Chevrolet Blazer: la crossover compatta per gli USA












Per molti il nome Blazer non sarà nuovo. Chevrolet utilizzò questa denominazione, per diversi anni, per identificare uno dei suoi fuoristrada più caratteristici. Circa dieci anni fa uscì di produzione e, fino ad oggi, non se ne è sentito più parlare. Ora la denominazione ritorna per una nuova sport utility del Cravattino, che non vedremo in Europa.
La nuova Chevrolet Blazer si posizionerà, Oltreoceano, in listino tra la Equinox e la Traveler. Ha cinque posti, ma offre un enorme spazio di carico con tanto di Cargo Management System, che assicura i bagagli e che viene offerto sugli allestimenti superiori della gamma.
L’abitacolo si fa notare per il ricco equipaggiamento con lo schermo touch da 8 pollici che fa da interfaccia al sistema di Chevrolet Infotainment 3 di serie su tutti gli allestimenti.
L’offerta meccanica della Chevrolet Blazer è formata da un’unità quattro cilindri da 2,5 litri, 193 CV e 255 Nm di coppia e da un V6 da 3,6 litri, 305 CV e 365 Nm di coppia. La trasmissione è affidata al cambio automatico a nove rapporti e il Traction Select permette di disattivare l’asse posteriore nelle versioni 4×4.
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Audi: ottenuti i permessi per le prove dei taxi volanti


Audi fa un passo in avanti nel suo cammino verso i taxi volanti. Sembra un film di fantascienza, ma è la realtà. La marca dei Quattro Anelli ha iniziato il progetto Mobilità Aerea Urbana che prenderà il via nella città tedesca di Ingolstadt, in collaborazione con le amministrazioni del paese.
Audi ha firmato infatti un accordo con la Cancelleria federale tedesca ottenendo il semaforo verde per le prime prove dei taxi aerei, anche se il primo vero passo sarà la realizzazione di un modello operativo. Insieme ad Airbus, così, la Casa tedesca darà al sua risposta ad Uber che, dal suo centro di sviluppo di Parigi, porta avanti la sua corsa al cielo. La famosa app investirà 20miliardi di euro nei prossimi 5 anni per sviluppare algoritmi di intelligenza artificiale, di controllo del traffico aereo e altre tecnologie necessarie.
Al Salone di Ginevra 2017 Airbus aveva presentato, insieme ad Audi e con la partecipazione di Italdesign, il prototipo Pop.Up Next. L’auto/drone ha una struttura modulare che le permette di dividersi in tre parti autonome e indipendenti. La prima è quella della cabina in cui viaggiano i passeggeri, lunga 2,5 metri per 1,4 metri di larghezza. In più ci sono due moduli di trasporto no con ruote per muoversi su strada, con 100 km di autonomia elettrica, e un altro con otto eliche per il trasporto aereo, con un’autonomia di volo di 100 km e una capacità di ricarica in soli 15 minuti.
Audi Pop.Up Next: la city car prende il volo
Un progetto in collaborazione tra la Casa di Ingolstadt, Airbus e Italdesign
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La Toyota Camry torna in Europa












È ufficiale, la Toyota Camry ritorna in Europa Occidentale. Il costruttore giapponese ha confermato il ritorno nei concessionari di questa regione europea, dopo 14 anni di assenza.
La berlina sarà una garanzia di presenza per Toyota nel segmento D ed E e una delle chiavi del suo ritorno sarà la proposta meccanica unicamente ibrida. In questo modo con il lancio della Toyota Camry Hybrid, la gamma giapponese arriverà a contare, nel Vecchio Continente, 8 modelli ibridi.
Sotto il cofano monta un motore quattro cilindri a benzina da 2.5 litri affiancato da un piccolo motore elettrico, per una potenza complessiva di 178 CV e 220 Nm di coppia. La versione che vedremo sulle strade europee sarà basata sulla piattaforma globale TNGA di Toyota e sarà dotata di novità tecnologiche che la miglioreranno in termini di sicurezza e connettività.
La nuova Toyota Camry Hybrid arriverà in Europa a partire dal primo trimestre del 2019.
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Oltre trent’anni di evoluzione per la razionale “berlinona” nipponica
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F1 – Le cinque scuderie francesi migliori di sempre








Credits: Italy’s Jarno Trulli at the wheel of his Prost-Mugen-Honda during the qualification session for the Austrian Formula One Grand Prix here 20 September. Canadian Jacques Villeneuve will start from the pole position in tomorrow’s Austrian Grand Prix after clocking the fastest time in today’s qualification, alongsides second placed Mika Hakkinen of Finland and third placed Jarno Trulli.


Le scuderie francesi hanno regalato alla F1 molti piloti talentuosi ma hanno conquistato solo sei Mondiali (tre Piloti e tre Costruttori) in tutta la storia del Circus.
Di seguito troverete i cinque team provenienti dalla Francia che hanno mostrato le cose migliori in Formula 1: scopriamoli insieme.
F1 – Le cinque scuderie francesi migliori di sempre

1° Renault
STAGIONI IN F1: 22 (1977-1985, 2002-2011, 2016-)
MONDIALI PILOTI: 2 (2005 e 2006 con Fernando Alonso)
MONDIALI COSTRUTTORI: 2 (2005, 2006)
GP DISPUTATI: 348
VITTORIE: 35
POLE POSITION: 51
GIRI VELOCI: 31
PODI: 100
DOPPIETTE: 2


2° Matra
STAGIONI IN F1: 6 (1967-1972)
MONDIALI PILOTI: 1 (1969 con Jackie Stewart)
MONDIALI COSTRUTTORI: 1 (1969)
GP DISPUTATI: 60
VITTORIE: 9
POLE POSITION: 4
GIRI VELOCI: 12
PODI: 21
DOPPIETTE: 2


3° Ligier
STAGIONI IN F1: 21 (1976-1996)
MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE PILOTI: 4° (1979, 1980 e 1981 con Jacques Laffite)
MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE COSTRUTTORI: 2° (1980)
GP DISPUTATI: 326
VITTORIE: 9
POLE POSITION: 9
GIRI VELOCI: 9
PODI: 50
DOPPIETTE: 1


4° Prost
STAGIONI IN F1: 5 (1997-2001)
MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE PILOTI: 9° (1997 con Olivier Panis)
MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE COSTRUTTORI: 6° (1997)
GP DISPUTATI: 83
PODI: 3


5° Larrousse
STAGIONI IN F1: 3 (1993-1995)
MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE PILOTI: 17° (1993 con Philippe Alliot)
MIGLIOR RISULTATO NEL MONDIALE COSTRUTTORI: 11° (1993, 1994)
GP DISPUTATI: 32

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Peugeot Rifter: spazio per tutti


















Comfort
| Sospensioni morbide (ma non in modo esagerato), motore un po’ rumorosetto solo quando si va forte. |
Costi
| La Peugeot Rifter BlueHDi 100 Allure da noi guidata ha un prezzo (23.950 euro) in linea con la concorrenza. Consumi nella media del segmento. |
Piacere di guida
| Un’auto per famiglie che non nasce per fare le corse. |
Ambiente
| La variante BlueHDi 100 emette 112 g/km di CO2. |
La Peugeot Rifter – erede della Partner Tepee nonché gemella di Citroën Berlingo e Opel Combo Life – è appena arrivata sul mercato ma ha già tutte le carte in regola per diventare la migliore proposta nel segmento delle multispazio.
Realizzata sullo stesso pianale EMP2 adottato dalla berlina 508, è disponibile in due lunghezze: 4,40 metri o 4,75, entrambe offerte anche a 7 posti.
Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la versione BlueHDi 100 Allure della Peugeot Rifter “corta”: scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.


Gemelle diverse
La Peugeot Rifter può vantare due caratteristiche di design non presenti sulle “gemelle” Citroën Berlingo e Opel Combo Life: l’i-Cockpit (volante compatto e cruscotto rialzato) e un look che strizza l’occhio al mondo delle SUV (merito dei numerosi elementi in plastica grezza che rendono ogni allestimento simile alle varianti Outdoor della vecchia Partner Tepee).


Tanto spazio (per i passeggeri)
L’abitabilità è il punto di forza della Peugeot Rifter, una vettura in grado di offrire un mare di spazio ai passeggeri posteriori. L’abitacolo – ricco di vani portaoggetti e contraddistinto dall’abbondante presenza di plastica rigida e robusta (tipico delle multispazio) – può essere impreziosito dalla terza fila di sedili (optional a 600 euro) e dai tre sedili singoli nella seconda (200 euro).
Il bagagliaio (597 litri che diventano 2.126 quando si abbattono i sedili posteriori, un valore che soddisfa senza problemi le esigenze di una famiglia) ha una forma regolare ma è poco ampio se paragonato ai vani delle rivali. Per chi vuole più praticità consigliamo il lunotto apribile (250 euro).


Come si guida
Volante piccolo, cruscotto rialzato che permette di vedere meglio la strumentazione e una posizione di seduta alta che consente di dominare la strada: la Peugeot Rifter protagonista del nostro primo contatto se l’è cavata egregiamente nel traffico e sui percorsi extraurbani.
Caratterizzata da sospensioni dalla taratura non esageratamente morbida e da uno sterzo dall’impostazione turistica (giusto così, visto che stiamo parlando di un’auto per famiglie che non nasce per fare le corse), monta un impianto frenante adeguato e sa essere rassicurante nelle curve (nonché poco tendente al rollio).
Il motore della Peugeot Rifter guidata nel nostro primo contatto – il 1.5 turbodiesel BlueHDi da 102 CV e 250 Nm di coppia – è pronto ai bassi regimi ed equilibrato (non brilla in nessuna materia ma prende buoni voti in tutte). Abbinato ad un cambio manuale a cinque rapporti onesto e sincero, si difende bene quando si cerca un po’ di brio: 171 km/h di velocità massima e 12,3 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.


Sicurezza a 5 stelle
La dotazione di sicurezza della Peugeot Rifter è molto ricca: airbag frontali, laterali e a tendina, assistente per le partenze in salita, Coffee break alert (rilevatore di stanchezza) e, soprattutto, il Pack Safety.
Questo pacchetto comprende, tra le altre cose: Active lane departure warning (sistema attivo di avviso di superamento involontario della linea di carreggiata), monitoraggio pressione pneumatici, frenata automatica e cruise control con limitatore di velocità.


Prezzo e costi
La Peugeot Rifter BlueHDi 100 Allure protagonista del nostro primo contatto ha un prezzo nella media del segmento – 23.950 euro – abbinato ad una dotazione di serie simile a quella della concorrenza: alzacristalli elettrici posteriori, climatizzatore manuale (l’automatico bizona costa solo 180 euro, fateci un pensierino), console centrale alta con vani portaoggetti, fendinebbia, freno di stazionamento elettrico, 2 portabicchieri e un vano chiuso refrigerato nella parte alta del lato passeggero, presa USB sotto le bocchette dell’aria condizionata nella seconda fila, radio Bluetooth jack USB, sedile conducente regolabile in altezza con regolazione lombare manuale, sensore luci, sensore pioggia, sensori di parcheggio posteriori e tavolino estraibile dallo schienale dei sedili anteriori.
I consumi sono buoni ma non da record (23,3 km/l dichiarati, sempre sopra quota 15 reali) mentre la garanzia di soli due anni a chilometraggio illimitato non convince del tutto.
| Motore | turbodiesel |
| N. cilindri/cilindrata | 4/1.499 cc |
| Potenza | 75 kW (102 CV) a 3.500 giri |
| Coppia | 250 Nm a 1.750 giri |
| Trazione | anteriore |
| Velocità max | 171 km/h |
| Acc. 0-100 km/h | 12,3 s |
| Consumo medio | 23,3 km/l |
| Dimensioni | 4,49/1,85/1,88 metri |
| Passo | 2,79 metri |
| 23.950 euro |
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Mercedes Classe C Restyling 2018


Credits: Mercedes-Benz C300d 4MATIC Limousine, designo selenitgrau magno designo Leder Nappa zweifarbig platinweiß pearl/schwarz.Kraftstoffverbrauch kombiniert: 5,3 – 5,7l/100kmCO2-Emissionen kombiniert: 139 – 151g/km //Mercedes-Benz C300d 4MATIC Sedan, designo selenite grey magno Two-tone designo nappa leather platinum white pearl/black. Fuel consumption combined: 5,3 – 5,7l/100kmCombined CO2 emissions: 139 – 151g/km


Credits: Mercedes-Benz C300d 4MATIC Limousine, designo selenitgrau magno designo Leder Nappa zweifarbig platinweiß pearl/schwarz.Kraftstoffverbrauch kombiniert: 5,3 – 5,7l/100kmCO2-Emissionen kombiniert: 139 – 151g/km //Mercedes-Benz C300d 4MATIC Sedan, designo selenite grey magno Two-tone designo nappa leather platinum white pearl/black. Fuel consumption combined: 5,3 – 5,7l/100kmCombined CO2 emissions: 139 – 151g/km


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Credits: Mercedes-AMG C 43 4MATIC Coupé, graphitgrau metallic, Leder AMG schwarz, Kraftstoffverbrauch kombiniert: 9,5-9,2 l/100 km, CO2-Emissionen kombiniert: 217-212 g/km // Mercedes-AMG C 43 4MATIC Coupé. graphite grey metallic, AMG leather black, fuel consumption combined: 9.5-9.2 l/100 km Combined CO2 emissions: 217-212 g/km


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Credits: Mercedes-AMG C 43 4MATIC Coupé, graphitgrau metallic, Leder AMG schwarz, Kraftstoffverbrauch kombiniert: 9,5-9,2 l/100 km, CO2-Emissionen kombiniert: 217-212 g/km // Mercedes-AMG C 43 4MATIC Coupé. graphite grey metallic, AMG leather black, fuel consumption combined: 9.5-9.2 l/100 km Combined CO2 emissions: 217-212 g/km
La Mercedes Classe C si aggiorna, si migliora, ma rimane sempre lei. D’altronde, quando sei campionessa di vendite (450.000 esemplari venduti nel 2017), non c’è molto da cambiare.
Basta avvicinarsi di più però per notare i nuovi gruppi ottici ridisegnati (LED High Performance o fari Multibeam LED con luce abbagliante Ultra Range) e il lifting della calandra e del paraurti, a cui si aggiungono anche nuovi colori e nuovi cerchi in lega.
Dentro ora si possono ammirare la plancia digitale con schermo da 12,3 pollici (optional) che vanta le grafiche ‘Classic’, ‘Sport’ e ‘Progressive’; lo schermo del sistema d’infotainment più generoso (10,5 pollici) e il nuovo volante multifunzione.
Le personalizzazioni sono ancora più numerose, sia che si tratti dei pannelli o degli inserti, sia che si tratti dell’illuminazione ambientale, che vanta 64 colori. Per quanto riguarda il comfort, la nuova Classe C vanta invece i programmi ENERGIZING che coccolano il guidatore nei lunghi viaggi, mentre, per chi non può fare a meno della musica, si può optare per il nuovo Sound System supplementare con nove altoparlanti e una potenza di 225 watt, che si posiziona tra quello standard e il top di gamma Burmster.
Non manca il meglio dei sistemi di sicurezza attiva disponibili “in Casa”, come il cruise control DISTRONIC, che, non solo regola la velocità, ma assiste in caso di sorpasso, mantiene la corsia, diminuisce la velocità in prossimità di curve e incroci.
Con il restyling fa il suo debutto anche una interessante versione 1.5 turbobenzina a iniezione diretta, la C200 EQ Boost, che vanta ben 184 CV di potenza, grazie ad un compatto sistema ibrido da 48 Volt. Dalla batteria infatti arrivano 14 CV extra che vanno a dare man forte al termico e colmano i buchi dell’erogazione.

SEMPRE LEI, MA MEGLIO
Abbiamo provato la Mercedes C300, dotata di motore V6 3.0 litri turbo da 258 CV e 370 Nm di coppia, abbinato al cambio automatico 9G-TRONIC e alla sola trazione posteriore.
Il motore è pieno, fluido e vivace, mentre lo sterzo, libero dalla trazione, è più preciso e leggero che sulle versioni a trazione integrale. La Mercedes Classe C nella sua categoria forse è quella che riesce ad adattarsi di più all’umore del guidatore: le varie modalità di guida la trasformano da pacata e rilassata (in autostrada è silenziosissima) a tesa e decisa. Merito – soprattutto – delle sospensioni pneumatiche Air Body Control che trasformano l’auto da “salotto” a “tavola” con un clic. Non c’è differenza in realtà in termini di guida, ma grazie ai piccoli tocchi tecnologici si ha la sensazione di guidare un’auto di una categoria leggermente superiore; e non è poco.


AMG “LIGHT”
Interessante la versione C43 AMG 4-MATIC, una via di mezzo tra le C più “tranquille” e la C63 AMG V8. Il V6 biturbo da 3.0 litri della C43 ha ricevuto un’iniezione di potenza e ora produce 390 CV (+23 rispetto alla precedente e 520 Nm di coppia. Non è un motore brutale, ma ne ha comunque abbastanza per lanciare la Mercedes Classe C da 0 a 100 km/h in 4,7 secondi.
A sorprendere è la valanga di coppia, costante tra i 2.500 e i 5.000 giri, che basta per spingere con forza la vostra schiena sul sedile anche nelle marce alte.
Ottima anche la tenuta, quasi troppo elevata, visto che si ha la sensazione di guidare un treno sui binari, non una scorbutica AMG. Ma questo vuole essere: una versione sportiva per tutti. Il cambio 9 marce SPEEDSHIFT TCT AMG, migliorato e ripensato per garantire prestazioni migliori, non riesce comunque a star dietro alla frenata dell’auto, e in scalata non sempre centra la marcia con precisione.

PREZZI
La Mercedes Classe C 2018 ha un prezzo che parte dai 37.170 euro nella versione C 180 d berlina, la versione C 200 EQ Boost 1.5 da 180 CV costa poco più di 43.000 euro, mentre la top di gamma 43 AMG costa 77.600 euro.
DIMENSIONI |
|
|---|---|
| Lunghezza | 469 cm |
| Larghezza | 181 cm |
| Altezza | 144 cm |
| Bagagliaio | 400 – 490 litri |
| PREZZO | 37.170 euro |
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Mitsubishi Outlander PHEV 2019, prime impressioni di guida




























COMFORT
| Silenziosa, dalla seduta comoda e con spazio da vendere: il comfort è il suo pregio più grande |
PIACERE DI GUIDA
| La nuova PHEV è più silenziosa e ha uno sterzo più preciso della versione precedente. Anche la potenza disponibile è maggiore, tuttavia l’agilità tra le curve non è il suo forte |
PREZZO E COSTI
| I prezzi non sono ancora stati dichiarati (saranno di poco superiori al MY 2018), che partiva da poco più di 46.000 euro. I costi di percorrenza sono bassi per una SUV di queste dimensioni. La Casa dichiara un consumo medio di 2,0 l/100 km (considerando anche i 45 km di solo elettrico) |
È vero, la Mitsubishi Outlander PHEV MY 2019 sembra quasi identica al modello precedente, ma in realtà la Casa giapponese ha apportato moltissime modifiche, alcune evidenti e altre meno, che migliorano quello che già c’era di buono. Il design – secondo i dati raccolti da Mitsubishi – è l’unico punto su cui tutti i clienti erano d’accordo. Quindi il nuovo modello vanta solo dei fari nuovi, un piccolo spoiler, una calandra (leggermente) ridisegnata e nuovi cerchi.
Le vere modifiche stanno sotto pelle, dove si nasconde una vettura che, in realtà, è molto più di una SUV ibrida: è quasi un’auto elettrica, a cui è stato aggiunto un motore termico. I motori, di fatto, sono ben tre: due elettrici (uno posteriore e uno anteriore) che garantiscono la trazione integrale, e uno termico aspirato da 2,4 litri che serve sia da rigeneratore per le batterie, sia per trasmettere ulteriore potenza alle ruote anteriori.
Nella Mitsubishi Outlander PHEV MY 2019 tutti questi elementi sono stati rivisti e perfezionati: il motore termico è cresciuto da 2,0 litri a 2,4, con un aumento di potenza di 16 CV, per un totale di 135 CV. Il motore elettrico posteriore, invece, passa da 85 CV a 95 CV, mentre il pacco batterie passa da una capacità di 12.0 a 13,8 kWh. La potenza totale supera i 200 CV.
Non cambia invece la velocità massima (170 km/h) e migliora di poco lo scatto da 0 a 100 km/h (da 10,8 a 10,5 km/h).
Aumenta invece la velocità massima raggiungibile con la sola potenza dell’elettrico, ora fissata a 135 Km/h; abbastanza per veleggiare in autostrada nel silenzio più totale a velocità di codice.
Il meglio di sé, però, la Mitsubishi Outlander PHEV, lo dà in città, dove riesce ad essere davvero un’auto elettrica a tutti gli effetti: la si può caricare la notte e utilizzare tutti i giorni senza sprecare una goccia di benzina. Ma grazie alla trazione integrale e alle modalità di guida offroad (c’è anche “snow”), la Mitsubishi Outlander PHEV non ha paura nemmeno di avventurarsi sui terreni più ostili e scivolosi.

DENTRO E FUORI
La linea pulita e razionale della Mitsubishi Outlander PHEV non insegue le mode del momento, ma piuttosto li stilemi classici del brand. Ha un look decisamente giapponese, e le sue proporzioni sono quasi da maxi station wagon piuttosto che da SUV.
Dentro è ancora più razionale: i comandi sono semplici e intuitivi, i materiali sono si qualità, ma il design non brilla per fantasia. La seduta invece è comoda e ampiamente regolabile, ci sono anche dei nuovi sedili in pelle pregiata appositamente pensati per il mercato italiano.
Al posto del contagiri troviamo un indicatore, tipico delle vetture ibride, che ci indica il range ideale del motore per utilizzare al meglio la nostra energia. Le varie modalità di guida, poi, permettono di ricaricare di più la batteria, di utilizzare più potenza (c’è anche la modalità “Sport”) oppure di trovare un giusto compromesso tra le due. Interessante anche la possibilità di utilizzare i paddle al volante per utilizzare più o meno freno motore (non c’è nessun cambio), un freno che in realtà è attuato dal generatore, non dal motore termico, e che funge da grossa dinamo e permette di recuperare più energia.


PER TUTTI I TERRENI
I primi metri al volante della Mitsubishi Outlander PHEV sono rilassanti, basta una leggera pressione sul pedale destro e lei si sposta come un tappeto volante. Rispetto alle “normali” auto ibride, la PHEV ha molta più potenza elettrica da spendere, e si può affondare con decisione sul gas senza far intervenire il motore termico. Anche in autostrada, fino a 130 km/h, rimango colpito da come accelera bene e senza sforzo. In modalità EV (che utilizza solo il motore elttrico) si possono percorre 45 km reali: non male se si utilizza prevalentemente in città.
Mitsubishi afferma anche che la nuova Outlander PHEV ha una guida più precisa rispetto alla versione precedente, e in parte è vero. Lo sterzo è un po’ più diretto e la macchina sembra più coesa, ma allo stesso tempo gli ammortizzatori sembrano ancora più votati al comfort. Basta prendere un paio di curve allegramente per avvertire il peso dell’auto e sprofondare in un marcato sottosterzo. Ma sebbene sia stato aggiunto anche il tasto “Sport”, la PHEV non ha pretese sportive. Semplicemente, con questa modalità il sistema ibrido unisce le forze per fornire la maggiore potenza possibile e una risposta più pronta all’acceleratore, che può sempre servire. Comodi anche i paddle al volante, che permettono di scegliere tra 5 livelli di freno motore e quindi di intensità del rigeneratore. Questo sistema permette addirittura di frenare l’auto (in discesa o in prossimità di una curva) senza dover utilizzare il pedale, e al contempo di recuperare preziosa energia.
Non abbiamo avuto modo di testare la trazione integrale a dovere, ma il sistema 4WD basato sui due motori elettrici sembra interessante: vista l’architettura, permette di inviare il 100% della coppia all’asse anteriore o quello posteriore in base all’esigenza, senza passare da alcun differenziale. Un sistema molto efficace ma soprattutto efficiente.


QUANTO COSTA
La nuova Mitsubishi Outlander PHEV 2019 arriverà sul mercato italiano questo autunno, i prezzi non sono ancora disponibili ma ci aspettiamo un prezzo di partenza di circa 47.000 euro.

IDENTIKIT |
|
|---|---|
| Lunghezza | 4.69 metri |
| Larghezza | 1.80 metri |
| Altezza | 1.71 metri |
| Peso | 1.880 kg |
| Bagagliaio | 453 litri – 1.584 litri |
TECNICA |
|
|---|---|
| Motore | due motori elettrici e uno termico a benzina |
| Cilindrata | 2,4 litri |
| Potenza | N.D. |
| Coppia | N.D. |
| Trasmissione | presa diretta, frizione |
PRESTAZIONI |
|
|---|---|
| 0-100 km/h | 10,5 secondi |
| Velocità massima | 170 km/h |
| Consumi | 2,0 l/100 km |
| PREZZO | Ancora da definire |
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Benzina o Gasolio? Quale auto conviene comprare adesso?


Un anno fa avevo scritto un articolo in cui mi interrogavo sulla morte del motore diesel e su che auto era meglio acquistare in quel momento.
Il dubbio nasceva dal fatto che volevo acquistare un’auto nuova, ma non volevo trovarmi nella scomoda posizione di non poter entrare nelle principali città italiane (vivo a Milano e ho una moglie di Torino) o di trovarmi tra 5 anni con un auto che non vale più niente. Dato che non c’erano notizie certe, ho rimandato l’acquisto.
Ieri, dopo le dichiarazioni del sindaco di Milano sul futuro della auto a gasolio, tutto è finalmente più chiaro.
Ingresso auto diesel a Milano
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha condannato definitivamente a morte le auto a gasolio in Italia. Da ottobre 2019 ci sarà il blocco totale per tutte le auto diesel euro 4 durante i mesi invernali. Blocco che diventerà totale nel 2021, sabati compresi.
Nel 2024 toccherà alle auto euro 5 e nel 2025 alle euro 6.
E i motori a benzina?
Il blocco per loro sarà totale, ma arriverà solo nel 2030.
Gasolio, benzina, ibrida? Che auto conviene acquistare?
Gasolio.
In questo momento i prezzi delle auto diesel stanno diventando – per ovvie ragioni – molto convenienti. Considerate che nel 2025 l’auto che acquisterete oggi varrà, centesimo più centesimo meno… zero.
Se avete acquistato un SUV da 25 mila euro, vi sarà costato più di 4 mila euro l’anno. Decisamente non un buon affare. Se proprio dovete buttare via dei soldi, affittate per qualche settimana una Lamborghini e divertitevi.
Potrebbero esserci degli incentivi per passare a un’auto elettrica, ma dipende da come andrà il Paese e da un sacco di altri fattori. Insomma, non la considererei una certezza.
Potrebbe però valere la pena di cercare un usato diesel euro 5 o euro 6 con due o tre anni di vita. A quel punto, anche se il valore al 2025 sarà zero, avrete comunque fatto un affare.
Benzina
In questo momento l’auto a benzina sembra la soluzione migliore, in fin dei conti il blocco arriverà al 2030 e 11 anni sono un buon tempo di ammortamento.
In realtà non è così vero per due motivi. Primo. Le auto a benzina consumano molto di più di quelle diesel. Questo perché hanno meno coppia e dunque consumano di più in accelerazione. Considerando poi che tutti vogliamo un SUV, nonostante il loro coefficiente aerodinamico di un carro armato, non c’è alcuna possibilità di consumare poco.
Secondo. Il prezzo della benzina cresce e, stando agli esperti, sorprendentemente non c’è alcun motivo per cui dovrebbe tornare indietro dato che la domanda mondiale è in continua crescita.
Ibrida
L’ibrido aiuta il motore a benzina a consumare poco, soprattutto nei centri urbani. Sulla carta sarebbe dunque la soluzione migliore, anche perché al momento ci sono degli ottimi incentivi soprattutto se permutate un’auto diesel. C’è un però e per chi ama le auto è un però grande come il monte Everest e si chiama piacere di guida. Purtroppo tutte le auto ibride hanno il cambio CVT e quell’orrendo effetto scooter che ammazza ogni entusiasmo.
Ma quindi, che auto dovrei acquistare?
Benzina.
Se ti va bene un’utilitaria e percorri meno di 10 mila km all’anno, è la scelta migliore che tu possa fare. Non devi nemmeno rifletterci. Vai e comprala.
Ibrida.
Se la maggior parte del tempo guidi in città, o comunque in coda nel traffico, e non ti interessa assolutamente nulla del piacere di guida, è senza dubbio la scelta migliore.
Gasolio.
Se fai più di 10 mila km all’anno e ti piace guidare, l’auto diesel è per te ancora la migliore soluzione. Meglio ancora se trovi un buon usato con 2 o 3 anni di vita.
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Nuova Audi Q8, le prime impressioni di guida








































Per una volta al crescere della numerazione non aumentano anche le dimensioni. Se, infatti, guardando la nuova Audi Q8 si può avere la sensazione, per le linee nettamente più scolpite e per la calandra molto importante, che la vettura sia un bestione, in realtà le misure sono più contenute rispetto alla Q7, restando sotto i cinque metri di lunghezza, i due di larghezza e il metro e 76 di altezza. La Q8 si presenta, insomma, non come un’espansione fisica della Q7, ma come un altro SUV con caratteristiche più marcatamente sportive, in diretta concorrenza con vetture come la BMW X6.
I designer tedeschi si sono dedicati in primo luogo proprio a questo compito, presentare un SUV che, nell’imponenza delle forme, trasmettesse subito la percezione del dinamismo e dell’esclusività. Così, rimanendo sempre all’interno del design, va notata la nuova griglia anteriore, il Single frame Audi, ora di forma ottogonale e che caratterizzerà i prossimi modelli della famiglia Q. E, ancora, i grandi convogliatori d’aria anteriori, i passaruota dimensionati per accogliere cerchi fino a 22 pollici, la linea curva del tetto che sfugge nella parte posteriore, le portiere senza montanti e, a nostro avviso tra gli elementi più riusciti, la fanaleria a LED di coda in un’unica soluzione orizzontale.

Nuovi potenti motori
La Q8 avrà al lancio, quest’autunno, due motorizzazioni di 3.000 cc a sei cilindri. La prima, un nuovo turbodiesel da 286 CV, la seconda un benzina da 340 CV, entrambi abbinati a un cambio automatico a 8 rapporti e alla trazione integrale quattro, ora anche con la struttura a quattro ruote sterzanti, con quelle posteriori che seguono nelle traiettorie quelle anteriori. Sulla Q8 si possono avere le sospensioni pneumatiche che variano la risposta a seconda delle condizioni della strada o delle vostre preferenze e possono alzare la scocca da terra di altri 5,4 centimetri (oltre i venti standard) per muoversi con scioltezza anche in off-road.
Perché la Q8 resta comunque un fuoristrada, tanto da conservare la assai utile funzione Descent Hill, ovvero il controllo automatico della vettura in discesa dove a chi guida resta soltanto il compito di non sbagliare a dove mettere le ruote. Su strada, nonostante il peso superiore alle due tonnellate, la Q8 arriva a 100 km/h in 6,3 secondi (col TDI) toccando i 245 km/h di velocità massima. In più, al sistema di motricità, si aggiunge una soluzione Mild Hybrid, ovvero la possibilità, grazie a una batteria al litio e a un alternatore, di “veleggiare” col motore spento, per esempio in discesa, nonché avere uno start&stop che spegne il propulsore in rilascio, sotto i 22 km/h, recuperando nel frattempo preziosa energia elettrica. Questi sistemi di stacco e riattacco si dimostrano efficaci nel far risparmiare carburante (fino a 0.7 litri ogni cento chilometri).



Grande amore per i dettagli
La plancia della Q8 è, analogamente alla berlina A8, risolta spazialmente in un unico elemento nero-lucente, nel quale, al centro, ci sono i comandi a sfioramento. Di notte grande scenografia, con elementi luminosi che contornano il dash panel e che, all’altezza dello scomparto davanti al passeggero disegnano i quattro anelli simboli di Audi. Sotto il monitor centrale da 10 pollici che serve per tutte le funzioni di infotainment, ce n’è un secondo da 8.6 pollici per la gestione della climatizzazione in abitacolo. Tutto touch con un minimo segnale sonoro di avviso della funzionalità selezionata.
Ovviamente ci sono i comandi vocali, estesi, per ottenere risposte le più varie: per esempio basterà dire “sono affamato” che il computer di Audi vi farà apparire sullo schermo l’elenco dei ristoranti più vicini. Non mancano il sistema di frenata assistita e il lane assist che riporta l’auto in carreggiata se vi distraete o togliete le mani dal volante. In ogni caso un “alert” vi avviserà di riprendere immediatamente il controllo della vettura. Poi ci sono mille altre meraviglie tecnologiche, compresa la gestione della vettura (compresa chiusura e apertura e condivisione) dal cellulare con sistema Android.



Su strada e in off-road
Non ce ne vogliano, ma, alla fine, la guida è la guida. E dunque il piacere di tenere in mano il volante non è proprio inessenziale. Per un primo contatto con le doti velocistiche e in off-road della Q8, ci siamo trovati catapultati nel deserto di Atacama, tra Chile e Bolivia. Niente percorsi autostradali, ma strade asfaltate strette con rettilinei che sembra non finiscano mai interrotte bruscamente da salite ripide e con tornanti bruschi. Oppure piste sterrate, polverose e sabbiose dalle quali ci si può allontanare infilandosi in terreni sabbiosi con vere dune da scavallare in velocità. Come prima cosa va detto che il comfort è principesco: a velocità di crociera, accompagnati dalla musica magistralmente restituita dall’impianto Bang&Olufsen, la strada scorre via senza la minima fatica.
Dentro tutto è al suo posto, semplice da gestire anche senza i comandi vocali: i sedili (anche senza la modalità massaggio) sono molto ben avvolgenti e la climatizzazione quasi perfetta, perché comunque le bocchette centrali un po’ danno fastidio, indirizzando l’aria fresca o sulla mano di chi guida o sul braccio di chi sta a fianco. Il Tdi 3.0 spinge con forza da 1500 giri e il cambio a 8 rapporti tiene sempre quello giusto. Se volete fare voi, avete i paddle al volante. Il benzina? Tolti i consumi inevitabilmente maggiori e quindi la minor autonomia, è ancora più fluido e ugualmente corposo, con allunghi più decisi quando si schiaccia il gas.
Nelle curve la massa della Q8 si fa sentire, la si tiene di più a bada selezionando la modalità Dynamic, con sospensioni che affondano meno, sterzo più reattivo, minor coricamento laterale e più spunto in uscita. In off-road la sensazione è che l’unico limite sia il timore di rovinare scudo frontale e carrozzeria sollevando i sassetti bordo pista. Perché la Q8, sollevata di altri cinque centimetri, grazie alla trazione intelligente sulle quattro gomme, se ne va via liscia su pietre, guadi, salite sabbiose. La abbiamo perfino provocata, mollando un pochino il gas nell’affrontare una duna alquanto ripida. Vuoi vedere che affonda nella sabbia? Macché, ha ripreso trazione e ci ha tirato fuori. Insomma 80 mila euro (prezzo di listino di partenza) ben spesi se li avete spesi.



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Yamaha XSR 900 by Dab Motors
Quella che vedete in questo video ufficiale rilasciato da Yamaha è la più recente realizzazione di Dub Motor. La base di partenza è una XSR 900, moto che si presta già benissimo alla personalizzazione, il risultato finale è “The Alter”. È questo il nome che il customizer ha dato alla special che ne è venuta fuori: una moto dal design assolutamente futuristico con soluzioni estetiche inedite e una coda minimal.
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