Monthly Archives: Maggio 2014

Sciopero trasporti pubblici dal 28 al 30 maggio

Sarà un fine mese tutt’altro che sereno per gli italiani che usano abitualmente i mezzi pubblici per spostarsi in città.L’USB – Unione Sindacale di Base – ha infatti annunciato per il 30 maggio lo sciopero generale dei trasporti indetto “contro il business delle privatizzazioni, realizzate sulla pelle dei cittadini e del reddito indiretto, e dei lavoratori del settore con l’azzeramento dei contratti e l’attacco ai livelli di sicurezza degli autisti, senza intervenire alla sulla politica clientelare che sta distruggendo un bene comune”.Lo sciopero dei mezzi pubblici nelle città d’ItaliaMilanoA Milano il 28 maggio ci sarà lo sciopero dei treni: i dipendenti di Trenitalia, Trenord e Ntv si fermeranno dalle 21 di mercoledì 28 fino alle 21 di giovedì 29. La protesta è indetta dal sindacato di base dell’Orsa e quindi si prevedono ritardi e cancellazioni dei treni.Venerdì 30 maggio tocca invece ai mezzi pubblici locali, visto che Usb ha indetto lo sciopero dei lavoratori Atm dalle 9 alle 15 e dalle 18 fino al termine del servizio. Si fermeranno quindi bus, tram e metropolitane. RomaA Roma il personale di Atac SpA, Roma Tpl e Aziende Subappaltanti, Roma Servizi per la Mobilità e Ogr si fermerà dalle ore 8.30 alle ore 12.30.NapoliA Napoli l’agitazione inizierà a partire dalle 8,30 e vi saranno disservizi su Linea 1 Metropolitana, Funicolari Centrale, Chiaia , Montesanto e Mergellina e Linee bus (il cui servizio sarà garantito dalle ore 5.30 alle ore 8.30 e dalle ore 17.00 alle ore 20.00).Le informazioni circa orari e modalità variano da città a città, pertanto è opportuno consultare i siti internet delle aziende locali per verificare orari, modalità di svolgimento e fasce protette.


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Mini Superleggera Vision

Mini e Touring Superleggera, questa è l’accoppiata “classica” del Concorso di Villa d’Este di quest’anno. Da questa unione tra il brand anglo/tedesco e la carrozzeria italiana è nata una one-off artigianale molto particolare: la Mini Superleggera Vision.Minimal e pulitaSi tratta di una biposto decappottabile sotto la cui pelle si nasconde una motorizzazione elettrica.Entrambe le firme hanno lavorato insieme per creare un’auto minimalista che conserva i tratti stilistici della Mini “vera” solo nella parte frontale, che riprende la griglia della compatta inglese con i gruppi ottici rotondi, e per alcuni dettagli dell’abitacolo come la strumentazione rotonda sulla plancia centrale.Per il resto, le linee estetiche della Mini Superleggera Vision sono state ottenute grazie ad un accuratissimo lavoro manuale dell’alluminio da parte degli artigiani di Touring Superleggera e il colore Como Blue da un tocco esclusivo a questa roadster all’inglese molto speciale.Semplice ma eleganteSemplice ed elegante, questo è lo stile della Mini Superleggera Vision, caratterizzata da passaruota ben marcati e nervature dinamiche che si estendono dai gruppi ottici anteriori fino al posteriore. La coda è personalizzata con un’aletta che incorpora la terza luce di Stop e con i fari che riprendono il motivo della Union Jack (bandiera inglese).La carrozzeria è costituita da grandi pannelli metallici che riducono al minimo le giunture dando una sensazione di linearità e compattezza alla vettura mentre la parte bassa del paraurti frontale, le minigonne laterali e il diffusore posteriore sono realizzati in plastiche rinforzate con la fibra di carbonio.Abitacolo: alluminio a vistaMa soprattutto l’abitacolo della Mini Superleggera Vision è la massima espressione “minimal” di questo pezzo unico da collezione.La cura del particolare è quasi ossessiva con spazio solo per gli elementi essenziali e alluminio lasciato grezzo a vista.Alcuni dettagli sono molto interessanti e ispirativi come ad esempio le bocchette dell’areazione collocate in posizione bassa, sotto la plancia, per non compromettere il design interno.Presente anche un curioso pulsante Rec attraverso il quale avviare la registrazione tramite una telecamera apposita per immortalare i momenti di vita di bordo più emozionanti…Ai rivestimenti in pelle, infine, è lasciato il compito di “scaldare” l’ambiente interno della Mini Superleggera Vision con una colorazione “sabbia” che inonda quasi tutto l’abitacolo a contrasto con i sedili sportivi in nero. 


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Bmw i3: elettronic metropolitano

Elettronic metropolitano


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Chevrolet Trax: una suv con l’anima della 4X4

La Chevrolet Trax è figlia del colosso americano General Motors (che possiede anche Opel), ma è prodotta a Bupyeong (Corea del Sud), nello stesso stabilimento dove viene realizzata la gemella Mokka. Peraltro, GM ha annunciato da alcune settimane la chiusura dei battenti in Europa di Chevrolet entro la fine del 2015: il biglietto da visita non è quindi dei migliori. Peccato, perché la Trax ha le credenziali giuste per farsi spazio in un segmento affollato di crossover, grazie a buone doti meccaniche, un’elettronica di bordo al passo dei ragazzini mp3 addictede un prezzo di listino che non spaventa.Questo modello nasce per coniugare spazio, compattezza e costi di gestione contenuti: a fronte dei 425 cm di lunghezza, l’abitacolo può ospitare cinque persone di buona statura (in quattro si sta più comodi), che godono di un’ottima visuale per via delle sedute rialzate. L’esemplare in prova ha un propulsore a benzina da 1,4 litri sovralimentato da una turbina a bassa pressione, che permette di racimolare cavalli preziosi senza incidere eccessivamente sui consumi (la media rilevata è di 13 km/l).I 140 CV consentono uno scatto da fermo brillante (0-100 km/h in 9,2 secondi), ma in ripresa l’auto soffre per il peso e per l’assorbimento d’energia della trasmissione 4×4. Prima di un sorpasso impegnativo è meglio scalare marcia e tenere il quattro cilindri in tiro.Questa unità è abbinata ad un sistema di trazione integrale ad inserimento automatico che, nelle situazioni di scarsa aderenza, distribuisce la coppia anche alle ruote posteriori, così da poter soccorrere l’auto senza rischi di perdite di aderenza. Nei tratti offroad meno impervi, infatti, la Trax ha grip in abbondanza. E, in caso di discese ripide, c’è di serie il sistema di gestione della velocità, che evita di perdere il controllo del mezzo sui fondi più insidiosi. In ambito urbano, la presenza del sistema stop&start contribuisce ad abbattere i consumi e le emissioni.Il lunotto piccolo e gli ampi montanti posteriori riducono la visibilità in manovra, ma questa versione è attrezzata anche di sensori e telecamera di parcheggio. Fuori città, il telaio efficace e l’abbondante gommatura garantiscono una buona tenuta di strada.Raggiunto il limite di aderenza, il controllo di stabilità si interpone progressivamente per limitare l’inesorabile sottosterzo. La potenza frenante è nella norma, ma la corsa del pedale è fin troppo lunga: bisogna abituarsi e gli spazi d’arresto con gomme M+S non sono tra i più corti.Lodi, invece, per il cambio meccanico a sei rapporti, che consente di tenere basso il regime di rotazione per ridurre ulteriormente i consumi. Un’interessante dotazione di serie è il sistema di infotainment Chevrolet MyLink, che permette, tra l’altro, l’accesso alla musica memorizzata sul proprio smartphone e l’ascolto tramite l’impianto di bordo, oltre alla gestione dei comandi vocali.In tema di sicurezza attiva e passiva, la Trax è ai vertici della categoria: in caso di ribaltamento, la scocca rinforzata può sostenere quattro volte il peso della vettura, mentre la pedaliera è stata studiata in modo tale da non deformarsi nelle collisioni.

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Lamborghini Aventador: mansueta su strada, devastante in pista

Il nutrito gruppo di persone che si è radunato nel piazzale del paddock mi ricorda, qualora ce ne fosse il bisogno, che sto per mettermi al volante di una Lamborghini Aventador."Dio, quanto è bella…" penso mentre mi calo nell’abitacolo con una buona dose di riverenza mista a incredulità e stupore.Quando me l’hanno detto pensavo a uno scherzo e invece eccomi qui, seduto a pochi centimetri dall’asfalto dentro a una delle supercar più belle, potenti ed esagerate che la mente umana abbia mai concepito e realizzato.In occasione della prima tappa monzese del Lamborghini Super Trofeo 2014 mi è stato affidato il compito di testarla sia su strada che in pista. Scusate se è poco.Interni da "primo appuntamento"Con un minimo sforzo abbasso la portiera che si chiude con un lieve tonfo, lasciando fuori il rumore della gara che sta finendo e il vociferare della piccola folla di appassionati.Ora siamo io e lei nel silenzio, mi sento come a un primo appuntamento. Ho un po’ di tempo per guardarmi intorno.La seduta è bassa, molto bassa ma allo stesso tempo comoda e il parabrezza molto inclinato penalizza leggermente la visuale. Sfioro la pelle del sedile e la plastica della consolle centrale. Un piacere al tatto, materiali di altissima qualità e assemblaggio impeccabile, come da programma.Con la galanteria che si deve mostrare a un primo appuntamento, sollevo con delicatezza il copritasto rosso-fuoco che nasconde il tasto di avviamento. Ci siamo: schiaccio a fondo il pedale del freno, appoggio il polpastrello sullo "start" e poi premo.Alla guidaIl cuore V12 da 6,5 litri e 700CV si risveglia con un boato che invade subito l’abitacolo con le note inconfondibili della casa di Sant’Agata Bolognese; sono subito avvolto da un’overdose di sensazioni.Insieme al motore prende vita anche il bellissimo cruscotto digitale. Le informazioni visualizzate sono tante ma di facile lettura, con il grande contagiri al centro che pare sin da subito assetato di velocità.Innesto la prima marcia sfiorando il paddle con la mano destra. Giusto un filo di gas e la Lamborghini Aventador si muove.Bastano pochi metri ed ecco la prima sorpresa della giornata. Proprio non me l’aspettavo, ma l’auto sembra davvero facile da guidare, trasmette molta sicurezza.Ci ho messo sì e no 30 secondi per entrare in simbiosi con la vettura. Non mi era mai capitato prima d’ora un simile colpo di fulmine.Lo stupore cresce non appena imbocco una via trafficata appena fuori dall’autodromo. Basta sfiorare l’acceleratore e la vettura scivola via silenziosa.Il motore è fluido e non si avverte nessun accenno di saltellamento o esitazione durante le numerose ripartenze da fermo.I dossi non sono un problema (a patto di affrontarli a velocità ragionevoli alzando le sospensioni anteriori con l’apposito pulsante) cosi come la rumorosità.Se non si preme tanto sull’acceleratore, è tanto comoda e silenziosa che sembra quasi di guidare una Bmw 320. Avete letto bene, la Lamborghini Aventador in modalità strada è comoda e rilassante… pazzesco!Mentre mi scervello per cercare di elaborare e metabolizzare l’insensato senso di un’auto da 700 cavalli comoda quanto una grande berlina di lusso, il sopraggiungere di un grosso camion nell’altra corsia di marcia mi riporta alla realtà facendo emergere un primo potenziale problema: la larghezza.Con gli specchietti aperti, siamo oltre il muro dei 2,25 metri. Capita di sentirsi un po’ ingombranti, anche se gli altri automobilisti si spostano e rallentano volentieri ben più del dovuto per poterla ammirare in tutto il suo splendore.Come non capirli: è un’opera d’arte su quattro ruote, ha delle linee e un sound capaci di emozionare nel profondo.Come lo so? Semplice: ho osservato le reazioni dei bambini al suo passaggio. Gli adulti la guardano, vengono catturati e restano scioccati dal fascino della Lambo. Ma hanno troppo autocontrollo per lasciar trasparire ciò che realmente provano. Semplicemente, rimangono imbambolati.I bambini invece no. Le loro reazioni sono spontaneamente sincere, immediate, senza filtro. Sono loro il vero banco di prova e vi garantisco che tutti reagiscono allo stesso modo. Dapprima il loro volto assume la stessa espressione di quando, a Natale, ricevono il regalo che aspettavano da tanto tempo. Poi iniziano subito ad indicarla. Ecco che si agitano, tirano la giacchetta del papà perché vogliono vederla da vicino. Come dargli torto…è semplicemente pazzesca da qualunque prospettiva la si osservi. Punto.Il momento della pistaGiusto il tempo per qualche scatto davanti alla Villa Reale e nel parco di Monza ed ecco che il grosso contagiri pare sempre più assetato di velocità, i 700 purosangue italiani scalpitano… non potrei chiedere di meglio!È arrivato il momento di scendere in pista e, semplicemente, non sto più nella pelle.Voi vi chiederete perché tanta emozione e adrenalina?Vedete, ci sono persone che adorano il profumo di gomma bruciata misto a olio e benzina e che solo la pista può offrire. Io sono una di quelle persone. Ci chiamano appassionati.Ho vissuto tante giornate emozionanti all’autodromo di Monza, quasi sempre appollaiato sugli spalti.Amo le corse automobilistiche, amo la velocità e sempre, quando varco i cancelli di ingresso del "Tempio della velocità", un brivido mi corre lungo la schiena.Sì, perché se uno ci pensa, qui sono state scritte alcune delle più indimenticabili e importanti pagine della storia dell’automobilismo, qui ogni cosa e ogni persona hanno una storia da raccontare, dal decadente e arrugginito vecchio tracciato ai coraggiosi commissari. Qui il Motor Sport è preso dannatamente sul serio.Pronti a partireViene aperto il cancello di fronte a me e un commissario di pista si sbraccia per incanalarmi correttamente in corsia box. Ci siamo, tocca a me.Impugno saldamente il volante con entrambe le mani e innesto la prima marcia.Premo a fondo l’acceleratore, la spinta è da subito pazzesca, vertiginosa ed esplosiva. Sento il motore dietro di me che inizia a urlare, ma siamo appena all’inizio.Già dalla prima frenata intuisco che i freni in carbonceramica di cui è dotata la Lamborghini Aventador sono tanta roba.Anche in pista avverto un feeling immediato. La Aventador accelera come una furia e stacca ancora più forte senza scomporsi minimamente.Le sue reazioni sembrano sempre prevedibili e facilmente gestibili, a conferma che questo è il suo vero habitat.In un attimo sono già alla parabolica. Esco in terza marcia, cercando di sfruttare la totalità della pista e mi lancio sul rettilineo. L’accelerazione mi francobolla al sedile e l’urlo del V12 aspirato posizionato a due spanne dalle mie orecchie è incredibile.Il motore della Aventador è davvero un capolavoro: è impressionante la facilità con la quale l’Aventador prenda velocità e ancora più sconcertante è la spinta incessante, costante e inesauribile.Poco prima di approcciare la prima staccata lancio una rapida occhiata al tachimetro digitale, che indica 269 km/h… non male, ma si può fare di meglio.Col piede? Andateci piano…Aspetto il cartello dei 300 metri e poi premo con tutta la mia forza il pedale del freno. La decelerazione è devastante e immediata, roba da far staccare la testa e spappolare gli organi interni.La Aventador oscilla e si scompone leggermente, ma ho sempre la sensazione di avere tutto sotto controllo.Le sospensioni push-rod in stile Formula 1 giocano in casa, il telaio monoscocca in fibra di carbonio è perfettamente integrato con la meccanica.Il tutto si traduce in sensazioni di guida semplicemente spettacolari.Affronto la prima variante e poi imbocco la curva Biassono, dove per istinto diminuisco leggermente la pressione sul pedale dall’acceleratore.La staccata alla seconda variante è meno intensa della prima e porta alle curve di Lesmo, dove cerco di anticipare l’apertura del gas senza perdere la corda.La staccata della Ascari, con quel dislivello mentre si passa sotto il vecchio anello dell’Alta Velocità toglie letteralmente il fiato.Sempre più veloceMacino un giro dopo l’altro, il cuore della Aventador spinge sempre fortissimo, senza esitazione, il battito dei suoi 12 cilindri a V si mescola alle mie crescenti pulsazioni come in una folle danza.Avverto sempre più sicurezza, la simbiosi auto-pilota è totale e sento che ogni giro posso spingermi un po’ oltre, con uno sforzo enorme riesco a dominare l’istinto e a ritardare le frenate, arrivando a staccare in fondo al rettilineo principale a oltre 280 km/h (sapendo di poter sempre contare sugli instancabili freni).Continuo a girare, le mani sudano, il sottoscritto suda (ho spento l’aria condizionata per sfruttare ogni cavallo a disposizione) e anche le gomme iniziano a lamentare qualche segno di surriscaldamento.Il fenomeno si osserva soprattutto in percorrenza di parabolica, dove gli pneumatici iniziano a fischiare e la trazione integrale è costretta a fare gli straordinari per tenere in traiettoria la vettura.Comunque se dipendesse da me, continuerei a girare sfruttando fino all’ultima goccia di benzina.Dopo una decina di giri, all’ennesima uscita "a bomba" dalla parabolica, noto sulla destra un commissario che sventola la bandiera a scacchi. Nonostante abbia a disposizione ancora un giro veloce, sollevo il piede dall’acceleratore.Sorrido, poi inizio a ridere fragorosamente mentre il motore scoppietta in rilascio… la felicità è tale che non riesco a trattenere una lacrima.Caro Gotthold Ephraim Lessing, mi dispiace ma ora sono sicuro che l’attesa del piacere non è essa stessa il piacere.Guidare questo “diavolo sputafuoco” nel “Tempio della velocità” è il Piacere, unione perfetta di sacro e profano, godimento allo stato puro, estasi e appagamento di tutti i sensi. Ma in fondo tu non potevi saperlo…Gli ultimi chilometri me li godo cosi, ad un’andatura molto più rilassata, ascoltando il motore che sale e scende di giri tra una curva e l’altra, e penso che tutti dovrebbero avere la possibilità di provare un’emozione cosi almeno una volta nella vita.Domare questa belva, sentire la rabbia del motore scatenarsi al tuo comando, essere felici come non mai, vivi come non mai.Dovrebbe essere un diritto, come l’assistenza sanitaria o la scuola pubblica.Parcheggio la Aventador, alzo il copritasto per spegnere il motore, ma prima di premerlo lascio passare ancora alcuni secondi, per godermi fino in fondo il borbottio cupo e sommesso dei 700 cavalli che rifiatano dopo tanto correre.Sospiro leggermente, poi premo il bottone e subito cala il silenzio.

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Ferrari 458 "Monte Carlo" by DMC

Gli appassionati di tuning sanno bene che, quando si aprono le porte delle officine del preparatore tedesco DMC, ad uscire “rifatte” sono sempre supercar di alto livello, del calibro di Lamborghini, Ferrari, McLaren e non solo.Questa volta il tuner teutonico ha messo le mani sulla granturismo italiana del Cavallino Rampante: la Ferrari 458.Si tratta di un lavoro puramente estetico – d’altra parte su un gioiello come il V8 aspirato da 560 CV meglio non intervenire – dedicato alla versione chiusa (458 Italia) e alla scoperta (458 Spider).Look ispirato alla "Speciale"Il pacchetto DMC per la Ferrari 458 si chiama Monte Carlo e comprende un kit aerodinamico che esalta il carattere grintoso e scatenato della supercar di Maranello.Il frontale viene “pompato” con ritocchi ispirati direttamente alla 458 Speciale (presentata all’ultimo Salone di Francoforte) con un nuovo splitter anteriore, minigonne laterali, spoiler posteriore e un nuovo diffusore, tutti rigorosamente creati in fibra di carbonio (al naturale, grezza).Altra novità introdotta riguarda il reparto ruote, che montano cerchi in lega PUR da 21 e 22 pollici gommati con pneumatici da 255/30 ZR21 all’anteriore e 335/25 ZR 22 al posteriore. 

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Porsche 997 Cabriolet by Cam Shaft

Le sottilissime pellicole adesive sono sempre più la tecnica, economica e di qualità, scelta nel mondo del tuning per “imbellettare” auto sportive e supercar di tutti i tipi.In questo caso, i tedeschi di Cam Shaft (preparatore specializzato proprio in questa tecnica) mostrano cosa si può fare con una Porsche 997 Cabriolet spendendo poche migliaia di Euro.Lo strato blu “Frozen” costa 2.100 Euro ai quali andranno aggiunti 780 Euro per gli adesivi da gara in color “oro opaco” più ulteriori 720 Euro per i bordi, incluso il frontale e i laterali delle portiere.La trasformazione estetica della Porsche 997 Cabriolet eseguita da Cam Shaft culmina con nuovi spettacolari cerchi in lega OZ Ultraleggera dorati da 20 pollici avvolti da pneumatici ad alte prestazioni da 235/25 ZR20 all’anteriore e da 305/20 ZR20 al posteriore.Completano il quadro, la grembialatura anteriore GT3 e le minigonne laterali Techart.

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Abarth 695 Biposto: debutto dinamico al Gumball 3000. È l’auto ufficiale dell’evento

120 supercar, due continenti da attraversare, da Miami (USA) ad Ibiza (Spagna), oltre 3.000 miglia da percorrere in meno di 10 giorni: questo è il “Gumball 3000” 2014 che si correrà dal 4 all’11 giugno prossimi.E l’auto ufficiale di questo evento spettacolare qual è? La più piccola di tutte le supercar che ne prenderanno parte, la Abarth 695 Biposto.Dopo il debutto ufficiale all’84esimo Salone Internazionale di Ginevra, la “Cinquona” più potente di sempre scende per la prima volta in strada.Dotata di un motore 1.4 T-jet da 190 CV, 997 Kg di peso, vanta il migliore rapporto peso/potenza della categoria, un’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 5,9 secondi e una velocità di punta di ben 230 km/h.Tra gli altri record che vanta la Abrath 695 Biposto c’è quello di prima vettura ‘street legal’ (omologata per l’uso su strada), attuale e di categoria, a montare un cambio a innesti frontali (dog ring) con comandi e differenziale autobloccante a dischi e frizioni di derivazione racing, che rende la cambiata estremamente immediata.La city car “corsaiola” dello Scorpione si unirà al gruppo del Gumball – con il prestigioso numero 1 – a Edimburgo (dopo le tappe di Miami, Atlanta e New York).Di seguito il calendario dell’evento:4 Giugno – Arrivo a Miami5 Giugno – da Miami a Atlanta6 Giugno – da Atlanta a New York7 Giugno – da New York a Edimburgo8 Giugno – da Edimburgo a Londra9 Giugno – da Londra a Parigi10 Giugno – da Parigi a Barcellona11 Giugno – da Barcellona a Ibiza


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Citroen DS 3 e DS3 Cabrio si rifanno il trucco e non solo

Citroen DS 3 e DS 3 Cabrio si rifanno il look, adottando nuovi proiettori ad alta tecnologia che abbinano, in anteprima mondiale, le tecnologie LED e Xeno a nuovi indicatori di direzione a scorrimento.LED e Xeno: potenza ed efficienzaGrazie all’utilizzo simultaneo di 3 moduli LED e di un modulo allo Xeno, il fascio luminoso risulta essere molto più potente ed efficiente.Si risparmia infatti il 35% di energia per gli anabbaglianti e il 75% per gli abbaglianti.E va tenuto inoltre conto che con una durata di vita standard di oltre 20.000 ore, i LED durano 20 volte di più rispetto alle lampade alogene.Indicatori di direzione a scorrimentoDS 3 propone anche indicatori di direzione a scorrimento, un’innovazione unica nel segmento.Questa nuova connotazione luminosa è completata da fari diurni a LED nelle prese d’aria anteriori, che rendono inconfondibili DS 3 e DS 3 Cabrio.Che sul lato posteriore si distinguono grazie ai fari a LED con effetto 3D (con logo DS).PersonalizzazioneDS 3 può essere arricchita da un’incisione laser sulla finitura della plancia e da una serigrafia sul vetro laterale posteriore.Questa personalizzazione, chiamata “Irrésistible Paris” richiama la raffinatezza dell’architettura parigina e i suoi monumenti simbolici come la Torre Eiffel e l’Arco di Trionfo.DS 3 inaugura inoltre la nuova tinta Bianco Perla, che completa la gamma di tinte disponibili, propone nuovi rivestimenti e nuovi cerchi in alluminio 17” diamantati.Tra gli optional è disponibile la Pelle Nappa Crescendo con una lavorazione che richiama le sportive del passato.Gamma motoriLa gamma motori di DS 3 si arricchisce di nuove motorizzazioni Diesel e benzina, già conformi alla normativa Euro 6.Per il Diesel, sono il 1.6 BlueHDi 120 (3,6 l/100 km e 94 g/km di CO2 ) e il 1.6 BlueHDi 100 (3,1 l/100 km e 81 g/km di CO2), che integrano un modulo SCR (Selective Catalytic Reduction), posizionato a monte del FAP additivato: permette di trattare i NOx (- 90%), riducendo le emissioni di CO2.Sul fronte benzina DS 3 mantiene la motorizzazione 1.6 THP 155, apprezzata per il brio e la fluidità anche a bassi regimi.E’ disponibile anche la motorizzazione 1.2 e-VTi 82 ETG (4,3 l /100 km su percorso misto e 99 g /km di CO2), della famiglia PureTech, conforme alla normativa Euro6. È proposta con un cambio pilotato: ETG (Efficient Tronic Gearbox).EquipaggiamentiPer quanto riguarda infine gli equipaggiamenti, DS 3 e DS 3 Cabrio inaugurano la nuova tecnologia del gruppo PSA per la frenata d’emergenza in città, il sistema Active City Brake.Per facilitare le manovre più comuni, DS 3 e DS 3 Cabrio possono anche essere dotate della telecamera di retromarcia abbinata al sistema di navigazione eMyWay.


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Ford Fiesta, la compatta più venduta in Europa nel primo trimestre 2014

Anche nel primo trimestre 2014 Ford Fiesta conferma la propria leadership europea, con 85.639 vetture commercializzate. Delle Fiesta vendute in Europa nei primi 3 mesi del 2014: 8 su 10 sono equipaggiate del sistema di connettività e comandi vocali avanzati Ford SYNC; 5 su 10 sono state scelte con allestimento Titanium; 3 su 10 sono dotate dell’EcoBoost 1.0 a 3 cilindri, vincitore per due anni consecutivi del titolo di Motore dell’Anno.“Per due anni consecutivi titolo di compatta più venduta d’Europa”“La Ford Fiesta continua a rafforzare la propria posizione. Ha conquistato per 2 anni consecutivi il titolo di auto compatta più venduta d’Europa e ha confermato la leadership nei primi 3 mesi del 2014 con una crescita del 10% rispetto all’anno precedente”, ha dichiarato Roelant de Waard, Vice Presidente Marketing, Vendite e Assistenza, di Ford Europa. “Molti clienti la scelgono con allestimenti superiori e con una ricca dotazione tecnologica, come il sistema di connettività Ford SYNC e il pluripremiato motore EcoBoost 1.0 a 3 cilindri”.


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