Opel Insignia: c’è il trucco ma non l’inganno

Ad una prima, distratta occhiata sembrerebbe il solito restyling di mezza età, per rintuzzare interessi (e vendite). Un po’ come quando hai già oltrepassato la parte più bella della vita ma, al contempo, non vuoi rassegnarti ai tangibili segnali delle primavere che passano. In realtà, oltre al mini-lifting frontale, l’Insignia porta in dote una certa quantità di cambiamenti significativi, di quelli che riescono a fare la differenza.A cominciare dall’impatto sul portafogli, perché sotto il cofano batte un 4 cilindri turbodiesel da 140 CV e – udite udite –solo 99 g/km di CO2. Per non parlare del consumo: se i dati dichiarati veleggiano sui 27 km/litro (irraggiungibili), è pur vero che i 18 ottenuti in media, con piede leggero, sono un gran bel risultato. Specialmente perché non sacrificano più di tanto le prestazioni: se in Normal l’Insignia si muove in scioltezza, selezionando la modalità Sport del FlexRide (optional a 860 euro, per variare le tarature di assetto e sterzo regolabili) c’è di che divertirsi. La spinta è, inoltre, sempre piena e corposa dai 1.700 ai 4.000 giri indicati, mentre la sonorità non disturba più di tanto i passeggeri. Insomma, ci si può togliere qualche soddisfazione tra le curve, dove emergono uno sterzo (servoassistito idraulicamente) preciso e progressivo e sospensioni attente, capaci di sostenere bene i “pruriti” del piede destro. Con un retrotreno in grado di non complicare troppo le cose quando si deve affrontare una manovra d’emergenza. Ma il terreno d’elezione, la carta più pesante che la Insignia può giocare arriva nei lunghi viaggi: mano al tastino Tour (che addolcisce le sospensioni) e via, coccolati da sedili che abbracciano la schiena – la pelle, però, si paga (da 1.010 euro) – e da un’insonorizzazione piuttosto curata, che lascia filtrare fino ai timpani solo qualche fruscio dalla zona del parabrezza. Per il resto, i lombi riceveranno gentili carezze, che si faranno più ferme in corrispondenza delle traversine autostradali. O sul pavé cittadino, anche a causa della gommatura ribassata.A proposito: nel traffico frizione e cambio non sono dei più morbidi ma, in compenso, il sistema stop&start si è rivelato sempre puntuale. Le code in tangenziale, inoltre, sono perfette per godersi le migliorie tecnologiche nell’abitacolo: davanti a chi guida c’è ora un generoso schermo a colori, mentre, connettendo lo smarthpone all’IntelliLink, si può ascoltare musica, telefonare, navigare sul web e gestire le App… La qualità dei materiali fa registrare significativi passi avanti, anche se qualche piccolo risparmio rispetto alla migliore concorrenza è rimasto.Ok i sistemi di sicurezza: tra riconoscimento dei segnali stradali (un po’ ansiogeno, per la verità), fari bixeno adattivi, abbaglianti automatici, allarme pericolo di tamponamento con frenata automatica e cruise control con funzione stop&go c’è da perderci la testa. E qualche euro, necessario per aggiungere gli airbag laterali posteriori (305 euro), inspiegabilmente relegati tra gli accessori. Il tutto ad un prezzo non da discount (31.000 euro), ma più appetitoso, per esempio, rispetto a quello di una Passat.

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