Nuova BMW X4 20d, la seconda generazione

Nuova BMW X4 20D 2018 7Nuova BMW X4 20D 2018 7

Nuova BMW X4 20D 2018 6Nuova BMW X4 20D 2018 6

Nuova BMW X4 20D 2018 2Nuova BMW X4 20D 2018 2

Nuova BMW X4 20D 2018 4Nuova BMW X4 20D 2018 4

Nuova BMW X4 20D 2018 3Nuova BMW X4 20D 2018 3

Nuova BMW X4 20D 2018 5Nuova BMW X4 20D 2018 5

Nuova BMW X4 20D 2018 9Nuova BMW X4 20D 2018 9

Nuova BMW X4 20D 2018 8Nuova BMW X4 20D 2018 8

Nuova BMW X4 20D 2018 10Nuova BMW X4 20D 2018 10

Nuova BMW X4 20D 2018 11Nuova BMW X4 20D 2018 11

Nuova BMW X4 20D 2018Nuova BMW X4 20D 2018

 

COMFORT
Morbida (ma composta) sulle buche, molto bene insonorizzata e ancora più spaziosa.
PIACERE DI GUIDA
La BMW X4 batte le rivali per piacere di guida e agilità tra le curve. lo sterzo adattivo (di serie) rende le risposte ancora più precise nel misto veloce.
PREZZO E COSTI
Il prezzo è alto (parte da 55.650 euro per la 20d). Ottimi però i consumi: la BMW X4 20d consuma solo 5,4 l/100 Km

I SUV sono diventati i modelli più importanti della gamma, anche per un marchio di auto sportive come BMW (una vettura venduta su tre della Casa bavarese è un SUV). Così la BMW X4 non diventa più una “proposta alternativa” alla coupé, ma la punta di diamante. E così, a 4 anni dal lancio, la SUV coupé bavarese si rinnova: più filante, più efficiente, più agile. Da fuori l’auto sembra ancora più bassa e affilata, con questo frontale duro e imponente e un posteriore dal design più snello e orizzontale, anche se un po’ “slegato” dal frontale.
Cresce lo spazio a bordo (sebbene si sia allungata solo di 8 cm) e il bagagliaio guadagna 25 litri, per un totale di 525 (1430 con “tutto abbassato”).

Gli interni invece copiano il nuovo corso BMW, con uno schermo alto bello da vedere (anche touch), con i comandi “gesture” di ultima generazione, e con il cruscotto digitale con le cornici tonde fisiche che abbiamo visto sugli ultimi modelli BMW. Molto curata anche l’illuminazione ambientale, caratterizzata da linee a LED personalizzabili nella colorazione. Colori nuovi anche per gli interni, che ora sono sei in più per un totale di dodici. La qualità percepita nell’abitacolo è davvero alta: forse non c’è quell’aura di perfezione che si trova sull’Audi Q5, ma nel complesso l’ambiente risulta più caldo e sportivo.

Nuova BMW X4 20D 2018 9Nuova BMW X4 20D 2018 9

VERSIONI E MOTORIZZAZIONI

La nuova BMW X4 quindi si allunga e si abbassa, ma sopratutto diventa più sportiva e piacevole da guidare. Di serie, infatti, c’è l’assetto sportivo M Sport (a cui si possono aggiungere gli ammortizzatori adattivi con altezza variabile) e lo sterzo variabile (che cambia demoltiplicazione a seconda della velocità e dell’angolo di sterzo). In Italia sono disponibili 3 motorizzazioni a benzina (20i, 30i xDrive e M40i xDrive) e quattro diesel (20d xDrive, 25d xDrive, 30d xDrive e M 40d). Tre invece gli allestimenti: Xline e Business Advantage, M Sport e M Sport-X, quest’ultima caratterizzata da un look sportivo ma più votato all’off-road.

Nuova BMW X4 20D 2018 9Nuova BMW X4 20D 2018 9

Nuova BMW X4 20D 2018 5Nuova BMW X4 20D 2018 5

SU STRADA (E FUORI)

La motorizzazione della BMW X4 più venduta in Italia è la 20d xDrive, ed è quella che abbiamo provato tra i colli romagnoli. Il quattro cilindri diesel è uno dei migliori in circolazione: produce 190 CV a 4.000 giri e 400 Nm di coppia costanti tra i 1750-2500 giri, abbastanza per lanciare la BMW X4 da 0 a 100 km/h in 8 secondi netti. Ma quello che più colpisce sono la risposta istantanea all’acceleratore e la progressione lungo tutto l’arco di giri. È un motore fluido e per niente ruvido, ma soprattutto poco assetato. La Casa dichiara una media di 5,4 l/100 km, e nella realtà non è difficile allontanarsi troppo da questo dato.

Il cambio automatico ZF a otto rapporti è di grande aiuto nel tenere il motore al regime giusto ad ogni velocità. Il cambio trasforma la logica delle cambiate a seconda delle impostazioni scelte, e in quella più sportiva diventa quasi secco, senza però rendere la guida scattosa. Ad andature tranquille l’auto è silenziosa e tutti i rumori sono ovattati (sia quelli del motore, sia quelli degli ammortizzatori e del rotolamento delle ruote); ma il più bello arriva quando si decide di guidare in con più verve. Presa per le corna la BMW X4 non si lamenta, anzi, malgrado la sua stazza sfodera un comportamento dinamico eccellente. Lo sterzo a demoltiplicazione variabile è un po’ “finto” ma convince, il peso è quello giusto e bastano pochi gradi per mettere le ruote dove si vuole. Di grip ce n’è tanto e l’auto non va un crisi nemmeno se la guidate come una compatta sportiva; una buona notizia per i “BMWisti”. La trazione integrale poi “tira” di più dietro (se si seleziona il settaggio più sportivo) e vi aiuta ad uscire dalle curve in – leggerissimo – sovrasterzo.

La versione della nostra prova monta gli ammortizzatori adattivi, che fanno miracoli nell’eliminare il rollio senza spaccarvi la spina dorsale sulle buche. Nella guida rilassata (e con i settaggi più morbidi) il comfort è ancora più accentuato, ma la sensazione di avere un’auto agile e “cucita” rimane. Insomma pare abbastanza chiaro che il piacere di guida per BMW è ancora al primo posto, nonostante i tempi che corrono.

Siamo riusciti anche a giocare un po’ con la sabbia (bagnata in questo caso) del circuito Flat Track di Misano: una stringa di terra battuta ideato apposta per driftare e spazzolare.
Su questo terreno il lavoro della trazione integrale è ancora più evidente: in modalità Sport, dando gas con decisione, la coppia viene inviata al posteriore, così si riescono a fare spettacolari sovrasterzi di potenza. Pendoli e traversi vengono con una facilità inaspettata, se ricercati; mentre se si tengono attivi tutti i controlli elettronici, l’auto segue la traiettoria impostata con fedeltà, anche con scarso grip.

Nuova BMW X4 20D 2018 5Nuova BMW X4 20D 2018 5

PREZZO E ALLESTIMENTI

I prezzi della nuova BMW X4 20d partono da 58.350 euro nella versione Business Advantage, che diventano 61.350 euro per la versione XLINE e 63.150 euro per le versionei M Sport e M Sport-X.

SCHEDA TECNICA

DIMENSIONI

Lunghezza 475 cm
Larghezza 192 cm
Altezza 162 cm
Bagagliaio 525 (1.430) litri

TECNICA

Motore 4 clindri in linea Diesel
Cilindrata 1998 cc
Potenza 190 CV a 4.000 giri
Coppia 400 Nm tra i 1750 e i 2.500giri
Trazione Integrale permanente
Trasmissione 8 marce automatico

PRESTAZIONI

0 – 100 Km/h 8,0 secondi
Velocità massima 213 km/h
Consumi 5,4 l/100 km

L’articolo Nuova BMW X4 20d, la seconda generazione proviene da Panoramauto.

Fonte:

Superbike 2018, doppietta di Rea a Portimao e mondiale sempre più vicino

hi_10_Portimao_WSBK_2018_Race2_Rea_C87Q0306hi_10_Portimao_WSBK_2018_Race2_Rea_C87Q0306

Gara 2 è stata un po’ più combattuta e spettacolare di Gara 1, ma il verdetto è stato in linea con le aspettative. Jonathan Rea sul circuito di Portimao – decimo round del mondiale Superbike 2018 – ha portato a casa una roboante doppietta che lo proietta verso il titolo 2018. È stato bello il duello con Davies nel secondo round, durato per buona parte della gara; peccato che poi il ducatista dopo sia finito nelle retrovie.

Sul podio, in tutti e due i casi ci sono finiti Melandri e van der Mark, anche se a posizioni invertite: il ravennate ha portato a casa un secondo posto in Gara 1 e un terzo in Gara 2. Ora Jonathan Rea milita indisturbato al primo posto della classifica a 420 punti, con Chaz Davies, staccato di ben 116 punti. Il prossimo appuntamento per la Superbike 2018 è in programma tra due settimane in Francia.

Superbike 2018, Portimao: i risultati

Gara 1
1 Rea
2 Melandri
3 van der Mark

Gara 2
1 Rea
2 van der Mark
3 Melandri

Superbike 2018, classifica piloti

1 Rea 420
2 Davies 304
3 van der Mark 284

L’articolo Superbike 2018, doppietta di Rea a Portimao e mondiale sempre più vicino proviene da Panoramauto.

Fonte:

F1 2018 – GP Singapore: Hamilton vince e allunga su Vettel

Singapore Formula One Grand PrixSingapore Formula One Grand Prix

Credits: epa07022903 British Formula One driver Lewis Hamilton of Mercedes AMG GP in action during the qualifying session at the Marina Bay Street Circuit in Singapore, 15 September 2018. The Singapore Formula One Grand Prix night race will take place on 16 September 2018. EPA/FRANCK ROBICHON

Come da noi previsto Lewis Hamilton ha vinto il GP di Singapore con la Mercedes davanti a Max Verstappen (secondo con la Red Bull) e a Sebastian Vettel (terzo con la Ferrari).

Il successo a Marina Bay – in una corsa particolarmente noiosa – ha consolidato il primato nel Mondiale F1 2018 del pilota britannico e ha demoralizzato l’ambiente Ferrari.

Mondiale F1 2018 – GP Singapore: le pagelle

Lewis Hamilton (Mercedes)

10
/10

Lewis Hamilton ha dominato il GP di Singapore dopo aver conquistato ieri una pole position strepitosa. Quattro vittorie e due secondi posti negli ultimi sei Gran Premi disputati: il Mondiale F1 2018 è sempre più vicino.

Max Verstappen (Red Bull)

9
/10

Per Max Verstappen un altro esame di maturità pienamente superato: parte bene, si fa subito passare da Vettel senza duellare in modo aggressivo e soffia nuovamente la seconda piazza al pilota tedesco grazie a una strategia migliore. Per il pilota olandese si tratta del secondo podio negli ultimi tre GP: niente male.

Sebastian Vettel (Ferrari)

8
/10

È un Sebastian Vettel rassegnato quello che taglia il traguardo del GP di Singapore in terza posizione: non crede più nella vittoria del Mondiale F1 2018 e se a Monza l’errore è stato suo le colpe a Marina Bay si trovano ai box. Dopo il grande sorpasso su Verstappen al primo giro poco prima dell’ingresso della safety-car, viene chiamato troppo in anticipo per un cambio gomme (oltretutto sbagliato nella tempistica visto che uscendo si ritrova davanti Pérez che gli fa perdere un sacco di secondi). Tre podi negli ultimi quattro GP non bastano contro un Hamilton così in forma…

Kimi Räikkönen (Ferrari)

7
/10

Quinto senza grinta: Kimi Räikkönen trascorre il GP di Singapore dietro a Bottas senza mai impensierirlo e porta a casa dieci punti utili che sarebbero però potuti essere di più.

Mercedes

10
/10

Nel momento peggiore del Mondiale F1 2018 la Mercedes ha reagito nel migliore dei modi: da sfavoriti hanno conquistato il GP di Singapore e hanno portato a casa il quarto successo nelle ultime cinque gare (senza dimenticare il sesto Gran Premio consecutivo con almeno una monoposto sul podio).

Mondiale F1 2018 – I risultati del GP di Singapore

Prove libere 1

1 Daniel Ricciardo (Red Bull) 1:39.711
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:39.912
3 Sebastian Vettel (Ferrari) 1:39.997
4 Kimi Räikkönen (Ferrari) 1:40.486
5 Nico Hülkenberg (Renault) 1:41.105

Prove libere 2

1 Kimi Räikkönen (Ferrari) 1:38.699
2 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:38.710
3 Max Verstappen (Red Bull) 1:39.221
4 Daniel Ricciardo (Red Bull) 1:39.309
5 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:39.368

Prove libere 3

1 Sebastian Vettel (Ferrari) 1:38.054
2 Kimi Räikkönen (Ferrari) 1:38.416
3 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:38.558
4 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:38.603
5 Daniel Ricciardo (Red Bull) 1:39.186

Qualifiche

1 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:36.015
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:36.334
3 Sebastian Vettel (Ferrari) 1:36.628
4 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:36.702
5 Kimi Räikkönen (Ferrari) 1:36.794

Gara

1 Lewis Hamilton (Mercedes) 1h51:11.611
2 Max Verstappen (Red Bull) + 9.0 s
3 Sebastian Vettel (Ferrari) + 39.9 s
4 Valtteri Bottas (Mercedes) + 51.9 s
5 Kimi Räikkönen (Ferrari) + 53.0 s

Le classifiche del Mondiale F1 2018 dopo il GP di Singapore

Classifica Mondiale Piloti

1 Lewis Hamilton (Mercedes) 281 punti
2 Sebastian Vettel (Ferrari) 241 punti
3 Kimi Räikkönen (Ferrari) 174 punti
4 Valtteri Bottas (Mercedes) 171 punti
5 Max Verstappen (Red Bull) 148 punti

Classifica Mondiale Costruttori

1 Mercedes 452 punti
2 Ferrari 415 punti
3 Red Bull-TAG Heuer 274 punti
4 Renault 91 punti
5 Haas-Ferrari 76 punti

Il mondo Mercedes

prevnext

L’articolo F1 2018 – GP Singapore: Hamilton vince e allunga su Vettel proviene da Panoramauto.

Fonte:

WRC 2018 – Rally Turchia: tra i due litiganti Tänak gode, Toyota in testa al Mondiale

WRC Rally Turkey 2018WRC Rally Turkey 2018

Credits: epa07023478 Ott Tanak of Estonia drives his Toyota Yaris WRC during the Rally Turkey 2018 as part of the World Rally Championship (WRC) near Marmaris, Turkey, 15 September 2018. EPA/NIKOS MITSOURAS

Tra i due litiganti Ott Tänak gode: il pilota estone ha vinto il Rally di Turchia con la Toyota Yaris davanti al compagno finlandese Jari-Matti Latvala (2°) e al neozelandese Hayden Paddon (3° con la Hyundai i20 Coupé), ha soffiato il secondo posto nel WRC 2018 a Sébastien Ogier (10° con la Ford Fiesta) e ha permesso alla Casa giapponese di balzare in testa al Mondiale Costruttori.

Il leader del campionato Thierry Neuville? Ha rotto una sospensione nella PS8 e ha chiuso 16° ma è riuscito a salvare la situazione conquistando la Power Stage e portando a casa cinque punti bonus.

WRC 2018 – Rally Turchia: le pagelle

Ott Tänak (Toyota)

10
/10

Terza vittoria consecutiva e quarto successo stagionale per Ott Tänak: nel Rally di Turchia 2018 ha guidato con il cervello ma è anche stato velocissimo e ora sono solo 13 i punti che lo separano dal primo posto nel WRC attualmente occupato da Neuville.

Sébastien Ogier (Ford)

9
/10

Un Rally di Turchia complicato per Sébastien Ogier: passa al comando della corsa nella PS8, si ritrova con problemi alle sospensioni, le fa riparare e prende una penalità per essersi presentato in ritardo alla PS10. Va a sbattere nella PS11 e riparte dalla PS14 con 21 minuti di ritardo dalla vetta (e con oltre due minuti e 20 secondi dal decimo posto). Torna decimo nella PS16 grazie al sorpasso ai danni del polacco Kajetanowicz e grazie agli ordini di scuderia M-Sport che portano Evans (7° fino a quel momento) a prendersi una penalità. Si gioca tutto nella Power Stage ma non riesce a vincerla e conquista quattro punti grazie alla seconda piazza.

Jari-Matti Latvala (Toyota)

8
/10

La Toyota ha bisogno di Jari-Matti Latvala per vincere il Mondiale Costruttori WRC 2018 e il driver finlandese non sta deludendo: secondo podio nelle ultime tre gare iridate

Andreas Mikkelsen (Hyundai)

7
/10

Un Rally di Turchia 2018 sfortunato per Andreas Mikkelsen: quinto al traguardo a causa di un problema al differenziale manifestatosi ieri mentre si trovava in testa alla corsa.

Toyota Yaris

10
/10

Grazie a una doppietta che non si verificava da 20 anni (Rally Nuova Zelanda 1998 con Sainz e Auriol al volante della Corolla) la Toyota ha conquistato la vetta del WRC 2018. La Casa giapponese in Turchia ha portato a casa la terza vittoria consecutiva ma va anche detto che nelle ultime tre prove nel Mondiale ha sempre piazzato due Yaris sul podio.

WRC 2018 – La classifica del Rally di Turchia

1 Ott Tänak (Toyota) 3:59:24.5
2 Jari-Matti Latvala (Toyota) + 22.3
3 Hayden Paddon (Hyundai) + 1:46.3
4 Teemu Suninen (Ford) + 4:10.9
5 Andreas Mikkelsen (Hyundai) + 7:11.7

Le classifiche del WRC 2018 dopo il Rally di Turchia

Classifica Mondiale Piloti

1 Thierry Neuville (Hyundai) 177 punti
2 Ott Tänak (Toyota) 164 punti
3 Sébastien Ogier (Ford) 154 punti
4 Esapekka Lappi (Toyota) 88 punti
5 Jari-Matti Latvala (Toyota) 75 punti

Classifica Mondiale Costruttori

1 Toyota 284 punti
2 Hyundai 279 punti
3 M-Sport Ford 244 punti
4 Citroën 169 punti

Il mondo Toyota

prevnext

L’articolo WRC 2018 – Rally Turchia: tra i due litiganti Tänak gode, Toyota in testa al Mondiale proviene da Panoramauto.

Fonte

Porsche Carrera Cup Italia: il racconto dall’abitacolo della GT3

089089

190190

215215

171171

244244

251251

046046

038038

236236

315315

361361

010010

009009

170170

059059

047047

163163

181181

 

Arrivo verso le nove e mezza, la mattina di venerdì. All’Autodromo di Vallelunga fa sempre caldo, anche a settembre. Il sole si riflette sulle carrozzerie delle auto e l’unica idea di freschezza proviene dall’odore di asfalto umido che si asciuga dal temporaletto della notte prima. La mia Porsche GT3 Cup numero settanta mi aspetta sotto la tenda del Team Dinamic Motorsport. È bellissima con quella colorazione azzurra, bianca e rossa, ed è una livrea dedicata ai settant’anni di Porsche.

Le prove libere cominciano alle 14,30 ma le ore passano come minuti. Comincio a provare tuta, sedile, cinture, tutte le regolazioni del caso. Mi metto a mio agio. La pista la conosco, ci ho già corso, la macchina l’ho provata (per qualche giro ad Imola), quindi non dovrei avere grosse sorprese, oggi. Ma anche se sono solo un ospite, chiaramente voglio fare bene, e ad aiutarmi in questo c’è Fabrizio Gollin, pilota dall’eccezionale esperienza e bravissimo coach. Una persona empatica, in grado di trasmettere tranquillità e di incanalare tutta la concentrazione nella giusta direzione. Ha sofferto e gioito insieme a me, come se si trattasse della finale del campionato del mondo, come se fosse in macchina con me. Ma prima di cominciare il racconto del mio weekend di gara, vi presento la signorina N.70.


190190

PUROSANGUE

La Porsche GT3 Cup N.70 appartiene alla categoria Silver Cup, quindi non compete per il primo posto assoluto. Il motivo è semplice: deriva dalla Porsche GT3 991 Mk1, quindi monta un 6 cilindri boxter 3.8 litri anziché il 4.0 litri delle nuove vetture. In pratica: prende circa 2-2,5 secondi al giro rispetto alle vetture che competono per l’assoluto. Per motivi di affidabilità il motore della 911 GT3 cup è meno potente e ha un limitatore di giri posto più in basso rispetto alla versione stradale. Il flat six della GT3 Cup così produce 460 CV a 7.500 giri/min (contro i 475 CV a 8.500 giri/min), ma considerando che il peso è di appena 1.200 kg (quasi 230 kg in meno rispetto alla versione stradale), va comunque molto, ma molto più forte. La Cup mantiene una posizione di guida piuttosto naturale, lontana da quella da “formula” delle versioni GT3R e RSR. Dentro ovviamente è stata spogliata di tutto, dietro spunta un’ala grande come un campo da calcio, mentre “sotto” rimane lo stesso schema di sospensioni della vettura stradale (McPherson all’anteriore e multilink al posteriore), ma con la possibilità di regolare camber, convergenza, altezza e angolo di incidenza. I cerchi da 18” (la stradale monta i 20”) calzano pneumatici Michelin slick da 27/65 all’anteriore e 31/71 al posteriore.
Il cambio sequenziale da corsa, gli enormi dischi in acciaio (il sistema ha anche l’ABS regolabile in 11 livelli) completano il pacchetto. Accendiamo i motori.

190190

215215
“Si può franare “alla morte” ma la GT3 rimane ferma e composta, anche nelle scalate più cattive”

PORSCHE MOTORSPORT

Secco, spregiudicato, minaccioso: il suono del flat six ai bassi regimi è uno spettacolo, quando si spalanca il gas è commovente. Anche se mancano quei mille giri all’appello, l’allungo del 3,8 litri da corsa dà i brividi. Il secondo rumore che pervade l’abitacolo è quello della trasmissione. Il sibilo del cambio da corsa e lo sferragliamento del differenziale sono così forti da sovrastare quasi il suono del motore; ad ogni scalata vi sembra quasi di vedere l’ingranaggio del cambio che casca da un rapporto all’altro.

Sto affrontando la mia ora di prove libere (c’è solo una sessione), e cerco di aumentare la velocità per gradi, spingendo sempre di più, giro dopo giro. La Porsche GT3 Cup assomiglia parecchio alla versione stradale: il sedere grosso e pesante fa sì che la trazione in uscita di curva sia immensa. Si può pestare sull’acceleratore con violenza anche in prima e in seconda marcia senza troppe preoccupazioni, almeno finché la gomma è fresca. Nelle curve veloci la Cup trasmette ancora più sicurezza della vettura stradale: l’alettone posteriore è così grande che potete cavare il gas in quinta prima del famoso “curvone” di Velleunga e ottenere un trasferimento di carico davvero minimo, e il sederone rimane incollato a terra.

Paradossalmente, quella curva fa molta più paura con una vettura da 200 CV con poco carico aerodinamico. Il muso della vettura da corsa è più saldo al terreno, ma è pur sempre leggero, quindi l’approccio alla guida non cambia. Bisogna cercare di frenare “profondi” fin dentro la curva, cercando di tenere l’anteriore carico. Una volta arrivati alla corda, bisogna usare tanto sterzo, spigolare la curva e liberare l’auto il prima possibile raddrizzando il volante e infierendo sul pedale destro. Tutto queste accade molto velocemente, e la vera difficoltà del guidare la Cup sta nello spostare i propri limiti ancora più in alto. Accelerare prima, portare in curva più velocità, frenare tardi, molto tardi. L’ABS è regolabile in 11 posizioni, dove l’undicesima è quella più vicina “all’OFF”: bisogna pestare con tanta forza sul pedale del freno, ma la facilità con cui si limano grosse fette di velocità è scioccante. Si può franare “alla morte” ma la GT3 rimane ferma e composta, anche nelle scalate più cattive.
Un’ora di prove libere è andata: sono ad un decimo dal primo delle vetture Silver, a 3,5 secondi dal primo delle vetture 4.0. Posso ritenermi soddisfatto.

215215
“Si può franare “alla morte” ma la GT3 rimane ferma e composta, anche nelle scalate più cattive”

171171
“Assimilare informazioni, sensazioni, capire dove migliorare, studiare: tutto questo, nel motorsport, è quasi più importante di saper schiacciare l’acceleratore”

CORSE E METODO

La raccolta dei dati è fondamentale per un pilota. Assimilare informazioni, sensazioni, capire dove migliorare, studiare: tutto questo, nel motorsport, è quasi più importante di saper schiacciare l’acceleratore. Fabrizio Gollin e Bruno (l’ingegnere di pista con la “I”maiuscola) mi hanno formato e teleguidato durante tutto il weekend. La telemetria racconta che tendo a fare ancora qualche traiettoria da “trazione anteriore”, ma per il resto ci siamo. Quando si è ad un decimo dal primo tempo è questione di dettagli, ma i dettagli da correggere sono i più importanti, e spesso anche i più difficili.
Raccogliere tutte le energie, tutta la concentrazione in tre giri: questa è la qualifica. Tre tentativi, dopodiché la gomma nuova perde quel vantaggio, e il tempo buono non esce più. Non è un grande sforzo fisico (non se paragonato alle libere o alla gara), ma mentalmente lo è.
La gomma nelle corse è la chiave di tutto. Bisogna scaldarla bene nel primo giro di preparazione alla qualifica, stando attenti a non rovinare la carcassa. Accelerare e frenare forte, in modo che il disco scaldi il cerchio, e il cerchio scaldi la gomma. Seghettare leggermente il volante in percorrenza, in modo da scaldare la mescola facendo “sfregare” i polimeri. È affascinante.
Parto. Buonino il primo giro, anche il secondo. La gomma nuova abbassa i tempi di circa un secondo al giro, così stacco un 1,37,06 e un 1,37,03. Ho ritmo, sono caldo, e tento un giro al limite. La gomma nuova mi permette di dare gas con ancora più violenza, così finisco per guidare un po’ troppo cattivo, con qualche rischio, ma il cronometro mi da ragione: 1,37,00. Sono primo di Classe, a 2,5 secondi dal miglior tempo dei 4.0!

171171
“Assimilare informazioni, sensazioni, capire dove migliorare, studiare: tutto questo, nel motorsport, è quasi più importante di saper schiacciare l’acceleratore”


244244

SEMAFORI SPENTI

Ma una pole position non è una vittoria (anche se per me un po’ sì). Ogni weekend di gara del Porsche Carrera Cup prevede due manches, e dopo 4 ore dalla qualifica c’è la prima.
Devo dire la verità, non sono mai stato tanto tranquillo prima di una gara. La macchina mi piace, mi è amica. Vallelunga non è certo la mia pista preferita, ma sento ormai una certa intimità anche con lei. Sono sereno. I tempi sono buoni, io sono in forma e il sole picchia sulla fronte.
Scaldiamo le gomme e ci disponiamo sulla griglia di partenza. Se c’è una cosa che non sono bravo a fare è la partenza: stacco male la frizione e vengo passato dal secondo di classe 3.8; ma quello davanti a me (l’ultimo delle vetture 4.0) parte ancora peggio, così dopo il curvone me lo metto dietro.

Per i primi cinque o sei giri viaggiamo in tre: ho più ritmo di quello davanti a me, ma non trovo il punto dove passarlo. Quello dietro di me, invece, ha più motore (25 CV e 200 cc in più sono tanti), ma in staccata riesco sempre a tenerlo a bada, anche se i suoi attacchi cominciano a infastidirmi.

A circa metà gara (che dura 25 minuti più un giro) decido che è ora di attaccare con più decisione. Provo a prendere alcuni metri, e ci riesco, ma, per farlo, stresso troppo le gomme posteriori, che cominciano a perdere irrimediabilmente grip. Dopo due giri di sovrasterzi e correzioni, alla curva dei Cimini do gas troppo presto e con troppa irruenza (la telemetria più tardi mi segnerà un botta di 70% con 9 metri d’anticipo). Risultato? Mi giro, come uno stupido. L’auto si spegne, perdo una posizione, riesco a riaccenderla e riparto. Maledizione. Riesco comunque a riprendere quello davanti a me e passarlo, e arrivo secondo tra le tre vetture Silver Cup. Mi sono divertito? Tantissimo, ma ho anche tanto amaro in bocca. Sono abituato ad avere una gomma che in gara “regge” fino alla fine, ma con 460 CV, dovevo stare più cauto e morbido con il piede destro.

Domenica mi sveglio agitato, ma non troppo preoccupato. La gara è a mezzogiorno e il mio coach Fabrizio mi ricorda che oggi le cose saranno molto più facili. È una scena che ho già visto e una fatica che ho già fatto. Parto meglio questa volta, ma parto secondo (sia parte nell’ordine di arrivo di gara uno). Mi metto all’inseguimento del primo (sempre di classe 3,8 litri, ovviamente), ma cerco di guidare in modo più morbido. I giri passano, ma la distanza tra me e il primo rimane la stessa. Ogni volta che provo a forzare, la macchina mi avvisa che non c’è più gomma, e credo che sia la stessa cosa per lui davanti a me. Gestisco meglio la gomma, ma non riesco a prenderlo, così taglio il traguardo per secondo anche oggi.

244244

361361
“Il motore che urla, la trasmissione brusca, la trazione infinita, la frenata che vi fa scoppiare i capillari dei bulbi oculari”

IT’S RACING

“Il bello delle corse è che può succedere di tutto”. Già, lo dico sempre, ed è vero. Ma il bello è anche andare più forte di tutti. Ma forse pretendere di vincere con un’auto mai vista prima è un po’ ottimistico; anche se dopo la pole position e il giro veloce (sia in gara uno che in gara due) un po’ ci speravo. Ma a mente fredda, oggi, mi rendo conto che è stato un weekend di gara eccezionale. Un’esperienza immersiva, intensa. Lo è ogni weekend di gara, ma la 911 GT3 Cup N.70 emana un’aura davvero speciale, carica di storia, di tradizione, ma soprattutto è un oggetto di puro godimento. Il motore che urla, la trasmissione brusca, la trazione infinita, la frenata che vi fa scoppiare i capillari dei bulbi oculari: è pura gioia. Il Porsche Carrera Cup, poi, è un campionato che vi fa assaggiare il vero motorsport. In questi tre giorni ho conosciuto i ragazzi dello Scholarship Program, giovani e affamati di velocità. Tutti seri, concentrati, come dei veri professionisti. Ragazzi ambiziosi e con un piede davvero pesante. Sono stato molto fortunato a essere seguito da persone con un’esperienza mostruosa (Bruno e Fabrizio), che mi hanno aiutato a tirare fuori il meglio dalla macchina, ma anche da me stesso. Perché alla fine le macchina sono oggetti fantastici, ma non vanno da nessuna parte senza le persone.

361361
“Il motore che urla, la trasmissione brusca, la trazione infinita, la frenata che vi fa scoppiare i capillari dei bulbi oculari”

L’articolo Porsche Carrera Cup Italia: il racconto dall’abitacolo della GT3 proviene da Panoramauto.

Fonte

Lamborghini Huracán GT3 EVO: tutte le foto e le info

Lamborghini Huracán GT3 EVOLamborghini Huracán GT3 EVO

Lamborghini Huracán GT3 EVO profiloLamborghini Huracán GT3 EVO profilo

Lamborghini Huracán GT3 EVO codaLamborghini Huracán GT3 EVO coda

Lamborghini Huracán GT3 EVO frontaleLamborghini Huracán GT3 EVO frontale

Lamborghini Huracán GT3 EVO tre quarti posterioreLamborghini Huracán GT3 EVO tre quarti posteriore

Lamborghini Huracán GT3 EVO dettaglioLamborghini Huracán GT3 EVO dettaglio

Lamborghini Huracán GT3 EVO specchietto retrovisoreLamborghini Huracán GT3 EVO specchietto retrovisore

Lamborghini Huracán GT3 EVO estrattoreLamborghini Huracán GT3 EVO estrattore

 

La Lamborghini Huracán GT3 EVO – versione della supercar di Sant’Agata Bolognese destinata alle competizioni GT – debutterà ufficialmente il prossimo 26 gennaio 2019 alla 24 Ore di Daytona.

Presentata durante la tappa del Nürburgring del Lamborghini Super Trofeo Europe 2018 e già ordinabile (le scuderie che hanno investito sulla Casa del Toro nelle gare GT del passato potranno aggiornare le vecchie GT3 con un kit omologato per il prossimo triennio), non è altro che un’evoluzione della Huracán GT3.

Lamborghini Huracán GT3 EVO: l’aerodinamica

L’aerodinamica della Lamborghini Huracán GT3 EVO è stata concepita in collaborazione con Dallara: carico aumentato per migliorare la stabilità e ridurre la sensibilità al beccheggio. All’anteriore troviamo splitter (dal bordo d’attacco pronunciato) e cofano (in fibra di carbonio anziché fibra di vetro) modificati. Il bumper presenta inediti recessi laterali che ospitano due grandi flick per assicurare un elevato carico sull’anteriore mentre dietro spicca la grande ala in fibra di carbonio, dalle estremità modellate con due twist coadiuvata dal diffusore con pinne ridisegnate.

Lamborghini Huracán GT3 EVO: la meccanica

La Lamborghini Huracán GT3 EVO si presenta con cambiamenti alla cinematica delle sospensioni anteriori (braccetti in alluminio ricavato dal pieno anziché in acciaio per migliorare la fase di rollio e la connessione tra i due assi). Per quanto riguarda l’asse posteriore segnaliamo invece nuovi mozzi, cuscinetti e semiassi con l’utilizzo di tripodi al posto dei giunti omocinetici per una maggiore efficienza della trasmissione e semplicità di manutenzione. Senza dimenticare gli ammortizzatori Öhlins, ora a quattro vie per assicurare un controllo ottimale durante la fase di rollio.

Lamborghini Huracán GT3 EVO: l’elettronica

Sulla Lamborghini Huracán GT3 EVO arriva lo sterzo elettroidraulico EHPS (Electro Hydraulic Power Steering) – già testato con successo sulla Huracán Super Trofeo EVO – con manettino per regolare in corsa il livello di servoassistenza. Da non sottovalutare il nuovo ABS Bosch M5.

Lamborghini Huracán GT3 EVO: l’abitabilità

L’accesso a bordo della Lamborghini Huracán GT3 EVO è stato facilitato dalle modifiche al rollcage.

Passione Lamborghini

prevnext

L’articolo Lamborghini Huracán GT3 EVO: tutte le foto e le info proviene da Panoramauto.

Fonte

Ana Carrasco: “Essere una donna in gara? Una missione quasi impossibile”

Ana CarrascoAna Carrasco

Credits: Dario Aio

Nel 2017, a Portimão, Ana Carrasco è entrata nella storia come prima donna a vincere una gara di un Mondiale di velocità, di lei aveva parlato persino il New York Times.

Domenica, sulla stessa pista portoghese, la pilota spagnola del DS Junior Team  Kawasaki potrebbe conquistare il secondo record: essere la prima ad aggiudicarsi un Mondiale, quello della Supersport 300.

Classe 1997, occhi dolci e poche parole, Ana ha il talento e la grinta per compiere l’impresa, con tutto il tifo dalla sua parte.

Come ha iniziato ad andare in moto?

“Ho ereditato la passione da mio padre; è meccanico e lavorava nei box, con il campione José David de Gea, per esempio. Sono salita in sella a 3 anni, al posto di mia sorella maggiore”.

Cioè?

“Aveva ricevuto una minimoto in regalo, però non la usava mai: l’ho provata io ed è diventata subito il mio gioco preferito”.

Da gioco, la moto si è trasformata in lavoro.

“A 5 anni ho cominciato a gareggiare e a 10 mi sono piazzata seconda nel Campionato 70cc di Madrid e dell’Andalusia. Ho capito che sarebbe stato questo il mio destino a 14 anni ma, per sicurezza, continuo a studiare.

Frequento il secondo anno di Giurisprudenza all’Università di Sant’Antonio di Murcia, io sono originaria di Cehegín, una sessantina di chilometri dalla capitale della Regione autonoma”.

Poi ha partecipato al Motomondiale in Moto3, all’Europeo di Moto2 e l’anno scorso è passata alla World Supersport 300.

“La vittoria è arrivata al terzultimo round, ma è valsa la pena attendere. Io ero al settimo cielo e sono impazziti tutti: da quella domenica pomeriggio ho trascorso una settimana intera al telefono o in viaggio per rilasciare interviste”.

L”accompagna qualcuno in giro per circuiti?

“Nessuno. A casa c’è bisogno di papà: abito con lui, sorella e fratello minore, che va ancora a scuola. Però non è un problema per me, sono abituata: in gara sono sola”.

Ha amicizie nel paddock?

“La verità? No, i rapporti con i piloti sono buoni, ma non così stretti”.

Gli avversari le fanno i complimenti?

“Quando vado più forte di loro, sì”.

Non storcono mai il naso?

“Non ne ho idea, perché non ci faccio caso. Sono concentrata solo su me stessa, mi  interessa il mio risultato”.

Lei è l’unica rider donna del campionato. Crede di avere incontrato più ostacoli, rispetto ai ragazzi?

“Le difficoltà ci sono per tutti. Per una donna, ancora di più: trovare una moto competitiva e  una squadra che punti su una ragazza è una missione quasi impossibile”.

Qual è il suo punto forte?

“La velocità. E la dedizione totale: se non dai l’anima, i risultati non arrivano”.

Ha a disposizione un giro in pista con un pilota: chi sceglie?

“Valentino Rossi, il migliore di tutti i tempi. Però non mi dispiacerebbe trovarmi a fianco nemmeno Casey Stoner o Marc Maquez, altri due fenomeni”.

Per una pizza chi inviterebbe, invece?

“Valentino, ovviamente. O Marc? Anzi, entrambi, uscirei in tre: se si incontrassero fuori dal circuito e lontano dalle polemiche, sono sicura che l’atmosfera tornerebbe serena”.

Se dovesse esprimere il sogno della vita?

“Vincere il Mondiale in questa categoria e salire di livello, Con l’obiettivo di mettere in bacheca i successivi. La moto ha priorità assoluta ”.

L’articolo Ana Carrasco: “Essere una donna in gara? Una missione quasi impossibile” proviene da Panoramauto.

Fonte

KIA ProCeed, ora è shooting brake: cambia nome, cambia faccia

Kia ProCeed 2018: ora è shooting brakeKia ProCeed 2018: ora è shooting brake

Le premesse c’erano tutte – sotto le forme della ProCeed Concept di Francoforte, nello specifico – e ora ne abbiamo la conferma ufficiale: la KIA ProCeed è cambiata. Ed è cambiata tanto.

Pensata appositamente per l’Europa (verrà venduta solo qui), la nuova KIA ProCeed smette di essere una tre porte dalle velleità sporiveggianti e abbraccia le forme ammiccanti delle shooting brake.

Tanto spazio, insomma, per offrire alle giovani famiglie una soluzione che si adatti alle esigenze di chi deve caricare bagagli e perché no passeggini, ma non vuole rinunciare a linee filanti e dinamiche.

Perfetta per gli europei, in effetti. Kudos a KIA per il cambio di rotta.

KIA ProCeed 2018: il design

KIA ProCeed 2018: gli esterniKIA ProCeed 2018: gli esterni

KIA ProCeed 2018: gli esterniKIA ProCeed 2018: gli esterni

KIA ProCeed 2018: gli esterniKIA ProCeed 2018: gli esterni

KIA ProCeed 2018: gli esterniKIA ProCeed 2018: gli esterni

KIA ProCeed 2018: gli esterniKIA ProCeed 2018: gli esterni

 

Figlia della KIA Ceed presentata allo scorso salone di Ginevra e della già citata Concept di Francoforte, la nuova KIA ProCeed 2018 presenta un mix (ben riuscito, va detto) degli stilemi dei due genitori.

Il frontale è quello della Ceed, ovviamente, con il frontale basso e la mascherina (il Tiger Nose) larga, anche se il disegno dei fendinebbia cambia e si fa affilato. Il posteriore presenta invece delle linee più taglienti con i fari che si assottigliano e le luci di posizione che abbracciano tutto il retro senza soluzione di continuità.

A variare maggiormente è però la vista laterale, ed è qui che entra in gioco la concept francofortina: soprattutto nel gioco grafico della terza luce, “tagliata” da una cromatura che in KIA definiscono “Sharkblade”, pinna di squalo. Il risultato è un design mosso e aggressivo, in linea con gli obiettivi di immagine del marchio.

Il tutto senza rinunciare allo spazio di carico, con un bagagliaio di 594 litri. Il tutto rimanendo più bassa della Sportswagon, e di soli 5 millimetri più lunga.

KIA ProCeed 2018: le dimensioni

Dimensioni esterne

Lunghezza 4,60 metri
Larghezza 1,80 metri
Altezza 1,42 metri

Dimensioni interne

Passo 2,65 metri
Spazio sopra la testa (anteriore) 0,96 metri
Spazio sopra la testa (posteriore) 0,95 metri
Spazio per le spalle (anteriore) 1,43 metri
Spazio per le spalle (posteriore) 1,40 metri

Capacità

Bagagliaio 594 litri
Serbatoio 50 litri

KIA ProCeed 2018: i motori

Ma veniamo ai propulsori, per i quali occorre fare una distinzione fra i due allestimenti della nuova KIA ProCeed: GT Line e GT.

La KIA ProCeed GT Line potrà essere gudiata scegliendo fra due diversi motori benzina e un motore diesel, tutti conformi alle normative Euro 6/D-Temp:

  1. 1.0 benzina T-GDi da 120CV e 172 Nm di coppia, trasmissione manuale a 6 marce
  2. 1.4 benzina T-GDi da 140CV e 242 Nm di coppia, disponibile sia con trasmissione manuale a 6 marce che con un automatico 7 marce a doppia frizione
  3. 1.6 diesel CRDi da 136CV e 280 Nm di coppia, disponibile sia con trasmissione manuale a 6 marce che con un automatico 7 marce a doppia frizione

La KIA ProCeed GT sarà invece disponibile con uno specifico motore 1.6 benzina T-GDi da 204CV e 265 Nm di coppia, abbinato a un 7 marce automatico a doppia frizione.

KIA ProCeed 2018: gli interniKIA ProCeed 2018: gli interni

KIA ProCeed 2018: commercializzazione e prezzo

Come potete immaginare, i dettagli sul prezzo e sulla commercializzazione della nuova KIA ProCeed 2018 sono ancora scarsi.

Di sicuro si sa che il nuovo modello verrà messo in vendita nel primo trimestre del 2019, con la garanzia standard di KIA che copre fino a 7 anni e 150.000 Km.

Il modello sarà prodotto in Slovacchia, a sottolineare la sua vocazione europea. Stiamo parlando, dopotutto, di un modello pensato apposta per noi.

L’articolo KIA ProCeed, ora è shooting brake: cambia nome, cambia faccia proviene da Panoramauto.

Fonte

F1 – Le cinque scuderie asiatiche migliori di sempre

Formula One Grand Prix of Abu DhabiFormula One Grand Prix of Abu Dhabi

Credits: epa06348011 British Formula One driver George Russell of the Sahara Force India F1 Team in action during the first practice session at Yas Marina Circuit in Abu Dhabi, United Arab Emirates, 24 November 2017. The Formula One Grand Prix of Abu Dhabi will take place on 26 November 2017. EPA/VALDRIN XHEMAJ

HondaHonda

ToyotaToyota

Super AguriSuper Aguri

Formula One Grand Prix of BrazilFormula One Grand Prix of Brazil

Credits: epa03484642 Finnish Formula One driver Heikki Kovalainen of Caterham in action during the last free practice session at the Interlagos racetrack in Sao Paulo, Brazil, on 24 November 2012. The Formula One Grand Prix of Brazil will take place on 25 November 2012. EPA/MIGUEL GUTIERREZ

 

L’Asia non ha mai brillato in F1: i piloti e le scuderie provenienti da questo continente non sono mai riusciti a portare a casa un Mondiale.

Di seguito troverete le cinque scuderie asiatiche che hanno mostrato le cose migliori in F1: tre di queste sono giapponesi ma la migliore è (o meglio era, visto che recentemente ha cambiato nome e proprietà) un’indiana…

F1 – Le cinque scuderie asiatiche migliori di sempre

Formula One Grand Prix of Abu DhabiFormula One Grand Prix of Abu Dhabi

1° Force India (India)

STAGIONI IN F1: 11 (2008-2018)

MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE PILOTI: 7° (2016 e 2017 con Sergio Pérez)

MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE COSTRUTTORI: 4° (2016, 2017)

GP DISPUTATI: 203
POLE POSITION: 1
GIRI VELOCI: 5
PODI: 6

Formula One Grand Prix of Abu DhabiFormula One Grand Prix of Abu Dhabi

HondaHonda

2° Honda (Giappone)

STAGIONI IN F1: 8 (1964-1968, 2006-2008)

MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE PILOTI: 4° (1967 con John Surtees)

MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE COSTRUTTORI: 4° (1967, 2006)

GP DISPUTATI: 88
VITTORIE: 3
POLE POSITION: 2
GIRI VELOCI: 2
PODI: 9

HondaHonda

ToyotaToyota

3° Toyota (Giappone)

STAGIONI IN F1: 8 (2002-2009)

MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE PILOTI: 6° (2005 con Ralf Schumacher)

MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE COSTRUTTORI: 4° (2005)

GP DISPUTATI: 139
POLE POSITION: 3
GIRI VELOCI: 3
PODI: 13

ToyotaToyota

Super AguriSuper Aguri

4° Super Aguri (Giappone)

STAGIONI IN F1: 3 (2006-2008)

MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE PILOTI: 17° (2007 con Takuma Sato)

MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE COSTRUTTORI: 9° (2007)

GP DISPUTATI: 39

Super AguriSuper Aguri

Formula One Grand Prix of BrazilFormula One Grand Prix of Brazil

5° Caterham (Malesia)

STAGIONI IN F1: 3 (2012-2014)

MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE COSTRUTTORI: 10° (2012)

GP DISPUTATI: 56

Formula One Grand Prix of BrazilFormula One Grand Prix of Brazil

F1 d’epoca

prevnext

L’articolo F1 – Le cinque scuderie asiatiche migliori di sempre proviene da Panoramauto.

Fonte:

CIR 2018 – Anna Andreussi: il ritorno al Rally Adriatico

Anna AndreussiAnna Andreussi

Anna Andreussi torna a correre nel campionato italiano rally CIR 2018: la navigatrice di Paolo Andreucci – reduce da un periodo di assenza dalle gare dopo il brutto incidente dello scorso 13 luglio – prenderà parte al Rally Adriatico (in programma il prossimo 21 settembre) con la Peugeot 208 T16.

“Sono contenta di essere riuscita, grazie allo staff medico che mi ha seguita in questi mesi, a raggiungere l’obbiettivo che mi ero prefissata fin da subito: correre le ultime due gare del campionato”, ha dichiarato Anna Andreussi. “Abbiamo fatto ogni passo insieme io e Paolo, l’ultimo step per decidere di partecipare all’Adriatico è stato il test di ieri… Salire in macchina mi ha ridato tutto quello che avevo sperato nei mesi scorsi, ovvero che nulla è cambiato!”.

Anna Andreussi – nata il 17 aprile 1972 ad Artegna (Udine) – è, dal 2001, la navigatrice di Paolo Andreucci. I due, insieme, hanno conquistato ben nove campionati italiani rally (2003, 2006, 2009-2012, 2014, 2015, 2017).

Rally italiano

prevnext

L’articolo CIR 2018 – Anna Andreussi: il ritorno al Rally Adriatico proviene da Panoramauto.

Fonte: