Category Archives: Auto Classiche
Alfa Romeo sorprende tutti, il ritorno in grande stile del biscione: quanta eleganza
La casa automobilistica italiana ha scelto di sorprendere tutti in occasione del Salone dell’Auto di Torino 2025. Tutti i dettagli a riguardo.
Fondata nel lontano 1910 a Milano, ancora oggi Alfa Romeo è sinonimo di design, eleganza e prestazioni ai massimi livelli. Sono stati tantissimi i modelli del Biscione a essere diventati iconici nell’immaginario collettivo e ad aver giocato un ruolo chiave nella storia dell’industria automobilistica del nostro Paese.
Il carattere sportivo della maggior parte delle auto del Biscione è, senza dubbio, la nota principale dello stile del Biscione. Alfa Romeo ha anche una lunga tradizione a livello delle corse sportive, con il marchio che si è imposto anche nelle prime due edizioni della Formula 1. Attualmente Alfa Romeo è uno dei 14 marchi storici facenti parte del Gruppo Stellantis.
Nonostante il settore dell’automotive sia complessivamente in crisi, i numeri dimostrano altro per quanto concerne la casa automobilistica italiana. Alfa Romeo, infatti, è in costante crescita per quanto concerne le nuove immatricolazioni, sia nel Vecchio Continente che in Italia. Nel primo semestre del 2025, infatti, ha fatto registrare un aumento sulle vendite in Europa di oltre il 33%. La nuova Alfa Romeo Junior è l’auto più venduta del gruppo in questo ultimo periodo.
Per rafforzare la sua posizione sul mercato, poi, il Biscione è attivissimo in riferimento alla mobilità ibrida ed elettrica. Inoltre, la casa automobilistica italiana ha sorpreso tutti in occasione dell’ultimo Salone dell’Auto di Torino. Ecco che cosa è accaduto.
Alfa Romeo stupisce tutti a Torino: tutti i modelli presentati
Torna a sorprendere Alfa Romeo in occasione del secondo Salone dell’Auto di Torino, andato in scena nei giorni scorsi all’ombra della Mole Antonelliana. Il Biscione, infatti, ha presentato al pubblico tre modelli che hanno fatto già breccia nel cuore degli appassionati. Ci riferiamo alla Junior Ibrida Q4, alla 33 Stradale MY2025 e all’incontro fra la 33 Stradale storica del 1967 – una delle auto più eleganti della storia del gruppo – con la sua erede di oggi.

La nuova Junior Ibrida Q4 ha già raccolto più di 50.000 ordini, a conferma di quanto la sua uscita sia attesa da un largo pubblico. La vettura si caratterizza per la presenza della trazione integrale e di un sistema ibrido a 48 volt, di un tre cilindri turbo da 1,2 litri e di due motori elettrici, in grado di far arrivare la potenza generale fino a 145 cavalli. Comfort e prestazioni, quindi, al top.
La 33 Stradale, invece, nasce dall’idea di riportare alla luce una vettura diventata iconica fra tutti gli appassionati del marchio. L’auto dispone di un propulsore V6 biturbo da tre litri, di 630 cavalli, e di una velocità di punta che può arrivare fino a ben 333 km/h.
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Come lavare l’auto senz’acqua (e bene): il metodo infallibile
Nelle prossime righe parleremo di una soluzione economica e davvero efficace per pulire la propria auto al meglio. E tutto ciò senza sprecare acqua. Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito.
Avere una macchina sempre pulita è qualcosa di molto importante. E ciò non solo a fini prettamente estetici, ma anche in riferimento a importanti aspetti igienici e di salute. Sarà importante, dunque, pulire la propria auto sia all’interno – avendo cura di eliminare polvere, peli, briciole e sporco ostinato – che nelle parti esterne dei vetri e della carrozzeria.
In questo testo vogliamo parlare – entrando maggiormente nello specifico – del lavaggio della carrozzeria e delle parti esterne dell’auto. Evidenzieremo una soluzione davvero molto pratica, economica e veloce che consentirà di avere sempre una vettura pulita e lucida. Sarà possibile, quindi, evitare di portare troppo spesso la vettura presso un autolavaggio e provvedere personalmente alla pulizia e alla lucidatura di carrozzeria, vetri e altre parti esterne.
Per prima cosa sarà necessario acquistare uno specifico prodotto. Di cosa stiamo parlando? Quale metodo davvero efficace aiuterà chiunque a rimuovere sporco e macchie da vetri e carrozzeria? Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
La soluzione efficace per avere una vettura sempre pulita: costa poco e non serve l’acqua
Il lavaggio a secco dell’auto può fare davvero la differenza contro gli sprechi inutili di acqua. Basterà, infatti, comprare – su Amazon o presso qualsiasi altro negozio fisico – uno specifico detergente per auto senza acqua. A un costo di pochi euro, quindi, sarà possibile contare su un alleato perfetto per la pulizia e la lucidatura di tutte le parti esterne della vettura. Ecco come procedere alla pulizia.

La soluzione pratica, efficace ed ecologica da mettere in atto con questo detergente senza acqua è la seguente. Non si dovrà fare altro che applicare il detergente spray a elevato potere lubrificante sulla carrozzeria della vettura. Il prodotto in pochi secondi riuscirà ad agire contro lo sporco. A questo punto sarà necessario prendere un panno in microfibra pulito e rimuovere il detergente senza “farsi aiutare” dall’azione dell’acqua.
Come ovvio che sia, tale detergente spray senza acqua sarà ideale per rimuovere lo sporco leggero e non quello maggiormente ostinato. Per agire contro lo sporco leggero e la polvere, però, sarà un metodo perfetto, pratico e assolutamente ecologico. Nel pieno rispetto dell’ambiente e a un costo contenuto sarà possibile prendersi cura al meglio della propria vettura.
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Questi cartelli stradali sono diversi: almeno una volta ci siamo sbagliati tutti
Alcuni cartelli stradali si possono confondere l’uno con l’altro, se non fai attenzione ad un dettaglio.
Nel panorama della sicurezza stradale, la corretta interpretazione della segnaletica è un elemento imprescindibile per garantire una guida sicura e fluida. Tuttavia, alcune segnali stradali che a prima vista possono sembrare simili, nascondono differenze sostanziali che spesso generano confusione anche tra gli automobilisti più esperti. È il caso di due segnali molto diffusi sulle strade spagnole, entrambi caratterizzati da una freccia bianca su sfondo blu, ma con significati distinti e implicazioni differenti per chi guida.
La segnaletica stradale non è casuale: il sistema utilizza colori, forme e simboli con criteri psicologici studiati per facilitare la rapida comprensione da parte del conducente. La forma del segnale è un elemento fondamentale per il suo significato. Nel caso delle due segnalazioni in questione, la differenza principale risiede nel contorno: una ha forma quadrata, l’altra tonda.
I segnali circolari sono associati a obblighi o divieti, imponendo una condotta precisa al guidatore. Al contrario, i segnali quadrati sono prevalentemente informativi e non vincolano direttamente a una specifica azione, ma segnalano condizioni o caratteristiche della strada.
Significato e differenze tra segnale quadrato e segnale circolare
La segnalazione quadrata con freccia bianca su fondo blu indica che la strada è a senso unico. In altre parole, tutto il traffico si muove in una sola direzione, ma il segnale non obbliga a proseguire diritto: in presenza di un incrocio, è consentito svoltare a destra o a sinistra, a meno che non vi siano altri segnali che proibiscano tali manovre. Questo tipo di segnale è spesso posizionato all’inizio di strade a senso unico o in punti strategici in cui è necessario ricordare l’assenza di traffico in direzione opposta.
D’altro canto, la segnalazione circolare con freccia bianca su fondo blu impone un obbligo: il conducente deve seguire la direzione indicata dalla freccia senza possibilità di deviazione. Se la freccia punta diritto, non è consentito girare né a destra né a sinistra, salvo indicazioni contrarie. Questo segnale può essere presente sia su strade a senso unico sia su strade a doppio senso di marcia, e rappresenta una norma vincolante la cui inosservanza può comportare sanzioni amministrative.

Questa distinzione, nonostante la sua importanza, è spesso fonte di errori durante gli esami teorici della Direzione Generale della Circolazione. Molti candidati confondono l’obbligo di procedere diritto indicato dal segnale circolare con l’indicazione di senso unico del segnale quadrato. Al contrario, è frequente l’equivoco secondo cui il segnale quadrato vieti le svolte, cosa non vera.
Un esempio tipico di domanda d’esame potrebbe essere: “È possibile svoltare a sinistra incontrando un segnale quadrato con freccia bianca in avanti?” La risposta corretta è sì, a patto che non vi siano altri segnali restrittivi. Nel caso di segnale circolare, invece, la svolta è vietata. Per ricordare facilmente la differenza, si può associare la forma quadrata a un messaggio descrittivo – che informa sul contesto stradale – mentre quella circolare a un comando o obbligo immediato. In questo modo, alla vista di un quadrato blu con freccia, il conducente sa di trovarsi su una strada a senso unico, ma può scegliere la direzione in incrocio se permesso; alla vista di un cerchio blu con freccia, sa di dover seguire rigorosamente la direzione indicata.
Riconoscere e rispettare queste differenze è fondamentale per una guida consapevole e per evitare infrazioni, soprattutto in contesti urbani dove la segnaletica può essere densa e complessa. La precisione nella lettura dei segnali stradali, anche quelli più simili tra loro, rappresenta un tassello imprescindibile per la sicurezza di tutti gli utenti della strada.
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Hyundai i20, la nuova generazione cambia forma: cambia totalmente
Cambiamenti da urlo in arrivo per il modello di punta di Hyundai, ecco come si evolverà nei prossimi mesi.
Squadra che vince, non si cambia, dice il famoso proverbio. Nel mondo dell’automotive però le cose funzionano in modo diverso: un’automobile molto amata dal pubblico può rapidamente perdere appeal se non riceve gli aggiornamenti desiderati o resi necessari dall’avanzamento tecnologico che il settore ha vissuto. Vetture di successo come Golf, Micra e Panda non avrebbero mai riscosso il loro enorme successo se così non fosse stato.
Anche il marchio sud coreano Hyundai lo sa molto bene, visto che sul suo listino è raro non vedere un aggiornamento, quantomeno un face lift, sulle sue vetture più popolari. Introdotta nel 2008 per esempio la Hyundai i20 si è rivelata un’ottima mossa commerciale: la semplicità, la versatilità e la sicurezza di questa vettura hanno contribuito a proiettare la due volume al 42esimo posto dei modelli più venduti in Italia, non male per una casa che deve vedersela con Dacia e FIAT.
Tale risultato è arrivato nel 2024, alla terza generazione – e quindi al terzo aggiornamento importante – sul modello. Ora però la i20 è ancora pronta a rifarsi il trucco per un’altra volta, sperando che il brand possa proseguire su questa nota positiva anche nel corso di quest’anno. Andiamo a scoprire quali sono gli aggiornamenti più interessanti della nuova i20 e come questa cambierà nel 2027.
La due volumi è irriconoscibile
Ormai sul web circolano diverse foto spia del prototipo della i20 del 2027 che è stato ripreso su strada dai paparazzi con una mimetica di quelle che si usano nelle fasi finali dei collaudi pubblici di vetture in uscita a breve. Le informazioni della stampa sono bastate a realizzare rendering abbastanza convincenti della vettura che troveremo prossimamente sul mercato, come quello qui sotto per citarne uno.

La prossima serie dell’auto avrà linee più pesanti, simili a quelle di un SUV, anche se è poco probabile che la due volumi venga snaturata al punto da diventare una crossover, considerando che Hyundai ha già vari modelli di questo tipo, sul listino. La piattaforma è più larga, quindi possiamo ipotizzare un vano bagagli più capiente e un maggiore comfort di bordo per la vettura asiatica nel prossimo futuro.
Presenti anche dei fari al LED, ormai un must per le vetture vendute in Europa e una gamma di motori termici a cui verrà affiancato sicuramente almeno un propulsore ibrido. Per finire, non può mancare la variante N, certamente la più attesa. Per chi non lo sapesse, si tratta della versione sportiva della vettura coreana, come da tradizione per il modello. Non resta che attendere: il prossimo anno, ci sarà sicuramente un reveal pubblico del modello prima che entri sul mercato.
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Specialista avverte: “Attualmente le migliori e più affidabili auto che si possano acquistare sono queste”
Quali sono le automobili più affidabili in assoluto? Sono in molti a chiederselo, e secondo uno specialista sarebbero queste.
Quando parliamo di automobili, il primo fattore da tenere in considerazione è chiaramente quello dell’affidabilità. Di assoluta importanza per uno o più automobilisti è il fatto che l’auto scelta sia resistente e affidabile, poi viene tutto il resto in un secondo momento. Non è facile però trovare, soprattutto in un’epoca in cui tecnologia e prestazioni sono al primo posto, vetture che sono davvero a dir poco affidabili.
Comunque, gli esemplari che in questo fondamentale fanno contenti i papabili compratori ci sono eccome. All’interno di questo articolo, proprio per questo, abbiamo deciso di parlare di quelle che sono sostanzialmente considerate le vetture migliori in assoluto dal punto di vista dell’affidabilità.
Almeno secondo uno specialista dle settore, che ha indicato quali sono le macchine che rispecchiano questi obiettivi e che meritano quindi una possibilità più di altre.
Le auto più affidabili in assoluto: risponde uno specialista
Difficile dire quali sono le automobili più affidabili in questo momento, tuttavia uno specialista intervistato dall’influencer Adrian G. Martin – youtuber con oltre 62.000 iscritti al suo canale – ha deciso di intervistare Kike Ferrer, gestore di Talleres Kike, riconosciuto come la migliore officina in Spagna per tre anni consecutivi. Non poteva mancare qualche domanda sulle vetture più resistenti e affidabili in assoluto, che a quanto pare non sono quelle europee.

Secondo Ferrer, le automobili più affidabili attualmente sono quelle asiatiche. Inoltre, secondo lui, il mercato asiatico ha già inglobato quello europeo, mentre in passato accadeva l’esatto contrario. Lo specialista fa principalmente riferimento alla qualità dei ricambi. Secondo lui, tornando all’affidabilità, le migliori vetture sono di gran lunga quelle asiatiche. I modelli che tendenzialmente vengono riparati di meno in officina, in effetti, sono provenienti proprio dall’Asia. Anche se c’è da specificare che non tutte le vetture asiatiche sono al 100% di quel continente specifico.
Come precisato dal meccanico in questione, infatti, modelli giapponesi, coreani e persino cinesi si affidano spesso a pezzi di ricambio provenienti anche da altri Stati. Specialmente la Cina, che avendo iniziato a vendere le automobili da relativamente poco tempo, non hanno in alcuni casi pezzi di ricambio a sufficienza. In ogni caso, sembra proprio che in questo momento all’interno del settore automobilistico mondiale l’oriente abbia una marcia in più rispetto all’occidente. Specialmente dal punto di vista dell’affidabilità, che alla fine della fiera è ciò che conta di più per un potenziale cliente.
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Adas, sta per cambiare di nuovo tutto: a breve bisognerà adeguarsi
Il mondo degli ADAS sta cambiando. Abbiamo appena modificato le regole: quando dovremmo aggiornarle di nuovo?
Il mondo della mobilità sta per affrontare una nuova rivoluzione tecnologica con l’arrivo di una generazione avanzata di sistemi ADAS che in italiano si chiamano Sistemi Avanzati di Assistenza alla Guida. Nissan ha annunciato che nel 2027 debutterà in Giappone il rinnovato pacchetto ProPilot, un sistema che promette di ridefinire gli standard della guida assistita grazie all’integrazione di tecnologie all’avanguardia. Questo potrebbe avere evidenti ripercussioni sul modo in cui l’Unione Europea definisce un’auto “sicura”, facendo scattare nuovi obblighi.
La novità più significativa riguarda l’introduzione del Lidar, tecnologia laser fondamentale per consentire al veicolo di “percepire” con precisione l’ambiente circostante. Questo sensore si affianca a un complesso sistema composto da ben 11 telecamere e 5 sensori radar, creando una rete sofisticata per la raccolta dati esterni. A completare il quadro tecnologico è la collaborazione con Wayve, azienda specializzata in intelligenza artificiale, che fornirà algoritmi capaci non solo di interpretare i dati ma anche di anticipare le azioni degli altri utenti della strada.
Nonostante queste innovazioni, Nissan non ha ancora definito ufficialmente il nuovo ProPilot come un sistema a guida autonoma di Livello 3 secondo la classificazione SAE. Tuttavia, la presenza del Lidar lascia aperta la possibilità che questa piattaforma possa evolvere ulteriormente verso livelli superiori d’autonomia nei prossimi anni.
Cosa succederà in Europa dopo questa notizia.
Per mettere alla prova le potenzialità del nuovo ProPilot è stata scelta una delle condizioni più complesse per qualsiasi sistema ADAS: il traffico urbano intenso e caotico tipico delle metropoli asiatiche. Una flotta sperimentale composta da modelli Ariya equipaggiati con questo pacchetto sarà impegnata nelle strade affollate di Tokyo. Qui l’intelligenza artificiale giocherà un ruolo cruciale nell’anticipare i comportamenti degli altri automobilisti e nel gestire situazioni dinamiche come cambi corsia improvvisi o ingorghi imprevisti.

Questa fase sperimentale rappresenta uno step fondamentale prima dell’eventuale diffusione globale del nuovo ProPilot su altre gamme Nissan o su mercati internazionali dove le normative sulla guida autonoma sono ancora in evoluzione.
Il debutto giapponese segna dunque un punto d’inizio importante nella trasformazione dei sistemi ADAS verso soluzioni sempre più integrate e intelligenti, capaci non solo di assistere ma anche potenzialmente sostituirsi al conducente in contesti urbani complessi. La domanda è ora come l’UE potrebbe decidere di sfruttare queste nuove tecnologie. Da circa un anno, gli ADAS sono obbligatori su tutte le vetture prodotte e vendute in Europa, di nuova generazione: l’introduzione di questo sistema da parte del marchio nipponico potrebbe aprire un dibattito che porterà a regole ancora più severe, sulla loro installazione. E’ solo questione di tempo.
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Mercedes vuole ‘copiare’ Volkswagen: che intenzioni ha
Raramente le buone idee nel campo dei motori rimangono di un marchio solo. Le due aziende tedesche hanno un piano molto simile, riguardo un componente su tutti.
Sul mercato, non esiste il concetto di “mio e tuo”, questo è chiaro. Le aziende sono sempre in competizione tra di loro e benché esistano tante regole contro lo spionaggio industriale, avere una buona idea che piace al pubblico e vederla presa a modello da un’altra azienda è più che altro la prassi. Poi, se ci sono gli estremi per il plagio o meno, lo decidono l’antitrust o le autorità locali.
Quando Tesla ha lanciato la Model S, quante case hanno iniziato a progettare e produrre automobili elettriche? Dopo l’uscita dell’Hummer, quanti brand hanno pensato che sarebbe stata una mossa commerciale intelligente immettere un SUV su questo settore di mercato molto specifico? Ora, la strategia adottata dalla casa Volkswagen che è stata molto ricettiva ed attenta nei confronti dei bisogni dei clienti viene presa a modello anche da una compagnia rivale.
Chiariamoci, nessuno sta accusando Mercedes-benz di plagio, anche perché se prendere a modello una strategia commerciale fosse un reato di questo tipo, tutti i marchi automobilistici del mondo dovrebbero chiudere in favore della Stella a Tre Punte che ha inventato il motore a scoppio tanti anni fa. Tuttavia, sembra una coincidenza strana che VW e Mercedes abbiano avuto questa idea in concomitanza.
Anche in casa Mercedes-benz hanno pensato fosse una buona idea
Con l’avvento delle automobili elettriche di nuova generazione, tante case hanno pensato che sarebbe stata una buona idea inserire comandi soltanto virtuali – con touch screen – per le varie funzioni di bordo, dal climatizzatore alla regolazione dei finestrini. La prima casa a rendersi conto che non si trattava di una grande idea? Proprio Volkswagen che, in seguito alle proteste dei clienti per la poca praticità di questo sistema, ha fatto dietro front, tornando ai tasti fisici e alle maniglie tradizionali.

Nelle ultime ore, anche la casa tedesca Mercedes-benz ha annunciato un dietro front nettissimo sotto questo aspetto benché pare che l’azienda non avesse ancora ricevuto critiche o lamentele. Forse, ha solo scelto di fare tesoro di ciò che è accaduto al brand tedesco suo concorrente. A parlare in merito alla realizzazione dell’ultimo schermo per vetture ideato dalla casa, il MBUX da 39 pollici, è stato il Responsabile dei Software Magnus Östberg.
Secondo il responsabile dell’azienda le ricerche di mercato parlano chiaro: “I comandi fisici sono migliori, i clienti li preferiscono“, le sue parole. Non soltanto su Mercedes-benz, ma anche sulle auto dei marchi di proprietà della compagnia quindi – come Maybach e Smart – si potranno trovare esclusivamente comandi fisici al posto dei monitor con il touch. Un passo indietro dal punto di vista tecnologico ma un grande step sotto il profilo dell’ascolto del cliente medio del marchio.
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Attenzione proprietari di auto keyless: così ti possono rubare l’auto
Nuovo caso di furto ha evidenziato come i sistemi di sicurezza “keyless” non siano immuni da sofisticati attacchi criminali.
Nel cuore della Capitale, un nuovo caso di furto d’auto con metodo tecnologico ha destato preoccupazione, evidenziando come i sistemi di sicurezza “keyless” non siano immuni da sofisticati attacchi criminali. Due donne di 22 e 29 anni sono state arrestate dalla Polizia di Roma per l’utilizzo di un avanzato kit per aprire e avviare auto senza chiavi, consentendo così il furto di veicoli dotati di sistema di apertura elettronica a distanza.
Il meccanismo del kit per auto senza chiavi: il “Relay attack”
Le due complici utilizzavano un dispositivo di ultima generazione che sfrutta la tecnica del cosiddetto “Relay attack”, un metodo che consiste nell’intercettare e amplificare il segnale radio emesso dal telecomando della vettura. Questo amplificatore di segnale cattura le onde della chiave elettronica anche quando il proprietario è distante dal veicolo, riproducendole artificialmente per simulare la presenza del telecomando nelle vicinanze dell’auto.

In pratica, il sistema inganna la centralina dell’automobile, consentendo l’apertura delle portiere e l’avviamento del motore senza l’effettiva presenza della chiave fisica. Successivamente, le due donne utilizzavano metodi più tradizionali per completare il furto: strumenti come cacciaviti, chiavi esagonali e centraline elettriche venivano impiegati per sbloccare il volante e garantire la fuga a bordo del veicolo.
L’ultimo tentativo di furto ha avuto luogo su una Lancia Ypsilon parcheggiata in viale Alessandrino. Dopo essere entrate nel veicolo con facilità, le ladre sono riuscite ad avviare l’auto, ma l’allarme è scattato immediatamente sul telefono del proprietario grazie a un’applicazione collegata al sistema di localizzazione GPS installato sulla vettura.
Il proprietario ha subito contattato il numero d’emergenza 112, fornendo agli operatori della Squadra Mobile la posizione in tempo reale della Ypsilon. Grazie a questo prezioso tracciamento, le forze dell’ordine sono riuscite a seguire gli spostamenti delle ladre. Le due donne sono state intercettate su via Prenestina, mentre erano in fuga a bordo della Lancia, seguite da un’altra utilitaria presumibilmente utilizzata come supporto.
I poliziotti hanno atteso che le sospettate si fermassero in un’area di sosta in via Fillia, zona industriale di Roma est, dove sono state circondate e bloccate senza possibilità di fuga. In questura, dopo gli accertamenti, le due sono state formalmente arrestate. Per la ragazza più giovane, già nota alle forze dell’ordine per precedenti penali, è stato disposto anche l’obbligo di dimora nel territorio di Roma Capitale.
Il fenomeno dei furti di auto dotate di sistemi keyless è in costante aumento, alimentato dalla diffusione sempre più ampia di queste tecnologie. La comodità di aprire e avviare il veicolo senza inserire la chiave fisica comporta però una vulnerabilità sfruttata da malintenzionati muniti di apparecchiature sofisticate.
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Nuova gamma SUV in Italia: debutto a cifre da urlo, sono disponibili anche GPL
I SUV sono sempre molto apprezzati sul mercato italiano, e vale anche per il modello di cui abbiamo deciso di parlarvi quest’oggi.
I SUV sono di gran lunga i modelli più apprezzati del momento. Anche in Italia, in cui ogni anno fanno il loro debutto tantissime vetture appartenenti a questo specifico segmento delle quattro ruote. Non è facile individuare l’auto giusta per noi, anche se sono tanti i SUV ai quali possiamo eventualmente attingere.
In vista dei prossimi mesi, ad esempio, sarà possibile fare lo stesso con alcune nuove vetture che presto saranno presenti all’interno del mercato. Parliamo di una nuovissima gamma di SUV che vuole raggiungere risultati a dir poco eccezionali dal punto di vista commerciale.
Si tratta di una missione non semplice, soprattutto se consideriamo quanto è competitiva la branchia di mercato che riguarda questo genere di macchine. In ogni caso, l’obiettivo dell’azienda che ha deciso di realizzare questo listino è chiaramente quello di convincere più clienti possibili ad affidarsi alle proprie produzioni.
Nuova gamma SUV in Italia: tutti i dettagli
L’azienda alla quale facciamo riferimento è DR Automobiles, che ha dato il via a un nuovo brand chiamato Stilnovo e presentato al Salone dell’auto di Torino del 2025. Le nuove vetture si chiamano Stilnovo 5 e Stilnovo 6. La prima delle due è lunga 4,3 metri e gode di un motore 1.4 turbo benzina da 157 cavalli di potenza massima, ed è disponibile anche un bi-fuel benzina/GPL.

La seconda nuova auto, è più lunga (4,5 emtri) della prima e più potente, essendo alimentata da un propulsore 1.5 turbo benzina da 180 CV, che dispone di un’altra combinazione benzina/GPL.
I nuovi SUV sono previsti sul mercato tra fine 2025 e inizio 2026, quindi alla grande novità non mancherà molto. Ci aspettiamo anche in questo caso prezzi tutt’altro che insostenibili. Del resto, quest’azienda si è spesso dimostrata incline alla vendita di veicoli dal rapporto qualità-prezzo assolutamente notevole. Le altre novità di casa DR Automobiles sono:
- DR Collection 5 Full Hybrid, primo modello ibrido dell’azienda capace di spingere in totale fino a circa 300 CV fra il motore a benzina e quello elettrico;
- EVO 7 Kairos, SUV di 4,6 metri con motore a benzina da 174 CV, cambio automatico e variante disponibile a benzina/GPL;
- Sportequipe 8 GT, SUV di 4,7 metri a sette posti dotato di un motore 1.6 turbo a iniezione diretta da 186 CV. Anche in questo caso, prevista una variante a benzina/GPL;
- Tiger Eight, SUV di 4,7 metri dotato di motore 1.5 turbo benzina da 177 CV.
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BYD infierisce su Stellantis: il piano per rovinare Elkann è appena iniziato
Doveva succedere prima o poi: la casa BYD sfida Stellantis sul suo terreno, guadagnando rapidamente consensi.
Nel sistema sempre più competitivo dell’industria automobilistica globale, la sfida tra i colossi del settore si fa ogni giorno più intensa. Il gruppo automobilistico cinese BYD sta guadagnando terreno in modo sorprendente, mettendo in difficoltà il colosso italo-francese Stellantis. L’attenzione si concentra ora sulle strategie di mercato e sulle dinamiche che vedono molti concessionari dell’ex gruppo FCA aprire le porte ai veicoli elettrici BYD, nel tentativo di rispondere a un mercato in rapida evoluzione.
Negli ultimi mesi, molti “dealer” di Stellantis, che tradizionalmente commercializzavano marchi come Jeep, Fiat, Opel e Dodge, stanno progressivamente integrando nei propri showroom le vetture di BYD. Questo fenomeno si riscontra sia in Europa che negli Stati Uniti, segno evidente di un cambiamento strutturale nel mercato automobilistico. La ragione è chiara: BYD offre modelli elettrici altamente competitivi in termini di prezzo e tecnologia, rispondendo efficacemente alla crescente domanda di veicoli a basse emissioni.
In particolare, in Germania, dove Stellantis conta su una presenza storicamente forte, il numero di concessionari BYD è passato da 26 a oltre 50 in pochi mesi, con l’obiettivo di raggiungere i 120 entro la fine del 2025. Questa espansione rapida e mirata è guidata da figure di spicco provenienti proprio da Stellantis, come Maria Grazia Davino, attuale CEO di BYD Europe, e Lars Bialkowski, a capo di BYD Germany. Entrambi hanno maturato un’esperienza significativa all’interno del gruppo italo-francese, sfruttando questa conoscenza per sviluppare strategie efficaci che colpiscono i punti deboli di Stellantis.
Per Stellantis questa situazione rappresenta un problema non solo commerciale ma anche di immagine e controllo strategico. I concessionari, invece di rafforzare la fedeltà ai marchi del gruppo, si trovano a promuovere un concorrente diretto all’interno degli stessi spazi di vendita. Tale convivenza, senza precedenti nel settore, pone interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine del modello distributivo di Stellantis.
Alla base di tutto, un grave errore
Gli esperti sottolineano che la facilità con cui BYD è riuscita a inserirsi nella rete Stellantis è frutto anche di un errore strategico. La mancata definizione di condizioni contrattuali più stringenti per i concessionari ha permesso al produttore cinese di accedere a una rete già consolidata, accelerando così il processo di conquista del mercato. Questo non solo favorisce la crescita di BYD in termini di riconoscibilità e fiducia da parte dei clienti, ma riduce progressivamente il controllo che Stellantis ha sul proprio canale di distribuzione.
Un dato interessante, tuttavia, riguarda la natura delle vendite BYD: solo il 12% delle registrazioni in Germania riguarda clienti privati, mentre la maggior parte è generata da aziende e noleggi a breve termine. Questo suggerisce una strategia aggressiva orientata a incrementare rapidamente i volumi, anche a costo di mettere a rischio la stabilità e la redditività a lungo termine.

La crescente presenza di BYD nei concessionari Stellantis solleva importanti questioni sul futuro delle relazioni tra il gruppo italo-francese e i suoi partner commerciali. È possibile che Stellantis debba adottare misure restrittive per impedire la vendita di marchi concorrenti all’interno della sua rete, ma questa strada comporta rischi significativi. Molti concessionari segnalano infatti come la mancanza di nuovi modelli attraenti renda difficile mantenere la propria redditività senza poter ampliare l’offerta con veicoli di terze parti.
Il gruppo si trova quindi a dover bilanciare la necessità di proteggere i propri brand con la volontà di conservare una rete di vendita solida e motivata. Ignorare il fenomeno potrebbe significare perdere rapidamente terreno, non solo in Europa, ma anche in mercati strategici come quello statunitense e messicano, dove BYD sta consolidando la propria presenza. Questa nuova realtà rappresenta una sfida cruciale per Elkann e la leadership di Stellantis, chiamati a reagire con strategie innovative per evitare che la crescita di BYD comprometta irrimediabilmente la posizione di uno dei gruppi automobilistici più importanti al mondo.
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