Category Archives: Auto Classiche
Disperazione Hamilton: “È in coma, non sappiamo se si risveglierà”
Il pilota inglese ha chiesto tutto il sostegno possibile ai suoi tifosi. E’ successo qualcosa di davvero tremendo.
La stagione in Formula Uno di Lewis Hamilton non è andata proprio come il pluricampione, capace di portarsi a casa sette titoli pareggiando il record di Michael Schumacher prima di compiere 40 anni, si sarebbe aspettato: una SF-25 non molto competitiva, problemi di adattamento in un team diverso da Mercedes e qualche incidente di percorso hanno reso l’anno certamente non memorabile, per lui ed i fans.
Alle tante vicissitudini che il pilota ha affrontato in pista, accompagnate naturalmente dalle inevitabili critiche giunte da stampa e fans della Ferrari che speravano in un mondiale diverso e perfino dal compatriota Bernie Ecclestone che ha dichiarato pubblicamente l’impossibilità per Hamilton di vincere ancora in F1, se ne unisce ora una molto personale.
Gli appassionati di Formula Uno e anche molti colleghi del britannico si sono uniti alle preghiere ed alla preoccupazione che il pilota ha professato online per un brutto episodio che lo ha colpito. Quello che è a tutti gli effetti un membro della sua famiglia infatti non sta bene e, secondo quanto fa sapere lo stesso atleta dal suo profilo Instagram, sembra che le cose stiano precipitando.
Hamilton chiede aiuto ai fans: sta molto male
Il pilota Hamilton è un noto appassionato di animali. Non è un caso che quest’anno, quando ha colpito ed ucciso una marmotta in pista in Canada, si sia detto “devastato”. Il suo grandissimo amore per gli animali è testimoniato anche dal fatto che ha avuto diversi cani, tra cui un bulldog di nome Coco che purtroppo si è spento lo scorso anno e Roscoe, un secondo bulldog gemello di Coco che quest’anno, sembra essersi gravemente ammalato.

Stando a quanto comunicato da Lewis sui suoi profili social, il suo amato cane non sta bene ed è stato costretto anche a saltare i test al Mugello per correre improvvisamente dal veterinario per farlo curare: “Vi chiedo di tenere Roscoe nei vostri pensieri, sono ore tremende” fa sapere l’atleta che è rimasto con il suo animale da compagnia, praticamente un membro della famiglia, per tutta la giornata.
Stando a quanto ha confermato sul suo profilo ufficiale il pilota è stato messo al corrente del fatto che Roscoe ha di nuovo contratto una polmonite ed è stato addormentato con i farmaci per poterlo curare: “Non sappiamo se si sveglierà da questo. Domani cercheremo di svegliarlo. Sono al suo fianco e voglio ringraziarvi tutti per le vostre preghiere e il vostro sostegno”, il messaggio lanciato. Speriamo che vada tutto per il meglio e che Roscoe si possa riprendere.
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Accuse di plagio: il marchio ha copiato la Defender
Questa versatilità di configurazione rende l’auto non solo adatta a diversi tipi di guidatori, ma anche a una varietà di condizioni stradali.
Il mondo dell’automobile elettrica sta vivendo una rivoluzione, e tra i protagonisti di questa trasformazione c’è Rivian, un’azienda americana che ha deciso di sbarcare nel mercato europeo con il suo SUV R2. Questo nuovo modello rappresenta un punto di svolta per la casa automobilistica, che fino ad oggi ha operato principalmente in Nord America con i suoi due modelli di punta, il SUV R1S e il pickup R1T, entrambi posizionati in una fascia di prezzo elevata, rispettivamente a partire da circa 60.000 sterline e 67.000 sterline.
L’R2, con una lunghezza di 4,7 metri, è stato progettato per essere non solo più accessibile, ma anche per competere direttamente con il popolare Tesla Model Y. Parlando in occasione del recente salone dell’auto di Monaco, il CEO di Rivian, RJ Scaringe, ha confermato che l’R2 arriverà in Nord America nella prima metà del 2026, con un prezzo iniziale previsto di circa 45.000 dollari (circa 33.000 sterline). Il lancio nel Regno Unito seguirà successivamente, una volta che i modelli con guida a sinistra saranno disponibili nell’Europa continentale.
Autonomia e configurazioni dell’R2
Uno degli aspetti più interessanti dell’R2 è la sua autonomia, che supera le 300 miglia, un fattore cruciale per i consumatori europei che cercano veicoli elettrici in grado di affrontare lunghe percorrenze senza la necessità di frequenti ricariche. L’R2 sarà offerto sia con trazione posteriore, dotato di un motore singolo standard, sia con trazione integrale, che prevede un motore doppio opzionale. Questa versatilità di configurazione rende l’auto non solo adatta a diversi tipi di guidatori, ma anche a una varietà di condizioni stradali.

Rivian ha anche in cantiere il modello R3, che sarà più piccolo dell’R2 e avrà un design simile a quello di un hatchback rialzato. Scaringe ha accennato a una versione performance chiamata R3X, che sfoggia un’innovativa configurazione a tri-motore, ispirata ai veicoli da rally-raid. Questa diversificazione della gamma di modelli dimostra l’intento di Rivian di soddisfare una vasta gamma di esigenze e preferenze dei clienti.
Un aspetto distintivo dell’approccio di Rivian è la sua filosofia di design e produzione, che combina ambizione e accessibilità. Scaringe ha dichiarato: “Sembra che ogni decisione sia stata presa da qualcuno che ama il proprio lavoro”. Questa attenzione ai dettagli e alla qualità si riflette nel modo in cui l’azienda ha concepito l’R2 e l’R3, rendendoli invitanti e accessibili senza compromettere il loro fascino e unicità.
L’R2 condividerà una piattaforma tecnologica di seconda generazione con i modelli R1, che sono stati recentemente aggiornati per migliorare la loro gestibilità e per facilitare futuri aggiornamenti. Questa piattaforma innovativa è progettata per integrare le unità di controllo elettronico (ECU), riducendo la complessità e aumentando l’affidabilità. Rivian ha collaborato con il gruppo Volkswagen per sviluppare questa tecnologia, il che offre nuove opportunità di approvvigionamento e ottimizzazione dei costi, un aspetto fondamentale in un mercato competitivo come quello europeo.
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Bici sempre più sicure con questo nuovo dispositivo: mai più pericoli per i ciclisti
Ti piace andare in bici, ma in alcune situazioni non ti senti particolarmente al sicuro? Ecco il nuovo dispositivo che ti farà stare sempre tranquillo.
Sono tantissime le persone che si spostano in bicicletta, in città o al di fuori dei centri urbani, ogni giorno. Un mezzo di trasporto ecologico e che permette all’utente stradale di spostarsi facendo anche attività fisica. Negli ultimi anni, oltre alle bici classiche, sono arrivate sul mercato anche le moderne e-bike, vale a dire delle bici a pedalata assistita. Si tratta di bici elettriche con le quali sarà possibile affrontare anche le salite o percorsi maggiormente complicati, facendo uno sforzo minore rispetto a quello fatto con le bici tradizionali.
Chi va in bici cerca sempre di pedalare occupando le varie piste ciclabili predisposte presso ogni comune del nostro Paese. Non sempre, però, sarà possibile sfruttare questi percorsi, a causa di una effettiva mancanza di essi in determinati punti. Ecco, dunque, che i ciclisti occuperanno la sede stradale insieme alle auto, alle moto e agli altri mezzi motorizzati.
Controllare la pressione delle gomme, avere luci funzionanti, indossare il casco e rispettare sempre il Codice della Strada sono solo alcuni dei tanti consigli che si danno ai ciclisti per viaggiare in sicurezza a bordo della propria bici. Inoltre, sarà indispensabile muoversi sempre in fila indiana, nel caso in cui ci si dovesse spostare in coppia o in gruppo. Nelle prossime righe, però, vogliamo parlare di un nuovo incredibile sistema che consentirà, da qui in avanti, ai ciclisti di viaggiare in completa sicurezza su ogni strada. Ecco tutti i dettagli in merito.
Aumenta la sicurezza in bici: cosa permette di fare il nuovo sistema progettato
Lezyne è il marchio leader sul mercato per quanto concerne le luci da bici. E di recente il marchio ha avuto il merito di introdurre sul mercato un nuovo incredibile sistema di sicurezza integrato. Ci riferiamo al Radar React System, un dispositivo di luci che integra la tecnologia radar. Di cosa si tratta nello specifico?

Tale sistema consente di rendere maggiormente visibile la persona in bici, ma non solo. La Radar Drive posteriore e la React Drive anteriore consentono al ciclista di rilevare le vetture in avvicinamento fino a una distanza di ben 150 metri. In pratica, il ciclista potrà attivare questo sistema – consigliato maggiormente sulle strade extraurbane – e avere in tempo reale avvisi visivi e sonori
In pratica, avrà sempre la situazione sotto controllo. Nel dettaglio, questo sistema consentirà alla luce anteriore e a quella posteriore di dialogare fra loro e di rilevare i veicoli nelle vicinanze.
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La Ferrari segreta di Niki Lauda: perché se ne parla soltanto dopo anni
Il grande campione Niki Lauda aveva una Ferrari molto speciale ma ne parliamo solo dopo decenni. Tutto emerge solo dopo tanto tempo.
Poche figure del mondo del motorsport sono riconoscibili per tutti gli appassionati di motori, anche chi non ha mai visto un singolo gran premio di Formula Uno come quella di Niki Lauda. Il celebre pilota svizzero che vinse ben 3 titoli mondiali, 2 in Ferrari ed 1 in McLaren quasi un decennio dopo, è ancora oggi ricordato come una figura polarizzante del mondo delle corse.
Nato in Austria da una famiglia molto ricca che non sembrava appoggiare il suo sogno di correre in Formula Uno, Lauda si sarebbe imposto in questo mondo complicato grazie ad uno stile di guida accorto, preciso al millimetro e molto pulito, tanto da essere ricordato come uno dei piloti più sensibili alle minime modifiche dell’auto della storia. L’esatto contrario del suo rivale James Hunt che riuscì a batterlo nell’anno del terribile rogo del Nurgburging in cui l’austriaco si ferì, rischiando la vita e portando per sempre su di se il segno di gravi ustioni.
Tra Lauda ed Hunt si creò una leggendaria rivalità, commemorata anche nel film Rush di cui Lauda supervisionò alcune fasi relative alla caratterizzazione del suo personaggio per fedeltà storica anni prima di spegnersi, che è solo uno dei tanti capitoli eccitanti della storia di questo pilota. Ma cosa guidava un pilota come Lauda fuori dal box? Bene, rimase sempre molto legato a Ferrari, anche negli anni passati in McLaren, a quanto pare.
Niki Lauda, l’italiana che ci ha tenuto segreta!
Quando Lauda approdò in Ferrari nel 1974, la casa di Maranello fece di tutto per farlo sentire a casa, arrivando a regalargli quella che all’epoca, era la loro automobile più innovativa. Si tratta di una bellissima Ferrari 365 GT4 2+2, una delle poche auto a quattro posti del Cavallino Rampante. Costruita a cavallo tra il 1972 ed il 1976, si basava sul portentoso motore V12 da 340 cavalli. Superava “a malapena” i 245 chilometri orari, pochi per oggi ma moltissimi per l’epoca specie per un’automobile con quattro posti e una tonnellata e mezzo di peso netto.

Prodotta in appena 524 unità e nata dal leggendario tratto di Pininfarina, la 365 GT4 è un’auto rara che può facilmente valere centinaia di migliaia di dollari, oggi come oggi, figuriamoci la numero 17517 costruita a posta per Lauda e rimasta di proprietà prima del pilota e, dopo la sua scomparsa, della sua famiglia fino ad oggi. La vettura va all’asta su RM Sotheby’s con la previsione di essere venduta ad almeno 220.000 $ ai collezionisti.
La vettura venne riverniciata in rosso fuoco ma in origine, era color grigio metallizzato. Si narra che fu il compagno di team di Lauda, Clay Regazzoni, a suggerire a Maranello di fargli questo bel regalo. Non sorprende che l’auto non sia stata mai ostentata dal pilota che pure l’ha utilizzata moltissimo durante gli anni d’oro in cui correva: Lauda è sempre stato un uomo quadrato e discreto, lontano dal circo dei media e dei social network. Un pilota di altri tempi, ci verrebbe da dire con un pizzico di rimpianto.
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Sconto del 50% sull’auto Stellantis del momento: promo scabrosa, ma devi affrettarti
Gli sconti sulle automobili sono sempre attraenti, ma quello che riguarda quest’auto targata Stellantis è davvero impressionante.
Acquistare un’automobile nel 2025 non è affatto semplice, specialmente per un o una potenziale acquirente appartenente al ceto medio-basso e con un ISEE inferiore a una certa soglia. Tuttavia, per fortuna ci sono molti sconti interessanti da valutare, considerare e ai quali attingere eventualmente.
Uno in particolare, che ha lasciato veramente a bocca aperta un sacco di persone nelle ultime ore e che riguarda una delle automobili più apprezzate del momento fra quelle realizzate da Stellantis.
All’interno di questo articolo parleremo proprio di questo modello in particolare, anche considerando il fatto che lo sconto al quale facciamo riferimento prevede un abbassamento del prezzo del 50%. Impressionante, no? Beh, detto questo non ci resta altro da fare che approfondire i dettagli di quello che è uno sconto veramente notevole e da non lasciarsi scappare.
Maxi sconto auto Stellantis: fino al 50%
La vettura alla quale ci riferiamo è la nuova Lancia Ypsilon elettrica, un modello lanciato sul mercato da tempo e su cui il Gruppo Stellantis punta veramente alla grande. Ricordiamo che l’azienda viene da una crisi di vendite notevole a cavallo tra il 2024 e il 2025. L’obiettivo è migliorare i numeri del brand, ma anche rilanciare sul mercato delle quattro ruote la Lancia. Purtroppo al momento sembra che le vendite di quest’auto non siano state chissà quanto convincenti, anche se l’ultima proposta messa in atto da John Elkann e colleghi è a dir poco interessante.

Parliamo davvero di una maxi promozione, visto e considerato che dal prezzo di vendita di oltre 34.000 euro, grazie a una miscela di sconti che agevola l’acquisto della stessa auto, porta il prezzo a 16.740 euro: praticamente la metà. Ma com’è possibile raggiungere una cifra così tanto al ribasso? I nuovi incentivi statali hanno dato certamente una grande mano in questo senso, ma non è la sola motivazione che ha portato a questo risultato. Oltre agli 11.000 euro risparmiabili per chi ha un ISEE inferiore ai 30.000€, c’è da considerare anche lo sconto del concessionario, che si attesta sui 7.430€.
Praticamente, fra una cosa e un’altra, è possibile ottenere fino a una promozione di 18.000€ per un’auto sostanzialmente di ultima generazione. Se il vostro ISEE si attesta fra 30 e 40.000€, invece, lo sconto è di circa 16.000€. Numeri in ogni caso notevoli e considerevoli. Tuttavia, non durerà per sempre la maxi promozione di Stellantis; è infatti valida fino al 30 settembre 2025, fino a quel momento ci sarà la possiiblità per molti potenziali clienti di effettuare un acquisto ultra scontato.
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Motori termici vietati dal 2035?: “Tutto ciò è irrealistico” | Nuova mazzata per l’UE
Nessuno crede che possano farcela e, dopo le critiche dell’ex Premier Mario Draghi, nuove perplessità colpiscono l’UE.
Nel dibattito sempre più acceso sulla transizione energetica del settore automobilistico, emergono voci critiche che mettono in discussione le tempistiche imposte dall’Unione Europea per il divieto dei motori termici a partire dal 2035. Una delle posizioni più autorevoli e influenti arriva da Matías Giannini, CEO di HORSE Powertrain, la nuova joint venture nata dalla collaborazione tra Renault e il gruppo cinese Geely, dedicata allo sviluppo di motori termici innovativi e sistemi ibridi avanzati.
Nell’ambito di un’intervista rilasciata a Motor1, Giannini ha definito “irrealistico” l’obiettivo europeo di eliminare completamente i motori a combustione interna entro il 2035, e ha espresso dubbi anche sul possibile rinvio al 2040. Il CEO ha sottolineato come il vero problema risieda nell’approccio normativo dell’UE, che con il Green Deal ha scelto di puntare esclusivamente su una tecnologia dominante, quella elettrica, senza considerare un modello più flessibile e diversificato.
Questa visione unilaterale, a suo avviso, rischia di complicare ulteriormente la transizione, mettendo a repentaglio non solo la capacità produttiva ma anche la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro in Europa, soprattutto nelle regioni dove l’industria automobilistica è un pilastro economico fondamentale. Giannini invita quindi a un modello multi-alimentazione, che preveda un mix equilibrato tra motori elettrici, ibridi e termici, per garantire una transizione più graduale e sostenibile.
Il futuro del motore termico e il ruolo delle tecnologie ibride
Nonostante la forte critica alle scadenze imposte, il CEO di HORSE Powertrain non nega la validità della tecnologia elettrica, che definisce “assolutamente valida e necessaria”. Tuttavia, secondo lui, entro il 2035 più della metà delle vetture vendute in Europa continuerà a utilizzare motori a combustione interna. Per questo motivo, è fondamentale mantenere sul mercato anche soluzioni ibride o con estensori di autonomia, come i motori EREV (Extended Range Electric Vehicle), di cui HORSE ha presentato un modello innovativo.
L’approccio multi-alimentazione si pone come una strategia pragmatica e inclusiva, in grado di rispondere alle esigenze di un mercato ancora in evoluzione, che deve considerare le diverse abitudini dei consumatori, le infrastrutture di ricarica non ancora completamente diffuse e le specificità territoriali del continente europeo.

Tra le posizioni più nette del manager spicca quella sul destino del motore diesel. Giannini sostiene che non vi sia alcun futuro sostenibile per i propulsori a gasolio, destinati a scomparire definitivamente dal mercato europeo. Questa affermazione si inserisce in un contesto in cui molti costruttori stanno progressivamente abbandonando il diesel, anche in risposta alle pressioni normative e all’evoluzione delle preferenze dei consumatori.
In sintesi, mentre l’UE insiste su una roadmap che prevede l’addio ai motori termici entro il 2035, HORSE Powertrain propone una visione più articolata e realistica, che valorizzi la coesistenza di diverse tecnologie per garantire una transizione energetica efficace, sostenibile e socialmente accettabile.
Questa posizione rappresenta un’importante voce nel panorama del dibattito europeo sull’automotive, evidenziando come la sfida della decarbonizzazione richieda un approccio più flessibile e meno dogmatico, capace di conciliare innovazione tecnologica, tutela dell’occupazione e rispetto delle tempistiche realistiche di trasformazione industriale.
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Android Auto, il bug rende impossibile l’utilizzo: utenti sull’orlo di una crisi
Ma cosa sto guardando? Un fastidiosissimo bug grafico rovina l’esperienza su Android per tanti utenti, l’azienda deve intervenire ora!
Continua a creare disagi l’anomalia grafica su Android Auto che da mesi affligge numerosi automobilisti, complicando l’utilizzo quotidiano di questa piattaforma. Un bug che provoca un eccessivo ingrandimento di icone e applicazioni rende l’interfaccia visivamente confusa e, in molti casi, quasi inutilizzabile. La problematica, segnalata inizialmente in ambienti beta, si è ormai diffusa anche nelle versioni stabili, senza che Google abbia ancora fornito una soluzione definitiva o comunicazioni ufficiali.
L’interfaccia di Android Auto presenta un difetto che altera drasticamente la visualizzazione di elementi fondamentali come le icone di app molto utilizzate, tra cui Google Maps e Spotify. Il problema si manifesta con uno zoom incontrollato che crea una deformazione visiva, rendendo complessa la navigazione e l’interazione con il sistema di infotainment. La variabilità del malfunzionamento è uno degli aspetti più frustranti: in alcune situazioni l’ingrandimento riguarda solo una porzione dello schermo, ad esempio la mappa nella modalità a schermo diviso, mentre in altri casi coinvolge l’intero display, impedendo un utilizzo fluido e sicuro durante la guida.
Le prime segnalazioni, risalenti a maggio 2025 e documentate da 9to5Google, interessavano soprattutto utenti con versioni beta di Android Auto. Tuttavia, l’aggiornamento alla release 15.1 ha ampliato il fenomeno, coinvolgendo anche gli utilizzatori di versioni ufficiali e stabili. Questa diffusione ha portato a una serie di testimonianze su piattaforme come Reddit, dove un proprietario di Chevrolet ha riferito che il display della sua vettura è rimasto ingrandito per settimane senza miglioramenti. L’indagine del caso ha evidenziato che il problema persiste anche collegando il telefono ad altre auto, suggerendo una correlazione tra il bug e il software dello smartphone o dell’app, piuttosto che con l’hardware della vettura.
Nessuna risposta ufficiale: quanto ci vorrà?
Nonostante la diffusione del bug, Google non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali né aggiornamenti specifici per risolverlo. La natura intermittente e la presenza su diversi modelli di smartphone complicano l’identificazione della causa principale. Alcuni utenti hanno riportato di aver ottenuto miglioramenti temporanei dopo aggiornamenti dell’app, ma la maggior parte continua a riscontrare il difetto senza soluzioni definitive.

Per chi si trova ad affrontare questo problema, le raccomandazioni più diffuse includono mantenere Android Auto sempre aggiornato, effettuare una reinstallazione completa dell’app e provare a utilizzare un cavo USB differente per il collegamento al veicolo. Inoltre, è fondamentale segnalare il bug attraverso i canali ufficiali e i forum di supporto, in modo da fornire informazioni utili agli sviluppatori per accelerare la risoluzione.
La situazione attuale mette in luce l’importanza di un sistema stabile e affidabile per la sicurezza e la comodità alla guida, elementi che gli utenti di Android Auto si aspettano da un servizio ormai diffusissimo sulle strade di tutto il mondo. In ogni caso, l’azienda dovrà intervenire presto, se non vuole scatenare la furia – giustificata – di molti clienti insoddisfatti…
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Richiamo di sicurezza per la Citroen C3: rischio incidenti elevatissimo
Il costruttore francese ha disposto la sospensione dell’uso fino alla riparazione gratuita nelle officine autorizzate.
Un nuovo richiamo di sicurezza coinvolge la Citroen C3, la sua versione elettrica e-C3 e la C3 Aircross nel Regno Unito a causa di un grave difetto al sistema frenante che ha portato al fermo immediato della circolazione dei veicoli interessati. Il costruttore francese ha disposto la sospensione dell’uso fino alla riparazione gratuita nelle officine autorizzate, sottolineando l’importanza di non sottovalutare il rischio.
Difetto critico al pedale del freno: la natura del problema
Il richiamo riguarda un’anomalia nell’assemblaggio del pedale del freno, che può compromettere la funzionalità dell’intero impianto frenante, arrivando nei casi peggiori a inibire completamente la capacità di arresto della vettura. Citroen ha evidenziato come alcuni componenti non rispettino gli standard qualitativi richiesti, costringendo l’azienda a intervenire tempestivamente per evitare incidenti.
La problematica interessa non solo le versioni tradizionali a combustione interna, ma anche la gamma elettrica e-C3, recentemente lanciata e già al centro di precedenti criticità legate a malfunzionamenti software sin dal debutto autunnale del 2023. A completare il quadro, è coinvolta anche la compatta crossover C3 Aircross, molto apprezzata nel segmento delle utilitarie.

Il gruppo Stellantis, proprietario di Citroen, ha specificato che i sistemi elettronici di sicurezza, tra cui l’AEB (frenata automatica d’emergenza) e il freno di stazionamento elettronico, dovrebbero funzionare correttamente anche in presenza del difetto tecnico. Tuttavia, l’azienda ha ribadito con fermezza che questo non elimina il rischio e ha invitato i proprietari a non utilizzare i veicoli finché non sarà completata la riparazione.
Le indicazioni ufficiali raccomandano di arrestare il veicolo in sicurezza qualora si manifestassero anomalie durante la guida e di contattare immediatamente l’assistenza stradale. La priorità è garantire la piena efficienza dell’impianto frenante per salvaguardare la sicurezza degli automobilisti e degli altri utenti della strada.
Dal punto di vista commerciale, questo richiamo rappresenta una sfida significativa per Citroen, soprattutto in un mercato britannico altamente competitivo e attento all’affidabilità dei veicoli. La reputazione del marchio, già messa alla prova in passato a causa di richiami come quello legato agli airbag Takata, rischia di subire ulteriori danni.
Gli esperti del settore sottolineano come la fiducia dei consumatori nel segmento delle utilitarie sia un fattore decisivo nelle scelte d’acquisto. Incidenti di questo tipo possono influenzare negativamente le vendite future, rendendo cruciale per Citroen gestire con trasparenza e rapidità l’intero processo di richiamo.
Parallelamente, è stato evidenziato un caso correlato: l’Opel Frontera, costruita su una piattaforma simile, ha affrontato un problema analogo, ma il produttore è riuscito a intervenire preventivamente, evitando un richiamo ufficiale e tutelando così la propria immagine.
Le autorità britanniche di regolamentazione stanno seguendo con attenzione l’evoluzione di questa situazione, garantendo un controllo rigoroso sulle misure adottate da Citroen e Stellantis. I proprietari possono verificare la presenza del proprio veicolo nella lista dei modelli interessati consultando il sito ufficiale Citroen dedicato ai richiami o rivolgendosi direttamente ai concessionari autorizzati.
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Tesla, tracollo ufficiale: l’azienda di Elon Musk va sempre peggio
Continuano a scendere le vendite delle auto marchiate Tesla. Un altro duro colpo per Elon Musk: ecco tutti i dettagli relativi agli ultimi dati.
L’azienda automobilistica statunitense Tesla negli anni scorsi ha letteralmente rivoluzionato la mobilità, portando avanti il proprio progetto relativo alle auto elettriche. Alcuni dei modelli Tesla ad alte prestazioni, come la Model S e la Model 3, hanno permesso all’azienda americana di lanciare una nuova era.
Come spesso accade in tutti i settori, anche gli altri marchi hanno iniziato a muoversi e, dunque, a fare concorrenza all’azienda americana. Il CEO di Tesla, Elon Musk, è stato l’artefice di un cambiamento epocale in riferimento al mercato dell’elettrico, ma ora deve fare i conti con alcuni dati assolutamente inaspettati fino a qualche anno fa.
I suoi atteggiamenti e comportamenti stravaganti hanno fatto perdere quote di mercato a Tesla, ma non è solo questo il motivo. I prezzi elevati delle auto, la diffidenza ancora elevata in molti consumatori e la crescita esponenziale del mercato cinese sono altri fattori che stanno pesando enormemente sulla crescita dell’azienda di Elon Musk.
Agosto di quest’anno, poi, ha segnato un vero e proprio tracollo per Tesla in merito alle vendite in Europa. Che cosa dicono i dati? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla situazione di Tesla e su quella generale relativa alla crescita del mercato dell’elettrico nel Vecchio Continente.
Tesla crolla in Europa: i numeri sono inferiori al previsto
Per l’azienda di Elon Musk il mese di agosto è stato davvero complicato in riferimento alle vendite sul mercato europeo. La Model Y – nonostante un calo del 37% – resta l’auto elettrica più venduta in Europa. Quello che preoccupa, però, è il vero e proprio crollo generale sulle vendite. Esso si è attestato, infatti, sul 23% rispetto ai dati precedenti.

E la cosa che preoccupa maggiormente Tesla riguarda anche i dati sul mercato dell’elettrico in Europa. Come mai successo in precedenza, infatti, di recente si sta registrando un vero e proprio boom sulle vendite. Stando ai dati di JATO Dynamics, sono state immatricolate quasi 160.000 vetture a batteria (BEV) ad agosto, con un incremento del 27% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
La quota di mercato delle vetture a zero emissioni ha toccato il dato del 20,2%. Quasi un terzo delle auto vendute nel Vecchio Continente sono attualmente elettriche. Ottimo il momento di Volkswagen. L’azienda tedesca presenta, infatti, ben sei modelli nella top ten delle auto elettriche maggiormente vendute nel Vecchio Continente.
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Ford spazza via quasi un secolo di storia: l’enorme cambiamento dopo 70 anni
La decisione di Ford ha lasciato tutti quanti a bocca aperta, perché ha deciso di cambiare veramente tutto quanto.
Ford è un marchio veramente storico oltre che iconico. Sono poche le aziende che possono vantare il passato e il blasone dell’azienda statunitense, che nel corso del tempo ha veramente costruito moltissimi modelli iconici e apprezzati dalla massa, oltre che a vetture spettacolari e dal design indimenticabile.
Una buona fetta di quella storia, però, sta per sparire. Non stiamo facendo riferimento alle auto storiche e al passato dell’azienda, state tranquilli. Quello verrò ricordato a dovere per anni e anni, non può essere semplicemente archiviato. Tuttavia, nonostante questo, quasi un secolo di storia del marchio americano sta per sparire veramente.
Quello che ha deciso di portare avanti Ford, è un enorme cambiamento, e arriva dopo 70 anni. Scopriamo nelle prossime righe di cosa si tratta nello specifico, visto e considerato che è una svolta epocale, se vogliamo.
Ford, addio a quasi un secolo di storia: così è stato deciso
Ford ha deciso di portare avanti un cambiamento che in un certo senso appare inaspettato, ma a questo punto forse necessario. Il riferimento va all’abbandono dell’azienda al suo storico quartier generale per trasferirsi in un impianto più moderno e adatto ai tempi attualmente correnti. Addio, quindi, alla mitica Henry Ford II World Center. La struttura, inaugurata nel 1956 a Dearborn in Michigan, sarà demolita per permettere l’inizio della nuova costruzione.

Il nuovo progetto, a dire il vero, è già stato ideato nel 2020, mentre l’inaugurazione è prevista per la fine del 2025. Un po’ troppo presto, non trovate? Beh, effettivamente sì, ma dopotutto verrà mostrata solo una parte della nuova sede. L’intera struttura non sarà infatti completata prima del 2027. Anche definita Casa di vetro o Glass House, pure quest’ultima resterà in piedi fino al 2027, momento nel quale cominceranno i lavori di demolizione. Insomma, la decisione appare davvero come definitiva. Comunque, parlando di questo nuovo impianto, dovrebbe estendersi per oltre 195.000 metri quadrati. Includerà:
- Sei studi di design;
- Una food hall;
- Aree wellness;
- Spazi riservati alle dipendenti madri;
- Zone relax;
- Aree comuni interne ed esterne;
- Oltre 300 sale riunioni.
Impressionante, no? In tutto, i dipendenti che agiranno al suo interno saranno ben 4.000. Ford, oltre a realizzare una struttura nuova, si prende anche la briga di creare un’azienda che dà principalmente spazio al benessere di chi ci lavora al suo interno. Già delle persone sarebbero operative all’interno della nuova sede, ovvero poche centinaia. Entro la fine dei lavori, però, dovrebbero aumentare a dismisura.
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