Monthly Archives: Maggio 2014

Guida Autonoma: via libera dalla Convenzione Internazionale

Il futuro dell’auto è lì, proprio dietro la prossima curva.Sembra che le auto a guida autonoma, che fino a qualche anno fa apparivano come un progetto futuristico e fantascientifico di Google, arriveranno molto prima di quanto ci aspettassimo.La Convenzione Internazionale sul Traffico Stradale (United Nations Convention Traffic) ha infatti deciso di affrontare in via definitiva il problema delle norme stradali.L’articolo 8 del 1968 riguardante la circolazione su strada dichiarava che “il guidatore ha l’obbligo, in ogni momento, di mantenere il controllo del veicolo”. Difficile, così, pensare ad auto che si guidano da sole "legali".Ma adesso, attraverso un emendamento, si cambia la norma e si da il via libera alla guida autonoma. L’auto prenderà dunque il sopravvento, purché chi guida possa, in ogni momento e circostanza, recuperare immediatamente il controllo della macchina.Ora, infatti, la nuova direttiva recita “Ogni guidatore deve essere sempre presente e abile a prendere il controllo del veicolo, i cui sistemi devono poter essere scavalcati o spenti in qualsiasi momento”.L’emendamento è stato promosso e appoggiato da Italia, Francia e Germania, paesi nei quali i costruttori di auto di alta gamma avrebbero ormai quasi pronta questa tecnologia. Ad ora, infatti, l’incognita più grande era rappresentata proprio dalle leggi stradali. Problema, sembrerebbe, risolto.A livello di sviluppo, Google è stata la pioniera della guida autonoma lavorando dal 2011 al progetto in Nevada (USA) dove le auto che si guidano da sole sono già legali da un pezzo.Mercedes-Benz non ha voluto rimanere indietro su questa nuova frontiera e lo scorso anno ha sviluppato un prototipo di Classe S che ha percorso 103 km, da Mannheim a Pforzheim, senza alcun ausilio “umano” nella guida.Ora la marca della Stella prosegue con lo sviluppo di nuovi sistemi come il parcheggio automatico, la guida Stop&Go con funzione di traffico o autostrada, e altre avanzatissime tecnologie che consentono, ad esempio, di sorpassare un camion senza bisogno di toccare il volante.Ma anche altri marchi, come Audi e BMW, sono impegnati nello sviluppo di sistemi che danno sempre più autonomia all’auto e rendono sempre di più il guidatore un passeggero.Rimane comunque il fatto che, ora, i 72 paesi della Convenzione dovranno adattare le proprie leggi alla norma, dopo di che basterà salire in auto e lasciarsi portare a destinazione… 


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Smart ForTwo Brabus Fan Edition

Citycar come la Smart Fortwo hanno come target, principalmente, una clientela giovane.Per questo si tratta di prodotti molto permeabili alle iniziative “social” della rete. In questo senso Smart ha lanciato un concorso speciale, attraverso Facebook, nel quale i fan della urban car tedesca sono chiamati a disegnare l’aspetto della nuova Smart Brabus Fan Edition.L’ennesima edizione della piccolissima della Stella arriverà sul mercato in Autunno, firmata dal preparatore ufficiale della marca.Cinque saranno le “ondate” di colore tra cui si potrà scegliere per la cellula di sicurezza tridion, per i cerchi e per i rivestimenti dei sedili, cuciture comprese.Per partecipare alla creazione della nuova bisogna prendere parte al concorso (a questo link), che prevede anche l’estrazione di un viaggio a Calais (Portogallo) dal 17 al 19 luglio con tanto di guida della Smart Brabus Fan Edition. 


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Subaru WRX Sti: la prova in pista e su strada

È una sportiva di razza e non fa niente per nasconderlo: la Subaru WRX STI, giunta alla quarta generazione, torna alla sua impostazione "classica" di muscolosa berlina a 3 volumi – dopo una terza serie hatchback– con l’immancabile alettone posteriore.Tante anche le novità sottopelle.Uno stile unicoDopo il ritiro dal mercato della sua unica vera rivale, la Mitsubishi Lancer Evo, la Subaru WRX STI è l’unica berlina a 4 porte ad avere un imprinting tanto corsaiolo.Vero è che le tre case premium tedesche hanno nella propria gamma delle potenziali rivali – l’Audi S3 Sedan, la CLA 45 AMG e la 2 volumi BMW M135i xDrive – ma lo stile non si avvicina più di tanto a quello della sportiva delle Pleiadi.La WRX STI, insomma, è unica. Un vero e proprio cult.Premesso che il target della WRX STI non sono le famiglie numerose, la nuova generazione cresce nelle dimensioni e mantiene la versatilità di una classica berlina con quattro posti comodi – ora chi siede dietro ha più spazio grazie al passo più lungo di 25 cm – e un buon bagagliaio.Gli amanti dell’estetica aggressiva apprezzeranno anche le spalle più larghe di 20 mm, che le danno quell’aria spavalda, e l’alettone più alto di 1 cm, che permette finalmente di vedere attraverso lo specchietto retrovisore interno se c’è qualcuno dietro di voi che ha intenzione di sfidarvi alla guida.Migliorati infine gli interni, sempre senza fronzoli ma più curati nelle finiture.Il pezzo forte? Il grosso indicatore digitale che indica la pressione della turbina.Sempre sicura, ma tutt’altro che noiosaOk, la Subaru WRX STI ha di nuovo la "coda con l’alettone" e, in generale, è più bella di prima. Ma veniamo alle cose serie.Innanzitutto nonostante l’aumento delle dimensioni la WRX è più leggera di 10 kg.Sull’handling, poi, gli ingegneri giapponesi hanno lavorato parecchio: la rigidità torsionale, così come quella degli ammortizzatori, è stata incrementata. Ed è stato modificato il rapporto dello sterzo, ora più diretto.Il sistema di trazione integrale, che si avvale di tre differenziali autobloccanti per gestire al meglio il grip in base alle condizioni del fondo stradale, è tarato di default al 41% all’anteriore e al 59% al posteriore, ma può arrivare fino ad un massimo di 50/50 quando serve.In uscita dalle curve, se l’aderenza viene a mancare e si innesca un principio di sovrasterzo, il differenziale a controllo elettronico DCCD interviene per trasferire più coppia all’asse anteriore in modo da rimettere in linea la vettura.Un comportamento rassicurante che permette di godere delle incredibili prestazioni della WRX STI in tutta sicurezza ma che si differenzia da tante altre vetture a trazione integrale, talvolta restie a entrare in curva con decisione e facili al sottosterzo… quel brutto fenomeno che rovina un po’ l’esperienza di guida.In questo è aiutata anche dall’Active Torque Vectoring che frena la ruota anteriore interna e fornisce più coppia a quella esterna.Sul Circuito di Vairano…Il primo approccio con la Subaru WRX STI l’abbiamo avuto sul Circuito di Vairano, dove abbiamo potuto testare le 3 differenti modalità di guida che influiscono sulla sua reattività (inutile dire che la nostra preferita è la più sportiva "Sport Sharp") e le tre posizioni del differenziale DCCD, che può essere impostato anche in modo da fornire sempre il 59% di trazione al posteriore e il 41% all’anteriore.Il top in pista. Via anche i controlli della trazione e si parte.Affondiamo il gas e in un primo istante la risposta è gentile… finché il contagiri non tocca quota 3.000 giri.A quel punto, come nelle sovralimentate vecchia scuola, la WRX STi ci incolla la schiena al sedile e la spinta cresce con una progressione incredibile.Via una marcia dietro l’altra, con un comando dagli innesti precisi e meccanici da vera sportiva, e scateniamo i 300 CV del boxer 2.5.Prima staccata, portata avanti fino all’inizio della curva: il posteriore si scompone leggermente aiutando l’inserimento e, raggiunto il punto di corda, si affonda il pedale del gas provocando una leggera derapata.La Subaru WRX è precisa, non è – fortunatamente – troppo composta ed è efficace come poche.E poi lo sterzo è pronto, dotato del carico giusto, in grado di trasmette un buon feedback quando si guida al limite.…e su stradaCi sarebbe tanto piaciuto provarla sui tornanti di una montagna dove, ne siamo certi, darebbe del filo da torcere a sportive ben più blasonate.Bastano pochi chilometri alla guida della WRX STI per apprezzarne la spinta rabbiosa e la sensazione di sicurezza che infonde anche andando a velocità… diciamo al limite previsto dal Codice Della Strada.E poi, se a qualcuno potrà mai interessare, è abbastanza comoda per essere usata tutti i giorni nel tragitto casa-ufficio-pista, nonostante i comandi, cambio in primis, non siano proprio da femminuccia.I consumi? Meglio cambiare argomento. D’altra parte, per quelli attenti al portafogli, ci sono altri modelli della Casa con impianto GPL.PrezzoLa Subaru WRX STI costa 44.500 euro – appena 250 in più della precedente – che diventano 48.990 con l’S-Package in grado di renderla ancora più sfiziosa: fendinebbia, tetto in cristallo apribile elettricamente, sedili anteriori sportivi in pelle con impunture e inserti rossi, impianto audio Harman/Kardon, navigatore GPS, telecamera posteriore, sedile di guida regolabile elettricamente e tergicristalli con sensore pioggia.

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Citroen C4 Cactus, da 14.950 euro

In occasione del lancio della produzione di Citroen C4 Cactus per l’Italia presso lo stabilimento di Villaverde di Madrid, è stato diffuso il listino della nuova crossover del marchio francese: arriverà sul mercato a settembre (con ordini aperti dal 15 maggio) con prezzi compresi tra 14.950 e 21.750 euro.Saranno quattro le motorizzazioni benzina disponibili al momento del lancio: VTi 75, VTi 82, e-VTi 82 ed e-THP 110. Due, invece, le motorizzazioni diesel: e-HDi 92 e BlueHDi 100.Tutti i propulsori saranno disponibili in abbinamento al cambio manuale o sequenziale (ETG e ETG6) e saranno compatibili con le future normative Euro 6.Saranno tre gli allestimenti disponibili (Live, Feel e Shine) e tantissime le possibilità di personalizzazione: dieci colori di carrozzeria, quattro tinte di Airbump (pannelli posti sul lato della vettura) e tre universi interni (Armonia Grigio Pietra, Habana o Purple).A richiesta è disponibile inoltre il tetto panoramico in vetro. 


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Volkswagen Polo, in promo a 10.900 euro

La nuova Volkswagen Polo arriva nelle concessionarie sabato e domenica, con prezzi a partire da 12.600 euro (prezzo riferito alla 1.0 60 CV Trendline) che, per effetto della promozione di lancio, diventano 10.900 euro.Sicurezza e tecnologiaDa un punto di vista estetico, la Polo si rifà il trucco, ma non stravolge le forme. Le novità sostanziali sono sotto l’abito.Sul fronte sicurezza arrivano nuovi dispositivi come il Fatigue Detection (che rileva il grado di stanchezza del guidatore), il Front Assist con la frenata di emergenza City, il cruise control adattivo con regolazione automatica della distanza di sicurezza e la videocamera posteriore Rear Assist per facilitare le manovre di parcheggio.Quanto alla tecnologia, non poteva mancare il sistema di infotainment con schermo touche screen (da 5" o 6,5") con interfaccia bluetooth e cavo USB per collegare gli smartphone di ultima generazione.MotoriLa Polo è ora disponibile con motori benzina 1.0 60 e 75 CV, oltre all’1.2 TSI turbo 90 CV. Il Turbodiesel è il nuovo 3 cilindri 1.4 TDI che propone potenze di 75 e 90 CV. Ai due propulsori da 90 CV si può abbinare il cambio automatico a doppia frizione DSG a 7 marce.  


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Nuova Mègane R.S. 275 Trophy

Renault rinnova la tradizione delle sportive esclusive e presenta la nuova serie speciale Mègane R.S. 275 Trophy, che beneficia di evoluzioni tecniche e personalizzazioni estetiche.Telaio Cup e motore più potenteIn primis c’è il telaio Cup con differenziale a slittamento limitato, disponibile di serie. Il motore 2.0 litri cresce nella potenza ed eroga ora 10 CV in più arrivando a 275 CV, con una coppia massima di 360 Nm.Tuttavia il guadagno di potenza non influisce su consumi ed emissioni, sempre contenute con 7.5 l/100 km e 174 g CO2/km.Look corsaioloDa un punto di vista estetico Mègane R.S. 275 Trophy propone uno sticker Trophy sulla lamina F1 in tinta grigio platino, la stessa tinta utilizzata per lo stripping laterale “Trophy”, che personalizza le fiancate, e la scacchiera tratteggiata sulla parte inferiore delle porte.Le modanature sulla parte inferiore del battitacco, numerate, sottolineano il carattere esclusivo della serie limitata. In linea con la nuova identità sonora, il terminale di scarico in carbonio è firmato Akrapovič.Il modello adotta in opzione nuovi cerchi 19’’ “Speedline Turini” neri, derivati dalle Mégane da competizione. Mégane R.S. 275 Trophy propone sedili avvolgenti Recaro in pelle e alcantara, impreziositi da impunture rosse, riprese anche sul sedile posteriore. I poggiatesta sono siglati Renault Sport.Numerosi i dettagli che distinguono gli interni: volante e soffietto del freno a mano in alcantara con impunture rosse, pomello della leva del cambio Zamac.Per i più esigenti… Öhlins e Michelin Pilot Sport Cup 2Mégane R.S. 275 Trophy inaugura inoltre un partenariato con Öhlins, proponendo in opzione ammortizzatori “Öhlins Road&Track” a 1 via, regolabili, con molle in acciaio.Un’evoluzione tecnica derivata dalla competizione e da Mégane N4, che consente al conducente di regolare facilmente gli ammortizzatori da solo. In opzione, per gli appassionati di circuiti, Mégane R.S. 275 Trophy adotta anche pneumatici MICHELIN Pilot Sport Cup 2.Mégane R.S. 275 Trophy sarà in commercio in Italia a partire da giugno, con prezzi ancora da definire (in Francia sarà venduta da 38.000 euro).


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Lamborghini Aventador Roadster "The Hulk" by Vorsteiner

Vorsteiner presenta una nuova ed esclusivissima Lamborghini Aventador Roadster creata in collaborazione con Prestige Imports, Wheels Boutique e Lamborghini Miami. Il tuner Californiano ha da poco esordito con preparazioni del Toro con la recente "revisione" della Gallardo "Renazzo"…. Detta "the Hulk"La gt d Sant’Agata Bolognese in questione si aggira per le strade dela Florida dove i locali la conoscono come “The Hulk”, appellativo dovuto alla sua appariscente livrea in verde brillante.Ad esaltarne i muscoli e la prestanza da supercar emiliana ci pensa il body kit aerodinamico abbinato a inediti cerchi in lega da 20 e 21 pollici Reventador MV1 a cinque razze e verniciati in nero brillante a contrasto con la carrozzeria.Rispetto alle Aventador Roadseter di serie la “The Hulk” di Vorsteiner si differenzia per un nuovo splitter frontale un diffusore rivisto e l’ala posteriore attiva sviluppata appositamente per questo tuning.Quasi scontato: tutti gli elementi del pack aerodinamico aggiunti sono realizzati in fibra di carbonio.Assetto e meccanica rimangono, invece, quelli “di sempre”. Tanto dovrebbero bastare ad entusiasmare anche i più esigenti i 700 CV e 690 Nm di coppia sprigionati dal V12 da 6,5 litri che permette alla roadster made in Italy di raggiungere i 350 km/h di velocità massima e i 100 km/h con partenza da fermo in meno di 3 secondi.

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Dacia Duster 1.5 dCi 90 CV, la prova su strada

La Dacia Duster è praticamente una scelta obbligata per chi vuole risparmiare sull’acquisto di una SUV turbodiesel nuova. La 1.5 dCi 90 CV della nostra prova su strada è la più economica Sport Utility a gasolio in commercio: costa solo 14.050 euro ma il prezzo basso non  è il suo unico punto di forza.Come nel caso della Logan MCV  – realizzata sulla stessa base – chi si appresta ad acquistare una vettura della Casa rumena (appartenente al Gruppo Renault) deve mettere in conto qualche rinuncia (clacson a levetta, dotazione di serie povera, plastiche della plancia rigide, volante non regolabile in profondità). Si tratta però di inezie, se rapportate ai contenuti di qualità presenti a bordo.FunzionalitàLa Dacia Duster è un mezzo perfetto per una coppia con un paio di figli: il bagagliaio è molto capiente (475 litri che diventano 1.636 quando si abbattono i sedili posteriori) e nell’abitacolo solo gli occupanti più alti potrebbero desiderare qualche centimetro in più per le gambe.Le finiture – caratterizzate da plastiche rigide ma impeccabili dal punto di vista dell’assemblaggio – possono deludere automobilisti abituati a vetture più curate e la dotazione di serie dell’allestimento intermedio Ambiance (l’unico disponibile con questo propulsore) potrebbe essere più ricca visto che comprende, in pratica, solo le barre sul tetto e il climatizzatore manuale.Bastano meno di 1.000 euro, però, per integrarla. Consigliamo i fendinebbia (150 euro), il sistema di infotainment Media Nav (450 euro) che comprende la radio CD Mp3 con Bluetooth, comandi al volante e prese Aux-in e USB e il navigatore touchscreen da 7” e il Pack Modularità: quest’ultimo costa 250 euro e prevede la regolazione in altezza delle cinture di sicurezza anteriori, dei sedili anteriori e del volante e il divano posteriore sdoppiato.ComfortGli ammortizzatori morbidi della Dacia Duster assorbono senza problemi qualsiasi sconnessione ma nei viaggi autostradali la SUV rumena si rivela un po’ rumorosa a velocità da Codice.Il climatizzatore manuale è potente ma bisogna tener conto che molte rivali offrono (a pagamento o di serie) il più comodo impianto automatico: irrinunciabile per molti automobilisti.Piacere di guidaIl punto di forza della Dacia Duster 1.5 dCi 90 CV si trova sotto il cofano: il propulsore (lo stesso montato dalla Mercedes classe A, la 160 CDI per la precisione) da 200 Nm di coppia è un piccolo gioiello in grado di offrire una spinta adeguata già sotto quota 2.000 giri.Ottima la scelta di adottare un cambio manuale a sei marce (anche se la leva tende ad impuntarsi nella guida sportiva) mentre lo sterzo potrebbe essere più sensibile. Prestazioni discrete: 156 km/h di velocità massima e 14,2 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.SicurezzaAlti e bassi alla voce sicurezza per la Dacia Duster: la dotazione comprende airbag frontali e laterali, ESP e controllo di trazione ma nei crash test Euro NCAP sono state solo tre le stelle rimediate dalla Sport Utility “low-cost” esteuropea.Come tutte le trazioni anteriori tende ad allargare la traiettoria quando si esagera con la velocità nelle curve (per fortuna i controlli elettronici vedono e provvedono) e i freni sono potenti quanto basta per arrestare senza problemi la vettura. Buona la visibilità: merito delle ampie superfici vetrate e di dimensioni esterne non troppo esagerate.EconomiaCon la Dacia Duster 1.5 dCi 90 CV si risparmia sempre: dal concessionario (con un prezzo imbattibile di 14.050 euro) e dal benzinaio. I consumi dichiarati recitano 21,3 km/l e adottando una guida normale si rimane abbondantemente sopra quota 15. Buona la garanzia di tre anni o 100.000 chilometri.

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Nissan: Yokohama in crescita

Nissan Power 88: è il piano a medio termine della Casa giapponese Nissan. Il target è portare la quota di mercato globale e il margine di profitto operativo all’8% entro la fine dell’anno fiscale 2016. E stando agli ultimi risultati rilasciati proprio ieri la firma nipponica è sulla buona strada.“Nissan ha ottenuto risultati più che positivi nel 2013", ha commentato l’Ad Ghosn. "E miglioreremo ulteriormente le performance durante l’anno in corso. Siamo determinati a rispettare gli impegni sanciti dal Power 88 con azioni mirate per seguire più da vicino le operazioni nei singoli mercati, incrementare la capacità produttiva installata e consolidare il potere del marchio."Ok l’Anno fiscale 2013Il quarto trimestre dell’ultimo anno fiscale (fino a marzo 2014) ha permesso al brand di raggiungere l’obiettivo di utile netto previsto per lo scorso anno e spianando così la strada verso il traguardo del 2016.In 12 mesi, l’azienda ha lanciato 10 veicoli e svelato 22 tecnologie inedite. Le vendite dell’elettrica Nissan LEAF hanno superato la soglia delle 110.000 unità e Nissan ha promesso l’introduzione sul mercato di veicoli con modalità di guida automatica entro il 2020.Si rafforza l’alleanza con RanultL’azienda sta puntando inoltre a intensificare sinergie e collaborazioni nell’ambito dell’Alleanza con Renault, che lo scorso mese ha completato una convergenza strategica fra quattro delle principali aree di attività: acquisti, produzione e logistica, ingegneristica e risorse umane.L’operazione si inscrive nell’impegno di Renault e Nissan di portare il numero di sinergie annuali a un minimo di 4,3 miliardi di euro entro il 2016.Previsioni per il 2014Nissan ha reso pubbliche anche le previsioni di vendita globali per l’anno fiscale 2014, secondo le quali i volumi dovrebbero passare a 5,65 milioni di unità (+8,9%), pari a una quota di mercato del 6,7%.Il risultato sarà reso possibile dall’aumento della capacità produttiva in mercati quali Messico e Brasile e dalle vendite annuali dei nuovi modelli, fra cui la nuova generazione della Nissan Qashqai, la Rouge, la Datsun GO e la Infiniti Q50.


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Audi S8 by ABT

Non è cosa di tutti i giorni, per noi, avere a che fare con una ammiraglia “arrabbiata” del calibro della tedesca Audi A8.Sulle rotte autostradali tedesche, però, è più comune incappare in incontri ravvicinati con questo tipo di incrociatori, a loro agio la dove i limiti non esistono.A fare l’ultima messa a punto della super limousine di Ingolstadt, l’Audi S8, è stato il preparatore teutonico specializzato ABT che ha messo mano, di nuovo (dopo averlo fatto con le RS6 e RS7) sul mastodontico 8 cilindri a V da 4 litri della Casa dei Quattro Anelli.Di serie, ricordiamo, la cavalleria della berlina top targata Audi ammonta a ben 520 CV con una coppia di 650 Nm. Dopo la revisione di ABT i puledri della S8 aumentano notevolmente, fino a 640 CV. Schizza in alto anche la coppia, in questo caso di 780 Nm. Via anche il limitatore, senza il quale si accelera tranquillamente fino a 280 km/h. E per dare un tocco estetico “da battaglia” alla Audi S8, ABT propone grandi cerchi in lega da 20 o 21 pollici a scelta verniciati in nero Mystic attraverso i quali si mettono in mostra gli enormi dischi in carboceramica. Il tutto avvolto da pneumatici da 275/35 R20 o R21.L’assetto è schiacciato a terra, ribassato di 25 mm, e l’impianto di scarico originale è sostituito con l’ABT Muffler System dotato di 4 terminali che diffondono a gran voce l’urlo del V8.

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