Category Archives: Auto Classiche
Alpina-BMW B3 (2000): l’alternativa alla M3
All’inizio degli anni 2000 l’Alpina-BMW B3 era la versione più sportiva della BMW serie 3 berlina visto che non esisteva la M3 a quattro porte. Disponibile anche nella variante station wagon Touring, ha quotazioni basse (6.000 euro) ma è introvabile nel nostro Paese.Alpina-BMW B3 (2000): le caratteristiche principaliLa Alpina-BMW B3 di inizio millennio è basata sulla quarta generazione della BMW serie 3 (quella conosciuta con la sigla E46), un modello molto amato ma non privo di difetti (uno su tutti, il ridotto spazio a disposizione dei passeggeri posteriori per via dell’ingombrante tunnel della trasmissione).Pur essendo una berlina sportiva non è scomoda: merito di sospensioni dalla taratura rigida (ma non troppo) che offrono un buon livello di divertimento nelle curve senza trascurare il comfort. Il piacere di guida arriva anche dal cambio (manuale a sei marce o automatico Switch Tronic a cinque rapporti), dallo sterzo preciso e da freni potentissimi.In occasione del restyling della Alpina-BMW B3 – datato 2001 – debutta la versione a trazione integrale 4WD, capace di offrire più aderenza su qualsiasi superficie.La tecnicaIl motore è un 3.3 sei cilindri a benzina in grado di generare una potenza di 280 CV e una coppia di 335 Nm. Questa unità aspirata ha una doppia anima: sobria ed elastica ai bassi regimi, quasi brutale superati i 5.000 giri. Alti i consumi, soprattutto sulle versioni dotate di trasmissione automatica.Le quotazioniLa B3 di inizio anni 2000 è una delle Alpina-BMW più accessibili visto che le sue quotazioni recitano 6.000 euro. Resta però una vettura molto rara (soprattutto la station wagon Touring) nel nostro Paese visto che gli automobilisti italiani hanno preferito optare per le coupé.All’estero, specialmente in Germania, è più facile da trovare. A prezzi più alti, però. Da non sottovalutare, infine, il superbollo: stiamo parlando di un’auto che supera i 185 kW di potenza e che non è ancora ufficialmente d’epoca.

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Georges Paulin, il dentista che inventò le coupé/cabriolet
Dentista, designer di auto part/time ed eroe della Resistenza francese durante la Seconda Guerra Mondiale: Georges Paulin, noto nell’ambiente delle quattro ruote per aver inventato il segmento delle coupé/cabriolet, è stato tutto questo. Scopriamo insieme la sua storia.Georges Paulin, la biografiaGeorges Paulin nasce il 20 maggio 1902 a Parigi (Francia). Dentista e appassionato di automobili, non ama le scoperte con la capote in tela (troppo poco protettive) e neanche quelle con l’hard-top (il tetto rigido metallico) perché va lasciato in garage quando non viene utilizzato.Per questa ragione nel 1931 brevetta un sistema automatizzato – battezzato Eclipse – che consente di nascondere la capote in lamiera all’interno del bagagliaio in soli cinque secondi. Due anni più tardi incontra – grazie all’amicizia comune con il concessionario Peugeot Émile Darl’mat – il carrozziere Marcel Pourtout, il quale si dimostra molto interessato all’idea.La produzione in serieLa prima vettura di serie dotata del brevetto di Georges Paulin viene prodotta nel 1934 ed è marchiata Panhard. L’anno successivo arrivano sul mercato le versioni Eclipse delle Peugeot 401 e 601 (quest’ultima disegnata proprio da Paulin, che abbandona l’attività medica per dedicarsi a quella di stilista delle quattro ruote). Queste vetture impiegano pochissimo tempo a conquistare gli automobilisti più facoltosi.Il modello più noto è tuttavia la Peugeot 402 Eclipse del 1936, dotata di un sistema elettrico rimpiazzato l’anno seguente da un più affidabile comando manuale.L’Inghilterra, la guerra e la morteDurante la Seconda Guerra Mondiale Georges Paulin lavora su tre fronti nel Regno Unito: disegnatore per la Rolls-Royce, membro della Resistenza transalpina e spia per i servizi segreti britannici.Arrestato nel 1941 dalla Gestapo su segnalazione di membri del governo collaborazionista di Vichy, muore il 21 marzo 1942 – a meno di quarant’anni – fucilato dai nazisti a Suresnes (Francia).

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Honda Prelude, la storia della coupé giapponese
La Honda Prelude è stata, nel secolo scorso, una delle coupé più tecnologicamente avanzate in commercio. Scopriamo insieme la storia delle cinque generazioni della sportiva giapponese, sempre fedele alla sua filosofia di berlina chiusa a due porte.Honda Prelude prima generazione (1978)La prima generazione della Honda Prelude viene svelata nel 1978. Il pianale è completamente nuovo mentre l’unico motore al lancio (un 1.6 da 80 CV) deriva da quello montato dalla berlina Accord. Il design gradevole è impreziosito dal tetto in vetro.Pochi mesi dopo il debutto arriva un 1.8 da 80 CV (72 nella versione nata nel 1979 e destinata agli USA) mentre nel 1981 è la volta di un leggero restyling.Honda Prelude seconda generazione (1982)Nel 1982 viene presentata la Honda Prelude seconda generazione. Realizzata, anche in questo caso, su una piattaforma nuova di zecca, monta al debutto un motore 1.8 da 105 CV, affiancato nel 1986 da un due litri.Il design squadrato è caratterizzato dai fari anteriori a scomparsa e dai gruppi ottici posteriori collegati tra loro.Honda Prelude terza generazione (1987)In occasione del lancio della terza generazione della Honda Prelude, nel 1987, la coupé giapponese punta sull’innovazione con un design aerodinamico e, soprattutto, con le quattro ruote sterzanti (soluzione che consente di facilitare le manovre alle basse velocità e di migliorare la stabilità alle alte). La gamma motori comprende unità 2.0 e 2.1 da 106 a 152 CV. Con il restyling del 1989 arriva un frontale più tradizionale con fari a vista e paraurti ridisegnati.Honda Prelude quarta generazione (1991)La quarta generazione della Honda Prelude è quella con il design più riuscito: ancora oggi le sue forme seducono nonostante siano state ideate oltre vent’anni fa. Le modifiche tecniche più rilevanti riguardano le quattro ruote sterzanti a controllo elettronico e non più meccanico mentre la gamma motori per il nostro Paese comprende un 2.0 da 133 e 150 CV e un 2.2 da 185 CV.Honda Prelude quinta generazione (1996)Caratterizzata da un design squadrato in un periodo in cui dominano le forme tonde (questo spiega come mai le sue linee verranno apprezzate solo in seguito), la quinta (nonché ultima) generazione della Honda Prelude monta tre motori: un 2.0 da 134 CV e un 2.2 da 185 e 200 CV.

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Le regine di Le Mans al Museo Porsche di Stoccarda
La mostra “24 Ore per l’Eternità. Le Mans”, in programma al Museo Porsche di Stoccarda dal 26 marzo al 13 luglio 2014, è un evento da non perdere per gli appassionati di motorsport. Durante questa retrospettiva, nata per celebrare il ritorno nella celebre corsa endurance transalpina della Casa più vincente di sempre (16 successi tra il 1970 e il 1998), sarà possibile ammirare i modelli del brand tedesco che hanno fatto la storia di questa gara.La protagonista assoluta sarà la 919 Hybrid, che parteciperà all’edizione 2014 della 24 Ore di Le Mans (14-15 giugno) con due esemplari. Il primo sarà guidato dal francese Romain Dumas (già vincitore nel 2010), dal tedesco Marc Lieb (quattro successi alla 24 Ore del Nürburgring) e dallo svizzero Neel Jani (campione A1 GP 2007/2008) mentre l’equipaggio del secondo sarà composto dal tedesco Timo Bernhard (vincitore a Le Mans nel 2010), dall’australiano Mark Webber (3° nei Mondiali F1 2010, 2011 e 2013) e dal neozelandese Brendon Hartley (campione europeo Formula Renault 2.0 nel 2007).Accanto a lei, oltre 20 diverse vetture da corsa presenti al Museo Porsche di Stoccarda nella mostra “24 Ore per l’Eternità. Le Mans” racconteranno l’evoluzione tecnologica del marchio di Zuffenhausen. Tra i modelli più significativi troviamo la 936 (tre volte sul gradino più alto del podio: 1976, 1977, 1981) – l’auto più veloce di sempre (360 km/h) sul rettilineo di Mulsanne – e la 911 GT1 (l’ultima a trionfare, nell’ormai lontano 1998).Durante i due giorni della 24 Ore di Le Mans 2014 il museo sarà gratuito e aperto ininterrottamente dalle 09:00 di sabato 14 giugno alle 18:00 di domenica 15 giugno in modo da permettere ai visitatori di seguire in diretta la corsa attraverso numerosi schermi. Negli altri giorni questo spazio espositivo sarà aperto da martedì a domenica dalle 09:00 alle 18:00: 8 euro il costo del biglietto intero, 4 quello ridotto. Per maggiori informazioni consultate il sito ufficiale.

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"In Reverse": le Fiat 500 "compresse" in mostra a Torino
Sarà aperta fino al 30 marzo 2014 la mostra “In Reverse”, ospitata dalla Pinacoteca Agnelli di Torino. Un evento imperdibile per gli appassionati di arte contemporanea e di automobili nel quale è possibile ammirare diverse opere del designer israeliano Ron Arad basate su Fiat 500 “compresse”.Il mitico “cinquino” originale è presente nelle sculture “Pressed Flowers” (2013), caratterizzate da sei citycar Fiat “appiattite” in modo da togliere il senso della profondità, e “Roddy Giacosa” (2013), creata con centinaia di barre di acciaio inox lucido poste su un’armatura metallica che “dialoga” con il modellino in legno del 1956 del vero progettista della 500 Dante Giacosa.Nella mostra “In Reverse” alla Pinacoteca Agnelli di Torino (Via Nizza 230/103, aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 19) sarà inoltre possibile ammirare il video “Slow Outburst” (2013) che documenta la simulazione digitale del processo di compressione della Fiat 500. Il biglietto intero costa 10 euro, 8 euro per ridotto, gruppi, over 65 e convenzionati, 4 euro per scuole e ragazzi da 6 a 16 anni, gratis per bambini fino a 6 anni non compiuti, disabili e abbonati Musei Torino Piemonte. Per maggiori informazioni consultate il sito ufficiale.

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F1: il casco di James Hunt all’asta
Il casco di James Hunt sarà uno degli oggetti più desiderati all’asta Race Retro & Classic Car Sale, organizzata da Silverstone Auctions e in programma il 22 e il 23 febbraio 2014 a Stoneleigh Park, vicino a Coventry (Regno Unito).L’elmetto nero Bell con visiera usato dal pilota britannico (Campione del Mondo 1976, stagione raccontata nel film “Rush”) durante la stagione 1978 è impreziosito da tre strisce colorate, dal nome del pilota e dagli sponsor Marlboro, Texaco e Goodyear. Il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 25.000 euro.Il 1978 fu l’ultimo anno di James Hunt alla McLaren: si rivelò più veloce dei compagni di squadra – il francese Patrick Tambay e il nostro Bruno Giacomelli – e terminò la stagione al 13° posto in classifica generale ottenendo come miglior piazzamento un terzo posto (ultimo podio in carriera) il 2 luglio in occasione del GP di Francia.

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Karl Benz, l’inventore dell’automobile
Karl Benz non è solo uno dei personaggi più importanti della storia dell’automobile: è l’uomo che ha inventato questo mezzo di trasporto. Alla fine del XIX secolo questo ingegnere tedesco ha avuto la brillante idea di abbinare un motore ad un veicolo dotato di ruote dando così origine ad un oggetto che ancora oggi fa parte della nostra vita quotidiana. Scopriamo insieme la sua storia.Karl Benz: la biografiaKarl Benz nasce il 25 novembre 1844 a Mühlburg, ora un sobborgo di Karlsruhe (Germania). Perde il padre – macchinista ferroviario – a soli due anni a causa di un incidente e riesce a studiare grazie agli enormi sacrifici della madre Josephine.Karl si rivela fin da subito un bambino prodigio: si iscrive al liceo a soli nove anni e nel 1860 entra nel Politecnico della sua città natale.L’ingresso nel mondo del lavoroDopo aver terminato gli studi Karl Benz inizia a lavorare come apprendista nella Karlsruher Maschinenfabrik, ditta che lascia nel 1866 per trasferirsi a Mannheim, dove trova un impiego come progettista di bilance. Tre anni più tardi si sposta a Pforzheim, dove trova lavoro come direttore in un’azienda che progetta ponti. In quella stessa città conosce Bertha: nel 1870 lo aiuta finanziariamente a sviluppare la sua prima attiività in proprio e due anni più tardi lo sposa.Il motore a gasNel 1877 la situazione economica della famiglia Benz non è delle migliori, soprattutto considerando che in casa ci sono tre figli da sfamare (che diventeranno quattro nel 1882 e cinque nel 1890). Karl si concentra quindi sulla progettazione di un motore a due tempi a gas: termina il lavoro nel 1879 e tre anni più tardi fonda – senza particolare successo – un’altra società. In compenso brevetta una serie di soluzioni che diventeranno di uso comune nel mondo dell’automobile: l’acceleratore, la candela di accensione, il carburatore e la frizione.La creazione della Benz e dell’automobileLa svolta per Karl Benz arriva nel 1883 con la fondazione dell’azienda che porta il suo nome e con i primi lavori sul motore a quattro tempi, brevettato da Nikolaus August Otto ma liberato da ogni vincolo legale nel 1886 dopo un processo vinto da Gottlieb Daimler. Karl monta questo propulsore su un veicolo a tre ruote e crea così la Patent Motorwagen, la prima automobile della storia dotata di motore a scoppio.La vettura inizia ad avere successo nel 1888 quando Bertha, all’insaputa del marito, carica i due figli più grandi in macchina e dimostra la solidità del mezzo percorrendo i circa 100 chilometri che separano Mannheim da Pforzheim.Nuove vettureNell’ultimo decennio del XIX secolo Karl Benz progetta altre vetture: la Viktoria del 1893 e la Velo dell’anno successivo (il primo veicolo di “massa” della storia) permettono alla Casa tedesca di diventare il primo costruttore automobilistico del mondo.Addio all’aziendaIl XX secolo si apre con la presentazione nel 1901, da parte dei rivali della Daimler, della più potente e moderna Mercedes 35PS. Karl non è interessato alla corsa alle prestazioni in quanto ritiene che l’automobile sia semplicemente un mezzo per spostarsi e dopo alcune divergenze con i soci lascia l’azienda da lui fondata (pur entrando a far parte del suo consiglio di amministrazione) e ricopre esclusivamente il ruolo di consulente.La vecchiaia e la morteKarl Benz crea nel 1906, senza successo, una nuova società per la produzione di automobili: la Benz Söhne e nel 1914 riceve la laurea honoris causa dal Politecnico di Karlsruhe dove aveva studiato diversi anni prima.Karl muore il 4 aprile del 1929 a Ladenburg (Germania), tre anni dopo la fusione della Benz con la Daimler.

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Siata Spring (1967): il primo esempio di design retrò
La Siata Spring può essere considerata uno dei primi esempi di design retrò: nonostante fosse nata nel 1967 strizzava infatti già l’occhio alle spider inglesi degli anni ’30. Basata sul telaio (opportunamente rinforzato) della Fiat 850, è abbastanza semplice da trovare nel nostro Paese e le sue quotazioni sono inferiori a 10.000 euro.Siata Spring (1967): le caratteristiche principaliLa Siata Spring, presentata nel 1967 e prodotta in circa 3.000 esemplari fino al 1970, viene creata in seguito ad una ricerca di mercato effettuata su giovani automobilisti nella prima metà degli anni Sessanta.Il lungo cofano anteriore non ospita il motore (posteriore, come la trazione) ma un ampio bagagliaio adatto a soddisfare le esigenze di una coppia.La tecnicaIl motore della Siata Spring – lo stesso quattro cilindri della Fiat 850 Super – ha una cilindrata di 850 cc, genera 37 CV e permette alla scoperta torinese di raggiungere una velocità massima di 125 km/h.Le quotazioniLe quotazioni ufficiali recitano 8.000 euro ma difficilmente troverete qualcuno disposto a disfarsi della vettura per meno di 10.000 euro. Rintracciare esemplari ben tenuti in Italia e all’estero non è difficile.

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Ford Transit, la storia del grande veicolo commerciale dell’Ovale Blu
Il Ford Transit è – dopo il Volkswagen Transporter – il veicolo commerciale più famoso del mondo. In oltre sessant’anni di carriera il furgone dell’Ovale Blu ha accompagnato milioni di lavoratori offrendo in cambio tanta affidabilità e un eccellente rapporto qualità/prezzo.La gamma attuale è composta da due modelli: Il Transit Custom – presentato a Birmingham nel 2012 e nominato International Van of the Year nel 2013 – è disponibile esclusivamente a trazione anteriore ed è rivolto soprattutto al mercato europeo. Caratterizzato da un design aggressivo e disponibile nella variante normale (lunga 4,97 metri) e in quella a passo lungo (5,34 metri di lunghezza), può accogliere – nella versione passeggeri Tourneo Custom – fino a nove persone. Il motore è un 2.2 turbodiesel TDCi da 100, 125 e 155 CV.La sesta generazione del Ford Transit “tradizionale” – svelato al Salone di Detroit 2013 e disponibile a trazione anteriore, posteriore e integrale – è più grande: la versione “standard” è lunga 5,53 metri mentre quella a passo lungo prevede due varianti di lunghezza (5,98 e 6,70 metri). I motori per il mercato italiano sono invece gli stessi del Custom.Scopriamo insieme la storia del veicolo commerciale dell’Ovale Blu.Ford Taunus Transit (1953)Il primo veicolo commerciale Ford – denominato FK 1000 – nasce nel 1953. Prodotto in Germania e dotato di un motore 1.3 a benzina, viene modificato nel 1955 con l’adozione di un più grosso propulsore 1.5. Nel 1961 questo van viene ribattezzato Taunus Transit.Ford Transit prima generazione (1965)Il primo vero Ford Transit, nato per rimpiazzare il Thames 400E, viene presentato nel 1965 e impiega pochissimo tempo a conquistare il pubblico: merito del design originale e gradevole, della gamma ricca di versioni e del motore anteriore, che consente di aumentare lo spazio destinato al carico.La gamma motori al lancio per il mercato europeo comprende due unità V4 a benzina da 1,7 e 2 litri. Le varianti diesel – dotate di un propulsore Perkins da 42 CV (rimpiazzato da un più potente “York” nel 1974) – si distinguono per il cofano più lungo.Ford Transit seconda generazione (1978)La seconda generazione del Ford Transit – svelata nel 1978 – non è altro che un restyling della prima serie (ulteriormente ridisegnato nel 1984) con una gamma motori composta da quattro unità a benzina (1.6, 2.0, 3.0 V6 e 4.0 a sei cilindri) e un 2.5 diesel V4.Ford Transit terza generazione (1986)Nel 1986 arriva un Ford Transit completamente nuovo: la carrozzeria monovolume è più aerodinamica e consente di ridurre lo spazio destinato ai motori (tre a benzina – 2.0, 2.9 V6 e 3.0 V6 – e un 2.5 a gasolio).Un leggero lifting nel 1992 porta fari anteriori più tondeggianti e sospensioni anteriori riviste mentre due anni più tardi, in occasione di un profondo restyling, vengono cambiati il frontale e la plancia.Ford Transit quarta generazione (2000)Grazie alla quarta generazione del Transit del 2000 la Ford conquista per la prima volta, nel 2001, il prestigioso premio International Van of the Year. Disponibile per la prima volta anche a trazione anteriore, monta due motori a quattro cilindri da 2 e 2,3 litri.Ford Transit quinta generazione (2006)La quinta generazione del Ford Transit – presentata nel 2006 e vincitrice dell’International Van of the Year nel 2007 – non è altro che un restyling della quarta serie. La gamma motori al lancio è composta da un 2.3 a benzina da 146 CV e da sei unità turbodiesel TDCi: 2.2 da 85, 110 e 130 CV e 2.4 da 100, 115 e 140 CV.Nel 2007 – in concomitanza con il debutto di un 3.2 a cinque cilindri a gasolio da 200 CV – il 2.2 da 130 CV viene portato a quota 140 mentre nel 2008 la potenza del 2.2 da 110 CV aumenta a 115.

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Flaminio Bertoni, il papà delle più belle Citroën
Non tutti sanno che le più belle Citroën (la Traction Avant, la 2CV e la DS, giusto per citare le più importanti) sono state disegnate da un italiano: Flaminio Bertoni. Lo stilista varesino – più conosciuto in Francia che dalle nostre parti – è sicuramente uno dei più innovativi car designer di sempre. Scopriamo insieme la sua storia.Flaminio Bertoni: la biografiaFlaminio Bertoni nasce il 10 gennaio 1903 a Masnago (comune accorpato a Varese nel 1927). Dopo essersi diplomato all’istituto tecnico nel 1918 inizia a lavorare come apprendista falegname alla Carrozzeria Macchi e successivamente passa al reparto lattonieri. All’inizio degli anni Venti contribuisce alla realizzazione del monumento ai caduti di Varese, attualmente situato in Piazza della Repubblica.Dopo un paio di anni in Francia Flaminio torna alla Macchi nel 1925 con il ruolo di capo disegnatore e progetta un originale autobus privo di cofano e con cabina sopra il motore che viene prodotto dalla Carrozzeria Baroffio nel 1935.Il trasferimento alla CitroënFlaminio Bertoni si trasferisce definitivamente in Francia nel 1931 insieme alla fidanzata Giovanna Barcella. Propone ad André Citroën un brevetto per il sollevamento pneumatico dei finestrini e viene assunto dalla Casa transalpina nel 1932, due giorni dopo la nascita del figlio Leonardo (nome scelto in omaggio a Leonardo da Vinci).La Traction AvantLa Citroën Traction Avant è la prima vettura progettata da Bertoni nonché la prima auto della storia ideata direttamente in tre dimensioni: Flaminio sfrutta le sue doti di scultore per realizzare le forme dell’auto in una sola notte con la plastilina.Concentrato sul lavoroFlaminio Bertoni si allontana sempre più dalla famiglia: di giorno lavora per il Double Chevron mentre la sera realizza sculture e quadri con l’obiettivo di diventare più famoso come artista che come disegnatore di automobili. Giovanna decide di ritornare quindi in Italia con il figlio. Nel 1939 progetta la carrozzeria del furgone TUB ma la sua carriera si interrompe con lo scoppio della guerra.La Seconda Guerra MondialeNel 1940 Flaminio viene arrestato in Francia in quanto italiano ma viene liberato dopo l’arrivo a Parigi dei nazisti. Poco dopo è vittima di un pauroso incidente in moto quando si schianta contro un mezzo blindato tedesco: diventa invalido al 65% e può camminare solo con un bastone.Flaminio Bertoni conosce nel 1943 Lucienne Marodon, prima ballerina all’Opera di Parigi e al Teatro alla Scala di Milano. Si sposano nel 1947 e dalla loro unione nasce nel 1949 Serge. Nel 1944 viene nuovamente arrestato con l’accusa di collaborazionismo dalle truppe francesi ma viene rilasciato dopo tre giorni.La 2CV e altre invenzioniLa Citroën 2CV, il secondo capolavoro firmato Bertoni – viene svelato ufficialmente il 7 ottobre 1948 al Salone di Parigi. L’anno seguente – in concomitanza con il conseguimento della laurea in architettura – Flaminio presenta alcuni brevetti tra cui la cerniera multipla regolabile in posizione: quella che ancora oggi è usata per i fissaggi dei WC.La DSLa più bella auto disegnata da Flaminio Bertoni (nonché quella che oggi è considerata la vettura più affascinante in assoluto) è la Citroën DS. Presentata al Salone di Parigi del 1955, ottiene immediatamente un grande successo di pubblico raccogliendo ben 80.000 ordini nelle prime due settimane.La Ami 6 e la morteLa Citroën Ami 6 del 1961, vettura caratterizzata dall’originale lunotto inclinato in modo inverso (soluzione ideata per creare un veicolo con la coda che sia poco più ingombrante della 2CV), è l’ultima creazione di Flaminio, che perde la vita il 7 febbraio 1964 a Parigi in seguito ad un ictus.

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