso viene richiesto anche il numero di targa del veicolo che si intende lasciare in custodia e a volte anche il pagamento anticipato. In altri casi si può pagare al momento, rivolgendosi ad un operatore in cassa e pagando in contanti, con bancomat o con carta di credito.

Parcheggio in aeroporto, i prezzi

I prezzi del parcheggio in aeroporto possono variare a seconda di differenti fattori. Prima di tutto ovviamente c’è la durata della sosta nel posto auto, che può essere compresa tra un minimo di 24 ore e un massimo di 31 giorni (per periodi prolungati è bene chiederne la possibilità ed eventuali tariffe agevolate). La prenotazione può avvenire con un anticipo di 180 giorni al massimo e con 8 ore di preavviso almeno rispetto al momento in cui prevedete il vostro arrivo. Se hai bisogno di cambiare la prenotazione, solitamente è possibile farlo senza pagare penali o costi supplementari, ad una condizione: deve avvenire entro un giorno prima l’orario di ingresso nel parcheggio. Cosa serve per entrare nel garage auto? Il messaggio di posta elettronica e il codice PIN fornito.

Parcheggiare l’auto in aeroporto: come evitare di pagare tariffe troppo elevate

Purtroppo spesso i costi dei parcheggi negli aeroporti italiani sono molto elevati, a volte anche più del volo stesso. Se prenoti un viaggio low-cost e risparmi molto, di certo non ha intenzione di pagare una tariffa molto alta per il parcheggio dell’auto. È bene quindi valutare questo aspetto in anticipo e cercare una soluzione, evitando una spesa clamorosa, che possa addirittura rovinare l’atmosfera festosa e di relax tipica di quando si parte finalmente per le vacanze, dopo un anno intero passato a lavorare.

Non tutti gli aeroporti italiani propongono le stesse soluzioni per il parcheggio auto, i problemi si rilevano solo in alcune località, ma prima di partire considerate bene ogni aspetto del viaggio, anche questo. Uno dei nostri migliori consigli è cercare di approfittare dei servizi di prenotazione online, che consentono senza alcun dubbio di risparmiare economicamente e sono oltretutto anche molto comodi. Infatti si conosce già il luogo in cui bisogna parcheggiare, ancor prima di arrivare in aeroporto, senza dover perdere tempo per trovare il parcheggio esatto, con l’ansia di perdere l’aereo.

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Frenata automatica: che cos’è e in quali circostanze è utile

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Le auto di nuova generazione sono dotate del sistema di frenata automatica di emergenza, che serve a incrementare notevolmente la sicurezza dei veicoli. Vediamo di cosa si tratta nello specifico e di come funziona.

Che cos’è il sistema di frenata automatica?

Viene chiamato anche AEB, la sigla infatti significa Autonomous Energy Braking, ossia Frenata Automatica d’Emergenza. Oggi sono sempre di più le vetture che montano questo dispositivo di ultima generazione, molto utile e che aumenta la sicurezza su strada. Un sistema che viene creato appositamente per far sì che gli incidenti stradali possano diminuire notevolmente, che aiuta quindi ad evitare sinistri anche pericolosi e rischiosi per la vita delle persone che circolano a bordo dei loro mezzi o a piedi. Si tratta di una componente meccanica moderna, che viene installata in modo da poter entrare in funzione ad una velocità fino a 60 km/h.

La Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Europa ha deciso di far inserire questo sistema di ultima generazione sulle vetture, in modo da riuscire a eliminare, o almeno diminuire drasticamente, il numero degli incidenti e tamponamenti a bassa velocità e soprattutto per scongiurare danni gravi agli oggetti e in particolar modo alle persone. Il nuovo sistema di frenata automatica di emergenza non viene inserito solo sulle automobili, ma anche su altre tipologie di veicoli, come quelli commerciali (dal peso di carico non molto elevato). Il grande obiettivo della decisione di munire tutti i mezzi circolanti su strada di questo sistema AEB è ovviamente quello di aumentare al massimo la sicurezza stradale.

Sistema di frenata automatica di emergenza: ridurre gli incidenti mortali

L’importanza di questo sistema di ultima generazione, fondamentale per far viaggiare gli automobilisti più sicuri, come ha dichiarato l’ente EuroNCAP (che si occupa proprio di sicurezza stradale), è segnata da un dato molto significativo: il rischio di essere coinvolti in un sinistro stradale a bassa andatura, qualsiasi sia poi la sua effettiva entità, diminuisce del 38%. Un discorso che vale sia per quanto riguarda gli scontri tra auto e moto, che tra due vetture, o ancora (molto pericoloso e spesso purtroppo fatale) tra una macchina e un pedone. Tutti i Paesi europei dovrebbero decidere di rendere obbligatorio questo dispositivo di sicurezza su ogni nuova auto circolante.

Frenata automatica, alcuni dubbi sulla sua reale utilità

Ricordiamo che il sistema AEB consente all’auto di frenare in maniera autonoma nel caso in cui il guidatore dovesse tardare ad azionare i freni. Come abbiamo detto, e come si comprende con facilità, lo scopo è evitare gli incidenti con altri veicoli e con i pedoni. Nonostante i dati dell’EuroNCAP, c’è chi comunque ha alcuni dubbi sulla totale efficacia della frenata automatica di emergenza installata sulle auto, i dubbi si basano sui risultati di test approfonditi effettuati.

L’associazione nordamericana AAA ha messo alla prova i sistemi AEB, simulando l’attraversamento di un adulto e di un bambino che si muove all’improvviso, senza fare attenzione, sia in presenza di luce diurna che di notte. Sono emerse delle criticità per quanto riguarda le ore notturne e nelle svolte a destra, il dispositivo funziona meglio sui rettilinei. Gli incidenti mortali con i pedoni sono in aumento, per questo motivo i nuovi sistemi, se ulteriormente sviluppati, potrebbero essere davvero importanti. La ricerca dell’AAA ha sottolineato che i dispositivi attuali non sono ancora perfetti e richiedono delle ottimizzazioni, che sicuramente arriveranno.

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Raffreddare l’auto rimasta sotto il sole: piccola guida per non fare errori

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Magari, di primo acchito, non ce ne rendiamo conto. Però quando parcheggiamo l’auto sotto il sole cocente stiamo trasformando l’abitacolo della nostra vettura in una sorta di forno. Bastano pochi minuti per far aumentare la temperatura interna di diversi gradi, anche alcune decine. Così, se dovessimo lasciare l’auto per un’intera giornata al sole mentre ci rilassiamo in spiaggia, al ritorno troveremo una situazione “infernale”, o quasi.

All’interno del veicolo, infatti, la temperatura percepita può superare anche i 50 gradi centigradi, rendendo particolarmente sgradevole dover sedere al posto di guida (per non parlare delle difficoltà di afferrare il volante, praticamente rovente). Non solo: mettendoci alla guida con una temperatura troppo elevata correremmo degli inutili rischi. Gli effetti, infatti, sarebbero paragonabili a quelli della guida in stato di ebbrezza: riflessi “appannati”, risposte agli stimoli ritardati e pericolo di causare incidenti molto più alto del normale.

È così necessario raffreddare l’auto rimasta sotto il sole prima di mettersi in marcia, non solo per migliorare il comfort di guida, ma anche per evitare di “ubriacarci” di caldo e mettere in pericolo noi, chi viaggia con noi e gli altri automobilisti. Ecco alcuni consigli utili a raffreddare l’auto in fretta senza commettere errori.

Raffreddare l’auto: aprire portiere e finestrini

La prima cosa da fare per far raffreddare l’auto lasciata al sole è aprire le portiere (o i finestrini, se non c’è spazio a disposizione) e lasciare che l’aria calda presente all’interno dell’abitacolo fuoriesca. Insomma, si deve favorire il ricambio d’aria all’interno del veicolo, anche aprendo il portellone posteriore, se necessario.

Come abbiamo già visto nella guida su come usare il climatizzatore auto d’estate, infatti, attivare immediatamente il condizionatore non aiuta a raffreddare velocemente l’auto rimasta sotto al sole. Al contrario, aumenta lo stress sulle componenti del sistema (come il compressore) e i consumi dell’auto. Un errore da evitare dunque a tutti i costi.

Appena si arriva al posteggio dell’auto, dunque, si deve favorire la circolazione all’interno dell’abitacolo aprendo sportelli, sportelloni e finestrini. Quando possibile, si possono anche aprire e chiudere a ripetizione le portiere dell’auto, così da “forzare” l’ingresso dell’aria fresca nel proprio mezzo.

Auto sotto il sole, rimettersi in marcia

Trascorso qualche minuto, si può finalmente riaccendere il motore dell’auto. Ma non per attivare il climatizzatore: prima di questa operazione è necessario viaggiare per qualche minuto con i finestrini completamente aperti. In questo modo, infatti, si favorisce il ricambio “forzato” d’aria all’interno dell’abitacolo, abbassando ulteriormente la temperatura percepita sia da chi si trova alla guida sia da chi si trova in auto con lui.

Raffreddare l’auto con il climatizzatore: come usarlo

Terminata questa seconda fase, può finalmente entrare in azione il climatizzatore dell’auto. Con l’auto in marcia e con la temperatura dell’abitacolo uguale a quella esterna è infatti possibile utilizzare il sistema di climatizzazione. Almeno inizialmente, i finestrini dovranno comunque essere tenuti aperti: nei primissimi istanti, infatti, il condizionatore dell’auto tira fuori aria calda, che potrebbe inficiare tutto il “lavoro” fatto sinora. Per lo stesso motivo, è necessario tenere spento il ricircolo dell’aria. Quando dalle bocchette inizia a fuoriuscire aria fredda, è possibile chiudere i finestrini, attivare il ricircolo dell’aria e impostare il sistema di climatizzazione sulla temperatura desiderata.

Seguendo questi semplici passaggi, e in un lasso di tempo di 5 minuti circa, l’abitacolo della vettura è nuovamente fresco, con una temperatura che assicura il massimo del comfort e non mette a rischio l’incolumità di nessuno.

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