Maserati 250F: l’ultima F1 di Fangio

Maserati 250F frontaleMaserati 250F frontale

Maserati 250F motoreMaserati 250F motore

Maserati 250F profiloMaserati 250F profilo

Maserati 250F tre quarti posterioreMaserati 250F tre quarti posteriore

Maserati 250FMaserati 250F

 

La Maserati 250F non è solo una delle monoposto di F1 più vincenti degli anni ’50 ma anche una delle vetture da corsa italiane più importanti di sempre: tra il 1954 e il 1957 ha regalato due Mondiali a Juan Manuel Fangio e ha conquistato otto vittorie.

L’ultima F1 iridata italiana “non Ferrari” della storia è stata amatissima dai piloti. Di lei Fangio disse: “Con un’auto così potevi fare tutto quello che volevi”. Scopriamo insieme la sua storia.

Maserati 250F: la storia

La Maserati 250F – progettata per correre nel Mondiale F1 1954 – è una monoposto dotata di un motore 2.5 a sei cilindri in linea da 240 CV.

Un’auto da corsa veloce, leggera ma non priva di difetti. Due su tutti: l’eccessivo riscaldamento dell’olio e la fragilità del ponte posteriore.

1954

La Maserati 250F debutta ufficialmente in gara nel GP d’Argentina, prima prova del Mondiale F1 1954, affidata a due piloti locali: Juan Manuel Fangio (che in attesa che la Mercedes W196 sia pronta chiede – e ottiene – di poter correre i primi due Gran Premi della stagione con il Tridente per non perdere la possibilità di conquistare il titolo iridato) e Onofre Marimon.

Fangio sale sul gradino più alto del podio a Buenos Aires e si ripete anche in Belgio prima di trasferirsi alla Mercedes: i successi con il Tridente e con la Stella gli consentono di portare a casa il secondo campionato del mondo in carriera.

Lo sbarco del marchio di Stoccarda in F1 distrugge qualsiasi speranza dei rivali di prevalere nel campionato del mondo. Nel resto della stagione la Maserati 250F si deve accontentare di un terzo posto in Gran Bretagna con Marimon e di una seconda piazza in Spagna con il nostro Luigi Musso.

1955

La Maserati 250F si presenta al via del Mondiale F1 1955 con alcune modifiche: cambio a cinque marce, freni a disco e una carrozzeria con meno feritoie sulla fiancata per l’uscita dell’aria calda.

Cambiamenti che non riducono, però, il divario nei confronti delle “frecce d’argento”: i migliori risultati sono due terzi posti ottenuti con il francese Jean Behra a Monte Carlo e con Musso in Olanda.

1956

La Maserati 250F torna ad essere competitiva grazie a tre novità importanti: la risoluzione del problema riguardante le rotture al ponte De Dion, l’ingaggio del britannico Stirling Moss e – soprattutto – l’addio alla F1 della Mercedes.

Moss sale per due volte sul gradino più alto del podio (Monte Carlo e Monza) e porta a casa una seconda piazza in Germania. Altri piazzamenti rilevanti arrivano grazie a Behra (secondo in Argentina e terzo a Monte Carlo, in Francia, Gran Bretagna e Germania), al britannico Mike Hawthorn (3° in Argentina) e al nostro Cesare Perdisa (3° in Belgio).

1957

Il 1957 è l’anno più importante dell’intera storia della Maserati: la 250F beneficia di un aumento di potenza (270 CV) e torna ad essere guidata da Fangio, che conquista l’ultimo Mondiale F1 della sua carriera con quattro vittorie (Argentina, Monte Carlo, Francia e Germania) e due secondi posti (tra cui quello in Italia, ultimo podio di sempre per la monoposto del Tridente nonché unica gara iridata nella quale viene schierato un esemplare dotato di un motore 2.5 V12, affidato a Behra) in sette Gran Premi.

L’ultima vittoria iridata in carriera di Juan Manuel Fangio – il 4 agosto sul circuito del Nürburgring – entra di diritto nella storia della F1: prima della gara il pilota argentino capisce la strategia della Ferrari (nessun pit-stop) e decide quindi di usare pneumatici più morbidi e di riempire per metà il serbatoio. Si ferma ai box al 13° giro quando è primo con 30 secondi di vantaggio ma durante il cambio gomme i meccanici perdono tempo a causa di un gallettone finito sotto la vettura. Fangio riparte terzo con 48 secondi di ritardo dalla vetta ma in dieci giri batte il record della pista nove volte e già al 21° giro riesce a passare i britannici Peter Collins e Hawthorn riguadagnando la vetta. “Non ho mai corso così velocemente in tutta la mia vita e penso che non sarò mai più in grado di farlo”, dichiarerà Juan Manuel al termine del Gran Premio.

Alla fine del Mondiale F1 1957 Maserati abbandona l’attività ufficiale ma continua a fornire vetture a team privati.

Gli ultimi anni

Nel 1958 – al volante di una Maserati 250F privata – Juan Manuel Fangio disputa l’ultimo GP di F1 della sua carriera (in Francia) mentre l’ultima apparizione della mitica monoposto del Tridente risale al GP degli USA del 1960 con lo statunitense Bob Drake (13° al traguardo).

Passione Maserati

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