Multa per sosta con motore acceso: quando avviene e a quanto ammonta

Lasciare l’auto in sosta con il motore acceso è uno dei comportamenti vietati e quindi puniti dalla Legge italiana. Comporta infatti una multa fino a 432 euro. Forse non tutti lo sanno, ma vediamone insieme tutti i dettagli.
Cosa rischia chi lascia l’auto in sosta con motore acceso?
Si tratta di una delle sanzioni meno conosciute dagli automobilisti, eppure la Legge vieta questo comportamento. A volte capita di sostare all’interno della propria macchina, lasciando acceso il motore, sia perché abbiamo messo in funzione l’aria condizionata e quindi vogliamo scaldare o raffreddare l’abitacolo, sia per altri motivi, come l’attesa di qualcuno che ci raggiunga, un amico o un parente che esce di casa per salire in auto con noi.
Ebbene, forse non tutti lo sapete, ma questo comportamento in auto è vietato. Sostare con il motore acceso infatti comporta una multa che varia dai 216 ai 432 euro. È anche vero che spesso la Polizia Municipale, i Vigili Urbani e la Polizia tendono a ignorare questo tipo di comportamento, purtroppo abbastanza frequente. Questo non significa però che possiamo infischiarcene, pensando di passarla sempre liscia. È bene quindi sapere cosa comporta lasciare l’auto in sosta con il motore acceso.
Quando è vietato tenere il motore dell’auto acceso
Il Codice della Strada, all’articolo 157 comma 7-bis, parla dell’infrazione del motore acceso durante la sosta dell’auto. Secondo quanto prescritto dalla Legge infatti è vietato “tenere il motore acceso durante la sosta del veicolo allo scopo di mantenere l’impianto di condizionamento d’aria nel veicolo”. Con le parole “impianto di condizionamento” il Codice indica il sistema che consente scaldare o raffreddare l’abitacolo, a seconda della stagione. Bisogna capire quindi quando si rischia la multa per sosta con motore acceso, la “fermata” è infatti possibile.
La differenza tra sosta e fermata auto
C’è una differenza importante tra la sosta e la fermata dell’auto, saperla consente (in alcuni casi) di evitare di prendere la multa per sosta con motore acceso. Il Codice della Strada, per fermata intende la sospensione temporanea della marcia anche in area dove non è permessa la sosta, per consente alle persone di salire o scendere dal veicolo e per esigenze di brevissima durata.
È importante comunque che la fermata non arrechi alcun intralcio alla circolazione; il conducente deve essere presente e pronto a riprendere la marcia. La sosta invece è differente, perché comporta la sospensione della marcia per più tempo, con possibilità che il conducente si allontani anche dal veicolo (è la chiara situazione di parcheggio). Il conducente dell’auto non può sostare per lunghi periodi di tempo col motore acceso, se non vuole andare incontro alla sanzione prevista dalla Legge.
Sosta con motore acceso: i motivi della multa
Penso sia facile per tutti capire i motivi per cui chi sosta per lungo tempo con il motore dell’auto accesa viene punito dalla Legge. Si tratta di una decisione intelligente e essenziale, volta a proteggere l’ambiente e la qualità dell’aria che respiriamo, una tematica molto importante di questi tempi.
La multa è stata ideata per evitare che le vetture emettano sostanze nocive superflue, in momenti in cui si potrebbe evitare. La sanzione è stata introdotta nel lontano 2007 dal Governo Prodi, l’obiettivo principale è semplice quindi, e riguarda senza alcun dubbio l’inquinamento atmosferico. È una delle tante norme che negli ultimi decenni sono state introdotte nel nostro ordinamento per ridurre l’inquinamento generato dal traffico stradale.
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Tutte le auto Renault elettriche e ibride

Quando si parla di elettrificazione è impossibile non parlare di Renault: la Casa francese può infatti vantare nei propri listini l’auto elettrica più venduta in Italia (la Zoe) e l’ibrida plug-in più amata nel nostro Paese (la Captur Plug-in Hybrid). Senza dimenticare la Kangoo Z.E., leader tra i veicoli commerciali a emissioni zero.
Di seguito troverete una guida completa a tutte le auto Renault elettriche e ibride in commercio da noi: motori, autonomie e prezzi.
Le auto elettriche Renault
- Renault Twingo Electric
- Renault Zoe
- Renault Kangoo Z.E.

Renault Twingo Electric – da 22.950 euro
La Renault Twingo Electric – variante elettrica della terza generazione della citycar francese a trazione posteriore – monta un motore elettrico (montato posteriormente) da 82 CV e ha un’autonomia di 190 km.

Renault Zoe – da 34.450 euro
La Renault Zoe è una piccola elettrica a trazione anteriore disponibile in due varianti: R110 (109 CV e un’autonomia di 395 km) e R135 (136 CV e un’autonomia di 386 km).

Renault Kangoo Z.E. – da 32.300 euro
La Renault Kangoo Z.E. – variante elettrica della seconda generazione della multispazio della Régie a trazione anteriore – ospita sotto il cofano un motore elettrico da 60 CV e ha un’autonomia di 230 km.
Le auto ibride plug-in Renault
- Renault Mégane Sporter Plug-in Hybrid
- Renault Captur Plug-in Hybrid

Renault Mégane Sporter Plug-in Hybrid – da 37.250 euro
La Renault Mégane Sporter Plug-in Hybrid è la variante ibrida plug-in benzina della station wagon compatta della Régie a trazione anteriore (arrivata alla quarta generazione). Motore 1.6 ibrido plug-in benzina in grado di generare una potenza complessiva di 158 CV e un’autonomia in modalità elettrica di 50 km.

Renault Captur Plug-in Hybrid – da 33.250 euro
La Renault Captur Plug-in Hybrid – variante ibrida plug-in benzina della seconda generazione della piccola SUV transalpina a trazione anteriore – monta un motore 1.6 ibrido plug-in benzina in grado di generare una potenza totale di 158 CV e può percorrere 50 km a emissioni zero.
Le auto ibride Renault

- Renault Clio Hybrid

Renault Clio Hybrid – da 21.950 euro
La Renault Clio Hybrid è la variante ibrida benzina della quinta generazione della piccola d’Oltralpe a trazione anteriore. Il motore è un 1.6 ibrido benzina in grado di generare una potenza complessiva di 140 CV.
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Come sbloccare il volante dell’automobile in caso di malfunzionamento

Può succedere a chiunque di trovare il volante dell’auto bloccato, anche durante gli spostamenti quotidiani, nel momento in cui si rimette in modo la macchina. Il blocco, a seconda dei motivi che lo hanno scatenato, può essere anche molto pericoloso. Questo è il motivo per cui è fondamentale sapere come comportarsi.
Blocco del volante auto: le cause
Il volante dell’auto si può bloccare a causa dell’attivazione di un meccanismo di sicurezza di cui è dotata la macchina stessa. Ci sono altri casi, i più pericolosi, in cui invece purtroppo tutto dipende da un malfunzionamento anche grave del veicolo, soprattutto legato al servosterzo o alle gomme.
Nel caso in cui non ci siano danni seri, lo sblocco del volante è un’operazione comunque semplice e che non richiede molto tempo. È necessario avere pazienza e seguire i consigli giusti, senza improvvisare e soprattutto senza farsi prendere dall’ansia e dall’agitazione. Attenzione: non dimenticate mai di sottoporre il vostro veicolo alla giusta manutenzione periodica, per poter evitare ogni tipologia di problematica anche seria.
Come sbloccare il volante dell’auto
Il primo modo consigliato per provare a girare il volante dell’auto bloccato è il seguente:
- inserire le chiavi di accensione della vettura;
- con piccoli movimenti precisi e molta pazienza, oltre a un buon coordinamento, giratele da destra a sinistra. Nel frattempo anche il volante deve essere mosso con le stesse modalità;
- è bene ripetere i movimenti per almeno tre volte.
Se non cambia nulla e il volante resta rigido:
- togliere e rimettere la chiave;
- riprovare con i passaggi descritti prima, sempre con movimenti in sincrono, è importante che siano decisi e precisi, ma comunque delicati;
- abbinate correttamente i movimenti delle chiavi con quelli del volante.
Se il volante fa un click, allora si è finalmente sbloccato ed è possibile mettere in moto l’auto. In caso contrario, è necessario cercare una soluzione alternativa.
Volante bloccato: problema alle gomme o al servosterzo
Una delle cause principali del blocco del volante è la scarsa manutenzione degli pneumatici. Nel caso in cui questi ultimi siano infatti malridotti e sgonfi, allora possono comportare dei problemi anche molto gravi alla macchina. Tra questi, l’irrigidimento del volante. Il consiglio è quindi quello di controllare spesso la pressione delle gomme.
Nel caso in cui siano sgonfie, allora è bene rivolgersi ad un gommista, che riporta gli pneumatici alla pressione ideale e che è in grado anche di controllare tutti quei dettagli fondamentali per tenere la propria vettura al sicuro. Se avete abbastanza dimestichezza con la manutenzione auto, allora è possibile occuparsi delle gomme anche autonomamente, utilizzando un manometro per gonfiarle (quando sono fredde e a riposo).
Se il volante si blocca anche quando gli pneumatici sono in ottimo stato, allora la causa potrebbe essere la mancanza di olio del servosterzo. La prima cosa da fare è quindi controllare il livello di liquido contenuto nella vaschetta del servosterzo (quando l’auto è spenta da ore). È possibile ricorrere al fai da te, senza rivolgersi necessariamente al meccanico:
- aprire il cofano;
- svitare il tappo della vaschetta;
- usare l’asta che serve per controllare il livello dell’olio;
- in caso di scarse quantità, comprare e rabboccare il liquido in un negozio di autoricambi.
Se anche in questo caso il volante dell’auto rimane fermo e non si riesce a sbloccare, allora è assolutamente necessario far controllare la macchina ad un meccanico, per poter individuare il problema e risolverlo quanto prima.
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Mini restyling 2021: le foto e i dati

La Mini restyling 2021 – secondo lifting della quarta generazione della piccola britannica – arriverà ufficialmente a marzo.
Di seguito troverete le foto e i dati relativi agli interventi stilistici e tecnici che hanno riguardato le quattro varianti della “segmento B” inglese: 3 porte, 5 porte, Cabrio e Cooper SE (l’elettrica).
Le foto della Mini 3 porte restyling 2021
Le foto della Mini 5 porte restyling 2021
Le foto della Mini Cabrio restyling 2021
Le foto della Mini Cooper SE restyling 2021
Mini restyling 2021: il design esterno
Le novità più corpose del restyling 2021 della Mini hanno coinvolto il design: nel frontale troviamo i fari a LED di serie su tutta la gamma, la griglia del radiatore più dominante con un contorno esagonale che occupa molto più spazio, la striscia centrale del paraurti nel colore della carrozzeria e non più nera e le luci di posizione sostituite da prese d’aria verticali poste molto all’esterno.
Nel profilo spiccano i nuovi contorni dei bordi dei passaruota, i cerchi in lega ristilizzati e gli indicatori laterali a LED mentre dietro (sulle varianti termiche) c’è una cornice nera che riprende la forma esagonale della griglia anteriore. Senza dimenticare le luci posteriori a LED Union Jack di serie sull’intera gamma e il faro antinebbia integrato nella grembialatura posteriore come unità LED ristretta.
Tra le altre modifiche segnaliamo tre nuovi colori – Rooftop Grey metallizzato, Island Blue metallizzato e Zesty Yellow (inizialmente disponibile solo sulla Cabrio) e l’inedita personalizzazione del tetto Multitone Roof, caratterizzata da una gradazione che si estende dalla cornice del parabrezza alla parte posteriore con tre tonalità di colore applicate una dopo l’altra in un processo di verniciatura bagnato su bagnato.

Mini restyling 2021: gli interni
La Mini restyling 2021 può vantare interni ridisegnati e impreziositi da inedite finiture e rivestimenti e il volante sportivo in pelle di serie su tutta la gamma (con riscaldamento opzionale).

Mini restyling 2021: le modifiche tecniche
I cambiamenti tecnici apportati alla Mini restyling 2021 non hanno riguardato la gamma motori (invariata). Tra le novità più rilevanti troviamo la nuova funzione Frequency-Selective Damping (smorzamento selettivo in funzione della frequenza) per il telaio adattivo, la disponibilità del freno di stazionamento elettrico, la funzione Stop & Go per il cruise control adattivo e il nuovo Lane Departure Warning (avviso di uscita di corsia).
Il mondo Mini
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Sorpasso a destra: quando si può fare e quando è vietato?

È capitato a tutti gli automobilisti, almeno una volta, di vedere la scena di una vettura che sorpassa sulla corsia di destra, soprattutto in autostrada. Succede, anche se non dovrebbe, purtroppo; vediamo cosa dice il Codice della Strada sull’argomento e tutto ciò che è necessario sapere.
Sorpasso auto a destra: Codice della Strada
All’articolo 148 del Codice della Strada possiamo leggere: “Il sorpasso è la manovra mediante la quale un veicolo supera un altro veicolo, un animale o un pedone in movimento o fermi sulla corsia o sulla parte della carreggiata destinata normalmente alla circolazione”. Il sorpasso a destra è proibito in autostrada, chi lo effettua rischia una sanzione che va da 81 a 326 euro.
Infatti in questo caso è l’articolo 143 del Codice della Strada che indica che, in presenza di differenti corsie, è obbligatorio circolare sulla corsia libera più a destra. Chi non rispetta la legge viene punito con una multa di 38 euro e con la decurtazione di 4 punti dalla patente. Il sorpasso sulla destra in autostrada non è mai consentito; l’art. 148 in lo descrive comunque in questo modo: “controllo della strada, indicatore di direzione e passaggio rapido a fianco del veicolo davanti, rientrare immediatamente”.
Il superamento invece è possibile anche sulla corsia di destra, ma è importante comprendere la differenza. Se in autostrada un mezzo più lento continua a procedere sulla corsia centrale (comportamento tra l’altro vietato dal Codice della Strada) allora possiamo passarlo a destra, senza superare i limiti di velocità consentiti.
Si può superare un veicolo a destra solo se quest’ultimo non manifesta l’intenzione di spostarsi a destra e se la manovra non prevede il cambio di corsia. Non è chiarissimo però capire per quanto tempo (o per quanti km) bisogna restare nella stessa corsia dopo il superamento, visto che rimettersi in quella centrale in effetti vorrebbe dire aver commesso un sorpasso a destra, evidentemente vietato. Il Codice della Strada comunque ammette il sorpasso anche nella corsia di destra in alcune situazioni particolari.
Sorpasso a destra: quando è possibile per Legge
Troviamo la risposta completa all’articolo 148, comma 7 e 8: “Il sorpasso deve essere effettuato a destra quando il conducente del veicolo che si vuole sorpassare abbia segnalato che intende svoltare a sinistra ovvero, in una carreggiata a senso unico, che intende arrestarsi a sinistra, e abbia iniziato dette manovre”. E ancora: “Il sorpasso dei tram, qualora gli stessi non circolino in sede stradale riservata, deve effettuarsi a destra quando la larghezza della carreggiata a destra del binario lo consenta; se si tratta di carreggiata a senso unico di circolazione il sorpasso si può effettuare su ambo i lati”. Al comma 9 troviamo anche scritto: “Qualora il tram o il filobus siano fermi in mezzo alla carreggiata per la salita e la discesa dei viaggiatori e non esista un salvagente, il sorpasso a destra è vietato”.
Riassumendo, possiamo sorpassare a destra senza il rischio di prendere la multa:
- in strade a senso unico, quando l’auto davanti ha intenzione di parcheggiare sul lato sinistro della strada;
- se l’auto da sorpassare ha segnalato con le frecce che intende effettuare la svolta a sinistra;
- se il tram non circola in una corsia riservata, ma deve assolutamente esserci lo spazio necessario per una manovra in sicurezza.
Attenzione: se il tram è fermo per la salita/discesa dei passeggeri e non c’è un salvagente, il sorpasso a destra è vietato.
Sorpasso a destra: le sanzioni
Quali sono i rischi per chi commette questa infrazione, vediamo le sanzioni previste dal Codice della Strada:
- chi non occupa la carreggiata libera più a destra rischia una multa da 38 euro a 168 euro e la decurtazione di 4 punti dalla patente;
- chi sorpassa a destra quando non consentito, rischia da 81 a 326 euro di multa e la decurtazione da 2 a 5 punti. Se l’automobilista è recidivo, quindi commette la stessa infrazione due volte in due anni, allora rischia anche la sospensione della patente da 1 a 3 mesi.
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Triumph Speed Triple 1200 RS: le foto, i dati, il prezzo e le rivali

Triumph ha mostrato le foto e i dati della Speed Triple 1200 RS: l’erede della 1050 (prezzo di 17.600 euro) arriverà nelle concessionarie della Casa britannica a marzo 2021.
Di seguito troverete tutto quello che c’è da sapere (comprese le rivali) sulla naked Triumph Speed Triple 1200 RS, l’ultima evoluzione della sportiva a tre cilindri inglese.
Triumph Speed Triple 1200 RS: il motore
Il nuovo motore a 3 cilindri della Triumph Speed Triple 1200 RS è un 1.160 cc che raggiunge una potenza di 180 CV (30 in più della 1050) a 10.750 giri e una coppia di 125 Nm (+8) a 9.000 giri.
Un propulsore completamente riprogettato più leggero di 7 kg nonostante la cubatura maggiorata e con un sound rivisto grazie agli interventi sul sistema di aspirazione e scarico.

Triumph Speed Triple 1200 RS: l’equipaggiamento
La dotazione della Triumph Speed Triple 1200 RS comprende – tra le altre cose – freni Brembo Stylema con leva MCS regolabile, pneumatici Metzeler Racetec RR e sospensioni Öhlins dal setting sportivo completamente regolabili (forcelle USD NIX30 all’anteriore e monoammortizzatore posteriore TTX36).
Per quanto riguarda la tecnologia segnaliamo invece la nuova strumentazione TFT da 5” a colori con funzione Lap Timer e due differenti temi per ottimizzare la lettura dei dati in ogni condizione di luce, il cambio elettronico Triumph Shift Assist up-and-down, l’Optimised Cornering ABS, l’Optimised Cornering Traction Control (disattivabile e con piattaforma inerziale IMU), 5 riding modes (compreso Track Mode), nuovi fanali full-LED, l’interfaccia completamente keyless e la connettività My Triumph Connectivity System.

Triumph Speed Triple 1200 RS: il peso
La Triumph Speed Triple 1200 RS pesa 198 kg in ordine di marcia, 10 in meno rispetto alla 1050 RS nonostante il motore più grosso. Il merito va soprattutto al telaio in alluminio completamente nuovo.

Triumph Speed Triple 1200 RS: cambio e frizione
La Triumph Speed Triple 1200 RS può vantare una nuova frizione multidisco antisaltellamento più leggera caratterizzata da un numero minore di dischi e da materiali compound.

Triumph Speed Triple 1200 RS: il design
Lo stile della Triumph Speed Triple 1200 RS è contraddistinto da linee tese e aggressive. La naked britannica – disponibile con due livree (Sapphire Black con accenti rossi e silver o Matt Silver Ice con grafiche nere, silver e gialle) – monta cerchi da 17” in alluminio con disegno a V.

Triumph Speed Triple 1200 RS: il prezzo e le rivali
Triumph Speed Triple 1200 RS 17.600 euro
Aprilia Tuono V4 RR 16.140 euro
KTM 1290 Super Duke R 18.820 euro
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Cos’è il rapporto di compressione?
Il rapporto di compressione è un indice molto importante in quanto permette di valutare l’efficienza di un motore: più il valore è alto, più il rendimento è superiore.
Cos’è il rapporto di compressione?
Il rapporto di compressione è il rapporto tra il volume totale del cilindro quando il pistone è al punto morto inferiore dopo la fase di aspirazione e il volume che rimane nel cilindro quando il pistone è al punto morto superiore dopo la compressione.
In parole povere?
Si tratta del rapporto tra la cilindrata unitaria sommata al volume della camera di combustione e il volume della sola camera di combustione.
Come si calcola?
Per calcolare la cilindrata unitaria basta dividere la cilindrata per il numero dei cilindri del motore (o moltiplicare l’alesaggio per la corsa). Più complicato conoscere il volume della camera di combustione.
Perché i motori diesel hanno un rapporto di compressione più alto di quelli a benzina?
Il rapporto di compressione alto serve ad favorire l’accensione del gasolio nei motori diesel mentre su quelli a benzina rischierebbe di provocare detonazioni.
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Usato premium: SUV diesel

Le SUV premium diesel sono molto richieste sul mercato dell’usato e mantengono prezzi elevati nonostante un’alimentazione poco amata dalle amministrazioni locali. Nella “top five” di questo mese, vinta dalla Mercedes GLC, abbiamo analizzato cinque proposte del 2018 con quotazioni che non superano i 50.000 euro.
La raffinata Sport Utility tedesca ha superato con grande facilità tre connazionali (BMW X3, Mercedes GLC Coupé e Porsche Macan) e la britannica Jaguar E-Pace. Scopriamo insieme la classifica, che prende in considerazione modelli a trazione integrale con potenze comprese tra 240 e 260 CV.

1° Mercedes GLC 350 d Premium
La Mercedes GLC 350 d Premium è una delle migliori SUV premium mai costruite e questo spiega il voto alto ottenuto in questa “top five”.
La Sport Utility della Stella – agile nelle curve e in grado di offrire consumi bassi (16,9 km/l dichiarati) – da nuova aveva un prezzo interessante (65.425 euro) e oggi si trova con facilità a 42.800 euro.

2° Mercedes GLC Coupé 350 d Sport
La Mercedes GLC Coupé 350 d Sport è una variante della GLC caratterizzata da un design più sexy che penalizza la praticità: i passeggeri posteriori hanno pochi centimetri a disposizione della testa.
L’ingombrante (4,73 metri di lunghezza) crossover teutonica è introvabile – più semplice rintracciare gli esemplari più vecchi – e le sue quotazioni sono inferiori a 35.000 euro.

3° BMW X3 xDrive30d 249 CV Msport
La BMW X3 xDrive30d 249 CV Msport è una SUV premium comoda spinta da un raffinato motore a sei cilindri in linea scattante (6 secondi sullo “0-100”) ma non molto pronto ai bassi regimi.
Facile da trovare usata a 42.000 euro, offre tanto spazio alle spalle e alla testa di chi si accomoda dietro.

4° Jaguar E-Pace 2.0D 240 CV R-Dynamic HSE
La Jaguar E-Pace 2.0D 240 CV R-Dynamic HSE è una SUV premium britannica costruita con grande cura. Piccola fuori (solo 4,40 metri di lunghezza) e con un abitacolo poco spazioso per le gambe dei passeggeri posteriori, può vantare un ampio bagagliaio non molto sfruttabile quando si abbattono i sedili dietro.
Introvabile di seconda mano (più semplice rintracciare le più economiche HSE) e con quotazioni che sfiorano i 40.000 euro, monta un motore 2.0 – una cilindrata contenuta che consente di risparmiare sull’assicurazione RC Auto – pronto ai bassi regimi ma poco scattante (“0-100” in 7,4 secondi), non molto potente (241 CV) e un po’ troppo assetato di gasolio (14,5 km/l dichiarati). Senza dimenticare il sound non eccelso dei quattro cilindri…

5° Porsche Macan S Diesel
La Porsche Macan S Diesel da nuova costava parecchio (66.800 euro) e oggi si trova senza problemi a 47.000 euro. Il tutto con una dotazione di serie povera: accessori fondamentali come i fari a LED, gli interni in pelle, il navigatore e i sensori di parcheggio all’epoca erano optional.
Il peso elevato incide negativamente sul piacere di guida nelle curve e sui consumi di gasolio e il cambio automatico (doppia frizione) a sette rapporti è poco fluido se paragonato alle trasmissioni della concorrenza.
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Noleggio auto, cosa sapere per una riconsegna senza costi aggiuntivi

Noleggiare un’auto a breve termine è una possibilità interessante per chi viaggia e non ha sempre la possibilità di portarsi la propria vettura. Si tratta di una scelta molto comoda e utile per differenti motivi e necessità. È differente dal noleggio a lungo termine, perché è una formula che può essere richiesta anche solo per alcuni giorni (o meno).
Quando è consigliato il noleggio a breve termine
Può essere utile:
- se si ha la patente, ma non un’auto propria con cui viaggiare;
- dopo un viaggio in pullman, treno o aereo;
- quando la propria auto non è utilizzabile per differenti motivi.
Vediamo come riconsegnare la macchina senza che si presentino imprevisti snervanti.
Noleggio auto: controllare il contratto
La prima cosa da fare è verificare ogni clausola del contratto, si tratta infatti di un documento molto importante, da rispettare in ogni sua voce, se non si vuole rischiare di incorrere in costi aggiuntivi alla riconsegna del veicolo. Leggete attentamente il contratto di noleggio auto e evitate qualsiasi inconveniente. Non dimenticate che la società indica anche la data, l’ora e il luogo in cui restituire la vettura al termine del periodo concordato.
Riconsegnare in tempo l’auto a noleggio
Altra cosa da non dimenticare, anche se sembra scontato, è non riconsegnare mai la vettura alla società di noleggio oltre l’orario previsto nel contratto. Questo infatti consente di risparmiarsi eventuali costi aggiuntivi, oltre che evitare un problema al noleggiatore e ai successivi clienti, che contano sulla puntualità per poter consegnare (e ricevere) il proprio veicolo quando previsto. Il cliente che viene dopo di voi, infatti, se consegnate l’auto in ritardo, deve aspettare prima di poterla ricevere.
Come evitare spese aggiuntive nel noleggio auto: cercare la stazione di servizio più vicina
Prima di riconsegnare l’auto presa a noleggio a breve termine, bisogna fare rifornimento di carburante. Per questo motivo potrebbe essere molto utile cercare la stazione di servizio più vicina al punto di consegna. Nel caso di noleggio a breve termine infatti ogni vettura deve obbligatoriamente essere consegnata rifornita al massimo (dovrebbe sempre essere previsto da contratto). Chi consegna l’auto alla società di noleggio senza prima provvedere a fare il pieno potrebbe dover pagare molto di più di un rifornimento completo alla pompa di benzina. Le società di noleggio infatti possono applicare una tassa per litro, sicuramente superiore al reale prezzo del carburante.
Prima di consegnare l’auto a noleggio, controllala minuziosamente
Evita di lasciare i tuoi oggetti personali in macchina, ricorda infatti che la vettura verrà consegnata ad altri clienti dopo di te (in alcuni casi immediatamente) e quindi potresti perdere i tuoi oggetti per sempre. Altro controllo da fare è senza dubbio quello sull’eventuale presenza di danni esterni o interni. Nel caso in cui ci siano dei “problemi”, graffi, ammaccature, malfunzionamenti, prendi nota per segnalarle alla società di noleggio (se necessario scatta delle foto) in modo da evitare addebiti illeciti.
Per qualsiasi dubbio, contatta la società di noleggio
Nel caso di incertezze sulle modalità di riconsegna del mezzo, il consiglio è senza alcun dubbio contattare la compagnia di noleggio auto a breve termine, che può rispondere a qualsiasi domanda. Abbiamo cercato di riassumere i consigli più utili per risparmiare tempo e denaro durante la riconsegna di un veicolo noleggiato per un breve periodo, senza avere alcuna preoccupazione e evitando imprevisti.
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Dash Cam per l’auto: che cos’è e a chi potrebbe servire

La Dash Cam è quella che possiamo altrimenti chiamare “telecamera da cruscotto”, dispositivo elettronico che serve per l’acquisizione di immagini e che si può applicare sul parabrezza per registrare gli eventi che accadono all’esterno dell’auto o per riprendere la cabina interna. Si tratta di un accessorio molto diffuso negli ultimi anni, che videoregistra interno e esterno del veicolo, tutelando l’automobilista in caso di tentativi di truffa e/o sinistri.
Come funziona la Dash Cam?
È una telecamera che, una volta installata, non deve essere azionata manualmente ma continua la sua registrazione. Si tratta di una tecnologia legale, i file possono essere mostrati alle autorità.
Come è fatta
Si tratta di una fotocamera digitale piccola, a doppia lente e un angolo visuale ampio. Riesce a effettuare riprese di alta qualità, fino a 30 fotogrammi al secondo, anche in situazioni di scarsa luminosità. È facile installarla in auto e permette di registrare quello che succede dentro e fuori dall’abitacolo, sia mentre si è in viaggio, che durante la sosta in un parcheggio. Registra immagini di alta qualità in movimento, anche ad alta velocità.
In genere la Dash Cam si fissa con la ventosa sul parabrezza e si ricarica con la presa accendisigari. La scheda memoria interna può avere capienza differente a seconda del modello, il requisito minimo è di 64 GB. Chi usa una Dash Cam deve effettuare un download periodico dei video, salvando quelli eventualmente utili. Alcune telecamere sovrascrivono in automatico i nuovi filmati sui file più vecchi, non interrompendo mai la ripresa.
Per chi e quando può essere utile la Dash Cam?
Si tratta di un dispositivo utile in caso di sinistro stradale, tentativi di truffa e contenziosi, grazie al video che mostra quanto accaduto con immagini non alterate; si tratta di un rilevamento in tempo reale, una sorta di testimonianza diretta, che può essere mostrata sia alle Forze di Polizia che alla compagnia assicuratrice, per ricostruire la dinamica dei fatti.
La presenza della Dash Cam può essere molto utile anche in caso di atti di vandalismo, quando il veicolo è in sosta, oppure per casi di collisione e tamponamento. Si tratta di un dispositivo che può registrare anche ciò che accade all’interno dell’abitacolo, utile soprattutto per i tassisti notturni. C’è da considerare anche la variante “piacevole” della Dash Cam, che può registrare viaggi con amici e familiari.
Dash Cam, la Legge italiana
I filmati registrati dalla Dash Cam hanno efficacia di prova solo se non contestati da parte avversa. Secondo una sentenza della Corte di Cassazione “l’eventuale disconoscimento della parte avversa deve essere chiaro, circostanziato ed esplicito, dovendo concretizzarsi nell’allegazione di elementi attestanti la non corrispondenza tra realtà fattuale e realtà riprodotta” (Cassazione Civile, Sez. Lav., 21/09/2016, n. 18507).
Questo significa che i video si possono utilizzare come prova se non sono contestati dalle parti. In ogni caso la contestazione non può essere meramente generica, ma basarsi su fatti convincenti. In ogni caso, se necessario, il Giudice deve valutare se il video può essere usato per risolvere il contenzioso.
Il Garante per la tutela dei dati personali ha emanato il Provvedimento sulla videosorveglianza per stabilire quando è necessario avere il consenso per la rivelazione delle immagini e la diffusione di dati privati a enti pubblici. La Dash Cam può essere usata solo da una persona fisica per attività personali.
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