Benelli TRK 502 X, la crossover per viaggiare su ogni terreno
























Arriva sul mercato italiano con un prezzo di 5.990 euro, la nuova Benelli TRK 502 X. Si tratta di una enduro stradale facile, versatile e affascinante, pensata per tutti coloro che vogliono affrontare ogni terreno – monta cerchi a raggi da 19” davanti e da 17” dietro – macinando chilometri senza dover necessariamente spendere un capitale.

Benelli TRK 502 X, motore da 47,6 CV
La nuova Benelli TRK 502 X è spinta da un bicilindrico con raffreddamento a liquido e distribuzione doppio asse camme in testa capace di erogare una potenza di 47,6 CV (35 kw) a 8500 giri/min e un picco di coppia pari a 46 Nm a 6000 giri. La lubrificazione è a carter umido, la frizione multidisco in bagno d’olio, il cambio a 6 velocità con trasmissione finale a catena.


Telaio a traliccio e scarico rialzato per l’off-road
Il telaio è un traliccio in tubi con piastre in acciaio, mentre le sospensioni derivano dalla versione stradale: davanti c’è una forcella upside-down con steli da 50 millimetri e al posteriore un forcellone oscillante con mono ammortizzatore centrale regolabile nell’idraulica in estensione e compressione e precarico molla. TRK 502 X presenta inoltre un terminale di scarico dallo stile ricercato e posizionato in posizione rialzata rispetto alla TRK 502 versione stradale, per affrontare senza problemi i fuori strada.


Cerchi da 19” e 17”
L’impianto frenante dotato di ABS vanta all’anteriore un doppio disco da 320 millimetri di diametro, con pinza flottante due pistoncini mentre al posteriore un disco di 260 millimetri di diametro. I cerchi a raggi da 19” all’anteriore e da 17” al posteriore, in lega di alluminio, montano rispettivamente pneumatici 110/80 e 150/70 garantendo così maggiore sicurezza anche nelle situazioni più difficili. Il serbatoio ha una capacità di ben 20 litri, mentre di serie troviamo paramani, cupolino ampio e cavalletto centrale.

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MotoGP, le novità del regolamento per il 2019: piattaforma inerziale unica e novità sulle carene alate


Dal 2019 la MotoGP non sarà rivoluzionata ma dovrà sottostare ad alcune nuove regole. Le più importanti, quelle che in qualche modo potrebbero influenzare il rendimento dei piloti in pista, sono due. La prima riguarda l’introduzione di una piattaforma inerziale unica, che ha lo scopo di ridurre ulteriormente i costi complessivi che i vari team sono “costretti” a sostenere pur di trovare soluzioni che possano migliorare le performance delle proprie moto. Per chi non sapesse di cosa parliamo la piattaforma inerziale, per farla facile, è un piccolo cervello che attraverso i suoi sensori monitora i movimenti della moto sotto tutti i punti di vista, la gestione del motore, la velocità delle singole ruote, le sospensioni, i freni e il cambio. Ingloba tutte le informazioni e le invia alla centralina.
Centralina unica Magneti Marelli, ecco perché la Yamaha si trova in difficoltà
Apriamo una piccola parentesi. Quest’ultima è già uguale per tutti ma permette ai singoli team di settare i vari parametri a piacimento; è questo, per intenderci, l’aspetto su cui Yamaha sembra essere rimasta un po ‘indietro rispetto agli avversari. Valentino Rossi in un’intervista one to one con Guido Meda a Sky lo ha spiegato benissimo: “Quando hanno introdotto la centralina unica noi abbiamo pensato che il pacchetto fosse quello e ce lo siamo tenuti. Gli altri invece lo hanno studiato, ci sono entrati dentro e hanno cercato di tirare fuori il massimo. È questa la differenza tra Yamaha e gli altri in questo momento. Ora aspettiamo novità dai nostri ingegneri”.
Si alle carene alate, ma senza “modifiche”
L’altra novità attesa per il 2019 riguarda invece le carenature. “Le linee guida sulla progettazione aerodinamica sono state rilasciate dal Direttore Tecnico e sono stati introdotti nuovi limiti di dimensione delle appendici e nella combinazione delle varie parti. I progetti attuali saranno ancora consentiti ma non sarà possibile rimuovere o cambiare parti aerodinamiche significative. Inoltre, l’omologazione del 2019 si baserà sullo storico della stagione precedente”. Che tradotto vuol dire che si potranno omologare le carene con le ali ma non potranno cambiare configurazione di gara in gara.
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4us Mobile: il car sharing (elettrico) arriva in Puglia con Renault Zoe


Realizzare qualcosa, al Sud, non è mai facile.
Ci vuole tempo, ci vuole costanza, ci vuole anche una certa testardaggine, oltre che la capacità di girare intorno ai problemi e trovare soluzioni differenti.
Per lanciare 4us, offerta di car sharing elettrico (“diffuso”, come dicono gli stessi ideatori) nel sud della Puglia, di anni ce ne sono voluti quattro dal momento in cui quattro professionisti e imprenditori pugliesi si sono messi in contatto con Mauro Pantaleo, diventato poi Presidente di 4us.
E anche dopo 4 anni, questo lancio è un po’ un azzardo, una scommessa in un progetto in cui si crede e a cui si vuole dare una possibilità di attecchire sul territorio.
Un territorio difficile dal punto di vista dei trasporti pubblici, ma molto interessante da quello dell’afflusso turistico e del pendolarismo non turistico.
Renault ZOE, l’elettrica più venduta in Europa
Un motore più potente, una guida più versatile: ZOE è l’auto del futuro progettata da Renault per
unire estetica, comodità, piacere di guida e rispetto per l’ambiente. L’auto del futuro.
4us: cos’è e come funziona il car sharing elettrico del Salento
Partiamo dalla base: che cos’è 4 us, e come funziona questo car sharing pugliese?
Non in maniera molto diversa da quanto già visto in altre città d’Italia come Milano (dove è ormai diffusissimo) o Roma: si apre un’app specifica – disponibile sia per Android che su iPhone, si controlla sulla macchina la disponibilità di una delle dieci Renault Zoe al momento disponibili, si prenota e si guida, parcheggiandola al punto di arrivo e mettendola a disposizione per un nuovo utente.
Il costo? Come per gli altri car sharing è al minuto: 0,29 centesimi di euro – 2,90 euro per 10 minuti per intenderci – che diventano 50 euro per un’intera giornata una volta superate le 3 ore di utilizzo.
In sostanza: si condivide la macchina con chiunque è iscritto al servizio, evitando di doverne acquistare/noleggiare una da lasciare poi inutilizzata per decine di ore. “Sharing economy”, dicono gli americani. “Ottimizzazione di tempi e costi”, potremmo dire noi italiani. Perché a conti fatti, un risparmio c’è, soprattutto per il guidatore occasionale: in costi di rifornimento, di assicurazione, di manutenzione, di bollo.
E a beneficiarne è anche l’ambiente: in primo luogo perché numerosi studi – condotti nelle città dove servizi simili sono stati attivati – hanno dimostrato che per ogni vettura condivisa sei auto vengono tolte dalla circolazione della strada (non servono più). In secondo luogo perché, a differenza di altri car sharing, l’auto scelta è una auto elettrica, la già citata Renault Zoe.
Renault Zoe
Finalmente il Salento ha un servizio di car-sharing. Lo abbiamo voluto totalmente elettrico e permetterà a tutti i residenti di avere una soluzione alternativa, sostenibile ed economica all’uso dell’auto, e ai turisti di poter raggiungere in autonomia le località più note e frequentate dell’area anche senza bisogno di un mezzo proprio.
Così ha commentato Mauro Pantaleo l’agognato esordio di 4us, dopo i 4 anni di attesa e di lavoro. Un azzardo, certo, specie considerato l’esiguo numero di veicoli per ora a disposizione, destinati a diventare 50 entro l’inizio del prossimo anno e 300 una volta a regime.
Ma da qualche parte si doveva partire, anche perché il car sharing – l’economia condivisa, dicevamo – è anche una questione di mentalità, e di capire che il servizio esiste, e funziona, ed è pratico.
Vogliamo che il car sharing diventi una concreta alternativa all’auto privata e un servizio complementare ai servizi di trasporto pubblico che potranno così diventare più fruibili.
Il test è già iniziato. L’esperienza imprenditoriale anche. E questo, nel nostro bellissimo Sud ricco di complessità e strade tortuose, è già un ottimo auspicio.
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Bambini in auto: le regole per la massima sicurezza


Non tutti sanno trasportare i bambini in auto: sono ancora troppi i piccoli tenuti in braccio dagli adulti o posizionati sul sedile in modo scorretto.
Per garantire la massima sicurezza dei bambini in auto Cybex (azienda tedesca appartenente al gruppo cinese Goodbaby specializzata in prodotti per l’infanzia) ha pubblicato dieci regole. Scopriamole insieme.
Le dieci regole per la massima sicurezza in auto dei bambini
- Non tenere i bambini in braccio durante il viaggio: in caso di incidente, il piccolo verrà strappato dalle braccia
- Non allacciarsi insieme al bambino con la stessa cintura di sicurezza: la cintura di sicurezza non si trova nella posizione ideale e quindi perde la sua funzione primaria
- Stringere a sufficienza le cinture del bambino
- Non posizionare il bambino nella navicella sul sedile posteriore: in caso di uno scontro frontale, il bambino sarà sollevato dalla navicella e catapultato in avanti
- Usare sistemi di ritenuta per il bambino: anche alle più basse velocità, un incidente può essere fatale
- Non lasciare l’airbag anteriore attivato
- Non installare i seggiolini per neonati (“ovetti“) sul sedile passeggero anteriore con l’airbag frontale attivato: in caso di incidente si possono verificare gravi traumi
- Non installare il seggiolino Gruppo 0+ nel senso di marcia: uno scontro frontale può provocare la rottura del collo del bambino perché la sua testa in questa fascia di età è ancora troppo pesante rispetto al resto del corpo
- Non installare il seggiolino in modo errato: in posizione o in senso errati, allacciato con l’uso della cintura sbagliata, oppure con cintura non bene posizionata o ben tesa, può costituire un rischio di gravi lesioni. Come regola generale, più è stretto il collegamento fra il seggiolino ed il veicolo, maggiore è la protezione offerta.
- Non usare il seggiolino in modo improprio: un seggiolino in qualsiasi modo modificato, con parti mancanti o alterate, non può più garantire la sicurezza del bambino. Le parti mancanti possono anche portare a conseguenze mortali. Anche una semplice vite mancante è sufficiente a provocare una rottura in caso di impatto.
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Opel Mokka X
























La Opel Mokka X – restyling della Mokka – è una SUV compatta disponibile a trazione anteriore o integrale.


Opel Mokka X: gli esterni
Nonostante l’età (è nata nel 2016 ma non è altro che un restyling di un modello presentato nel 2012) la Opel Mokka X ha un design personale e riuscito. Molto interessante il frontale.


Opel Mokka X: gli interni
La Opel Mokka X non è molto spaziosa ma si riscatta con un abitacolo curato e con una plancia caratterizzata da comandi ergonomici.


Opel Mokka X: i motori
La gamma motori della Opel Mokka X è composta da cinque unità sovralimentate:
- un 1.4 T turbo benzina da 120 CV
- un 1.4 T turbo benzina da 140 CV
- un 1.4 T turbo GPL da 140 CV
- un 1.6 turbodiesel CDTI da 110 CV
- un 1.6 turbodiesel CDTI da 136 CV


Opel Mokka X: gli allestimenti
Gli allestimenti della Opel Mokka X sono cinque: “base”, Advance, Innovation, B-color e Ultimate.
Opel Mokka X
La dotazione di serie della Opel Mokka X “base” comprende: kit riparazione pneumatici, cruise control con limitatore di velocità, radio R300 BT, climatizzatore manuale, assistente alle partenze in salita, predisposizione Isofix sedile posteriore e airbag frontali, laterali e a tendina.
Opel Mokka X Advance
La Opel Mokka X Advance costa 2.650 euro più della “base” a parità di motore e aggiunge: cerchi in lega da 17”, fendinebbia, OnStar, radio R4.0 IntelliLink, alzacristalli elettrici posteriori e volante in pelle a tre razze multifunzione con comandi radio integrati.
Opel Mokka X Innovation
La Opel Mokka X Innovation costa 1.500 euro più della Advance a parità di motore e aggiunge: cerchi in lega da 18”, sensore luci, abbaglianti automatici, Sight & Light Pack, Comfort Pack, Electric Comfort Pack e vetri posteriori oscurati.
Opel Mokka X B-color
La Opel Mokka X B-color costa 650 euro più della Innovation a parità di motore e aggiunge: cerchi in lega da 18” neri e coprispecchietti retrovisori e tetto di colore nero.
Opel Mokka X Ultimate
La Opel Mokka X Ultimate costa 2.750 euro più della B-color a parità di motore e aggiunge: maniglie in tinta con la carrozzeria con inserti cromati, cerchi in lega da 18” bicolore, ruota di scorta di dimensioni ridotte, terzo poggiatesta posteriore, poggia-braccio posteriore, Navi Pack, Opel Eye, telecamera posteriore, Premium LED Pack, Navi 900 IntelliLink, Sound System Bose, sistema Open&Start e info display plus a colori 4,2”.


Opel Mokka X: gli optional
La dotazione di serie della Opel Mokka X andrebbe arricchita con la vernice metallizzata (700 euro). Sulla Innovation e sulla B-color aggiungeremmo i fari a LED (1.250 euro) e il Navi Pack con telecamera posteriore (850 euro) mentre sulla Ultimate ci vorrebbe il tetto apribile (860 euro).


Opel Mokka X: i prezzi
Motori a benzina
- Opel Mokka X 1.4 T 120 CV Advance 22.950 euro
- Opel Mokka X 1.4 T 120 CV Innovation 24.450 euro
- Opel Mokka X 1.4 T 120 CV Ultimate 27.850 euro
- Opel Mokka X 1.4 T 140 CV Advance 23.950 euro
- Opel Mokka X 1.4 T 140 CV Innovation 25.450 euro
- Opel Mokka X 1.4 T 140 CV Ultimate 28.850 euro
- Opel Mokka X 1.4 T 140 CV aut. Advance 25.550 euro
- Opel Mokka X 1.4 T 140 CV aut. Innovation 27.050 euro
- Opel Mokka X 1.4 T 140 CV aut. Ultimate 30.450 euro
- Opel Mokka X 1.4 T 140 CV 4×4 Advance 25.950 euro
- Opel Mokka X 1.4 T 140 CV 4×4 Innovation 27.450 euro
- Opel Mokka X 1.4 T 140 CV 4×4 Ultimate 30.850 euro
Motore GPL
- Opel Mokka X 1.4 T GPL Tech Advance 25.450 euro
- Opel Mokka X 1.4 T GPL Tech Innovation 26.950 euro
- Opel Mokka X 1.4 T GPL Tech Ultimate 30.350 euro
Motori diesel
- Opel Mokka X 1.6 CDTI Advance 25.700 euro
- Opel Mokka X 1.6 CDTI Innovation 27.200 euro
- Opel Mokka X 1.6 CDTI Ultimate 30.600 euro
- Opel Mokka X 1.6 CDTI 136 CV Advance 25.950 euro
- Opel Mokka X 1.6 CDTI 136 CV Innovation 27.450 euro
- Opel Mokka X 1.6 CDTI 136 CV Ultimate 30.850 euro
- Opel Mokka X 1.6 CDTI 136 CV aut. Advance 27.450 euro
- Opel Mokka X 1.6 CDTI 136 CV aut. Innovation 28.950 euro
- Opel Mokka X 1.6 CDTI 136 CV aut. Ultimate 32.350 euro
- Opel Mokka X 1.6 CDTI 136 CV 4×4 Advance 27.950 euro
- Opel Mokka X 1.6 CDTI 136 CV 4×4 Innovation 29.450 euro
- Opel Mokka X 1.6 CDTI 136 CV 4×4 Ultimate 32.850 euro
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Energica, ad Assen la Ego Corsa guidata da van den Goorbergh










Continua il programma di “collaudo” di Energica sui circuiti del mondiale MotoGP. Questa domenica ad Assen, dove Marquez e compagni hanno dato vita ad uno show senza precedenti davanti a circa 110 mila spettatori, Ego Corsa è scesa in pista con Jurgen van den Goorbergh. L’ex pilota del motomondiale ha percorso i 4,5 km del tracciato con la versione 2019 della Ego Corsa con un ulteriore aggiornamento a livello di carenatura con aerodinamica migliorata, ma non solo. Assen è stata la prima uscita ufficiale del nuovo logo aziendale, parte di un corposo rebranding Energica. Il nuovo logo ha uno stile più aggressivo, in linea con l’approccio dell’azienda al mercato motociclistico internazionale, ed ha mantenuto la celebre ‘E’, il cuore pulsante che rappresenta l’anima del brand.
“Mi sono divertito, mi reputo fortunato ad averla provata su questo circuito”
“L’impressione che mi ha fatto la Ego Corsa è stata buona sin dall’inizio” ha commentato Jurgen van den Goorbergh. “L’ho guidata per la prima volta venerdì, e successivamente nel demo lap. Il venerdì è stato ovviamente di studio: la moto è molto stabile e il feeling è costante. Quando apri il gas, la moto continua ad accelerare e va forte, e molto veloce! Dopo il primo contatto di venerdì, domenica ho spinto di più; il ginocchio a terra è sempre qualcosa di entusiasmante per un pilota. Mi piace il format di questa nuova competizione e credo che sia un’ottima idea quella di avere piloti del passato e del presente come protagonisti del demo lap di fronte al loro pubblico di casa. Sono stato fortunato ad essere stato scelto per Assen, quindi un grazie va ad Energica e Dorna per questa opportunità: mi sono divertito!”
Prossima tappa Sachsenring
Il percorso di avvicinamento alla FIM Enel MotoE™ World Cup 2019 vedrà la Ego Corsa in pista una volta in più prima della pausa estiva. Al Sachsenring, a guidarla per il nono demo lap dell’anno ci sarà l’attuale capo classifica del Mondiale Supersport e primo Campione del Mondo Moto3 della storia (2012) Sandro Cortese.
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Volkswagen T-Cross: la prima immagine ufficiale


Dopo diversi mesi di attesa, Volkswagen ha svelato la prima immagine ufficiale della futura T-Cross. Il teaser rilasciato svela il bozzetto della B-SUV che rappresenterà, con il suo arrivo nel 2019, la gamma di accesso alla famiglia SUV di Wolfsburg.
Lunga circa 4 metri, si baserà sulla stessa piattaforma della cugina spagnola Seat Arona, la variante A0 dell’architettura modulare MBQ. Con la B-SUV di Martorell condividerà anche motorizzazioni e trasmissioni.
Possibilmente sarà però più dotata tecnologicamente, soprattutto per quanto riguarda il reparto sicurezza, visto che da Wolfsburg hanno azzardato che sarà “la crossover più sicura del suo segmento“.
Esteticamente eredita i tratti stilistici delle ultime arrivate di Casa Volkswagen, con un aspetto robusto e dinamico.
Seat Arona
La Sport Utility di segmento B della Casa di Martorell, sorella minore della Ateca.
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Apre a Lisbona “UX Art Space By Lexus”








Lexus ha scelto la capitale portoghese per ospitare l’UX Art Space, la nuova galleria pop-up che conferma la direzione del marchio giapponese verso il posizionamento come marchio lifestyle premium.
Oltre all’esposizione di un esclusivo prototipo del nuovo crossover Lexus UX, la galleria presenterà opere d’arte di artisti emergenti come Inês Zenha, Bence Magyarlaki, Divine Southgate-Smith e Pedro Henriquesche, che sono stati sfidati da Lexus per smaterializzare il nuovo UX e presentare la loro interpretazione della nuova Sport Utility.
Natxo Checa, fondatore, regista, curatore e produttore della Zé dos Bois Gallery (ZDB), sarà responsabile della produzione esecutiva del centro UX Art Space, al fianco di Carolina Grau, curatrice indipendente ed esperta di arte contemporanea, con una vasta esperienza in eventi internazionali e mostre.
Pascal Ruch, responsabile di #Lexus Europe ha affermato:
“Mostrandosi in continua evoluzione come centro creativo e culturale, Lisbona offre uno scenario perfetto per mostrare il nostro nuovo crossover Ux in un contesto artistico innovativo. L’UX Art Space di Lexus offre ai visitatori l’opportunità di immergersi nel mondo di #Lexus e condividere la nostra passione per il designcreativo e la tecnologia innovativa. “
Carolina Grau ha detto:
“L’UX Art Space di Lexus unisce il veicolo e l’opera d’arte. Questa mostra coinvolgerà i nostri visitatori suscitando loro emozioni con l’uso dell’astrazione, creando un’interpretazione artistica del movimento, del suono, della forma e della palette dei colori che è veramente Lexus “.
Lexus UX, il prototipo debutta a Parigi
Alla kermesse parigina ci sarà anche la nuova Lexus IS e la Coupé LC
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Maserati 420/M/58: la vera storia della Eldorado
















La Maserati 420/M/58 – meglio nota come Eldorado – è entrata nella storia per essere stata la prima monoposto europea sponsorizzata da un’azienda non legata al mondo delle auto. A parte questo, però, non ha offerto molto al motorsport: scopriamo insieme la storia di quest’auto da corsa imperfetta che ha fatto passare a Stirling Moss i momenti peggiori della sua vita.
Maserati 420/M/58: la storia
La Maserati 420/M/58 vede la luce nel 1958: nello stesso anno in cui il Tridente chiude il proprio Reparto Corse per motivi economici Gino Zanetti, facoltoso proprietario dell’azienda di gelati Eldorado, decide di commissionare alla Casa emiliana un’auto da corsa per promuovere il proprio marchio a livello internazionale attraverso la partecipazione alla 500 Miglia di Monza del 1958 e alla 500 Miglia di Indianapolis del 1959.
La vettura – caratterizzata da un peso di 758 kg, in grado di superare i 350 km/h di velocità massima e dotata di pneumatici Firestone realizzati appositamente per gli ovali – si distingue dalle altre auto da corsa italiane (verniciate in rosso) per la tinta bianco panna impreziosita dallo sponsor Eldorado. Il telaio tubolare è lo stesso della mitica 250F opportunamente rinforzato per resistere alla pavimentazione in cemento mentre le sospensioni anteriori sono prese in prestito dalla 450S. Il ponte posteriore De Dion è privo del differenziale.
Anche il motore della Maserati 420/M/58 Eldorado – un 4.2 V8 da 410 CV (abbinato ad un cambio a due marce) montato disassato di 9 cm a sinistra rispetto all’asse longitudinale (così come la trasmissione) per garantire una distribuzione dei pesi adeguata nelle curve sopraelevate di Monza (da percorrere in senso antiorario) – ha molti elementi in comune con il propulsore della 450S.
La 500 Miglia di Monza 1958
Prima di prendere parte alla 500 Miglia di Monza 1958 – corsa disputata con le regole in vigore a Indianapolis – la Maserati 420/M/58 Eldorado viene collaudata sul circuito brianzolo da Guerino Bertocchi e affidata in seguito al driver britannico Stirling Moss. Entrambi si rendono subito conto dei problemi della vettura (che fatica a prendere giri), uniti alle condizioni pessime delle curve sopraelevate del tracciato lombardo.
La corsa – disputata il 29 giugno 1958 – viene suddivisa in tre manche: nella prima Moss riesce a portare a casa un quarto posto e nella seconda taglia il traguardo in quinta posizione. Nell’ultima manche il pilota inglese è vittima di un pauroso incidente (nelle sue memorie lo definirà uno dei momenti peggiori della sua vita) dovuto alla rottura dello sterzo, troppo fragile per una gara così impegnativa. A 260 km/h sulla Curva Sud la Maserati Eldorado sale sul guard rail alla sommità della sopraelevata, viene frenata dall’urto, striscia contro la protezione e perde una ruota prima di scivolare in basso e fermarsi a bordo pista.
La 500 Miglia di Indianapolis 1959
In occasione della seconda (nonché ultima) apparizione sulle scene – alla 500 Miglia di Indianapolis 1959 – la Maserati Eldorado viene modificata dalla carrozzeria Gentilini: pinna posteriore rimossa, presa d’aria sul cofano ridotta e serbatoio dell’olio da 30 litri spostato sulla sinistra.
Verniciata di rosso (ma con due scritte bianche sulle fiancate), viene affidata a Ralph Liguori. Il pilota statunitense non riesce però a superare le qualificazioni: colpa delle qualità del driver ma anche di problemi alla carburazione dovuti alla fretta nella progettazione della monoposto e all’alta percentuale di alcool presente nei carburanti americani.
Oggi la Maserati 420/M/58 appartiene alla Collezione Panini di Modena: la livrea è quella del 1958 ma i contenuti sotto la pelle sono quelli della vettura modificata per Indianapolis.
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American style: 797 CV per la Challenger SRT Hellcat 2019














Insieme alla nuova Charger 2019, Dodge ha presentato anche la nuova Challenger SRT Hellcat, la versione più potente, eccezion fatta per la Demon, della muscle car d’Oltreoceano. Arriva negli States con un aggiornamento che coinvolge tutta la gamma (Hellcat, R/T Seat Pack, R/T e GT).
La novità più importante per questo restyling è l’introduzione della versione Hellcat Redeye, una variante il cui motore V8 HEMI da 6.2 litri sovralimentato raggiunge i 797 CV di potenza e 957 Nm di coppia. Cifre che si avvicinano a quelle della Demon da ben 840 CV.
Tra le modifiche meccaniche della Hellcat Redeye è stato introdotta una sovralimentazione più grande, pistoni rinforzati, valvole migliorate e nuovi sistemi di lubrificazione e iniezione.
Il propulsore è abbinato a un cambio automatico a otto rapporti ed è disponibile con due diversi tipi di rapporti di trasmissione: 2.62:1 e 3.09:1.
Inoltre la nuova Challenger SRT Hellcat Redeye sarà disponibile nella configurazione standard o con il kit carrozzeria più largo, con un cofano differenziato e grafiche personalizzate.
Dodge Charger 2019, novità per la berlina più potente al mondo
Aggiornamenti anche per la top di gamma SRT Hellcat
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