Monthly Archives: Settembre 2025
Motori termici vietati dal 2035?: “Tutto ciò è irrealistico” | Nuova mazzata per l’UE
Nessuno crede che possano farcela e, dopo le critiche dell’ex Premier Mario Draghi, nuove perplessità colpiscono l’UE.
Nel dibattito sempre più acceso sulla transizione energetica del settore automobilistico, emergono voci critiche che mettono in discussione le tempistiche imposte dall’Unione Europea per il divieto dei motori termici a partire dal 2035. Una delle posizioni più autorevoli e influenti arriva da Matías Giannini, CEO di HORSE Powertrain, la nuova joint venture nata dalla collaborazione tra Renault e il gruppo cinese Geely, dedicata allo sviluppo di motori termici innovativi e sistemi ibridi avanzati.
Nell’ambito di un’intervista rilasciata a Motor1, Giannini ha definito “irrealistico” l’obiettivo europeo di eliminare completamente i motori a combustione interna entro il 2035, e ha espresso dubbi anche sul possibile rinvio al 2040. Il CEO ha sottolineato come il vero problema risieda nell’approccio normativo dell’UE, che con il Green Deal ha scelto di puntare esclusivamente su una tecnologia dominante, quella elettrica, senza considerare un modello più flessibile e diversificato.
Questa visione unilaterale, a suo avviso, rischia di complicare ulteriormente la transizione, mettendo a repentaglio non solo la capacità produttiva ma anche la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro in Europa, soprattutto nelle regioni dove l’industria automobilistica è un pilastro economico fondamentale. Giannini invita quindi a un modello multi-alimentazione, che preveda un mix equilibrato tra motori elettrici, ibridi e termici, per garantire una transizione più graduale e sostenibile.
Il futuro del motore termico e il ruolo delle tecnologie ibride
Nonostante la forte critica alle scadenze imposte, il CEO di HORSE Powertrain non nega la validità della tecnologia elettrica, che definisce “assolutamente valida e necessaria”. Tuttavia, secondo lui, entro il 2035 più della metà delle vetture vendute in Europa continuerà a utilizzare motori a combustione interna. Per questo motivo, è fondamentale mantenere sul mercato anche soluzioni ibride o con estensori di autonomia, come i motori EREV (Extended Range Electric Vehicle), di cui HORSE ha presentato un modello innovativo.
L’approccio multi-alimentazione si pone come una strategia pragmatica e inclusiva, in grado di rispondere alle esigenze di un mercato ancora in evoluzione, che deve considerare le diverse abitudini dei consumatori, le infrastrutture di ricarica non ancora completamente diffuse e le specificità territoriali del continente europeo.

Tra le posizioni più nette del manager spicca quella sul destino del motore diesel. Giannini sostiene che non vi sia alcun futuro sostenibile per i propulsori a gasolio, destinati a scomparire definitivamente dal mercato europeo. Questa affermazione si inserisce in un contesto in cui molti costruttori stanno progressivamente abbandonando il diesel, anche in risposta alle pressioni normative e all’evoluzione delle preferenze dei consumatori.
In sintesi, mentre l’UE insiste su una roadmap che prevede l’addio ai motori termici entro il 2035, HORSE Powertrain propone una visione più articolata e realistica, che valorizzi la coesistenza di diverse tecnologie per garantire una transizione energetica efficace, sostenibile e socialmente accettabile.
Questa posizione rappresenta un’importante voce nel panorama del dibattito europeo sull’automotive, evidenziando come la sfida della decarbonizzazione richieda un approccio più flessibile e meno dogmatico, capace di conciliare innovazione tecnologica, tutela dell’occupazione e rispetto delle tempistiche realistiche di trasformazione industriale.
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Android Auto, il bug rende impossibile l’utilizzo: utenti sull’orlo di una crisi
Ma cosa sto guardando? Un fastidiosissimo bug grafico rovina l’esperienza su Android per tanti utenti, l’azienda deve intervenire ora!
Continua a creare disagi l’anomalia grafica su Android Auto che da mesi affligge numerosi automobilisti, complicando l’utilizzo quotidiano di questa piattaforma. Un bug che provoca un eccessivo ingrandimento di icone e applicazioni rende l’interfaccia visivamente confusa e, in molti casi, quasi inutilizzabile. La problematica, segnalata inizialmente in ambienti beta, si è ormai diffusa anche nelle versioni stabili, senza che Google abbia ancora fornito una soluzione definitiva o comunicazioni ufficiali.
L’interfaccia di Android Auto presenta un difetto che altera drasticamente la visualizzazione di elementi fondamentali come le icone di app molto utilizzate, tra cui Google Maps e Spotify. Il problema si manifesta con uno zoom incontrollato che crea una deformazione visiva, rendendo complessa la navigazione e l’interazione con il sistema di infotainment. La variabilità del malfunzionamento è uno degli aspetti più frustranti: in alcune situazioni l’ingrandimento riguarda solo una porzione dello schermo, ad esempio la mappa nella modalità a schermo diviso, mentre in altri casi coinvolge l’intero display, impedendo un utilizzo fluido e sicuro durante la guida.
Le prime segnalazioni, risalenti a maggio 2025 e documentate da 9to5Google, interessavano soprattutto utenti con versioni beta di Android Auto. Tuttavia, l’aggiornamento alla release 15.1 ha ampliato il fenomeno, coinvolgendo anche gli utilizzatori di versioni ufficiali e stabili. Questa diffusione ha portato a una serie di testimonianze su piattaforme come Reddit, dove un proprietario di Chevrolet ha riferito che il display della sua vettura è rimasto ingrandito per settimane senza miglioramenti. L’indagine del caso ha evidenziato che il problema persiste anche collegando il telefono ad altre auto, suggerendo una correlazione tra il bug e il software dello smartphone o dell’app, piuttosto che con l’hardware della vettura.
Nessuna risposta ufficiale: quanto ci vorrà?
Nonostante la diffusione del bug, Google non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali né aggiornamenti specifici per risolverlo. La natura intermittente e la presenza su diversi modelli di smartphone complicano l’identificazione della causa principale. Alcuni utenti hanno riportato di aver ottenuto miglioramenti temporanei dopo aggiornamenti dell’app, ma la maggior parte continua a riscontrare il difetto senza soluzioni definitive.

Per chi si trova ad affrontare questo problema, le raccomandazioni più diffuse includono mantenere Android Auto sempre aggiornato, effettuare una reinstallazione completa dell’app e provare a utilizzare un cavo USB differente per il collegamento al veicolo. Inoltre, è fondamentale segnalare il bug attraverso i canali ufficiali e i forum di supporto, in modo da fornire informazioni utili agli sviluppatori per accelerare la risoluzione.
La situazione attuale mette in luce l’importanza di un sistema stabile e affidabile per la sicurezza e la comodità alla guida, elementi che gli utenti di Android Auto si aspettano da un servizio ormai diffusissimo sulle strade di tutto il mondo. In ogni caso, l’azienda dovrà intervenire presto, se non vuole scatenare la furia – giustificata – di molti clienti insoddisfatti…
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Richiamo di sicurezza per la Citroen C3: rischio incidenti elevatissimo
Il costruttore francese ha disposto la sospensione dell’uso fino alla riparazione gratuita nelle officine autorizzate.
Un nuovo richiamo di sicurezza coinvolge la Citroen C3, la sua versione elettrica e-C3 e la C3 Aircross nel Regno Unito a causa di un grave difetto al sistema frenante che ha portato al fermo immediato della circolazione dei veicoli interessati. Il costruttore francese ha disposto la sospensione dell’uso fino alla riparazione gratuita nelle officine autorizzate, sottolineando l’importanza di non sottovalutare il rischio.
Difetto critico al pedale del freno: la natura del problema
Il richiamo riguarda un’anomalia nell’assemblaggio del pedale del freno, che può compromettere la funzionalità dell’intero impianto frenante, arrivando nei casi peggiori a inibire completamente la capacità di arresto della vettura. Citroen ha evidenziato come alcuni componenti non rispettino gli standard qualitativi richiesti, costringendo l’azienda a intervenire tempestivamente per evitare incidenti.
La problematica interessa non solo le versioni tradizionali a combustione interna, ma anche la gamma elettrica e-C3, recentemente lanciata e già al centro di precedenti criticità legate a malfunzionamenti software sin dal debutto autunnale del 2023. A completare il quadro, è coinvolta anche la compatta crossover C3 Aircross, molto apprezzata nel segmento delle utilitarie.

Il gruppo Stellantis, proprietario di Citroen, ha specificato che i sistemi elettronici di sicurezza, tra cui l’AEB (frenata automatica d’emergenza) e il freno di stazionamento elettronico, dovrebbero funzionare correttamente anche in presenza del difetto tecnico. Tuttavia, l’azienda ha ribadito con fermezza che questo non elimina il rischio e ha invitato i proprietari a non utilizzare i veicoli finché non sarà completata la riparazione.
Le indicazioni ufficiali raccomandano di arrestare il veicolo in sicurezza qualora si manifestassero anomalie durante la guida e di contattare immediatamente l’assistenza stradale. La priorità è garantire la piena efficienza dell’impianto frenante per salvaguardare la sicurezza degli automobilisti e degli altri utenti della strada.
Dal punto di vista commerciale, questo richiamo rappresenta una sfida significativa per Citroen, soprattutto in un mercato britannico altamente competitivo e attento all’affidabilità dei veicoli. La reputazione del marchio, già messa alla prova in passato a causa di richiami come quello legato agli airbag Takata, rischia di subire ulteriori danni.
Gli esperti del settore sottolineano come la fiducia dei consumatori nel segmento delle utilitarie sia un fattore decisivo nelle scelte d’acquisto. Incidenti di questo tipo possono influenzare negativamente le vendite future, rendendo cruciale per Citroen gestire con trasparenza e rapidità l’intero processo di richiamo.
Parallelamente, è stato evidenziato un caso correlato: l’Opel Frontera, costruita su una piattaforma simile, ha affrontato un problema analogo, ma il produttore è riuscito a intervenire preventivamente, evitando un richiamo ufficiale e tutelando così la propria immagine.
Le autorità britanniche di regolamentazione stanno seguendo con attenzione l’evoluzione di questa situazione, garantendo un controllo rigoroso sulle misure adottate da Citroen e Stellantis. I proprietari possono verificare la presenza del proprio veicolo nella lista dei modelli interessati consultando il sito ufficiale Citroen dedicato ai richiami o rivolgendosi direttamente ai concessionari autorizzati.
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Tesla, tracollo ufficiale: l’azienda di Elon Musk va sempre peggio
Continuano a scendere le vendite delle auto marchiate Tesla. Un altro duro colpo per Elon Musk: ecco tutti i dettagli relativi agli ultimi dati.
L’azienda automobilistica statunitense Tesla negli anni scorsi ha letteralmente rivoluzionato la mobilità, portando avanti il proprio progetto relativo alle auto elettriche. Alcuni dei modelli Tesla ad alte prestazioni, come la Model S e la Model 3, hanno permesso all’azienda americana di lanciare una nuova era.
Come spesso accade in tutti i settori, anche gli altri marchi hanno iniziato a muoversi e, dunque, a fare concorrenza all’azienda americana. Il CEO di Tesla, Elon Musk, è stato l’artefice di un cambiamento epocale in riferimento al mercato dell’elettrico, ma ora deve fare i conti con alcuni dati assolutamente inaspettati fino a qualche anno fa.
I suoi atteggiamenti e comportamenti stravaganti hanno fatto perdere quote di mercato a Tesla, ma non è solo questo il motivo. I prezzi elevati delle auto, la diffidenza ancora elevata in molti consumatori e la crescita esponenziale del mercato cinese sono altri fattori che stanno pesando enormemente sulla crescita dell’azienda di Elon Musk.
Agosto di quest’anno, poi, ha segnato un vero e proprio tracollo per Tesla in merito alle vendite in Europa. Che cosa dicono i dati? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla situazione di Tesla e su quella generale relativa alla crescita del mercato dell’elettrico nel Vecchio Continente.
Tesla crolla in Europa: i numeri sono inferiori al previsto
Per l’azienda di Elon Musk il mese di agosto è stato davvero complicato in riferimento alle vendite sul mercato europeo. La Model Y – nonostante un calo del 37% – resta l’auto elettrica più venduta in Europa. Quello che preoccupa, però, è il vero e proprio crollo generale sulle vendite. Esso si è attestato, infatti, sul 23% rispetto ai dati precedenti.

E la cosa che preoccupa maggiormente Tesla riguarda anche i dati sul mercato dell’elettrico in Europa. Come mai successo in precedenza, infatti, di recente si sta registrando un vero e proprio boom sulle vendite. Stando ai dati di JATO Dynamics, sono state immatricolate quasi 160.000 vetture a batteria (BEV) ad agosto, con un incremento del 27% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
La quota di mercato delle vetture a zero emissioni ha toccato il dato del 20,2%. Quasi un terzo delle auto vendute nel Vecchio Continente sono attualmente elettriche. Ottimo il momento di Volkswagen. L’azienda tedesca presenta, infatti, ben sei modelli nella top ten delle auto elettriche maggiormente vendute nel Vecchio Continente.
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Ford spazza via quasi un secolo di storia: l’enorme cambiamento dopo 70 anni
La decisione di Ford ha lasciato tutti quanti a bocca aperta, perché ha deciso di cambiare veramente tutto quanto.
Ford è un marchio veramente storico oltre che iconico. Sono poche le aziende che possono vantare il passato e il blasone dell’azienda statunitense, che nel corso del tempo ha veramente costruito moltissimi modelli iconici e apprezzati dalla massa, oltre che a vetture spettacolari e dal design indimenticabile.
Una buona fetta di quella storia, però, sta per sparire. Non stiamo facendo riferimento alle auto storiche e al passato dell’azienda, state tranquilli. Quello verrò ricordato a dovere per anni e anni, non può essere semplicemente archiviato. Tuttavia, nonostante questo, quasi un secolo di storia del marchio americano sta per sparire veramente.
Quello che ha deciso di portare avanti Ford, è un enorme cambiamento, e arriva dopo 70 anni. Scopriamo nelle prossime righe di cosa si tratta nello specifico, visto e considerato che è una svolta epocale, se vogliamo.
Ford, addio a quasi un secolo di storia: così è stato deciso
Ford ha deciso di portare avanti un cambiamento che in un certo senso appare inaspettato, ma a questo punto forse necessario. Il riferimento va all’abbandono dell’azienda al suo storico quartier generale per trasferirsi in un impianto più moderno e adatto ai tempi attualmente correnti. Addio, quindi, alla mitica Henry Ford II World Center. La struttura, inaugurata nel 1956 a Dearborn in Michigan, sarà demolita per permettere l’inizio della nuova costruzione.

Il nuovo progetto, a dire il vero, è già stato ideato nel 2020, mentre l’inaugurazione è prevista per la fine del 2025. Un po’ troppo presto, non trovate? Beh, effettivamente sì, ma dopotutto verrà mostrata solo una parte della nuova sede. L’intera struttura non sarà infatti completata prima del 2027. Anche definita Casa di vetro o Glass House, pure quest’ultima resterà in piedi fino al 2027, momento nel quale cominceranno i lavori di demolizione. Insomma, la decisione appare davvero come definitiva. Comunque, parlando di questo nuovo impianto, dovrebbe estendersi per oltre 195.000 metri quadrati. Includerà:
- Sei studi di design;
- Una food hall;
- Aree wellness;
- Spazi riservati alle dipendenti madri;
- Zone relax;
- Aree comuni interne ed esterne;
- Oltre 300 sale riunioni.
Impressionante, no? In tutto, i dipendenti che agiranno al suo interno saranno ben 4.000. Ford, oltre a realizzare una struttura nuova, si prende anche la briga di creare un’azienda che dà principalmente spazio al benessere di chi ci lavora al suo interno. Già delle persone sarebbero operative all’interno della nuova sede, ovvero poche centinaia. Entro la fine dei lavori, però, dovrebbero aumentare a dismisura.
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