Monthly Archives: Luglio 2021

Auto low cost: dieci proposte nuove

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Le auto low cost non sono quelle con il prezzo più basso ma quelle che costano meno delle rivali a parità di contenuti. Vetture essenziali e senza fronzoli adatte a chi cerca la sostanza.

In questa guida all’acquisto troverete dieci valide proposte lowcost (filosofia presente da tempo sui voli) nuove che costano meno di 22.000 euro. Modelli ideali per chi vuole una macchina estremamente razionale.

Se cercate un’auto economica potete ad esempio consultare questo articolo relativo alle auto più economiche, questo riferito ai modelli diesel o quest’altro sulle vetture a gas (GPL e metano).

L’elenco delle dieci macchine low-cost più interessanti del listino comprende soprattutto veicoli italiani (SPOILER: c’è anche un modello del gruppo FCA, una Fiat per l’esattezza) appartenenti al segmento delle piccole e delle SUV piccole, anche se non mancano mezzi di altre nazioni e di altre categorie. Di seguito troverete una breve descrizione e i prezzi di queste vetture.

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Dacia Sandero Streetway 1.0 SCe Access – 8.950 euro

La Dacia Sandero 1.0 SCe Access – versione “base” della terza generazione della piccola low-cost rumena – è l’auto più economica in commercio.

Il motore 1.0 tre cilindri a benzina – poco potente (65 CV) e tutt’altro che scattante (16,7 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h) – non è molto vigoroso ai bassi regimi e il climatizzatore non si può avere neanche come optional.

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Dacia Duster 1.0 TCe Access – 12.600 euro

La Dacia Duster 1.0 TCe Access – versione base della seconda generazione della SUV compatta low cost rumena – è una crossover essenziale: il climatizzatore non è disponibile neanche come optional.

Il motore è un 1.0 turbo tre cilindri TCe benzina da 90 CV.

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DR dr 3 – 15.400 euro

La DR dr 3 è una piccola SUV “cino-molisana”: in pratica è una Sport Utility cinese – la Chery Tiggo 3X – riveduta e corretta a Macchia d’Isernia.

Il motore è un 1.5 a benzina da 117 CV.

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DR dr 5.0 1.5 – 18.900 euro

La DR dr 5.0 1.5 è la versione più accessibile della SUV compatta “cino-molisana” (in pratica una Chery Tiggo 5X riveduta e corretta a Macchia d’Isernia).

Il motore 1.5 a benzina da 116 CV delude alla voce “consumi“: 12,2 km/l dichiarati.

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Fiat Tipo 1.0 4 porte – 17.000 euro

La Fiat Tipo 1.0 4 porte – versione “base” della variante con la coda della seconda generazione della compatta torinese – è l’unica proposta priva di portellone tra quelle analizzate in questa guida all’acquisto.

Il motore è un 1.0 turbo tre cilindri a benzina da 101 CV.

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Mahindra KUV100 K6+ – 12.440 euro

La Mahindra KUV100 K6+, versione “base” della piccola SUV low-cost indiana, è “mignon” fuori – solo 3,70 metri di lunghezza – e dentro (i passeggeri posteriori hanno pochi centimetri a disposizione delle gambe).

Il motore 1.2 tre cilindri a benzina da 87 CV è un po’ rumorosetto.

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Mahindra XUV500 W6 – 21.240 euro

La Mahindra XUV500 W6 – versione d’accesso della SUV media indiana a 7 posti – è, a nostro avviso, una delle auto low-cost più interessanti in commercio. Una crossover tanto ingombrante (4,59 metri di lunghezza) quanto spaziosa poco adatta a chi vuole risparmiare sui costi di gestione: la cilindrata elevata (2.2) incide negativamente sul prezzo dell’assicurazione RC Auto e in più a causa delle emissioni considerevoli di CO2 bisogna pagare 2.000 euro di ecotassa. Senza contare il prezzo, il più alto tra le vetture analizzate in questo elenco.

Il motore 2.2 turbodiesel – l’unico propulsore a gasolio presente in questa guida all’acquisto – è potente (140 CV), ricco di coppia e pronto ai bassi regimi. Nonostante questo non nasce per divertire: il peso si fa sentire nelle curve.

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Mitsubishi Space Star 1.0 Invite – 13.300 euro

La seconda generazione della Mitsubishi Space Star – qui analizzata nella versione “entry level” Invite – è una piccola giapponese non particolarmente dotata alla voce “bagagliaio”.

La “segmento B” nipponica non offre molto spazio alle spalle dei passeggeri posteriori ma si riscatta con un peso contenuto che influisce in modo positivo sull’agilità nelle curve e sui consumi (19,2 km/l dichiarati). Il motore 1.0 tre cilindri a benzina da 71 CV, però, è carente di coppia e di verve ai bassi regimi.

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Skoda Fabia Wagon Design Edition – 18.150 euro

La Skoda Fabia Wagon Design Edition – variante familiare della terza generazione della piccola ceca – può vantare tre punti di forza da non sottovalutare: un bagagliaio immenso, un buon comfort nei lunghi viaggi e una dotazione di serie molto ricca (autoradio Android Auto Apple CarPlay Bluetooth DAB MP3 USB, fendinebbiafrenata automatica, protezione pedoni e sedile del guidatore regolabile in altezza, tra le altre cose).

La station esteuropea non offre molto spazio alla testa dei passeggeri posteriori più alti e ospita sotto il cofano un motore 1.0 turbo tre cilindri a benzina TSI da 95 CV.

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Ssangyong Tivoli 1.2 GDI – 21.100 euro

La Ssangyong Tivoli 1.2 GDI – variante base della piccola SUV coreana – è una crossover costruita con cura.

Il motore è un 1.2 turbo tre cilindri GDI a benzina da 128 CV.

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La prova su strada di Volvo XC40 Recharge

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IconWheels per Volvo

Volvo XC 40 Recharge, la prova su strada di Icon Wheels


Volvo XC40 Recharge è il primo modello full electric della gamma della Casa svedese. Si ispira, naturalmente, alla XC40 “normale”, la Volvo più venduta in Italia – una vettura di grande successo – già disponibile anche nella versione plug-in hybrid. La nuova auto a zero emissioni è fra le protagoniste della rivoluzione green di Volvo che ha come obiettivo ambizioso quello di portare al 50% la quota delle vetture elettriche sul totale globale, entro il 2025, per diventare full electric a partire dal 2030.

Volvo XC40 Recharge porta con sé alcune peculiarità tipiche delle vetture a zero emissioni: basta dare un’occhiata alla parte frontale che è priva della griglia per il raffreddamento del motore. Al suo posto, una mascherina, in tinta con la carrozzeria dal design molto “pulito”, ma al tempo stesso avveniristico, in linea con la filosofia della Casa svedese “less is more”. È un po’ il biglietto da visita delle versione “Recharge”, assieme allo sportellino per la ricarica e al badge con la scritta dedicata.

La nuova suv a zero emissioni è la sintesi di tutto ciò che ci si può aspettare da una vettura a trazione a zero emissioni. Intanto l’autonomia, uno dei dati che maggiormente interessano quando si acquista una vettura elettrica, supera i 400 Km, secondo il ciclo di omologazione WLTP. La batteria può essere ricaricata all’85% della sua capacità, in solo 40 minuti se collegata a un sistema di ricarica veloce.

Una volta saliti a bordo scordatevi il pulsante di accensione. Basta solo premere il freno e mettere la leva del cambio in “drive” e la macchina si muove, in totale silenzio. A differenza di altre vetture elettriche, su Volvo XC40 Recharge non si può scegliere fra differenti modalità di guida. Tutto è nelle mani del guidatore che si trova a vivere un’esperienza davvero emozionante, forte pure degli oltre 400 CV e di un’accelerazione 0-100 raggiunta in 4 secondi e 9, tempi da vettura sportiva. Questa suv elettrica tiene letteralmente incollati al sedile e lo fa pure in modo assolutamente silenzioso, per cui viaggiare a bordo di XC40 è un’esperienza davvero piacevole. Ha tutto ciò che ci si aspetta da un’auto elettrica. Utilissimo, poi, nel traffico urbano, l’utilizzo del “one pedal” che consente, quando si alza il piede dall’acceleratore, di ottenere la massima forza rigenerativa, evitando di premere il pedale del freno.

Volvo XC 40 Recharge è già disponibile nelle concessionarie, in due differenti allestimenti: Plus da 56.300 euro e PRO da 60.400 euro.

Volvo XC40 Recharge P8 AWD in Glacier Silver

Credits: Volvo XC40 Recharge P8 AWD in Glacier Silver

Volvo XC40 Recharge P8

Credits: Volvo XC40 Recharge P8

Volvo XC40 Recharge Plug-In Hybrid

Credits: Volvo XC40 Recharge Plug-In Hybrid

Volvo XC40 Recharge P8 AWD in Glacier Silver

Credits: Volvo XC40 Recharge P8 AWD in Glacier Silver

Volvo XC40 Recharge P8 Frunk

Credits: Volvo XC40 Recharge P8 Frunk

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La prova su strada di Volvo XC 40 Recharge

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IconWheels per Volvo

Volvo XC 40 Recharge, la prova su strada di Icon Wheels


Volvo XC40 Recharge è il primo modello full electric della gamma della Casa svedese. Si ispira, naturalmente, alla XC40 “normale”, la Volvo più venduta in Italia – una vettura di grande successo – già disponibile anche nella versione plug-in hybrid. La nuova auto a zero emissioni è fra le protagoniste della rivoluzione green di Volvo che ha come obiettivo ambizioso quello di portare al 50% la quota delle vetture elettriche sul totale globale, entro il 2025, per diventare full electric a partire dal 2030.

Volvo XC40 Recharge porta con sé alcune peculiarità tipiche delle vetture a zero emissioni: basta dare un’occhiata alla parte frontale che è priva della griglia per il raffreddamento del motore. Al suo posto, una mascherina, in tinta con la carrozzeria dal design molto “pulito”, ma al tempo stesso avveniristico, in linea con la filosofia della Casa svedese “less is more”. È un po’ il biglietto da visita delle versione “Recharge”, assieme allo sportellino per la ricarica e al badge con la scritta dedicata.

La nuova suv a zero emissioni è la sintesi di tutto ciò che ci si può aspettare da una vettura a trazione a zero emissioni. Intanto l’autonomia, uno dei dati che maggiormente interessano quando si acquista una vettura elettrica, supera i 400 Km, secondo il ciclo di omologazione WLTP. La batteria può essere ricaricata all’85% della sua capacità, in solo 40 minuti se collegata a un sistema di ricarica veloce.

Una volta saliti a bordo scordatevi il pulsante di accensione. Basta solo premere il freno e mettere la leva del cambio in “drive” e la macchina si muove, in totale silenzio. A differenza di altre vetture elettriche, su Volvo XC40 Recharge non si può scegliere fra differenti modalità di guida. Tutto è nelle mani del guidatore che si trova a vivere un’esperienza davvero emozionante, forte pure degli oltre 400 CV e di un’accelerazione 0-100 raggiunta in 4 secondi e 9, tempi da vettura sportiva. Questa suv elettrica tiene letteralmente incollati al sedile e lo fa pure in modo assolutamente silenzioso, per cui viaggiare a bordo di XC40 è un’esperienza davvero piacevole. Ha tutto ciò che ci si aspetta da un’auto elettrica. Utilissimo, poi, nel traffico urbano, l’utilizzo del “one pedal” che consente, quando si alza il piede dall’acceleratore, di ottenere la massima forza rigenerativa, evitando di premere il pedale del freno.

Volvo XC 40 Recharge è già disponibile nelle concessionarie, in due differenti allestimenti: Plus da 56.300 euro e PRO da 60.400 euro.

Volvo XC40 Recharge P8 AWD in Glacier Silver

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Volvo XC40 Recharge P8

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Volvo XC40 Recharge Plug-In Hybrid

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Volvo XC40 Recharge P8 AWD in Glacier Silver

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Volvo XC40 Recharge P8 Frunk

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A cosa servono i bollini colorati sugli pneumatici?

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Diversi automobilisti, almeno una volta nella vita, si saranno accorti che sugli pneumatici si possono trovare dei bollini colorati, chiedendosi a cosa servono. Su questo tema esistono anche delle leggende metropolitane che hanno dato vita alle ipotesi più disparate. Una di queste è abbastanza surreale e narra che il bollino serva a indicare la qualità della gomma. Nello specifico, in caso di bollino di colore rosso, lo pneumatico in questione sarebbe di seconda scelta. Nulla di più lontano dalla realtà: scopriamo cosa significano e a cosa servono i bollini colorati applicati sugli pneumatici.

Bollini colorati sugli pneumatici: a cosa servono

In verità i bollini che vengono applicati sugli pneumatici servono come strumento fornito al gommista per effettuare un montaggio a regola d’arte, facilitando il suo lavoro.

Cosa indica il bollino rosso applicato sugli pneumatici

Il bollino rosso serve a permettere al gommista di effettuare l’equilibratura della gomma in maniera perfetta, in quanto indica il punto con la maggiore sporgenza del battistrada. A fine montaggio la parte contrassegnata dal bollino di colore rosso dovrà coincidere il più possibile con il punto più basso del cerchione.

Una volta finito il montaggio della gomma, la parte in cui si trova il bollino deve dunque coincidere o avvicinarsi quanto più possibile, alla zona bassa del cerchio: quest’ultima, non a caso, presenta a sua volta un segno di riconoscimento ben specifico.

Bollino giallo sugli pneumatici: a cosa serve

Anche il bollino giallo applicato sugli pneumatici ha la funzione di facilitare l’operato del gommista. A differenza del rosso, quello giallo solitamente va a indicare il punto più leggero della gomma in cui far combaciare la valvola per il gonfiaggio. Regolandosi in base alla posizione del bollino giallo, il gommista è in grado di orientarsi in modo tale da utilizzare un minor peso per la bilanciatura in fase di equilibratura della gomma sul cerchio.

Bollini gialli e rossi sulla stessa gomma: a quale dare la precedenza

Su alcune gomme può capitare che siano presenti sia il bollino rosso che il bollino giallo. In questo caso, a quale colore il gommista dovrà dare la precedenza? Quello che prevale è il bollino di colore rosso perché la sua presenza è maggiormente rilevanti ai fini di un corretto montaggio.

Altri segni distintivi degli pneumatici

I bollini gialli e rossi non sono gli unici segni distintivi che si trovano sugli pneumatici: le gomme vengono contrassegnate opportunamente da codici alfanumerici e da strisce colorate. Tali segni distintivi, in alcuni casi, assolvono la stessa funzione dei bollini, ovvero quella di fornire un aiuto preziosi ai gommisti per montare gli pneumatici a regola d’arte, facilitandone l’equilibratura.

Le grandi aziende produttrici di pneumatici, quelle che vantano posizioni consolidate sul mercato del settore, al fine di rimanere al passo con i tempi hanno deciso di offrire prodotti sempre più avanzati dal punto di vista tecnologico. Il processo di produzione è stato quindi arricchito con appositi sistemi di marcatura delle gomme che servono anche a ottimizzare la stessa produzione ed evitare errori in fase di distribuzione.

Tutto ciò si traduce in strisce colorate o codici alfanumerici riposti solitamente sulla parte sterna della gomma: queste rappresentazioni grafiche, la maggior parte delle volte non rilevanti per i clienti, servono per segnalare il tipo di prodotto, le misure e altre caratteristiche dei modelli ai venditori. In alcuni casi i segni distintivi identificano anche lo stabilimento di produzione.

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A che cosa serve lo sverniciatore per auto e quando si usa?

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Lo sverniciatore per auto è uno strumento che serve a dare nuova vita alla carrozzeria di un vettura: viene utilizzato per togliere tutta la vernice prima di intraprendere una nuova riverniciatura. Usare lo sverniciatore per auto non rappresenta un’operazione  di particolare difficoltà, ma va comunque fatta con molta cautela attraverso semplici passaggi da seguire.

I consigli per utilizzare lo sverniciatore per auto

Una delle soluzioni più comuni è quella di ricorrere allo sverniciatore chimico che risulta anche più facile da utilizzare rispetto ad altri tipi di sverniciatori. L’operazione va fatta con molta attenzione ai dettagli. Per prima cosa bisogna indossare un paio di guanti molto spessi, così da proteggere le proprie mani. In seconda battuta è bene munirsi di una mascherina, in modo tale da non inalare sostanze tossiche che potrebbero risultare dannose per la salute. A questo proposito, nonostante i moderni sverniciatori contengano componenti meno aggressivi e nocivi per la salute e l’ambiente rispetto al passato, è sempre meglio eseguire il lavoro all’aperto o in un’area ben ventilata.

Come usare lo sverniciatore chimico per auto

Una volta muniti di guanti e mascherina per proteggersi in maniera adeguata, si devono coprire o togliere tutte le parti della vettura che possono essere danneggiate come i vetri e le guarnizioni. A questo punto, utilizzando un pennello, si stende lo sverniciatore chimico su tutta la carrozzeria, stando attenti a non lasciare nessuno spazio coperto. Terminata l’operazione, si lascia agire per qualche minuto.

Quando si è sicuri che la vernice preesistente della propria vettura venga via facilmente, si passa a un’altra operazione che consiste nel raschiare la carrozzeria con la spatola. La raschiatura può essere ripetuta anche più di una volta, in quanto bisogna avere la certezze di togliere completamente tutta la vernice dell’auto: solo allora si può passare alla fase di lavaggio attraverso una spugna. Dopo aver lavato l’auto, qualora ci fossero ancora delle parti con residui di vernici, si può usare una carta vetro sottile per completare gli ultimi dettagli. A questo punto l’auto è pronta per essere verniciata.

Alternativa allo sverniciatore: la smerigliatrice

Al fine di velocizzare la sverniciatura della carrozzeria di un’auto, al posto dello sverniciatore chimico, si può ricorrere alla smerigliatrice: va utilizzata applicando dei dischi di carta abrasiva spessa a grana 220, passandola su tutta la parte esterna della vettura per togliere la vernice. In un secondo momento si applicano i dischi a grana 400 che servono a lisciare la carrozzeria e togliere le eventuali imperfezioni rimaste.

Togliere la vernice dall’auto con la sabbiatrice

Un altro metodo per togliere la vernice dell’auto prima di riverniciarla da zero consiste nell’utilizzato della sabbiatrice: questa viene usata con la sabbia e quindi è bene proteggere con molta attenzione tutte quelle parti della vettura che possono essere danneggiate, andando a coprirle con attenzione oppure rimuoverle momentaneamente.

Solitamente, per la sabbiatrice, si usa un compressore a mano, mettendo l’ugello della misura più adatta per la sabbia che verrà versata all’interno. Una volta impostata la pressione del compressore, a seconda della grandezza delle particelle di sabbia e dell’ugello, si andrà a sabbiare l’auto finché non sarà rimossa completamente tutta la vernice originale. In questa fase bisogna prestare molta attenzione a non sabbiare troppo in un solo punto, perché potrebbero crearsi degli avvallamenti sulla lamiera che deformano l’auto, rovinando la carrozzeria e mettendo a repentaglio la futura riverniciatura.

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Renault Mégane Plug-in Hybrid: una compatta, due anime

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La Renault Mégane Plug-in Hybrid – variante ibrida plug-in benzina della quarta generazione della compatta francese (sviluppata sullo stesso pianale della Nissan Qashqai) – è l’ultima arrivata nella famiglia delle ibride alla spina della Régie, che già vede in listino le versioni “ricaricabili” della Captur e della Mégane Sporter.

Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la Renault Mégane Plug-in Hybrid nel più ricco e costoso allestimento R.S. Line. Scopriamo insieme i pregidifetti dell’ecologica “segmento C” transalpina.

Renault Mégane Plug-in Hybrid: come funziona il sistema ibrido plug-in

Il sistema ibrido plug-in della Renault Mégane Plug-in Hybrid è lo stesso già visto (e testato lo scorso anno) sulla Captur ibrida ricaricabile. Sotto il cofano troviamo un motore 1.6 aspirato a benzina da 91 CV – una potenza contenuta che consente alla “segmento C” d’Oltralpe di essere guidabile dai neopatentati – abbinato a due unità elettriche: l’e-motor da 67 CV gestisce la trazione in modalità full electric mentre la seconda (uno starter ad alta tensione chiamato HSG che lavora a 400 Volt) da 34 CV funge principalmente da sincronizzatore avviando istantaneamente il propulsore termico e portandolo subito ai giri giusti per l’inserimento della marcia corretta (ad esempio quando il guidatore richiede potenza o quando la batteria si sta per scaricare).

In parole povere la compatta transalpina cerca di viaggiare il più possibile in modalità elettrica: l’unità termica interviene quando si accelera a fondo, produce energia per la batteria e lavora principalmente tra i 2.000 e i 4.000 giri.

Tra le modalità di guida disponibili segnaliamo la Pure (che privilegia il full electric, a patto che vi sia una riserva sufficiente di energia), la Sport (rivolta a chi vuole il massimo in termini di prestazioni e la E-Save: quest’ultima limita l’utilizzo del motore elettrico e privilegia il 1.6 per mantenere la riserva di carica in modo da affidarsi esclusivamente alla batteria quando lo si desidera.

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Renault Mégane Plug-in Hybrid: consumi, autonomia in elettrico e ricarica

La Renault Mégane Plug-in Hybrid è l’auto perfetta per chi può ricaricare spesso la batteria (da 10,4 kWh). La compatta francese si è rivelata infatti molto efficiente in modalità elettrica (velocità massima raggiungibile di 135 km/h): l’autonomia dichiarata è di 50 km ma con uno stile di guida morigerato siamo addirittura riusciti a sfiorare quota 60.

Non altrettanto convincenti, invece, i consumi in modalità full hybrid a batteria (mai completamente) scarica: anche guidando in modo attento è stato impossibile raggiungere i 20 km/l.

Capitolo ricarica: la Renault Mégane Plug-in Hybrid può essere “attaccata” a tutti i tipi di colonnine disponibili (wallbox comprese) ma la potenza massima resta sempre limitata a 3,7 kW. In breve ci vogliono cinque ore con una presa da 2,4 o 3,7 kW e 3 ore se si opta per quelle da 7,4 kW o 22 kW.

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Renault Mégane Plug-in Hybrid: il bagagliaio convince, l’abitacolo non tanto

Il bagagliaio della Plug-in Hybrid ha perso qualche litro rispetto alle Renault Mégane “normali” per via della presenza della batteria (da 384 a 308 litri) ma resta un vano di tutto rispetto per la categoria con tutti i cinque posti occupati. Abbattendo i sedili dietro, invece, bisogna fare i conti con un tetto basso non molto adatto ai grandi carichi.

L’abitabilità non è mai stata il punto di forza della quarta serie della “segmento C” della Régie: l’abitacolo – che presenta qualche lieve imprecisione negli assemblaggi – offre pochi centimetri ai passeggeri posteriori. “Colpa” anche delle dimensioni esterne non esagerate (4,36 metri di lunghezza) che – unite ai sensori di parcheggio anteriori e posteriori e alla retrocamera di serie – rendono agevole qualsiasi manovra.

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Renault Mégane Plug-in Hybrid: il prezzo (buono) e la dotazione

La Renault Mégane Plug-in Hybrid R.S. Line protagonista del nostro primo contatto ha un prezzo interessante (39.150 euro) e una dotazione di serie che comprende:

  • ABS con assistenza alla frenata AFU
  • Accensione automatica dei fari tergicristalli
  • Airbag frontale conducente e passeggero (disattivabile)
  • Airbag laterali a tendina anteriori e posteriori
  • Alzacristalli anteriori e posteriori elettrici impulsionali
  • Avviso distanza di sicurezza (Distance Warning)
  • Assistenza mantenimento carreggiata (Lane Keep Assist)
  • Badge specifico R.S. Line su parafanghi anteriore e portellone posteriore
  • Cavo di ricarica Mode 2 per presa domestica standard (8/10A – 2,3 kW)
  • Cerchi in lega da 17″ diamantati R.S. Line Monthlery
  • Chiusura automatica delle portiere con auto in movimento
  • Cielo del tetto interno nero
  • Climatizzatore automatico bi-zona
  • Commutazione automatica degli abbaglianti/anabbaglianti
  • Consolle centrale alta con compartimento e 2 portabicchieri, 2USB+1 AUX nella prima fila, 2 USB nella seconda fila
  • Cruise control
  • Design esterno R.S. Line con paraurti anteriore sportivo con lama F1 e paraurti posteriore sportivo con doppio scarico cromato
  • Design interno R.S. Line con impunture rosse su leva del cambio e bracciolo centrale
  • Digital Driver Display 10″ a colori
  • Easy Access System
  • Easy Park Assist
  • Fari anteriori e posteriori Full LED
  • Fari diurni a LED con firma C-Shape e indicatori di direzione integrati (posteriori dinamici)
  • Fari fendinebbia a LED
  • Frenata d’emergenza attiva (AEBS) con riconoscimento pedoni
  • Freno di stazionamento elettrico con funzione Auto-Hold
  • Hill Start Assist
  • Kit riparazione pneumatici
  • Parking camera posteriore
  • Pedaliera sportiva in alluminio
  • Poggiatesta anteriori/posteriori regolabili in altezza
  • Predisposizione installazione allarme volumetrico
  • Presa 12V nella prima e seconda fila
  • Privacy Glass (vetri laterali posteriori e lunotto oscurati)
  • Renault Multi-Sense con 3 personalizzazioni specifiche e Ambient Lighting
  • Retrovisore interno fotocromatico senza cornice
  • Retrovisori esterni elettrici, riscaldati con sensore di temperatura, ripiegabili elettricamente
  • Riconoscimento segnaletica stradale e Over Speed Prevention (allarme superamento limite di velocità)
  • Rilevatore di stanchezza
  • Sedili anteriori sportivi design R.S. Line con poggiatesta integrato e regolazione lombare manuale
  • Sedili posteriori ribaltabili 1/3-2/3 e bracciolo centrale con 2 portabicchieri
  • Sellerie R.S. Line in tessuto con impunture rosse e inserti in pelle TEP
  • Sensore di pressione pneumatici con indicatore livello pressione su Driver Display
  • Sensori angolo morto
  • Sensori di parcheggio anteriori e posteriori
  • Shark Antenna
  • Sistema di ancoraggio Isofix
  • Sistema di rilevamento attivo veicoli posteriore
  • Sistema elettronico di controllo della stabilità ESC (ESP) con funzione antislittamento ASR
  • Sistema multimediale Renault Easy Link con touchscreen 9,3″, sistema di navigazione 3D con aggiornamenti automatici (OTA), Bluetooth, Radio DAB, compatibile con Android Auto e Apple CarPlay
  • Stop&Start
  • Volante in pelle pieno fiore con badge R.S. Line
  • Welcome/Bye Bye Sequence (inclusa chiusura automatica dei retrovisori esterni)

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Renault Mégane Plug-in Hybrid: le novità in 5 punti

  • Tecnologia ibrida plug-in benzina
  • Trasmissione multi-mode con innesto a denti priva di frizione
  • Batteria da 10,4 kWh
  • 50 km di autonomia in elettrico
  • Tempi di ricarica compresi tra 3 e 5 ore

Scheda tecnica
Caratteristiche motore ibrido plug-in benzina, 4 cilindri, 1.598 cc, 160 CV
Batteria 10,4 kWh
Velocità max 175 km/h
Acc. 0-100 km/h 9,4 s
Autonomia in elettrico 50 km (WLTP)
Bagagliaio 308 litri
Prezzo 39.150 euro

Dove l’abbiamo guidata

Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la Renault Mégane Plug-in Hybrid R.S. Line tra Milano e Vigevano: un percorso variegato caratterizzato da tratti urbani, extraurbani e autostradali.

I 200 chilogrammi di peso in più rispetto alla variante termica (105 solo di batteria) non hanno inciso più di tanto sull’ottimo comportamento dinamico: oltretutto va detto che la versione ibrida plug-in può vantare un raffinato retrotreno multilink al posto dell’assale semirigido montato dai modelli “standard”.

La Renault Mégane Plug-in Hybrid è, in sintesi, una compatta non sportiva ma briosa: le prestazioni convincono (175 km/h di velocità massima e 9,4 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h) mentre il cambio – una trasmissione Multi-mode con innesto a denti priva di frizione e sincronizzatori – lavora egregiamente quando non si esagera per garantire la massima efficienza ma mostra qualche indecisione di troppo se si cerca il divertimento.

NON TUTTI SANNO CHE – La Torre Breda, location della conferenza stampa Renault, è stato il primo edificio di Milano più alto della Madonnina del Duomo. Dal 1954 – anno di inaugurazione – al 1956 è stato inoltre il grattacielo più alto d’Italia (116,25 metri).

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Dove vorremmo guidarla

Avremmo voluto guidare la Renault Mégane Plug-in Hybrid sulle strade di montagna per valutare la risposta del propulsore – contraddistinto da una ripresa non eccezionale – in condizioni “critiche”. Il 1.6 genera una coppia di soli 148 Nm, il propulsore elettrico risponde con 205 Nm mentre l’HSG ne ha 50.

Le concorrenti

Audi A3 Sportback 40 TFSI e La versione “base” della compatta ibrida plug-in premium di Ingolstadt è più costosa della Mégane ma offre anche molto meno. Il motore da 204 CV e il pianale sono gli stessi della Golf.
Hyundai Ioniq Plug-in Hybrid Prime La rivale più agguerrita della Mégane PHEV è meno grintosa della transalpina ma più efficiente in modalità ibrida. Ottimo il cambio a doppia frizione, tecnologia presente anche sulle altre concorrenti in questo elenco.
Seat Leon e-HYBRID Pianale condiviso con la Golf e, sotto il cofano, lo stesso motore da 204 CV montato anche dalla A3 Sportback. Efficienza e design.
Volkswagen Golf eHYBRID La variante ibrida plug-in benzina della compatta più amata dagli italiani è “cugina” di Audi A3 e Seat Leon (il pianale e il motore da 204 CV sono gli stessi).

L’articolo Renault Mégane Plug-in Hybrid: una compatta, due anime proviene da Icon Wheels.

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Quali sono le tariffe orarie di un meccanico e quanto costa la manodopera?

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Rivolgersi a un meccanico per far riparare un guasto alla propria vettura spesso porta il proprietario di un automobile a temere di spendere più del dovuto. Questo succede perché, in mancanza di dimestichezza con i componenti di un’auto, in molti casi non si ha la percezione di quanto possano costare i vari interventi di manodopera. Gli specialisti ai quali rivolgersi appartengono principalmente a tre categorie: i meccatronici, i carrozzieri e i gommisti. Vediamo nel dettaglio le tariffe orarie e i costi della manodopera.

Tariffe orarie e costi della manodopera dei meccanici

Per andare incontro ai clienti e orientarli verso la scelta dei professionisti ai quali rivolgersi, Lapam Confartigianato Imprese pubblica il listino di tariffe manodopera consigliate per tutto il settore. Sono tariffe indicative che servono per farsi un’idea sulla spesa che bisognerà affrontare per far riparare la propria vettura.

La tariffa oraria della manodopera consigliata per le imprese di autoriparazione meccatronica e riparazione di macchine agricole è di 42 euro iva esclusa. I prezzi variano in base al tipo di prestazione fornita. Per una diagnosi effettuata utilizzando strumenti elettronici la tariffa va da un minimo di 60 a un massimo di 65 euro. Per la prova freni completa, sia di automobili private che di mezzi commerciali, il minimo è 35 euro e il massimo è 45. Per la ricarica del climatizzatore, invece, il prezzo medio è di 90-100 euro. I prezzi citati si intendono iva esclusa. Le prestazioni eseguite al di fuori dell’orario di lavoro e le prestazioni urgenti mediamente vengono maggiorate del 30-40%.

Carrozzieri: tariffe orarie e costo manodopera

Prezzi diversi per i carrozzieri, con una tariffa oraria media che va dai 46 ai51 euro. Per un carrozziere dotato di certificazione di qualità ISO, la tariffa oraria massima può essere incrementata di un ulteriore 2,5% a prescindere dalla dimensione dell’impresa.

I prezzi dei carrozzieri variano in base alle prestazioni fornite e ai materiali di consumo utilizzati. Per lo smalto monostrato le tariffe orarie sono di circa 20 euro, per lo smalto doppio strato si sale a 26 euro e per il micalizzato si arriva fino a 30. Utilizzare lo smalto triplo strato fa alzare la tariffa fino a 37 euro l’ora, mentre una diagnosi elettronica per il controllo delle scocche costa 150 euro.

Le tariffe orarie e i prezzi del gommista

Anche per quanto riguarda i gommisti Lapam Confartigianato Imprese ha fornito un elenco delle tariffe di prestazione consigliate. Le operazioni di montaggio vanno dai 13 euro per un ciclomotore e salgono a 16 per uno scooter. L’equilibratura fissa a banco costa in media 13-14 euro, mentre per l’equilibratura stroboscopica ci vogliono dai 17 ai 20 euro. Per il gonfiaggio di uno pneumatico con azoto per le automobili, invece, il costo va dai 5 agli 8 euro a gomma. Le tariffe orarie consigliate per i gommisti salgono in caso di interventi su autotreni e macchine agricole.

Da un anno a questa parte, le imprese hanno apportato aumenti contenuti ai prezzi praticati. Si registra una significativa crescita del mercato online degli pneumatici che porta a un leggero aumento delle prestazioni di montaggio quando le gomme vengono fornite direttamente dal cliente. In generale, comunque, non è possibile fornire alle imprese cartelli con i prezzi stabiliti in quanto ciò andrebbe a violare le leggi che disciplinano la libera concorrenza. I prezzi elencati sono puramente indicativi.

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Mercedes, la tecnologia sigla per sigla

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Mercedes è un brand amato dagli automobilisti di tutto il mondo: un marchio versatile presente in quasi tutti i segmenti con proposte eleganti e/o sportive ricche di tecnologia capace di trionfare anche nel motorsport.

Di seguito troverete un glossario per capire meglio cosa significano le sigle che identificano tutti gli accessori tecnologici presenti sulle auto Mercedes.

4MATIC

Le Mercedes 4MATIC sono quelle dotate della trazione integrale.

A

Active Lane Keeping Assist

L’Active Lane Keeping Assist interviene in caso di abbandono involontario della corsia di marcia.

Air-Balance

Il pacchetto Air-Balance permette di profumare in maniera personalizzata l’abitacolo della vettura.

Air Body Control

Le sospensioni pneumatiche Air Body Control possono essere regolate a scelta con una taratura più sportiva o più confortevole.

Airmatic

Con la sigla Airmatic Mercedes indica le sospensioni pneumatiche.

Attention Assist

L’Attention Assist evita possibili colpi di sonno grazie a segnali visivi e acustici.

B

Blind Spot Assist

Il Blind Spot Assist è il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco.

Blind Spot Assist attivo

Il Blind Spot Assist attivo controlla mediante sensori radar orientati lateralmente all’indietro le zone laterali del veicolo non visibili al guidatore. Una spia di avvertimento integrata negli specchi retrovisori esterni richiama l’attenzione del guidatore su eventuali veicoli presenti nella zona sorvegliata. Quando viene attivato l’indicatore di direzione per effettuare il cambio di corsia viene inoltre emesso un segnale ottico e acustico di avvertimento. Se viene riconosciuto un pericolo di collisione laterale, al fine di evitare l’impatto può essere eseguito un intervento frenante per correggere la traiettoria di marcia. Prima di un intervento frenante per correggere la traiettoria di marcia il Blind Spot Assist attivo valuta lo spazio libero in direzione di marcia e lateralmente.

Brake Assist attivo

Il Brake Assist attivo aiuta a evitare incidenti con veicoli che precedono e con pedoni in attraversamento o a mitigarne le conseguenze.

C

Car-to-X

Le auto collegate in rete tramite Car-to-X rilevano automaticamente le situazioni di pericolo e scambiano queste informazioni tra di loro.

Collision Prevention Assist Plus

Il sistema Collision Prevention Assist Plus avvisa il guidatore con un segnale ottico e acustico quando la distanza tra la vettura e il veicolo che la precede o l’ostacolo fermo è inferiore al limite di sicurezza. In caso di rischio impatto effettua una frenata parziale automatica.

Comand Online

Il Comand Online è un sistema multimediale di infotainment.

Comfortmatic

Comfortmatic è il climatizzatore automatico Mercedes.

D

DAB

La radio digitale DAB riceve programmi radiofonici in digitale terrestre con un’antenna integrata nel lunotto e un sintonizzatore digitale.

Digital Light

Il sistema Digital Light Mercedes proietta segnali sull’asfalto per migliorare la sicurezza.

Distronic

Il Distronic è il sistema attivo alla regolazione della distanza.

Dynamic Select

Il sistema Dynamic Select permette di selezionare diversi setup per la dinamica di marcia.

E

Easy-Pack

L’Easy-Pack è il portellone posteriore ad apertura e chiusura elettrica.

Energizing

Il pacchetto Energizing riunisce una serie di equipaggiamenti premium che permettono di affrontare lunghi viaggi in totale relax.

EQ-BOOST

La sigla EQ-Boost identifica le Mercedes mild hybrid.

EQ-POWER

La sigla EQ-Power identifica le Mercedes ibride plug-in.

F

Frigobox

Il frigobox consente di conservare nella vettura bevande e cibi freschi.

H

Hands-free Access

La funzione Hands-free Access consente di aprire e chiudere il cofano del bagagliaio in modo completamente automatico, senza usare le mani.

K

Keyless-Go

Il pacchetto Keyless-Go permette di aprire, avviare e chiude l’auto con la chiave elettronica.

Keyless Start

Il Keyless Start permette di avviare il motore con la semplice pressione di un pulsante.

Kneebag

Il kneebag – l’airbag per le ginocchia – si apre sotto il piantone dello sterzo per ridurre il rischio di lesioni alle ginocchia e nella parte inferiore delle gambe del guidatore.

L

Lane Tracking Package

Il pacchetto Lane Tracking Package comprende il sistema antisbandamento attivo e il Blind Spot Assist.

Live Traffic Information

Il Live Traffic Information consente di ricevere dati sul traffico in tempo reale.

LTE Advanced

LTE Advanced è il modulo di comunicazione per l’utilizzo dei servizi Mercedes me connect.

M

Magic vision control

Il Magic vision control è un sistema di lavaggio del parabrezza composto da spazzole del tergicristallo riscaldate dotate di piccoli fori dai quali fuoriesce il liquido detergente o l’acqua.

MBUX

MBUX è il sistema multimediale Mercedes.

Mercedes me connect

Mercedes me connect consente ai clienti di essere sempre connessi al veicolo.

Multibeam LED

I fari Multibeam LED presentano LED attivabili singolarmente.

Multicontour

I sedili Multicontour montano cuscini d’aria integrati con funzione massaggio che permettono ampie possibilità di regolazione.

O

OLED

OLED – acronimo di “organic light emitting diode” – è una tecnologia che utilizza strati sottilissimi di materiale organico elettroluminescente disposti su una lastra di vetro. Una soluzione che garantisce un fascio luminoso molto omogeneo in tutte le direzioni.

P

Pacchetto chauffeur

Con il pacchetto chauffeur della Mercedes classe S è possibile spostare il sedile lato passeggero e rimuovere anche il poggiatesta, lasciando così una migliore visuale sulla strada al passeggero posteriore seduto su questo lato. Senza dimenticare il poggiapiedi estraibile dietro il sedile lato passeggero.

Parktronic

Il Parktronic è un sistema di assistenza al parcheggio composto da sensori a ultrasuoni.

Pre-Safe

Il sistema Pre-Safe sfrutta il tempo che precede il rischio di un incidente, mettendo in atto una serie di interventi che possono ridurre le sollecitazioni a carico dei passeggeri.

Pre-Safe impulse side

Il Pre-Safe impulse side è in grado di preparare a un impatto laterale i passeggeri anteriori imprimendo loro un impulso laterale, riducendo così il rischio di collisioni. Il sistema li allontana dal lato esposto all’urto, spingendoli verso il centro per mitigare le conseguenze dell’impatto laterale.

Pre-Safe Plus

Il Pre-Safe Plus è in grado di rilevare un possibile tamponamento imminente e di allertare di conseguenza i conducenti che seguono attivando le luci posteriori di emergenza con una frequenza di lampeggio più rapida. Allo stesso tempo mantiene in posizione l’auto ferma per impedire che venga spinta in avanti, riducendo così le sollecitazioni sui passeggeri e il rischio di collisioni conseguenti. Appena prima dell’impatto si possono anche attivare i pretensionatori Pre-Safe reversibili.

R

RDK

Il sistema RDK è quello che si occupa di monitorare la pressione degli pneumatici.

S

Speed limit assist

Il sistema Speed limit assist con l’ausilio di una telecamera legge i cartelli stradali con il limite di velocità e lo visualizza sul display della strumentazione.

T

Tempomat

Il Tempomat accelera e decelera il veicolo autonomamente per mantenere la velocità memorizzata in precedenza.

Tirefit

Il Tirefit è il kit di riparazione pneumatici Mercedes.

Touch Control

Il sistema Touch Control comprende due piccole superfici “touch” sul volante – simili a quelle già presenti sugli smartphone – che consentono di gestire l’infotainment

Traffic sign assist

Il Traffic sign assist è il dispositivo che riconosce i segnali stradali.

U

Urban Guard

Il pacchetto protezione vettura Urban Guard Mercedes comprende un impianto di allarme antifurto-antiscasso e una protezione antirimozione in grado di rilevare le variazioni di posizione. Anche i movimenti all’interno dell’abitacolo attivano segnali ottici e acustici di avvertimento. Il rilevamento di tentativi di furto e collisioni da parcheggio di Mercedes me informa tramite l’app.

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Quanti tipi di barre portapacchi esistono?

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Le barre portapacchi costituiscono un valido aiuto per trasportare oggetti sulla propria auto, durante un trasloco oppure quando si parte per andare a trascorrere qualche giorno di vacanza, al mare o in montagna: rappresentano una soluzione facile ed economica per espandere lo spazio della vettura e aumentare la capacità di trasporto.

Acquistare delle barre portapacchi significa poter viaggiare più comodi senza andare a occupare i sedili posteriori dell’auto: questi strumenti offrono la possibilità di organizzare al meglio lo spazio del proprio veicolo, aumentando anche la sicurezza degli occupanti. Sul mercato esistono diversi tipi di barre portapacchi adatte a ogni esigenza: eccone alcuni esempi.

Barre portapacchi: cosa sono

Le barre che vengono posizionate sulla cappotta dell’automobile sono accessori che consentono di sfruttare la superficie del tetto della vettura come un comodo bagaglio supplementare. Chi le usa, grazie a un semplice ed efficace sistema di barre longitudinali e trasversali, fissato direttamente sul tetto dell’auto, può caricare e trasportare qualsiasi tipo di oggetto ingombrante che altrimenti non sarebbe entrato nel bagagliaio o sui sedili posteriori.

Cosa trasportano le barre portapacchi

Grazie alla loro versatilità, le barre portapacchi offrono la possibilità di trasportare una vasta gamma di oggetti. Oltre alle valigie e ai pacchi, consentono di fissare e trasportare le biciclette, le tavole da surf e kayak, gli sci e lo snowboard.

Grazie alle barre, inoltre, è possibile installare anche il Box da tetto: un baule rigido in plastica e completamente impermeabile, adatto alle varie esigenze di trasporto. L’importante è verificare sempre la lunghezza del carico in modo tale da non superare i limiti di sporgenza previsti dal Codice della Strada.

Come scegliere le barre portapacchi per la propria auto

Per scegliere i modelli di barre portapacchi più adatti per la propria vettura, bisogna controllare le sedi di aggancio posizionate sul tetto: le automobili, infatti, differiscono tra di loro per la posizione delle sedi di aggancio. Esistono auto a tetto nudo che non hanno alcun tipo di scanalatura, altre con tetto a punti fissi di serie che presentano quattro insenature, solitamente coperte da uno sportellino mobile e predisposte con punti di fissaggio dove avvitare la barra.

Alcune automobili presentano il tetto con il corrimano basso, detto anche railing basso: sono profili sporgenti longitudinali ancorati direttamente sul tetto del veicolo in modo da non presentare alcuna distanza tra tetto e corrimano. I tetti con barre longitudinali di serie, invece, chiamati anche railing o barre americane, presentano un profilo con uno spazio tra il tetto dell’auto e il corrimano. I tetti con profilo a T sono caratterizzati da due scanalature longitudinali dove inserire la barra che una volta montata, risulterà aderente alla tettoia. Il tetto con grondine, infine, presenta guide sporgenti longitudinali dove stringere gli agganci del portapacchi.

I materiali delle barre portapacchi

I diversi modelli di barre portapacchi presenti sul mercato differiscono tra di loro in base ai materiali. Sostanzialmente sono due i materiali usati: l’alluminio e l’acciaio. Le barre in alluminio si riconoscono facilmente perché la loro linea è arrotondata e studiata per essere il più possibile aerodinamica e offrire una minore resistenza al vento. Le barre in acciaio, invece, hanno una sezione rettangolare e linee meno innovative: sono più pesanti rispetto a quelle in alluminio e più indicati per i veicoli commerciali, i camper o le roulotte.

I prezzi delle barre portapacchi

I prezzi delle barre portapacchi variano a seconda del modello, della Casa costruttrice e delle caratteristiche. Le barre dotate di kit di montaggio universale, generalmente, possono arrivare a costare un po’ di più rispetto a un modello specifico per una o l’altra auto. In media i prezzi oscillano tra i 60 e gli 80 euro, ma si possono trovare anche modelli che arrivano fino a 200 euro perché dotati di traverse estendibili in lunghezza e oppure dei kit di montaggio forniti di molti pezzi che in altre sono solo opzionali.

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I consigli per consumare meno con la tua auto elettrica

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L’energia per ricaricare l’auto elettrica ha un costo, è più basso rispetto a quello della benzina e del diesel, è vero, ma comunque ha un prezzo ovviamente. È possibile risparmiare energia per salvaguardare sia il portafoglio che l’ambiente, vediamo alcuni consigli utili per spendere meno con l’auto elettrica.

Scegliere un’auto con la giusta autonomia

Il primo consiglio è quello di comprare una vettura senza esagerare con l’autonomia e con pacchi batterie eccessivi in base alle proprie esigenze. Il motivo? Ogni batteria ha un peso e quindi un costo, bisogna calcolare che per la maggior parte degli automobilisti oggi un pacco da 50 kWh potrebbe bastare, in genere assicura un’autonomia di circa 350-400 chilometri.

Frenata rigenerativa: utile per risparmiare con l’auto elettrica

Si tratta di uno dei maggiori vantaggi dei veicoli elettrici, frenando o decelerando infatti questo sistema va a generare energia, che ricarica la batteria. L’efficacia della frenata rigenerativa aumenta guidando in maniera pacata e ‘dolce.

SUV elettrici: gli svantaggi

Oggi i modelli di auto più venduti sono SUV e crossover, anche per quanto riguarda l’elettrico. L’unico problema è che questa moda non va d’accordo con i consumi, si tratta infatti di auto pesanti che, insieme all’aerodinamica e alle ruote di grandi dimensioni, consumano più energia rispetto ad altre tipologie di vetture più piccole e leggere.

Come consumare meno energia in autostrada

L’auto elettrica non va molto d’accordo con le percorrenze ‘da autostrada’, percorsi in cui infatti in genere si viaggia a velocità costante, senza poter sfruttare i vantaggi della frenata rigenerativa. Un consiglio che può servire a non consumare eccessivamente è quello di impostare la velocità tra i 110 e i 120 km/h, procedendo così in sicurezza, senza sprecare la carica della batteria in pochissimo tempo. Attenzione: meglio evitare la modalità ECO, per eventuali accelerazioni e esigenze di sicurezza infatti è importante avere a disposizione tutta la potenza possibile. Questa modalità di guida dovrebbe essere impostata esclusivamente per gli spostamenti in città, limitando la velocità di punta e lasciando all’auto la possibilità di decidere quanta potenza rilasciare, a seconda della pressione sull’acceleratore.

Altro consiglio utile: usare le gomme giuste

Anche per le auto elettriche, come avviene per le vetture tradizionali, spesso viene trascurata la scelta degli pneumatici. Servono gomme che assicurino una bassa resistenza al rotolamento, in modo da generare meno attrito. Oggi moltissimi produttori hanno immesso sul mercato le versioni ECO dei loro pneumatici, studiate proprio per le auto elettriche, con la caratteristica del basso rotolamento.

Come usare l’aria condizionata su un’auto elettrica, per non consumare troppa energia

Un altro consiglio fondamentale riguarda l’utilizzo del condizionatore in auto che, come ben sappiamo, fa aumentare i consumi anche per le auto con motorizzazione diesel e benzina. Utilizzare l’impianto di condizionamento dell’aria in auto infatti assorbe molta energia e quindi è sempre meglio non abusarne, per evitare di andare a penalizzare quella che è l’autonomia della vettura stessa senza un valido motivo.

Il mercato auto oggi offre vetture elettriche dotate di pompe di calore, che consentono di riscaldare o di raffreddare l’abitacolo con un consumo energetico basso; è un’alternativa valida agli impianti di resistenza tradizionali. Ci sono molti modelli di auto elettrica per i quali è possibile attivare l’aria condizionata anche a distanza, con il precondizionamento, che consente di risparmiare nei consumi e non sprecare energia inutilmente. Basta utilizzare l’app apposita dal proprio smartphone.

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