Monthly Archives: Settembre 2015

Audi TT RS by HPerformance

Mentre tutti aspettano la versione RS della nuova Audi TT, il preparatore HPerformance si porta avanti presentando un upgrade meccanico da ben 150 CV per la coupé sportiva dei Quattro Anelli.Upgrade da 150 CVL’Audi TT RS Plus di vecchia generazione (la più radicale della famiglia) si ritrova così con ben 510 CV sotto il cofano (360 CV originali).Il che la rende un fulmine nello scatto 0-100, coperto dopo il trattamento in appena 4,1 secondi. La velocità massima passa invece a 280 km/h.Questa potenza extra estrapolata dal 5 cilindri da 2,5 litri è stata ottenuta con l’impiego di un nuovo turbo compressore, una nuova mappatura della centralina e un nuovo sistema di scarico.Dal punto di vista tecnico la Audi TT by HPerformance monta una sospensione KW, un nuovo impianto di scarico e una rollbar all’interno dell’abitacolo.Body kit in carbonioFuori, il body kit in fibra di carbonio è dominato dal grosso alettone posteriore.HPerformance ha annunciato anche il prezzo di questa preparazione che ammonta a 50.000 euro.

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BMW M4 by VOS

La nuova BMW M4 è decisamente una delle sportive più nel mirino dei preparatori europei.L’ultimo a mettere le mani sulla coupé arrabbiata bavarese è il tedesco VOS Cars che ha deciso di lasciare praticamente invariata l’estetica della super-coupé concentrandosi soprattutto sul nuovo sei cilindri in linea da 3,0 litri che di serie è in grado di erogare 431 CV e 550 Nm di coppia massima.Grazie alla riprogrammazione della centralina VOS ha elevato la potenza di questo propulsore turbo fino a ben 550 CV, aumentando anche la coppia motrice a 710 Nm. Questa BMW M4 tuneata, inoltre, è stata privata del limitatore di velocità; ora raggiunge i 310 km/h senza nessun tipo di restrizione…Il kit meccanico di VOS per la BMW M4 costa 2.490 euro e può essere accompagnato anche da un pacchetto di modifiche al telaio denominato Clubsport KW 3 dal costo di ulteriori 4.199 euro.Il sistema di scarico in acciaio inossidabile con controllo della valvola per la regolazione del sound costa invece altri 4.890 euro. E per finire VOS propone anche un kit per i freni della M4 composto da un’impianto Brembo con dischi da 380 mm e pinze a sei pistoncini all’anteriore (5.425 euro) e da 380 mm con pince a 4 pistoncini dietro (4.4325 euro).

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Ferrari, F1 e Schumacher: le foto più belle del periodo 1996-2006

Michael Schumacher e la Ferrari: un legame in F1 durato undici stagioni – dal 1996 al 2006 – che ha portato undici Mondiali. Per l’esattezza cinque titoli Piloti (2000-2005) e sei Costruttori (1999-2005).In questa gallery abbiamo voluto ricordare con alcune foto gli anni d’oro del Cavallino: un periodo caratterizzato da GP spesso noiosi ma ricco di soddisfazioni per i tifosi della Rossa.

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Peugeot 205 GTi, la storia della piccola sportiva francese

Non esageriamo quando diciamo che la Peugeot 205 GTi ha rivoluzionato il mondo delle piccole sportive: la pepata “segmento B” francese è stata infatti una delle auto più desiderate dai giovani degli anni ’80 e ancora oggi è impossibile non emozionarsi di fronte alle sue linee, tra le più riuscite di quel decennio. Scopriamo insieme la storia di questo mito d’Oltralpe.Peugeot 205 GTi, la storiaLa sigla GTI – acronimo di Grand Tourisme Injection – viene introdotta per la prima volta dalla Peugeot nel 1983 sull’ammiraglia 604 ma entra ufficialmente nella leggenda l’1 marzo 1984, in occasione della presentazione – al Salone di Ginevra – della variante sportiva della 205 mostrata l’anno prima.La prima versione a tre porte della piccola transalpina monta un motore 1.6 a benzina da 105 CV ed è ricca di pregi che le consentono di fare breccia nel cuore degli appassionati: prestazioni vivaci, grande agilità nelle curve, freni potentissimi e un design seducente.La Peugeot 205 GTi conquista tantissimi clienti anche grazie alle vittorie sportive: nel 1985 la 205 Turbo 16 (un mostro a motore centrale e trazione integrale che ricorda la “segmento B” del Leone solo nelle forme) si aggiudica il Mondiale rally Piloti (con il finlandese Timo Salonen) e Costruttori e si ripete l’anno successivo con un altro finnico (Juha Kankkunen).Arriva la 1.9Il 1986 è un anno di cambiamenti: la potenza del 1.6 sale a quota 113 CV e sbarca nelle concessionarie la 1.9 da 127 CV, caratterizzata dalla carreggiata più larga (per accogliere i cerchi in lega da 15”), dai freni a disco posteriori e da alcune modifiche ai rapporti del cambio e alla trasmissione.La Peugeot 205 GTi beneficia di un redesign del cruscotto nel 1987 e di un volante a tre razze nel 1988: in quel biennio la “cugina” Grand Raid progettata per le corse (nient’altro che un’evoluzione della Turbo 16) conquista due Parigi-Dakar sempre con due driver finlandesi (Ari Vatanen e Kankkunen) contribuendo a mantenere vivo l’interesse nei confronti del modello di serie.Gli anni ’90La versione Plus del 1990 – contraddistinta dalla presenza dei sedili in cuoio e del condizionatore e disponibile solo in abbinamento al motore 1.9 – si rivolge agli automobilisti sportivi che non possono rinunciare all’eleganza. L’anno seguente è invece la volta della variante Action (acquistabile con entrambi i propulsori presenti in gamma), con una dotazione di serie ancora più ricca: alzacristalli elettrici, vetri posteriori con apertura a compasso, sedili in pelle e condizionatore.Nel 1992 – ultimo anno di carriera della Peugeot 205 GTi nel nostro Paese – il motore 1.6 abbandona le scene e la potenza del 1.9 scende a 120 CV per via della presenza del catalizzatore.

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Rolls Royce Wraith “History of Rugby”

Giusto in tempo per la Coppa del Mondo di Rugby 2015, Rolls Royce lancia un’edizione speciale “History of Rugby” della sua Wraith, in collaborazione con Bespoke Design Studio che commemora l’illustre storia di questo sport così inglese.Secondo la marca, molti dettagli di questa edizione speciale risulteranno familiari ai fan della selezione inglese di rugby, come ad esempio la rosa del logo.Il colore bianco della carrozzeria “English White”, che coincide con quello della maglietta della squadra inglese, si abbina alla linea di cintura verniciata in verde scuro con la rosa decorativa in rosso e i cerchi a 5 raggi da 21 pollici.Ma il vero tocco speciale è dentro l’abitacolo della Rolls Royce Wraith “History of Rugby” dove il bianco è protagonista di nuovo, decorato con le immancabili rose incise su ognuno dei poggiatesta e sui pannelli delle portiere.La plancia, inoltre, riceve delle rifiniture decorative in legno con inserti in nero lucido. Per l’occasione il costruttore di palloni da rugby Gilbert ha realizzato una serie speciale di palloni in tinta con questa Wraith speciale e con cuciture realizzate dagli stessi artigiani di Rolls Royce.


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Apple Car: nel 2019 la svolta?

Secondo il Wall Street Journal l’auto di Apple sarebbe più vicina che mai. Dagli USA, dunque, non arrivano solo notizie di scandali legate all’automotive (vedi la vicenda Volkswagen sulle emissioni truccate) ma all’orizzonte si intravede quella che potrebbe essere una rivoluzione dell’auto in arrivo da Oltreoceano: la Apple Car.Le indiscrezioni della stampa statunitense sul Project Titan (questo è il nome del progetto dell’auto della Mela) indicano perfino una data limite per il processo di sviluppo, il 2019. Questo significherebbe che per questa data il progetto della Apple Car (già approvato a Cupertino) sarebbe maturo per annunciare il suo lancio, magari con la presentazione di qualche prototipo funzionale.Negli ultimi mesi il WSJ aveva anche informato su alcuni movimenti molto interessanti di Cupertino, come ad esempio l’assunzione di lavoratori dell’industria automobilistica oltre a scambi approfonditi con il dipartimento dei trasporti della California. Tutti questi rumors, ad ogni modo, non sarebbero necessariamente legati all’arrivo di un’auto firmata Apple, visto che il brand statunitense ha anche ben altri interessi che girano attorno all’industria automobilistica, come sappiamo, legati alla connettività e ai sistemi multimediali.


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Volkswagen Golf Sportsvan 1.6 TDI 110 CV DSG: la prova della monovolume compatta tedesca

La Volkswagen Golf Sportsvan è una monovolume compatta molto sottovalutata: pur avendo moltissimi elementi in comune (motore, cambio e pianale opportunamente allungato) con l’amatissima Golf non ha riscosso lo stesso successo della “cugina”.Nella nostra prova su strada abbiamo avuto modo di analizzare la versione 1.6 TDI 110 CV Highline dotata del cambio automatico a doppia frizione DSG: scopriamo insieme come va.

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Scandalo Volkswagen? Il Gruppo sotto accusa per le emissioni falsate

Un software installato nella centralina di gestione del motore.È così che, secondo l’ente governativo statunitense EPA (Enviromental Protection Agency), Volkswagen avrebbe falsificato i dati sulle emissioni inquinanti di alcuni suoi motori.Nello specifico l’accusa è rivolta ai quattro cilindri TDI (Turbo Diesel) da 2,0 litri, venduti sul mercato Nordamericano (montati Oltreoceano su Golf, Jetta, Passat, Maggiolino e Audi A3).La Casa di Wolfsburg avrebbe ammesso l’esistenza del “fatidico” software installato nella centralina ma, secondo il brand tedesco, sarebbe stato montato per limitare il lavoro dei dispositivi di controllo delle emissioni di azoto che provocano una maggiore usura del motore e tendono a diminuire le prestazioni del veicolo.In realtà secondo l’EPA questo software riconoscerebbe le condizioni da test attivandosi solo in questo caso e riducendo le emissioni inquinanti da 10 a 40 volte in meno rispetto all’uso in condizioni normali.Se l’accusa di truffa ambientale fosse confermata, lo scherzetto potrebbe costare molto caro a Wolkswagen che, secondo il Wall Street Journal, potrebbe dover arrivare a pagare fino a 18 miliardi di multa, oltre a ritirare dal mercato USA circa 500.000 vetture. Intanto la vicenda delle emissioni truccate sta già penalizzando il marchio pendendo su Wolfsburg come una spada di Damocle. Solo oggi, infatti, in vista della maxi multa, le azioni del leader del mercato europeo dell’auto hanno perso oltre il 16% in apertura a Francoforte. Ed ora a chiedere spiegazioni a Volkswagen c’è anche il governo centrale di Berlino, deciso a scoprire se la truffa abbia riguardato anche l’Europa.Foto: Ansa


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Ford Focus RS: le prestazioni della più arrabbiata della famiglia

La Ford Focus RS, variante più radicale della compatta dell’Ovale Blu, ha ora una scheda tecnica completa, con tanto di prestazioni e prezzo.La segmento C arrabbiata d’Oltreoceano arriverà in Europa all’inizio del 2016 ma può essere già ordinata con prezzi a partire da 38.500 euro.Si posizionerà sul mercato come alternativa più economica rispetto alle premium Mercedes A 45 AMG (47.600 euro) e Audi RS3 (49.900).Le prestazioni della Focus RSIn occasione del Salone di Francoforte 2015 sono stati svelati acnhe i dati relativi alle prestazioni della nuova Ford Focus RS.Grazie al motore quattro cilindri EcoBoost da 2,3 litri da 350 CV e 470 Nm che pulsa sotto il cofano, la cattiva della famiglia scatterebbe da 0 a 100 km/h in appena 4,7 secondi e sarà in grado di raggiungere la velocità massima di 266 km/h.L’equipaggiamento di serie della Ford Focus RS comprenderà, tra gli altri accessori, anche il sistema multimediale con schermo touch da 8 pollici, fari bixeno, cruise control e bluetooth.Telaio da sportiva di razzaSviluppata da Ford Performance, la nuova Ford Focus RS 2015 presenta il nuovo sistema di trazione integrale Ford Performance All-Wheel-Drive che abbinato al sistema Dynamic Torque Vectorign (ripartizione dinamica della coppia) garantisce un comportamento pronto ad essere portato al limite.Le sospensioni sportive sono dotate di molle, boccole e barre antirollio più rigide rispetto alla Focus ST. Gli ammortizzatori possono essere regolati in modalità strada o pista per un assetto ancora più preciso e che si adatta alle esigenze di guida. Anche il servosterzo elettrico (EPAS) è stato ricalibrato per lavorare in sinergia con le sospensioni anteriori più rigide e con braccetti a lunghezza ridotta, per trasmettere un contatto ancora più diretto e reattivo con la strada.


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Ferrari 312PB: quando il Cavallino disse addio all’endurance

La Ferrari 312PB non è un’auto da corsa molto conosciuta: eppure questa vettura entra di diritto nella storia del Cavallino in quanto è l’ultimo prototipo schierato ufficialmente dalla Casa di Maranello nel Mondiale Marche (vinto nel 1972 e abbandonato al termine della stagione seguente). Scopriamo insieme la storia di questo mito dell’endurance italiano.Ferrari 312PB, la storiaLa Ferrari 312PB (nome ufficiale 312P, la B serve per distinguerla da un modello dal nome identico presentato nel 1969) viene creata all’inizio degli anni ’70 per partecipare al Mondiale Sportprototipi. Appartenente alla categoria Gruppo 6 (limite di cilindrata fissato a tre litri) e realizzata in 13 esemplari, non è altro che una F1 – più precisamente la 312 B del 1970 – a ruote coperte rivestita da una carrozzeria in poliestere e vetroresina.Veloce e agilissima nelle curve (merito delle dimensioni esterne contenute, del peso inferiore a 700 kg e del passo corto), condivide con la monoposto del Cavallino il telaio (tubolare rinforzato da pannelli in alluminio), le sospensioni, il retrotreno e il motore: un propulsore 3.0 a 12 cilindri a V piatto (per abbassare il baricentro) da 460 CV con 1.500 giri in meno (10.800 anziché 12.200, scelta adottata per incrementare l’affidabilità nelle corse di durata) montato in posizione centrale longitudinale e abbinato ad un cambio a cinque marce.La Ferrari 312PB può raggiungere una velocità massima di 320 km/h e può vantare un’eccellente distribuzione dei pesi: merito dei quattro serbatoi di carburante (due ai lati del pilota e due sotto il sedile). I primi collaudi della vettura iniziano nel 1970 mentre bisogna aspettare il 1971 per il debutto in gara.1971Il debutto in gara della 312PB – il 10 gennaio 1971 – non è dei più fortunati: alla 1.000 km di Buenos Aires Ignazio Giunti perde infatti la vita in seguito ad uno schianto contro la Matra-Simca MS660 rimasta senza benzina e spinta a mano in pista dal francese Jean-Pierre Beltoise.Il primo risultato rilevante per la Ferrari 312PB arriva il 4 aprile con il secondo posto del belga Jacky Ickx e dello svizzero Clay Regazzoni alla 1.000 km di Brands Hatch mentre bisogna attendere il 6 novembre – alla 9 ore di Kyalami (gara non valida per il Mondiale Marche) – per la prima vittoria (con Regazzoni e il britannico Brian Redman) impreziosita dalla seconda piazza di Ickx e dello statunitense Mario Andretti.1972La situazione migliora nel 1972 quando grazie ad alcune modifiche che migliorano l’affidabilità e alla carenza di avversari (dovuta ad un sempre minore interesse riscontrato dalle Case e dal pubblico nei confronti delle gare endurance) la Casa emiliana conquista il Mondiale Marche (l’ultimo di una lunga serie) vincendo tutte le gare a cui prende parte.La cavalcata della Ferrari 312PB comincia alla 1.000 km di Buenos Aires con lo svedese Ronnie Peterson e l’australiano Tim Schenken (secondi alla 6 Ore di Daytona, alla 12 Ore di Sebring, alla 1.000 km di Brands Hatch e alla 6 Ore di Watkins Glen, prove vinte dal duo Ickx/Andretti, e terzi alla 1.000 km di Monza conquistata da Ickx/Regazzoni – a loro volta secondi alla 1.000 km di Spa dietro a Redman e al nostro Arturo Merzario – e alla 1.000 km di Zeltweg caratterizzata da un poker: 1° Ickx/Redman, secondi l’austriaco Helmut Marko e il brasiliano Carlos Pace e quarto il duo formato da Merzario e da Sandro Munari davanti a tutti alla Targa Florio).Enzo Ferrari sceglie di non correre la 24 Ore di Le Mans in quanto la 312PB è un’auto nata per correre le 1.000 km e poco affidabile sulle distanze più lunghe mentre tra i successi minori segnaliamo due doppiette: Merzario (1°) e Ickx (2°) alla 500 km di Imola e Regazzoni (1°) e Merzario (2°) alla 9 Ore di Kyalami.1973Il 1973 è l’ultimo anno che vede la Ferrari partecipare ufficialmente al Mondiale Sportprototipi: mancano i soldi per gestire contemporaneamente questo campionato e il Mondiale F1 e si preferisce optare per il più rinomato Circus. I numerosi guasti meccanici e la presenza di una Matra fortissima impediscono alla 312PB (che può vantare l’alettone posteriore ridisegnato, il passo allungato e i freni entrobordo) di primeggiare come nella stagione precedente e per questo la sportiva di Maranello si deve accontentare di pochi risultati rilevanti.Tra i più importanti segnaliamo le due doppiette alle 1.000 km di Monza – primi Ickx/Redman e secondo Schenken con l’argentino Carlos Reutemann – e del Nürburgring (ultimo successo assoluto del Cavallino nel Mondiale Marche): primi Ickx/Redman e secondi Pace/Merzario.Alla 24 Ore di Le Mans la Ferrari decide di schierare tre esemplari di 312PB affidati agli equipaggi Ickx/Redman, Schenken/Reutemann e Merzario/Pace. Quest’ultima coppia, destinata a svolgere il ruolo di lepre, è curiosamente l’unica che riesce a tagliare il traguardo, oltretutto in seconda posizione.L’ultima apparizione della Ferrari 312PB risale al 21 luglio in occasione della 6 Ore di Watkins Glen: seconda piazza per Ickx/Redman e terza posizione per Merzario/Pace.

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