Monthly Archives: Marzo 2022

Mazda CX-60: le versioni, i prezzi e le rivali

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La Mazda CX-60SUV media a trazione integrale – è la prima ibrida plug-in della storia della Casa giapponese.

L’ecologica crossover di Hiroshima – rivolta a chi cerca un veicolo “premium” spazioso e raffinato – è offerta in quattro allestimenti (Prime Line, Exclusive Line, Homura e Takumi) e monta un motore 2.5 ibrido plug-in benzina in grado di generare una potenza totale di 327 CV abbinato a una batteria da 17,8 kWh che garantisce un’autonomia di 63 km in modalità elettrica (fino a una velocità massima di 100 km/h). Più avanti vedremo due unità mild hybrid 48V a sei cilindri in linea (un 3.0 a benzina e un 3.3 turbodiesel) disponibili anche a trazione posteriore.

Di seguito troverete tutti i dettagli della nuova Mazda CX-60: versioni, prezzi, rivali e chi più ne ha più ne metta.

Mazda CX-60: le versioni

Le versioni della Mazda CX-60 sono quattro: Prime LineExclusive LineHomuraTakumi.

Mazda CX-60 Prime Line

La dotazione di serie della Mazda CX-60 Prime Line comprende:

Esterni

  • Cerchi in lega da 18″
  • Fari anteriori e posteriori a LED
  • Griglia anteriore a nido d’ape con cornice cromata
  • Paraurti inferiore, cornici passaruota e listelli sottoporta con finiture nere
  • Retrovisori esterni colore carrozzeria regolabili, riscald. e ripieg. elettr. e automaticamente

Interni

  • Rivestimenti interni in tessuto nero
  • Sedili anteriori con regolazioni manuali a 6 vie
  • Volante multifunzione rivestito in pelle
  • Sedile posteriore divisibile 40/20/40
  • Illuminazione interna a LED

Comfort

  • Strumentazione digitale con display 12,3″
  • Climatizzatore automatico bi-zona con sensore umidità
  • Cruise Control
  • Sensori luce/pioggia
  • Sensori di parcheggio posteriori
  • Antifurto con sensore anti-intrusione

Infotainment

  • Display centrale da 12,3″, Bluetooth, Android Auto wireless, Apple Carplay wireless, navigatore satellitare
  • Servizi connessi con smartphone mediante MyMazda App
  • Impianto audio Mazda Harmonics Acoustics con radio digitale DAB e 8 altoparlanti
  • 2xUSB-C anteriori

Tecnologia & sicurezza

  • Kinematic Posture Control (KPC)
  • Airbag frontali e laterali (guidatore e passeggero) e a tendina
  • Airbag anteriori ginocchia lato guidatore
  • Sistema di assistenza alla partenza in salita (HHL) e controllo veicolo in discesa (HDC)
  • Sensori pressione pneumatici (TPMS)
  • Sistema di chiamata di emergenza e-Call
  • Selettore di guida Mi-Mode
  • Sistema intelligente frenata in città (SCBS) con rilevamento pedoni anche notturno
  • Sistema di monitoraggio angoli ciechi (BSM) con rilevazione pericolo uscita parcheggio posteriore (RCTA) e funzione rilevazione pericolo apertura portiere
  • Sistema rilevazione stanchezza guidatore (DAA)
  • Sistema riconoscimento segnali stradali (TSR)
  • Sistema di mantenimento della carreggiata (Lane-keep Assist System)
  • Sistema di frenata di emergenza in prossimità di incroci (TAP)
  • Sistema intelligente di frenata automatica in autostrada (SBS)
  • Towing Mode per gancio traino
  • Cavi di ricarica Tipo 2 e Tipo 3

Mazda CX-60 Exclusive Line

La Mazda CX-60 Exclusive Line costa 2.000 euro più della Prime Line e aggiunge:

Esterni

  • Cerchi in lega da 20″
  • Fari anteriori e posteriori con LED signature
  • Griglia anteriore Nero Lucido con cornice cromata
  • Montanti portiere Nero Lucido

Interni

  • Interni con elementi cromati e finiture in materiale “Soft Touch” e similpelle
  • Sedile guidatore con regolazione manuale a 8 vie
  • Winter Pack (sedili anteriori, volante e parabrezza riscaldabili elettricamente)
  • Illuminazione interna tunnel centrale e zona piedi anteriore

Comfort

  • Head Up Display – proiezione informazioni sul parabrezza
  • Bocchette aerazione posteriori
  • Smart Key
  • Sensori di parcheggio anteriori e posteriori
  • Videocamera posteriore

Infotainment

  • 2xUSB-C posteriori

Tecnologia & Sicurezza

  • Sistema di controllo automatico fari abbaglianti (HBC)

Mazda CX-60 Homura

La Mazda CX-60 Homura costa 2.400 euro più della Exclusive Line e aggiunge:

Esterni

  • Cerchi in lega da 20″ Nero Lucido
  • Griglia anteriore a nido d’ape Nero Lucido con cornice scura
  • Paraurti inferiore, cornici passaruota e listelli sottoporta colore carrozzeria e finiture Nero Lucido
  • Retrovisori esterni Nero Lucido regolabili, riscald. e ripieg. elettr. e automaticamente

Interni

  • Rivestimenti interni in pelle Black
  • Ambient Light (illuminazione pannelli portiere e zona piedi posteriore)

Mazda CX-60 Takumi

La Mazda CX-60 Takumi costa 1.500 euro più della Homura e aggiunge:

Esterni

  • Cerchi in lega da 20″ Nero Lucido e finiture Machining
  • Griglia anteriore Nero Lucido con cornice cromata
  • Paraurti inferiore, cornici passaruota e listelli sottoporta colore carrozzeria e finiture cromate
  • Retrovisori esterni colore carrozzeria regolabili, riscald. e ripieg. elettr. e automaticamente

Interni

  • Rivestimenti interni in pelle Nappa White con elementi Chromo e Legno
  • Volante in pelle con cuciture White

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Mazda CX-60: i prezzi e le rivali

Mazda CX-60 Prime Line 49.950 euro

Mazda CX-60 Exclusive Line 51.950 euro
DS 7 Crossback E-Tense Business 54.100 euro
Suzuki Across Top 56.900 euro
Toyota RAV4 PHEV Dynamic+ 55.500 euro

Mazda CX-60 Homura 54.350 euro
DS 7 Crossback E-Tense Business 54.100 euro
Suzuki Across Top 56.900 euro
Toyota RAV4 PHEV Dynamic+ 55.500 euro

Mazda CX-60 Takumi 55.850 euro
Audi Q5 50 TFSI e 59.750 euro
DS 7 Crossback E-Tense Performance Line 55.100 euro
Toyota RAV4 PHEV Dynamic+ 55.500 euro
Volvo XC60 T6 Recharge Essential 60.650 euro

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F1 2022: Verstappen re dell’Arabia Saudita con la Red Bull

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Credits: Eric Alonso/Getty Images

Max Verstappen ha vinto il GP dell’Arabia SauditaGedda con la Red Bull: il pilota olandese si è aggiudicato la seconda tappa del Mondiale F1 2022 davanti alle due Ferrari di Charles LeclercCarlos Sainz Jr..

AUTO-PRIX-F1-KSA-PODIUM

Credits: ANDREJ ISAKOVIC/AFP via Getty Images

F1 Grand Prix of Saudi Arabia

Credits: Eric Alonso/Getty Images

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Credits: ANDREJ ISAKOVIC/AFP via Getty Images

F1 Grand Prix of Saudi Arabia

Credits: Dan Istitene – Formula 1/Formula 1 via Getty Images

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Credits: ANDREJ ISAKOVIC/AFP via Getty Images

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La corsa mediorientale è stata molto tormentata: durante le prove libere del venerdì un missile yemenita ha colpito un deposito petrolifero situato a 20 km dal circuito mentre ieri Mick Schumacher è stato vittima di un bruttissimo incidente con la sua Haas (fortunatamente senza conseguenze, salvo la mancata partecipazione alla gara di oggi) durante le qualifiche.

Mondiale F1 2022 – GP Arabia Saudita: le pagelle

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Charles Leclerc (Ferrari)

Tutto sommato Charles Leclerc può ritenersi soddisfatto del GP dell’Arabia Saudita Gedda: secondo posto, giro veloce e primato consolidato nel Mondiale F1 2022 davanti al compagno Sainz Jr.

Il pilota monegasco ha guadagnato il primo posto al 16° giro approfittando del pit-stop sfortunato di Pérez e ha mantenuto il primato anche durante la ripartenza post safety-car grazie a un’eccellente strategia su Verstappen. Intorno alla metà della gara ha fatto il possibile per mantenere su Max un vantaggio superiore al secondo (per impedirgli di azionare il DRS) ma è stato tutto vanificato con l’introduzione della Virtual Safety-Car e Charles si è dovuto arrendere all’olandese a pochi giri dalla bandiera a scacchi.

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Max Verstappen (Red Bull)

La prima vittoria stagionale di Max Verstappen ha riscattato la delusione del Bahrein.

Il campione del mondo in carica, partito dalla quarta posizione, ha subito superato Sainz Jr. e si è preso il secondo posto grazie alla sfortuna del compagno Pérez. Da quel momento in poi ha braccato Leclerc per quasi tutto il GP dell’Arabia Saudita riuscendo ad avvicinarsi dopo la Virtual Safety Car e a passarlo pochi giri dopo.

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Carlos Sainz Jr. (Ferrari)

Ancora un podio – il terzo consecutivo – per Carlos Sainz Jr.

Al via della gara di Gedda si è fatto beffare da Verstappen uscendo fuori dalla “top 3” e dopo il cambio gomme in regime di safety-car si è ritrovato Pérez che non gli ha dato la precedenza in uscita dalla pit-lane. Il messicano gli ha ceduto la terza piazza dopo la ripartenza e non prima, impedendogli così di lottare subito con la prima guida della Red Bull.

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Sergio Pérez (Red Bull)

Dopo la pole-position strepitosa di ieri e l’ottima partenza di oggi Sergio Pérez sembrava avviato verso la vittoria nel GP dell’Arabia SauditaGedda e invece per la sesta volta consecutiva è finito fuori dal podio.

Tutto è cambiato al 16° giro quando il pilota messicano ha effettuato il pit-stop e poco dopo Latifi è andato a muro. Il risultato? L’ingresso della safety-car ha avvantaggiato tutti gli altri piloti che sono riusciti a cambiare le gomme in meno tempo e Sergio si è ritrovato terzo. Ma non è tutto: la seconda guida Red Bull è infatti stata costretta a cedere la terza piazza a Sainz Jr. per non aver dato la precedenza in uscita dalla pit-lane al driver spagnolo.

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Ferrari

La Ferrari non ha vinto ma è tutto fuorché triste.

La scuderia di Maranello è riuscita di nuovo a portare due monoposto sul podio e ha incrementato il vantaggio sulla Mercedes (ancora seconda nel Mondiale F1 2022 Costruttori).

Mondiale F1 2022 – I risultati del GP dell’Arabia Saudita

Prove libere 1

1 Charles Leclerc (Ferrari) 1:30.772
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:30.888
3 Valtteri Bottas (Alfa Romeo) 1:31.084
4 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:31.139
5 Pierre Gasly (AlphaTauri) 1:31.317

Prove libere 2

1 Charles Leclerc (Ferrari) 1:30.074
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:30.214
3 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:30.320
4 Sergio Pérez (Red Bull) 1:30.360
5 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:30.513

Prove libere 3

1 Charles Leclerc (Ferrari) 1:29.735
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:29.768
3 Sergio Pérez (Red Bull) 1:29.833
4 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:30.009
5 Valtteri Bottas (Alfa Romeo) 1:30.030

Qualifiche

1 Sergio Pérez (Red Bull) 1:28.200
2 Charles Leclerc (Ferrari) 1:28.225
3 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:28.402
4 Max Verstappen (Red Bull) 1:28.461
5 Esteban Ocon (Alpine) 1:29.068

Le classifiche
La classifica del GP dell’Arabia Saudita 2022
Max Verstappen (Red Bull) 1h24:19.293
Charles Leclerc (Ferrari) + 0,5 s
Carlos Sainz Jr. (Ferrari) + 8,1 s
Sergio Pérez (Red Bull) + 10,8 s
George Russell (Mercedes) + 32,7 s
Classifica Mondiale Piloti
Charles Leclerc (Ferrari) 45 punti
Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 33 punti
Max Verstappen (Red Bull) 25 punti
George Russell (Mercedes) 22 punti
Lewis Hamilton (Mercedes) 16 punti
Classifica Mondiale Costruttori
Ferrari 78 punti
Mercedes 38 punti
Red Bull 37 punti
Alpine-Renault 16 punti
Haas-Ferrari 12 punti

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Come si calcola la pressione corretta per i nostri pneumatici?

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La pressione delle gomme dovrebbe sempre essere tenuta sotto controllo, è fondamentale per viaggiare sicuri in auto. Vediamo come fare i controlli e quando.

L’importanza della pressione delle gomme

Gli pneumatici della macchina dovrebbero sempre esse gonfi – e non solo – anche alla pressione corretta, per assicurare ottime performance, consumi e, soprattutto, sicurezza. Sappiamo che viaggiare con le gomme sgonfie non è assolutamente una buona idea, ma è vero che anche muoversi con gli pneumatici eccessivamente gonfi non è la scelta giusta. I motivi:

  • quando una gomma è sgonfia, aumenta la resistenza del battistrada sul fondo/terreno, e anche semplici manovre e azioni quali accelerazione, frenata e sterzata, possono diventare complesse e si rischia di perdere il controllo dell’auto;
  • per contro, anche uno pneumatico troppo gonfio può essere pericoloso: diminuisce infatti l’aderenza sull’asfalto, i tempi di frenata aumentano e, con essi, anche la possibilità di sbandare.

Attenzione: la pressione delle gomme errata, sia in difetto che in eccesso, porta a consumi di carburante più elevati e ad un’usura eccessiva di battistrada e cerchioni.

Se le gomme sono troppo gonfie, il battistrada si consuma principalmente nella porzione centrale, al contrario – se le gomme sono sgonfie – il rischio è che il cerchione si deformi, visto che l’usura interessa soprattutto i lati del battistrada.

Pressione corretta: a cosa fare attenzione

La pressione ideale delle gomme non esiste, ogni pneumatico è a sé, non possiamo dare numeri validi per tutti. Infatti è importante leggere all’interno del manuale d’uso dell’auto, per poter consultare la tabella in cui viene consigliata la pressione degli pneumatici per quel modello di macchina.

Ricorda comunque che la pressione viene misura in bar, che le gomme anteriori dovrebbero averla più alta rispetto a quelle posteriori (leggermente) e che il livello ottimale in genere è compreso tra i 2 e i 3 bar.

Come si legge la tabella di pressione delle gomme

In genere la tabella, sul manuale, è divisa in quattro differenti aree:

  • la prima indica il modello di auto;
  • poi la potenza del motore;
  • la tipologia della gomma;
  • la pressione ottimale (in bar).

Quando bisogna controllare la pressione delle gomme e come fare

Viaggiare in auto, soprattutto su strade sconnesse, comporta una perdita della pressione delle gomme. Il nostro consiglio è quello di fare un controllo mensile degli pneumatici, fondamentale per avere una pressione sempre ottimale e quindi viaggiare in sicurezza.

Come fare il controllo autonomamente, si tratta di un’operazione semplice, alla portata di tutti:

  • prima di tutto è fondamentale che le gomme siano fredde, perché l’aria al loro interno si espande con il calore e rende difficoltosa o addirittura impossibile una misurazione della pressione precisa e veritiera;
  • leggere sul manuale dell’auto qual è la pressione consigliata per le gomme;
  • svitare il tappo della valvola sullo pneumatico;
  • inserire il manometro sulla valvola, facendo pressione;
  • la lancetta del manometro indica quindi la pressione delle gomme.

Una volta eseguiti questi passaggi, devi gonfiare e sgonfiare man mano, fino a raggiungere la pressione consigliata dalla Casa produttrice e scritta sul manuale dell’auto. Ricordati di fare questo controllo almeno una volta al mese, è fondamentale per la tua sicurezza e degli altri utenti sulla strada. Inoltre, una pressione ottimale ti permette anche di ridurre i consumi.

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Che cos’è una hypercar? La definizione

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L’hypercar è la vera e propria evoluzione del concetto di auto sportiva, che cambia e diventa qualcosa di nuovo, estremamente potente, ma non solo. Vediamo quindi quali modelli di auto intendiamo quando parliamo di hypercar e quali sono le loro caratteristiche dominanti.

Hypercar o supercar? La differenza

Si è sempre parlato di supercar, facendo riferimento – negli anni – a vetture potenti, costose e lussuose, non di certo alla portata di tutti, ma di pochi eletti. Auto in grado di far provare il brivido delle monoposto di Formula 1, o quasi. Oggi però tutto viene portato all’estremo, e lo possiamo vedere in svariati settori: il comparto tecnologico è senza dubbio l’esempio più evidente, che dimostra quanto la velocità stia diventando un fattore talmente notevole, che ci sfugge quasi di mano.

Ed è proprio per questo che si passa dal concetto (e dalla definizione) di supercar a quello di hypercar, ulteriore estremizzazione di quello che abbiamo espresso finora. Le hypercar sono vetture potenti, veloci e anche lussuose e molto costose, che in pochi possono permettersi di comprare. In genere il prezzo è di alcune centinaia di migliaia di euro. Ma queste sono le caratteristiche che, in realtà, possiedono anche le supercar. E quindi, dove sta la differenza?

Quello che è cambiato negli anni e che ha fatto emergere il concetto di hypercar (nonostante i due termini spesso siano usati come sinonimi) riguarda l’ulteriore estremizzazione. Se le supercar possiedono quindi tutte le peculiarità mozzafiato che abbiamo elencato qui sopra, le hypercar vogliono portare all’estremo il concetto, ma in senso opposto.

Ci spieghiamo meglio. Un esempio? Le hypercar potrebbero essere in grado di percorrere almeno 160 km con solo 4 litri di carburante. Si parla sempre di auto costose ed estreme, ma si cerca di portare i consumi ai livelli di un motorino (ove possibile). E come si riesce in quest’opera che pare infattibile? Si può ottenere questo ottimale livello di consumi da una sportiva dalla potenza esagerata puntando su elementi meccanici di alta ingegneria, che giustificano i prezzi di listino altissimi, e puntano sulle scocche, sui motori, sulla leggerezza e su ogni soluzione che può farle volare.

È proprio così che il mercato delle supercar è cambiato e oggi possiamo parlare anche di hypercar, una nuova frontiera di sportive superlusso, destinata solo a chi ha un portafoglio “pieno”.

Quali sono le più famose hypercar oggi sul mercato

Possiamo definire hypercar, e non solo supercar, la meravigliosa e estrema Bugatti Chiron. È la prima che ci viene in mente, con una potenza da urlo di 1.500 cavalli, fornita da un motore 8.0 a 16 cilindri. La sportiva è in grado di viaggiare fino a 420 km/h e costa quasi 3 milioni di euro, il prezzo è proibitivo – per pochi eletti.

Ma anche il mondo delle elettriche entra in quello delle hypercar, e ne è un esempio lampante la Rimac Concept S, in grado di raggiungere i 365 km/h di velocità massima e di scattare da 0 a 300 km/h, addirittura, in soli 13,1 secondi. La potenza? 1.384 cavalli, con un listino di 1.200.000 euro.

E quindi, se generalmente la supercar si riconosce per un aspetto su tutti, è infatti la tipica auto sportiva che presenta un grado di lusso molto elevato, l’hypercar ha quella marcia in più in termini di prestazioni e consumi. Sia le hypercar che le supercar si fanno notare quando passano su strada, presentano uno stile molto personale e accattivante, in genere anche il sound è strepitoso e fa girare chiunque al suo passaggio.

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Come funzionano le minicar elettriche?

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Le minicar, ovvero le piccole vetture che si possono guidare “senza patente” (in realtà non è così) oggi si stanno diffondendo sempre più e, in particolare, ci sono anche sempre più modelli elettrici. Vediamo quindi insieme quali modelli ci sono sul mercato, quale patente serve per guidare le microcar elettriche, i vantaggi che possono offrire e tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Che cosa sono le microcar

Si tratta di auto che, indipendentemente dalla tipologia di motorizzazione, sono caratterizzate per le piccole dimensioni. Per legge sono considerate quadricicli a motore e possono rientrare in due differenti categorie: quadricicli leggeri o quadricicli pesanti. I primi sono considerati dal Codice della Strada come dei ciclomotori e possono essere guidati solo ed esclusivamente da soggetti che hanno almeno il patentino (patente AM), che si può conseguire a partire dai 14 anni. Per essere considerati tali, devono presentare le seguenti specifiche tecniche:

  • massa in ordine di marcia non superiore a 350 kg;
  • velocità massima di 45 km/h;
  • motore termico non superiore a 50 cm3;
  • potenza non superiore a 4 kW (5,4 CV).

I quadricicli pesanti invece possono essere guidati da chi ha conseguito almeno la patente B1, che può essere conseguita a partire dai 16 anni d’età. Le specifiche tecniche per questi veicoli, secondo la legge, sono le seguenti:

  • massa in ordine di marcia inferiore o uguale a 400 kg;
  • velocità massima di 80 km/h;
  • potenza non superiore a 15 kW (20 CV).

Microcar elettriche: serve la patente?

Per potersi mettere alla guida di una microcar, a motore o elettrica, è necessario avere la patente, al contrario di quello che molti credono. Il Codice della Strada prevede che, per le microcar più piccole (quadricicli leggeri) serva, come abbiamo detto sopra, la patente AM, ovvero il cosiddetto motorino che si prende dai 14 anni in su. Le microcar più grandi (quadricicli pesanti) possono essere guidate dai 16 anni in su, solo da coloro che hanno già la patente B1.

Come sono fatte le microcar elettriche

Come è successo con le automobili normali, anche per le microcar si stanno sempre più diffondendo i modelli con motorizzazione 100% elettrica, era inevitabile. Per queste vetture così piccole, tra l’altro, la motorizzazione elettrica è perfetta e si addice alla vocazione prettamente urbana, al comodo utilizzo in città, senza emissioni. L’autonomia limitata non rappresenta un gran problema.

Oltretutto, la motorizzazione elettrica è perfetta per questo tipo di vetture che, visti il peso, l’economia e lo spazio, non hanno una perfetta insonorizzazione nell’abitacolo – e nemmeno all’esterno – anzi. Chi guida una microcar elettrica quindi si trova ad avere a che fare con meno vibrazioni e rumori vari. La potenza del motore è limitata, ma la coppia disponibile immediatamente assicura la spinta perfetta per muoversi nel traffico. Il peso delle batterie riesce a garantire anche una maggior stabilità alla vettura e, di conseguenze, più sicurezza a bordo.

I prezzi

Vista la dimensione delle minicar, sono i molti a pensare che si possano comprare a prezzi accessibili a tutti. In realtà non è proprio così, in alcuni casi infatti il listino si avvicina molto a quello delle auto standard. Ci sono microcar che partono da circa 7.000 euro, ma anche modelli più recenti che arrivano a superare i 13.000 euro di listino.

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Si possono portare passeggeri durante le esercitazioni con foglio rosa?

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La legge e, nel caso specifico, il Codice della Strada, descrive quelle che sono le condizioni per poter fare le esercitazioni alla guida del veicolo con foglio rosa, senza però specificare in modo chiaro e comprensibile quanti passeggeri possono salire in auto. Cosa dobbiamo sapere a riguardo.

Passeggeri in auto con foglio rosa

Chi ottiene il suo foglio rosa ha il diritto di trasportare persone in auto, ma è assolutamente necessario il rispetto di alcune condizioni:

  • innanzitutto le altre persone possono salire in auto solo durante la circolazione diurna su strade urbane, è vietato invece su strade extraurbane principali, in autostrada e nelle ore serali e notturne (da mezz’ora dopo il tramonto fino a mezz’ora prima dell’alba),
  • i passeggeri devono essere seduti sul sedile posteriore, con le cinture di sicurezza obbligatoriamente allacciate. Sul sedile anteriore infatti deve sedersi il soggetto designato come istruttore.

Limiti di velocità durante le esercitazioni

L’aspirante patentato è obbligato a rispettare i limiti di velocità seguenti:

  • 90 km/h su strade extraurbane principali;
  • 100 km/h in autostrada.

I contrassegni obbligatori

Le vetture usate per le esercitazioni di guida devono essere munite di contrassegni con la lettera “P” (che sta ad indicare la parola principiante) sul parabrezza e sul lunotto posteriore. In questo modo anche gli altri utenti della strada conoscono la sua inesperienza. Il contrassegno deve essere posizionato in modo da non ostruire la visibilità.

La P deve essere nera e retroriflettente su fondo bianco. I cartelli devono rispettare, oltretutto, delle dimensioni specifiche:

  • larghezza 12 cm, altezza 15 cm, lettera larga 9 cm e alta 12 cm per il contrassegno anteriore;
  • 30 cm di larghezza x 30 cm di altezza, con la lettera larga 18 cm e alta 20 cm al posteriore.

Esercitazioni di guida obbligatorie: di cosa si tratta

Chi mira al conseguimento della patente di guida, secondo quanto prescritto dall’articolo 122 del Codice della Strada, deve fare delle esercitazioni anche sulle strade extraurbane e sulle autostrade, e pure in condizioni di visione notturna presso un’autoscuola e con un istruttore abilitato e autorizzato. Sono le ore obbligatorie per legge e si dividono come segue:

  • 2 ore di guida durante le ore notturne su strade urbane strette e larghe, con veicoli parcheggiati ai lati e non, su incroci regolati da segnaletica verticale e semafori;
  • 2 ore su strade urbane di scorrimento o su strade extraurbane secondarie;
  • 2 ore su autostrade o strade extraurbane principali o strade extraurbane secondarie, viaggiando anche oltre la velocità di 50 km/h e usando la quinta marcia, adeguando chiaramente le marce alla velocità.

Le multe

Se un soggetto guida senza essere autorizzato all’esercitazione, con al suo fianco una persona con patente di guida valida per la stessa categoria o per la categoria superiore (in qualità di istruttore), rischia comunque il pagamento di una multa che va da un minimo di 431 a un massimo di 1.734 euro. Stessa sanzione che paga anche la persona che fa da istruttore, e pure i soggetti che, anche se autorizzati per l’esercitazione, guidano senza avere a fianco un guidatore esperto, con patente di guida valida. Si rischia anche la sanzione accessoria del fermo amministrativo del veicolo per 3 mesi.

Chi non rispetta le norme sulle esercitazioni di guida obbligatorie rischia il pagamento di una multa da 87 euro a 345 euro, come anche chi viola le disposizioni sui contrassegni con la lettera “P”.

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Esclusivo: visita al centro tecnologico DS di Versailles

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Negli ultimi anni il team Ferrari è stato avido di soddisfazioni per i tifosi a differenza dello scorso weekend, anche in questi “anni bui” il sogno di ogni uomo appassionato di motori è sempre stato quello di guidare un’auto di Formula 1. Un’aspirazione non sempre facile da realizzare, in compenso noi ci siamo messi alla prova con un vero simulatore professionale di Formula E, la competizione dedicata a vetture totalmente elettriche. Un’esperienza adrenalinica e non banale, in grado di riprodurre fedelmente gli aspetti più tecnici di questa dimensione al volante anche se non quelli emotivi e considerate le sempre più attuali esigenze di sostenibilità ambientale, più al passo con i nostri tempi.

Ad ospitarci è stata sede DS Perfomance a Versailles, poco lontano da Parigi. Il simulatore è quello su cui i due piloti del team DS Techeetah due volte campione del mondo in Formula E s’allenano per memorizzare il percorso prima di ogni gara.

Per ogni tappa del campionato in media António Felix Da Costa e Jean-Eric Vergne passano una giornata a testa se non di più nel mondo virtuale, ancora più della Formula 1 perché il campionato elettrico prevede circuiti cittadini allestiti per l’occasione, non praticabili per le prove durante tutto il resto dell’anno.

Il simulatore è diviso in due stanze collegate, una di controllo con i computer e i relativi sei schermi, l’altra dove al centro è posizionato un vero e proprio telaio dell’auto da corsa posizionato su una base semovente. A questi spazi, s’aggiunge un atrio con tutte le strumentazioni del paddock per simulare fedelmente anche a livello di team le possibili situazioni di gara.

Per far funzionare il simulatore sono necessari due ingegneri, altrettanti sono impegnati nello sviluppo del software e dei relativi aggiornamenti del percorso o delle vetture.

L’abitacolo è stretto, ma tutto sommato vivibile, il volante è identico a quello da gara: pulsanti, ghiere e un display il cui contenuto è d’importanza rilevante per i piloti, al punto che non è stato possibile fotografarlo o filmarlo durante la prova.

Una volta seduti, la vista all’orizzonte comprende solo il pannello avvolgente su tre lati su cui sono proiettate le immagini della realtà virtuale per un’esperienza il più possibile “immersiva”.

Il percorso è quello di Roma, ci accorgiamo da subito di come la frenata sia la manovra più complessa, il freno è molto pesante e una volta premuto il pedale s’avverte tutto il peso della vettura sulle spalle e sul volante. Questo e l’acceleratore sono rigidi, ma rispondono in maniera eccellente.

Dopo il primo giro, con tanto d’istruzioni in cuffia, ci ricordiamo da subito il percorso, facile quindi capire come lo strumento sia perfetto anche per i piloti per memorizzare ogni dettaglio.

Lo spunto in accelerazione è notevole, ma più progressivo del previsto e tutto l’insieme spinge a una guida molto pulita perché ogni minima sbavatura, per esempio su un cordolo, richiede sforzi ulteriori per rispondere alle forti sollecitazioni sul volante.

Scendiamo un po’ frastornati e impressionati per l’aspetto realistico di tutto il sistema anche senza occhiali per la realtà virtuale, “spesso persino i piloti tra una sessione e l’altra hanno bisogno di una boccata di aria fresca”, ci spiega uno dei due ingeneri addetti a questo strumento. Sbirciamo in una sala a fianco che ci hanno detto essere “top secret” dove sotto un velo è custodito un simulatore ancora più evoluto, di cui riusciamo solo a vedere la base e i suoi meccanismi.

L’idea in DS Preformance è “sviluppare il più possibile la vettura e tutti i sui aspetti internamente” ci spiega Thomas Chevaucher (DS Performance Director and Team Principal  DS Techeetah) “Formula E è da sempre per noi un laboratorio per la mobilità elettrica, utile per accelerare lo sviluppo di queste tecnologie e portarle poi nelle auto per il grande pubblico”.

Per una vettura dedicata alle competizioni sono necessari otto mesi di lavoro, il laboratorio DS dedicato ai motori per la Formula E vanta degli specialisti del raffreddamento, ma gli aspetti più importanti dello sviluppo in questo ambito riguardano da un lato i componenti come motore e batteria, dall’altro le questioni strategiche con un impatto più sul breve termine anche sul mercato come l’efficienza energetica e il recupero d’energia.

Una delle grosse differenze che caratterizzano l’auto elettrica è il recupero dell’energia durante la frenata, migliorare il più possibile questo aspetto è fondamentale sia per le auto da gara sia per quelle da strada. Un buon esempio è la DS9 E-Tense 4×4 sviluppata direttamente con l’aiuto di Vergne” continua Chevaucher. Per l’aerodinamica visto che non è possibile provarla in pista, il centro DS prevede due sale test di cui una dedicata ai motori. Il campionato di Formula E sconta quindi alcune defezioni e non sembra più destinato a un radioso futuro come nei primi anni, ma i suoi effetti e la sua efficacia sullo sviluppo dell’elettrico sono palesi, ancora di più dopo un’esperienza come questa.

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Toyota RAV4, la tecnologia sigla per sigla

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La Toyota RAV4 – arrivata alla quinta generazione – è una SUV media apprezzatissima dagli automobilisti italiani: la crossover nipponica – ricca di tecnologia – ha saputo conquistare il pubblico grazie all’affidabilità e alla tecnologia ibrida (full o plug-in).

Di seguito troverete un glossario per capire meglio cosa significano le sigle che identificano tutti gli accessori tecnologici dell’ecologica Sport Utility nipponica.

Toyota RAV4: la tecnologia sigla per sigla

AHB

La sigla AHB (acronimo di Auto High Beam) identifica gli abbaglianti automatici.

ASL

L’ASL (acronimo di Adaptive Speed Limiter) è il limitatore di velocità intelligente.

AWD-i

La sigla AWD-i è usata per identificare le Toyota RAV4trazione integrale.

BA

Il BA (acronimo di Brake Assist) è l’assistente alle frenate di emergenza.

BSM

Il sistema BSM (acronimo di Blind Spot Monitor) è il rilevatore dell’angolo cieco.

Drive Mode Select

Il Drive Mode Select della Toyota RAV4 prevede diverse modalità di guida su asfalto.

EBD

L’EBD è il ripartitore elettronico della forza frenante: il sistema regola elettronicamente la forza frenante applicata non solo alle ruote anteriori e posteriori (come una tradizionale valvola di ripartizione della frenata) ma anche a quelle interne ed esterne in caso di frenata in curva o su una superficie con aderenza non omogenea. Applicando una forza frenante maggiore sulle ruote che in quel momento hanno un maggior limite di aderenza (quelle anteriori e quelle esterne nel caso di frenata in curva, o comunque quelle che rotolano su una superficie con maggior aderenza), l’EBD riduce gli spazi di frenata e mantiene la stabilità del mezzo anche in caso di brusche manovre in curva e in frenata.

EPB

L’EPB è il freno di stazionamento elettrico.

EPS

L’EPS (acronimo di Electronic Power Steering) è il servosterzo elettrico ad assistenza variabile.

HAC

L’HAC (acronimo di Hill start Assist Control) è l’assistente alle ripartenze in salita.

i-ACC

L’i-ACC (acronimo di Intelligent Adaptive Cruise Control) della Toyota RAV4 è un cruise control adattivo Full Range con Stop&Go.

ICS

La sigla ICS (acronimo di Intelligent Clearance Sonar) identifica i sensori di parcheggio con frenata automatica anticollisione.

Isofix

Isofix è un sistema di fissaggio universale e standard dei seggiolini per bambini.

LTA

L’LTA (acronimo di Lane Trace Assist) è un sistema di mantenimento attivo della corsia.

PCS

Il PCS (acronimo di Pre-Collision System) è un sistema pre-collisione con riconoscimento pedoni (diurno/notturno) e ciclisti.

PVM

IL PVM (acronimo di Panoramic View Monitor) combina le immagini catturate da quattro telecamere per creare una visuale 3D a 360° di tutto ciò che circonda l’auto.

RCTA-B

Il Rear Cross Traffic Alert Brake (RCTA-B) è l’avviso di presenza ostacoli posteriori con frenata automatica.

RSA

Il sistema RSA (acronimo di Road Sign Assist) riconosce i segnali stradali.

Smart Rear View Mirror

Lo Smart Rear View Mirror è uno specchietto retrovisore con schermo e telecamera integrata sul lunotto.

SRS

L’SRS (acronimo di Supplemental Restraint System) è il sistema di ritenuta supplementare degli airbag: in caso di collisione determina istantaneamente l’attivazione dei cuscini attenuando l’impatto del conducente o del passeggero contro il volante o il cruscotto.

Toyota Touch

Toyota Touch è il sistema multimediale della RAV4.

TRC

Il TRC non è altro che il controllo della trazione.

TSC

Il TSC è il controllo elettronico del rimorchio.

VSC+

La sigla VSC+ identifica il controllo elettronico della stabilità.

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Che cos’è e a cosa serve un salvagente stradale?

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Il salvagente, secondo la definizione che possiamo trovare nel Codice Stradale, è quella porzione di strada, delimitata e protetta oppure rialzata, che serve per fornire riparo o una zona di sosta ai pedoni. Si trova in corrispondenza delle fermate dei mezzi di trasporto collettivi oppure vicino agli attraversamenti pedonali.

L’utilità del salvagente stradale: a che cosa serve

Il nome dice già tutto sulla destinazione d’uso del salvagente stradale: in effetti possiamo definirlo come quell’area di riparo per i pedoni che sono intenti nella discesa da un mezzo di trasporto pubblico (come il bus o il tram) o nell’attraversamento della strada. Si tratta quindi di una zona che, sulla strada, potremmo paragonare a una sorta di “oasi per i viaggiatori nel deserto”. Una specie di “isoletta” che serve proprio per offrire un “approdo sicuro” ai pedoni che stanno circolando in mezzo al traffico (che può essere molto pericoloso, soprattutto nelle grandi città).

Ma questa non è l’unica (anche se la principale) funzione del salvagente stradale: in effetti serve anche come base per la segnaletica verticale. I salvagenti stradali infatti generalmente non sono spogli, senza cartelli e segnalazioni. Molto spesso servono per l’installazione del classico cartello direzionale blu con la freccia obliqua bianca che indica agli automobilisti (e tutti coloro che circolano su strada) qual è il senso giusto di percorribilità nelle intersezioni tra più percorsi stradali.

Si può parcheggiare in prossimità di un salvagente stradale?

È assolutamente vietato sostare e fermarsi con il proprio mezzo su un salvagente stradale, la legge non lo permette e punisce ovviamente i trasgressori: si tratta di un’area dedicata esclusivamente ai pedoni, non dimentichiamolo. Gli unici casi eccezionali sono quelli definiti di grave necessità e urgenza, da valutare in base alla situazione specifica. La multa va da un minimo di 40 a un massimo di 164 euro per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote, e da 85 a 338 euro per tutti gli altri veicoli. È possibile subire anche la decurtazione di due punti dalla patente.

Sorpasso in prossimità del salvagente: che cosa dice la legge

Nel Codice della Strada è contemplata un’ipotesi di sorpasso a destra prevista proprio in prossimità del salvagente stradale. Ovviamente sappiamo che, per legge, il superamento di un veicolo che ci precede deve essere effettuato sempre (salvo rare eccezioni e casi particolari) sulla sinistra, con il rientro immediato, una volta conclusa la manovra di sorpasso.

Il sorpasso a destra è permesso solo in casi eccezionali, appunto. E uno di questi riguarda i mezzi pubblici e la presenza del salvagente. Secondo quanto dice il Codice della Strada: dove la fermata dei tram o dei filobus è corredata dall’isola salvagente a destra dell’asse della strada, allora tutti i mezzi che transitano, salvo diversa segnalazione, possono circolare indifferentemente a destra o a sinistra del salvagente, ma devono sempre e comunque restare nella porzione di carreggiata relativa al loro senso di circolazione e non devono in alcun modo intralciare il movimento dei viaggiatori. Se filobus o tram sono fermi in mezzo alla carreggiata per far salire e scendere i passeggeri, il sorpasso a destra, in assenza di salvagente, è severamente vietato.

E allora, quando si può superare a destra un salvagente stradale? Solo se destinato ai passeggeri di un mezzo pubblico (non sugli attraversamenti pedonali) e solo se non c’è pericolo per i viaggiatori, se non c’è un segnale di divieto e se si ha la possibilità di rimanere comunque all’interno della carreggiata del proprio senso di marcia.

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Specchietto dell’auto rotto: a quanto ammonta la multa?

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Gli specchietti retrovisori dell’auto sono quelli che abbiamo esternamente, sui due lati della vettura, che ci consentono di vedere cosa accade dietro (lateralmente) di noi. Sono dotati di un vetro piatto, in grado di trasmettere un’immagine fedele di ciò che appare sul retro della nostra macchina. Che cosa succede se si circola con lo specchietto rotto? Vediamolo insieme.

Le caratteristiche dello specchietto

Circolare con lo specchietto dell’auto rotto chiaramente porta a delle conseguenze, più o meno gravi. Si tratta di uno strumento molto utile per la sicurezza in macchina. Nonostante all’interno ci sia anche lo specchietto centrale, chiaramente quelli laterali sono indispensabili. Si tratta di dispositivi regolabili a seconda dell’altezza e della visibilità del conducente, si possono spostare in base alle proprie esigenze.

Ci sono specchietti dotati di modalità diurna e notturna e altri che addirittura offrono l’oscuramento automatico della riflessione durante le ore più buie. Usano dei fotosensori che servono a misurare il livello di luce che viene riflessa dallo specchio stesso: quando è troppo elevato, lo specchio si regola automaticamente e diminuisce il riflesso, in modo da non infastidire gli altri utenti della strada.

I rischi dello specchietto dell’auto rotto

La cosa importante è che ogni conducente deve poter regolare gli specchietti per adattarli alla propria altezza e visibilità, e deve quindi poter guardare e vedere cosa accade dietro di lui. Si tratta di un’operazione che deve essere eseguita prima di iniziare a guidare (soprattutto si procede in retromarcia). Dando la possibilità di vedere cosa c’è dietro l’auto, gli specchietti aiutano a prevenire gli incidenti.

Se l’auto non ha uno specchietto oppure se lo stesso vetro è rotto, bisogna provvedere immediatamente alla sostituzione. Nel caso degli specchietti laterali il rischio altrimenti è quello di incorrere in una sanzione, per quello centrale invece non è prevista alcuna multa, l’automobilista infatti non corre gravi rischi.

Come regolare lo specchietto

Lo specchietto centrale interno all’auto è dotato di vetro piatto e dà un’immagine fedele di ciò che si trova dietro al conducente, non distorta; è più semplice quindi rendersi conto della velocità e della distanza del traffico che segue.

È necessario, come per gli specchietti laterali, regolare quello centrale in base alla propria altezza e visibilità. Consigliamo di farlo prima di partire, con la macchina ferma, seduti nella normale posizione di guida. Per evitare i segni delle dita sul vetro, che possono disturbare la visuale, suggeriamo di tenere lo specchio ai bordi quando si sistema la sua posizione. Il conducente dovrebbe regolare lo specchietto in modo da potervi vedere tutto il lunotto. Nel caso in cui non sia possibile, deve almeno poter vedere il lato in alto a destra del lunotto.

Specchietti retrovisori: le sanzioni per chi non li ha o viaggia col vetro rotto

Il Codice della Strada, nello specifico l’articolo 72, fissa le regole fondamentali da seguire in ambito di specchietti auto. La norma dice che è vietato circolare senza lo specchietto di sinistra, quello a lato guidatore, invece è possibile viaggiare senza quello di destra, da parte al passeggero anteriore. La presenza dello specchietto laterale sinistro è obbligatoria dal 1° gennaio 1977.

Cosa succede quindi se gli specchietti laterali mancano o sono rotti? Chi circola rischia una multa che va da un minimo di 80 a un massimo di 318 euro. Per questo consigliamo di sostituire lo specchietto rovinato o rotto immediatamente.

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