Opel Astra 2020: restyling ecologico e a basse emissioni

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Che vita difficile ha avuto, l’Astra: vittima di una competizione imposta dall’esterno – la stampa ha sempre provato un certo piacere sadico nel costruire una rivalità con la Golf, neanche fossero la Cuccarini e la Parisi dell’automotive – la compatta di Opel ha sembrato non riuscire mai a soddisfare le aspettative.

Di chi, poi, non è dato a saperlo, perché l’Opel Astra è un’auto che non è mai dispiaciuta veramente a nessuno, vuoi per lo stile equilibrato, vuoi per i contenuti tecnologici di buon livello. Ma un po’ come quelle ragazze carine ma moderate, l’Astra sta simpatica a tutti ma non è mai finita “in copertina”, sgomitata via da auto con décolleté più generosi o modelli androgini dai zigomi pronunciati.

Con questo facelift della quinta generazione, l’Opel Astra prova a dare una svolta. Mettendo su un vestitino francese (Opel è entrata in orbita PSA, con l’acquisizione del brand da parte del Gruppo), rifacendosi il trucco e ricordando al mondo che ehi, anche lei è in età da marito. Ed è un buon partito.

Opel Astra, restyling 2020: il design

Certo, l’Opel Astra è e rimane un’auto fedele a se stessa, e la cosa si sente soprattutto in questo restyling di metà carriera.

Non è il momento dei cambiamenti, quindi ecco pochi, pochissimi ritocchi al frontale con una nuova cromatura “ad ali di gabbiano” che taglia a metà la mascherina, e un sottile listello cromato nell’alloggiamento dei fendinebbia, per aumentare – a detta di Opel stessa – la percezione della qualità del prodotto.

Per il resto, la compatta di casa Opel è sostanzialmente immutata. A cambiare, di più, è sotto la pelle.

Opel Astra: le dimensioni
Opel Astra
Lunghezza 4,37 metri
Larghezza 2,04 metri
Altezza 1,48 metri
Bagagliaio 370-1.210 litri
Opel Astra ST
Lunghezza 4,70 metri
Larghezza 2,04 metri
Altezza 1,51 metri
Bagagliaio 540-1.630 litri

Opel Astra, restyling 2020: i motori

Il parco motori della Opel Astra, infatti, è completamente rinnovato (e già in grado di rispettare i futuri standard Euro 6D).

Realizzati completamente in alluminio, sono tutti tricilindrici dalle prestazioni piacevoli, quasi inaspettate (se si pensa ad esempio alla gradevolezza del 1.2 da 130CV in abbinata alla versione Sports Tourer).

  • Quattro i motori a benzina: un 1.2 Turbo in 3 step di potenza (110CV, 130CV, 145CV) con cambio manuale a 6 rapporti, e un 1.4 Turbo da 145CV abbinabile a un cambio automatico CVT a 7 rapporti
  • Tre le motorizzazioni diesel: un 1.5 Turbo in 2 step di potenza (105CV e 122CV) con cambio manuale a 6 rapporti, e un 1.5 Turbo da 122CV abbinato a un nuovo cambio automatico a 9 rapporti

Opel Astra, restyling 2020: le novità in 5 punti

  • Questo restyling dell’Opel Astra punta tutto sull’abbassamento delle emissioni: 5 fra i motori disponibili (3 benzina e 2 diesel, tutti quelli con cambio manuale) scendono sotto la soglia dei 100 g di CO2 prodotto per Km percorso
  • Migliora anche l’aerodinamicità: il coefficiente aerodinamico scende a 0,26 per la versione berlina e anche per la versione station wagon SportsTourer, che la posizione al vertice della sua categoria
  • Come per i segmenti superiori, ora il sistema audio è fornito da Bose, garantendo una maggiore qualità del sonoro
  • Negli interni aggiornamenti al sistema di infotainment e al quadro strumenti, ora disponibile anche in versione digitale con schermo da 8 pollici
  • In Germania, il modello d’attacco partirà da 19.990 euro. Per l’Italia si è scelto un approccio diverso, con modelli più accessoriati e lussuosi e un prezzo d’attacco di 23.800 euro.

 

Opel Astra Restyling 2020: dove l’abbiamo guidata

Per questa prova Opel ha deciso di giocare in casa, portandoci nella Francoforte dove – fra meno di una settimana – la nuova Astra sarà presentata al consueto Salone.

Da lì ci siamo mossi verso Oberusel e il Parco Naturale del Taunus, che – dopo un breve tratto autostradale – ci ha regalato un percorso nel verde boschivo e in leggera salita.

Opel Astra Restyling 2020: dove ci piacerebbe guidarla

Di venerdì, dopo una lunga settimana in ufficio nel nostro stressante ruolo dirigenziale, prenderemmo l’Opel Astra – magari in versione Sportstourer – per correre a fare un weekend in campagna, con la nostra famiglia, carichi di bagagli e giochi. Siamo family man, ci vuole un po’ di quality time con loro.

Opel Astra Restyling 2020: le concorrenti

Volkswagen Golf La rivale storica è ormai a fine carriera: la Golf 8 dovrebbe essere presentata a brevissimo, forse già il prossimo mese. Buoni affari in vista?
Renault Megane L’unica francese “non di famiglia” è una segmento C valida, elegante e di contenuto. Ma per scendere sotto i 100 grammi di CO2 c’è solo il diesel energyDCI.
Toyota Corolla Un’alternativa “eco” per contrastare le basse emissioni di CO2 dell’Astra con la tecnologia ibrida. Ma il prezzo di listino, salvo promozioni, è molto più alto.
Skoda Octavia Wagon Un’altra auto spaziosa, razionale, “tedesca”. L’Octavia ha dimensioni simili all’Astra SportsTourer, ma con un design ancora più misurato. Less is better?

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McLaren MSO ridà vita a una F1 originale

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McLaren ha fatto partire un nuovo servizio per i suoi clienti. Si tratta di un programma di restauro, recupero e ringiovanimento della sua McLaren F1, una delle migliori auto sportive mai create nella storia dell’automobilismo.

Lanciata 27 anni fa, la McLaren F1 gode di un livello di popolarità inquestionabile. Basti pensare che è stata la più desiderata, e pagata, dell’esclusiva asta di quest’anno a Pebble Beach. Per averla il facoltoso acquirente ha messo sul piatto la bellezza di 19,8 milioni di dollari (17,8 milioni di euro). Di fatto ne furono fabbricati solo 106 esemplari: 78 omologati per la strada, il resto da competizione.

A occuparsi di questo grande classico si occuperà il dipartimento di Operazioni Speciali di McLaren – MSO – che certifica il restauro. Lo scorso anno la divisione speciale della Casa britannica firmò il suo primo lavoro, il restauro di una 25 R, sarebbe a dire una McLaren F1 GTR Longtail alla quale restituì la sua configurazione originale per la 24 Ore di Le Mans.

 

E questo fine settimana, in occasione del Concorso d’Eleganza di Hapton Court, McLaren MSO presenterà in società il suo secondo recupero di una F1. Quest’ultimo lavoro è costato alla Casa inglese ben 3.000 ore di lavoro, 900 delle quali dedicate esclusivamente alla verniciatura della carrozzeria. Il tutto in 18 mesi.

Ansar Ali, Direttore generale del dipartimento MSO di McLaren ha segnalato:

“Solo un anno fa presentavamo il programma MSO McLaren F1 Heritage, mostrando una F1 25 R con i suoi colori originali Guif Racing. Ora è arrivato il momento di esibire il secondo lavoro del nostro team, realizzato con tutto l’amore del mondo affinché la McLaren F1 continui ad essere ciò che sempre è stata, la migliore GT al mondo”.

 

La McLaren F1 in questione è quella numerata con il telaio N.63. Riverniciata da cima a fondo con la colorazione originale Magnesium Silver. Gli interni sono stati ri-tappezzati con la pelle Woking Grey Semi Aniline, allora esclusiva per questa versione. Inoltre sono stati realizzati nuovi rivestimenti interni in Alcantara e nuovi tappetini. Anche il volante è quello originale.

Ovviamente è stata restaurata anche la meccanica di questa McLaren F1. Il V12 da 6.1 litri di origine BMW è passato per il banco dei tecnici che gli hanno garantito nuova vita, e soprattutto quei 618 CV che erogava a suo tempo. Gran parte della telaistica è stata inviata, infine, al fornitore ufficiale, Bilstein, che ha provveduto a rimetterla a nuovo. Stesso discorso per l’impianto frenante.

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Smart EQ 2020: le foto e i dati del restyling

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Al Salone di Francoforte 2019, che aprirà i battenti il prossimo 12 settembre, Smart svelerà il restyling della gamma, che a partire dal prossimo anno verrà proposta unicamente nella versione elettrica EQ. In questo modo i nuovi modelli Smart Fortwo Coupé, Smart Fortwo Cabrio e Smart Forfour offriranno un concetto di mobilità sostenibile e universale.

Look rinnovato

 

In quanto a design la Smart EQ Restyling 2020 sfoggia un aspetto esteriore rinnovato con nuovi fari Full Led integrati e una nuova calandra con la griglia di dimensioni più grandi e ri-posizionata nella sezione inferiore del paraurti. Tra l’altro non sarà più verniciata a contrasto ma sarà in tinta carrozzeria. La quattro porte si differenzierà dalla due posti per i fari fendinebbia integrati e le prese d’aria laterali al frontale. Entrambe adottano anche i nuovi gruppi ottici ereditati dalle ultime concept Smart.

All’interno dell’abitacolo, per ottimizzare l’uso dello spazio, i designer Smart hanno elaborato una nuova console centrale. Al posto della tasca nascosta laterale ora c’è un nuovo vano portaoggetti posizionato dietro alla leva del cambio, dove entrano fino a due smartphone di grandi dimensioni, con tanto di portabicchieri e chiusura a persiana.

Nuovo infotainment, più App e Servizi

 

Il sistema di infotainment completamente rinnovato è forse la novità più importante di questa nuova Smart EQ 2020. Oltre al nuovo schermo touch da 8 pollici (compatibile con Apple CarPlay), il sistema multimediale è dotato di una nova grafica più semplice e intuitiva e integra tutta una serie di nuove applicazioni per lo smartphone e altri dispositivi mobile.

Che si tratti di ottenere informazioni sullo stato del veicolo, ricaricare la batteria, trovare parcheggio o navigare a destinazione, caricare il portabagagli efficacemente o condividere l’auto con amici e familiari, l’Applicazione Smart EQ Control e i vari Servizi “Ready To”, offrono queste possibilità, anche in remoto.

Stesso powertrain

Il restyling delle Smart EQ ForTwo e ForFour conferma lo stesso powertrain elettrico del precedente modello, con 82 CV di potenza e 160 Nm di coppia, alimentato da una batteria agli ioni di litio da 17,6 kWh. L’autonomia è per tutti i modelli di 159 km (NEDC) e con il caricatore di bordo da 22 kW (opzionale), la ricarica rapida permette di passare dal 10% all’80% della carica in meno di 40 minuti.

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Lamborghini Sián: la prima ibrida del Toro va in controtendenza

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La Lamborghini Sián è la prima ibrida della marca di Sant’Agata Bolognese. Oltre ad essere la supercar più potente mai realizzata dalla Casa del Toro.

Si tratta di una super sportiva da 819 CV, spinta da un V12 aspirato, abbinato a un piccolo motore elettrico, in grado di scattare da 0 a 100 km/h in meno di 2,8 secondi e di superare i 350 km/h di velocità massima.

Verrà prodotta in serie limitata, a 63 esemplari come l’anno della fondazione, ma soprattutto anticipa il futuro del marchio Lamborghini, specialmente quello dell’erede della Aventador che passerà anch’essa per l’elettrificazione, o meglio ibridizzazione.

 

La tecnologia ibrida di questa nuova Lamborghini Sián va in controtendenza oltre che per adottare un V12, anche per un altro motivo: la classica batteria agli ioni di litio che alimenta, in questo caso un motore elettrico da 34 CV, è stata sostituita da un supercondensatore in grado di recuperare, in frenata e decelerazione, 10 volte la quantità di energia dello stesso sistema montato per la prima volta proprio sull’attuale Aventador.

Questo sistema ibrido, montato nel cambio della nuova Lamborghini Sián e composto dall’impianto elettrico da 48 volt con il supercondensatore e il motore elettrico, pesa solo 34 kg.

E inoltre, altra novità assoluta, il motore elettrico è stato collegato direttamente sia all’asse anteriore che a quello posteriore, e funge anche da propulsore per le manovre a basse velocità e per la retromarcia.

Degno di nota anche l’upgrade che gli ingegneri di Sant’Agata hanno dedicato all’iconico V12, che è stato modificato con valvole di aspirazione in titanio e che, rispetto alla Aventador, ha aumentato la sua potenza fino a 785 CV erogati a 8.500 giri.

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Mondiale F1 2019 – GP Italia a Monza: gli orari TV su Sky e TV8

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Credits: Photo by Dean Mouhtaropoulos/Getty Images

Il GP d’Italia a Monza – quattordicesima tappa del Mondiale F1 2019 – sarà trasmesso in diretta su Sky e TV8 (di seguito troverete gli orari TV).

La Ferrari e Charles Leclerc – reduci dal trionfo in Belgio – sono i favoriti della corsa lombarda (che rimarrà nel calendario iridato almeno fino al 2024) secondo i bookmaker ma a nostro avviso la pioggia prevista per domenica potrebbe regalare qualche sorpresa e premiare i piloti con maggiore esperienza.

F1 Grand Prix of Belgium

Credits: Photo by Mark Thompson/Getty Images

F1 Grand Prix of Belgium

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F1 Grand Prix of Belgium – Qualifying

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F1 Grand Prix of Belgium – Previews

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F1 Grand Prix of Belgium – Qualifying

Credits: Photo by Mark Thompson/Getty Images

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F1 2019 – GP Italia: cosa aspettarsi

Il circuito di Monza – sede del GP d’Italia – è un tracciato molto veloce che mette a dura prova i motori e gli pneumatici. La Ferrari non vince qui dal 2010 mentre la Mercedes è imbattuta su questa pista dal 2014.

Sorpassare è molto difficile e partire bene è molto importante: dal 2003 a oggi solo due piloti (Rubens Barrichello nel 2009 e Lewis Hamilton lo scorso anno) sono stati capaci di salire sul gradino più alto del podio senza scattare dalla prima fila. Di seguito troverete il calendario del Gran Premio d’Italia, gli orari TV su Sky e TV8 e il nostro pronostico.

F1 2019 – Monza, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Venerdì 6 settembre 2019
Prove libere 1 11:00-12:30 (diretta su Sky Sport F1)
Prove libere 2 15:00-16:30 (diretta su Sky Sport F1)
Sabato 7 settembre 2019
Prove libere 3 12:00-13:00 (diretta su Sky Sport F1 e TV8)
Qualifiche 15:00-16:00 (diretta su Sky Sport F1 e TV8)
Domenica 8 settembre 2019
Gara 15:10 (diretta su Sky Sport F1 e TV8)

F1 – I numeri del GP d’Italia
LUNGHEZZA CIRCUITO 5.793 m
GIRI 53
RECORD IN PROVA Kimi Räikkönen (Ferrari SF71H) – 1’19”119 – 2018
RECORD IN GARA Rubens Barrichello (Ferrari F2004) – 1’21”046 – 2004
RECORD DISTANZA Michael Schumacher (Ferrari F2003 GA) – 1h14’19”838 – 2003

F1 – Il pronostico del GP d’Italia 2019

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1° Lewis Hamilton (Mercedes)

Lewis Hamilton adora Monza: cinque vittorie (quattro negli ultimi 5 anni), sette podi e sei pole position.

Il campione del mondo in carica – reduce da due successi e tre podi totali negli ultimi quattro Gran Premi – ha secondo noi tutte le carte in regola per consolidare nel GP d’Italia il primato nel Mondiale F1 2019.

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2° Sebastian Vettel (Ferrari)

I precedenti a Monza di Sebastian Vettel? Tre vittorie (l’ultima, però, sei anni fa), sei podi totali e tre pole position.

Il pilota tedesco non sta vivendo un buon periodo (a secco di vittorie da oltre un anno e con soli due piazzamenti in “top 3” nelle ultime sei gare) ma a nostro avviso può approfittare della pioggia, dell’esperienza nel Circus e delle prestazioni della sua Ferrari per tentare il colpaccio nel tracciato di casa del Cavallino.

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3° Valtteri Bottas (Mercedes)

Valtteri Bottas ha portato a casa due podi nelle ultime due edizioni del GP d’Italia ma non è mai scattato dalla prima fila.

Ringalluzzito dal ritorno sul podio in Belgio, proverà a sfruttare la velocità della sua Mercedes e la penalizzazione in griglia rimediata da Verstappen per allungare nel Mondiale F1 2019 sul rivale olandese.

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Da tenere d’occhio: Max Verstappen (Red Bull)

Max Verstappen non ha mai amato particolarmente Monza: il suo miglior piazzamento in Italia è un misero quinto posto ottenuto lo scorso anno.

Il driver olandese – desideroso di riscatto dopo l’uscita di pista in Belgio che ha messo fine a una striscia positiva di 21 GP consecutivi in “top 5” – partirà oltretutto dal fondo della griglia per la sostituzione del motore ma può cercare una rimonta approfittando delle condizioni climatiche sfavorevoli.

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La squadra da seguire: Mercedes

Il palmarès della Mercedes a Monza è impressionante: undici GP disputati e sette vittorie. Le frecce d’argento sono imbattute nel GP d’Italia negli ultimi cinque anni (periodo nel quale la scuderia tedesca ha piazzato entrambe le monoposto sul podio) e hanno oltretutto conquistato sei pole position.

Il team teutonico sta vivendo un periodo di flessione (“solo” due trionfi negli ultimi cinque Gran Premi) ma la conquista dell’ennesimo Mondiale è a un passo.

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Promozioni auto settembre 2019: le occasioni del mese

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Il mese di settembre 2019 è pieno di promozioni interessanti.

Gli sconti migliori riguardano soprattutto modelli appartenenti ai segmenti delle piccole, delle compatte e delle SUV compatte e vetture tedesche e giapponesi, anche se non mancano proposte di altre nazioni e di altre categorie. Scopriamole insieme.

Promozioni auto settembre 2019: le occasioni del mese

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Audi A4 Avant

L’Audi A4 Avant 35 TDI Business costa ufficialmente 45.100 euro ma grazie alle promozioni di settembre 2019 della Casa tedesca sono sufficienti 39.434,65 euro per acquistarla. L’offerta – che comprende l’estensione di garanzia Audi Extended Warranty di un anno o 60.000 km – è valida solo in caso di permuta di una vettura di proprietà da almeno tre mesi ed esclusivamente se si aderisce al finanziamento Audi Financial Services (TAN fisso 3,99%, TAEG 4,66%): anticipo di 13.810,80 euro, 35 rate mensili da 269 euro e una maxirata finale da 19.653,67 euro.

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Dacia Duster

Lo sconto di 900 euro previsto dalle promozioni Dacia di settembre 2019 sulla Duster permette di acquistare la versione “base” della SUV compatta romena con 11.000 euro invece di 11.900. Un’offerta abbinabile a un finanziamento (TAN fisso 4,99%, TAEG 6,57%): anticipo zero, 60 rate mensili da 149,21 euro e una maxirata finale da 5.002 euro.

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Hyundai ix20

Da 18.550 a 14.400 euro: è questa l’offerta prevista dalle promozioni Hyundai di settembre 2019 sulla ix20 a benzina. Lo sconto è valido solo in caso di adesione al finanziamento i-Plus 0 (TAN fisso 0,00%, TAEG fisso 1,67%): anticipo di 1.150 euro, 36 rate mensili da 219,87 euro e una maxirata finale di 6.307 euro.

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Infiniti Q30

Anche a settembre 2019 Infiniti regala la trazione integrale. Il risultato? La Q30 2.2d AWD Luxe costa 34.920 euro anziché 36.920.

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Jaguar XF

Le promozioni Jaguar di settembre 2019 permettono di acquistare la XF meno cara del listino – la 2.0 D 163 CV Pure – con 45.375 euro (invece di 47.710). L’offerta è abbinabile al finanziamento Easy Jaguar (TAN fisso 0%, TAEG 0,80%): anticipo di 22.687,50 euro e maxirata finale di 22.687,50 euro da pagare dopo 24 mesi o 45.000 km.

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Jeep Compass

A settembre 2019 bastano 24.100 euro (invece di 28.250 euro) per acquistare la Jeep Compass “entry level”, la 1.4 MultiAir Longitude: l’offerta è valida per un lotto limitato di vetture in pronta consegna.

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Lancia Ypsilon

Grazie allo sconto di 3.000 euro offerto dalle promozioni Lancia a settembre 2019 la Ypsilon meno cara in commercio – la 1.2 Elefantino Blu – costa 10.800 euro anziché 13.800. L’offerta può essere abbinata al finanziamento Zero+Zero (TAN fisso 0% salvo arrotondamento rata, TAEG 2,51%): anticipo zero e 72 rate mensili di 161,36 euro.

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Renault Clio

La vecchia Renault Clio è in offerta a settembre 2019: la variante TCe 75 CV Moschino Life costa 9.950 euro anziché 14.450. Una promozione valida solo in caso di permuta o rottamazione ed esclusivamente se si aderisce al finanziamento (TAN fisso 5,49%, TAEG 8,98%): anticipo di 3.250 euro e 60 rate da 156,59 euro.

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Toyota RAV4

La Toyota RAV4 più accessibile in listino – la 2WD Active – costa ufficialmente 35.450 euro ma grazie alle promozioni di settembre 2019 della Casa giapponese bastano 30.850 euro per acquistarla. L’offerta è valida in caso di permuta o rottamazione di un usato posseduto da almeno sei mesi.

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Volkswagen Golf Variant

L’Extra Bonus Volkswagen di 2.000 euro rivolto a tutte le Golf Variant a benzina consente di acquistare a settembre 2019 la versione 1.0 TSI Business con 22.300 euro (invece di 24.300).

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Porsche Taycan: le foto, i dati e i prezzi della prima elettrica di Zuffenhausen

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Porsche ha svelato le foto, i dati e i prezzi della Taycan, la prima auto elettrica della Casa di Zuffenhausen.

L’ammiraglia/coupé tedesca – sportiva ed ecologica – può vantare la trazione integrale e una carrozzeria molto curata sotto il profilo aerodinamico (Cx di 0,22).

Porsche Taycan: abitacolo e bagagliai

Nell’abitacolo della Porsche Taycan spiccano lo schermo centrale da 10,9” del sistema di infotainment unito al display per il passeggero (optional) che forma una fascia in vetro integrata che ricorda un grande pannello nero e una plancia pressoché priva di levette e pulsanti: al loro posto ci sono comandi a sfioramento o vocali (attivabili dicendo “Hey Porsche”).

Due i bagagliai: uno anteriore da 81 litri e uno posteriore da 366 litri.

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Porsche Taycan: elettrica da record

La Porsche Taycan non è un’elettrica come tutte le altre: innanzitutto è la prima auto ad emissioni zero di serie dotata di un sistema di alimentazione a 800 Volt (le rivali si fermano a 400) e poi offre una potenza di ricarica massima di 270 kW.

In parole povere? Tempi di ricarica sensibilmente ridotti rispetto alla concorrenza. Qualche esempio? Per guadagnare 100 km di autonomia basta attaccare la vettura a una rete ad alta potenza utilizzando la corrente continua per circa cinque minuti mentre ce ne vogliono poco più di 22 per portare gli accumulatori (da 93,4 kWh) dal 5 all’80%. A casa è invece possibile ricaricare il veicolo utilizzando fino a 11 kW di corrente alternata.

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Porsche Taycan: due motori

La Porsche Taycan monta due motori elettrici – uno sull’asse anteriore, l’altro su quello posteriore – caratterizzati dall’avvolgimento con tecnologia “hairpin” delle bobine dello statore (che può accogliere in questo modo più rame, incrementando la potenza in uscita e la coppia).

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Porsche Taycan: il cambio

La trasmissione a due velocità della Porsche Taycan è montata sull’asse posteriore: innestando la prima si imprime un’accelerazione maggiore mentre la seconda con rapporto lungo predilige l’efficienza.

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Porsche Taycan: piacere di guida

La Porsche Taycan monta sospensioni pneumatiche adattive PASM (Porsche Active Suspension Management) e il sistema elettromeccanico di regolazione del telaio e di stabilizzazione del rollio PDCC Sport (Porsche Dynamic Chassis Control Sport) con PTV Plus (Porsche Torque Vectoring Plus).

Quattro le modalità di guida disponibili sull’ammiraglia elettrica teutonica: Range, Normal, Sport e Sport Plus.

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Porsche Taycan: la Turbo e la Turbo S

Le versioni al lancio della Porsche Taycan sono due: Turbo e Turbo S.

La Porsche Taycan Turbo ha una potenza di picco di 680 CV, accelera da 0 a 100 km/h in 3,2 secondi e dichiara un’autonomia di 450 km.

La Porsche Taycan Turbo S risponde con una potenza di picco di 761 CV (in abbinamento alla funzione Launch Control), uno “0-100” da 2,8 secondi e un’autonomia di 412 km.

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Porsche Taycan: i prezzi

  • Porsche Taycan Turbo 156.817 euro
  • Porsche Taycan Turbo S 190.977 euro

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Crash test Euro NCAP settembre 2019: sette auto a 5 stelle

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Nella sessione di settembre 2019 dei crash test Euro NCAP tutte e sette le auto analizzate hanno conquistato cinque stelle: Mercedes CLA ed EQC, BMW Z4, Skoda Kamiq, Audi A1 Sportback, Ford Focus e Ssangyong Korando.

La vettura migliore testata questo mese è stata la Mercedes CLA: la compatta/coupé a quattro porte tedesca ha ottenuto la migliore valutazione in assoluto nella protezione dei bambini a bordo e degli utenti vulnerabili (pedoni e ciclisti) e ha mostrato qualche pecca solo nel sistema di mantenimento di corsia.

La BMW Z4 ha brillato nella protezione degli utenti vulnerabili e dei passeggeri e nei sistemi di sicurezza attiva (specialmente il cofano attivo in caso di investimento pedone) mentre si è registrata qualche defaillance nel riconoscimento del pedone di notte e nel mantenimento di corsia.

Nel caso della Skoda Kamiq sono stati usati i risultati della Scala (realizzata sullo stesso pianale) testata a inizio 2019 con alcune prove aggiuntive per verificare eventuali scostamenti a causa della differente altezza di guida. La piccola SUV ceca ha brillato nella protezione dei passeggeri e degli utenti vulnerabili e nelle prove di urto laterale. Migliorabile, invece, la frenata automatica.

La Mercedes EQC ha convinto nell’urto laterale contro la barriera e nei sistemi di assistenza alla guida mentre c’è stata qualche criticità di troppo nell’urto frontale pieno (protezione marginale del torace del passeggero posteriore), nello scontro laterale contro il palo (rottura della cerniera della porta posteriore) e nell’investimento del pedone (bassa protezione del bacino).

L’Audi A1 Sportback si è distinta per i sistemi di sicurezza attiva e nello scontro laterale contro la barriera mostrando però qualche problema nello scontro frontale pieno (scarsa protezione del torace del passeggero posteriore) e nell’investimento del pedone (scarsa protezione della testa nell’urto sui montanti e sulla base del parabrezza).

La Ford Focus – già testata lo scorso anno – ha migliorato le valutazioni nella prova del colpo di frusta grazie al design migliore dei sedili anteriori e dei poggiatesta. La compatta statunitense ha inoltre ottenuto il massimo punteggio nella protezione degli adulti e dei bambini nello scontro laterale contro la barriera e nell’investimento del pedone e se l’è cavata bene anche nella protezione delle gambe.

La Ssangyong Korando è stata eccellente nel funzionamento della frenata automatica di emergenza alle basse velocità mentre c’è stata qualche criticità di troppo nella prova del ciclista e dello scontro frontale perché il bacino del passeggero posteriore è scivolato sotto la cintura. Senza dimenticare la protezione del torace del conducente e del collo del passeggero posteriore migliorabili nello scontro laterale contro il palo a causa della geometria del sedile.

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Nissan Juke: le foto e info della seconda generazione

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Dalla sua apparsa nel 2011 come SUV compatto posizionato nel segmento B, la visione della Nissan Juke ha innamorato e stizzito. Ma quando un milione di persone – durante una decade – si sono sedute al volante della piccola sport utility giapponese, il suo lancio si è convertito in un vero fenomeno di massa con imitazioni spuntate ovunque ogni ‘ma’ azzittito.

Dopo il primo restyling di 5 anni fa, arriva la nuova generazione di Juke, sviluppata su una piattaforma condivisa all’interno dell’Alleanza Renault-Nissan, denominata CMF-B “Common Module Family B” e il cui passo misura 2,63 metri (ben 10,6 cm in più rispetto alla prima generazione). Questo aumento di dimensioni ha permesso di migliorare tre dei punti deboli della vecchia Juke: la visibilità incompleta ostacolata dal primo montante, l’altezza del tetto sui sedili posteriori e il bagagliaio.

 

Nonostante la trasformazione, mantiene il DNA Juke che ne ha coronato il successo. La prima impressione, guardandola, è che Nissan ha voluto sottolineare il suo stile coupé, con il tetto spiovente all’indietro. Mantiene i caratteristici fari anteriori circolari con la nuova forma a J che, insieme alla griglia V-Motion, rialza e migliora sostanzialmente l’aspetto della nuova Juke. Inoltre la possibilità di montare cerchi da 19 pollici, minigonne laterali e un paraurti personalizzabile, incrementa le opzioni di personalizzazione.

La nuova Nissan Juke 2020 misura 4,21 metri in lunghezza, 1,59 metri in altezza e 1,8 metri in larghezza. Nonostante la silhouette laterale che la fa assomigliare a una coupé, l’altezza del tetto nella parte posteriore dell’abitacolo permetterebbe di non toccare con la testa neanche ai passeggeri più alti. La capacità di carico del portabagagli passa invece da 354 a 422 litri, circa il 20% più capiente (e dotato di un separatore). L’abitacolo è stato migliorato anche con l’introduzione di nuovi materiali di qualità superiore, morbidi al tatto sulla plancia, sedili sportivi di serie e tappezzerie, volendo, anche i Pelle o Alcantara. Tra l’altro con la possibilità di montare anche un sofisticato impianto audio Bose Personal Plus.

 

Nonostante sia cresciuta in dimensioni la nuova Nissan Juke 2019 pesa 29 kg in meno rispetto al modello uscente. Grazie all’uso di acciai ad alta resistenza e alla nuova piattaforma offre inoltre una dinamica più efficace, una maggiore stabilità e un comfort e feeling di guida per il guidatore notevolmente migliorati.

Al lancio la nuova Nissan Juke verrà proposta con un solo motore a benzina: il tre cilindri da 1.0 litri DIG.T dcon 117 CV di potenza e 180 Nm di coppia, abbinato al cambio manuale a sei marce. In questa configurazione la nuova Juke scatta da 0 a 100 km/h in 10,4 secondi e raggiunge i 180 km/h di velocità massima. Nel caso della trasmissione automatica a doppia frizione e 7 rapporti (optional) lo sprint 0-100 sale a 11,1 secondi ma si ha la comodità delle leve del cambio al volante. Tre saranno poi le impostazioni selezionabili per la guida: Eco, Normal e Sport.

Le avanzate tecnologie del sistema ProPilot di Nissan si incaricheranno di garantire la massima sicurezza alla guida della Juke con lo sterzo, l’accelerazione e la frenata elettronicamente assistiti. Altri pacchetti tecnologici di sicurezza includono il sistema anti-collisione frontale con riconoscimento dei pedoni e dei ciclisti, riconoscimento della segnaletica stradale e controllo intelligente del cambio di corsia. Il sistema di infotainment Nissan Connect di ultima generazione garantirà infine la compatibilità con Google Assistant per diverse funzioni dell’auto.

L’articolo Nissan Juke: le foto e info della seconda generazione proviene da Icon Wheels.

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Renault Clio, la storia della piccola francese

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Poche auto possono vantare una carriera come quella della Renault Clio: la piccola francese – la prima vettura ad aver vinto per due volte il premio di Auto dell’Anno (nel 1991 e nel 2006) – festeggerà nel 2020 un anniversario importante (30 anni).

Scopriamo insieme la storia della “segmento B” transalpina, venduta anche recentemente nella variante station wagon.

Le evoluzioni del modello
Prima generazione 1990
Seconda generazione 1998
Terza generazione 2005
Quarta generazione 2012
Quinta generazione 2019

Renault Clio prima generazione (1990)

In breve
Anno di debutto 1990
Durata generazione 8 anni
Numero restyling 2

La prima generazione della Renault Clio – creata per rimpiazzare la 5 – vede la luce nel 1990 e impiega pochissimo tempo a sedurre il pubblico e la critica (nel 1991 si aggiudica il prestigioso riconoscimento di Auto dell’Anno) grazie al design seducente e ai contenuti moderni.

La gamma motori al lancio – composta da tre unità a benzina (1.1 da 48 CV, 1.2 da 58 CV e 1.4 da 78 CV) – si allarga nel 1991 con l’arrivo di tre unità 1.8 a Ciclo Otto da 95, 135 e 137 CV e di un 1.9 diesel da 64 CV. L’anno seguente entra in listino un 1.2 da 54 CV e la potenza del 1.8 più tranquillo scende a quota 93.

Nel 1993 nasce la mitica Renault Clio Williams: costruita per festeggiare la conquista del Mondiale F1 da parte della scuderia britannica (dotata di propulsori della Régie), ospita sotto il cofano un 2.0 da 147 CV e rimpiazza la 1.8 più “cattiva”. Nello stesso anno arriva un 1.8 da 107 CV e sparisce dalle scene il 1.1.

Il primo restyling del 1994 – anno in cui il 1.8 da 107 CV sparisce dal listini – porta una griglia frontale meno elaborata e fascioni paracolpi laterali tondeggianti più grandi ma le novità più importanti arrivano nel 1996 con il secondo lifting, che concide con l’addio alla versione Williams: mascherina ingentilita, un nuovo propulsore 1.1 da 58 CV che sostituisce il 1.2 di pari potenza, un 1.4 da 75 CV e un 1.8 da 108 CV che prende il posto di quelli da 93 e 135.

Nel 1997 si assiste a uno snellimento della gamma motori della prima generazione della Renault Clio con la sparizione di tutte le unità da 78 CV in su.

Renault Clio seconda generazione (1998)

In breve
Anno di debutto 1998
Durata generazione 13 anni
Numero restyling 3

La seconda generazione della Renault Clio nasce nel 1998 e ha uno stile più tondeggiante rispetto al passato: quattro i motori al lancio (tre a benzina – 1.1 da 58 CV, 1.4 da 75 CV e 1.6 da 90 CV – e un 1.9 diesel da 64 CV). L’anno seguente arrivano due propulsori a ciclo Otto più potenti (1.4 da 98 CV e 1.6 da 107 CV) ma la svolta arriva nel 2000 – anno di esordio del 1.9 turbodiesel dTi da 80 CV) – con la versione sportiva RS dotata di un 2.0 da 169 CV.

Il restyling del 2001 porta un frontale completamente rivisto e degli interni migliorati: il 1.6 da 90 CV abbandona il listino insieme ai 1.9 a gasolio, rimpiazzati da un 1.5 turbodiesel dCi da 65 CV. L’anno successivo – in concomitanza con il lancio del 1.5 dCi da 82 CV – viene commercializzata la mostruosa V6 a trazione posteriore dotata di un propulsore 2.9 a sei cilindri da 226 CV (portato a 254 nel 2003) derivato da quello della Laguna montato dietro i sedili anteriori.

Nel 2004 la potenza della RS sale a quota 179 CV e debutta un 1.5 a gasolio da 100 CV ma l’anno seguente – in seguito al lancio dell’erede – è la volta di una profonda sforbiciata alla gamma motori: addio a tutti i benzina da oltre 75 CV e ai 1.5 diesel da 82 e 100 cavalli, sostituiti da un’unità da 68 CV.

La carriera della seconda generazione della Renault Clio prosegue nonostante la presenza in listino della terza serie: nel 2006 cambia nome in Clio Storia, beneficia di un lieve lifting (con la targa posteriore spostata in baso sul paraurti), dice addio al 1.5 diesel meno potente e si presenta con un nuovo propulsore 1.1 a GPL da 58 CV. L’anno successivo la potenza del propulsore a gasolio scende a quota 65 cavalli e nel 2008 – quando sbarca in listino una nuova variante turbodiesel da 85 CV – cala ulteriormente fino a 64 CV. Nel 2009 abbandonano le scene tutte le unità con più di 65 CV.

Renault Clio terza generazione (2005)

In breve
Anno di debutto 2005
Durata generazione 7 anni
Numero restyling 1

La terza generazione della Renault Clio, nata nel 2005, conquista la critica (Auto dell’Anno 2006) grazie a contenuti – finiture in primis – paragonabili a modelli di categoria superiore ma non seduce il pubblico a causa di un design troppo banale.

La gamma motori al lancio, composta da sei unità (tre a benzina – 1.1 da 75 CV, 1.4 da 98 CV e 1.6 da 111 CV – e tre 1.5 turbodiesel dCi da 68, 86, 106 CV), si allarga l’anno seguente – in concomitanza con il lieve calo di potenza (85 CV anziché 86 e 105 invece di 106) dei due propulsori a gasolio più “cavallati” – con due nuove varianti a benzina: 1.1 da 65 CV e RS (con un 2.0 da 200 CV).

Nel 2007 la potenza del 1.4 sale a quota 101 CV mentre l’anno successivo debuttano la versione station wagon SporTour e il motore 1.1 TCe turbo benzina da 101 CV che sostituisce il 1.4 e il 1.6.

In occasione del restyling del 2009 il frontale beneficia di numerose modifiche ma non bastano per rendere la piccola francese accattivante esteticamente. Per quanto riguarda i motori segnaliamo invece l’addio ai listini del 1.1 “base”, l’aumento di potenza della RS (203 CV) e l’ingresso di un 1.1 a GPL da 75 CV. Nel 2010 è la volta di un 1.6 da 111 CV e di due nuovi 1.5 diesel da 75 e 90 CV che prendono il posto dei vecchi dCi mentre l’anno seguente il 1.1 turbo benzina diventa più potente (103 CV) e debutta in listino un 1.6 da 128 CV.

Renault Clio quarta generazione (2012)

In breve
Anno di debutto 2012
Durata generazione in corso
Numero restyling 1

La quarta generazione della Renault Clio sbarca in listino nel 2012 e conquista subito il pubblico grazie a un design sexy e muscoloso (con le maniglie delle porte posteriori nascoste) e a contenuti interessanti (bassi consumi e un bagagliaio ampio).

La gamma motori al lancio è composta da quattro unità – due a benzina (1.1 da 75 CV e 0.9 turbo tre cilindri TCe da 90 CV) e due 1.5 turbodiesel dCi da 75 e 90 CV – e l’anno seguente (in concomitanza con l’esordio della station wagon Sporter e con il calo di potenza – 73 CV – della 1.1) arrivano altri tre propulsori: due turbo benzina TCe (1.2 da 120 CV e 1.6 da 200 CV per la RS) e un 1.1 a GPL da 73 CV (75 dal 2014).

Nel 2015 debutta la Clio RS da 220 CV e l’anno successivo – in occasione di un lieve restyling – la potenza del 1.2 turbo benzina scende a 118 CV e sbarca in listino un 1.5 a gasolio da 110 CV. Nel 2017 esordisce uno 0.9 turbo tre cilindri TCe a GPL da 90 CV e l’anno seguente i propulsori diventano tutti turbo: il 1.1 aspirato a benzina viene rimpiazzato da due 0.9 tre cilindri TCe da 75 e 76 CV e si assiste all’addio di tre propulsori (due a benzina, il 1.2 turbo e il 1.6 da 200 CV, e il diesel più grintoso). Il 2019 è invece l’anno in cui ci lasciano la RS e la versione a gas.

Renault Clio quinta generazione (2019)

In breve
Anno di debutto 2019
Durata generazione in corso
Numero restyling 0

Auto che vince non si cambia: la quinta generazione della Renault Clio del 2019 riprende le forme dell’antenata ma sotto la pelle è completamente nuova.

La gamma motori comprende per il momento sei unità: quattro a benzina (1.0 tre cilindri da 65, 75 e turbo da 101 CV e 1.3 turbo da 131 CV) e due 1.5 turbodiesel Blue dCi da 86 e 116 CV.

L’articolo Renault Clio, la storia della piccola francese proviene da Icon Wheels.

Fonte: