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Mercedes Benz CLS

Mercedes svela il restyling di metà carriera della CLS, aggiornata dentro e fuori: è dotata ora del sistema Multibeam Led – di cui parlavamo qualche giorno fa –, monta tutti propulsori Euro 6 e sfoggia un nuovo cambio automatico 9g-Tronic.Debutta il sistema Multibeam LEDLa novità più importante della nuova generazione della CLS sono i nuovi gruppi ottici, che beneficiano del nuovo sistema Multibeam LED.Come vi abbiamo spiegato, tra le varie funzioni spicca quella che prevede la rotazione dei fari: seguono il percorso grazie a una telecamera posta dietro al parabrezza e ruotano anticipando la traiettoria dell’auto, garantendo un’illuminazione impeccabile. Nuovo look, dentro e fuoriI gruppi ottici cambiano però anche dal punto di vista estetico, presentandosi con una nuova forma e nuove linee. Così come nuovo è il frontale e il paraurti, caratterizzato da nuove prese d’aria.All’interno dell’abitacolo spicca il nuovo schermo da 8’’ posto al centro della plancia, che, oltre a permettere la gestione di una serie di importanti funzioni di infotainment, ridefinisce il design di un abitacolo estremamente lussuoso e accogliente; il sistema Comand Online permette di navigare su internet e dà accesso a una serie di app specifiche.Con la nuova Mercedes CLS debutta inoltre il pacchetto Mercedes Connect Me, che prevede tra le altre cose (attraverso una Sim dedicata) i servizi di chiamata d’emergenza e segnalazione di un sinistro o guasto.Cinque le tinte per la selleria in pelle disponibili e sei le opzioni per i materiali degli inserti. Molto ricco infine l’equipaggiamento di sistemi legati alla sicurezza attiva e passiva. Motori diesel e benzina, tutti EURO 6Con la nuova generazione della Mercedes CLS fa il suo esordio la versione CLS 220 BlueTec, che monta un quattro cilindri 2.1 litri da 170 CV e 400 Nm di coppia, che affianca il medesimo 2.1 litri quattro cilindri – dotato però di doppio turbo – da 204 CV e 500 Nm di coppia della CLS 250 BlueTEC.Completa la gamma diesel il V6 3.0 litri da 258 CV e 620 Nm di coppia della CLS 350 BlueTEC.Per quanto riguarda i propulsori a benzina, troviamo il nuovo V6 biturbo da 3.5 litri da 333 CV e 480 Nm della CLS 400, il V8 4.7 litri da 408 CV e 600 Nm della CLS 500 e le varianti AMG: equipaggiate con il V8 biturbo da 5.5 litri da 557 CV e 720 Nm; che diventano 585 CV e 800 Nm per la “S”.


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Mercedes-Benz Multibeam Led

Mercedes farà debuttare nuove soluzioni di tecnologia a LED nei gruppi ottici presenti sulla nuova generazione della CLS.Il nuovo sistema di illuminazione si chiama Multibeam Led e prevede una gestione del tutto automatica dell’illuminazione.In funzione della luminosità presente e delle luci provenienti nel senso opposto di marcia, il sistema regolerà in maniera intelligente l’illuminazione da “sprigionare”, che comunque – assicura la Casa – sarà più brillante ed efficace di quella dell’attuale CLS.Le informazioni giungono a centralina attraverso una telecamera posta dietro il parabrezza (capace di registrare anche una serie di altre informazioni che andranno registrate e monitorate in tempo reale).Inoltre i punti luce del sistema Multibeam Led sono capaci ci seguire la direzione della strada prima dell’auto: illuminando ad esempio un rettilineo dopo una curva prima ancora che la vettura abbia terminato la curva stessa.Insomma, Mercedes guarda avanti e lo fa aggiornando anche i gruppi ottici, con l’obiettivo di migliorare il comfort di guida e soprattutto di aumentare la sicurezza.


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Mercedes CLS 350 Cdi by Fostla.de, Prior Design e PP Performance

La Mercedes CLS è un’auto che, già dal design, si presenta come complessa, fuori dal comune e molto esclusiva.Se tanto ci da tanto, il rispettivo tuning non poteva che essere altrettanto complesso. Ad occuparsene, infatti, ci si sono messi ben tre noti tuner tedeschi: Fostla.de, Prior Design e PP Performance.Pellicola vinilica per la livreaIl primo, a capo del progetto, si è occupato della livrea (sua specialità) rivestita in questo caso con una pellicola vinilica in una esclusiva tinta bronzo metallizzato a finitura opaca.Kit aerodinamico "potente"Prior Dsign ha invece pensato ad esaltare i muscoli di questa coupé a quattro porte applicando un kit aerodinamico molto “potente”, denominato “PB550 Black Edition”. All’anteriore sfoggia un nuovo paraurti dotato di splitter inferiore, prese d’aria maggiorate e nuove feritoie verticali per il raffreddamento dei dischi freno.Di lato spuntano nuove bandelle sottoporta che si raccordano con i parafanghi di serie ; al posteriore, paraurti anch’esso dotato di feritoie verticali, un vistoso spoiler collocato all’apertura bagagliaio e un diffusore inferiore che ospita i due doppi terminali di scarico.Completa il quadro un set di cerchi multirazze da venti pollici, verniciati in oro opaco e che montano pneumatici dal profilo basso.Upgrade: 20% in più di potenza per il 3.0 CdiE poi la parte meccanica… di questa si è incaricato PP Performance che ha potenziato il già corposo V6 da 3 litri aumentandone la potenza del 20%. Passa così da 265 a 310 CV con una coppia motrice che si eleva dagli iniziali 620 Nm fino a cifra tonda, 700 Nm.L’upgrade è stato ottenuto grazie alla riprogrammazione della centralina, a iniettori maggiorati e al nuovo impianto di scarico in titanio (che riprende quello della Mercedes C 63 AMG Black Edition”)Il prezzo totale del tuning della Mercedes CLS 350 Cdi ammonta a 16.000 euro

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Mercedes 300 SLR: la regina del 1955

La Mercedes 300 SLR corse per una sola stagione – nel 1955 – ma cambiò per sempre la storia del motorsport. Si aggiudicò il Mondiale sportprototipi vincendo Mille Miglia, Tourist Trophy e Targa Florio e l’incidente di Le Mans che la vide protagonista stravolse il mondo delle corse.Scopriamo insieme la storia di questa vettura, una F1 sotto mentite spoglie in grado di regalare tante emozioni agli appassionati.Mercedes 300 SLR: la storiaLa Mercedes 300 SLR, prodotta in soli nove esemplari, non ha niente in comune con la 300 SL (la famosa “ali di gabbiano”). Il nome simile è dovuto esclusivamente a ragioni di marketing visto che la base è praticamente la stessa della W196, vettura di F1 capace di aggiudicarsi due Mondiali Piloti e nove GP su 12 tra il 1954 e il 1955.Il motore – montato in posizione anteriore – 2.9 a otto cilindri con distribuzione desmodromica consente alla scoperta della Stella di superare i 300 km/h di velocità massima e il telaio ultraleggero pemette di avere un peso inferiore ai 1.000 kg.Mille MigliaDopo aver saltato le prime due gare del Mondiale sportprototipi (Buenos Aires e Sebring) la Mercedes 300 SLR debutta nella serie iridata alla Mille Miglia l’1 maggio 1955. Quattro i piloti al via per la Casa teutonica: l’argentino Juan Manuel Fangio, i tedeschi Hans Herrmann (navigato dal connazionale Hermann Eger) e Karl Kling e il britannico Stlrling Moss, accompagnato dal giornalista Denis Jenkinson.Le due vetture guidate da driver tedeschi sono costrette al ritiro a causa di incidenti (Kling fuori Roma e Herrmann tra Firenze e Bologna) mentre Fangio – nonostante numerosi problemi tecnici – riesce ad ottenere il secondo posto. Moss vince la gara e realizza il record assoluto della corsa: 1.597 km percorsi in 10 ore, 7 minuti e 48 secondi alla media di 157,650 km/h.Le MansIn occasione della 24 Ore di Le Mans – in programma l’11 e  il 12 giugno 1955 – la Mercedes schiera tre equipaggi per la 300 SLR: Fangio e Moss, Kling con il francese André Simon e il transalpino Pierre Levegh con lo statunitense John Fitch.Al 34° giro della corsa endurance più famosa del mondo si consuma la più grande tragedia dello sport automobilistico: sul rettilineo principale la vettura di Levegh tocca la Austin-Healey guidata da Lance Macklin (spostatosi per evitare la Jaguar di Mike Hawthorn, rientrato di colpo ai box con una manovra pericolosa). La sportiva della Stella decolla, prende fuoco e alcuni suoi pezzi volano sulla tribuna: 84 morti (83 spettatori più Levegh) e 120 feriti.Per non ostacolare l’arrivo delle ambulanze la gara non viene interrotta ma mentre le due rimanenti 300 SLR sono al comando i responsabili Mercedes optano per il ritiro tra il 130° e il 134° giro in segno di rispetto per le vittime. I britannici (fino a quel momento a due giri di distanza dalle frecce d’argento) continuano a gareggiare e salgono sul gradino più alto del podio addirittura festeggiando.La vittoria del MondialeTre mesi dopo la tragedia consumatasi a Le Mans il Mondiale sportprototipi riprende con un dominio della Mercedes: al Tourist Trophy – disputatosi a settembre – arriva una tripletta (primi Moss e Fitch, secondi Fangio e Kling e terzi il tedesco Wolfgang von Trips, Simon e Kling).Il titolo iridato per la 300 SLR arriva in Italia alla Targa Florio, in occasione dell’ultima prova della stagione in programma nel mese di ottobre: la Mercedes si sbarazza agevolmente delle Ferrari con una doppietta (primi il britannico Peter Collins con Moss, secondi Fangio e Kling). Al termine della stagione la Casa della Stella decide di ritirarsi ufficialmente dal mondo delle corse (tornerà intorno alla fine degli anni Ottanta), rendendo così inutile lo sviluppo della versione coupé della SLR, inizialmente pensata per affrontare il Mondiale 1956.

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Mercedes E Cabrio: per riscoprire il piacere di guidare all’aria aperta

Una celebre regola non scritta vuole che la bellezza sia un concetto relativo. Dipende, cioè, dagli occhi di chi guarda. La classe E Cabrio, tuttavia, veste volentieri i panni dell’eccezione che conferma la regola. I detrattori potrebbero ribattere che, con 4,70 metri di lunghezza, sia difficile sbagliare il colpo sulle proporzioni. Vero, ma la partita del design, nelle cabrio, si gioca sul sottile equilibrio della capote, rigorosamente in tela. Che sia aperta o chiusa, la E Cabrio conserva quella purezza stilistica delle Mercedes di una volta, classiche senza tempo.Con tutti i vantaggi dell’era moderna: quando la capote a triplo strato scompare elettricamente nel bagagliaio, in una ventina di secondi e fino a 40 km/h, potrete godervi una splendida giornata di sole a Saint Tropez a giugno come a St. Moritz in gennaio. Con lo stesso comfort, grazie alla “sciarpa” di aria calda che avvolge il collo e alla speciale palpebra che si alza sulla cornice superiore del parabrezza, deviando fastidiosi vortici.Se potesse parlare, la E Cabrio vi direbbe con un certo garbo che i suoi percorsi preferiti sono le gite in souplesse, meglio se su splendide strade panoramiche. Perché, anche trattandosi della versione Sport, con assetto specifico, cerchi da 18” e 204 CV sotto il cofano, non è saggio forzare la mano. Guidando da qualifica, infatti, emerge una certa quantità di sottosterzo e si sentono tutti gli oltre 1.800 kg di un’auto che non può e non vuole fare del divertimento di guida il suo atout precipuo.Se si può rimproverare poco allo sterzo, preciso e piuttosto fedele nel restituire informazioni a chi guida, dopo qualche km appare evidente che è meglio godersi la E Cabrio senza esagerare, in souplesse: così si esaltano l’automatico 7G-Tronic (costa 2.279 euro) che snocciola i rapporti con sdolcinata solerzia, l’assorbimento sempre piuttosto curato delle sospensioni e l’insonorizzazione, eccellente a capote chiusa.Non vanno dimenticati gli interni e i sedili, perfetti per macinare km su km senza accusare il minimo fastidio. Perfino quando dietro si accomodano due adulti, che stanno sacrificati solo se vantano stature da giocatori di pallacanestro. Naturalmente, anche prezzo e dotazione sono da vera Mercedes. Chi può permettersi di staccare un assegno da oltre 54.000 euro, inoltre, ha certamente la ragionevole possibilità di attingere dalla lunghissima lista degli optional senza troppi crucci.Ciononostante, fa sempre specie trovare nell’elenco degli accessori a pagamento, tanto più su un’auto di tal caratura, gli airbag laterali posteriori, i sensori di parcheggio, le prese aux/usb e il navigatore Comand. La E Cabrio si rifà alla voce consumi, con una media rilevata di quasi 16 km/l e nei dispositivi elettronici di sicurezza: il Collision Prevention Assist è di serie, mentre il Cruise control attivo (Distronic) e il Blind Spot Assist sono offerti a richiesta ma senza sovrapprezzo.

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Mercedes: la storia della Casa tedesca

La Mercedes ha una storia particolare: la Casa tedesca è nata ufficialmente nel 1926 ma le sue radici – molto più profonde – risalgono addirittura a quarant’anni prima. A quando cioè, nel 1886, Karl Benz, inventò la prima automobile dotata di motore a scoppio.Scopriamo insieme l’evoluzione del brand della Stella, simbolo di eleganza ma anche di sportività.Mercedes: la storiaLa Mercedes nasce nel 1926, in seguito alla fusione tra le due Case tedesche Benz e Daimler. Quest’ultima azienda utilizza il nome Mercedes già dal 1902, anno in cui Emil Jellinek – console dell’Impero austro-ungarico a Nizza – ordina 36 vetture da corsa e chiede di poter battezzare i motori (che si rivelano estremamente performanti e vincenti) con il nome della figlia.Il capoprogettista della Daimler – un certo Ferdinand Porsche – viene assunto nella nuova azienda ma la abbandona nel 1929 per divergenze con la dirigenza. Nel 1931 viene presentata la 170 W15: la prima auto di serie con sospensioni a quattro ruote indipendenti.Il nazismo e il dieselLa salita al potere di Adolf Hitler, nel 1933, porta diversi vantaggi alla Mercedes e alle altre Case automobilistiche tedesche: la riduzione delle tasse sull’acquisto di mezzi a quattro ruote, ad esempio, regala nuova linfa al mercato. Nel 1934 arriva la prima vittoria sportiva importante (il tedesco Rudolf Caracciola e il nostro Luigi Fagioli a Monza) e la 260D – svelata nel 1936 – è la prima auto di serie dotata di un motore diesel.Durante la Seconda Guerra Mondiale la produzione della Casa della Stella viene convertita a scopi militari ma nel 1944 gli stabilimenti più importanti vengono distrutti dai bombardamenti alleati.La rinascitaDopo il conflitto la Mercedes impiega un po’ di tempo per riprendersi: nel 1946 produce e vende un solo modello – la 170V  – mentre tre anni più tardi torna in commercio il motore a gasolio con la 170D.La 300 del 1951 diventa famosa come auto di rappresentanza del cancelliere della Germania Ovest Konrad Adenauer e nel 1953 è la volta del debutto della scocca portante con la 180.Lo sportNel 1954 la Mercedes 300 SL (stesso nome della vettura vincitrice due anni prima della 24 Ore di Le Mans e della Carrera Panamericana) rivoluziona il mondo delle sportive: merito del design originale e seducente (caratterizzato dalle porte ad ali di gabbiano) e di un innovativo motore ad iniezione diretta di benzina. Nello stesso anno il pilota argentino Juan Manuel Fangio diventa campione del mondo con una vettura della Casa tedesca, successo ripetuto nel 1955.I legami con l’Auto UnionLa Casa della Stella nel 1958 acquista il pacchetto di maggioranza della Auto Union con l’obiettivo di conquistare le fasce di mercato più economiche: la decisione non è tra quelle più azzeccate e il marchio di Ingolstadt viene ceduto alla Volkswagen tra il 1965 e il 1966.La sicurezzaAlla fine degli anni Cinquanta – e più precisamente nel 1959 – la Mercedes inventa (grazie all’ingegnere ungherese Béla Barenyi) la scocca a deformazione programmata, elemento chiave per la sicurezza di tutte le automobili moderne, e introduce questa soluzione sul modello W111. Risale allo stesso anno il tentativo, non riuscito, di acquistare la BMW.Gli anni Sessanta e SettantaGli anni Sessanta sono caratterizzati da due modelli epocali, entrambi svelati nel 1963: la berlinona 600 e la seconda generazione della spider SL.Nel decennio successivo – contraddistinto dal debutto della prima classe S della storia (l’unica Mercedes nominata Auto dell’Anno, nel 1974) – la scelta di nominare (nel 1975) il designer friulano Bruno Sacco responsabile dello stile rende le vetture della Stella più sexy e meno banali.La 300SD del 1977 è la prima automobile di serie dotata di un propulsore turbodiesel mentre nel 1979 – anno in cui debutta l’ABS in Europa (come optional) – nasce una vettura destinata a diventare un’icona nel mondo delle 4×4: la classe G.Gli anni Ottanta e NovantaI modelli più interessanti presentati dalla Mercedes negli anni Ottanta sono la 190 del 1983 (all’epoca la vettura più piccola mai prodotta dalla Casa tedesca) e la quarta serie della SL del 1989, ancora oggi una delle più belle auto mai realizzate dal brand di Stoccarda.Negli anni Novanta si assiste ad un ampliamento della gamma: nel 1996 viene lanciata la spider SLK e l’anno seguente tocca alla rivoluzionaria piccola monovolume classe A e alla SUV classe M. Nel 1998 è la volta dell’accordo con la Chrysler.Questo decennio è caratterizzato anche da un ritorno vincente della Mercedes nelle corse: tra il 1991 e il 1995 conquista quattro titoli costruttori nel campionato turismo tedesco DTM e uno nella serie mondiale ITC, fornisce motori alla McLaren e nel biennio 1997-1998 si aggiudica due titoli FIA GT nella categoria GT1 con la CLK.Il terzo millennioGli anni Duemila si aprono male per Mercedes per via degli scarsi risultati di vendite della Chrysler, ceduta nel 2007. Per risollevare la situazione nel 2010 arriva una nuova alleanza con il gruppo Renault-Nissan.La gamma di modelli si allarga ulteriormente con il lancio delle supercar SLR (nel 2003) e SLS (nel 2010) e della SUV compatta GLK (2009).

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F1 2014: il punto dopo i test di Jerez

I test di Jerez – che hanno visto per la prima volta scendere in pista le monoposto che parteciperanno al Mondiale F1 2014 – sono appena terminati e hanno regalato parecchie sorprese. In questi quattro giorni le vetture più convincenti (le più veloci e allo stesso tempo quelle più affidabili) sono state quelle motorizzate Mercedes e anche la Ferrari non se l’è cavata affatto male.Le più grosse delusioni sono invece arrivate dai propulsori Renault e dalla Red Bull: la scuderia campione del mondo in carica ha girato pochissimo (21 giri in quattro giorni) per via di numerosi problemi al propulsore e oltretutto non ha mostrato particolari doti velocistiche. Scopriamo insieme nel dettaglio come sono andate queste prove.

Se dovessimo dare un premio alla monoposto più in forma vista in Spagna lo assegneremmo alla McLaren. Ha mostrato problemi di affidabilità (impianto elettrico ed idraulico) solo il primo giorno ma si è riscattata nelle due sessioni successive girando parecchio e facendo registrare il miglior tempo prima con Jenson Button e poi con Kevin Magnussen.
Il debuttante danese ha dimostrato di essere allo stesso livello del più esperto compagno di squadra, anche se è uscito di pista un po’ troppo spesso. 

La Williams rischia di essere la rivelazione della stagione come fu lo scorso anno la Lotus. Non tanto per il miglior tempo ottenuto oggi da Felipe Massa quanto per l’ottimo comportamento stradale che la monoposto britannica sembra avere nelle curve.
Affidabilità? Discreta. Male il primo giorno, abbastanza bene in quelli successivi. 

Due buone notizie per la Ferrari: un buon livello di affidabilità – se si esclude il guasto avvenuto nel primo giorno – con molti giri percorsi (ma meno delle vetture con propulsori Mercedes) e un feeling immediato di Kimi Räikkönen con la vettura.
La sensazione è che ci sia ancora da lavorare ma che fino ad ora lo si sia fatto bene. 

La Mercedes è la vettura che ha percorso più giri. Lewis Hamilton ha mostrato i tempi migliori (anche se si sa che non contano) ed è stato vittima di un incidente il primo giorno quando si è staccato in rettilineo l’alettone anteriore. 

La Force India è una delle monoposto più belle (merito del muso alto e della “proboscide” mimetizzata con l’aiuto della vernice nera) e grazie all’affidabile propulsore Mercedes potrà, secondo noi, ottenere qualche risultato rilevante nella prima parte della stagione. Ottimo lavoro, oggi, per il terzo pilota – lo spagnolo Daniel Juncadella – autore di ben 81 giri.


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Mercedes F1 W05: la più bella (del Mondiale 2014) sei tu

La Mercedes F1 W05 – l’ultima monoposto “big” del Mondiale F1 2014 ad essere stata svelata – è, per il momento, la più bella del Circus. La vettura da corsa della Stella – mostrata sul tracciato iberico di Jerez come la Red Bull RB10 – punta naturalmente al titolo, anche se non disdegnerebbe di ripetere l’ottima stagione 2013, terminata al secondo posto tra i Costruttori.Il team tedesco – l’unico, insieme alla Marussia, ad aver confermato i propri piloti (Lewis Hamilton e Nico Rosberg) – ha deciso di optare per un frontale simile a quello della Ferrari F14 T, pur con un risultato finale esteticamente più gradevole (ma anche meno originale). La novità più importante di questa stagione per la scuderia, tuttavia, riguarda l’abbandono del team principal Ross Brawn, che il prossimo anno dovrebbe trasferirsi in McLaren.In una stagione in cui – molto probabilmente – l’affidabilità conterà più della velocità (stando a quanto dichiarato dal direttore non esecutivo della scuderia teutonica Niki Lauda) la Mercedes F1 W05 sembra aver puntato su quest’ultimo elemento. Staremo a vedere…

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